Not Another Christmas Song

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    A Shadow piaceva molto giocare con le sue vittime perché questo era ormai il suo unico passatempo da decenni. Si annoiava, molto, specialmente nell’ultimo periodo. Per questo motivo era tornato a vivere lì dove tutto era iniziato...Certo, vivere non era proprio la parola più adatta per un fantasma. Egli era morto suicida in un hotel di Vancouver, suo hotel per la precisione, dopo aver commesso un numero piuttosto elevato di omicidi, e aveva poi continuato la sua esistenza sotto forma di spirito, ritrovandosi a vagare per quelle mura come fantasma. Negli anni quell’hotel era stato comprato e ristrutturato da una famiglia francese ignara di quanto fosse successo lì dentro (Shadow, all’epoca Luke, commetteva i suoi omicidi dentro quell’albergo) e gli avevano donato nuova vita. Il fantasma poi, grazie all’esperienza, era riuscito ad uscire da quelle mura -inizialmente viveva intrappolato lì dentro- e si era rifugiato in una casa abbandonata nei pressi della città. Da poco però aveva fatto ritorno perché iniziava a sentirsi troppo solo e voleva tornare a divertirsi come piaceva a lui, ovvero a fare scherzi alla gente; farli poi agli ospiti del suo hotel era sempre stato il suo passatempo preferito...

    ...Natale...Non era di certo una festa che Shadow aspettava con impazienza, ma quell’anno aveva notato un’incrementare di presenze nel hotel, e ciò significava più gente da spaventare e con cui quindi divertirsi. Era che guardava dalla finestra di una camera occupata da un vecchio con la sua giovane amante, che la vide, vide una ragazza dai capelli blu e dalla pelle pallida quando quanto la luna. La ragazza alzò lo sguardo verso quella finestra -anche se non poteva ne vederlo ne percepirlo, quindi era stato solo un caso- e i loro sguardi si incrociarono per un istante. O meglio quello di Shadow si incroció con quello di Emily, ignara di tutto ciò. Aveva con se uno zaino e si apprestava ad entrare nell’albergo. Shadow allora molló subito il suo intento di spaventare quel vecchio porco (non era molto a favore di queste storie di uomini vecchi che se la facevano con giovani donzelle...), e si precipitò nella hall dell’albergo, attraversando muri e soffitti, così da fare il più veloce possibile. Erano mesi e mesi che non si sentiva così incuriosito da qualcuno, e non c’era quindi tempo da perdere!! L’uomo alla reception prese il documento della ragazza, e con un certo sarcasmo, scorrendolo con lo sguardo, si rivolse a lei: Signorina Pavlov, è sicura di potersi permettere notti in questo albergo? fece poi l’uomo tornando serio. Del resto a guardarla non le avresti dato un centesimo, insomma, era praticamente impossibile che si potesse permettere un’albergo così costoso...
    Shadow si affiancò ai due per godersi alla meglio lo spettacolino...in più perché se abitava a Vancouver doveva alloggiare in un albergo di Vancouver? C’era qualcosa che non quadrava...
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    Edited by -Michelle - 20/12/2019, 13:59
     
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    I mesi a Vancouver si erano susseguiti fra funerali e spaccio di cervelli, era riuscita pian piano a trovare un suo equilibrio e più il tempo passava, più la stagione estive lasciava spazio a quella autunnale e infine a quella invernale che portava con sé la neve; non era minimamente vicina come temperatura alla Russia dov'era nata e cresciuta e le fece un po' di tristezza pensare che, sarebbe stato il suo primo Natale lontano da casa e come ogni festa che si rispetti la sfortuna era dalla sua parte che faceva capolino come una vecchia amica, perché non era bastato quella volta, essere trasformata in zombie... Si era rotto il riscaldamento nel suo appartamento, ed anche se lei non soffriva ne il caldo ne il freddo, era una delle poche cose che la facevano sentire ancora umana, quello di entrare in casa e sentire il tepore. Se ne era lamentata al lavoro, facendo la battuta ironica che con quel freddo, i cadaveri si potevano mantenere; mai l'avesse fatto in presenza del suo capo... Con le festività l'obitorio era chiuso qualche giorno e non c'era abbastanza spazio alle pompe funebri per tutti i corpi e quindi quale miglior soluzione e metterli a casa sua?!? Ci aveva provato a dire di no a Blaine ma era stato impossibile giungendo all'accordo che le avrebbe pagato il soggiorno in albergo il più costoso della città se si ometteva, che c'erano stati più omicidi lì dentro che in tutta la città. Sospirò, perché non aveva scelta, ed eccola con zaino in spalla a varcare la porta dell'hotel avanzando verso la reception, prima di voltarsi un momento verso una finestra con la sensazione che qualcuno la stesse osservando, ma era solo il suo riflesso, bene stava impazzendo del tutto.
    Quando disse il nome della prenotazione, il receptionist ebbe anche l'ardire di commentare la sua situazione economica, pensò a quanto sarebbe stata una soddisfazione personale ucciderlo e mangiare il suo cervello.
    E lei invece, può permettersi di commentare la situazione economica degli ospiti?
    Il suo tono era gelido, prese le chiavi e se ne andò verso la sua stanza, innervosita, voleva solo farsi una doccia e risposarsi. Già era iniziata male, non voleva nemmeno pensare a come sarebbe potuta peggiorare ancora la situazione; la sua casa piena di cadaveri, un receptionist frigido e nemmeno sapeva, del fantasma che la stava osservando.

    EmilyPavlov
     
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    Blaine aveva racimolato così tanti cadaveri che non sapeva più dove metterli e aveva chiesto in prestito la casa della sue segretaria; e non è che ella avesse potuto rifiutarsi. Sarà per un paio di giorni, forse più... le aveva detto. E così, Emily eccola lì a dover pernottare in un albergo della città, piuttosto costoso, Blaine non aveva badato a spese. Almeno quello. Non gli era sembrato che la ragazza ne fosse stata entusiasta, ma tant’è che era così che avrebbe dovuto fare...

    Shadow si sentiva incuriosito da quella nuova cliente. Era abituato a vedere gente di tutti i tipi arrivare nel suo (ex) hotel, ma non gli era mai capitato di trovare una ragazza che abitava a Vancouver pernottare un camera singola. Doppie si, infondo quanti erano gli uomini o donne che passavano la notte lì con il proprio amante...non era una cosa poi così inusuale infatti vedere cittadini della città alloggiare per una notte. Ma una ragazza da sola e che pernottava per più giorni non era cosa affatto comune. Forse fu questo il motivo per cui Shadow decise di seguirla fino alla sua stanza.
    La ragazza aprì la porta della stanza con smania, e poi la rinchiuse di nervosismo facendola quindi sbattere potentemente. Per fortuna che i muri, così come le porte, in quell’albergo erano piuttosto forti e resistenti, che non provocò danno alcuno.
    Ella iniziò a spogliarsi, rimanendosene in mutande e reggiseno e poi entrò in bagno; Shadow suppose che si sarebbe fatta una doccia. Negli anni ne aveva visti di corpi nudi di ragazze, donne, più o meno belle, per questo motivo non sembrava interessato ad entrare in bagno da lei...Infatti si sedette ai piedi del letto e attese il ritorno di Emily...
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    Appena entró in camera, il primo pensiero che fece fu che era molto in stile retrò e per dirlo lei, visto in che epoca era cresciuta ce ne voleva. Buttò la valigia da qualche parte, per poi spogliarsi ed avviarsi a fare una doccia lasciando qua e là vestiti a terra, tanto poi li avrebbe raccolti, al momento aveva solo voglia di rilassarsi, vista la continua sensazione che aveva addosso di essere osservata. Il bagno era spazioso, come la doccia e si lasciò trasportare dalla sensazione dell'acqua calda sulla pelle, una delle poche cose che anche essendo zombie era riuscita a mantenere e la ricordava ancora che comunque era viva. Uscì dopo venti minuti buoni, con solo l'asciugamano addosso, buttandosi sul letto e pensando che poteva ordinare il servizio in camera, tanto pagava Blaine.

    EmilyPavlov
     
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    Shadow sentì lo scroscio dell’acqua che iniziò ad uscire dalla doccia e rimase in silenzio ad ascoltare ogni minimo rumore proveniente da quel bagno. Di tanto in tanto il fantasma dava uno sguardo all’orologio che sovrastava il mobiletto della stanza (viste le dimensioni la parola sovrastare era d’obbligo), per contare il tempo in cui ella si stava lavando, e a notare il tempo, più che altro si stava rilassando. O ripulendo dal sangue, come quelle volte in cui egli si era ritrovato a doversi lavare in ogni minimo dettaglio del suo corpo, per eliminare qualsiasi macchietta di sangue. Luke ed Elisa avevano appena ammazzato l’ennesima vittima; questa volta era toccato ad un ragazzo sulla trentina che non aveva nessun motivo di essere ammazzato, ma tant’è...Era toccato a Luke l’arduo compito di prenderlo a machetate, mentre Elisa stava preparando il bosone contenente l’acido in cui poi lo avrebbero gettato. A fatto compiuto a Luke non dispiaceva poi molto essere ricoperto di sangue, ma delle sirene proveniente da una pattuglia della polizia, gli fecero credere che forse era bene se si fosse andato a lavare. Elisa nascose il bidone con il cadavere in un punto ben preciso dell’hotel, si ricompose e si tenne pronta ad aprire ad un eventuale controllo. Intanto Luke sotto la doccia si stava lavando in ogni centimetro del suo corpo, strofinando ogni parte più e più volte, giusto per essere sicuro del risultato. Anche l’orologio che teneva al polso andava lavato, i vestiti invece erano finiti nel bidone nascosto. L’orologio no, quello gli serviva. Quando uscì dalla doccia notò che erano passati venti minuti, e uscendo dal bagno sentì voci autoritarie provenire dalla hall dell’albergo: i poliziotti erano arrivati. Non aveva remore a presentarsi anch’egli, ormai era tutto ben ripulito. Ma prima, verso l’intero flacone di candeggina giù per lo scarico della doccia. Ormai era pratico di queste cose.... 20 minuti ci aveva messo pure quella ragazza..., m probabilmente era solo un caso. Sorrise ripensando a tutte quelle volte in cui si era tolto ogni prova dal suo corpo e dalla scena del delitto, cosa che da morto non serviva più che facesse. Quel sorriso fu abbastanza malinconico. Forse uno dei motivi per cui aveva smesso di ammazzare le persone era proprio perché non c’era più il pericolo di scoprirsi, perché un fantasma non era visibile a nessuno. L’adrenalina era pressoché inesistente che quindi non provava poi nessun tipo di piacere.
    Si ritrovò poi a guardare Emily uscire dal bagno ricoperta solo da un asciugamano che l’hotel le aveva fornito, per poi gettarsi sul letto, non prima di aver chiamato la reception per il servizio in camera. E così ora hanno anche il servizio in camera!! esclamò Shadow a gran voce, tanto nessuno poteva udirla.
    Shadow guardó intensamente quella ragazza; aveva qualcosa di strano, non capiva cosa, ma era davvero strana...Non seppe bene neppure lui il motivo, ma gli venne naturale soffiargli sull’orecchio...
    Poco dopo bussarono alla porta annunciando il servizio da lei ordinato.
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    Dopo una doccia si stava decisamente meglio, anche se l'acqua lungo il suo corpo non le aveva fatto passare la sensazione di non essere sola in quella stanza, anche se non vedeva nessuno; forse era il suo istinto da zombie che la faceva reagire così abituata ormai alla vicinanza di creature soprannaturali da riuscire a sentirle o forse era semplicemente stressata. Si era appena buttata sul letto, quando sentì qualcosa di fastidioso all'orecchio, alzandosi si soprassalto, ma come prima non c'era nessuno eppure aveva sentito qualcosa e in quel frangente, qualcuno bussò alla porta, era finalmente il servizio in camera. Ringrazió il cameriere e pensò che finalmente poteva mettere qualcosa sotto i denti, un menù particolare con hamburger di vermi ed altre così simili, l'unica cosa che per lei avesse un po' di gusto e bravo Blaine nella scelta della cucina dell'albergo di certo doveva aver avvertito prima, delle sue intolleranze alimentari. Accese la TV per farle compagnia pensando che non le sarebbe dispiaciuto avere un po' di compagnia.

    EmilyPavlov
     
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    Il cibo per quella ragazza era arrivato e beh..era piuttosto bizzarro...Shadow si avvicinò di più per cogliere meglio quanto aveva visto, e si, non c’erano dubbi, la carne -se era carne poi quella- era decisamente molto ma molto strana. Come consistenza e come colore...sembrava...oh beh, adesso che la guardava meglio aveva ben capito a cosa sembrava: cervello!! Non erano state poche le volte in cui egli ne aveva avuto a che fare, infondo. Spappolare crani e cervelli era uno dei suoi passatempi preferiti, una cinquantina d’anni prima.
    Dunque, Emily stava mangiando cervello, camuffato da del cibo normale...
    Shadow negli anni aveva visto di tutto, vampiri, Licantropi, fantasmi, stregoni, Mutaforma, demoni e angeli, ma uno zombie non l’aveva ancora visto ne sapeva della sua esistenza. Infondo erano solo due o tre anni che quella razza esisteva, e lui non ci aveva ancora avuto a che fare.
    Guardava la ragazza mangiare con entusiasmo poi qualcosa cambiò tutto. Improvvisamente Emily si accorse che seduto di fianco a lei vi era un ragazzo...In effetti gli zombie (essendo morti come i fantasmi) potevano vedere gli spiriti...Forse prima non si era mai accorta della sua presenza perché era troppo intenta su qualcosa, da accorgersi di lui...
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    Il cervello era cotto molto bene, si scioglieva in bocca, chiedendosi cosa aveva pensato il cuoco quando gli era stato chiesto di cucinare quel piatto e pensò a quanto le cose fossero cambiate, mai e poi mai, nella sua vita passata avrebbe mangiato quella cosa, nemmeno se animale ed ora, non poteva fare a meno di nutrirsene, pensò a quanto fosse sadica la vita, mentre prendeva un altro boccone. Era davvero ottimo, se non ci si pensava a cosa quel piatto era in realtà e quando con la coda dell'occhio scorse che accanto a lei c'era un ragazzo, quasi fece cadere il piatto a terra, com'era entrato? E poi, come aveva fatto a non accorgersene? Anzi l'aveva fatto, aveva sentito che non era sola nella stanza, ma fin ad ora, non si era palesato e la prima cosa che fece, fu stringersi l'accappatoio.
    Cosa diavolo ci fate nella mia stanza?
    Era adirata, quella era una violazione della privacy, per non parlare che era stato lì a fissarla tutto il tempo, si sentiva violata e molto a disagio.
    Se ne vada subito!
    Prima avrebbe lasciato quell'albergo, meglio era, se ne sarebbe fatta pagare un'altro dal suo capo, uno non infestato dai fantasmi.

    EmilyPavlov
     
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    E poi...poi Emily vide Shadow...
    Il fantasma vide l’occhio di lei che dal cervello che aveva nel piatto, finì dritto verso di lui. Ella quasi gettò quel piatto dalla foga che quell’apparizione improvvisa le aveva destato. Poi pensò bene di sistemarsi l’accappatoio per non risultare semi nuda davanti a quello sconosciuto.
    Cosa diavolo ci fate nella mia stanza? chiese con voce adirata mentre Shadow assunse un’espressione alquanto perplessa, non pensando di essersi palesato davanti a quella ragazza. Non era un fantasma così millenario da riuscire a farsi vedere dalla gente e ne portava talismani per appunto rendersi visibile; perché non gli interessava (almeno che non avesse l’intenzione. Perché il talismano c’è lo aveva eccome, ma lo teneva al sicuro in una stanza dell’albergo). Ma com è quindi che quella ragazza potesse vederlo? No, c’era qualcosa che non quadrava...Forse non era rivolto a lui, forse c’era qualcun altro dietro di sè. Si voltò a guardare ma non vie era nessuno, oltre a lui e a lei in quella stanza.
    Se ne vada subito! aveva poi aggiunto urlando. Carino che si era rivolta ad un fantasma in quel modo comunque gentile, dandogli del lei, ad esempio. Perché Emily sapeva di essere difronte ad un fantasma, visto che percepiva in lui essere un morto. E non poteva scambiarlo per un Vampiro, ne tanto meno uno della sua stessa razza. Sapeva per certa essere un fantasma. Tra di loro queste creature non morte si riconoscevano!
    Ma Shadow non aveva mai avuto a che fare ne con Vampiri ne tanto meno zombie, ed era anzi all’oscuro di tutto ciò. In tutti quegli anni non aveva mai conosciuto delle creature; ma ogni persona con cui aveva avuto a che fare lì dentro all’hotel, lui credeva fossero umane, o altri fantasmi come lui. Ignorava di cosa ci potesse essere lì fuori.
    Mi stai dicendo che mi vedi!? espresse subito il suo dubbio, alzandosi dal letto, da cui le lenzuola non fecero nessunissimo segno di movimento, di uno che si era appena alzato da lì, e si sedette sul tavolino davanti a lei. Continuava a fissarla, e dal momento che ella lo aveva seguito con lo sguardo, sì, lo poteva vedere!! Come puoi vedermi???
    Shadow xxxx
     
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    Il fantasma era perplesso! Ma la prendeva in giro? Era nella sua stanza a fissarla e pensò che forse l'aveva seguita anche in doccia, il suo viso avvampò sia di rabbia che di vergogna, ecco spiegata quella strana sensazione da quando era entrata in quella stanza, ma non capiva perché proprio ora e non prima ed anche, ma perchè a lei? Non la potevano lasciare un po' in pace? E prima Blaine ed ora quel ragazzo, cos'è che doveva fare per un po' di tranquillità?
    No guardi, se no con chi starei parlando?
    Era arrabbiata e in più le chiedeva con chi stava parlando? Ma almeno i fantasmi erano intelligenti o dopo la morte, regredivano, tanto per capire anche questo, se doveva esprimersi a gesti con lui. L'aveva notato solo grazie al cervello che aveva mangiato, che forse era stato di qualche persona sensibile alle cose soprannaturali ed unito a lei, aveva fatto questo effetto che a saperlo, era meglio non scoprire di avere un fantasma nella stanza. Non che ne avesse paura, lavorava con la morte ogni giorno, era lei stessa già morta.
    Non ne ho idea, peccato che la vedo e mi chiedo cosa voglia da me
    Stava pensando di chiamare in Reception, ma aveva dubbi che le avrebbero creduto, raccontando di questo fatto e pensava solo a come cacciarlo.
    EmilyPavlov
     
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    Shadow vide che le gote della ragazza divennero rosse come il più bel peperone maturo, e gli occhi esprimevano saette a tutto andare. Emily era in preda a due sentimenti potenti quali la vergogna è la rabbia, quest’ultima sicuramente più incalzante. Non sono venuto in bagno con te, se ti fa sentire più tranquilla...Non sono un guardone!!!, le disse atono chiarendo le cose come esattamente stavano. No, Shadow aveva perso quell’interesse ormai da decenni, almeno che davanti agli occhi non gli si fosse parato davanti una donna dalla bellezza disarmante; cosa ormai accaduta l’ultima volta almeno 30 anni prima...
    No guardi, se no con chi starei parlando? esclamò ella fissandolo e trovando in lui lo stesso sguardo. In pratica entrambe le figure si stavano guardando intensamente; ma mentre egli ignorava chi fosse realmente lei, lei sapeva benissimo di essersi trovata davanti ad un fantasma.
    Non ne ho idea, peccato che la vedo e mi chiedo cosa voglia da me aggiunse subito dopo mentre Shadow si posizionò in piedi davanti a lei con lo stupore dipinto nel volto. Si tastò le tasche, forse aveva dietro l’amuleto che però era sicurissimo averlo lasciato al suo posto. E infatti non aveva nulla. Tasche vuote.
    La vide poi guardare il telefono, modo per chiamare la reception. Suggerimento, non ti conviene farlo. Tanto non ti crederebbero... disse con un leggero sorriso. Comunque, da te personalmente e inizialmente non volevo nulla.. rispose alla domanda precedentemente postagli. Inizialmente perché se prima la considerava un semplice passatempo, ora non era più così; doveva capire perché ella riusciva a vederlo. Ora invece da te voglio qualcosa. Perché mi vedi? Sai cosa sono...? le chiese con grande curiosità. Nessuno può vedermi... aggiunse sbuffando e per un attimo sembrava un bambino a cui era stato sottratto il giochino. In effetti Emily aveva rovinato i suoi piani di divertimento. Se lo vedeva non poteva di certo farle qualche dispettuccio...
    Shadow xxxx
     
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    E' un maniaco, quindi mi vuole dire che era qui, da quando sono arrivata...
    Conosceva le storie di fantasmi e che se anche gli avesse lanciato qualcosa addosso, quest'ultimo gli sarebbe passato attraverso, ed anche il fatto che le avesse specificato che non era un guardano, aveva sortito l'effetto contrario, rispetto a quello si rassicurarla. Il fantasma rispondeva in maniera molto indifferente, certo, non era lui nella posizione di completo imbarazzo, non si era trovato qualcuno davanti da un momento all'altro, nemmeno sapendo chi fosse e perché si trovasse lì e poi quello sguardo, come di compassione nei suoi confronti, come se non fosse nulla di che; stava ribollendo di rabbia, ci voleva pure questa, un fantasma, che aveva anche il coraggio di squadrarla e guardò dove si trovavano i suoi vestiti, ora era terrorizzata dal fatto che potesse seguirla e in qualche maniera diventare invisibile, quindi guardarla, mentre si denudava e si rivestiva.
    Finalmente il fantasma ebbe una reazione, di stupore, allora non era solo qualcosa che sapeva stare fermo a fissare, comunque cosa molto sgradevole e poi lo fulminò con lo sguardo, che se avesse potuto ucciderlo l'avrebbe fatto; lo sapeva anche lei che nessuno le avrebbe creduto! Non era mica stupida!
    E allora perchè si trovava nella mia stanza?
    Cercava di capirci qualcosa, pensando che comunque l'effetto del cervello che aveva mangiato, aveva una durata limitata e quindi non sapeva, per quanto l'avrebbe visto, prima che scomparisse nuovamente e voleva anche liberarsene il prima possibile, ebbe un brivido lungo la schiena, quando pensò a cosa avrebbe potuto farle, se non lo avesse visto e quindi messo alle strette.
    Sì che la vedo e sei un fantasma, vuoi sapere una cosa divertente? Sono uno zombie, haha
    Stava letteralmente impazzando, non sapeva proprio come gestire quella situazione ed iniziava, a dare i numeri e lei era anche abituata alle stranezze, ma quello era troppo anche per lei.

    EmilyPavlov
     
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    E allora perchè si trovava nella mia stanza? chiese la zombie ottenendo come risposta un alzata di spalle da parte del ragazzo che pareva anche annoiato dalla domanda.
    Sì che la vedo e sei un fantasma, vuoi sapere una cosa divertente? Sono uno zombie, haha esclamò poi ella; questa volta l’interesse nel fantasma, a constatare dal suo sguardo, si accese. Sapeva che egli era un fantasma, cosa che mai nessuno aveva saputo dire su di lui (a parte i suoi simili). E in più aggiunse di essere una zombie. E dopo averlo detto si mise a ridere. Beh, lo fece anche lui. Inizialmente con una risata di puro gusto, poi quel gemito si fece sempre più strozzato e finto, fino a scomparire. Lo stava prendendo in giro? Shadow sapeva bene cos’erano gli zombie, insomma chi non lo sapeva! Quanti film aveva visto con protagonisti queste creature, e, a parte che quella ragazza non aveva nulla da spartire con essi, come pelle marcia e verde, gli zombie, dai, non esistevano!!! Lo stava prendendo per i fondelli? Non mi piace la gente che mi prende per il c**o, ragazza!! esclamò con voce piatta ma decisa. Poi la scrutó a fondo e siccome lui non era tipo da girare intorno ai discorsi ma era uno piuttosto pratico e deciso si rivolse nuovamente a lei dammi le prove di quello che dici! esclamò serio puntandole gli occhi vuoti dentro i suoi, altrettanto vuoti forse.
    Shadow xxxx
     
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    Come non detto, dal fantasma, praticamente, non avrebbe ricevuto nessuna risposta. Forse nel capire la sua natura, quel ragazzo aveva avuto una minima reazione, ma ancora non capiva del perché era nella sua stanza e poi risero della sua frase, completamente fuori di testa, per quel black humor così tanto scontato, se forse un po', quella risata aveva allentato la tensione, non era affatto così, il fantasma se l'era presa e molto anche, dicendole che lo stava prendendo per i fondelli, ci rimase qualche secondo, di certo era spaventata da quella reazione, così inaspettata, ma non doveva essere lei, pure uno psicopatico le doveva arrivare, almeno fosse stato un fantasma, mentalmente stabile, ma la sua vita, poteva smetterla di prenderla così in giro? E la fissò negli occhi, ed ora, cosa altro doveva succedere?
    Si alzò e se ne andò, aveva bisogno di mettersi qualcosa addosso, scomparve in camera, per tornare poco tempo dopo, indossando pantaloncini e canottiera, grattandosi la testa, non sapeva che fare, ne come comportarsi, era abituata alle persone morte, quelle a metà fra i due mondi,non aveva idea di come si trattavano.
    EmilyPavlov
     
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    La ragazza non rispose e piuttosto si alzò dal letto, prese dei vestiti e se ne sparì in bagno, tornando sene in camera un minuto dopo, forse nella speranza che l’ospite indesiderato se ne fosse andar via. E invece no, Shadow era ancora lì Che stava aspettando il suo ritorno per fare conversazione con lei, o per lo meno per far sì di avere delle risposte. Zombie. Ma insomma, con chi credeva a che fare quella lì? Gli veniva su una rabbia per l’essere preso per il c**o, eppure una parte di lui era gioioso di quell’incontro che la rabbia passava in secondo piano. Non gli era mai capitato di essere visto (se non da altri fantasmi) e questa novità pare piacergli molto.
    E se non era Emily che era in grado di vederlo ma -per qualche strano motivo- tutti erano capaci di vederlo?
    Fu così che la ragazza zombie lo vide sparire al di là del muro; ne sarebbe stata sollevata e felice, peccato che Shadow ritornò nella sua stanza che pochi minuti dopo. Nessuno lì fuori è stato capace di vedermi... esclamò guardandola fissa; quindi solamente lei aveva questa capacità. Zombie eh!?...E se fossi realmente uno zombie...non dovresti avere la pelle verdastra e putrefatta e non riuscire a comporre un dialogo di nemmeno una parola!? disse seri senza distogliere lo sguardo suoi suoi occhi che effettivamente a lui che era un fantasma, esprimevano circa la morte, ma meno dei suoi sicuramente...
    Shadow xxxx
     
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