Meglio un libro, o un uomo?

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    In quel periodo, annoiata un po' tutto quello che la circondava, aveva deciso di darsi alla lettura, dopo aver vagliato un po' tutti i generi che le librerie le avevano messo a disposizione, come i vari commessi che non erano stati indifferenti al suo fascino; aveva optato, in uno slancio di umanità di optare per il romanticismo; in realtà lei data la sua età così "giovane", l'aveva anche vissuto nei salotti sia nobili che borghesi, a cavallo fra l'800 e il 900, ma aveva sempre avuto una forte curiosità di sapere com'era stato descritto nei libri. Aveva quindi cercato i libri che più l'avrebbero ispirata da leggere, ed era stato difficile, si era dimenticata di quanto tali scrittori riuscissero a far divenire le cose semplici complicate, quali l'amore e la giustizia divina, e quindi optò, infine per un russo geniale, che non aveva mai avuto il dono della sintesi Lev Tolstoj. Molti erano i libri che aveva scritto, di cui, vedendoli, alcuni potevano essere usati come armi contundenti dato il peso e la dimensione; Guerra e Pace ne era un chiaro esempio, ma lei ne aveva già puntato uno, che come storia, e personaggi, un po' di avvicinavano a lei: la protagonista non voleva essere costretta nelle convenzioni sociali, e sceglie un uomo che in realtà la fa più soffrire che stare bene, quindi fu quello il libro scelto.
    Il giorno in cui, su Vancouver la primavera aveva fatto la sua entrata, e pensò che Persefone e Demetra, si erano ricongiunte, ponendo fine all'inverno; lei uscì, diretta a Stanley Park, un po' un Central Park canadese, e notò che non era stata l'unica ad avere quella stessa idea, ma riuscì in una panchina, un po' distante dalla folla, coperta dalle fronde degli alberi, e quindi all'ombra, ad immergersi nella sua lettura; china sulle pagine a leggere quel libro che aveva ispirato film e commedie e che ora, forse, poteva ispirare anche lei.
    Anche se era un po' triste essere in compagnia di un libro, anziché di un uomo, e sperava che, se qualcuno l'avesse vista lì solo a leggere, sarebbe venuto a parlarle, o almeno questo era il suo piano; chissà se aveva ancora il tocco, o doveva impegnarsi di più, intanto aveva solo 2000 pagine da leggere, era meglio iniziare.

    Lamia/ Keira
     
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    Per quella mattina avevo stilato un programma niente male, poltrire beatamente sulla poltrona in salotto tutto il santo giorno. Ma i miei piani cambiarono drasticamente quando ricevetti una chiamata da parte di un mio collega di lavoro, un ottimo amico, nulla da ridire, ma a volte era fin troppo insistente su determinate cose. A dire il vero non posso, ho una lista infinita di cose da fare in casa e non credo di poter venire La sua proposta era di andare a fare una corsa a Stanley Park, di muoverci un po' dato la bella giornata che c'era. Tentai più volte di dissuaderlo, di dirgli di no trovando più e più scuse, ma alla fine cedetti, tutti i tentativi che avevo fatto erano risultati vani con lui. D'accordo, ti aspetto Ero scocciato ? abbastanza. Salì al piano superiore nella mia stanza per cambiarmi, mettendomi qualcosa di più adatto, non potevo di certo andarmene in giro in pigiama, no ? Addio giornata tranquilla
    Dopo un buon quarto d'ora arrivò Andiamo ? chiusi la porta di casa e ci incamminammo verso la nostra destinazione. L'aria era abbastanza calda, ormai la bella stagione era arrivata spazzando via del tutto le uggiose giornate invernali.
    Appena arrivati iniziammo con un po' di riscaldamento e nel mentre, notai con piacere quanta gente vi fosse presente in quel luogo, chi come noi era intento a fare un po' di corsa, chi semplicemente a fare una passeggiata e chi portava a spasso i loro cani. Sei pronto? mi chiese riportando la mia attenzione su di lui, mi limitai semplicemente ad annuire con un cenno della testa, no, non ero pronto, non volevo correre, non volevo essere lì. Certamente mentì spudoratamente, non potevo fare altrimenti.
    Corremmo per quattro volte attorno al parco cercando di non farlo troppo velocemente, al quinto giro, il mio amico si fermò prendendo il telefono dalla tasca dei pantaloni della tutta Dammi un secondo. Peccato che quel secondo si trasformò in un quarto d'ora di urla e imprecazioni contro qualcuno, catturando purtroppo l'attenzione dei passanti. Devo andare, è successo un casino a casa, a quanto pare il mio vicino ha combinato qualche pasticcio Evitai di chiedere cosa avesse fatto, altrimenti mi avrebbe trascinato con lui a controllare, mi finsi dispiaciuto per l'accaduto, mettendogli una mano sulla spalla Tranquillo, ci rifaremo . Una piccola parte dentro di me esultava dalla gioia, dalll'altra, avrei preferito sotterrarmi come uno struzzo dalla vergogna. Dopo esserci salutati se ne andò, lasciandomi da solo. Notai che vicino a noi, vi era una giovane seduta su di una panchina intenta a leggere qualcosa, mi avvicinai Spero che il mio amico non l'abbia disturbata con le sue urla ,anche se non avevo fatto, da una parte mi sembrava giusto chiudere scusa.


    Gabriel Moore
     
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    Di tanto in tanto, si distraeva dalle sua lettura guardando gli uomini che correvano, se c'era qualcuno che potesse essere di suo interesse; come un gatto che puntava il topo; e qualcuno si accorgeva del suo sguardo, sorridendole a sua volta, e la scena più divertente, fu quando, uno di questi, accorgendosi del suo interesse verso di lui era andato dritto contro un tronco, mentre lei scoppiava a ridere, e lui se ne andava correndo, molto più veloce di prima. Un leggero venticello si era alzato da quando era arrivata, muovendo le fronde degli alberi, smuovendole appena, e non facendo sentire troppo il calore primaverile, non che a Vancouver fosse poi così caldo... Quindi era tornata a cercare di capire Tolstoj, e ciò che definiva romantico; quando fu interrotta, con anche un po' di fastidio da un uomo che parlava a voce alta al telefono, stava sbraitando contro qualcuno, e i toni non erano di certo amichevoli verso chi era dall'altra parte del telefono, che maleducato, ormai erano pochi quelli che conoscevano le buone maniere, ed il rispetto per gli altri; si mise a guardarli, soffermandosi su entrambi, e sull'uomo, vicino a quello che stava parlando al cellulare che sembrava volersi sotterrare, e la cosa la fece sorridere, capendo praticamente da subito che tipo era e come avrebbe potuto attaccare bottone con lui. Il suo modo di porsi, era completamente diverso dal suo amico, era pacato, e se non era il tipico "bello", era un uomo davvero affascinante, anche se vestito sportivo, avrebbe volentieri chiacchierato con un persona così, e stava pensando a come fare, quando lui l'anticipò scusandosi per la maleducazione del suo conoscente; e lei scosse la testa, non doveva porgerle le scuse per una cosa che non aveva fatto, ma il gesto era molto apprezzata, da una tipa da un certo punto di vista all'antica, come lei.
    Non si deve scusare per lui
    Scosse la testa e gli sorrise, mentre chiudeva il libro, mettendo il segnalibro dove si era fermata.
    E' davvero una bella giornata, anche se io non sono tipa da sport, come lei
    Aggiunse poi, per iniziare a chiacchierare con lui, con una scusa come un'altra, quale era il sole su Vancouver e il loro incontro a Stanley Park. In realtà aveva già compreso chi aveva di fronte, ma avrebbe flirtato con lui, d'altro canto dipendeva però, da ciò che voleva fare Gabriel con lei. Lamia diveniva la donna che tutti desideravano, e lui non avrebbe fatto eccezione, se voleva un uomo, lo avrebbe fatto suo!

    Lamia/ Keira
     
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    Fu un sollievo sentire le parole di quella ragazza, non se l'era presa per il comportamento inadeguato del mio amico. La fase d'imbarazzo stava man mano svanendo, mi sarebbe servita come lezione, mai più in luoghi pubblici e all'aperto assieme a lui. Per fortuna mi andò bene, litigare con qualcuno era l'ultima cosa che mi serviva quel giorno.
    Rimasi ad ascoltare quello che la giovane aggiunse poco dopo, effettivamente non aveva tutti i torti. Il tempo quel pomeriggio era magnifico, anche se niente e nessuno mi smuoveva dell'idea di passarlo tra le tranquille mura di casa mia. Hai perfettamente ragione, era ora che arrivasse la primavera.
    Portai lo sguardo su di un albero posto difronte a noi, osservandolo attentamente. Ora che ci pensavo, da lì a breve sarebbe arrivata l'estate. E l'estate portava con se un piccolo dettaglio molto fastidioso, il caldo!
    Dovrò prendere un condizionatore. Senza rendermene conto parlai ad alta voce, una cosa che dovevo assolutamente prendere sarebbe stato appunto un condizionatore da mettere in casa. Bel libro quello che stai leggendo , feci finta di niente portando l'attenzione sul libro che fino a qualche minuto aveva stretto tra le mani. E' lo stesso che ho regalato a mia madre per Natale, ho dovuto girare ben tre librerie per trovarlo. Ricordavo ancora le peripezie per trovare quel libro, tre librerie e nessuna lo aveva, o semplicemente lo avevano esaurito, ovviamente mi ero ridotto all'ultimo giorno come al solito, fu una piccola bottega a salvarmi. Oh beh, allora non sono l'unico a cui non piace particolarmente lo sport, da una parte mi sento sollevato. La donna confessò di non essere portata per lo sport, sentire che non ero l'unico mi faceva sentire meno “ strano ” . Sapevo che muoversi un po' faceva bene alla salute, ma io, avevo una filosofia del tutto diversa. Perché far tanta fatica quando si poteva tranquillamente impiegare il proprio tempo per fare qualche altra cosa più importante? . Posso ? , mentre chiedevo se potevo sedermi accanto a lei, la fissai per qualche istante, senza dare troppo nell'occhio, era davvero una bella ragazza. A dire il vero non dovevo nemmeno essere quì oggi, sono stato trascinato fuori di casa per far contento un amico, vieni spesso da queste parti ? Una piccola domanda, una piccola curiosità. Non ero solito ad andare in quel parco, con la compagnia che avevo passavamo molto più tempo fuori città.

    Gabriel Moore
     
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    Sapeva farci con gli uomini, ed ormai questo era appurato da millenni, lei non si faceva sfuggire nessuna occasione se un uomo le interessava, come in quel caso, e nonostante fosse gentile e socievole, i suoi fini erano altri; lei utilizzava l'amore, o comunque quel tipo di sentimento come un mero mezzo per placare la sua fame di malizia, e l'uomo con cui stava parlando, poteva essere una valida soluzione. Poi non c'era nulla di male in una sana e tranquilla discussione, a primo impatto gli pareva un uomo che sapeva come porsi, soprattutto con un tono pacato, e difatti al suo commento sulla primavera, lei annuì, mentre si toglieva gli occhiali da sole, che aveva tenuto fino a quel momento; se Gabriel era vestito in maniera sportiva, anche lei aveva optato per la comodità con jeans, maglietta e scarpe da ginnastica, e per fortuna stava bene, abituata a temperature ben più alte di quelle della cittadina canadese.
    E' una bella stagione
    La primavera riportava la vita sulla terra dopo l'inverno, la cara e vecchia Demetra faceva ritornare a sè sua figlia Persefone, strappandola per sei mesi ad Ade, e con i festeggiamenti con la fioritura e il clima temperato, tipico di quella stagione; chissà se anche il suo interlocutore pensasse la stessa cosa, e il suo istinto le diceva che non era un uomo come gli altri, ma nascondeva qualcosa, e lei raramente sulle sue considerazioni, sul genere maschile, aveva torto. E mentre prendeva tutto ciò che fino ad ora aveva compreso di Gabriel, lo guardò incuriosita dal suo parlare del condizionatore, non era amante del caldo, ed aveva uno stipendio per permetterselo, e non avendo la fede al dito, sapeva quasi certamente che vivesse da solo; ma poi tornò a sorridergli quando cambiò argomento, parlando del suo libro, che si era dimenticata di avere in mano, e le fece piacere un uomo che apprezzasse la letteratura, ed attaccato alla famiglia; lei lo era sempre stato con suo padre.
    Sì è un libro difficile da trovare, ed anche da leggere, ma a volte le cose complicate danno soddisfazioni
    Si riferiva a lei stessa, e difatti si fece un po' pensierosa, ma anche all'uomo e la ricerca di quel libro in più negozi, perchè introvabile; quindi era anche caparbio, ed una persona che raggiungeva i suoi obiettivi; e poi scoppiò a ridere, anche lui, con molta sincerità aveva ammesso che lo sport non faceva propriamente per lui; non si mise a dirle quanto era importante lo sforzo fisico, lo sapevano entrambi, e lei dovette reprimere le battute ambigue che le stavano salendo, forse non era il caso di scandalizzarlo già da subito, ma comunque gli lanciò uno sguardo malizioso, per fargli intendere che altro esercizio, avrebbe fatto volentieri in casa.
    Certamente
    disse poi cordiale, quando le chiese di sedersi, la panchina era pubblica, e stare in piacevole compagnia, in una giornata come quella, era solo una fortuna, sarebbe stata anche stupida a non farlo sedere, ed lasciava a lui l'onore di condurre la discussione, ed intanto ripose il libro nella borsa, per ora aveva finito di leggere.
    In realtà è stato un caso che sia venuta; e sono stata davvero scortese, sono Keira O'hara
    Non fece nessun commento sull'amico di Gabriel, aveva dato abbastanza spettacolo senza aggiungere altro, e non gli chiese se lui frequentasse il parco, aveva intuito che non era molto il tipo; e quindi gli sorrise, presentandosi, e porgendogli la mano, non era da lei non presentarsi; e poi lui era davvero affascinante, soprattutto gli occhi che erano magnetici, era da tempo che non trovava un uomo, con uno sguardo così magnetico. E se anche lei fece finta di nulla, notò come Gabriel l'aveva fissata ed apprezzata, certe cose, nel genere maschile non cambiavano mai...
    E comunque, al parco si fanno incontri interessanti
    aggiunse poi in tono scherzoso, facendo l'occhiolino a Gabriel. Avrebbe sicuramente colto l'allusione, e lei stava già pianificando le prossime mosse, e poi era curiosa di sapere cosa lui pensasse di lei; il linguaggio non verbale diceva molte più cose delle semplici parole.

    Lamia/ Keira
     
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    Rimasi sorpreso quando mi lanciò uno sguardo malizioso a riguardo dell'esercizio fisico.
    Mi spiegò quanto fosse complicato comprendere quel libro. Ora capivo perchè mia madre non lo terminò. L'aveva posato su di una mensola in camera da letto a fare la polvere, dato che erano mesi e mesi che non lo prendeva più in mano.
    La donna, anzi, Keira, per essere precisi, si era presentata allungando la mano verso di me Ti chiedo scusa pure io, che maleducato, Gabriel , delicatamente strinsi la sua a mia volta.
    Si, devo darti ragione, si fanno delle splendide conoscenze, sopratutto quando meno te lo aspetti. Le diedi ragione quando affermò che al parco si facevano incontri interessanti, facendomi l'occhiolino. Sorrisi portando lo sguardo verso su Keira. Con "splendide conoscenze" era rivolto a lei , un modo carino per farle capire quanto fosse bella senza passare per un poco di buono, cosa che tra l'altro non ero. Anche se, ero curioso di vedere come avrebbe reagito a quel complimento. Mi fa piacere poter conversare con qualcuno senza sentire notifiche di telefono o altro, spesso e volentieri mi capita di trovarmi diffondente a persone che danno più attenzione al loro cellulare che alle mie parole. Mi passai una mano tra i capelli. Purtroppo era così, spesso e volentieri mi ritrovavo in quel genere di situazione,di persone che non davano retta ad una mia sola parola pur di controllare il cellulare. Era snervante come cosa, ma non ci potevo fare niente purtroppo.


    Gabriel Moore
     
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    Si trattenne dal ridere allo sguardo sorpreso di Gabriel, non stava forse flirtando con lei? Una frecciatina del genere se la poteva anche aspettare, a lei piaceva punzecchiare su queste cose, non sarebbe andata, almeno per ora troppo al dunque, e non le pareva nemmeno il caso con un uomo, conosciuto da pochi minuti; quindi aveva sondato il terreno con quel semplice sguardo, per vedere la sua reazione, che era un po' quello che si aspettava. Stavano giocando, senza essere troppo diretti, ma capendo molto in fretta che si apprezzavano entrambi per l'aspetto fisico e per le buone maniere; strinse la mano a Gabriel, e poi gli sorrise, aveva compreso che per splendide conoscenze si riferiva a lei, un complimento ben accetto, non volgare e nemmeno troppo diretto, stava giocando bene le sue carte, e questo gli faceva sempre di più guadagnare punti con lei, cosa veramente non facile, visto che era letteralmente una divoratrice di uomini.
    Sono certa che sono persone, che non meritano la tua attenzione, e ti capisco è una cosa davvero fastidiosa quando stai parlando, e non ti guardando nemmeno in faccia, ma uno schermo
    Lo capiva perfettamente, e l'ultima volta che un uomo l'avevo fatto un uomo con lei, durante una cena, il detto: ti stacco la testa a morsi, non erano state semplici parole, ma dei fatti, quando lei era con qualcuno, l'attezione deve essere solo e per lei!
    Poi le venne da sbadigliare e si coprì immediatamente la bocca con la mano, la notte scorsa aveva dimenticato di togliersi gli occhi, quindi era stata preda degli incubi, finché non si era addormentata stremata, riposandosi solo qualche ora.
    Scusa, ho problemi a dormire, ti andrebbe un caffè?
    Prese la palla al balzo, al parlo c'era un piccolo bar che sei tavolini all'esterno, e quindi potevano continuare a chiacchierare, bevendo qualcosa assieme. Il suo tono era amichevole e affabile, sperava solo che Gabriel non le dicesse di no; alla fine ne avrebbe perso lui.

    Lamia/ Keira
     
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    Forse aveva ragione, alcune persone non meritavano affatto la mia attenzione. Sapevo benissimo che non me la dovevo prendere, ma era semplicemente fastidioso quando ciò accadeva « Forse è vero »
    Da quanto avevo potuto intuire, la stessa cosa era successa anche a Keria, non lo disse espressamente, ma lo avevo capito dalle sue parole.
    Poco dopo,la ragazza si portò la mano alla bocca sbadigliando, affermò di avere problemi a dormire, invitandomi a prendere una tazza di caffè. Da buon bevitore di caffeina non potevo rifiutare « Si, ma certo » Avevo accettato il suo invito molto volentieri.
    Poco più in là, all'interno del parco, vi era un piccolo bar con alcune sedie esposte all'esterno, non era grandissimo ma nel contesto ci stava bene. « Vado a ordinare » Dettò ciò andai a parlare con il cameriere ordinando due caffè « Ve li porto subito »
    Mentre attendevo tornai dalla ragazza, capivo bene cosa si provava quando non si riusciva a dormire, a risposare tranquillamente, mi capitava spesso, sopratutto prima dell'arrivo della luna piena. « Ti capita spesso di non riuscire a chiudere occhio o è semplicemente un caso ? » Come domanda forse era un tantino fuori luogo. Non mi stupivo se non avesse voluto rispondermi, dopo tutto, ero pur sempre un estraneo che voleva saperne un po' troppo. « Ti chiedo scusa per la domanda, lavorando in ospedale ho imparato parecchie cose, quindi, se ti posso dare qualche consiglio non esitare a chiedere. »
    Non volevo farmi gli affari altrui. Ma lavorando in ospedale avevo imparato parecchie cose. Se avesse avuto bisogno di qualcosa, beh, poteva tranquillamente chiedermelo. « Ecco a voi »
    Pochi minuti dopo il cameriere con cui avevo parlato era arrivato, portandoci in poco tempo i due caffè che avevo chiesto.


    Gabriel Moore
     
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    Gabriel le dava ragione, e conoscendo ormai il genere maschile, praticamente aveva sempre ragione, a parte qualche raro caso, ma non era quello il momento. Si limitò quindi ad annuire verso di lui, e poi lo guardò per qualche secondo in più come per dire hai tutta la mia attenzione, il che era vero, e ammetteva che più parlava con lui, più le veniva facile ed era quasi rilassante come sensazione, senza essere ogni volta a pensare a cosa dire. Accettò volentieri il suo invito a prendere il caffè, e difatti pensava che era stata una delle invenzioni migliori dell'uomo, se ci fosse stato nell'antica Grecia sarebbe stato visto come un dono degli Dei; mentre nell'età contemporanea era una bevanda come tante altre, ma la migliore come nel suo caso, per combattere il sonno della notte precedente. Si sedettero quindi, suo tavolini esterni del bar, intorno a loro c'era un sonoro chiacchiericcio, molti avevano avuto la sua stessa idea, causa anche il bel tempo, Gabriel fu molto gentile, e prima che potesse ringraziarlo aveva già ordinato i caffè.
    Grazie che hai ordinato
    Era molto galante, e quando gli chiese come mai non riuscisse a dormire, rispose con tranquillità, con lieve gesto con la mano, per far capire che non ormai ci era abituata; non era molto il caso di dirgli perché e come era l'unica sua soluzione per dormire, forse sarebbe stato leggermente traumatizzante per lui...
    No ne soffro da sempre, e ti ringrazio i consigli sono sempre graditi
    Era molto gentile e disponibile, e il fatto che lavorasse in ospedale significava che voleva aiutare gli altri, e questo gli faceva onore.
    Penso sia semplice deformazione personale, e sei un medico, un infermiere?
    Scosse la testa, non le aveva dato fastidio la domanda, avrebbe potuto semplicemente non rispondere, se l'avesse in qualche modo infastidita, e invece non aveva avuto nessun problema, e poi con qualcuno che aveva studiato medicina, era molto interessante, come lo era d'altronde Gabriel; per cui iniziava a nutrire un certo interesse. Intanto arrivarono anche i loro caffè, ed appena ne bevve un sorso, sentì la qualità della caffeina nel suo corpo, sentendosi già meglio.


    Lamia/ Keira
     
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    Keira mi ringraziò per aver preso l'ordine, l'avevo fatto più che volentieri.
    Successivamente rispose alla mia domanda, soffriva da sempre d'insonnia , dunque, non si trattava di un evento occasionale. Un po' mi dispiaceva non poter far nulla per lei, ma per lo meno non si era offesa con la mia domanda.
    Presi due bustine di zucchero e le versai all'interno della tazzina, mescolando il tutto con il cucchiaio.« Infermiere » Risposi mentre prendevo in mano la tazzina e iniziavo a sorseggiare il caffè al suo interno. « Anche se , il mio sogno da piccolo era diventare uno scrittore, ma sono contento di come siano andate le cose » Abbozzai un sorriso mentre appoggiavo la tazza ormai vuota sul tavolo.
    Per qualche secondo, la mia mente mi riportò indietro nel tempo a quand'ero ancora piccolo, quando non sapevo bene cosa avrei fatto nella mia vita. Il mio sogno era quello di diventare uno scrittore, infatti, mi divertivo a scrivere racconti, la prima cosa che mi veniva per la testa la riportavo su di un pezzo di carta, o su dei vecchi quaderni che ormai avevo buttato crescendo. « Adoro però quello che faccio. » Mi piaceva comunque la strada che avevo intrapreso, anche se forse, se ne avessi scelta un'altra , alcune cose sarebbero andate diversamente. « Scusa, spero di non averti annoiata. » Mi scusai con lei, solo un secondo momento mi ero reso conto di aver cominciato a parlare del mio passato, lo avevo fatto incosciamente, senza volerlo. Non che vi fosse nulla di male, ma non volevo di certo annoiarla.

    Gabriel Moore
     
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    Sapeva che le stava facendo una diagnosi, glielo leggeva in faccia, aveva frequentato sia medici che infermieri, e se anche ci provavano la loro deformazione professionale, aveva la meglio. Lui era della seconda categoria, ossia infermiere, era un lavoro che fino a pochi anni prima, era fatto quasi esclusivamente da donne, o comunque la maggioranza erano tali; ed un uomo era molto difficile che lo facesse, scegliendo la carriera del medico, ma queste due professioni non potevano coesistere l'una senza l'altra; e se anche era un lavoro altruistico era massacrante, visti i turni e la pressione di ogni giorno. Forse era anche per quel motivo, che Gabriel aveva messo due bustine di zucchero nel caffè, per annegare l'amarezza nella vita; visto che lui doveva lottare contro la morte tutti i giorni. Lo trovava molto affascinante, e le piaceva ascoltarlo, non era noioso, anzi si scusa a se si dilungava troppo; ed era comunque uno con i piedi per terra; e scosse la testa, non la stava per niente annoiando.
    Avrei comprato volentieri un tuo libro
    Gli fece l' occhiolino, e poi bevve il suo caffè, senza zucchero, al contrario di Gabriel a lei piaceva amaro.
    No non mi annoi assolutamente, è bello che ci sia qualcuno che adori il suo lavoro, non sono in molti, e ti fa onore
    Era veramente sincera con lui, e non aveva nemmeno motivo di mentirgli per compiacersi, cosa che le era successo. Con Gabriel le veniva facile parlare, ed essere a suo agio, e difatti gli sorrise nuovamente, prima di finire il suo caffè.
    E quindi a Vancouver per lavoro
    In realtà non sapeva bene come portare avanti la conversazione, che si era un po' arenata, sperava che Gabriel le desse un appiglio per continuarla; anche facendo domande a lei, avrebbe così capito se gli interessava oppure no, era abbastanza pratica su questo punto, e soprattutto non accettava rifiuti dagli uomini, sopratutto se l'attraevano come in questo caso.



    Lamia/ Keira
     
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    Keira mi fece l'occhiolino dopo aver affermato che, se avessi pubblicato un libro sicuramente l'avrebbe comprato. Mi aveva fatto davvero piacere la sua affermazione. Magari, se riuscivo a ritagliarmi un po' di tempo, potevo ricominciare a scrivere qualcosa, anche se, difficilmente le avrei divulgate, le avrei tenute per me ... o forse no? . « Beh, se dovessi scrivere qualcosa sarai la prima a leggerlo allora. »
    Sorrisi mentre pronunciavo quelle parole. La osservai, mentre beveva il suo caffè, non la stavo annoiando il che era un'ottima cosa. « A dire il vero abito qui, mi sono trasferito circa una quindicina di anni fa. » Mi stiracchiai leggermente mentre le spiegavo che abitavo da quelle parti da un bel pezzo. Erano già trascorsi quindici anni da quando avevo abbandonato New York e tutto il resto, una parte della mia vita era rimasta in quella città e speravo di ritornarci prima o poi.
    « Abitavo a New York prima, poi, per via del lavoro dei miei siamo venuti ad abitare qui a Vancouver. » Ricordavo bene la notizia che ci diede mio padre tornando a casa una sera, una settimana dopo, avevamo già fatto i bagagli e impacchettato metà casa prima che me ne potessi accorgere. « Spero di riuscire a tornarci lì, anche se solo per qualche giorno, un po' mi manca, anche se questo posto è mille volte meglio.» Vancouver non aveva nulla di cui invidiare a New York, poteva tranquillamente tenerle testa senza alcun problema « E tu invece? Abiti da queste parti o sei semplicemente in vacanza ? » Una piccola curiosità, chiesi alla ragazza se risiedeva anche lei in quella città, o se, si trovava di lì per una vacanza. « Se la tua risposta fosse la seconda e, se hai bisogno ti posso fare tranquillamente da guida, mi suo muovere abbastanza bene e conosco i luoghi quasi alla perfezione, quindi sei in buone mani. Nel caso ci dovessimo perdere abbiamo sempre il navigatore sul telefono per trovare la giusta strada. » La buttai lì sul scherzare, se fosse stata una turista potevo rivestire i panni da guida portandla in giro per la città, mi piaceva la sua compagnia, e lo avrei fatto senza chiederle nulla in cambio.
    Mi vantai di conoscere la storia e i luoghi quasi alla perfezione, ma in realtà, beh, sapevo giusto qualche cosa in croce facendo affidamento sul mio senso dell'orientamento. Ma questo Keira non lo doveva sapere, se qualcosa fosse andato storto potevo sempre contare sul navigare che avevo nel telefono. « Non sembra, ma quel cosino mi ha tirato fuori da parecchi giri a vuoto, probabilmente, se fossi nato nell'ottocento e senza tutta la tecnologia del giorno d'oggi, starei ancora vagando sperso per chissà quali monti. » Non volevo pensare come sarebbe stata la mia vita senza alcune cose essenziali legate alle tecnologie moderne. « Vuoi ancora qualcosa da bere ? »


    Gabriel Moore
     
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    sapeva che Gabriel aveva capito che le interessava, e soprattutto sapeva bene anche cosa dirle per farla divertire, ed essendo una persona che si soffermava molto sui dettagli, notava quando le sue parole erano ben accette dall'uomo di fronte a lei, soprattutto quando le disse che sarebbe stata la prima, a leggere qualcosa scritto da lui. Ci conto
    Gli sorrise, come a spronarlo nel farlo, era decisamente curiosa del suo stile; aveva letto talmente tanti libri, spaziando in generi talmente diversi fra loro, che ormai si era un po' annoiata, di non trovare nulla di nuovo; tutto sembrava simile. Era anche vero, che certi capolavori della letteratura, era difficile eguagliarli, ma forse lui aveva anche qualche speranza, di portare una ventata di aria fresca, nella monotonia degli ultimi anni, ed anche forse un po' nella sua vita; se avesse deciso di invitarla a cena, e si certo non lo avrebbe fatto andare via a fine serata...
    Bella New York, forse un po' troppo caotica per i miei gusti
    Le era sempre piaciuto viaggiare, fin da bambina, quando suo padre, per affari con altri re, o comunque nobili delle terre circostanti, doveva partire, e portava sempre lei con sè; aveva conosciuto molte persone, e visitato tanti luoghi, a cui alcuni si era ripromessa di tornare, ed era ciò che aveva fatto. Quando tutti i miti delle divinità erano state spazzate via, per fare spazio al monoteismo; lei si era ritrovata libera, e con il tempo per poter finalmente, fare ciò che voleva, ed anche per non morire nel dolore della perdita che aveva subito. Aveva girato tutti i luoghi della sua giovinezza, per poi andare via dal suo paese natio, e visitando, anche, l'America, con tappa immancabile a New York, lì aveva conosciuto uomini ricchi, ed aveva potuto spendere ciò che voleva, ma non aveva ottenuto ciò che voleva e se ne era andata, tornando a cercare un posto adatto a lei.
    In realtà ho deciso di fermarmi, per un po' di tempo, ho degli affari da sbrigare prima di ripartire
    Gli sorrise, e decise di dirgli quello che poteva sapere; non poteva certo parlargli che era lì, perchè le era giunta voce che vari Dei dell'antica Grecia fossero lì, tra cui Zeus che si era ripromessa di uccidere facendolo soffrire il più a lungo possibile, e poi anche su Era appena l'avesse avuta fra le mani. Ma tutta questa sete di vendetta, non trasparì nel suo sguardo, che invece era tranquillo, ed ascoltava con attenzione Gabriel, che si era pure offerto di farle da guida per la città.
    Ed accetto volentieri, la tua offerta, non ho ancora visitato la città, ed anche io ho dovuto usare il navigatore, non ho proprio senso dell'orientamento
    Scosse la testa sospirando; in realtà con i suoi sensi poteva trovare benissimo la strada del ritorno, ma che uomo rinuncerebbe ad aiutare una donna in difficoltà?!? Sapeva che Gabriel era uno di questi, e non si sarebbe fatta scappare l'opportunità di averlo come cicerone, anche se aveva dubbi che veramente conoscesse così a fondo la storia della città, ma questo era meglio non dirlo.
    No, ma avrei voglia di qualcosa di dolce
    Aveva visto, appena arrivati, in vetrina dei muffin che facevano davvero gola, e quindi chiamò gentilmente il cameriere, ordinandone uno al cioccolato, chiedendo se anche Gabriel ne voleva uno.

    Lamia/ Keira
     
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    La ragazza trovava New York un po' troppo caotica, e non aveva tutti i torti.
    Era pure sempre una bella città, su quello non vi era alcun dubbio, ma se si voleva trovare un po' di pace e tranquillità, beh, non era esattamente il luogo più adatto.
    La mia curiosità venne presto soddisfatta, non abitava a Vancouver e non era nemmeno in vacanza. Si trovava lì per poco tempo per sbrigare alcune faccende. Evitai di fare ulteriori domande sulla questione, non volevo passare per un impiccione, dopo tutto, non era nemmeno affar mio . « Capisco, mi spiace che ti fermi per poco, ma spero che farai nuovamente ritorno in futuro da queste parti. »
    Era un vero peccato che fosse solamente di passaggio, speravo che in futuro, avrebbe fatto ritorno ancora una volta da quelle parti. « Molto bene allora, sono contento che tu abbia accettato. » Aveva accettato la mia offerta di farle visitare la città. Rimasi in silenzio per qualche istante, la mia mente stava elaborando alcune idee, cosa potevo farle vedere in poco tempo, ma sopratutto, che non fosse eccessivamente lontano da raggiungere ? Improvvisamente trovai la soluzione più adatta. « Hai da fare per caso oggi? Nel senso, nelle prossime ore intendo. » Chiesi a Keira se nelle ore successive fosse libera o se, al contrario, aveva qualche impegno in programma. Guardai velocemente l'orologio che tenevo al polso sinistro, di tempo ne avevamo in abbondanza per fare tutto in tranquillità, speravo solo in una risposta positiva da parte sua.
    Avevo in mente di protrarla in un luogo non troppo lontano da dove eravamo, più esattamente all'acquario, magari le avrebbe fatto piacere.
    « Uno anche per me, perché no. » La rossa ordinò un dolce, seguì il suo esempio richiamando l'attenzione del cameriere, facendomene così portare uno anche per me. Non ero amante dei dolci, ma ogni tanto ci stava bene. Pochi istanti dopo, mi arrivò. « Spero che la mia idea ti possa piacere, è qui vicino questo posto, ma non voglio dirti cos'è, altrimenti ti rovino la sorpresa.» Portai lo sguardo dal piattino alla ragazza, non volevo dirle di cosa si trattava, non subito. Sarebbe stata una piccola sorpresa, sperando lo apprezzasse. L'unica cosa che mi preoccupava era solo una, che non vi fosse troppa coda per entrare. Mi era già capitato in passato di dover aspettare per ben quindici minuti in fila.« Spero non ci sia troppa gente, ma magari è il nostro giorno fortunato. »


    Gabriel Moore
     
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    Lei era nata in Oriente, e sapeva bene cosa significava crescere e vivere in una città caotica, sebbene i tempi fossero diversi, e se anche le persone erano molte, gli edifici erano molti meno, più artistici, che grandi costruzioni in cemento, vetro ed acciaio. Ma se si voleva trovare un po' di tranquillità, Vancouver era uno dei posti migliori che aveva trovato, era comunque un fulcro, di molte attività, ma ancora si riusciva a vivere, e ad interagire con la gente, cosa quasi impossibile a New York, dove non c'era neanche quasi tempo per un caffè.
    In realtà non ho ancora pensato alla partenza, mi godo un po' la città e quel che ha da offrire, poi valuterò il da farsi
    Gli sorrise, come per dirgli che non si sarebbe liberato così facilmente di lei, probabilmente ci avrebbe messo del tempo a distruggere Zeus, e poi doveva trovare degli alleati, non sarebbe stato dall'oggi al domani, e poi aveva appena fatto una conoscenza interessante, ora aveva anche un motivo in più, per fermarsi più a lungo, e difatti gli fece anche l'occhiolino, divertita.
    No oggi sono libera
    Scosse la testa, e pensò a come Gabriel fosse di poche parole, ma che arrivava dritto al punto, le piacevano gli uomini così, che non ci giravano troppo attorno, e chiedevano comunque con gentilezza, e garbo; il problema è che ci stava vedendo qualcosa di più in lui, e questo non doveva accadere, lei non doveva affezionarsi a nessuno, era una regola che si era imposta, soprattutto perchè sapeva, la fine che avrebbe fatto, la fine che facevano tutti gli uomini, che lei puntava... Ma lei non diede a vedere nessuno, di questi suoi pensieri, godendosi quel momento al parco, una piacevole conversazione, ed un squisito muffin al cioccolato. Gabriel non resistette, ed anche lui prese un dolce, e capì che era uno che un po' cedeva quanto gli si presentava l'occasione, e questo poteva usarlo a suo vantaggio, capendo quale corde toccare, per fare veramente colpo su di lui.
    Quanto mistero... Anche se mi hai svelato già tanto, un posto qui vicino, che possiamo trovare un po' di attesa...
    Lo prese un po' in giro, scherzandoci sopra, in realtà non aveva capito dove l'avrebbe portata, ma a lei piaceva stuzzicare, soprattutto per vederne le reazioni, ma era certa che Gabriel non l'avrebbe delusa, e il dolce l'avrebbe offerto lei.

    Lamia/ Keira
     
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