Hearth of glass

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  1. »Cry Baby•·.
     
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    Era determinata, questo glielo si doveva riconoscere, sapeva ciò che voleva almeno per quanto poteva riguardare la musica e sommato al suo indiscutibile talento e fascino avrebbe realmente potuto portarla lontano. O ameno glielo auguravo. Le avevo rivolto un sorriso poco esteso ma più genuino del solito, sentendo quasi un moto d'orgoglio, sentendole dire che essere "brava" non bastava e la biondina aveva perfettamente ragione. Le hit usa e getta erano per i bravi, i tormentoni e le future sigle di qualche telefilm di serie b erano per i bravi. Le canzoni che riescono a segnare ed ispirare intere generazioni senza stancare mai erano per chi conosce realmente la musica ed il suo valore, per chi vuole restare immortale. - Non te lo dice nessuno - le avevo risposto onestamente, con una lieve scrollata di spalle per sottolineare che quelli erano i fatti ed era ancora perfettamente in grado di tirarsi indietro se lo avesse desiderato. Certo, la cosa non mi avrebbe reso particolarmente felice, ma non avevo alcun interesse per per partner riluttanti. - E poi non avevamo già parlato dei rischi dell'azzardo? Pretendere delle sicurezze equivale a barare Blondie - avevo aggiunto più sibillino, ricordando le parole che ci eravamo scambiati al mercatino di Natale e le svariate similitudini con le quali si poteva descrivere un rapporto attraverso le scommesse ed il gioco d'azzardo. Dovevo ammettere che trovavo adorabile il modo in cui aveva cercato di rimproverarmi per averla lasciata da sola al nostro primo incontro, ma il terreno era ancora così incerto tra di noi che il suo risentimento, che molto probabilmente avrebbe creato svariati sensi di colpa in altri uomini, era come chiedere al tuo avversario di farti vedere le sue carte ad una finale di poker. Per quanto vi era davvero poco da dedurre o dubitare riguardo ciò che esisteva o aveva il potenziale d'esistere tra me e Alison stando al modo in cui mi approfittavo di ogni piccola scusa per attirarla fisicamente a me ed al modo in cui anche lei non si era lasciata sfuggire l'occasione che le si era presentata proprio grazie al poco spazio che ci divideva. Avevo accolto ben felice la sua mano sul mio torace, complimentandomi con me stesso ancora una volta per la scelta d'abito che mi permetteva di godere del calore della sua pelle contro la mia, anche se dubitavo che lei avrebbe potuto dire lo stesso di me. Ero anche tentato dall'idea di posare la mia mano sulla sua, trattenendola lì qualche attimo in più, ma preferivo osservare fin dove si sarebbe spinta per suo volere. - Temo sia più semplice di quanto immagini, ma di certo non sarò io a dirti come - avevo risposto divertito e decisamente onesto. Se la ragazza avesse deciso di liquidarmi mi sarei fatto da parte senza emettere un fiato e, nonostante un'innegabile dispiacere, non avrei tardato chissà quanto prima di posare lo sguardo altrove... Per un folle attimo la mia mente aveva immaginato a come la biondina avrebbe potuto liberarsi di me nel vero senso della parola e non semplicemente come un corteggiatore non voluto. Quella era tutta un'altra storia e ci tenevo particolarmente a tenere ogni informazione utile nascosta trovando già ben più che sufficiente il dovermi guardare le spalle da qualche guardiano particolarmente zelante. Fortunatamente, però, ogni terribile scenario di sangue - e nel mio caso di cenere - era stato spazzato via dalle labbra di Alison che avevano raggiunto le mie con un impeto che non mi aspettavo, ma che chiaramente apprezzavo. A differenza del mercatino, lo scenario attuale ci permetteva di lasciarci andare e non curarci troppo di essere tecnicamente in pubblico, anche perchè ero al quanto sicuro che alla festa vi erano coppie occupate in atti molto più espliciti del nostro... Lasciavo le mani vagare libere, dai suoi fianchi e poi su lungo la sua schiena raggiungendo il collo prima di tornare giù, sfiorando appena il punto in cui iniziava la morbida curva del suo petto. Il mio ero un tocco leggero, mai insistente, ma sicuramente più "avventuroso" di quello della ragazza che aveva lasciato una mano tra i miei capelli e per un attimo ero stato attraversato da un brivido, immaginando quel suo gesto divenire più deciso come per obbligarmi a restare dove voleva lei. Il debito della bancarella dei baci era stato saldato senza alcun dubbio e con tanto di interessi da parte sua ed aveva continuato fino al punto in cui ero diventato io il debitore. Quel gioco sarebbe potuto durare in eterno, ma per vivere era necessaria un po' d'aria - almeno per chi non era un vampiro - e per questo ci eravamo separati, con una punta di dispiacere da parte mia, mentre potevo sentire il formicolio che percorreva rapido le mie labbra come prova di ciò era appena accaduto. Tuttavia i bei momenti avevano sempre vita breve e nel semplice gesto di posare la sua birra Blondie era stata urtata per l'ennesima volta dalla folla danzante, portandola inavvertitamente a rovesciarla. Il contenuto della bottiglia non era molto, ma era bastato comunque a raggiungere la manica della giacca di quello che sembrava la rappresentazione umana di ogni singolo brutto stereotipo dell'universitario medio americano. Era chiaramente ubriaco e altrettanto chiaramente poco felice di avere un braccio zuppo di birra - Ti conviene fare attenzione Barbie - aveva mugugnato minaccioso contro Alison, mentre i suoi amici neanderthal sembravano entusiasti all'idea di una rissa, anche se alle spese di una ragazza. - Altrimenti cosa farai? - lo avevo interrotto, attirando la sua attenzione e soprattutto i suoi occhi su di me. Mi ero posizionato tra il gorilla e Blondie, più per avvicinarmi a lui che fare da scudo a lei, nascondendo così ciò che stavo per fare - Dopotutto... Tu te ne stai andando via - avevo pronunciato ogni parola con attenzione, lasciando il mio sguardo nel suo per usare i miei poteri e sorridendo compiaciuto nel riconoscere l'effetto della mia voce nelle sue pupille che in un attimo divennero vuote, distanti. Con un "sì" appena mormorato il ragazzo si era voltato e incamminato verso l'uscita lasciando i suoi compagni a cercare di capire confusi cosa era successo. - Divertenti queste feste - avevo commentato allegramente, come non fosse accaduto niente, una volta essermi voltato nuovamente verso Alison con un ghino soddisfatto.


    Tristan T. Cartier
     
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