Please Be Mine.

Ballo in Maschera!2018!

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    Cosa fosse saltato in mente a TigerLily neppure lei lo sapeva. Aveva invitato un perfetto sconosciuto ad un ballo scolastico senza pensarci due volte. E primo: lei non andava neanche a scuola; secondo: si sarebbe tenuto due mesi dopo quel loro primo ed unico incontro. Eppure per la ragazza John non sembrò uno sconosciuto qualsiasi, già dal primo istante in cui i loro sguardi si guardarono. Si erano dati appuntamento in un punto preciso della sala da ballo, e meno male, dal momento che non si erano neanche scambiati il numero di telefono. Dovrò ricordarmi di chiedergli il numero... si fece appunto esclamandolo ad alta voce. Peter Pan che era lì con lei le chiese di che diamine stesse parlando e la ragazza lo declassò con un gesto della mano. Non era affatto da lei essere così romantica e mai avrebbe ammesso a se stessa che era così frenetica per quell’appuntamento. Eppure lo era. Un ballo. Chissà com era un ballo? Lily non c’era mai stata e sperava di gran cuore di non fare una figuraccia. I balli dell’Isola del resto erano tutta un’altra cosa, e le venne da sorridere nel ripensarci. Chissà che faccia avrebbe fatto John se l’avesse vista vestita da indiana...Ma forse non era il caso di presentarsi vestita così. Ma che ne sapeva lei di abiti? L’unica persona che avrebbe potuta aiutarla era Wendy Darling, ma pareva troppo impegnata a scegliere l’abito per il fratello (e così il piccolo Micheal aveva un’appuntamento? In realtà era per John ma una volta scesi dall’Isola che non c’è nessuno dei due si ricordava l’uno dell’altra...), e pure il suo; per cui decise di non chiederglielo. Come pensò anche di non chiederle chi era il fortunato, dal momento che fece una strana espressione quando si parlò di lei. Trilli? Ma forse anche la Fatina non era pratica di queste cose, e dal momento che non sarebbe neppure andata al ballo non avrebbe voluto infierire. Stupido di un Peter! si lasciò sfuggire quel commento. Perché non l’aveva invitata al ballo? Il ragazzo che era lì con lei la guardò stralunato e le chiese cosa avesse fatto in quel momento per meritarsi una tale esclamazione. Lily sospirò leggermente. Nulla Peter nulla...Ci vediamo! si congedò andando poi via di corsa.

    Il gran giorno del ballo arrivò come un fulmine. Lily alla fine aveva optato per un vestito semplice nero, ovviamente elegante. Del resto lei era una tipa abbastanza semplice. Con decisione entrò nella sala e fu da subito investita da luci e suoni di ogni tipo, frastornandola abbastanza, non essendo abituata a cose del genere. Che diamine le era venuto in mente quel giorno ad invitare quello sconosciuto al ballo scolastico...?! Lily si mosse velocemente fra la folla senza prestare minimamente attenzione a ciò che la circondava, interessandosi solamente di raggiungere il punto che John le aveva descritto quel giorno. Fu lì infatti che lo trovò. Il suo sguardo lo trovò subito, come una calamita che la attraeva a sè. ...hey... lo salutò con un cenno della mano.

    Tiger Lily



    I balli scolastici per Nathan non erano mai stati un problema, almeno finché ne avesse memoria. Nel decennio che andava dal 2000 al 2010 era ad esempio il ragazzo più popolare della sua scuola. Ancora erano ben vividi i ricordi di ogni ragazza con cui vi si era recato. Non che ora che fosse un giocatore di football non avesse lo stesso trattamento. Di balli ne aveva avuti parecchi lo stesso e tutto sommato, anche se erano sempre le stesse cose, anno dopo anno, decennio poi decennio, secoli dopo secolo, pareva non si fosse ancora stancato. Quell’anno l’intera squadra di football era stata invitata al ballo tenuto dai vari college della città e Nate aveva avuto la brillante idea di recarsi da solo, senza nessuna dama, che avrebbe adocchiato una volta giunto li. Non era mai andato ad un ballo da solo e trovava la cosa piuttosto eccitante. Si vestì con un classico abito elegante, effettivamente negli ultimi tempi era sempre quello il vestito, non era uno a cui piaceva fare shopping o cambiare abito ogni volta!!

    Ma a quanto pareva quella era una festa “in maschera”, per cui ci aggiunse una strana maschera nera piena di piume colorate.
    E così il giorno del gran ballo giunse. I suoi compagni di squadra erano tutti accoppiati per cui ognuno di loro si muoveva con la propria dama, Nate invece si recò da solo alla festa. Salì l’imponente scalinata con fare quasi aristocratico e giunto in cima si guardò in giro alla ricerca di una ragazza solitaria. Non era tipo da rubare la fidanzatina altrui...
    Nathan Woodstock


    Edited by woozy. - 3/2/2018, 13:27
     
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    Certo che a volte la vita era davvero strana! Mezza Isola che non c'è era approdata a Vancouver, buona parte di questi personaggi si erano tutti riuniti a casa loro per trascorrere le festività natalizie, persino Trilli si era unita al gruppo eppure, la ragazza misteriosa che in realtà era TigerLily non era stata presente - chissà per quale motivo - così che John Darling non aveva ancora potuto riconoscerla. Ah il fato sa essere terribile a volte! Erano trascorsi ben due mesi dal suo primo incontro con Lily e John non stava letteralmente più nella pelle, aveva passato settimane a tormentarsi, ammettendo persino di avere paura che lei si sarebbe dimenticata di lui e che quindi la sera fatidica del ballo non si sarebbe presentata. Aveva anche pensato di andarla a cercare, desiderava rivederla con tutto se stesso e quell'attesa per lui era una tortura. Alla fine però aveva deciso di frenarsi ed aspettare il ballo, trovava quella situazione incredibilmente romantica e anche se non era il tipo da certe romanticherie, se alla fine si fossero trovati sarebbe stato perché il destino avrebbe voluto così. Di questo lo aveva convinto sua sorella Wendy che al contrario di lui, era molto romantica, sotto certi aspetti almeno. Quella sera prima del ballo si erano preparati insieme, lui avrebbe voluto che la sorella indossasse un casto vestito rosa pallido dalla scollatura appena accennata, mentre quest'ultima invece aveva scelto un vestito nero, decisamente più aggressivo e dalla profonda scollatura. John si sentiva molto protettivo nei confronti della sorella maggiore e non era proprio del tutto tranquillo a saperla andare in giro in quel modo ma ok, era grande abbastanza. Wendy invece lo aveva aiutato a scegliere un completo blu notte che gli calzava a pennello e si intonava con il colore dei suoi occhi, poi insieme avevano girato tutti i fiorai della città perché John si era fissato con un fiore particolare, non riusciva proprio a togliersi dalla testa l'immagine e il profumo di quel fiore che gli ricordava la bambina indiana che aveva conosciuto tanto tempo prima ma allo stesso tempo anche la ragazza misteriosa che aveva conosciuto ai mercatini natalizi.
    Quindi ora eccolo lì, al centro esatto della pista da ballo, in mezzo alle persone che si muovevano a ritmo di musica, con le luci che alteravano la percezione dei colori, il suo bel vestito e il suo giglio tigrato appuntato all'occhiello. Era nervoso, non lo avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura ma era davvero nervoso, si guardava intorno cercando di essere discreto per individuare Lily tra la folla e quando la vide andargli incontro in quell'abito nero che lasciava ben poco all'immaginazione per un momento si dimenticò di respirare.
    - Sei ancora più bella di come ti ricordavo... - le disse tirandola a se e cominciando a ballare, al momento il dj stava offrendo una canzone lenta e non c'era modo migliore per inaugurare un ballo!
    John Darling
     
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    Dopo in lungo viaggio in the road attraverso gli Stati Uniti avevo raggiunto il Canada, Vancouver per la precisione e mi ero innamorata subito di questa bellissima città. Soprattutto mi ero innamorata del fatto che fosse così circondata dalla natura, dopo qualche tentativo ero riuscita a trovare lavoro in un negozio che vendeva articoli sportivi, in particolare per il trakking e mi ero cimentata anche io in qualche escursione, specialmente notturna. Mi avevano avvisato che non era saggio girovagare per i boschi di notte, soprattutto perché erano pieni di predatori notturni tra cui, si diceva, parecchi lupi. Li avevo sentito ululare da lontano durante le mi scorribande ma non mi ero mai imbattuta in nulla di più pericoloso di un procione e quindi non avevo fatto caso a quelle voci. Il mio lavoro al negozio era comunque part-time e non potevo permettermi di pagarmi un vero e proprio affitto quindi avevo parcheggiato la mia auto in un campeggio e me la cavavo come potevo, mi andava bene per il momento in ogni caso. Quella sera avevo saputo che i college della città avevano organizzato un ballo in maschera e credevo sarebbe stato bello partecipare ma era piuttosto logico che non riuscissi a pagarmi il biglietto e non conoscevo nemmeno nessuno che avrebbe potuto accompagnarmi, c'era solo un'alternativa possibile quindi; dovevo imbucarmi. Non sarebbe certo stato facile, però potevo farcela, il giorno prima della festa feci un giro nella location che avevano scelto ed individuai l'ingresso riservato al personale e al catering, sarebbe stato più facile del previsto. La sera del ballo indossai un abito dal taglio maschile, un paio di tacchi alti, mi legai i capelli in una coda alta sopra la testa e mi truccai. Così vestita potevo quasi passare per una cameriera e nella confusione generale sicuramente nessuno avrebbe fatto caso alle mi e scarpe, certo in vestito da sera mi sarebbe sicuramente piaciuto di più, ma in quel modo non avrei dato nell'occhio. Infatti nessuno aveva notato che mi ero intrufolata insieme agli effettivi addetti al catering e camerieri e una volta entrata in sala, c'era talmente tanta gente che, come avevo previsto nessuno avrebbe fatto caso a me. Indossai la maschera argentata che mi ero infilata in tasca e visto che ormai ero in ballo, approfittai di un attimo di distrazione del barista di turno per intrufolarmi dietro al bancone a verasrmi un drink.

    Phoebe Kenner
     
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    John era vestito con un completo blu che rimandava ai suoi meravigliosi occhi profondi e Lily se ne accorse anche da chilometri di distanza! Stava ballando insieme a molte altre persone e la ragazza doveva ammettere che fosse davvero molto bravo e alquanto sexy. Vide una ragazza lì vicino che si muoveva un po’ troppo attaccato a lui e fu mossa da un pizzico di gelosia, cosa che non era assolutamente da lei.
    Lily si mosse fugacemente in mezzo la folla e raggiunse infine il suo cavaliere.
    Sei ancora più bella di come ti ricordavo... l’accolse lui tirandola a se senza pensarci su due volte, facendola così ritrovare in un ballo scatenato. A quel contatto la ragazza percepì nuovamente una bellissima e strana sensazione. C’era della chimica fra di loro, ma era possibile dopo un solo e breve incontro?
    La musica cambiò rotta dirigendosi verso un lento. Lily deglutì staccandosi un poco da lui, lievemente imbarazzata dal dover danzare con lui con una musica romantica. Fu in quel momento che notò il bellissimo fiore che il ragazzo aveva appuntato all’occhiello: un meraviglioso giglio tigrato, ovvero ciò che rappresentava il suo nome. Lily lo guardò dritto negli occhi e corrucciò improvvisamente il suo volto. Non era tempo di ballare ora. No. C’era una questione che doveva assolutamente risolvere. Vieni. Dobbiamo parlare disse prendendolo per mano e allontanandosi dalla pista da ballo. Una frase che aveva spesso lo scopo di spaventare le persone.
    I due arrivarono in un punto del salone abbastanza tranquillo ma durò che pochi istanti perche tutte le coppie si stavano muovendo ovunque in quella sala. Fu così che a Lily venne in mente di uscire in giardino e così fece. Quando si metteva in testa qualcosa la doveva fare. Arrivarono così nel giardino che era allestito nella maniera più romantica possibile, non propriamente il genere di Lily, che però ugualmente osservò ogni cosa con grande stupore positivo.



    Tiger Lily



    Nathan adocchiò subito una ragazza carina vestita di rosa confetto ma non era di certo il vestito che aveva catturato la sua attenzione, piuttosto la maschera da lupo che indossava. Da Licantropo decise subito di avvicinarsela e grazie alla canzone romantica che era appena partita, riuscì a farsi concedere un ballo. Appena le loro mani si sfiorarono il ragazzo capì subito di aver preso un abbaglio, la ragazza che disse di chiamarsi Mimì non era una della sua specie. Finì ugualmente di ballare con lei, si congedò poi gentilmente e si allontanò immediatamente dalla pista da ballo. Notò il buffet poco più avanti ma se guardava oltre poteva intravedere il bancone di un bar, molto più interessante del buffet, sicuramente! Fu così che lentamente, perché bloccato dalla calca di gente, riuscì a raggiungerlo. Dietro il bancone c’era una ragazza vestita in tailleur, con i capelli raccolti a coda di cavallo alta. Nate attirò subito la sua attenzione per ordinare qualcosa da bere. Il buffet offriva tutte bibbie analcoliche, del resto alla festa c’erano anche un sacco di minorenni, ma li al “bar” qualcosa di alcolico lo avrebbe trovato di sicuro. Cos’ha da offrirmi? chiese guardandola dritta negli occhi sorridendole con un pizzico di malizia.
    Nathan Woodstock
     
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    Quando ero arrivato in mezzo alla pista da ballo qualche ragazza sola si era avvicinata e aveva cercato di attaccare bottone, con cortesia però avevo fatto capire a tutte che non ero disponibile e se dovevo essere sincero i loro sguardi dispiaciuti non mi avevano fatto sentire minimamente in colpa. Non ero lì per trovare una ragazza qualsiasi con cui passare la serata, ero lì per ben altri motivi, per incontrare quella ragazza che desideravo davvero, che mi aveva fatto perdere la testa con il suo bacio e che erano due mesi che non vedevo. Quando Lily mi apparve davanti per menfu come una visione, il vestito le stava un'incanto, fasciava la sua figura come fosse una seconda pelle ed ero rimasto ipnotizzato a guardare le sue gambe che facevano capolino daglinspachi laterali e la sua scollatura, oddio... Non avevo resistito alla tentazione di attirarla tra le mie braccia, geloso del fatto che tutti gli altri ragazzi in sala potessero vedere quanto era bella. Dopo qualche passo di lento vidi il suo sguardo cadere sul fiore che portavo all'occhiello e la sua fronte aggrottarsi. Mi disse che dovevamo parlare, oh-oh quando una donna diceva quella frase di solito non ne veniva fuori proprio nulla di buono ma la seguì tra la folla stringendo la sua mano e cercando di non perderla. In poco tempo ci trovammo fuori, nel giardino, era uno spettacolo bellisimo, tutto era allestito e addobbato alla perfezione. Fuori però faceva freddo così mi tolsi la giacca e la appoggiai sulle sue spalle mentre camminavamo in quel luogo incantevole.
    - C'è qualcosa che non va'? - le chiesi preoccupato, forse aveva cambiato idea, forse stava pensando che venire lì ad incontrarmi quella sera era stato un'errore, ed ecco la parte più insicura di me che faceva capolino.
    John Darling


    Mi dispiaceva di non indossare un nell'abito da sera come tutte le altre ragazze presenti in sala ma in ogni caso ero contenta di essere lì a godermi la serata è di essermela cavata almeno per il momento. Non avevo vissuto sempre la mia vita nel rispetto delle regole e nella normalità, in un certo senso non mi dispiaceva vivere così, ero libera di fare e di essere ciò che volevo. A volte però provavo un certo senso di vuoto, come se la mia non fosse una vita vissuta appieno, avrei messo radici solo al momento giusto però, né frattempo cercavo di godermi il più possibile. Dietro il bancone del bar mi guardai per qualche istante in giro in modo da individuare quello che mi serviva, poi presi un bicchiere e cominciai a preparami un gin tonic, cercavo di sbrigarmi perché se il barista vero mi avesse notata sicuramente mi sarei cacciata nei guai. Avevo quasi finito quando si materializzó un ragazzo, era carino, molto carino, si e no sui vent'anni o almeno così sembrava. Mi chiese che cosa avevo da offrigli e io mi guardai un momento in giro per assicurarmi che nessuno mi avesse notato.
    - Gin tonic può andare? - gli chiesi sorridendogli a mia volta e spingendo verso di lui il bicchiere che avevo appena preparato, io potevo anche farmene un altro. -Ehy tu,
    non mi sembra che lavori qui! -
    quelle parole non mi colsero di sorpresa, sapevo che prima o poi mi avrebbero notata.
    - Oh no, è che mi era caduto l'orecchino dietro il bancone e sono venuta qua a recuperarlo... ci tengo me li ha regalati il mio ragazzo! - scivolai agilmente dall'altra parte del bancone nascondendo la bottiglia che avevo in mano sotto la giacca e presi la mano del ragazzo che mi aveva chiesto da bere trascinandolo con me in mezzo alla folla.
    - Veloce, non credo che se la sia bevuta! - non mi voltai a verificare però, con tutta la gente che c'era sicuramente mi avevano già persa di vista ma meglio non rischiare.

    Phoebe Kenner
     
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    Come volevasi dimostrare quando Lily pronunciò quella frase John divenne quasi paonazzo e sul nervoso e la ragazza, che l’aveva ovviamente notato, capì che probabilmente anche lui aveva pensato alla sua stessa cosa. In realtà lui aveva semplicemente avuto l’attacco di panico eh quella frase aveva il potere di suscitare. Ma Lily non era una di quelle persone che andavano a dire “ti devo parlare” per dire qualche cavolata o insomma, rompere le palle! Se l’aveva detto il motivo era serissimo.
    Effettivamente Lily dalla frenesia non si era ricordata di prendere il cappotto è solo quando John si tolse la sua giacca per lei, si rese conto di quanto freddo facesse. Grazie, ma non hai freddo tu?! disse preoccupandosi lievemente per lui.
    C'è qualcosa che non va'? domandó assumendo un’aria abbastanza preoccupata, tirando fuori l’insicurezza che albergava in lui. Quel lato del suo carattere che a TigerLily -almeno secondo i suoi pensieri- non era mai piaciuto, sull’Isola. Quel lato del suo carattere che invece ora la ragazza lo riteneva essere quasi speciale. Da ragazzina lei voleva un ragazzo forte e coraggioso al suo fianco, una volta cresciuta aveva iniziato a capire che l’insicurezza negli uomini era una cosa quasi adorabile.
    No John, no...Forse mi prenderai per pazza ma c’è assolutamente una cosa che vorrei farti vedere... disse infilando una mano nella borsetta piccola e nera che portava a tracolla. Due secondi dopo tirò fuori una foto

    Era lei appena giunta a Londra dopo essersi abbandonata alla spalla l’isola che non c’è. Si era scattata una foto per ricordarsi delle sue origini.
    Per caso, ti ricorda qualcuno!? gli chiese mostrandogliela. Il suo sguardo era fisso sul viso del ragazzo perché voleva captare ogni sua espressione.
    Tiger Lily





    Forse a quella ragazza dispiaceva non indossare un bell’abito come tutte le altre dame ma Nathan, se avesse visto Phoebe nella pista da ballo avrebbe scelto subito lei, fra tutte le altre. Questo perché era diversa, nel suo completo più maschile che femminile. E allo stesso tempo perché ugualmente risultava essere estremamente femminile. Molte delle altre donne lo erano grazie al vestito, Phoebe probabilmente sarebbe risultata sexy e femminile anche con un sacco di patate! Almeno questo sarebbe stato il pensiero del Licantropo.
    Gin tonic può andare? fece la “cameriera” quando Nate le chiese cosa avesse da offrirgli. E senza aspettare risposta gli passò il bicchiere che aveva appena preparato. A quanto pare si... ci scherzó allora su lui, anche se avrebbe avuto un’altra richiesta sulla bevanda.
    Ehy tu, non mi sembra che lavori qui! -. Improvvisamente un ragazzo sulla trentina di manifestò di fianco alla donna. Oh no, è che mi era caduto l'orecchino dietro il bancone e sono venuta qua a recuperarlo... ci tengo me li ha regalati il mio ragazzo!. Per un attimo Nate pensò di essere stato stupido ad averla scambiata per barista, ma l’attimo successivo capì che davvero l’intenzione della ragazza era quella di farsi un buon cocktail e non di cercare il suo fantomatico orecchino. Sgattaiolò poi dal bancone prendendo Nathan per una mano -lui doveva essere il suo ragazzo!- e scomparve in mezzo la folla, senza lasciare modo all’uomo di protestare etc. Veloce, non credo che se la sia bevuta! fece addentrandosi sempre di più nella folla.
    Nathan rise e si bloccò improvvisamente. E non penso si possa bere neanche la bottiglia di gin... esclamò indicando con lo sguardo il punto in cui Phoebe si era nascosta la bottiglia, e poi rise di nuovo.
    Comunque devi metterti in lista, Honey... fece chiaramente riferimento al fatto che l’aveva usato come fidanzato. Molte altre ragazze infatti speravano di poter diventare la sua fidanzata! Lo disse in tono divertito, non era uno di quelli arroganti e presuntuosi che si sentivano i più fighi, lui.
    Poi la guardò dall’alto in basso di sfuggita. Giusto prima si era detto che fra tutte le ragazze lì presenti avrebbe scelto probabilmente lei, per cui ora poteva prendere la palla al balzo. Beviamo un po’ e poi ci buttiamo nella mischia? esclamò. Prima di ballare la ragazza avrebbe però dovuto liberarsi della bottiglia, altrimenti come avrebbe ballato? Oh, io sono Nathan, a proposito...
    Nathan Woodstock
     
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    Si, John ammetteva di essere un tantino nervoso in quel momento, anche se forse la definizione giusta per il suo stato d'animo era: preoccupato. Erano settimane che non aspettava altro che incontrare nuovamente Lily, ritrovarla, parlare e ballare tutta la sera e lo ammetteva, aveva fantasticato anche sul baciarla di nuovo e molto, molto altro ancora. Ora lei gli aveva appena detto che gli doveva parlare e di per se poteva sembrare una cosa innocua come probabilmente era ma insomma, quando una donna pronuncia le parole "dobbiamo parlare" solitamente la cosa non fa mai presagire nulla di buono. Usciti in giardino John le diede la sua giacca, temeva che avesse freddo e lei fu premurosa a preoccuparsi che non fosse lui a prendere freddo.
    - Non ti preoccupare, io sono abituato a questo clima. - le rispose sorridendole e cercando di apparire tranquillo e non preoccupato com'era in realtà. Veramente aveva freddo anche lui, si gelava questo era sicuro, ma era pur sempre un uomo e lei era la sua dama e per quella sera - e fino a quando lo avrebbe voluto - si sarebbe occupato di lei e sarebbe stato galante nei suoi confronti, non ci poteva fare molto, lui era fatto così. Aspettava che Lily cominciasse a parlare, non sapeva bene che cosa gli avrebbe detto ma cominciò a rilassarsi quando gli disse che no, non c'era nulla che non andava. Per fortuna! Rimase ad osservarla mentre parlava e tirava fuori una foto dalla borsetta per mostrargliela, il ragazzo la prese tra le mani e la guardò con attenzione. L'immagine ritraeva una bambina vestita da nativa americana, con tanto di trecce e piume tra i capelli e un'espressione sul viso che John non avrebbe mai potuto dimenticare.
    - Un momento, io conosco questa bambina... - Lui conosceva quella bambina, la conosceva benissimo, era da molti anni una dei principali protagonisti dei suoi sogni, era stata la sua prima cotta da ragazzino e anche il suo primo due di picche! Era sempre rimasta nel suo cuore anche molti anni dopo che era tornato dall'Isola che non c'è, tanto che il suo fiore preferito portava il suo nome. "Per caso, ti ricorda qualcuno!?" Spostò lo sguardo dalla fotografia a Lily, ma come aveva fatto a non accorgersene prima?! Erano gli stessi occhi, lo stesso sguardo fiero, lo stesso naso... Era proprio lei!
    - Sei lei... Cioè sei tu! Sei TigerLily... - Ora tutto tornava, era stato veramente uno stupido a non arrivarci prima, mezza Isola era approdata a Vancouver, perché non gli era mai venuto in mente che in mezzo a quelle persone potesse esserci anche lei.
    - Io sono John Darling! - certo che sarebbe stato tutto più facile se si fossero detti fin da subito il loro nome completo.
    John Darling


    Phoebe era ben consapevole che a volte i suoi metodi non erano proprio convenzionali e nemmeno molto legali, però in realtà quella volta non credeva di aver fatto nulla di così sbagliato, in fondo il bar era libero e quindi di fatto non aveva rubato nulla, anche se rimaneva vero che non aveva pagato il biglietto per entrare, ma quello era solo un piccolo dettaglio. Per fortuna il ragazzo che le era capitato davanti al bancone mentre si preparava il suo drink era uno che sapeva stare al gioco, si era lasciato prendere la mano e lei lo aveva trascinato in mezzo alla folla. Con tutta la gente che c'era quella sera era stato facile "sparire" e quasi sicuramente avrebbero smesso di cercarla molto presto, poteva stare tranquilla e godersi il resto della serata. Sentì il ragazzo ridere alle sue spalle e bloccarsi, così fu costretta a fermarsi e voltarsi nella sua direzione. "E non penso si possa bere neanche la bottiglia di gin..." Phoebe lo guardò interrogativa togliendo la bottiglia da sotto la giacca, lui aveva notato che l'aveva presa a quanto pareva.
    - In che senso non possiamo berla?- era gin, era alcolico ed era gratis.
    - Se non ti piace possiamo sempre trovare qualcos'altro... - disse stringendosi nelle spalle, ognuno aveva i suoi gusti in fondo. Rise anche lei quando lui le disse che avrebbe dovuto mettersi in fila, intendeva per essere la sua ragazza, forse era un tantino presuntuoso ma la cosa non le dispiaceva affatto, anche lei era presuntuosa a volte. Lo osservò mentre la guardava e inclinò appena la testa di lato mentre lo osservava a sua volta, la sua prima impressione non era stata di certo sbagliata, era un ragazzo giovane, doveva avere qualche anno in meno di lei, sembrava avere un fisico atletico che si intravedeva sotto la giacca e la camicia e aveva i capelli rossi, le piaceva quel colore. È carino pensò. Nathan le prospettive di bere qualcosa e ballare, che era esattamente quello che aveva in mente di fare quella sera.
    - Si, direi che si può fare... Io sono Phoebe comunque... - rispose porgendogli la mano per presentarsi e passando la bottiglia di gin nelle mani di un ragazzo piuttosto ubriaco che passava di lì, lui sicuramente avrebbe saputo cosa farci.
    Phoebe Kenner
     
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    Non ti preoccupare, io sono abituato a questo clima le disse il ragazzo riferito a fatto che le aveva dato la sua giacca per coprirsi dal freddo del giardino.
    John cercava di rimanere il più tranquillo possibile, cercando di non agitarsi e Lily lo aveva percepito.
    Quando la ragazza gli porse la foto John la prese velocemente fra le mani e quando incontrò la figura fotografata il suo sguardo divenne piacevolmente sorpreso.
    Un momento, io conosco questa bambina... fece John spalancando lo sguardo e forse ricercando fra i propri ricordi che giunsero all’Isola che non c’è. Ma del resto come poteva aver dimenticato la sua prima cotta? E non solo, anche il suo primo no. Si era dichiarato a lei con tanto di fuori, ma fu rifiutato in un nano secondo senza tanti neanche complimenti.
    John dopo qualche minuto di troppo riportò il suo sguardo alla ragazza e la sua espressione era ancora più felicemente perplessa ma questa volta aveva capito tutto, la ragazza difronte a lui era la stessa della foto. Sei lei... Cioè sei tu! Sei TigerLily... esclamò il ragazzo con una certa enfasi. L’aveva chiamata con il suo nome da indiana, con il nome che aveva nell’Isola che non c’è. Per cui come pensava quel ragazzo doveva essere uno dei Bambini Sperduti, eppure proprio non se lo ricordava. Ma com era possibile?
    Io sono John Darling! si presentò per la prima volta utilizzando il suo nome per intero; e questa volta un campanello risuonò in lei. Conosceva i Darling, ma i suoi ricordi si fermavano a Wendy e Micheal. Perché di John non si ricordava?
    Lily espirò profondamente senza perdere lo sguardo di lui e decise di essere sincera. Sai, è strano...Conosco Wendy e Micheal...Mi ricordo di loro...Ma perché di te non ricordo nulla?! chiese stringendosi nelle spalle. Era piuttosto straziante non ricordarsi di qualcuno, soprattutto perché non se ne capiva il motivo. Ricordava tutti i suoi compagni dell’Isola, pure i “nemici”, perché quel ragazzo non faceva parte dei suoi ricordi? Mi...mi spiace... fece poi con un sussurro mordicchiandosi il labbro sinistro. Forse un’altra bacio l’avrebbe aiutata a ricordarlo? Ma poi, nell’Isola, in che rapporti erano?
    Tiger Lily




    Quando Nathan si bloccò in mezzo alla calca di gente, anche Phoebe dovette arrestare i suoi passi dal momento che i due si stavano ancora tenendo per mano. Si voltò dalla sua parte, forse per cercare di capire il motivo per cui si era fermato, o forse perché effettivamente ora potevano anche separarsi. Insomma, probabilmente lui a quella festa doveva pur avere una sua dama! Invece al momento voleva solo puntualizzare circa la bottiglia “rubata”
    In che senso non possiamo berla? fece lei fraintendendo le parole del ragazzo. Oh, non noi!!! Il tipo del bar! Lui non potrà più berla, dal momento che è diventata nostra!!!...E tenendo conto che non ho potuto neanche bermi il gin che mi avevi preparato poc’anzi...Mi sa che dovrò rifarmi con quella!!! disse indicando la bottiglia che nel frattempo era ricomparsa fra le mani della ragazza.
    I due ragazzi poi si squadrarono velocemente. Certo che Phoebe era piuttosto alta, con i tacchi poi arrivava all’altezza di lui quasi. Il suo portamento, nonostante fosse rivestito da abiti maschili, era tutt’altro e appunto esprimeva femminilità allo stato puro. E i suoi grandi occhi erano uno spettacolo, nonostante fossero di un colore comune come il castano.
    Si, direi che si può fare... Io sono Phoebe comunque... si presentò la ragazza porgendogli la mano che lui strinse con grande energia Gran bel nome...! le fece notare l’apprezzamento del nome.
    Poi Phoebe mise fra le mani di un ragazzo già bello che ubriaco la bottiglia di gin, quindi Nathan capì che prima avrebbero potuto ballare un brano e poi sarebbero potuti ritornare al bancone del bar, sperando di non essere riconosciuti. Allora signorina Phoebe, mi concede questo ballo?! Nathan si inchinò a lei come un bravo cavaliere d’altri tempi, per poi porgerle il braccio e condurla nella pista da ballo dove la musica stava cambiando, rivelando un brano molto meno energico.
    Nathan Woodstock
     
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    Era davvero una sensazione stranissima, sin da quando i suoi occhi avevano incontrato per la prima volta quelli della ragazza John aveva sentito una sorta di attrazione magnetica verso di lei. Aveva la netta sensazione che se anche avesse tentato di opporsi a questa condizione non ci sarebbe riuscito, come se loro due fossero legati da forze più forti. Il ragazzo percepiva un certo senso di familiarità, aveva passato un periodo della sua infanzia in un mondo incantato e si poteva dire che era abituato a certe cose, certe forze che agivano senza che tu ne avessi il controllo. Tutto in Lily poi gli era sembrato familiare, dal suo viso al suo modo di parlare ma la sua mente non era proprio riuscita a ricollegarla alla bambina che aveva stregato il suo cuore molto tempo prima. Ora però che davanti agli occhi aveva quella fotografia era come se tutti i tasselli del puzzle si fossero rimessi al loro posto. Qualcosa però lo riportò alla realtà o meglio, lo fece proprio cadere dalle nuvole; Tiger Lily non si ricordava di lui. Gli disse che ricordava i suoi fratelli, Wendy è Michael ma lui no. Era strano, molto strano, ma John pensò che poteva esserci un motivo molto semplice per questo. Lo sguardo della ragazza si incupí, prese a mordicchiarsi nervosamente il labbro e si scusò, ma non aveva proprio nulla di cui scusarsi.
    - Ehi, non c'è nulla per cui scusarsi... Non è una cosa che dipende da te... - gli disse il ragazzo prendendole dolcemente il viso fra le mani e cercando i suoi occhi.
    - Non ho idea del motivo per cui non ti ricordi di me, io mi ricordo perfettamente di te... Mi ricordo ogni cosa, ma a volte il passaggio tra il nostro mondo e quello magico è complicato... - anche lui da bambino si era sentito scombussolato al suo ritorno a casa, per settimane, anzi mesi aveva avuto non poche difficoltà a riadattarsi ad una vita normale ed era stato tormentato da incubi che ogni tanto tornavano a ripresentarsi, forse anche a lei stava succedendo una cosa simile.
    - Magari i tuoi ricordi di me torneranno con il tempo, intanto ricorderò io per tutti e due... Anche se in realtà non c'è molto da ricordare... Insomma non mi hai mai considerato molto. - ammise, lei lo aveva proprio rifiutato, a quei tempi era stata inserita dolorosa ma ora l'aveva superata. Poi gli venne in mente una cosa, nel mondo magico, dal quale provenivano gli abitanti dell'Isola, il bacio del vero amore poteva spezzare qualsiasi incantesimo, ora John non aveva idea di come funzionasse esattamente, non sapeva nemmeno se lui è Lily si sarebbero effettivamente innamorati ma magari avrebbe funzionato anche se due persone erano destinate ad amarsi e ancora non lo sapevano... Tanto valeva provare. Così avvicinò piano il viso a quello di lei, sfrgando appena la punta del naso contro il suo e poi la baciò, erano due mesi che non aspettava altro che baciarla, quindi diciamo pure che il suo piccolo esperimento era solo una mera scusa.
    John Darling


    Il volume della musica era alto e le persone attorno a loro ballavano senza curarsi di nient'altro se non della musica e del loro compagno o compagna di danza, Phoebe non pensava di aver mai provato quel genere di spensieratezza in vita sua. Si guardò attorno mente Nathan parlava, nessuno li aveva seguito, probabilmente gli avevano perso tra la folla proprio come aveva previsto. Anzi doveva essere assolutamente così o a quest'ora si sarebbe ritrovata sbattuta sul marciapiede senza tanti complimenti. Invece era ancora lì a parlare con la sua nuova conoscenza che doveva già aver capito che lei non era proprio una ragazza ordinaria e la cosa che la sorprese era che non gli aveva dato della pazza per essersi intrufolata dietro al bancone e aver rubato una bottiglia di gin, ma era ancora lì a parlare con lei! Alle parole di Nathan rise, non aveva capito niente, il rumore che regnava nella sala forse le aveva impedito di sentire qualche punto fondamentale del discorso e così aveva dato via la bottiglia rubata!
    - Mi dispiace, non avevo capito...
    Ma sono sicura che troveremo qualcos'altro da bere... Anche se forse è meglio che al bar ti ci avvicini tu. -
    gli rispose avvicinandosi di qualche passo e sporgendosi un po' più verso di lui in modo che potessero sentirsi meglio è per evitare altri equivoci. Lui le disse che aveva un gran bel nome e lei gli sorrise, non credeva che le avessero mai fatto un complimento simile. Nathan le chiese di concederle un ballo e con fare molto da gentiluomo le porse il braccio, aveva voglia di ballare e non si sarebbe fatta scappare quell'occasione.
    - Ma certo, dopotutto è il minimo che possa fare, ti ho fatto quasi sbattere fuori dalla festa! - si lasciò condurre sulla pista da ballo, la canzone che era appena partita non era movimentata come quella prima ma non era nemmeno un lento, poteva andare più che bene per rompere il ghiaccio in quel momento. Phoebe appoggiò le mani sulle spalle del suo appena acquisito accompagnatore e cominciò a ballare con lui.
    - A proposito mi dispiace per prima... È che non sono esattamente entrata al ballo onestamente ecco...- gli confessò, sentiva di dovergli chiedere scusa per la figura che avevano fatto almeno.
    Phoebe Kenner
     
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    Ed ora ecco spiegato perché i due ragazzi provavano una sorta di dejavu, di familiarità nel trovarsi l’uno di fronte all’altra. Avevano vissuto molte battaglie insieme, avevano giocato, avevano addirittura già danzato insieme, sotto la luna piena nell’accampamento degli indiani, davanti al padre di lei che bonariamente guardava la figlia danzare con quel ragazzetto. Avevano riso insieme, avevano mangiato insieme, avevano cacciato insieme...Avevano fatto così tante cose eppure per qualche strana ragione TigerLily aveva dimenticato tutto ciò. Con uno sguardo rammaricato si morse il labbro inferiore cercando di scavare nella sua memoria dove però sembrava proprio che John non ne facesse parte. Che fosse per qualche strana ragione, sotto un incantesimo? Qualcuno non voleva farli incontrare nuovamente?
    Ehi, non c'è nulla per cui scusarsi... Non è una cosa che dipende da te...
    fece il ragazzo quando Lily si scusò per non ricordarsi affatto di lui. Era una risposta da medico la sua, o da amico? Probabilmente la seconda visto che, anche se non ne aveva memoria, aveva passato con lui un sacco di tempo.
    Poi John le prese il viso e cercò il suo sguardo con una dolcezza e sicurezza meravigliosa. Non ho idea del motivo per cui non ti ricordi di me, io mi ricordo perfettamente di te... Mi ricordo ogni cosa, ma a volte il passaggio tra il nostro mondo e quello magico è complicato... fece lui trovando un modo per rassicurarla. Però lei si ricordava di tutti, tutti tutti, tranne lui; e di anni da che era giunta sul mondo reale ne erano passati! Però effettivamente la teoria dell’incantesimo faceva un po’ acqua...Che senso aveva che qualcuno non volesse farle ricordare John Darling? Magari i tuoi ricordi di me torneranno con il tempo, intanto ricorderò io per tutti e due... Anche se in realtà non c'è molto da ricordare... Insomma non mi hai mai considerato molto. disse il ragazzo un po’ amareggiato. Che cosa stava dicendo? Lily aggrottò la fronte. Che cosa vuol dire che non ti ho mai considerato? domandò perplessa e un po’ infelice per quanto sentito. Era forse stata str**za con lui, o qualcosa di simile?
    Poi improvvisamente il viso del ragazzo si avvicinò sempre di più a quello della Mutaforma, lentamente ed era chiaro a Lily il motivo, che di lì a poco arrivò con il bacio!. I due ragazzi si schiusero così in un bel bacio vero, non come quello natalizio, ma uno colmo di passione, dolcezza e ricordi. Inspiegabilmente infatti tutti i ricordi del Darling ritornarono nella memoria di TigerLily che appena si staccò dal bacio, lo abbracciò intensamente. John!!!! esclamò ricordandosi di lui, mentre una piccolissima lacrima le solcò la rosea gote.
    Tiger Lily




    Le cose ordinarie a Nathan ormai avevano stancato da diversi anni ed era sempre più alla ricerca di qualcuno o semplicemente qualcosa che lo potesse sorprendere almeno un poco. E già di per sè l’abito di Phoebe era una di quelle cose; poi il fatto di trovarla dietro il bancone del bar (dove non doveva stare) e vederla intascarsi la bottiglia di gin...Erano tutte cose a loro modo divertenti e poco ordinarie.
    Mi dispiace, non avevo capito...
    Ma sono sicura che troveremo qualcos'altro da bere... Anche se forse è meglio che al bar ti ci avvicini tu
    esclamò Phoebe dispiaciuta e divertita dal fatto che a causa del volume assordante della musica, aveva frainteso le parole del giovane, e così erano rimasti senza alchol. Ma prima di tornare a bere Nathan aveva avuto altri piani, ovvero quello di ballare con lei, del resto era andando alla festa proprio per quello!, anche se era più curioso nel provare a conoscerla che a ballare in mezzo alla calca di gente.
    Ma certo, dopotutto è il minimo che possa fare, ti ho fatto quasi sbattere fuori dalla festa! fece lei e Nate assunse subito un’aria contrariata ma allo stesso tempo divertito le disse Hey, dovresti venire a ballare con me perché sono un bel ragazzo, non perché ti senti in colpa!!. Poi le sorrise maliziosamente prima di condurla nella pista da ballo. La ragazza poggiò le sue mani sulle spalle di lui e così i due iniziarono a ballare cosa che Nathan sapeva fare alla perfezione. In Qualsiasi tipo di ballo poi era perfetto!!
    A proposito mi dispiace per prima... È che non sono esattamente entrata al ballo onestamente ecco... gli rivelò facendolo sorridere nuovamente, poiché trovò in lei un altro fattore interessante.
    c’è scritto Io qui non posso entrare?? le chiese avvicinando le labbra al suo orecchio, in maniera da farsi sentire. Lui aveva avuto l’invito insieme a tutta la squadra di football ma vedeva che la festa fosse aperta a chiunque, ma forse si sbagliava..E come mai sei qui? le domandò quindi curioso.
    Nathan Woodstock
     
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    Sapeva che le avventure che aveva vissuto durante l'infanzia erano più che uniche, aveva avuto la possibilità di visitare un mondo che era completamente diverso dal mondo normale, di conoscere personaggi eccentrici che popolavano i libri di favole e poi era tornato indietro per raccontare tutto. Quelle esperienze avevano lasciato dentro John dei ricordi bellissimi e magici, ma aveva vissuto anche esperienze negative e a volte, aveva ancora gli incubi o si svegliava nel cuore della notte e si affacciava nella camera di sua sorella per vedere se era ancora lì nel suo letto, se dormiva tranquilla, se stava bene. Era chiaro che adesso non c'era più nessun pirata che poteva rapirla nel cuore della notte, Hook era morto tra le fauci di quel coccodrillo e John aveva gioito della sua morte, erano a casa loro, circondati dalla loro famiglia ed erano al sicuro. Quando era riapparso Peter aveva avuto paura inizialmente, doveva ammetterlo, paura che si sarebbero trovati di nuovo in pericolo, ma lui era suo amico ed era anche felice di averlo ritrovato. Poi era ricomparsa Trilli ed era felice anche di aver ritrovato la fatina, ma la comparsa di TigerLily era la cosa che lo rendeva più felice in assoluto. Lei era stata la sua prima cotta, era solo un ragazzino ma ricordava bene i sentimenti che aveva provato ed anche in quel momento ne provava di molto, molto simili, solo più intensi, perché ora era cresciuto ed era in grado di provare ciò che provavano gli adulti. Gli dispiaceva che si sentisse in colpa perché non si ricordava di lui ma di sicuro non pensava che fosse colpa sua! Nessuno sapeva esattamente come funzionavano certe cose, lui aveva tutti i suoi ricordi ma magari lei, passando attraverso quei mondi ne aveva persi alcuni. " Che cosa vuol dire che non ti ho mai considerato? " gli chiese la ragazza preoccupata, John sorrise ad un millimetro dalle sue labbra, dalle quali per il momento non aveva assolutamente voglia di staccarsi.
    - Non importa adesso. - le sussurrò prima di ricominciare a baciarla, lasciò andare il suo viso, avvolse le mani sui suoi fianchi e la strinse a se più forte che poteva. Il suo era un tentativo, voleva vedere se il bacio del vero amore poteva funzionare anche per loro, se erano destinati in un modo o nell'altro a stare insieme, ma anche se non avesse funzionato non si preoccupava, non sapeva nulla di magia e quindi poteva benissimo sbagliare. Non gli importava, se lei non avesse ricordato avrebbe ricordato lui per tutti e due e poi ora avevano la possibilità di una nuova vita e si sarebbero costruiti altri ricordi indimenticabili. Fu Lily a staccarsi improvvisamente dalle sue labbra esclamando il suo nome e guardandola negli occhi il ragazzo si rese conto che ricordava, le sorrise felice, allora il bacio aveva funzionato, questo voleva dire che la sua teoria non era stata del tutto infondata.
    - Si, sono proprio io... Sono migliorato da quando ero solo un ragazzino non trovi? - le chiese scherzando sul fatto che era più attraente adesso, sopratutto senza quei grossi occhiali spessi che portava da piccolo.

    John Darling


    Era una situazione un po' strana e se Phoebe fosse stata una ragazza più timida ed introversa di sicuro l'avrebbe trovata anche imbarazzante, peccato che non lo fosse e soprattutto che fosse abituata a cogliere il lato divertente delle cose anche quando queste erano fuori dall'ordinario. Ora forse era un po' strano il modo in cui avevano attaccato bottone, ma al momento stavano facendo qualcosa di assolutamente normale, ballavano e chiacchieravano, la ragazza stava cominciando a pensare che quella serata che non era partita nel migliore dei modi sarebbe stata davvero una serata da ricordare. "Hey, dovresti venire a ballare con me perché sono un bel ragazzo, non perché ti senti in colpa!!" la ragazza a quelle parole rise di gusto mentre si lasciava condurre da lui.
    - Non saprai mai se è veramente questo il motivo per cui sto ballando con te, non ci sarebbe gusto altrimenti non trovi? - andiamo, se avesse ammesso subito che lo trovava un ragazzo attraente sarebbe finito tutto il divertimento. Erano belli quei momenti in cui ancora tutto era di una sfumatura di grigio non ben definita, dove qualcuno ti attraeva e sembrava essere a sua volta attratto da te, ma non ne eri ancora sicura e quindi rimanevi un po' così con il dubbio che in realtà ti eri solo sognata tutto. Nathan era un ballerino bravissimo, perfetto in ogni passo ed in ogni movenza, era un piacere ballare con lui, le bastava lasciarsi guidare e non doveva nemmeno pensare a dove mettere i piedi. Lui le chiese se per caso su quel ballo c'era un cartello con scritto che lei non poteva entrare e che cosa ci facesse lì allora, Phoebe lo guardò per un momento indecisa se dirgli la verità o no, alla fine decise che forse ne valeva la pena.
    - Non potevo permettermi il biglietto ma volevo lo stesso godermi questa serata... Così sono entrata dalla porta di servizio insieme al personale. - rispose, sperando di aver soddisfatto abbastanza la sua curiosità.
    - Ora che lo sai mi farai sbattere fuori? - chiese poi avvicinandosi leggermente al suo viso.


    Phoebe Kenner
     
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    TigerLily amava l’Isola che non c’è, dal momento che era stata la sua dimora per lunghissimi anni non poteva che riservare nel suo cuore un posticino speciale, ma doveva ammettere che la Terra era qualcosa di unico, a cominciare dal fattore di crescere. Al contrario di Peter Pan, lei trovava il diventare adulti una cosa stupenda.
    L’amicizia che legava i Bambini Sperduti, lei e la Fatina Trilli, era qualcosa di magico che si portavano avanti ancora oggi. Non per niente tutti quanti erano giunti nella stessa città, proprio per poter stare accanto gli uni con gli altri e finalmente la “squadra” si poteva dire al completo!
    Ora TigerLily e John Darling si erano ritrovati e i sentimenti del ragazzo per l’Indiana non erano di certo cambiati anzi, si erano rafforzati. Del resto un conto è prendere una cotta a 12 anni, un’altro è prenderla a 20!!! E del resto il discorso funzionava meglio per la ragazza: da bambina non aveva mai conosciuto l’amore, troppo piccola per provare dei sentimenti per qualcuno, al contrario di ora che era cresciuta e aveva scoperto cosa esso fosse. E fu proprio strano che di John si stava prendendo una bella cotta, e non di Peter! Alla fine Pan lo considerava come un fratello e nient’altro...John invece pareva proprio avere nel suo cuore un posticino speciale...
    Non importa adesso. le sussurrò ad un millimetro della bocca, prima di cominciare a baciarla nuovamente. Questa volta con più enfasi, e abbracciandola forte a sè prima che lei ripronunciasse il suo nome, questa volta riconoscendo. Si, sono proprio io... Sono migliorato da quando ero solo un ragazzino non trovi? ci scherzò su lui facendola ridere. Sono io che sono migliorata! esclamò animatamente, riferendosi però non all’aspetto esteriore ma bensì al suo carattere. Da piccola era più menefreghista e non conosceva i sentimenti, al contrario di ora. Ero solo una sciocca ragazzina! esclamò buttandosi nuovamente fra le sue braccia.
    Tiger Lily



    Non saprai mai se è veramente questo il motivo per cui sto ballando con te, non ci sarebbe gusto altrimenti non trovi? esclamò lei con un tono ironico e malizioso, a quanto pareva le piaceva giocare. E a Nathan piaceva questo suo modo di essere. Gli piaceva poi il rapporto che stavano creando, senza flirtare, senza secondi fini, ma semplicemente stavano bene così e basta.
    Nel ballare Phoebe si lasciava guidare dal ragazzo lasciandosi cullare da egli è dalla musica.
    Non potevo permettermi il biglietto ma volevo lo stesso godermi questa serata... Così sono entrata dalla porta di servizio insieme al personale. gli rispose la ragazza decidendo di dirgli la verità. Nathan la guardò perplessa inizialmente Ah perché si pagava per entrare? domandò. Lui era venuto alla festa gratis perché a quanto pareva forse era stato sponsorizzato dalla sua squadra di football, quindi non ne poteva sapere se bisognava o meno pagare.
    Poi rise. Quella ragazza era uno spasso, ma era sempre così? Oppure era lui che la stava “idealizzando” troppo? Voleva una donna diversa dal solito e forse stava vedendo Phoebe in quel modo? Ora che lo sai mi farai sbattere fuori? gli domandò poi avvicinandosi di molto al suo viso. Lui le schioccò le dita sulla fronte mentre nel frattempo la canzone era giunta alla fine. Nate allora prese la mano della ragazza e si incamminò verso l’uscita, con passo veloce cercando di farsi largo fra la folla.
    Arrivarono così in giardino, allestito nella maniera più romantica possibile, con tanto di laghetto e ponticello fiorito e pieno di cuori. Il Licantropo fece un’espressione leggermente schifata, tutto questo gli dava sempre più a noia. Ero stufo di stare lì dentro... disse grattandosi la nuca e chissà cosa avesse pensato la ragazza quando lui aveva iniziato a dirigersi verso l’uscita. Che volesse buttarla fuori di lì? Poi si voltò verso la luna, non che per lui fosse un problema, però era un gesto che faceva spesso, quello di rivolgere il suo sguardo verso la sua maledizione...
    Nathan Woodstock
     
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    John aveva amato l'Isola, era il luogo in cui vivere meravigliose avventure lontano dalle responsabilità e dalle regole di mamma e papà. Ma era anche il luogo dove aveva rischiato di dimenticare i suoi genitori per sempre e quando sua sorella Wendy gli aveva ricordato di loro si era sentito tremendamente in colpa. Era anche il luogo in cui se facevi il bagno nella laguna e non andavi a genio alle sirene, loro ti affogavano, dove potevo essere rapito da un pirata e allora la scelta era o la pirateria o la morte. L'Isola che non c'è era un luogo meraviglioso e terribile allo stesso tempo, John era felice di aver avuto la possibilità di fare quell'esperienza nella sua vita, ma era anche contento di essere tornato a casa e di essere cresciuto. Quando i suoi amici d'infanzia avevano cominciato a comparire in città era stato bello, poter ritrovare tutti. Doveva ammettere però che ora che anche la sua Lily era lì, era tutto davvero perfetto, soprattutto quella splendida serata. Si sa però che quando le cose vanno troppo bene la sfiga è dietro l'angolo, infatti i due erano ignari che, in quell'esatto momento la sorella di John stava ballando un tango decisamente appassionato con un certo pirata presumibilmente morto di loro conoscenza, ma in ogni caso "occhio non vede cuore non duole". Sono io che sono migliorata! gli rispose la ragazz e lui rise, dando un'altra veloce occhiata a quel vestito che la fasciava come una seconda pelle e lasciava davvero poco spazio alla sua immaginazione, e John Darling aveva proprio una fervida immaginazione! Comunque intuì che lei si stesse riferendo più alla sua personalità che al resto.
    - Siamo cresciuti entrambi e questo non è un male, soprattutto ora che abbiamo avuto la possibilità di incontrarci di nuovo e perché no....
    Magari questa volta mi concederai almeno l'opportunità di corteggiatrti? -
    pur non essendo un tipo molto romantico, sapeva comunque come conquistare una ragazza. Quando lei si buttò di nuovo tra le sue braccia non poté fare altro che accoglierla e stringerla forte.
    - Non tormentarti per il passato... Eravamo entrambi ragazzini. - le rispose mentre insipirava il profumo dei suoi capelli.
    - Ora torniamo dentro, qui fuori si gela e vorrei tanto che tu ballassero me. - le disse cercando i suoi occhi.
    John Darling


    Non era sempre stata così spigliata, da ragazzina era molto più timida e introversa, poi una serie di avvenimenti, tra cui una brutta relazione finita male l'avevano costretta a prendere in mano la situazione e tirare fuori il suo carattere, altrimenti sarebbe stata sopraffatta e se c'era una cosa che Phoebe detestava era quando le mettevano i piedi in testa. Le era successo troppe volte in passato e ora non lo avrebbe più accettato. Quando lei gli chiese se l'avrebbe fatta sbattere fuori Nathan la prese per mano e la condusse all'esterno, tanto che per più di un momento la ragazza pensò che l'avrebbe davvero fatta sbattere fuori dalla festa. In ogni caso se sarebbe successo, aveva almeno avuto la possibilità di godersi la vista di quello splendido giardino addobbato e illuminato per l'occasione. Era un luogo molto romantico, forse persino troppo per due che si erano appena conosciuti ma era davvero molto bello. Nathan le disse che era stufo di stare dentro e Phoebe tirò un sospiro di sollievo, allora era per quello che l'aveva portata fuori! Per fortuna!
    - Questo posto è davvero un'incanto... - disse guardandosi intorno, non riusciva a smettere di pensare a quanto fosse bello quel luogo. Quando si voltò di nuovo verso di lui lo vide grattarsi la nuca e guardare la luna piena, le sembrava nervoso.
    - Problemi di trasformazione? - gli chiese. Non molti umani erano a conoscenza delle altre creature, ma nell'ultimo anno lei aveva viaggiato molto ed aveva avuto modo di incontrare diversi licantropi, quindi non spenna lo aveva visto osservare la luna aveva intuito che fosse anche lui uno di loro, o magari si sbagliava pure ma l'impressione era quella.

    Phoebe Kenner
     
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    Alla fine la vita da ragazza normale a TigerLily iniziava a piacere sempre di più. Avere responsabilità e crescere era una cosa inaspettatamente positiva e piacevole. L’unica nota dolente -fin troppo dolente- per lei era il fatto che la sua famiglia era rimasta tutta nell’isola. Ma ora, grazie alla ricomparsa di Trilli se avesse voluto sarebbe potuta tornare nell’isola grazie alla polvere di Fata.
    Ora era davvero tutto perfetto, tutto perché ancora nessuno si era accorto di chi fosse il cavaliere con cui Wendy era venuta alla festa.
    John non smetteva di staccare i suoi occhi dalla ragazza, specialmente dal suo corpo, dal suo vestito che pareva una seconda pelle; e forse Lily aveva un pochettino esagerato quella sera, ma tutto sommato era a suo agio e poi si era vestita così solamente per lui.
    Siamo cresciuti entrambi e questo non è un male, soprattutto ora che abbiamo avuto la possibilità di incontrarci di nuovo e perché no....
    Magari questa volta mi concederai almeno l'opportunità di corteggiatrti?
    fece lui assumendo un’aria molto carina e ricordando il passato, passato che come un flash investì in pieno la ragazza...

    John le aveva chiesto di portarlo al suo villaggio e lei gli aveva dato appuntamento in un punto ben preciso dell’isola e facile per lui da raggiungere. Il ragazzino aveva caldamente espresso di vedere l’accampamento indiano e ovviamente TigerLily non gli rifiutò l’idea, anche se le sembrava un tantino strana. Ma poi si convinse che essendo un forestiero giunto da molto molto lontano, egli voleva visitare più luoghi possibili, sapendo poi che erano totalmente differenti da quelli in cui era abituato lui nel suo mondo.
    John quel giorno arrivò puntuale, vestito tutto elegante e portando con se un mazzo di fiori. TigerLily era troppo ingenua e bambina per cogliere quei suoi gesti (il vestito e i fiori) che rifiutò all’istante il mazzo fiorito, senza nessuna esitazione e in maniera piuttosto brusca. Ma lei era fatta così, non è che il suo fosse stato un modo per rifiutare il corteggiamento (di cui fra l’altro non si era manco resa conto!). Ma come subito da lei spiegato era impossibile raggiungere l’accampamento indiano portando con se oggetti. Infatti indicò subito a John l’altissima parete al loro fianco in cui si sarebbero dovuti arrampicare. Il vestito elegante quindi si sarebbe tutto rovinato e le mani non potevano essere impegnate a tenere qualcosa che non fosse il proprio corpo...


    Lily si buttò fra le sue braccia Non tormentarti per il passato... Eravamo entrambi ragazzini le disse dolcemente mentre lei cominciava a capire molte cose di quel loro passato...Ma ora gli anni erano passati, ora potevano ambire ad un futuro, magari insieme... Ora torniamo dentro, qui fuori si gela e vorrei tanto che tu ballassero me. aggiunse subito dopo riportando l’allegria persa momentaneamente rinvangando il passato. Si, perfetto! disse lei prendendolo per mano e avviandosi verso l’entrata; fra l’altro il giardino si stava un po’ troppo animando di coppiette che forse quindi era meglio rientrare alla festa. John, sai ballare?! gli chiese improvvisamente la ragazza una volta giunti nella prossimità della zona da ballo. A Lily venne da pensare che probabilmente anche da ragazzino lui sapesse ballare, sapesse muoversi bene...e lei...beh, lei era abituata a balli tipici indiani, ma come se la sarebbe cavata con una canzone moderna come quelle che il dj faceva risuonare nella sala!?
    Tiger Lily



    Chissà come era Nathan quando era ancora un semplice umano...? Difficile da stabilire, se non impossibile. Ormai il vero Nathan era quello attuale, sicuramente diverso da quello umano di secoli fa, ma del resto era come se quel Nathan non fosse mai esistito. Dopo un secolo aveva addirittura dimenticato il posto in cui era nato e perfino la sua data di nascita, figuriamoci se si ricordava di com’era prima di divenire un Licantropo! La vita era proprio strana...C’era chi addirittura poteva invidiare uno come Nate, uno che aveva questa maledizione. Lui con i secoli certo, ci aveva fatto l’abitudine fino a trovare ogni aspetto positivo della cosa. Ma era certo che i primi anni erano stati terribili e non avrebbe mai augurato neppure al suo peggiore dei nemici, quella sua stessa vita.
    Questo posto è davvero un'incanto... disse Phoebe una volta che i due furono usciti in giardino. “Incanto” poteva essere anche la parola più corretta, ma il ragazzo non l’avrebbe mai utilizzata per descrivere quel posto. “Incanto” poteva essere una bella vallata in cui correre liberamente, o una foresta rigogliosa. Ma un giardino allestito per degli innamorati, al massimo poteva essere carino...
    Problemi di trasformazione?. Stava per aggiungere un suo commento a quella parola per lui scorretto quando la ragazza gli fece la fatidica domanda. Nathan tirò bene le orecchie. Aveva capito giusto? Si beh, il suo udito era perfetto impossibile capire parola per un’altra.
    Nathan distolse il suo sguardo dalla luna e lo poggiò sugli occhi limpidi di quella ragazza. Non trovi che sia bellissima, tutto sommato? rispose lui con un’altra domanda. Non aveva negato dunque all’affermazione di Phoebe anzi, aveva forse fatto intendere di essere un Licantropo senza però dare una risposta ben precisa...Del resto per quelli come lui la luna era fonte di maledizione e di disgusto quindi, ma obiettivamente non si poteva pensare che fosse bella, anche per un Licantropo!
    Per quale motivo non negò alla sua domanda Nate neppure ci pensò. Ma una cosa la sapeva, lui era in qualche modo attratto da lei...
    Nathan Woodstock
     
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    John non trovava assolutamente che Lily avesse esagerato con quel vestito, al contrario, le stava veramente un incanto. Era piuttosto lui che avrebbe dovuto trattenersi un po', ma non ci poteva fare più di tanto era pur sempre un ragazzo nel fiore dei suoi anni e sentiva verso di lei un'attrazione che non credeva di aver mai sentito per nessun'altra. Il ragazzo ricordava chiaramente di quando da bambini lui le aveva chiesto di accompagnarla all'accampamento indiano, per lui a quei tempi tutto era un luogo magico e inesplorato che non vedeva l'ora di visitare. In più quella bambinetta con le treccine gli faceva proprio battere forte il cuore, così si era presentato vestito di tutto punto e con un bel mazzo di fiori che lei aveva rifiutato senza troppe cerimonie. A pensarci ora quel ricordo lo faceva sorriedere con tenerezza, erano passati tanti anni e le cose erano molto diverse ora. Si ladiclo prendere la mano e tornarono di nuovo all'interno del salone e soprattutto al caldo, una volta arrivati in prossimità della pista da ballo Lily si bloccò e gli chiese se sapesse ballare. John sorrise, intuendo che forse era preoccupata perché lei non doveva essere abituata a quel tipo di musica.
    - Certo che so ballare... È presto saprai farlo anche tu... Basta che ti lasci guidare. - le disse e la condusse in mezzo alla pista, la gente attorno a loro si muoveva al ritmo di una canzone piuttosto energica.
    - Metti le mani qui... - le prese le mani e se le mise attorno al collo mentre lui le posó le sue sui fianchi guidando i suoi movimenti a ritmo di musica.
    John Darling


    Phoebe non era abituata a quel genere i feste e quelle cose sfarzose quindi quel giardino così addobbato le sembrava veramente incantevole. Ora si stava piano piano riempiendo di coppiette di innamorati che sfidavano il freddo per cercare un posto appartato e passare qualche bel momento da soli. Lei non aveva mai vissuto quelle cose, il suo ex-ragazzo non era proprio una bella persona, figuriamoci un tipo romantico! Ma in ogni caso non le mancavano nemmeno, non facevano proprio per lei è a giudicare dall'espressione sul viso di Nathan riguardo al suo commento sul giardino, probabilmente non erano cose nemmeno da lui. Non era stato difficile averlo riconosciuto come licantropo, ma forse aveva azzardato un po' troppo a parlargli così esplicitamente, dopotutto conosceva quel ragazzo da pochissimo tempo e magari non era proprio il tipo a cui piaceva parlare di quelle cose. Avrebbe capito se lui avesse negato o non le avesse proprio risposto, invece Nate le diede solo una mezza risposta, chiedendole se la luna non fosse bellissima le aveva comunque fatto capire che la sua intuizione era stata giusta. Si ritrovò a guardarlo negli occhi e gli sorrise spontaneamente.
    - È proprio bella... - gli rispose, ma non sapeva più se sia stava riferendo davvero alla luna o a lui.


    Phoebe Kenner
     
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