È stato bello conoscerla. Surreale, ma bello!

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    Dicevano che l'ansia da separazione sarebbe svanita con il tempo, che come con tutto il resto nella vita ci si faceva l'abitudine, ma evidentemente questa era una regola che non si applicava al sottoscritto, considerando che era passato fin troppo tempo dal mio trasferimento per potermi riparare dietro la scusa della "novità" quando si trattava del mio voler sapere cosa stesse facendo mio figlio Colin in ogni momento della giornata.
    Il mio lavoro in libreria fortunatamente non mi rubava troppo tempo, ciononostante nell'istante in cui mi ritrovavo senza nessun cliente da assistere, senza nessun libro da catalogare nella mia mente partiva immediatamente un allarme che mi urlava prepotentemente di chiamare la mia vicina per sapere se il piccolo avesse già fatto il pisolino, se aveva mangiato tutto a pranzo, se aveva avuto problemi ad usare il vasino... Razionalmente sapevo di star esagerando e che la signora Garcia avrebbe presto perso la pazienza, ma non riuscivo davvero a farne a meno. Colin era tutto il mio mondo, il mio cuore e chiunque ci tiene al benessere del proprio cuore.
    Mancavano ancora tre ore abbondanti prima di poter chiudere e come ogni giorno il flusso di persone nel negozio non era particolarmente attivo, in pochi continuavano a restare fedeli ai libri ed erano ancora meno quelli che non sceglievano grandi catene di distribuzione per i loro acquisti. Così, obbligandomi a lasciare il mio posto al bancone - pericolosamente vicino al telefono - mi ero spostato verso gli scaffali che ospitavano i libri per bambini, che era una sezione praticamente impossibile da tenere in ordine grazie ai vari bambini o alle stesse mamme che, un po' come quando si va al ristorante e si fissa il menù per ore finendo puntualmente con l'ordinare sempre la stessa cosa, facevano una selezione di almeno cinque o sei libri prima di chiedere un parere e finire con lo scegliere l'esatto opposto. Cosa che faceva miracoli per la mia autostima! - Mon Dieu! Non dovrebbe essere così complicato rimettere una cosa dove la si è trovata - stavo borbottando fra me e me, molto attento a tenere il volume della voce al minimo per evitare sguardi, risatine o occhiatacce da parte delle persone presenti; cosa che non ero fiero di ammettere mi era già capitata. Più di una volta. Avevo quasi finito di sistemare prima di sentire il campanello attaccato alla porta di entrata tintinnare, segnalando l'arrivo di potenziali nuovi clienti. Speravo con tutto il cuore che chiunque fosse avesse le idee chiare su ciò che voleva o più semplicemente che volesse effettivamente qualcosa e che non fossero entrati giusto per perdere un po' di tempo o fare un paio di foto artistiche per il loro profilo Instagram... Mi ero stampato il solito sorriso cordiale obbligatorio sulle labbra, passandomi una mano fra i capelli per sistemarli, ma finendo probabilmente con l'ottenere l'esatto contrario e stendendo via delle pieghe immaginarie sulla mia maglietta bianca prima di tornare verso il bancone. Ancora tre ore, potevo farcela.

    Mathieu Leroux
     
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    Hildegard stava indagando sul fatto che gli umani sapessero dell'esistenza dei folletti perchè dopo l'episodio in cui il loro bosco aveva rischiato di essere abbatuto erano più prudenti così adesso stava sul tetto di una macchina pronto a saltare sul marciapiede. Appena la macchina si mise in modo lui si alzò con il suo zainetto sulle spalle e in un secondo saltò già. Le sue gambe erano un pò tozze ma ci riuscì lo stesso a fare il balzo. Sbattè contro un vetro ma fu solo lievemente stordito per il colpo e si rimise subito in piedi. Certo che la città era complicata per un folletto come lui ma aveva il vantaggio di conoscerla. Si bagnò con la bottiglietta d'acqua che si era portato poi la rimise a posto,girò l'angolo e trovò una porta con il campanello. Con agilità salì lungo il cornicione per raggiungerlo e attacarsi.
    Dondolò facendolo suonare.Poi saltò sulla spalla di una signora con un cane.
    Una volta entrato,dalla spalla saltò a uno scaffale da cui poteva vedere l'intero negozio. E così questa era una libreria? Interessante,non sapeva però come avrebbe fatto a leggere i libri,erano così grandi che rischiavano di investirlo. Pensò che magari qualcuno lo avrebbe aiutato.Erano tutti umani lì dentro,dei giganti rispetto a lui. Per fortuna lo scaffale proseguiva fino al bancone dove avrebbe potuto farsi vedere dall'umano che lo presiedeva. Quindi Hildegard fece il giro seguendo il bordo dello scaffale fino a trovarsi vicino al bancone. Non doveva farsi vedere però.
    Si nascose tra i libri pensando a un piano d'azione. Se ne starebbe stato lì finchè i clienti non se ne fossero andati? No,lui voleva leggere adesso. Gli venne un'idea e attese l'ordinazione del cliente sucessivo. Avrebbe sbirciato da sopra la spalla cosa comprava e così fece solo che venne sbatutto a terra.
    Rimase lì vagamente intotito ma stabile sulle gambe.

    Hildegard


    Edited by woozy. - 2/9/2018, 14:49
     
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    Capitava molto spesso che delle persone entrassero nel negozio con degli interessi specifici molto particolari: testi sulle origini delle divinità dell'Antica Grecia, guide religiose sulle cerchie angeliche, documentari scritti sugli effetti della Luna sugli uomini... Sembrava quasi che tutta la città coltivasse una passione smodata per la mitologia o il sovrannaturale. Sapevo bene che non era esattamente il mio compito quello di giudicare, ma c'era da ammettere che avevo assistito ad episodi molto singolari. Certo, potevo capire la curiosità o la voglia di cercare un po' di "magia" nel mondo, si doveva solo stare attenti a non esagerare e a non farsi trascinare troppo da quelle che alla fine erano descrivibili soltanto come storielle o favolette.
    Per fortuna la donna che era appena entrata era in cerca di tutt'altro, per la precisione voleva un po' di assistenza per un regalo da fare alla madre, una fan irriducibile di romanzi gialli. Non potevo fare a meno di sorridere ascoltando la donna descrivere in dettaglio i libri già letti della madre, i preferiti, i meno apprezzati... Era evidente quanto fosse forte il loro legame e mi ricordava un po' quello che anch'io avevo con mia madre, anche se nel mio caso era quasi scontato poichè ero cresciuto solo con lei. Non nutrivo del risentimento verso l'uomo che mi aveva dato il cognome, anzi, in un certo senso avrei potuto quasi ringraziarlo dato che in fondo era grazie a lui che mia madre aveva insistito ad insegnarmi il francese sin da piccolissimo e da qui era nata la mia passione per le lingue in generale. - Vediamo cosa si può fare - mi ero rivolto verso la donna, scuotendomi dalle mie riflessioni e accompagnandola verso la sezione dei gialli, esitando giusto per un attimo convinto di aver notato qualcosa saltare fra gli scaffali, ma fermandomi a guardare con più attenzione sembrava tutto al suo posto. Probabilmente era stato soltanto un gioco di luci ed io stavo iniziando seriamente ad accusare le ore di sonno perse.
    - Questo potrebbe fare al caso suo - le avevo detto incoraggiante, indicandole un cofanetto che raccoglieva tutti i racconti brevi e purtroppo meno conosciuti di Sir Arthur Conan Doyle. Come si poteva resistere a Sherlock Holmes? Mi ero dato mentalmente una pacca sulla spalla, congratulandomi con me stesso per il mio operato, decidendo poi di lasciare la donna a soppesare da sola le sue opzioni, perchè a nessuno piaceva sentirsi un sorvegliato speciale quando si cercava di fare qualche compera. Fortunatamente per me non ero dovuto restare con le mani in mano per molto, accogliendo con un sorriso cordiale una coppia di ragazzi, probabilmente studenti universitari in ricerca disperata di testi che potessero aiutarli con gli esami se ci si basava sui libri che avevano poggiato sul bancone. Insomma, non conoscevo moltissime persone che sceglievano di leggere saggi di sociologia come hobby nel proprio tempo libero. Li avevo salutati allegramente, porgendogli i loro acquisti divertito nel pensare che molto probabilmente anche io qualche anno fa avevo quella stessa espressione rassegnata. Nello sporgermi però mi era sembrato di notare qualcosa sul pavimento, sembrava quasi un giocattolo o forse la bambola di qualche bambino... Avevo provato a guardarmi intorno e a cercare di ricordare quanti bambini erano entrati in tutta la mattinata, ma nessuno era tornato e nessuno nel negozio sembrava turbato. Forse avrei potuto portarlo a Colin, dopo un lavaggio approfondito ovviamente. Stavo per avvicinarmi quando la voce della donna di poco prima aveva richiamato la mia attenzione, evidentemente pronta per scegliere il regalo. Beh, in fondo qualsiasi cosa vi fosse per terra sarebbe stata lì anche al mio ritorno.

    Mathieu Leroux
     
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    Hildegard si riprese dal colpo, qualcuno lo scalciò ma lui andò sulla parte più bassa si uno scaffale e saltando riuscì ad andare su quelle più alte.Si fermò e si bagnò con la bottiglietta schizzando i libri. Sarebbe stato un bello scherzo ma farsi le doccie gli era necessario,lì non c'era molta acqua. Era nella sezione tascabili e guardò i titoli. Non riusciva a vederli così vide dov'era. Si spostò per arrivare a livello del bancone poi cercò di tirare fuori un libro ma pur tascabile era molto più grande di lui. Ma non si arrendeva,se ci fosse riuscito sarebbe stato l'ideale.
    Si tolse lo zaino dalla schiena e con quello salì sulla copertina del libro ma non riuscì a scalarla allora tirò fuori dallo zaino la sua chitarra piccolina come lui.
    La usò come leva per far spostare il libro inserendosi tra i volumi. E ci riuscì infatti il libro cadde sul bancone poi rimise la chitarra nello zaino e questo in spalla.
    Il bancone era abbastanza avvicinabile quindi cadde già con un saltino. Finalmente poteva leggere il libro,ora doveva aprirlo. Gli serviva qualcosa per tenere le pagine aperte così guardò sul bancone in cerca di qualcosa adatto allo scopo.

    Hildegard


    Edited by woozy. - 2/9/2018, 14:50
     
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    Meglio incartato, ma quel tipo di fantasia non va affatto bene e allora facciamo solo un fiocco? Magari una coccarda bella grande, ma che non copra del tutto il regalo e che lasci spazio per un biglietto... Mi stavo pentendo amaramente di essermi lasciato trasportare dal mio essere sentimentale ed aver proposto alla signora di farle io stesso un pacchetto regalo per il cofanetto di libri che aveva scelto. Ovviamente stavo cercando di ascoltare ogni sua direttiva di buon grado, con un sorriso paziente ben stampato sul viso, ma internamente la stavo implorando di prendere una decisione e seguirla fino in fondo. Non ero neanche mai stato particolarmente bravo a fare i pacchetti regalo; per Natale era a dir poco semplice scovare quale fra i regali sotto l'albero proveniva dal sottoscritto. La mia unica fortuna consisteva nel fatto che Colin era ancora troppo piccolo per interessarsi all'estetica del regalo, più concentrato a strappare - o a farmi strappare - via tutto rapidamente per arrivare subito al suo obbiettivo. Fortuna che al massimo fra un paio di anni mi avrebbe lasciato purtroppo. Era vero che i figli crescono troppo rapidamente. Ma era meglio tornare a concentrarsi sulla cliente o sarei finito con il commuovermi senza nessun apparente motivo facendo fuggire la donna, che sembrava sul punto di cambiare nuovamente idea - Non si preoccupi servirà un minuto - avevo detto immediatamente, afferrando i libri e dirigendomi verso il bancone quasi di corsa per evitare un altro minuto di pro e contro della carta da pacchi semplice o decorata.
    Con un sospiro rassegnato ero tornato alla mia postazione pronto a portare a termine la vendita quando posando lo sguardo sul bancone mi ero praticamente pietrificando sul posto. Avrei potuto sbagliarmi, ma ero certo di non avervi lasciato nessun libro ed ero ancor più certo che quella strana bambola fosse rimasta sul pavimento e che soprattutto non si muoveva come se avesse avuto vita propria - Cosa... - sentendo i passi della donna avvicinarsi dietro di me mi ero lasciato ufficialmente prendere dal panico, lanciandomi sul bancone e con un gesto frettoloso del braccio avevo scaraventato sia il libro che... Qualsiasi cosa quel piccolo ometto fosse, dentro uno dei cassetti richiudendolo di scatto - Temo di non avere niente per fare il suo pacchetto. Le chiedo scusa, ma torni domani, troverà il regalo e uno sconto per il disagio - la stavo praticamente cacciando, ma per fortuna la prospettiva di uno sconto era sufficiente per distrarla dal mio comportamento.
    Il resto de negozio era semi vuoto, cosa che mi dava tempo e modo di analizzare quanto era appena accaduto. La mia mente mi stava proponendo mille possibilità, nessuna credibile o socialmente accettabile... Diamine, ero tropo giovane per una crisi di nervi accompagnata da allucinazioni. Prendendo un lungo e profondo respiro per darmi coraggio avevo riaperto il cassetto osservandone attentamente il contenuto - ...Hai una mini chitarra - avevo mormorato stupidamente. Già, non mi sfuggiva proprio niente.

    Mathieu Leroux
     
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    Hildegard era buono,socievole e tutto il resto ma come qualsiasi creatura della natura odiava essere rinchiuso quindi pensò al modo migliore di uscire da quel cassetto.
    Ah,gli umani non erano affatto gentili con i folletti e dal suo punto di vista aveva ben ragione di pensarlo.
    Prima volevano distruggere la foresta in cui viveva, ora veniva rinchiuso in un cassetto. Finora aveva incontrato solo un'umano gentile ed era una femmina.E l'umano che l'aveva rinchiuso era un maschio, da qui la diffidenza di Hildegard.Quindi lo scrutò sospettoso quando riaprì il cassetto per poi arrivare a una conclusione molto semplice.
    Lei ha paura di me? Le assicuro che non farei mai male a una mosca,io e il mio popolo siamo molto pacifici.Le mie intenzioni sono buone, vorrei solo leggere un librogli disse con un sorriso conciliante. Poi il tizio fece un commento che lo fece sorridere.
    Sì, mi serve per il mio lavoro, sono un cantante. Mi rassicura il fatto che non scappi via anche perchè sono buono, come le ho detto. Dispettoso ma buono come tutti i follettiaggiunse con un luccichio vivace negli occhi accarezando le corde della sua mini chitarra.

    Hildegard


    Edited by woozy. - 11/9/2018, 18:17
     
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    - Tu parli - non pensavo fosse davvero la cosa più importante sulla quale soffermarsi, ma c'era da ammettere che in quel caso un dettaglio valeva l'altro. - Lui parla - avevo ripetuto con un filo di voce, più come un'esternazione dei miei pensieri che come un qualche tipo di conversazione, tenendo ancora saldamente una mano sul cassetto che in quel frangente era l'unica cosa reale alla quale potevo aggrapparmi, mentre il mio sguardo incredulo continuava ad essere fermamente puntato sul suo interno. Avevo provato a guardarmi un attimo intorno curioso di sapere se ero l'unico in grado di vederlo, ma le uniche persone presenti erano intente a sfogliare qualche libro o consultarsi fra di se. Magari ero svenuto e stavo vivendo una specie di esperienza extracorporea, ma in tal caso non sarei dovuto riuscire a vedere anche il mio corpo steso da qualche parte? Forse ero vittima di una rapina ed il mio cervello stava cercando di proteggermi facendomi vivere un'allucinazione... Insomma, lo avevo visto in un episodio di un qualche poliziesco, era possibile. Certo avrei preferito uno scenario diverso, per esempio una passeggiata nel parco o una spiaggia bianca di qualche isola tropicale, ma non credo fosse possibile mettermi a discutere con me stesso e poi il subconscio sapeva di certo cosa sarebbe stato meglio per me, giusto?
    Nel frattempo la strana creaturina stava cercando di rassicurarmi, dicendo che non dovevo avere paura di lui poiché non avrebbe mai fatto del male a nessuno e che desiderava solamente leggere. Ovvio, ora si che mi sentivo meglio! Ero sul punto di rispondergli quando con la coda dell'occhio avevo notato delle persone avvicinarsi e così, preso dal panico, avevo nuovamente chiuso di scatto il cassetto buttandomi in avanti con il corpo con quello che speravo sembrasse un atteggiamento sciolto e disinvolto - Salve! Oh, avete dei libri, qui ne vendiamo un sacco - certo l'isteria non aiutava la mia missione nel voler non dare troppo nell'occhio, ma in mia difesa ero ancora abbastanza convinto che si trattava di un'allucinazione e che presto mi sarei svegliato con degli infermieri intenti fasciarmi la testa. Dopo avergli consegnato i loro acquisti ed aver sopportato i loro sguardi comprensibilmente confusi e giusto un puntino preoccupati, mi ero affrettato ad aprire ancora una volta il cassetto sperando di non trovarvi niente dentro questa volta, ma chiaramente quella non sembrava essere la mia giornata fortunata - Scusa! Io non... Non so davvero cosa dire - avevo ammesso onestamente, passandomi una mano sul viso nervosamente, mentre esaminavo ogni parola che il piccolo chitarrista mi aveva detto. Era un folletto. Era un folletto, quindi notoriamente buono a suo dire, che suonava la chitarra per lavoro. Diamine, mi sarebbe costata una fortuna rimandare Colin a vivere con mia madre e trovare un buon centro di recupero per curarmi da qualsiasi tipo di disturbo mentale mi aveva colpito. - Ok, spero tu possa capire perchè non posso lasciarti andare in giro come se niente fosse - gli stavo spiegando con tutta la calma che potevo trasmettere, quindi non molta a dire il vero - Quindi, ti prego, resta dove sei mentre controllo che se ne siano andati tutti così da poter chiudere il negozio - avevo aggiunto rapidamente per poi incamminarmi verso gli scaffali e facendo il giro due volte prima di sentirmi sicuro di essere rimasto da solo. O almeno, da solo a parte il folletto. Chissà se negli ospedali si usavano ancora stanze con le pareti imbottite e le camicie di forza.

    Mathieu Leroux
     
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    Hildegard rise allo stupore dell'umano.Certo che parlo,non sono una rapa cottadisse.Aspetti,lei non ha mai visto un folletto,vero? Decisamente no.Questo spiega tuttoannuì alle sue stesse osservazioni.Mi ha chiuso nel cassetto perchè pensava non parlassiaggiunse quasi trionfante. Era bello sapere il motivo di un gesto tanto inutile all'apparenza. Gli spiegò poi che non aveva nessuna intenzione di fargli del male quando fu di nuovo chiuso nel cassetto. Sentì poi la voce dell'umano e comprese che erano arrivate altre persone, Hildegard si mosse piano nel cassetto perchè non vedeva niente. Bisognava fosse attento a non inciampare.
    Quando aprì di nuovo il cassetto il tipo gli disse di non sapere cosa dire.Non c'è problema,sono entrati altri umani,ho sentitogli rispose con un sorriso.
    Nemmeno io sono in grado di andare in giro senza pericoli però devo dire che nel cassetto non ci sto male anche se è buioreplicò poi.Ok,ci resto,il libro lo leggerò dopo
    Hildegard


    Edited by woozy. - 11/9/2018, 18:17
     
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    Mi stavo muovendo in modalità autopilota, tutti i miei gesti erano effettuati in maniera automatica quasi per memoria muscolare dato che il mio cervello era più preoccupato a cercare di razionalizzare quello che stava accadendo, anche se non avevo idea di come si poteva razionalizzare la presenza di un folletto musicista chiuso in un cassetto. Mi ero sempre reputato come una persona dalla mentalità aperta, accettavo di buon grado ogni nuova peculiarità della società moderna e sarei stato pronto a battermi per il diritto di espressione di chiunque. In fondo tutti i giorni si sentivano notizie un po' strane che facevano il giro del globo in poche ore; vi erano persone sessualmente attratte dagli alberi, chi voleva vivere come un pony, chi mangiava carta, altri ancora che avevano sposato se stessi o il proprio animale domestico o una stazione ferroviaria... Pensavo che fossero tutte cose al quanto bizzarre? Abbastanza, sì. Trovavo che fossero pericolosi o nocivi per gli altri? Certo che no. Come avevo detto possedevo una mentalità aperta, ma in questo caso non mi si stava chiedendo di accettare nuovi tipi di alimentazione, bensì di prendere atto del fatto che potenzialmente il mondo non era popolato esclusivamente da semplici esseri umani e che le favole forse erano un po' più reali di quanto si poteva pensare.
    Una volta chiusa la porta del negozio potevo sentire il livello d'adrenalina scendere sempre di più nel mio corpo ora che mi ero accertato di essere da solo e quindi fuori pericolo, sempre che il mio piccolo ospite non avesse intenzione di trasformarsi in qualche tipo di bestia assetata di sangue e che quindi era arrivata la mia ora... A quel punto ero abbastanza sicuro che se anche fosse successo non mi avrebbe sorpreso più di tanto.
    Era inutile indugiare ancora, così prendendo un respiro profondo mi ero allontanato dalla porta per tornare al bancone non potendo però fare a meno di avvertire una punta di delusione nel constatare che sì, il folletto era dove lo avevo lasciato e quindi la possibilità che mi stessi immaginando tutto era stata ufficialmente scartata - Ok, sta accadendo davvero - avevo mormorato per poi abbassarmi sulle ginocchia per essere allo stesso livello visivo della creatura - Non vorrei sembrare negativo, ma non credi che ci siano modi migliori per leggere un libro? - come per esempio non portare il commesso di una libreria sull'orlo dell'infarto, ma era solo un'idea. - Potrebbe esserti sfuggito, ma non passi inosservato. Senza contare che per la maggior parte della popolazione mondiale non dovresti esistere - o almeno questo era quello che credevo fino a meno di un'ora fa, magari tutto il mondo sapeva ed io ero l'unico rimasto all'oscuro scelto per un esperimento in stile Truman Show. Per qualche motivo la cosa non mi stava rincuorando.

    Mathieu Leroux
     
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    Certo che sono vero e in realtà non cercavo un libro qualsiasi altrimenti non avrei rischiato la vita per venire qui. Stavo cercando un libro su voi umani ma siccome sto parlando con uno mi rispiarmerò la fatica. Noi folletti non abbiamo libri che parlino di voi e dei vostri rapporti con noi quindi il mio popolo pensava che qui avrei trovato qualcosaspiegò Hildegard all'umano che si era abbassato per essere al suo stesso livello.Ci interessa da quando abbiamo conosciuto una di voi.
    Sai, lei non ha avuto problemi a credere alla nostra esistenza. Per la mia dimensione non ci posso fare niente ma posso farti un piccolo scherzo per dimostrarti che sono vero.

    Hildegard diede una piccola pacca con il dito al naso dell'umano.Ecco,ora sai che sono io in carne e ossa.
    Hildegard


    Edited by woozy. - 13/9/2018, 20:03
     
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    Certo che sono vero! Aveva continuato ad esclamare, ignaro di come la cosa riusciva a calmarmi solo in parte. Perchè, da un lato questo poteva voler dire che non ero impazzito e non stavo subendo un tremendo crollo psicotico curabile solo con svariate sedute di elettroshock - anche se mi si poteva obbiettare il fatto che un'allucinazione creata dal sottoscritto non mi avrebbe mai detto di non essere reale - ma dall'altra parte mi si stavano aprendo strade che fino a letteralmente un'ora fa consideravo pura finzione, leggende affascinanti che però non conservavano nessuna prova della loro effettiva esistenza. Insomma, cos'altro avrei dovuto aspettarmi? Forse uscendo avrei visto elfi che si muovevano a bordo di unicorni o magari draghi che volavano nel cielo oppure tornando a casa il cane del vicino mi avrebbe salutato chiedendomi com'è andata la mia giornata? A quel punto non sapevo davvero cosa aspettarmi e onestamente era un po' troppo da accettare in così poco tempo. - Il tuo popolo non ha mai sentito parlare dei kindle? - avevo chiesto sarcastico, non aspettandomi davvero una risposta più concentrato nel tentare di combattere la frustrazione del momento assurdo che stavo vivendo, mentre lo ascoltavo parlare di come una ragazza lo aveva interessato al resto del genere umano e di come lei non si era affatto stupita di sapere che i folletti esistevano veramente. Beata lei! avevo pensato immediatamente. - Non avete nessun libro di quel genere perchè non esistono. Gli unici testi che contengono uomini e... Altre creature, sono a tema fantascientifico oppure sono semplici favole - avevo illustrato lentamente, un po' come quando spieghi a un bambino perchè non potrà mai crescergli un'anguria nella pancia se ne mangia i semi, sperando che il folletto avrebbe capito e accettato la cosa per poi andarsene, lasciandomi da solo a ponderare sulla confusione che aveva portato nella mia vita. Confusione che purtroppo sembrava non finire, dato che per provare quanto fosse "reale" il piccolo chitarrista aveva deciso di sporgersi un po', poggiando il dito per un attimo contro il mo naso facendomi indietreggiare di un passo e scattare nuovamente in piedi dallo shock - Non ero davvero in cerca di conferme, ma suppongo di poter rimandare le sedute psichiatriche ora - avevo risposto con una risatina nervosa, passandomi entrambe le mani sul viso prima di spostare lo sguardo sulla porta chiusa ma pur sempre a vetri e quindi trasparente... Speravo davvero che nessuno si fosse affacciato per dare uno sguardo, perchè non avevo idea di come giustificare qualsiasi cosa avrebbero potuto vedere.

    Mathieu Leroux


    Edited by »Cry Baby•·. - 18/9/2018, 20:00
     
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    I che? Non ho mai sentito questa paroladisse perplesso Hildegard all'umano.Ah,vanno bene lo stesso perchè sono stato mandato a verificare quanto gli umani sono disposti verso di noi dopo che due creature del genere hanno tentato di distruggere la nostra foresta.Anche se c'è chi dice che siano mostri però sinceramente mostri così non ne ho mai visti. E poi lei ha detto che erano umani quindi lo sonoaggiunse passegiando per il fondo della scatola con un'attegiamento pensieroso. Certo,non li abbiamo visti bene ma ci siamo fidati di lei che è una femmina umana. Ora che ci penso,forse ci ha difesocontinuò con le sue riflessioni.
    Toccò poi il naso con il dito all'umano.Questo vuol dire che mi credi? Ottimo. Credo che imparerò meglio sugli umani da te che da centinaia di libri,non posso andare via senza aver portato a termine la mia missione. Sì,sono già stato in città però mai in un posto come questo ed è davvero interessante.
    Hildegard


    Edited by woozy. - 29/9/2018, 22:55
     
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    Per la milionesima volta mi trovavo sconsolato a chiedermi come potevo esser finito ad avere una conversazione con una creatura magica che per tutta la vita ero certo fosse solo un'invenzione di fantasia, come poteva esserlo il coniglietto di Pasqua o il mostro di Loch Ness. Certo, se esistevano i folletti allora cosa impediva a tutto il resto di essere altrettanto reale? Se così era, avevo urgente bisogno di parlare con la fatina dei denti; mi doveva un bel po' di soldi. - Mai pensato di chiedere informazioni ad un umano che, non saprei, è già consapevole della vostra esistenza? - avevo domandato sarcastico, mentre il piccoletto continuava a camminare su e giù esponendo a voce alta le sue considerazioni che alle mie orecchie suonavano come frasi sconnesse quasi prive di senso. Qualcosa su di una foresta, una donna, persone cattive... Ora che ci pensavo, ero certo di aver visto un cartone animato che parlava di un bosco in pericolo ed i suoi magici abitanti che aiutati da un ragazzo riuscivano a salvare la situazione. A Colin era piaciuto così tanto da obbligarmi a rivederlo tutte le sere per due settimane di seguito. - Questa vostra femmina umana sembra saperne molto, perchè non vi rivolgete a lei? - insomma da quanto aveva detto, la ragazza li aveva difesi da... Qualsiasi cosa li stava affliggendo e quindi doveva tenere a loro in qualche modo, la scelta più ovvia sarebbe dovuta essere tornare da lei. - Credo che imparerò meglio sugli umani da te che da centinaia di libri - Ok, fermi tutti. Come ci eravamo arrivati qui ed in che senso avrebbe potuto imparare da me? La conversazione stava subendo una escalation piuttosto improvvisa se dovevo essere onesto. - Non sono la persona più adatta per insegnare niente a nessuno credimi - mi ero affrettato a dirgli, per dissuaderlo, con la speranza di poter mettere fine a quella assurda giornata e tornare a casa a mio figlio. Magari avrei potuto studiare un metodo per non uscire mai più nella civiltà e risolvere alla radice ogni problema presente e futuro.

    Mathieu Leroux
     
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    Ecco,già questo prova che voi umani maschi non siete affatto gentili.Ma pensa,dopo tutta la fatica che ho fatto ad arrivare qui rischiando pure la vita trovo qualcuno che non è disposto a collaborare.Hidelgard sbuffò, risentito. Quell'umano avrebbe potuto pure essere più gentile con lui.
    Ormai mi hanno mandato qui e chiedo a te comunque dopo aver visto così scarsa collaborazione certo che ci rivolgeremo a lei, che è pure una guardiana.Aspetta,forse perchè vive in una foresta come noi? Invece volevamo osservare un umano nel suo ambiente naturale.
    Poche cose facevano offendere Hildegard e una di queste era la scarsa collaborazione di chi rifiutava di aiutarlo. Chi si credeva di essere poi il tipo? Era certo un bel presuntuoso.
    Tutto solo perchè sei più alto di me e comunque non pretendo niente,vorrei solo farti delle domande. Credi davvero che vorrei un insegnante così poco disposto a insegnarmi?. In questa scatola ci sto bene quindi non me ne andrò fino a domani. Lo faceva per fargli un dispetto e pensava di muoversi dentro ogni tanto così avrebbe avuto la soddisfazione di fargli uno scherzo.
    Hildegard


    Edited by woozy. - 16/10/2018, 17:16
     
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