What is your deepest desire?

Tristan & Violet

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  1. Omelette~
     
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    Fairchild! Il capo ti vuole nel suo ufficio.
    Le paroline magiche. Il suo lavoro all'FBI consisteva, da una parte, nelle classiche mansioni che ogni altro membro semplice aveva -l'ordine pubblico- ma dall'altra, egli si occupava di un ordine particolare: le creature fantastiche. La prima parte gli era sempre stata un po' noiosa, nonostante sia un agente leale e un ragazzo desideroso di aiutare i cittadini, ma quando al lavoro veniva chiamato Fairchild, significava che stava per cominciare il divertimento. Quello era il soprannome che la sua famiglia di Guardiani aveva ricevuto da molto tempo, ormai e coloro che -al lavoro- sapevano della sua vera identità, perché Guardiani come lui o altre creature, si riferivano a lui in quel modo per fargli capire che c'era un problema di natura sovrannaturale. E lui era pronto in men che non si dica!
    Fairchild a rapporto, signore!
    Entrato nell'ufficio del capo -un Guardiano anziano e amico di famiglia- fece il saluto militare, con quel sorriso spavaldo in volto, che significava che non vedeva l'ora di fare cagnara. E il capo lo sapeva bene com'era fatto.
    Tieni a bada il prurito, Tristan. Ho bisogno di te per quello che sai fare meglio, ma proprio per questo, ho anche bisogno che tu non dia problemi ulteriori.
    Tenterò, signore.
    Sarà meglio. Ma visto che ti conosco, ti ho affiancato un altro Guardiano.

    Tristan alzò gli occhi al cielo. Non era esattamente un tipo da "gioco di squadra", soprattutto quando si trattava di demoni, perché pensava che contro quelle creature in particolare, altri con lui l'avrebbero soltanto rallentato. Era la sua specializzazione ed era tra i migliori in campo, ma era impulsivo e il capo lo sapeva fin troppo bene, essendo stato il migliore amico di suo nonno, morto proprio per mano di un demone. Così, l'uomo non volle lamentele e mandò Tristan al Trinity College, dove avrebbe incontrato l'altro Guardiano che, gli era stato detto, fosse molto preparato. L'obiettivo: un Demone dell'Invidia.
    In tempo di esami? Ne avrà da divertirsi.

    Tristan Tremblay


    Edited by Omelette~ - 7/7/2018, 12:05
     
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    Era iniziata l'estate, e questo stava a significare: esami, per la sua estrema felicità, a volte preferiva stare a combattere un esercito di vampiri, che dare biologia, e stava proprio pensando a quello, mentre rileggeva per la terza volta la stessa pagina, talmente tanto noiosa su delle cellule, che manco ricordava il nome, quando il suo professore la chiamò nel suo ufficio. Nonostante il docente, fosse un ex guardiano, ormai in pensione, era lui a contattarla quando c'erano nuove missioni, soprattutto perchè aveva amici all'FBI e spesso chiedevano consiglio a lui, un veterano del campo. Fatto sta che si ritrovò in una nuova missione, questa volta insieme ad un ragazzo di circa la sua età, le spiegò della sua famiglia, che erano Guardiani da sempre,però era una testa calda, e che quindi aveva bisogno di qualcuno che lo frenasse, e non sapeva se lei era la persona giusta, non è che nemmeno lei fosse molto tranquilla nelle missioni; anzi, a volte tendeva a fare di testa sua, forse proprio per questo erano stati accoppiati; l'unica cosa che sperava, era che non gli fosse stato di peso, anzi che sarebbe stato un buon compagno di squadra, visto che lei era abituata, a lavorare da sola. In quel periodo, aveva saputo, che molti guardiani erano sulle tracce di un demone che si trovava proprio al College, e che si sarebbero dovuti preparare ad eliminarlo; l'incontro era presso una struttura abbandonata dell'università, in ristrutturazione da anni, ed una semplice copertura per una base operativa, con tutte le tecnologie disponibili, ed una palestra per allenarsi, praticamente solo per lei, tutto questo grazie a suo nonno, che pensava davvero a tutto. Attese lì davanti il ragazzo, ed appena lo vide, lo squadrò qualche secondo, chiedendosi se era all'altezza del compito, e poi guardò l'orologio.
    Sei in ritardo Tristan
    disse fissando il ragazzo, nemmeno lui sprizzava di gioia a lavorare in squadra.
    Sono Artemisia la tua partner
    Fece velocemente le presentazioni, sistemandosi meglio la sua Katana sulla schiena, era armato? Sperava per lui, proprio di sì, stavano per scontrarsi con un Demone dell'Invidia, non uno dei peggiori, ma comunque molto potente, avrebbero rischiato la vita, e questa era una cosa da mettere in preventivo; era calma, ma l'adrenalina, iniziava a scorrerle nelle vene, era ora di iniziare.
    Artemisia Baudelaire
     
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  3. Omelette~
     
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    La faretra contenente balestra e frecce a mò di tracolla, i due pugnali erano ben nascosti negli scarponi, ma a portata di mano -uno per gamba- Tristan si avviava al luogo stabilito per la missione. Fece roteare prima una spalla e poi l'altra e fece scroccare il collo a destra e a sinistra; si stava riscaldando mentre camminava, non vedeva l'ora di cominciare. Lo sguardo era fiero e concentrato, anche se non si poteva non notare un lieve ghignetto sotto i baffi. Un Demone dell'Invidia non troppo potente era comunque un demone, una creatura pericolosa, ma nonostante tutto, l'unica emozione che percorreva il corpo del giovane Guardiano era l'adrenalina. Quegli esseri erano quelli che odiava di più e la rabbia nei loro confronti era molto più forte del timore o della paura. Cominciò ad intravedere una figura in lontananza e i suoi occhi rotearono di nuovo. Una ragazza. Già il fatto che dovesse fare coppia lo urtava, ma con una ragazza... Tirò un sospiro appena la raggiunse. Partivano già male con quell'osservazione dell'orario.
    Guarda che la bestiola non scappa.
    Tristan osservò la ragazza dall'alto in basso. Non l'aveva mai incontrata prima di allora e non ricordava nemmeno di averla mai sentita neanche nominare nell'ambiente -e non era che avesse un nome tanto comune- ma non si poteva dire che non sembrasse sapere il fatto suo.
    Quella katana è un bel vedere. Un po' limitante, ma...
    Con quella poteva colpire solo se molto vicina all'obiettivo, mentre il ragazzo poteva colpirlo da qualsiasi punto con la balestra, senza doverlo avere davanti al naso. E poi, c'era il suo fedele sacchetto contenente polvere di Fata in una tasca interna della giacca in pelle. Sperava che la ragazza se la sapesse cavare da sola; se avesse dovuto perdere tempo a guardarle le spalle, non avrebbe potuto far fuori il mostro e lui non vedeva l'ora.
    Allora: ho sentito che il nostro amico ha imparato a confondersi tra le persone. Suggerimenti su come inquadrarlo?
    Aveva già capito che la ragazza doveva essere una di quelle che passava la sua vita sui libri e dato che lui era più per la pratica che per la teoria, toccava a lei scervellarsi. Nel mentre, prese uno dei pugnali dallo scarpone e se lo infilò nella manica della giacca, incastrandolo in modo che non scivolasse, ma in modo che potesse estrarlo facilmente.

    Tristan Tremblay


    Edited by Omelette~ - 7/7/2018, 12:05
     
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    Si iniziava già con il piede sbagliato... Il ragazzo aveva quello "sguardo", del tipo no mi tocca stare con una donna, lo odiava! Il problema che non sarebbe stato ne il primo, ne l'ultimo ad avere remore a lavorare con una guardiana, con il pensiero che li avrebbe rallentati, oppure che era la donzella in pericolo; faceva missioni, praticamente da quando aveva iniziato le medie, ed era cresciuta così, e spesso erano gli stessi uomini a ricredersi, dopo che lei gli aveva salvato il culo, letteralmente, Tristan era semplicemente uno dei tanti, con cui avrebbe dovuto lavorare e concluderla lì, ed ormai si era arresa al fatto che non si sarebbe mai fatta amici, o non sarebbe mai uscita con uno della sua età, per questo suo lato caratteriale, ma non era ora il momento di pensare a questo, la missione veniva prima di tutto.
    Rispondi così anche al tuo superiore?
    Chiese ironica, guardando freddamente Tristan alle sue parole, tenendogli testa mentre la squadrava dall'alto in basso. Ogni volta che gli uomini facevano così con lei, gli dimostrava tutto il contrario, e quindi doveva solo stare attendo a non esserle fra i piedi mentre combattevano contro il demone; lui già lo conosceva, ed aveva letto anche il suo fascicolo, quindi sapeva con chi era messo in coppia, ma Tristan, contrariamente, non sapeva nulla di lei, sebbene se gli avesse detto il suo cognome, di certo aveva già sentito nominare suo nonno.
    In realtà devo ancora finire di prepararmi
    Lui credeva davvero che sarebbe andata solo con la Katana? Poteva anche farlo, ma era contro un demone che stavano andando, aveva bisogno di diversivi, e difatti aspettava lui per entrare nella struttura dietro di loro, e dirgli del piano, che aveva messo appunto.
    Vieni con me
    Lo precedette, senza aspettare una sua risposta. L'edificio, che era in ristrutturazione, praticamente da sempre, non aveva entrate, se non una davanti, semplicemente coperta da un telo in plastica, e varie attrezzi; andò sicura verso un angolo, dopo le servì semplicemente appoggiare la mano, perchè il muro rivelasse un ascensore, che li portò sotto terra. Appena entrarono, tutta la stanza si illuminò, lasciando spazio ad un'ampia sala in cui una parete era occupata dalla cartina della città, e l'altra da un set bellico, tra pistole, ed armi varie che avrebbe fatto invidia ad un agente segreto. Sul tavolo c'era la mappa del College, con segnati in rosso vari punti.
    Dove vedi segnato, sono stati gli avvistamenti del demone, lui si nutre di invidia, quindi opta per posti con molti studenti, dopo gli esami. Chi prova più invidia, di un compagno, che avete studiato assieme, e ha preso più di te?
    Chiese retoricamente, e lei conosceva bene quanto era fastidiosa, e logorante quella sensazione, per fortuna non le era capitato molto spesso. Sul tavolo, oltre la cartina, c'erano foto, appunti, e documenti vari, tra cui anche il fascicolo di Tistan, che si era dimenticata di mettere via, ma la cosa non gli importava più di molto. Spense il computer, e prese veri diversivi che mise negli stivali, e si allacciò intorno alle gambe una striscia, con vari pugnali; Tristan poteva esserle utile con il combattimento a distanza per via della balestra, dovevano solo individuare il demone prima.
    Tutto chiaro?
    Chiese a Tristan, appoggiando il piede sulla cartina, mentre finiva di sistemarsi, non voleva perdere altro tempo.
    Artemisia Baudelaire
     
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  5. Omelette~
     
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    Fece una smorfia alla domanda ironica della ragazza. Gli era già capitato, sì e soprattutto col capo, che ormai non se la prendeva nemmeno più, conoscendo ormai da anni quel piccolo ribelle. Almeno la ragazza non se la prendeva del tutto per la battutina. Beh, essendo una Guardiana probabilmente era diversa dalle ragazze comuni. Non era che Tristan discriminasse, sua sorella in primis era una grande Guardiana, la ammirava molto ed era una femmina. Semplicemente, vedeva le ragazze come il cervello dell'operazione piuttosto che il braccio, perché le trovava più intelligenti. Gli piaceva solo dare fastidio, tutto qua: era un'anima semplice. Guardò un po' perplesso Artemisia quando gli disse di seguirlo all'interno di quella struttura abbandonata, ma gli piaceva ficcanasare, quindi la seguì senza esitazione. La ragazza appoggiò una mano su un punto del muro, cosa strana, ma subito dopo l'espressione di Tristan cambiò in piacevole stupore, quando davanti a lui si rivelò una specie di base operativa, con una vasta scelta di armamentario e gingilli tecnologici, la pianta della città da una parte e quella del College nello specifico su un tavolo nel mezzo della stanza. Ascoltò la giovane e fece una smorfietta divertita alla domanda retorica.
    Immagino di sì; non l'ho mai provato.
    Doveva aver colto nel segno: quella ragazza doveva essere una studentessa modello e dalla sua faccia, le era già capitato di essere stata superata da qualcun'altro in fatto di voti. Tristan non aveva avuto di questi problemi, non gli era mai interessato essere il migliore, studiava quanto bastava, preferendo passare il resto del tempo ad affinare la sua conoscenza riguardo i demoni e ad allenarsi per riuscire ad eliminarli dalla faccia della Terra. La osservò prepararsi e notò il proprio fascicolo sul tavolo. Lo prese e lo sfogliò. A lui piaceva ficcare il naso, ma non gli piaceva altrettanto se erano gli altri a farlo. Ma sapeva che era una cosa comune tra i Guardiani.
    Sapevo che avrebbero scelto la foto più orribile.
    In realtà, il giorno della foto aveva fatto l'idiota come al solito ed erano uscite delle foto con delle facce ed espressioni più disparate; per quella del fascicolo, invece, gli avevano detto di fare il serio e infatti, è uscito malissimo. Rimise a posto la cartella e notò un'altra foto, di una ragazza che assomigliava ad Artemisia, ma con i capelli scuri. Senza farsi vedere, la prese e se la mise in tasca, sorridendo sotto i baffi. Dopodiché, tornò a rivolgere la sua attenzione alla sua temporanea collega. Si era messa un armamentario addosso, come se stesse andando in guerra. Tristan scosse semplicemente il capo.
    Tutto chiaro, ma manca ancora qualcosa.
    Senza attendere risposta, si avvicinò al set bellico, passando le dita su tutte quelle fantastiche armi da taglio, ma fermandosi su un arco. Lo prese e lo provò: era leggero e flessibile, davvero fantastico. Prese quindi un paio di frecce e le aggiunse alla faretra che già possedeva, per poi sorridere alla ragazza.
    Non ti dispiace, vero? Non se ne ha mai abbastanza, no?
    Si riferiva al fatto che lei era ben carica per partire, quindi non avrebbe dovuto avere niente da ridire se prendeva un'arma in più: la balestra era veloce, ma l'arco era ancora più preciso. Al che, allargò le braccia in segno di essere più che pronto per partire, ma da bravo ragazzo avrebbe dato la precedenza alla collega.

    Tristan Tremblay


    Edited by Omelette~ - 7/7/2018, 12:05
     
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    Aveva colto nel segno alla smorfia di Tistan, cosa che la divertì anche più del necessario, se l'era cercata, e lei non aveva molti peli sulla lingua, soprattutto quando si trattava di uno sbruffone, come si stava dimostrando il guardiano verso di lei, che aveva compreso che si divertiva a punzecchiarlo, peccato che in missione non c'era tempo, per quelle sciocchezze, e quindi dovevano smetterla entrambi, e concentrarsi sul loro obiettivo. Leggendo il fascicolo di Fairchild, che appena aveva letto il nome, si era lasciata ad uno sbuffo ironico, prima di comprenderne il perchè, sapeva anche della sua famiglia, e della sorella, che però si occupava di tutta la parte strategica, ed ora che se l'era ricordato, sapeva il perchè di quella reazione da parte del ragazzo; lei doveva essere la mente e lui i muscoli, solo che, non funzionava propriamente così; a lei serviva la forza, ma anche il cervello, e non buttarsi nella missione e rischiare di farsi ammazzare, di uomini che pensavano di essere immortali ne aveva conosciuti, e li aveva anche seppelliti, sperava davvero che il suo partner non fosse uno di questi. Ma ora erano alla base operativa, compiaciuta di averlo sbalordito, e non gli rispose nemmeno al suo commento sui voti, visto che gli stava salendo una risposta abbastanza acida, e non era il caso di partire proprio con il piede completamente sbagliato, già che non avevano iniziato così tanto bene, era meglio non aggravare la questione, e quando si voltò lo vide con il proprio fascicolo in mano, era stata una stupida a non metterlo via, ma ormai il diretto interessato se lo stava guardando, ed era troppo tardi per toglierlo, quindi si limitò a sospirare.
    Ed io che pensavo che la curiosità fosse donna
    disse canzonandolo, facendogli capire che non c'era tempo di preoccuparsi di una foto venuta male, pure egocentrico doveva essere... Ma almeno lei aveva riso, visto che la sua espressione da serio, lo faceva solo sembrare ad un bambino imbronciato, a cui avevano tolto il giocattolo, e fece anche finta di nulla quando le prese la sua foto, non sotto copertura, gliel'avrebbe richiesta a tempo debito, con già la scusa, e sì non doveva sogghignare, si era fatto beccare, ma con chi l'aveva messa in coppia... E come se fosse a casa sua, si prese pure un arco dal suo armamento; un arco di ultima generazione, ultra leggero, ma molto flessibile, e con oltre alle frecce classiche, anche esplosive.
    Ormai c'è l'hai già in mano, prendilo, ma sappi che se non torna indietro integro, e senza graffi, do dove trovarti
    Lo fissò, e la sua era una minaccia velata. Dovevano lavorare insieme, si era preso pure una sua arma, a distruggergli la reputazione all'FBI se avesse fatto un passo falso, non ci avrebbe messo nulla. Spense tutto, e risalirono di sopra, ora finalmente era pronta a partire per la missione, e guardava Tristan, con troppi dubbi su questo.
    Artemisia Baudelaire
     
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  7. Omelette~
     
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    Gli sembrò di udire una piccola risata al suo commento sulla foto del fascicolo. Allora sapeva divertirsi. Quasi quasi le stava simpatica. O forse no? Era una minaccia velata quella che seguì? Interessante. Doveva essere una tipa tosta e la prospettiva in qualche modo gli piaceva. Tristan fece un gesto di finta paura in risposta, dopodiché la seguì di nuovo all'aria aperta. Di certo avrebbe saputo proteggere quel bell'oggettino, troppo bello per deturparlo e comunque, li sapeva maneggiare molto bene. Doveva ammetterlo, era davvero un bel posticino quello, era quasi invidioso e ci avrebbe volentieri passato ancora del tempo. Probabilmente era lì che Artemisia si allenava; cominciava quasi ad essere curioso di vederla in azione. Mentre camminavano, notò con la coda dell'occhio che la ragazza lo stava osservando. Non era stupido, sapeva cosa le stava frullando per la testa: tutti pensavano la stessa cosa quando incontravano Tristan, soprattutto se per la prima volta.
    Non farti ingannare.
    Disse solamente e poteva benissimo essere una frase riguardo il demone che stavano andando a cacciare, sia riferita a quello che, con molta probabilità, la Guardiana stava pensando di lui. A tutti risultava solo uno sbruffone al quale piaceva mettersi in mostra -evidentemente era un bravo attore- ma era solo una facciata. Si poteva dire che fosse sotto copertura anche lui, in un certo senso -doveva essere il caso della ragazza, data quella foto- . Giunsero all'edificio scolastico poco dopo: era davvero grande, non se lo ricordava quasi più; aveva finito presto di andare a scuola, preferendo dedicarsi al ruolo di Guardiano. Chiunque poteva imparare a memorie delle cose scritte in un libro, ma ci voleva ben altro per combattere sul campo dei mostri che minacciavano la vita delle persone un giorno sì e l'altro anche. Si mise all'ombra di un grosso albero, puntando lo sguardo verso l'edificio. C'era calma piatta.
    Saranno ancora tutti nelle aule. Se il demone voleva fare il colpo grosso, con molta probabilità si è preparato il terreno da tempo. Credo dovremmo cercare un docente. Potrebbe anche aver direttamente posseduto qualcuno, per fare prima. Ricordi magari un professore che conosce particolarmente bene i propri alunni? Potremmo chiedere a quale aula è stato assegnato.
    Puntò lo sguardo su Artemisia -di certo ne sapeva più di lui a riguardo- era più che convinto che fosse più giovane di lui e che quindi seguisse ancora delle lezioni. Gli dava anche l'aria di una che ricordava bene e magari aveva memorizzato qualche nome o faccia; lui non ricordava nemmeno i suoi compagni di classe.

    Tristan Tremblay


    Edited by Omelette~ - 7/7/2018, 12:05
     
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    Tristan le rispose con un gesto con la mano, come per chiudere la discussione, non che lei avesse voglia ancora di parlare, le cose che aveva da dire le aveva dette, ora era tempo di iniziare la missione, seriamente, e senza pensare al fatto che il ragazzo aveva ancora tanto da apprendere, soprattutto nel stare al suo posto, e porsi in modo diverso con i suoi colleghi, soprattutto con lei, che aveva visto che era una, che di certo non si faceva mettere i piedi in testa. Uscendo, il suo istinto analitico, non si faceva sfuggire nessuna reazione del giovane guardiano, che sembrava essere stato piacevolmente colpito dalla sua base operativa, diciamo che aveva vinto anche facile, visto che tutta la sponsorizzazione era stata data da suo nonno, ma era una cosa che ormai, non se ne poteva fare più a meno; la tecnologia, nel loro lavoro, era stata una grande innovazione, ed un immenso aiuto nelle operazioni, quindi lei non sarebbe riuscita a stare senza, e poi la palestra, le faceva buttare fuori tutta la rabbia, e la frustrazione sia degli esami, che del resto, era il suo mondo, e praticamente non faceva entrare nessuno. Quando aveva scelto come copertura Artemisia, l'aveva fatto per comodità, per combattere senza essere riconosciuta, ma queste sue personalità, con Violet dall'altra parte, più volte entravano in conflitto, e lei si perdeva; e mentre pensava a questo, valutava che forse anche, il fare da sbruffone di Tristan fosse lo stesso, uno scudo per non farsi conoscere, ma per lei rimaneva un ragazzino egocentrico. E in linea su quei pensieri, giunsero all'edificio principale, non c'era praticamente nessuno, a parte qualche studente che si era preso in ritardo, o stava aspettando per la lezione successiva, e lei pensò che le mancava seguire le lezioni; ma non ne aveva il tempo, visto che era sempre in missione.
    E' difficile la questione dei docenti, i corsi vengono seguiti da molti docenti, e sono davvero tanti, e c'è chi nemmeno leggi i nomi, a chi li sa a memoria. La maggior parte degli avvistamenti sono stati in questo edificio, ma è molto grande, dobbiamo concentrarci su gruppi numerosi di studenti, si è adattato, ma di sicuro qualche suo modo di fare ancora lo tradisce
    Il ragionamento di Tristan era corretto, un professore, era una buona strategia, per mimetizzarsi, e stare in mezzo ai ragazzi, senza essere riconosciuto, ricaricandosi con l'energia demoniaca dell'invidia, ma se c'era un demone, e quindi l'unica cosa da fare. Pensò ai vari esami in quei giorni, quali erano i più difficili, e quindi più adatti ad una creatura dell'inferno, peccato che c'è ne era più di uno, e non sapeva da come cominciare! Poi l'illuminazione, un professore talmente tanto stimato dai suoi studenti, che sembrava troppo perfetto.
    C'è ne è uno, ma non sono sicura che sia lui, mi serve che tu mi faccia da esca, e lo porti allo scoperto
    Era pensierosa, ma poteva funzionare. Tristan era una faccia nuova, che nessuno conosceva, era perfetto, ma lui doveva essere d?accordo con quel piano.

    Artemisia Baudelaire
     
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