Captain Killian "Hook" Jones

Colin O'Donoghue

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    Captain Killian "Hook" Jones


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    •Nome:Killian. Ricordo che mia madre amava molto questo nome. Dal mondo intero sono conosciuto solo come Captain Hook. La sua pronuncia percorre di terrore chiunque lo ascolti. Per il momento ha nessuno ho mai rivelato il mio real nome.
    •Cognome:Jones. Lo disprezzavo per via di quella carogna di mio padre, ma con il tempo ho iniziato ad apprezzarlo visto che é identico al Diavolo del Mare, il cosiddetto Davy Jones.
    •Luogo e anno di nascita:Sono nato secoli or sono, ed ormai non tengo piú conto degli anni visto che sono immortale.
    •Città attuale:Per il momento Vancouver, ma la mia casa resta sempre L'isola che non C'é.
    •Orientamento:Tremendamente cattivo e alquanto crudele!
    •Lavoro:Perché dovrei lavorare, visto che ho soldi a palate! Per un pirata come me é un vero piacere terrorizzare e saccheggiare.
    •Razza:Pirata dagli occhi spietati!
    •Poteri:L'isola che non C'è mi ha donato l'immortalità è una maestosa nave... la mia Jolly Roger! Il mio uncino è intriso di un potente incantesimo che mi dona una maggiore forza nel uccidere con facilità le mie vittime e non solo. I miei occhi invece sono la mia bussola, identificano la rotta senza mai sbagliare.
    •Segni particolari:Sono una abile spadaccino, e come un capitano che si rispetti la mia spada affonda sempre con precisione nella carne, mirando dritto agli organi vitali.


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    •Descrizione fisica:I capelli neri corvino sono in perfetta armonia con il mio viso leggermente allungato. Gli occhi azzurri ben definiti assumono le sfumature del mare durante l'estate, mentre d'inverno prendono una tonalità verde acquamarina. Le mie ciglia sono molto folte e nerissime. Posseggo una carnagione candida, non eccessivamente abbronzata. La mia barba scura è molto morbida, amo prendermene cura in modo accurato. Sorrisi maligni e alquanto sadici disegnano spesso le mie rosee labbra. La mia altezza è di un metro e ottanta. Ho una corporatura tonica e robusta, mi piace tenermi in forma... è quale attività migliore del sesso sfrenato!
    Il mio stile è unico nel suo genere, non esiste nessuno come me. I numerosi ciondoli e anelli che indosso, sono stati strappati dai cadaveri delle mie vittime. Sono come dei trofei per me, niente di personale. Il mio uncino è stato forgiato da un metallo indistruttibile e molto pregiato. È talmente affilato che tagliare perfino l'aria. Grazie all'incantesimo di una strega molto potente e antica, il mio uncino è stato marchiato magicamente, donadomi la forza di mille uomini e non solo.
    Le mie orecchie sono immuni alle dolci e sublimi voci delle sirene.

    •Descrizione psicologica: Crudele, sanguinario e particolarmente sadico! È questi sono i miei lati migliori. Orgoglioso e dire poco, provate solo ad offendermi o sottovalutarmi, é l'ultima cosa che vedrete sarà il mio uncino conficcato nella vostra carne. Ogni tanto sono abbastanza impulsivo ma prima di agire escogito sempre un piano. Fatemi un torto o tradite la mia fiducia e finirete per passeggiare sulla passerella, dove i pesce cani vi attenderanno con grande ardore. Tutti devono rispettarmi ma soprattutto adoro quando mi temono. Il mio nome incute timore in tutti e sette i mari. Non c'è persona che non conosca la mia fama. L'educazione è parte di me, come la mia parola... la parola di un capitano vale un patrimonio.
    Odio mio padre per la sua vigliaccheria e l'avermi venduto come schiavo. Provo disgusto solo nel pronunciare il suo nome. Spero che in qualunque posto si trovi sia già morto. Sono affascinato dalla lettura, la mia voce è profonda e sa esprimersi con garbo. Molte donne amano questo è molto altro di me. Sono un signore con loro, un vero galantuomo che le farà vivere l'avventura di una notte. Non amo andare dritto al sodo, prima preferisco conoscerle e trascorrere del tempo con loro. Non vado a letto con la prima biondina oca senza sostanza. Le cerco di un certo livello è carattere. Le donne sono come la mia personale riserva di brandy... estremamente pregiate e prelibate!

    Eppure da piccolo, prima che mi imbarcassi con mio padre ero un bambino dolcissimo é molto sorridente. Ora dopo tanta frustrazione dovuta ad anni di umiliazioni e schiavitù, il mio volto viene contornato solo da rabbia e odio, con l'unico desiderio di incutere terrore nel cuore e vedicarmi per sempre di Peter Pan!
    Magari se la vita non mi avesse offerto così tanta sofferenza, sarei potuto diventare un uomo buono e gentile. Non rimpiango nulla del mio passato... non rimpiageró mai le mie scelte. Cosa potrei volere di più? Sono temuto e rispettato, il mio nome è leggenda dei Mari, sono talmente ricco da riempire 10 vite e i miei tesori sono inestimabili, eppure percepisco un vuoto dentro, in un piccolo angolo... che cerco di colmare con il sangue delle mie vittime.
    Suono il piano divinamente e la mia voce fa da accompagnamento, adoro soprattutto le canzoni dei tempi antichi. Molti hanno ammesso che sentendomi cantare il mare si fosse librato nella stanza.
    La mia ciurma è come una seconda famiglia per me, ma come tutti i migliori capitani mantengo una certa distanza da ognuno di loro. Le regole da rispettare sono poche sulla mia Jolly Roger, ma se osate violarle... certa sarà la vostra morte.
    Quando il mare è in burrasca mi soffermo ad osservarlo, mi rivedo in lui e mi chiedo "cesserà mai questa tormenta in me?!"

    •Famiglia:Di mia madre ricordo che aveva il sorriso più bello del mondo!
    Ritengo mio padre una carcassa putrefatta, corrosa dalla sua vigliaccheria. Non mi interessa dove si trovi, spero solo che i vermi stiano assaporando la carne in decomposizione.

    •Status sentimentale:Non sento quel tipo di affetto per nessuno, a parte una piccola e strana sensazione che ho provato un tempo per una persona in particolare. Per il resto il sesso occasionale é all'ordine del giorno!



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    •Storia:Elaborata o meglio dire assai complicata è la mia storia. Ma visto che ho bevuto del buon wischy potrei pure raccontarvela. Ero poco più che un bambino quando salpai per la prima volta verso terre inesplorate. Avevo paura del mare in burrasca, ma mio padre era sempre pronto a confortarmi, lasciava una lanterna accesa durante la notte così da farmi dormire serenamente. La mattina seguente scoprì che mi aveva venduto al capitano della nave, per pagare i suoi debiti. Una volta concluso l’accordo era tornato a terra con una scialuppa, lasciandomi solo… deluso… e schiavo. Crebbi così come un umile marinaio, lustrando la nave da cima a fondo per pochi spiccioli. La ciurma mi riteneva insignificante e non c’era occasione che mi deridessero. La sera gli occhi si colmavano di lacrime e le mani bruciavano dal dolore degli spacchi. La rabbia e la frustrazione si mischiarono giorno dopo giorno. Avrei voluto arruolarmi nella marina, magari diventare capitano di una nave tutta mia, ma con la miseria che guadagnavo potevo permettermi a malapena pane e cipolla. Essere semplicemente un uomo rispettabile, non come quel vigliacco di mio padre. In piena notte, quando l’oceano appariva placido, la nave fu attaccata da una creatura gigantesca. Il kraken una delle leggende del mare più note, ma veritiere. Ricordo ancora tutte le urla e il suono di due mascelle che si serravano. Nessuna nave sopravviveva al suo attacco, i suoi tentacoli erano così giganteschi che avrebbero trascinato la nave sul fondale senza difficoltà. Avevo una possibilità, rischiare o morire! Prima di gettarmi in acqua sentì il capitano chiedere il mio aiuto disperatamente. Era rimasto incastrato tra due alberi maestri ormai rotti.
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    Con tutto il fiato che avevo in corpo gli urlai il mio odio “Un capitano affonda sempre con la sua nave!” Finì in acqua cercando di allontanarmi dal pericolo, il più velocemente possibile. Mi lasciai trasportare dalla corrente per diversi giorni, se non ero stato mangiato dal kraken rischiavo di divenire il pasto per qualche squalo o morire di stenti. Quel giorno accadde qualcosa di diverso… qualcosa di magico. Si aprì un vortice ma non era un semplice mulinello, sembrava più una porta. Sentivo che c’era qualcosa al di la che mi aspettava. Venni risucchiato come acqua nel lavandino, forse era arrivata la mia ora. Quando tornai a respirare osservai con grande stupore l’isola di fronte a me. Una magnifica nave, quella che avevo sognato spesso, era poco distante da me. Mi sembrava tutto così strano, ma era vero! Salì sulla nave notando l’assenza del totale equipaggio. Era stata realizzata con un legno molto pregiato, il timone poi aveva tanti ornati in oro zecchino. Per la prima volta mi sentì a casa, ma non capivo dove fosse il capitano. Osservai che tutte le stanze erano perfettamente in ordine, niente era stato rubato o trafugato. Ma la cosa che mi fece sbalordire di più fù il mio nome Killian Jones inciso in ogni angolo della stanza del capitano, perfino sul vestiario. Per diversi giorni cercai di dare un senso a tutto ciò. Analizzai la nave da cima a fondo, era proprio un tesoro dei mari. Lessi tutti i libri che potevo e imparai alla lettera ogni cartina. Questa erano bazzecole per me, anche se schiavo avevo cercato di istruirmi al meglio. Mi trovavo sull’Isola che non C’E’ , non era stato il caso a portarmi qui, ma tutta opera del destino. Sorrisi compiaciuto, la mia avventura stava per iniziare! Mi mancava solo una ciurma e un uniforme adatta che trovai nel guardaroba. Cinque fagioli magici avrebbero portato me e la Jolly Roger dove volevamo. Erano preziosi e soprattutto rari. Sarei diventato un uomo rispettabile, dal grande orgoglio, bello da far perdere la testa ad ogni donna, ma soprattutto temuto. Eh Dimenticavo assai…assai…assai ricco! Sarei sicuramente diventato molto più grande di Edward Teach detto anche Barbanera, temuto perfino da Long JhonSilver e lo spirito oceanico chiamato anche Diavolo del mare il cosiddetto Davy Jones. Tra l’altro il mio secondo nome Jones, non è stato scelto a caso.
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    Navigai per vari mondi raccogliendo un valido equipaggio che mi avrebbe seguito fino alla morte. Mi diedi un nuovo nome “Hook” , qualcosa di semplice ma che intimorisse. La mia fama di spietato pirata si spargeva in lungo e in largo. Saccheggiando e rubando un’immensa quantità d’oro da riempire 100 vite. Decidemmo di prenderci una pausa è tornare sull’Isola che non C’E’ , che nel frattempo era cambiata. Qualcuno l’aveva cambiata, un certo Peter Pan. Un ragazzino, anzi un bambino stupido che tentava di difendere quel suo mondo. Per lui esisteva solo divertimento e favole, ma soprattutto poteva volare. La polvere di fata glielo permetteva. Portò con se i bimbi sperduti che ostinavano a rubarmi i tesori. La mia nave ne aveva raccolti molti, non solo denaro ma anche oggetti magici. Li avrei distrutti uno per uno con le mie mani, iniziando da Peter. Durante un nostro scontro accesso, Pan mi tagliò la mano e la gettò al coccodrillo. Il dolore fu lancinante e duraturo. Il suo esulto di vittoria si udì per tutta l’isola, mentre il coccodrillo piacque così tanto la mia carne che da quel giorno iniziò a darmi la caccia. Odio Peter Pan con tutto me stesso e un giorno mi vendicherò. Gli infilzerò l’uncino nella carne fino a quando non esalerà l’ultimo respiro. Sarà eccitante vedere il suo sangue macchiare il mio artiglio. Ogni giorno era sempre lo stesso, scrutai l’isola millimetro per millimetro ma era impossibile da trovare. Si divertiva a schivare le mie cannonate fino a quando una mattina lo vidi in compagnia di tre nuovi bambini. Due maschi di età non molto diversa e una femmina che mi colpì particolarmente. Percepì qualcosa come una specie di compassione per la signorina. La sua bellezza era molto innocente… sarebbe stata una trappola perfetta! Mi nascosi osservandoli, lui era semplicemente un bambino per lei. Wendy desiderava scoprire i suoi sentimenti divenendo adulta, ma a Peter questo non interessava affatto. Facendomi trovare davanti alla sua casa, la invitai a fare due chiacchiere sulla mia nave. Fui un vero gentiluomo con lei, per un momento la malinconia che avevo da sempre sparì dissolvendosi nel mio respiro. Lei preferì tornare a Londra, ma prima ci fu una grossa battaglia dove quella peste di Trilli mi accecò gli occhi impedendomi di infilzare Pan. Cadendo in mare mi ritrovai le fauci del coccodrillo spalancate. Lo uccisi infilzandolo da parte a parte. Quando riemersi Wendy, Peter e i bimbi sperduti non c’erano più. Trascorsero i mesi e di Pan nemmeno l’ombra, stavo letteralmente impazzendo. Volevo ancora ucciderlo ma non sapevo dove era. Mi ricordai di avere un certo oggetto magico che avrebbe potuto identificare la sua posizione. Finalmente lo trovai, era nel mondo da dove provenivo ma in uno stato chiamato Canada. L’Isola che non C’E’ è gli altri mondi mi avevano reso immortale quindi non sarebbe stato un problema tornarci e colmare finalmente la mia vendetta.

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    •Eventuale Flaschback:Giurai solenne vendetta, per la mano che mi aveva strappato! Ancora ricordo le sue esultanze, e la gioia dei bimbi sperduti. Gettai furioso il fagiolo magico nell'oceano, facendo aprire in profondità un mulinello mastodontico. Issate le vele! Urlai girando con un forza il timone, domare una corrente cosí energica sarebbe stato elettrizzante. L'avventura e il rischio sono il pane quotidiano per un pirata. Tutto a babordo! Ordinai mantenendo la rotta. Nel momento giusto avrei lasciato il timone, affinché girasse completamente a vuoto. Saremmo stati risucchiati e trasportarti nel nuovo mondo. Vidi L'Isola che non C'é svanire nel nulla, come un'immagine riflessa nello specchio del mio passato. Ci avrei fatto ritorno? Chi lo sa... forse!
    Ma adesso avevo una sola cosa in mente, la mia vendetta! Niente di troppo teatrale, anche perché la morte sarebbe stata troppo poco per Pan. Avevo in mente un piano ben peggiore e crudele. Qualcosa che lo avrebbe cambiato dentro, distruggendo definitivamente quell'anima da benevole fanciullo che era. All'improvviso i alcuni pensieri iniziarono ad affievolirsi, prima che me li dimenticassi del tutto li annotai in un diario con il mio speciale calamaio. Non percepí altre differenze, l'odio come immaginavo era rimasto immutato! La ciurma esultò vivacemente, sbarcando a terra. Con una somma molto cospicua, tutto il porto divenne di mia proprietà comprese le varie attività commerciali. Infine la Jolly Roger divenne invisibile a tutti, grazie ad un speciale incantesimo. Solo chi era stato all'Isola che non C'è avrebbe potuto vederla.
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    Mi precipitai nel primo bar di zona, alquanto losco e malfamato. Uno sfacciato si alzó venendomi incontro hey straniero, oggi non é carnevale risero tutti in coro. Nessuno osa trattarmi cosí e sperare di farla franca. Gli squartai la gola, mozzandogli la testa. Caló un silenzio glaciale barista esclamai forte il tuo miglior Bourbon conclusi posando la testa insanguinata sul bancone. Che serva a tutti da lezione... Captain Hook é tornato! Risi malefico assaporando la paura dei loro occhi.



    PRESTAVOLTO UTILIZZATO : Colin O'Donoghue | ©HIDDEN CREATURE


    Edited by -Michelle - 3/4/2018, 15:50
     
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