What's happening to me?

Phoebe x Fred

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    Il mio primo pensiero, mentre ero ancora nel dormiveglia fu che non mi ricordavo assolutamente di essere tornata a casa e di essermi rimessa a letto, l'ultima cosa che mi ricordavo era l'immagine del cervo nella radura, che drizzava le orecchie e voltava la testa come se mi avesse sentita avvicinarmi, solo che la testa l'aveva voltata dalla parte opposto a quella in cui mi trovavo, quello mi fece dedurre che forse era stato messo in allerta da un altro rumore e poi più nulla, era diventato tutto buio. Il secondo pensiero fu che quello non era il mio letto, primo perché era decisamente molto più morbido e comodo di quello dell'ostello dove alloggiavo e secondo, beh perché era anche decisamente più profumato. Allungai un braccio per tastare la superficie attorno a me, era grande e le lenzuola oltre la mia mano erano decisamente molto più fredde di quello che mi aspettavo, cerai di muovere anche l'altro braccio ma era bloccato da qualcosa e il tentativo di sollevarlo mi provocò una fitta di dolore alla spalla, come se fossi ferita. Cercai di aprire gli occhi e dopo qualche tentativo ci riuscì, riacquistando velocemente lucidità. Quello non era l'ostello, non era nemmeno la mia auto dove praticamente vivevo quando non stavo in un albergo, era una casa che non conoscevo.
    - Cosa diavolo è successo? - mi domandai da sola, senza ovviamente trovare risposta. Cercai di mettermi dritta, non con poca fatica e quando riuscì a mettere bene a fuoco mi guardai attorno, era una stanza matrimoniale, i mobili erano eleganti e sembravano antichi, le tende erano tirate, forse fuori era ancora buio o forse era già giorno, non potevo saperlo ma se fossi riuscita ad arrivare alla finestra almeno avrei avuto idea del momento della giornata. Forse avevo avuto un incidente e non lo ricordavo, ma in quel caso non sarei dovuta trovarmi in ospedale? A giudicare dal dolore alla spalla però mi ero sicuramente fatta male, qualcuno si era anche preso la briga di fasciarmela ed era quello il motivo per cui non riuscivo a muovere il braccio. Forse ero stata rapita da un maniaco, ma lo credevo poco probabile, in tal caso non sarei stata ancora viva no?

    Phoebe Kenner


    Edited by ;wendy - 21/12/2017, 14:16
     
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    La sentì parlare nella sua camera da letto. Si era svegliata. Almeno non aveva urlato. Fred era in bagno, al piano di sotto, tentando di guardarsi allo specchio e vedere un uomo e non una bestia. Ci stava tentando da ore, ma vedeva solo un animale che aveva inseguito un altro animale e aveva morso la preda sbagliata.
    Sospirò e si lavò per l'ennesima volta le mani e la faccia. Erano pulite, ma come il Mackbeth, vedeva sangue su di loro. Il suo sangue. L'aveva morsa, l'aveva condannata.
    Picchiò talmente forte il muro che le piastrelle sotto il suo pugno si creparono, e il suono rimbombò in tutta la casa.
    Imprecò e sospirò, tentando di calmarsi. Si diresse al piano di sopra, vestito solo da una T-shirt nera e da dei pantaloni di jeans classici e scarpe da ginnastica.
    "Sto per entrare, Phoebe..." disse dall'altra parte della porta. "Conosco il tuo nome per via dei documenti che ho trovato con te mentre ti spogliavo per medicare la ferita alla spalla. Prima che tu possa urlare o pensare che sono un pazzo o un maniaco, ero anche io nel bosco quando sei stata ferita. Ti ho soccorso. Questa è casa mia... Posso entrare quindi?" disse adagio, tentando di non spaventarla.
    Friedrick (Fred) Gorgered
     
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    Mi resi conto di non pensare ancora lucidamente, la mia mente era ancora annebbiata, probabilmente avevo dormito molto a lungo e mi ci voleva un po' per svegliarmi del tutto, in più ero in preda al panico, non sapevo dov'ero o che cosa mi fosse capitato. Decisi di calmarmi o non sarei mai riuscita a venire a capo di quella situazione, così feci un respiro profondo e mi misi seduta, sorprendentemente non fu così faticoso come pensavo. Chiusi e riaprì gli occhi un paio di volte, magari era un sogno o magari mi stavo immaginando tutto. No, quella stanza sconosciuta era ancora lì, bene e adesso avrei pensato a cosa fare, dovevo alzarmi in piedi e andarmene da lì il più in fretta possibile o almeno provarci. Individuai il mio giaccone, il maglione e le mie scarpe su una sedia ai piedi del letto, stavo per alzarmi in piedi quando sentì una voce provenire dall'altro lato della porta chiusa. Non ero sola, non sapevo se fosse un bene o un male in realtà, non mi vergognavo minimamente ad ammettere, anche se solo con me stessa, che in quel momento avevo davvero paura. La voce apparteneva ad un uomo, non potevo indovinare la sua età senza guardarlo in faccia ma ero sicura che fosse un uomo maturo, sicuramente non un ragazzino ecco, era profonda e tranquilla e c'era qualcosa di rassicurante nel tono in cui parlava, anche se questo non riuscì a cancellare il senso di pericolo dalla mia mente.
    - Ok... Va bene... Entra... - gli risposi senza troppa convinzione. Aveva detto che non era un maniaco e che non voleva farmi del male, al contrario che era stato lui a soccorrermi, questo mi fece pensare che forse avevo avuto una specie di incidente e che lui mi avesse trovata o qualcosa del genere, ma perché portarmi a casa? Perché non chiamare i soccorsi? Era un medico forse? In fondo la fasciatura che avevo alla spalla sembrava fatta discretamente bene quindi era anche probabile che fosse così. Il fatto che mi avesse tolto i vestiti per medicarmi mi fece sentire in imbarazzo, come se fosse una violazione della mia privacy senza il suo consenso, ma alla fine dato che il suo intento era stato quello di medicarmi non poteva fare altrimenti.
    - Sei sicuro di non essere un maniaco o uno psicopatico o qualcosa del genere... Perché in quel caso ti assicuro che so difendermi! - era una balla, non sarei mai stata in grado di difendermi, non in quelle condizioni almeno.

    Phoebe Kenner
     
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    Fred sorrise quando lei gli rispose. Fu un gesto automatico, non tanto perchè era contento o ilare, quanto per la sua precisazione sul sapersi difendere.
    "Non sai quanto potrai tra poco..." sospirò pensandolo. "Ok, entro e mi fermo sulla porta dopo averla chiusa, ok? Non voglio certo farmi male..."
    Entrò e come aveva detto richiuse la porta alle sue spalle, non perdendo di vista la ragazza.
    "Sono Fred, Fred Gorgered. Ti dico subito che sei liberissima di andartene quando vuoi, ma prima io e te dobbiamo chiacchierare un attimo..." disse, immobile davanti alla porta, a circa due metri dal letto. "Vedo che ti stai riprendendo e sei già in grado di sollevarti. Immaginavo, avevo sentito quelle storie sul sangue degli Antichi, ma credevo fossero storie, appunto..." sospirò triste. Guardò una sedia poco lontana dal letto, ma comunque a una distanza che avrebbe dovuto ispirare un senso di non pericolo nella ragazza. "Posso sedermi? E' stata una lunga notte per entrambi, credo..."
    Se gli avesse detto di sì si sarebbe seduto per poi parlare, altrimenti sarebbe rimasto dove era e avrebbe comunque parlato.
    "Un lupo ti ha morso la notte scorsa, lasciandoti dei profondi segni sulla spalla. Segni che probabilmente spariranno nel giro di pochi giorni, forse di uno visto che il lupo era quello che si potrebbe definire un Antico. Non era un lupo normale, ma una creatura che probabilmente consideri solo un mito dei film dell'orrore." si osservò le mani, vedendosele davvero sporche di sangue, il sangue di Phoebe. Sospirò affranto. "Cosa sai dei licantropi?"
    Friedrick (Fred) Gorgered
     
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