Buon non-compleanno!

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    Era stato un periodo molto impegnativo per lei, tra esami, lezioni, e rintanarsi in biblioteca a studiare, aveva avuto veramente poco tempo per fare tutto, era già tanto se riusciva, qualche volta ad andare nella foresta, ad incontrare le altre fate; la vita da umana l'aveva assorbita completamente, anche se mai si era dimenticata chi fosse e da dove veniva, sebbene alcune volte voleva tornare a poter volare, ma lasciare polvere fatata in giro non era il caso. Un po' per curiosità, un po' per non pensare allo studio, e alla nostalgia di casa, aveva lasciato il suo nome per una caccia alle uova; era una strana usanza degli umani, che durante il periodo pasquale, la gente cercasse le uova in giro per la città, a coppia e chi trovava quello d'oro vinceva; le pareva divertente, ma non aveva un compagno, quindi attendeva che fosse estratto qualcun'altro per fare coppia per lei, la cosa non era facile per lei, interagire con gli altri, ma ci avrebbe provato, e forse avrebbe potuto anche fare amicizia. Era una giornata assolata, e già un po' di persone si erano ritrovate al punto di ritrovo, chi già accoppiato, e chi come lei, no, sarebbero stati dati dei bracciali, e quelli dello stesso colore avrebbero fatto coppia; ci mise un po' a trovare il suo compagno di avventura; finchè non vide al polso di una ragazzo il medesimo colore, era lui! L'aveva già visto a qualche lezione, probabilmente avevano dei corsi in comune, e quindi sfoderò il suo miglior sorriso avvicinandosi a lui; in realtà non sapeva neanche lei cosa dire, lei aveva fatto quella caccia alle uova senza pensare a tutto ciò che sarebbe capitato, e sperava che Cody fosse a più agio di lei in quella situazione.

    Rebecca Rose Backer
     
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    Cody era arrivato a Vancouver ormai da circa tre o quattro anni, non che venisse da poi così distante, in realtà era nato a qualche chilometro di distanza, in un paesino non degno di nota. Ma con la scusa che non era un ragazzo normale (così dicevano i genitori), egli era costretto a girare. Che avessero ragione non c’era alcun dubbio, il loro figlio era infatti speciale, anche se loro non si riferirono mai a lui con quel termine utilizzando piuttosto il primo. Ebbene sì, non erano proprio dei genitori amorevoli, anzi tutt’altro. Fin dalla sua nascita era sempre lasciato solo, non si erano mai presi cura di lui e quando a 16 anni il ragazzino scoprì una enorme stranezza su di se, passò mesi e mesi prima di decidersi a parlarne con loro; del resto aveva paura di parlarne con chiunque, ma credette che almeno la sua famiglia, lo comprendesse e lo “consolasse”. In pratica egli era in grado di trasformarsi in un arbusto inizialmente, poi in un albero. Era strano già di per se che il suo corpo mutasse così, ancora più strambo era in fatto che potesse camminare, muoversi, pensare e comunicare, anche se solo con una frase incomprensibile a chiunque. I genitori lo additarono subito come anormale, solo con gli anni invece iniziò a sentirsi più speciale che anormale, grazie a persone che gli stettero vicine, persone speciali come lui. Scoprì di essere un Mutaforma, però ancora più speciale in quanto si sapeva che i Mutaforma erano in grado di assumere le sembianze di un animale, e uno solo; lui invece diveniva un albero. E come gli alberi la sua crescita era molto lenta, per questo motivo continuava a restare giovane, nonostante gli anni passarono. Per questo motivo fu costretto a spostarsi di posto in posto ogni tot, cosa che aveva già iniziato a fare una volta scappato dalla propria famiglia, che mai lo cercarono.
    Ora di anni ne erano passati parecchi e aveva iniziato una nuova vita a Vancouver dove aveva conosciuto un altro Mutaforma, Rocket, che si poteva trasformare in un procione antropomorfo. Studiava al college della città biologia e si era fatto una schiera di amici ristretti, dal momento che comunque rimaneva essere un ragazzo piuttosto timido.
    In quei giorni si andava a parlare di una caccia all’uovo per Pasqua organizzata dalle scuole della città, e trovo subito interessante parteciparvi insieme a Rocket, il quale però gli diede buca la sera precedente. Il ragazzo decise ugualmente di parteciparvi, sapeva che si poteva andare anche “spaiati” è che avrebbe trovato lì il proprio partner. Fu così che una ragazza gli si palesò davanti mentre si stava sistemando il braccialetto per poi individuare chi avesse il suo stesso colore. E a quanto pareva era già stato trovato. La ragazza sorridente l’aveva già notata più e più volte al college, seguivano gli stessi corsi e comunque aveva acceso la sua attenzione perché in lei sentiva qualcosa, che però non sapeva dire cosa.
    Salve fece cordiale trattenendosi dal dire il suo nome; lo conosceva ma diceva fare finta di nulla. Cody si presentò allungando la mano in avanti.
    Cody Groot


    Edited by woozy. - 30/3/2018, 13:04
     
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    Nonostante fosse, una tipa allegra e solare, faceva ancora fatica, nonostante il tempo ormai passato come umana, a stringere amicizie così facilmente come le sue coetanee; che poi anche quello era discutibile, visto che loro non avevano il potere di trasformarsi in fata quando volevano, e un po', di tanto in tanto, le mancava quella semplicità in cui vivevano, ed anche l'albero da cui era nata, unico nel suo genere, il cui viso riusciva ad esprimere emozioni che parevano umane, chissà come stava... E alla fine dovette chiudere con quei pensieri, visto che il suo compagno, era lì davanti a lei, un biondino che stava sempre insieme ad un altro ragazzo, che però oggi non c'era, forse non faceva per lui, erano complicati sentimenti degli umani!
    Alla fine il ragazzo si presentò, e finalmente si ricordò di lui, e mentre gli stringeva la mano ebbe una strana sensazione, come se lo conoscesse, non solo per averlo visto in giro per le aule, ma anche per altre, ma non riusciva a connettere il dove e il quando, e più si sforzava di ricordare più le immagini erano sfocate.
    Rebecca
    Gli sorrise presentandosi, rendendosi conto che aveva la mano sudata, visto un po' l'imbarazzo. Nonostante le venisse detto spesso, che era una bella ragazza, lei non ci aveva mai creduto, e nessun ragazzo si era mai avvicinato a lei; Cody era praticamente il primo, eppure, stranamente, si sentiva a suo agio con lui, poteva anche essere perché studiavano materie simili, comunque non lo sapeva, forse l'avrebbe scoperto quel giorno; al momento voleva solo fare quella caccia alle uova e divertirsi.
    Pronto ad iniziare?
    Chiese al ragazzo, mentre prendeva il cestino per le uova; lei era euforica e sperava che lui fosse felice quanto lei di essere lì, non aveva voglia di avere vicino qualcuno che le facesse perdere il buonumore.


    Rebecca Rose Backer
     
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    Cody invece stringeva amicizie con una grande semplicità visto il suo carattere solare e allegro e la voglia di avere sempre più amici, nella speranza di trovare un bel gruppetto con cui condividere di tutto. Ovviamente doveva andare cauto perché doveva cercare persone speciali come lui, altrimenti come avrebbe potuto spiegare loro ad esempio che la sua crescita era rallentata? Quindi alla fine non risultava poi così semplice il fatto di stringere fino in fondo delle vere e belle amicizie.
    I due ragazzi si strinsero la mano e Cody percepì qualcosa di insolito con quel tocco, insolito ma sicuramente piacevoleRebecca si presentò lei e il suo cuore ebbe un piccolo sobbalzo. Quel nome, così come effettivamente il suo volto, gli pareva familiare, ma forse si stava solamente sbagliando o confondendo; anche se quel tocco gli dava da pensare.
    Pronto ad iniziare? chiese allegra dirigendosi verso il cestino della raccolta delle uova, e lui annuì con la testa.
    Ci sono due piste da seguire...La tana del Bianconiglio oppure il Labirinto della Regina di Cuori... fece lui leggendo le istruzioni che davano all’inizio. Preferenze...? ed entrambi i ragazzi posarono gli occhi sul cartello che indicava la strada per il Bianconiglio. Forza! Per di qua allora! esclamò il giovane addentrandosi fra i cespugli e la natura. Lo scopo della gara era quello di raccattare più uova possibili e molte erano le coppie che avevano già il cestino occupato da qualche uovetto. Cody era un Mutaforma, poteva assumere le sembianze di un albero, per cui per lui non sarebbe stato affatto difficile comunicare con la natura intorno a se per farsi suggerire su dove trovare le uova. Ma egli era una persona trasparente, leale a cui non piaceva affatto barare, e per questo motivo decise di fare tutto da solo (si beh, ovviamente aiutato da Rebecca!).
    Camminando per poco schiacció un uovo a terra. Si abbassò così a raccoglierlo e ne scoprì altre tre. Heilà Reb! Guarda qua cosa ho trovato! esclamò accucciandosi a raccogliere le uova che poi depose nel cestino di vimini. Poi portò il suo sguardo oltre la ragazza e sopra un ramo ne vide un altro. Presto vieni qui! Sali sulle mie spalle e prendi quell’uovo! esclamò mettendosi sotto il ramo in questione.
    Cody Groot
     
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    Veramente era imbarazzata, non sapeva come comportarsi, era difficile con i ragazzi, anche troppo, eppure come si era presentato Cody, in quella sua maniera così naturale, era riuscito a farla sciogliere un po', e quindi era facile per lei, sorridergli ed annuire le sue parole, quando decisero di andare verso la Tana del Bianconiglio; lui era molto deciso, e non si faceva intimidire da tutte le persone che erano già lì, ed anzi, aveva raccolto la sfida e si vedeva che voleva vincere. Lei come fata, non aveva idea, almeno non così delineata, di come ci relazionasse con le persone, e nonostante dimostrasse meno di 20 anni, ne aveva almeno 10 in più, e questo non era facile da spiegare alla gente, che comunque la prendeva per pazza; e la polvere fatata era talmente ricercata, che lei se si fosse rivelata come fata, non sarebbe uscita incolume, se qualcuno l'avesse catturata. Ma scosse la testa, non doveva avere quei pensieri negativi durante quel giorno, era una giornata per divertirsi, festeggiare la Pasqua in arrivo, e difatti adorava il cioccolato! E difatti poco dopo, fu chiamata da Cody, che aveva trovato varie uova, lo guardava stupita e felice, mettendole al sicuro nel cestino, perchè non si rompessero.
    Bravissimo
    Gli disse sorridendo, guardando il loro bottino; e poi ne avvistò un altro, su un ramo, sperava con tutta se stessa di non doversi arrampicare, e allo stesso tempo di non aver messo la gonna, per non dare spettacolo.
    Che occhio da falco!
    Era contenta che ne avesse visto un altro; e un po' meno quando non ebbe scuse per arrampicarsi, visto che Cody si era già preparata per farla salire.
    Sono pesante, ti ho avvertito!
    Non voleva prendersi responsabilità, e l'unica cosa che sperava, è che non la facesse cadere, mentre ripensava al nomignolo che le aveva dato, e le tornò in mente un ricordo lontano, di qualcun altro che l'aveva chiamata così; tutti la soprannominavano Revy, nessuno Reb, eppure non riusciva a ricordarsi il quando e il dove, e la cosa le dispiaceva, c'era il perchè sentiva un legame con quel ragazzo, era come un puzzle da assemblare i pezzi, per avere un'immagine unica. Intanto era salita sulle sue spalle, afferrandosi per bene, mentre lui si sollevava, e lei allungava la mano, sempre di più per arrivare all'uovo; dovette sforzarsi un po', ma alla fine eccolo nella sua mano.
    Preso!
    Disse trionfante, con l'uovo in mano, ora non mancava altro che la facesse scendere; se fosse stata una fata sarebbe stato più facile, ma come umana non è che avesse, tutta questa coordinazione.


    Rebecca Rose Backer
     
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    Cody e Rebecca erano molto più simili di quanto potessero immaginare ma la cosa più importante era che a loro insaputa erano legati in un modo molto profondo, che prima o poi lo avrebbero ovviamente scoperto. Non fu un caso quindi che al tocco di mani entrambi avevano percepito qualcosa di strano, di piacevolmente strano in realtà, che però al momento non potevano di certo capirne il motivo. E sinceramente Cody fece finta di nulla, supponendo che si trattasse solamente di mera casualità; forse perché era una bella ragazza ed era solamente eccitato di conoscere una così bella ragazza!
    Bravissimo esclamò la ragazza quando egli ebbe trovato già le prime uova. Certo che Rebecca aveva proprio un bel sorriso...Che occhio da falco! notó quando il ragazzo le aveva indicato l’uovo sopra l’albero, non immaginandosi ovviamente che era stato proprio l’albero ad indicargli l’uovo.
    Sono pesante, ti ho avvertito! fece lei quando capì di diversi arrampicare su di lui, che per altro era proprio gracilino, anche se Rebecca poté costatare che di forza ne aveva molta e soprattutto era ben saldo, proprio come un tronco di un albero.
    La Fata dunque salì sulle sue spalle e nuovamente il Mutaforma sentì quella piacevole sensazione, questa volta ancora più pressante. Il fatto che ella fosse sopra di lui esercitó in Cody una strana sensazione di deja-vu, questa volta un po’ impossibile da non pensarci. Ma valá che sei leggera come una Fatina!! esclamò lui aggrottando poi lo sguardo pensieroso sul perché avesse fatto proprio quel paragone. Solitamente si diceva leggera come una piuma, non come una Fata!
    Preso! l’esclamazione felice di lei lo distrasse dai pensieri.
    Misero poi l’uovo nel cesto e proseguirono la caccia. Poco dopo si ritrovarono davanti ad un bivio, uno tutto pieno di erbacce e ciotolame, l’altro sembrava quasi asfaltato. Davanti ad esso c’era il Bianconiglio, o meglio qualcuno vestito dal personaggio di Alice nel paese delle Meraviglie, il tema della gara.
    Puoi imboccarmi anche senza usare il cucchiaino, chi sono? disse loro cantilenando le parole facendo capire che la soluzione dell’indovinello li avrebbe portati a scegliere il bivio corretto.
    La strada! rispose subito Cody guardando prima un sentiero poi l’altro. Sicuramente il percorso che sembrava asfaltato era la “strada” da prendere. Il Bianconiglio lì fece passare per di la.
    Spero di aver fatto giusto! Ahah esclamò il giovane rivolto a Rebecca.
    Cody Groot
     
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    Stare vicino a Cody, le dava una tranquillità che, da quando era tra gli umani non aveva mai avuto; se solo avessero saputo chi erano, e in realtà da quanto si conoscevano, praticamente da sempre, eppure per quanto fossero vicini, nessuno dei due riusciva a ricordarsi il passato, come se quel periodo fosse stato relegato nella loro mente, in un oblio, e per quanto si sforzasse, almeno lei di ricordare, non ci riusciva. Quindi si limitava a pensare che, fosse solo il momento, di loro due assieme, ma non riusciva a scrollarsi di dosso quel pensiero, che loro due in realtà si conoscessero sotto altre spoglie. E mentre stava prendendo l'uovo, sulle spalle di Cody, che la teneva in equilibrio senza molti problemi, con una forza, che proprio non si aspettava da lui; fece un paragone che la lasciò senza parole, l'aveva paragonata ad una fatina. Poteva usare altre parole, eppure aveva scelto proprio quella, non poteva essere una casualità, era troppo vicino alla verità, per esserlo.
    Devo essere proprio piccola e graziosa
    Disse sorridendogli, non doveva in alcun modo darci peso, se no, non si sarebbe goduta la giornata. Intanto erano andati avanti, e si erano imbattuti in un bivio, con qualcuno vestito da Bianconiglio, che trovò un po' inquietante, e fece un indovinello, cosa in cui lei era davvero una frana, e tirò un sospiro di sollievo quando rispose sicuro Cody, e presero la strada più sicura; quella asfaltata.
    Sei bravo con gli indovinelli, io mi fido di te
    Lo seguiva, certa delle sue parole, con il cestino delle uova, lungo la strada. Non ne conosceva la motivazione, ma sapeva che di lui si poteva fidare.
    Io e te, abbiamo frequentato dei corsi assieme. Cosa studi?
    Le venne in mente dove l'aveva visto, e le faceva piacere parlare, e sapere qualcosa di più su di lui, voleva conoscerlo più a fondo, e aveva una scusa sul fatto che entrambi erano studenti, avevano già un punto in comune. Che il destino avesse giocato con loro, affinché si incontrassero, quel determinato giorno?!?


    Rebecca Rose Backer
     
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    Più passavano i minuti e più a Cody sembrava che ci fosse qualcosa in quella ragazza che potesse in qualche modo essere ricollegata a lui ma più si sforzava di capire e meno ricordava. Era come se ci fosse stato un vuoto che non riusciva a riempire. E più passavano le ore e più si rendeva Conte che non potesse trattarsi solamente di un’impressione.
    Devo essere proprio piccola e graziosa fece lei al paragone che Cody le fece con una Fata. Al mio confronto dire proprio di sì! Ahah... esclamò lui sorridente. Cody del resto era gracilino ma era anche piuttosto altino. E come un albero, non possedeva proprio una graziosità innata, anzi. Dall’aspetto del ragazzo uno si poteva pensare che egli fosse gracile, fragile e pure grazioso dato quel faccino adorabile che possedeva, invece era tutt’altro. Forte, saldo e ben piazzato come un tronco d’albero e sgraziato al punto giusto, senza cioè andare troppo nella sgraziosità.
    Sei bravo con gli indovinelli, io mi fido di te fece dopo che Groot rispose al l’indovinello posto dal Bianconiglio. Il ragazzo sorrise, non era proprio bravissimo con gli indovinelli, però gli sembrava plausibile quella risposta, in quanto doveva servire ad individuare la strada corretta. Gli fece poi un’enorme piacere sentir dire da lei che si fidava di lui. Anche qualcun altro in passato glielo diceva sempre...O almeno così si ricordava. Ma non riusciva a capire chi... e di sicuro non i suoi pessimi genitori...Però si ricordava una persona vicina a lui...
    Io e te, abbiamo frequentato dei corsi assieme. Cosa studi? fece lei mentre entrambi stavano raccattando più uova possibili. Io studio biologia te invece? chiese. Non conosceva il corso di studi di Rebecca ma sapeva a che corso scesero frequentato insieme. Abbiamo frequentato il corso di micologia insieme, giusto? esclamò senza guardarla in volto perché piuttosto impegnato a raccogliere un uovo verde mescolato fra i cespugli. Per fortuna terminato la scorsa settimana, non mi piaceva la professoressa Pompidour! fece tirando fuori l’uovo. E quando stava dicendo che era felice di non frequentare più quel corso, qualcosa dentro di lui non pareva proprio felice. La sensazione che provò infatti era più sul malinconico (perché non avrebbe avuto più il corso con lei...).
    Cody le indicó poi uno spiazzo in cui poter trovare svariate uova e infatti fu proprio così. Ehi guarda qua!!! fece prendendo più uova possibili, insieme ad altre coppie. Chi era più veloce si accaparrava più uova!
    Cody Groot
     
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    Cercò di non pensare a quello che stava succedendo, sul fatto che, c'era qualcosa fra di loro a cui, non riusciva a dare spiegazioni, sorridendo divertita alla battuta di Cody.
    Ma non è vero, manco fossi un vecchio albero
    Rispose alla sua battuta, con un'altra, ed anche lei aveva scelto uno strano modo di paragonarlo, eppure era stato il primo a venirle in mente. Forse Cody dimostrava di essere qualcuno, che in realtà celava un'altra identità, un po' come lei che in realtà era una fata, piccola, leggera e veloce, con una passione spropositata per le natura, che alla fine era la sua casa. Il ragazzo le sorrise, e lei arrosí, era molto carino, e sperava che dopo quel giorno la invitasse ad uscire, gli ispirava fiducia, e di certo non era qualcuno legato al suo popolo, nessuna delle sue sorelle avrebbe mai detto che si fidava di lei, anzi, era proprio l'ultima fata che voleva avere a che fare con loro, o prendersi certe responsabilità; quindi perché proprio lui?!?
    Studio botanica
    Cody la distolse, fortunatamente da quei pensieri, dandole il pretesto per parlare di altro, e capiva ancora di più dei corsi assieme, le loro due materie avevano dei punti in comune, come Micologia, interessante ma la professoressa era davvero noiosa con le sue spiegazioni.
    Ora mi ricordo, avevamo fatto anche un lavoro di gruppo assieme; la professoressa Pompidour è una delle migliori nel suo campo, ma le sue lezioni sono soporifere
    Sospirò, pensando a quanto quel mondo fosse interessante, ma come rischiava di prendere sonno alle sue lezioni. Ed intanto Cody trovava altre uova, il cestino, per loro fortuna, era pieno grazie a lui, e si ritrovarono in uno spiazzo, con molte altre coppie, che si stavano accappigliando per prendere più uova possibile, e difatti non persero tempo; buttandosi nelle mischie, e si fece spazio, prendendo tra le braccia tutte le uova che riusciva a tenere, senza romperle; si divertiva, era felice, ed era in coppia con un ragazzo carino, e con cui era subito andata d'accordo, si reputava davvero fortunata quel giorno.
    Muoviti dai, che se no, prendono tutti gli altri
    Gli prese la mano, per portarlo dove aveva visto più uova, e perché le piaceva la sensazione della sua mano nella sua, continuandogli a sorrise, non sapeva come mai, ma riusciva a metterle in buon umore.

    Rebecca Rose Backer
     
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    Ma non è vero, manco fossi un vecchio albero esclamò lei stranamente trovando quel paragone giusto cui però Cody non ci pensò più di tanto; più che altro credette che fosse semplicemente un caso che l’avesse paragonato a quello che era in realtà.
    Studio botanica rispose Rebecca a proposito degli studi che faceva e il ragazzo rimase estasiato da quella risposta. Botanica poteva anche essere lo studio degli alberi, lo studio quindi di quello che era lui...
    Ora mi ricordo, avevamo fatto anche un lavoro di gruppo assieme; la professoressa Pompidour è una delle migliori nel suo campo, ma le sue lezioni sono soporifere le venne in mente e subito dopo pure Cody si ricordò di quel lavoro fatto insieme ad altri studenti anche di altre facoltà, come appunto Rebecca. Rise poi alla descrizione della professoressa Eh già! Ahah. Per fortuna ora non c’è l’abbiamo più! esclamò lui raccogliendo altre uova da terra.
    Muoviti dai, che se no, prendono tutti gli altri esclamò la ragazza prendendolo per la mano, forse inizialmente non accorgendosi del gesto improvviso e un po’ azzardato che poi la fece sentire meglio. A che Groot sentì una sensazione positiva e piacevole e davvero non riusciva a capacitarsene del motivo. Forse semplicemente trovava che quella ragazza fosse davvero carina e per questo motivo il suo tocco lo rendeva felice.
    Raccolsero più uova possibili e poi il ragazzo indicó un sentiero lì davanti a loro, tutto pieno di cartelli con scritte strane su cui ognuno vi era la parola matto all’interno di vari contesti. Erano così colorati che al ragazzo venne voglia di addentrarsi in quel sentiero che poi si aprì in uno spazio con un lungo tavolo rettangolare su cui sedevano un ghiro (di peluche) che dormiva e una lepre antropomorfa. Il tavolo era allestito con un servizio da te, proprio come nel libro (nel film Disney).
    Cody puntò subito il suo sguardo sull’animale antropomorfo così simile a lui, ma capiva bene essere finto, insomma si vedeva chiaramente che era un costume il suo.
    La Lepre Marzolina si alzò ed iniziò a preparare la tavola per il tè, sotto il grande albero che c’era. E poco più in là vi era allestita la sua buffa casa col tetto di pelo e i comignoli a forma di orecchie. Stella, stellina… canticchiava mentre disponeva le tazze sulla lunga tavola; il Ghiro di peluche era messo su di una sedia e “dormiva” come al solito vicino alla teiera e il Cappellaio Matto (il solito terzo ospite della tavola per il tè) non si vedeva ancora. Mancava poco ormai all’ora del tè: non avrebbe tardato di certo.
    La Lepre Marzolina aveva fatto i conti; oltre alle 9 tazze (ne metteva sempre più del necessario) aveva preparato 9 tartine, 9 vasetti di marmellata e 9 rotolini di burro. Aveva infine versato 9 centilitri di acqua calda nella teiera.
    Erano tre come al solito: lei stessa, il Ghiro e il Cappellaio Matto. Eppure quest’ultimo non si vedeva ancora, piuttosto erano sbucati due ospiti improvvisi: Cody e Rebecca.
    Tutto è pronto! replicò la Lepre Marzolina guardando i due ospiti. Ma solamente per uno di voi! esclamò subito dopo guardandoli di traverso. Non era assolutamente nei suoi piani che ci fossero due ospiti invece che uno solo.
    Cody guardò la ragazza. Cosa avrebbero potuto fare adesso? La Lepre pareva piuttosto seccata...
    Cody Groot
     
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    Continuavano a raccogliere uova, come se fosse una missione importantissima, a cui non si potevano tirare indietro, continuando a riempire il cestino, e divertendosi come due bambini, e poi lui era così, così Cody; non riusciva a descriverlo in un'altra maniera... Era carino, simpatico, studiava una materia che coincideva come la sua, e poi assieme ridevano e scherzavano, come se si conoscessero da sempre, e non che si erano incontrati, da lì a qualche ora. Lui la spronava a trovare più uova possibili, e si imbattevano in sentieri sempre diversi, a lei piaceva, e poi la curiosità era intrinseca nelle fate; seppure era un po' paurosa, lei adorava lanciarsi in nuove avventure, come una strada, dove matto, era la parola che regnava, e non si sarebbe stupita di vedersi sbucare davanti il cappellaio; con il suo cilindro, e gli occhi da pazzo che voleva confezionarle un cappello su misura, eppure non fu quello che trovarono, visto che invece, davanti ai loro visi c'era una lunga tavola, e subito le venne in mente che era l'ora del the. Era tutto ripreso dal classico delle letteratura di Lewis Carol, con un ghiro, giustamente in peluche accovacciato su una sedia a dormire, e la lepre, perennemente agita e nervosa, come se da lì ad un secondo potesse succedere l'apocalisse, tutto ciò la faceva ridere; erano stati bravi a ricreare tutti questi personaggi, e quando alzò la testa su un albero c'era lui, lo Stregatto, a strisce di colori vivaci, ed un sorriso splendente, anche un po' inquietante, che li fissava, i non invitati all'ora del the. La lepre, praticamente non li degnava di uno sguardo, solo quando ebbe preparato tutto l'occorrente, tra teiera, tazzine e tartine, finalmente parlò, dicendo che vi era posto solo per uno, ma non era vero! Nel film, una tazza veniva tagliata metà e quindi era quella la soluzione più semplice. E difatti le venne in mente una citazione, vista nel film molto tempo fa, mentre Alice, parlava appunto con la lepre, che era sempre l'ora del tè, e che lei non poteva prenderne di più, di quello che aveva nella tazza.
    Vuoi dire non puoi prenderne di meno. È facile prendere più di niente
    Rispose alla lepre con un sorriso solare, mentre lo stregatto, alle sue parole ridacchiava, fino a spostarsi, quando l'altro personaggio, preso dalla sua follia gli tirò una tazza addosso, finendo in mille pezzi; per fortuna ne aveva molte altre!
    Buon non-compleanno a me, a te!
    E poi si mise a cantare quella canzoncina, immancabile nel Paese delle Meraviglie all'ora del tè.



    Rebecca Rose Backer
     
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    Cody e Rebecca parevano amici di lunga data, da come parlavano, ridevano e scherzavano. Soprattutto per quanto riguardava la ragazza che era una persona molto timida per lasciarsi andare così con uno sconosciuto; Cody invece era una persona più espansiva, per cui era normale per lui avere così tanta confidenza con una ragazza appena conosciuta. Però mentre stava con lei provava ogni tanto come una sorta di deja-vu, come se già altre volte si fosse trovato con lei.
    Camminando dunque erano arrivati all’ora del tè, ricreata molto fedelmente dagli addetti della gara. C’era tutto il tavolo pronto per l’occorrenza e lo Stregatto era accovacciato su di un tronco a godersi la scena con un sorriso ambiguo. Lui e la Lepre sembravano aspettare qualcuno, o forse no!? Difficile da dirsi...Poi la Lepre si rivolse ai due ospiti dicendo loro che ne aspettava solamente uno, Cody non aveva mai visto Alice, per cui quella scena non la conosceva affatto. Di quel cartone conosceva i personaggi, del resto chi non li conosceva!?, la trama, ma poi le scene non le poteva di certo sapere...Inarcò quindi uno sopracciglio sperando che la sua partner al contrario suo l’avesse visto, o avesse letto il libro...
    Vuoi dire non puoi prenderne di meno. È facile prendere più di niente esclamò Rebecca tutta soddisfatta con un enorme sorriso. Lo Stregatto rise e la Lepre gli lanciò contro una tazzina di te, frantumandola così in mille pezzi.
    Buon non-compleanno a me, a te esclamò infine la ragazza, frase tipica di Alice che anche Cody conosceva. Lo disse canticchiando e il ragazzo fece altrettanto.
    Noi tutti abbiam un compleanno ogni anno
    Ed uno solo all'anno, ahimè, ce n'è
    Ah, ma ci son trecensessantaquattro non compleanni
    E quelli preferiamo festeggiar
    Ma allora oggi è anche il mio non compleanno!
    Davvero?! Com'è piccolo il mondo!
    In tal caso... Un buon non compleanno A me? A te!
    Un buon non compleanno A me? A te!
    Or spegni le candele e rallegrati perché...
    ... un buon non compleanno aaaaaaaaaaaaa
    iniziò a cantare il Bianconiglio mentre preparava quattro tazzine di te affiancate da un piattino con sopra tre ovetti e poi intimò ai due ragazzi di sedersi. E così fecero. Bevvero il te e poi la Lepre disse loro di prendere tutti gli ovetti e di metterli nel loro cestino di vimini. Alla fine i due ragazzi ripresero la camminata alla ricerca di altre uova. Ne trovarono qua e là e alla fine avevano riempito i loro cestini.
    Abbiamo fatto un’ottima lavoro io e te!!! esclamò il ragazzo tutto soddisfatto. Ormai la giornata stava giungendo al termine e Cody si sentì triste per questo motivo. Gli era piaciuta questa gara e ancor di più la compagnia di Rebecca. Fortunatamente egli non era un ragazzo timido per cui gli venne facile chiederle il numero di telefono per poi vedersi ancora. Ti va se uno dei prossimi giorni usciamo insieme? le chiese quindi con naturalezza.
    Cody Groot
     
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    La giornata continuava a rivelarsi un susseguirsi di sorprese inaspettate e folli, aveva (di)trovato un amico quale era Cody, e stava vivendo un avventura nel Paese delle meraviglie, dove stava per bere il the in compagnia dei personaggi bizzarri, eppure divertenti, sebbene il termine più corretto fosse grotteschi. Si ritrovano quindi lì, loro due tra la lepre che li fissava, lo stregatto che sogghignava, e Cody che le reggeva il gioco, mentre il Bianconiglio cantava tutta la canzoncina del buon non compleanno! Era da pazzi, ma come diceva il film: tutto i migliori sono matti; e quindi eccoli lì, a sorseggiare the e a mangiare pasticcini; la lepre presa da uno slancio di ospitalità si offrì di metterle lo zucchero nel the, e la fermò appena in tempo prima che la sua bevanda sapesse solo di quello, risero e chiacchierano, guadagnando anche altre uova, che andarono a riempire il loro cestino, già colmo.
    Si mi sono divertita tanto
    disse con un sorriso a 32 denti guardando il ragazzo. Sapeva che ormai la giornata era al termine, e che quindi dovevano salutarsi, era triste ma non aveva il coraggio di chiedergli di vedersi ancora, e mentre lo salutava; Cody la precedette, proponendole di vedersi ancora. Lei rimase basita, e ci volle qualche secondo che rispondesse, stava boccheggiando come un pesce fuor d'acqua, divenne rossa, perché era completamente in aspettato, e quando riprese la calma, annuì.
    Mi piacebbe molto
    Era davvero felice che gliel'aveva chiesto, e non vedeva l'ora di rivederlo, non sapeva perché ma sentiva un legame con lui, come se si conoscessero da sempre. Si misero d'accordo per sentirsi in quei giorni, per quando trovarsi, prima di salutarsi, e lei tornò nel suo appartamento con un sorriso da ebete stampato in viso, in quel momento era al settimo cielo, perché un ragazzo carino e simpatico, le aveva chiesto di uscire.



    Rebecca Rose Backer


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