Un rifugio insolito

Alice\Tristan

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    Dopo un breve soggiorno in città per provare la vita di una cittadina,Alice era molto felice di essere tornata al bosco e alle sue amiche. Vivere in città non era facile per una fata sopratutto considerando il fatto che tutti la scambiavano per una nana e l'hotel in cui aveva allogiato non era su misura per lei. Vivere nei boschi,invece,era più facile anche in caso di pioggia come adesso.
    Poteva di nuovo volare con la sua amica Noelle,una delle sue migliori amiche e trovare riparo sotto un fungo. Erano piccoline e ci si potevano nascondere facilmente.Arrivarono anche Isabel, Margot e Flo.
    Si misero a chiaccherare e a raccontare dei loro problemi risolti. Alice era felice di sentirle, a venire di nuovo nei boschi l'aveva aiutata una ragazza umana,Sara, molto bella e per cui si era presa una cotta.
    Lei non ricambiava i suoi sentimenti ma erano diventate amiche, si sarebbero viste d'ora in poi. Sara aveva un ragazzo, Derek, che avrebbe tanto voluto presentarle. Alice era grata a Sara per averla fatta ritornare dalle sue amiche, figure molto importanti per lei.
    L'aveva sollavata dalla sua spalla e adagiata sul prato.C'erano stati dei delicati abbracci tra Alice e le sue amiche.
    Si poteva dire che vedeva pochi uomini perchè un maschio-fata ancora non l'aveva incontrato,Noelle aveva un ragazzo umano.Alice era abbastanza curiosa di incontrare il fidanzato-folletto di Margot, Isabel era lesbica come lei.
    Margot disse che il suo Roger sarebbe spuntato quando avrebbe smesso di piovere perchè adorava il sole. Alice osservò che quindi poi poteva andare a chiamarlo,era solo una pioggia leggera. Margot rispose di sì, Roger era socievole.

    Alice


    Edited by woozy. - 14/6/2018, 17:01
     
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  2. Omelette~
     
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    Era una mattinata tranquilla, il tempo non sembrava dei migliori, con qualche nuvola qua e là e una leggera brezza fresca, ma almeno era il giorno libero di Tristan. Adorava il suo lavoro all'FBI, proteggere le creature era il suo scopo nella vita e l'aveva preso molto sul serio, però era anche un ragazzo per il quale l'ozio era un toccasana. Infatti, avrebbe voluto sonnecchiare tutta la mattina, ma Dara continuava a chiamarlo ogni cinque minuti. Quella soave vocina era davvero un trapano nelle orecchie.
    Eddai, smettila! Non devo lavorare oggi.
    Avere il giorno libero non significa non fare niente, ma solo prendere le cose con più calma.
    Infatti, mi sveglierò con calma: tra un'ora circa.
    Quel giorno non aveva programmato nulla di particolare da fare, aveva bisogno di rilassarsi e basta, ma la Fata non sembrava dello stesso avviso. Il disappunto sfogiò con Tristan che si beccò un cucino in testa, lanciato dalla dolce creaturina, che aveva preso sembianze umane solo per dargli fastidio. Il ragazzo le lanciò un'occhiataccia, mentre lei lo fissava a braccia conserte e lo sguardo truce. Era inutile, non aveva mai vinto una discussione contro Dara. Si vide costretto a levarsi le lenzuola di dosso e mettersi a sedere sul bordo del letto.
    D'ACCORDO! Dio, come fa una cosina minion ad avere un tale potere di persuasione?
    Porta rispetto ad una creatura magica superiore: non sono una "cosina minion". E non alzare la voce, è sconveniente.
    La ragazza dai lunghi capelli corvini tornò nella sua forma originale, lasciando Tristan con un'espressione allibita in volto. Sconveniente. Ma sentitela! Lei era "sconveniente" a rompergli le scatole la mattina non ancora sveglio. Tsk! Il ragazzo si alzò -ormai non aveva più voglia di dormire- andò a prepararsi con calma, fece colazione con calma e con calma uscì di casa, diretto nella foresta: se era obbligato a fare scorta di ossigeno, tanto valeva andare ad allenarsi. Ma per la sua solita fortuna, il tempo peggiorò non appena uscì di casa e fu costretto ad allenarsi sotto una leggera pioggia. Dara usufruì dell'elemento naturale per creare delle figure della stazza di Tristan, con le quali il giovane Guardiano avrebbe potuto affinare le sue arti marziali.

    Tristan Tremblay


    Edited by Omelette~ - 21/6/2018, 21:25
     
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    Margot propose di raggiungere Roger in volo così tutte insieme si alzarono ed era davvero uno spettacolo perchè sembravano tante piccole e graziose farfalle. Alice fu l'ultima a farlo perchè si era trattenuta a commentare l'altezza di un fiore.
    Roger abitava sotto un fungo e quando aspettava Margot se ne stava sopra oppure si nascondeva per farle un dispetto quindi le fatine avrebbero dovuto volare cercandolo. Alice non sapeva quanto lontano fosse il fungo, si affidava a Margot per saperlo.
    La pioggia cadeva e le bagnava anche se stava diminuendo ma bastava sbattere le ali però c'era ancora un pò di vento. Questo sarebbe dovuto essere un vantaggio se le gocce fossero state piccole.
    Erano grosse e una di loro colpì Alice su un'ala, la scosse continuando il volo. Fu il vento a disorientarla perchè stava calando.
    Il vento guidava le fate quindi era uno svantaggio che stesse calando. Ma anche la pioggia stava diminuendo quindi Alice era felice di volare all'asciutto.
    L'unico problema era il vento e quando furono vicino al fungo, un fiore apparve nell'aria.Dev'essere uno scherzo di Roger, attenzione avvertì Margot. Lei e le altre si scostarono, Alice venne solo sfiorata ma fu sufficiente a sbandarla in tutt'altra direzione, verso una gamba. Che era accompagnata da un'altra gamba,era un umano e non poteva evitarlo.
    Non cadde ma urtò leggermente la stoffa.
    Alice


    Edited by woozy. - 20/6/2018, 21:49
     
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  4. Omelette~
     
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    Il tempo no aiutava, ma nello stesso tempo era un ottimo allenamento: Tristan doveva localizzare i bersagli attravrso la pioggia, cercare di non sbilanciarsi per colpa del vento che si era un po' alzato... I tizi che Dara aveva creato con l'acqua era tosti, nonostante fossero illusioni: doveva esserci lo zampino della Fata, ce l'aveva ancora con lui e voleva vendicarsi, ne era sicuro. Schivò un colpo di una delle due figure, per ritrovarsi davanti quell'altra e sbilanciarsi per la troppa velocità usata nel voltarsi e si beccò un pugno in faccia.
    Ti diverti, vero?
    Fa male a me quanto a te.
    Sì, certo.

    Poteva quasi sentire il flebile ridacchiare della creaturina, comodamente seduta su un rametto, ad osservare il suo "padroncino" che le prendeva. Dopo il combattimento corpo a corpo, si passò all'allenamento con le armi, delle spade, per la precisione. Non era l'arma preferita di Tristan, ma doveva pur allenarsi anche con quella: i Guardiani doveva saper maneggiare tutte le armi, se poi preferivano alcune piuttosto che altre, era solo una scelta secondaria. Tristan passò all'utilizzo della polvere di Fata che teneva in un sacchetto legato alla cintura: con un pizzico di essa si creò uno scudo d'acqua, col quale parare i colpi degli altri due, mentre attaccava con la spada. Andava tutto bene e forse fu per quello che a Dara venne in mente di dare fastidio a Tristan: fece apparire due piccoli folletti che lanciavano delle bacche contro Tristan, per distrarlo.
    Ehi, non è leale!
    E' un combattimento; l'avversario non ti rivelerà i suoi assi nella manica.

    Piccolo mostriciattolo.
    Finì a terra due volte in dieci minuti, per i colpi dei tizi d'acqua, mentre aveva qualche schizzo di bacche sulla faccia e sui vestiti, anche se la maggior parte sparì per via della pioggia, che man mano cominciò a calare. Fu in una delle due cadute, l'ultima, che Tristan guardò perplesso davanti a sé gli avversari temporanei che sparivano nel nulla. Stava per chiedere alla sua Fata cosa stesse succedendo, quando, ancora a terra, la vide all'altezza del suo ginocchio, in compagnia di un'altra Fata. Forse era per quello che Dara aveva fatto cessare l'allenamento di punto in bianco: la Fata sembrava aver urtato la gamba di Tristan, probabilmente si stava riprendendo dalla botta.
    E tu chi sei?

    Tristan Tremblay
     
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    Alice non si era mai vergognata di qualsiasi aspetto di se stessa.Era una fata forse un pò timida ma orgogliosa e non si faceva abbatere facilmente. Capiva però che non era colpa del ragazzo se si era scontrata con lui quindi gli rivolse un sorriso gentile.
    Scusami, non ti avevo visto. Sai, ho perso il controllo del volo, sono una fata come leie guardò l'altra vicino a lui,mi chiamo Alice,abito qui nel bosco.Ho perso le mie amiche e vorrei tanto ritrovarle.
    Alice si alzò poi sorrise.Sto bene, ho solo ricevuto un colpo ma non è stato niente. Dunque, allora, le mie amiche volavano da questa partee con il braccio indicò la destraquindi dovrei andare a destra. Stavo per incontrare il folletto fidanzato con una mia amica e sono davvero curiosa perchè finora non ho mai visto dei folletti. Comunque eravamo quasi vicine a lui quando il vento mi ha un pò disorientata.Di solito volo bene ma la pioggia e la mancanza di punti di riferimento mi hanno fatto perdere.
    Non avrei mai pensato di vedere un essere umano qui,è veramente curioso!
    esclamò poi stupita rivolgendosi al giovane.Non mi pare di averti visto all'università in cui vado,è qui vicino e io frequento la facoltà di biologia. Comunque puoi stare qui quanto vuoi
    Alice


    Edited by woozy. - 5/7/2018, 17:28
     
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    ROLE CONCLUSA!!
     
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