Natura o estro umano?

Per Axel Joel Madden

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  1. Paraortometa
     
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    La strega stava seguendo con gli occhi e sopratutto con la mente, che le visualizzava disegnoi, mappe, strani e fiabeschi o terribili disegni mentre guardava quel tronco. Erano disegni tribali, ma anche facce demoniache, ali di angelo, volute di fumo. Iniziò quasi a sorridere mentre si perdeva e sapeva inconsciamente che sarebbe stata ore lì.
    Una voce la distrasse, ma non improvvisamente, essa quasi permeò nel suo personale limbo di arte lentamente. Lei si voltò e vide l'uomo a cui apparteneva la voce, quindi spostò lo sguardo verso l'opera che lui le aveva indicato.
    Sorrise appena. L'uomo sembrava tutto a parte un amante dell'arte, ma aveva imparato lei stessa, e lei ne era anche esempio vivente, che le apparenze ingannano.
    "Bello e immediato, ma falso in qualche modo, considerando lo scopo della mostra." gli disse nella sua voce che nulla tradiva della sua origine, anche se ancora aveva un lieve accenno francese, una "erre" un po' troppo moscia, ma ci stava lavorando. Aveva impiegato anni a capire come dire quella lettera, e quindi ora il suo cervello un po' non voleva abbandonare il traguardo raggiunto.
    Tornò quasi insolente a guardare il tronco, tentando di riprendere da dove aveva interrotto, ma in qualche modo la magia del momento si era persa. Non perduta, solo allontanata, e avrebbe dovuto, e voleva, ricominciare a seguire le venature, certa che le avrebbero mostrato differenti disegni, una differente storia.
    Sospirò.
    "Per rispondere alla tua domanda, le venature di questo tronco mi hanno ricordato per un attimo i tatuaggi hawaiani, partendo da questo punto con la luce di adesso, ma ora che lo riguardo mi ricorda una montagna di notte, il suo profilo, e se segui sulla destra, oltre quel nodo, vedrai una testa di gufo abbozzata." gli disse indicando con la mano. "La natura è ancora un'ottima maestra in cose che noi pensiamo di aver inventato, e invece abbiamo solo riscoperto. Tatuaggi, scaring, branding, tutte cose che hanno perso significato quasi per la totalità della gente... Un po' come l'arte in generale..."
    Guardò nuovamente il tronco scolpito che aveva indicato l'uomo.
    "Mi ricorda l'urlo di Munch e l'arte lignea tipica della regione italiana della Valle d'Aosta, quel desiderio di estremizzare, quasi imbruttire il volto per far risaltare la durezza della vita, dell'azione, ma allo stesso tempo non snaturare la forza e resistenza del legno, quasi a indicare che sia il legno che l'autore hanno sofferto, hanno lottato per raggiungere il risultato che noi vediamo. Urla di dolore, di gioia, è un grido di guerra od i vendetta subita? O perpetrata?"
    May Furinne
     
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