Warren non era un ragazzo "schizzinoso" o restio al faticare per andare avanti e ottenere ciò che vuole o di cui necessita, anche perchè non è nato di certo nella condizione più consona ad uno stile di vita rilassato e privilegiato con una mare defunta ed un padre appartenente alla mitologia che data la sua presenza ed il suo contributo nella vita di Warren valeva tanto quanto un genitore morto. Da qui l'unica ragione per cui il ragazzo si era trovato inizialmente non poco restio nell'accettare un lavoro come cameriere in quello che da alcuni era conosciuto come il "Cafè degli Dei" mentre per tutti gli altri era un comune, seppur più o meno sofisticato, bar. Sapeva che era solo un modo per Efesto di pulirsi la coscienza o di tenere in pugno il ragazzo e riscuotere chissà cosa in futuro in cambio di quel suo generoso gesto. In ogni caso era certo che fosse una fregatura, ma non poteva comunque permettersi di rifiutare. - Torna tra noi Testa Calda, hanno bisogno di te al tavolo nove - il giovane avrebbe preferito mille volte restare in cucina e occuparsi di lavare le stoviglie, piegare tovaglie, scaldare bevande e pietanze o persino smistare i rifiuti invece di dover avere a che fare con i clienti, specialmente gli altri Dei e semidei. A quanto sembrava, Warren aveva avuto non solo la sfortuna di nascere per metà mortale e per metà divinità - cosa che tra l'altro non molti definirebbero come sfortuna - ma per aggiungere il danno alla beffa era anche figlio di uno degli Dei più bistrattati della storia. Questo si traduceva in svariate prese in giro, più o meno crudeli, da parte degli altri suoi "fratelli" o cugini o parenti vari... Tenere il filo dell'albero genealogico di persone che per secoli, se non di più, avevano praticato liberamente incesti e non solo era quasi impossibile. - Ecco il nostro cameriere preferito! - aveva esclamato divertito uno dei figli di Ares, che come gli altri suoi simili aveva deciso che la sua missione primaria nella vita era quella di tormentare Warren per portare avanti quella che veniva considerata da alcuni come una tradizione di famiglia, poichè suo padre era notoriamente l'amante di Afrodite, moglie di Efesto. - Che vi serve - era stata la risposta brusca del ragazzo, passandosi i palmi delle mani sul grembiule bianco che aveva legato in vita sopra ad una semplice maglietta nera e pantaloni dello stesso colore, ponendo la domanda senza neanche pronunciarla come tale. - Volevamo solo sapere come ci si sente ad essere un microonde vivente - immediatamente gli altri componenti del tavolo avevano iniziato a ridere e Warren si era trovato costretto a prendere un respiro profondo, ripetendosi che andava contro la politica del locale dare fuoco alle persone. Almeno lui aveva un potere utile, che diamine facevano i figli di Ares? Gli sarebbe bastato solo schioccare le dite per bruciare via il ghigno compiaciuto di quell'idiota. -Tranquillo ragazzone,stiamo solo scherzando... Ecco a te! - aveva esclamato questo lasciando sul tavolo una manciata di monetine insieme al totale del contro - Non spenderli tutti insieme - e finalmente lui e la sua gang si erano alzati per lasciare il locale, accompagnati come al solito dalle loro risate asinine. Sollevato da quella liberazione e dalla consapevolezza che tra un paio di ore avrebbe terminato il suo turno Warren non aveva perso tempo prima di iniziare a liberare il tavolo, tornando nel retro per prendere una cesta dove depositare tutti i bicchieri ed i piatti che sarebbero poi dovuti essere sciacquati e messi in lavastoviglie. Dietro di lui le campanelle attaccate alla porta avevano tintinnato segnalando l'arrivo di nuovi clienti e il ragazzo si era limitato a sospirare, sperando che si trattasse di semplici umani.
warren peace
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