Natura o estro umano?

Per Axel Joel Madden

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    La giornata si prospettava calda e piacevole nonostante fosse appena iniziato Settembre. Certo ufficialmente all'autunno mancavano circa tre settimane, ma ancora non si vedeva foglia gialla o vento freddo e quindi la maga si era ancora vestita quasi in modo estivo, maglietta rossa a maniche corte, jeggings e un paio di scarpe da tennis comode. Aveva attorno alal vita un maglioncino e nella cartella da scuola che portava con sè aveva un ombrello tra le altre cose, ma sperò vivamente di non doverlo usare.
    Aveva saputo della mostra quasi per caso, un volantino finito nella casella della posta del negozio, e la cosa l'aveva incuriosita. Lei amava l'arte in ogni sua forma, anche se negli ultimi sessanta, settant'anni aveva visto definire arte cose che lei riteneva tutt'altro, ma sapeva di ragionare come una di secoli prima, avendoli. Non odiava Pollock, ma preferiva una bibbia miniata medievale, ecco.
    Quindi scoprire che al giardino botanico tenevano una mostra temporanea di arte basata sul legno le era sembrata una cosa carina. L'opuscolo, relativamente scarno di informazioni, parlava di come gli artisti avessero estratto dal legno quello che vi era nascosto, giocando con venature, forme e materiali, dal legno alla corteccia, dalle forme del ramo al colore del materiale.
    L'idea era bella, lei stessa aveva visto a volte un legno a terra che le aveva ricordato per un motivo o un altro un uomo seduto, o un serpente, o anche figure quasi mitologiche che le avevano riportato alla mente il concetto di driadi.
    Quella mattina si era quindi diretta alla mostra per una giornata serena e tranquilla, sfruttando il giorno di chiusura del suo negozio, anche se ufficialmente non era suo e lei ci lavorava come dipendente.
    Arrivò al giardino botanico, sempre abbastanza tranquillo, non preso d'assalto dai turisti o dai visitatori, e si diresse al padiglione, una tensostruttura bianca simile a quei padiglioni per il tennis coperto. C'era un'offerta libera per l'ingresso, e lasciò alcuni dollari, quello che riteneva un giusto prezzo per un ingresso.
    Dentro vi erano poche persone, forse una decina, e una ventina, forse poco più, opere, alcune sotto teca, altre così massicce da essere libere di essere toccate. Un tronco era stato lavorato, ma più che altro levigato e lucidato così da portare le venature in evidenza e creare un effetto ottico che le ricordò la statua del pensatore, ma pesantemente tatuata in motivi tribali hawaiani. Si avvicinò, perdendosi nelle venature, quasi rapita.
    May Furinne


    Edited by Maag - 5/9/2018, 11:50
     
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    Settembre era finalmente arrivato e a Vancouver la temperatura sfiorava i 20 gradi per cui le giornate si scandivano ancora con una temperatura piacevole, non faceva ne troppo caldo ne troppo freddo.
    Axel non aveva un motivo ben preciso sul perché ora se ne stava passeggiando in solitudine per il giardino botanico della città. Forse aveva bisogno di un po’ di pace e tranquillità o forse nonostante l’aria da spaccone che aveva, la natura e l’armonia erano tuttavia elementi che gli piacevano. Camminava distrattamente fino a che la sua attenzione fu catturata da un foglio appeso ad un albero, foglio su cui vi era scritto che in una zona del parco, per una settimana, si sarebbe tenuta una mostra di arte basata sul legno. Axel aggrottò lo sguardo cercando di capire di che mostra potesse mai trattarsi e curioso seguì i cartelli che lo condussero al luogo in cui si tenevano le mostre temporanee. Era ad ingresso libero, per cui pensò bene di lasciare qualche dollaro e andarla così a vedere. Del resto lui amava l’arte, e il suo corpo lo poteva di certo dimostrare, visto che era praticamente tutto dipinto. Si stupì subito dello scarso afflusso di gente, ma forse ciò era dovuto al fatto che era mattina, e che probabilmente la gente si sarebbe mossa più nel pomeriggio. Meglio così, poteva gustarsi le opere con tutta tranquillità. La prima su cui si soffermò con un certo entusiasmo mostrava un tronco lavorato, levigato e lucidato che faceva vedere le venature in evidenza creando un effetto ottico che, almeno al momento, al ragazzo non diceva nulla. Eppure non sembrava così per la ragazza che gli si era appena affiancata, una giapponesina (o cinesina...o quello che era!) molto carina che rapita guardava l’opera d’arte. La sta trovando interessante per...? non riuscì a trattenere di domandarle ciò, dandole addirittura del lei, che non era proprio una cosa tipica da lui, ma forse il trovarsi davanti ad una ragazza così carina e orientale l’aveva messo un po’ in “soggezione”, o più che altro gli aveva fatto ritenere che forse sarebbe stato il caso di rivolgersi a lei con “rispetto”, vista anche l’aria da maestrina che essa, in qualche modo, dava.
    Io direi che è più interessante l’opera alla sua destra... aggiunse indicandola.
    http://i65.tinypic.com/10459qg.jpg
    Essa mostrava un mezzo busto di una persona con le braccia sollevate, su tronco rosso. Axel lo trovava sicuramente molto più interessante...
    Axel Madden


    Edited by woozy. - 3/9/2018, 21:36
     
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    La strega stava seguendo con gli occhi e sopratutto con la mente, che le visualizzava disegnoi, mappe, strani e fiabeschi o terribili disegni mentre guardava quel tronco. Erano disegni tribali, ma anche facce demoniache, ali di angelo, volute di fumo. Iniziò quasi a sorridere mentre si perdeva e sapeva inconsciamente che sarebbe stata ore lì.
    Una voce la distrasse, ma non improvvisamente, essa quasi permeò nel suo personale limbo di arte lentamente. Lei si voltò e vide l'uomo a cui apparteneva la voce, quindi spostò lo sguardo verso l'opera che lui le aveva indicato.
    Sorrise appena. L'uomo sembrava tutto a parte un amante dell'arte, ma aveva imparato lei stessa, e lei ne era anche esempio vivente, che le apparenze ingannano.
    "Bello e immediato, ma falso in qualche modo, considerando lo scopo della mostra." gli disse nella sua voce che nulla tradiva della sua origine, anche se ancora aveva un lieve accenno francese, una "erre" un po' troppo moscia, ma ci stava lavorando. Aveva impiegato anni a capire come dire quella lettera, e quindi ora il suo cervello un po' non voleva abbandonare il traguardo raggiunto.
    Tornò quasi insolente a guardare il tronco, tentando di riprendere da dove aveva interrotto, ma in qualche modo la magia del momento si era persa. Non perduta, solo allontanata, e avrebbe dovuto, e voleva, ricominciare a seguire le venature, certa che le avrebbero mostrato differenti disegni, una differente storia.
    Sospirò.
    "Per rispondere alla tua domanda, le venature di questo tronco mi hanno ricordato per un attimo i tatuaggi hawaiani, partendo da questo punto con la luce di adesso, ma ora che lo riguardo mi ricorda una montagna di notte, il suo profilo, e se segui sulla destra, oltre quel nodo, vedrai una testa di gufo abbozzata." gli disse indicando con la mano. "La natura è ancora un'ottima maestra in cose che noi pensiamo di aver inventato, e invece abbiamo solo riscoperto. Tatuaggi, scaring, branding, tutte cose che hanno perso significato quasi per la totalità della gente... Un po' come l'arte in generale..."
    Guardò nuovamente il tronco scolpito che aveva indicato l'uomo.
    "Mi ricorda l'urlo di Munch e l'arte lignea tipica della regione italiana della Valle d'Aosta, quel desiderio di estremizzare, quasi imbruttire il volto per far risaltare la durezza della vita, dell'azione, ma allo stesso tempo non snaturare la forza e resistenza del legno, quasi a indicare che sia il legno che l'autore hanno sofferto, hanno lottato per raggiungere il risultato che noi vediamo. Urla di dolore, di gioia, è un grido di guerra od i vendetta subita? O perpetrata?"
    May Furinne
     
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    La ragazza si voltó a guardare il suo interlocutore ritrovandosi davanti ad un tipo che dava poca impressione ad uno che amava l’arte, almeno secondo il suo giudizio, e per questo rimase per un’attimo stranita. Axel ok che sembrava un truzzo, punk, tutto tatuaggi e nient’altro, in realtà egli era amante non solo del punk, ma anche di altri tipi di arte. "Bello e immediato, ma falso in qualche modo, considerando lo scopo della mostra." rispose alla sua domanda del perché trovasse interessante quel pezzo di legno, e rivelando un tenero accento francese, che rese perplesso il ragazzo, dal momento che ella di francese non aveva nulla, esteticamente parlando, essendo giapponese, o cinese...si beh, orientale insomma! Non fece quindi troppo caso alla risposta che ricevette, perché appunto più concentrato sull’origine della sconosciuta, tra l’altro davvero carina.
    Ella tornò a concentrarsi sul pezzo di legno poi sospiró e continuò a dargli una risposta. "Per rispondere alla tua domanda, le venature di questo tronco mi hanno ricordato per un attimo i tatuaggi hawaiani, partendo da questo punto con la luce di adesso, ma ora che lo riguardo mi ricorda una montagna di notte, il suo profilo, e se segui sulla destra, oltre quel nodo, vedrai una testa di gufo abbozzata.
    La natura è ancora un'ottima maestra in cose che noi pensiamo di aver inventato, e invece abbiamo solo riscoperto. Tatuaggi, scaring, branding, tutte cose che hanno perso significato quasi per la totalità della gente... Un po' come l'arte in generale..."
    . Axel decise dunque di mettersi dietro di lei, in maniera da avere più o meno la sua stessa visuale, e fissò con attenzione il tronco che dava alla donna tutta quelle sensazioni. Io vedo onde di un oceano che ha appena affrontato una tempesta notturna...e se proseguo...una mela stilizzata forse morsa... fece poi ritornando alla sua postazione. Era questo il bello dell’arte, ognuno poteva dire cosa vedeva ed esprimere ciò che provava. È proprio questo il bello dell’arte continuò poi concentrandosi sull’altra opera, indicandogliela. Comunque hai perfettamente ragione. Molte cose vanno perdute...La gente segue le mode e non quello che vuole veramente o che sente suo. Molti si tatuano cose solo per il gusto di avere un tatuaggio... fece lui concentrandosi sull’argomento che lo riguardava da vicino. Ma c’è ancora chi si dipinge la sua vita e dunque le proprie cose, idee...
    La ragazza guardó poi il tronco scolpito che aveva indicato l'uomo. "Mi ricorda l'urlo di Munch e l'arte lignea tipica della regione italiana della Valle d'Aosta, quel desiderio di estremizzare, quasi imbruttire il volto per far risaltare la durezza della vita, dell'azione, ma allo stesso tempo non snaturare la forza e resistenza del legno, quasi a indicare che sia il legno che l'autore hanno sofferto, hanno lottato per raggiungere il risultato che noi vediamo. Urla di dolore, di gioia, è un grido di guerra od i vendetta subita? O perpetrata?" cavolo se ne aveva di fantasia e di conoscenza. Si vedeva che era una donna intelligente, e questo forse poteva metterlo in soggezione. Axel le sorrise. Era certo che i più avessero trovato l’opera come un uomo vittorioso, uno che per vincere aveva sudato le fatidiche sette camicie, ma che alla fine ce l’aveva fatta. Invece la ragazza vedeva esattamente ciò che vedeva lui, dolore e sofferenza. Solo che lei era riuscita ad esprimerlo con bellissime parole che Axel non avrebbe mai saputo dire. Complimenti signorina.... fece lasciando cadere la frase perché gli mancava il suo nome. È riuscita a dire la stessa cosa che vedevo io..., in quest’opera i pareri erano concordi. ...e sarò anche “banale” ma preferisco un’opera che si capisce cos è, tipo questa, dove vedi chiaramente un tizio con le braccia in aria, piuttosto che un opera che non si capisce cos’è...Come ad esempio il Cubismo...è una corrente artistica che in generale non comprendo... parlò invitando poi la donna a proseguire il giro, dove tutto sommato non pareva essere questo granché. Fino a che non videro questa scultura, gigante e dettagliata

    Che catturó subito la sua attenzione suscitando un Wow, mentre poi il suo sguardo si andò a posare sull’etichetta che recitava Thomas Dambo, Danimarca. Ed era anche funzionante, dal momento che faceva da altalena! Mi sa dire qualcosa a proposito di questo Thomas Dumbo? le chiese tornando a guardarla, immaginando che la ragazza, che gli aveva dato l’impressione del “so tutto io”, lo sapesse.
    A proposito, mi chiamo Axel fece un mezzo sorriso ricordandosi che non si era ancora presentato.
    Axel Madden


    Edited by woozy. - 20/9/2018, 18:18
     
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    May ascoltò in silenzio quello che l'uomo aveva da dire sui tatuaggi, annuendo dopo aver anche sentito le sue impressioni sulle venature dell'opera.
    Io non ho tatuaggi, per una mia idea personale credo che il corpo sia un tempio sacro che va modificato solo in casi estremi. Ma non per questo non considero i tatuaggi un arte. Per due motivi, anche se disgiunti. disse, spostandosi con lui a vedere le altre opere. Niente di davvero eccezionale, troppa arte moderna, sfortunatamente per lei, ma sembrò dalle frasi di lui che fossero allineati sull'argomento.
    Il primo motivo è che chi tatua, se lo fa bene e con l'anima, come si dovrebbe fare ogni cosa che riguarda l'arte, deve capire cosa il so cliente vuole, come ottenere l'effetto desiderato e considerare anche il mezzo su cui lavora. Un corpo femminile non è uno maschile, uno giovane non è uno vecchio, uno muscoloso non è quello din pallido nerd. Lo stesso disegno, se non modificato accuratamente magari in piccoli dettagli, avrà differenti rese su differenti persone. disse seria, osservando un'opera che le ricordò le colonne lignee del Botticelli Il secondo miotivo è che a volte ciò che vuole il cliente on è ciò che vuole davvero. Ci sono tatuaggi che si fanno perchè è figo, altri per ricordare, altri ancora per dimenticare. Io reputo il tatuaggio alpari di una miniatura medievale all'inizio del capitolo, e l'anima della persona il capitolo stesso. Se ti tatui, ogni cosa deve avere uns enso, un motivo vero, profondo, che ti migliora. Il tatuaggio non è per me estetica verso l'esterno, verso gli altri, ma meditazione interna resasi material sulla pelle, quasi traspirasse e si fermasse in superficie dopo una lunga, profonda, intima scoperta dal cuore alla pelle. L'arte antica e quasi moderna hanno quello, l'arte moderna, come il cubismo che hai citato, ai miei occhi è un gioco per bimbi senza senso.
    La ragazza quindi rimase in silenzio sena più dire una parola fino all'opera di una sorta di enorme folletto porcospino che fingeva da altalena. Il nome le era sconosciuto.
    Sicuramente ne so meno di te, Axel. sorrise. "Io sono May, May Furinne. gli rispose, inchinandosi appena allo stile giapponese, le mani incrociate davanti a lei sulla pancia come era stata abituata a fare quando era piccola, piccola davvero.
    Continuò ad osservare l'opera, ma dal suo volto si capiva che non era esattamente entusiasta della cosa.
    May Furinne
     
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    Io non ho tatuaggi, per una mia idea personale credo che il corpo sia un tempio sacro che va modificato solo in casi estremi. Ma non per questo non considero i tatuaggi un arte. Per due motivi, anche se disgiunti. parló la ragazza che si rivelava essere sempre più loquace, al contrario di Axel che era un tipo un poco più pratico ecco! Non che non amasse dialogare, semplicemente riteneva giusto parlare solo se necessario e in pratica non per dire cose futili e simili. E preferiva ascoltare, che parlare. Apprezzo il tuo pensiero. Ognuno è libero di pensare al proprio corpo come preferisce.. fece quando ella prese fiato prima di continuare a parlare, per elencare i due motivi sopraelencati. Axel non sopportava le persone che odiavano chi si tatuava; se a uno non piaceva tatuarsi non si tatuava, ma non doveva stare lì a commentare il corpo tatuato di qualcuno che invece amava farsi dipingere la pelle!
    Il primo motivo è che chi tatua, se lo fa bene e con l'anima, come si dovrebbe fare ogni cosa che riguarda l'arte, deve capire cosa il so cliente vuole, come ottenere l'effetto desiderato e considerare anche il mezzo su cui lavora. Un corpo femminile non è uno maschile, uno giovane non è uno vecchio, uno muscoloso non è quello din pallido nerd. Lo stesso disegno, se non modificato accuratamente magari in piccoli dettagli, avrà differenti rese su differenti persone. continuò a parlare seria mentre i due si erano ritrovati ad osservare un’opera che non entusiasmó il giovane. Bisogna tatuarsi con testa, non perché va di moda o perché magari si trova carino un gattino per cui via a tatuarsi il micio! aggiunse egli pensando fra l’altro che non si era tatuato il suo gatto che tanto amava e che probabilmente, una volta che sarebbe venuto a mancare, si sarebbe fatto il tatuaggio della sua zampina.
    Il secondo miotivo è che a volte ciò che vuole il cliente on è ciò che vuole davvero. Ci sono tatuaggi che si fanno perchè è figo, altri per ricordare, altri ancora per dimenticare. Io reputo il tatuaggio alpari di una miniatura medievale all'inizio del capitolo, e l'anima della persona il capitolo stesso. Se ti tatui, ogni cosa deve avere uns enso, un motivo vero, profondo, che ti migliora. Il tatuaggio non è per me estetica verso l'esterno, verso gli altri, ma meditazione interna resasi material sulla pelle, quasi traspirasse e si fermasse in superficie dopo una lunga, profonda, intima scoperta dal cuore alla pelle. L'arte antica e quasi moderna hanno quello, l'arte moderna, come il cubismo che hai citato, ai miei occhi è un gioco per bimbi senza senso.. La ragazza ci mise si è no cinque minuti per dire tutto quanto e Axel non potè che mostrarsi divertito e commentare il tutto A lei piace molto parlare, eh! E scommetto che a scuola è -o era- una a cui piaceva mettersi sempre in prima fila! commentò grattandosi la nuca e posando il suo sguardo su quello dell’orientale.
    Sicuramente ne so meno di te, Axel. esclamò invece la ragazza, rendendo perplesso il Mago che si sarebbe aspettato già una bella spiegazione dell’opera di quel porcospino. E invece pareva non conoscere neppure lei quell’artista. Ma ok, del resto era un nome sicuramente semi sconosciuto.
    "Io sono May, May Furinne. si presentò infine ella, inchinandosi come solo i giapponesi sapevano fare, e dunque facendo capire al ragazzo di quale nazionalità ella fosse. Di dove sei? le domandò ugualmente, aveva capito fosse giapponese, ma non da quale città provenisse. E iniziò a darle del “tu” come aveva appena fatto lei...Sei qui come turista o ci abiti? chiese subito dopo.
    I due poi proseguirono a guardare altre opere, di indubbia bellezza. Diciamo che non era proprio il genere di Axel, ammesso poi che avesse un genere preferito!
    Ti va un caffè...? le chiese subito dopo dal momento che avevano finito di vedere la mostra, e con non troppo entusiasmo.
    Axel Madden


    Edited by woozy. - 20/9/2018, 18:18
     
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    La ragazza fece finta di nulla di come l'uomo si infilò nel suo discorso per ben due volte.
    Era una cosa che mal sopportava. C'era un tempo per parlare e uno per ascoltare, e molto presto aveva imparato, sia trovandosi dal lato di chi ascoltava che da quello di chi parlava, che infilarsi con le proprie frasi e commenti in un discorso altrui era difficile, fastidioso e poco produttivo. Aveva notato che l'abitudine, sfortunatamente, era non solo appanno dei ragazzini, ma sempre più anche degli adulti, complice probabilmente il modo di comunicazione dei social e delle mail, fatto di tempi di risposta brevissimi e di poca riflessione nella scrittura.
    Disse quello che doveva dire e attese alcun secondi prima di controbattere alla sua ultima frase sulla sua presunta tendenza a sedersi vicino alla cattedra.
    Lo osservò con sguardo quasi assente, non pensieroso, ma come se lo volesse attraversare, intenta a capire come reagire.
    La presenza o meno di tatuaggi sul mio o sul tuo corpo non ha nulla a che fare con il diritto di fare al proprio corpo ciò che vuole. Ritengo poco intelligente, per non usare termini ancora più forti, deturpare qualcosa come il tempio della propria anima con disegnini puerili, anche se ben realizzati. Da quello che vedo sei un cultore dei tatuaggi. Bene, se essi hanno un senso per te ben venga. siamo apparentemente d'accordo sul senso dei tatuaggi." annuì appena, sempre fissandolo negli occhi. "Mentre trovo discutibile la tua ultima affermazione. Ritengo di avere il diritto e dovere di spiegarmi in modo coerente e esauriente su quanto voglio dire, e questo non può certo essere fatto con delle emoji o delle frasi gettate come se fossero post di Facebook, per quanto anche io ne fruisca con le mie amiche. Ma il divertimento è una cosa, l'arte è ben oltre, è sentimento coagulato in materia, e i tatuaggi sono una forma di arte."
    Si voltò, dandogli le spalle tornado ad osservare il parco. "Ero, comunque. non ricordo la posizione del mio banco rispetto alla cattedra, ma credo che il livello di attenzione sia dettato da dentro, non da una collocazione nella piantina di una aula, non credi? altrimenti potrei dire con quasi assoluta certezza che dati i tatuaggi, il tuo modo di vestire e come ti esprimi tu eri un bulletto quando minorenne e probabilmente un poco di buono ricercato dalla polizia per vari crimini adesso." sorrise ironica. "Facile buttare giudizi anche se scherzosi, no? Eppure sfortunatamente l'aspetto in questo mondo conta moltissimo."[/color] disse pensando a come lei sembrasse giovane ma in realtà aveva vissuto molto più di quasi ogni creatura vivente.
    Si voltò, per presentarsi come lui aveva fatto, quindi sorrise, un sorriso leggero, da ragazzina. si era accorta che stava parlando troppo da Kiyoko e non da May, con uno sconosciuto anche relativamente scortese secondo i suoi canoni.
    "Sono francese di nazionalità ma i miei sono dell'Okkaido. Mi hanno pagati gli studi e ora ho trovato lavoro qui a Vancouver. Un negozio di libri antichi. Nulla di davvero interessante, ma almeno ci vivo."
    Passarono accanto a un vecchio frassino. May registrò che un gatto le attraversò la strada correndo verso quella che poteva essere la sua padrona, una bimba intenta a parlare con una addetta del giardino. Probabilmente la piccola, che non aveva più di 8 anni, si era persa. La ragazza registrò la richiesta dell'uomo accanto a lei.
    "Volentieri, se invece del caffè posso prendermi un the freddo." sorrise. Non aveva nulla da fare e alla fine quell'uomo non era poi così antipatico. Certo era grezzo ai suoi occhi, ma chi era lei per decidere se era vera o no la frase di una canzone che aveva ascoltato anni prima in Italia, ovvero che "Sotto l'immondizia sta nascosta la magia".
    May Furinne
     
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    La ragazza prese fiato prima di rispondere o ribattere a quanto sentito, forse perché stava cercando le parole migliori da usare, oppure perché semplicemente si stava prendendo una breve pausa prima di riprendere a parlare. Gli diede più o meno ragione al discorso dei tatuaggi, invece sembrava più indispettita quando Axel scherzó a proposito della prima fila a scuola! Poi ella si voltó dandogli le spalle e portando il suo sguardo verso il parco che si apriva davanti a loro. "Ero, comunque. non ricordo la posizione del mio banco rispetto alla cattedra, ma credo che il livello di attenzione sia dettato da dentro, non da una collocazione nella piantina di una aula, non credi? altrimenti potrei dire con quasi assoluta certezza che dati i tatuaggi, il tuo modo di vestire e come ti esprimi tu eri un bulletto quando minorenne e probabilmente un poco di buono ricercato dalla polizia per vari crimini adesso." fece lei sempre precisina, facendogli notare che non era più una studentessa Oh e di cosa ti occuperesti ora?! domandò curioso prima di rispondere alla provocazione sul fatto se essere o meno un teppista. Ahahah! Senza esagerare...beh, un bulletto potevo anche esserlo, sì! esclamò egli ridendo all’affermazione appena sentita. Eh, l’abito non faceva il Monaco, o forse sì? Axel non era stato proprio uno studente modello, anzi. Aveva addirittura ricevuto un sacco di punizioni all’High School, ma non aveva mai combinato niente di così grave da far intervenire la polizia. Potrei pararti per ore di quello che combinavo da ragazzo! esclamò assumendo un sorriso ironico e sornione. Ma non penso che ti possa interessare poi molto, May... rise e nonostante il suo aspetto sembrava ancora essere quello di un teppista -per i più- il suo sorriso dimostrava tutt’altro.
    "Sono francese di nazionalità ma i miei sono dell'Okkaido. Mi hanno pagati gli studi e ora ho trovato lavoro qui a Vancouver. Un negozio di libri antichi. Nulla di davvero interessante, ma almeno ci vivo." rispose poi ella alle domande postagli dallo sconosciuto. Lavorava in una libreria dunque, chissà perché ci avrebbe scommesso che una tipina tutta precisina e studiosa lavorasse proprio in mezzo si libri, oggetti di cui lui invece si teneva a debita distanza. Non gli piaceva leggere, più che altro perché a stare seduto e fermo, preferiva fare mille altre cose, sicuramente più movimentate e eccitanti, dallo sport ad una semplice camminata. Axel del resto non stava mai fermo, era più forte di lui. Ed era francese, non giapponese...
    Improvvisamente un gatto rossiccio attraversó loro la strada e dietro di esso una bambina di circa dieci anni lo inseguiva allegramente. E a ruota li seguiva una addetta del parco (stando a come era vestita), forse la madre della bimba. May osservó con più attenzione la scenetta, mentre il ragazzo guardò il tutto distrattamente, più interessato invece verso il gruppo di ragazzi che poco più in là stavano giocando a calcio. Il suo sguardo poi si spostò ai campi vicini dove una squadra femminile si stava allenando nel basket; rivelandosi essere ancora più interessante. Non tanto per le fanciulle ma più che altro perché Axel al calcio preferiva il basket.
    "Volentieri, se invece del caffè posso prendermi un the freddo." tenne a precisare la ragazza e la cosa fece di nuovo sorridere il Mago. La frase era di rito, il prendere un caffè, poi uno poteva prendersi quello che preferiva...ah sè quella francesina aveva bisogno di più leggerezza!
    Axel fece accomodare May al tavolino e poi andó al chiosco ad ordinare, tornando un paio di minuti dopo con tanto di tè freddo e un latte e menta, bevanda sicuramente poco comune, ma che vendendola segnata nel tabellone, al ragazzo aveva fatto voglia. Non glielo aveva chiesto ma preferì parlarle della sua occupazione, così da fare conoscenza. Sai, io ho un negozio di abbigliamento qui a Vancouver. Ci lavoro con il mio gemello. E ogni abito è una nostra creazione disse con orgoglio; gli piaceva far sapere che gli abiti lì creava lui. Amava l’arte e creare capi d’abbigliamento era sempre un’arte. Se non fosse stato uno studente così svogliato sicuramente avrebbe studiato alle belle arti, però come diceva sempre, sicuramente aveva imparato più dalla vita che stando seduto in un banco ad ascoltare quello che i professori avevano da dire. Ma non penso proprio sia il tuo stile ahah rise, poi bevendo la sua bevanda rinfrescante.
    Poco dopo la sua attenzione fu catturata dalla bambina di poc’anzi che abbracciava l’albero sotto lo sguardo della donna e del gattone. Ma quello che saltò all’occhio a Madden fu che l’albero in qualche maniera si stava muovendo in un modo del tutto innaturale. In pratica sotto c’era sicuramente qualche cosa di magico, o almeno quella fu la sua impressione. Che quella bimba fosse una tenera streghetta? Pure May pareva essersene accorta ma Axel non sapeva se parlarne o meno.
    Axel Madden


    Edited by woozy. - 16/10/2018, 17:18
     
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    May sorrise educata alla risata e alla successiva sorta di confessione dell'uomo.
    Aveva parzialmente indovinato sul carattere dell'uomo, ma ovviamente, non consocendolo, e avendo voluto estremizzare, aveva colto solo in parte il segno.
    "Non credo che ce ne sia bisogno, Axel. sono certa che sarebbero storie estremamente interessanti ma non credo sia il momento più adatto." sorrise ancora, quasi dolce, per un attimo mostrando un sorriso da nonna che parla al nipotino che vuole raccontarle le sue buffe avventure magari in dieci minuti di parco giochi. "Ma non perchè mi annoierei. Ritengo che non esistano storie non interessanti, solo menti non degne di capirne l'importanza." guardò in cielo un attimo, persa nei ricordi. "Tutto ciò che ci accade ci forma, ci trasforma. anche solo un piccione che ci passa davanti che ne sai che impatto può avere?" borbottò, poi sorrise più sbarazzina. "Ricordi di qualche strano filosofo a scuola, o forse era un film sulla farfalle e l'uragano? Chisseneimporta, no?" tentò di tornare nella parte della teenager. si stava aprendo troppo con lui, una cosa che non le era mai capitata recentemente, e la cosa la spaventava. Stava diventando imprudente, o lui era più di quello che sembrava.
    Rimase in silenzio fino al suo ritorno con le bevande, notando una verde e biancastra che non riconobbe.
    "Cosa sarebbe? Sembra succo di Wasabi..." indicò incuriosita la bevanda, mentre sorseggiava la sua. "Beh, non fermarti alle apparenze, stilista. Il fatto che una ragazza si vesta da brava non vuol dire che lo sia. Sei mai stato in Giappone? Hai mai visto il cosplay o le kigurumi, che sono forme imbastardite del teatro No?"
    Sorrise, pensando che lei viveva da molte vite solo apparenza, ma quanto rimaneva della sua vera lei, quanto era la vera maga, che da troppo tempo viveva la vita di un'altra. Forse anche lei era una forma impbastardita di se stessa, era solo una attrice con una maschera di vetro nel palco della vita?
    May Furinne
     
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    C’era qualcosa in quella ragazza che Axel faceva un poco fatica a comprendere; era indubbiamente una ragazza giovane eppure aveva uno sguardo e un sorriso da donna più che matura, una donna materna che amava rivolgersi ai figlioletti. Forse nella vita ne aveva passate tante che aveva dovuto crescere in fretta, ma il Mago non ne era proprio convinto che fosse quello il motivo di tale maturità. Una cosa però la doveva riconoscere, aveva un dolce sorriso spettacolare, facile da far sciogliere anche il cuore più cupo e duro.
    Amava parlare, e di questo si era già capito, era intelligente e ogni parola che usciva dalla sua bocca non era mai scontata.
    Poi eccola sorridere come una ragazzina, con un sorriso più sbarazzino quindi, sorriso che andava molto in contrasto con quelli visti finora. Donna interessante questa May.
    Latte e menta.. le rispose a proposito della bevanda da lui presa, mentre ella la guardava con aria perplessa. E mi auguro che voi non abbiate una bevanda al Wasabi!! esclamò grattandosi la nuca, mentre si immaginava il sapore di una bevanda al wasabi, piccante quindi. Vuoi assaggiare!? aggiunse subito dopo con fare cordiale; a volte i suoi modi erano così diversi dalla sua apparenza.
    "Beh, non fermarti alle apparenze, stilista. Il fatto che una ragazza si vesta da brava non vuol dire che lo sia. Sei mai stato in Giappone? Hai mai visto il cosplay o le kigurumi, che sono forme imbastardite del teatro No?" Mai stato in Giappone anche se non mi dispiacerebbe affatto un giorno visitarlo. Però si conosco il display e i kigurumi; specie il primo che è di moda anche qui in America, nelle convention dei fumetti
    Mentre la ragazza stava parlando aveva assunto una strana espressione, come se ci si ritrovasse in quello che stava dicendo e Axel era convinto non fosse perché lei era una cosplayer ma c’era qualcosa di più profondo...Che fosse solita ad indossare una maschera metaforicamente parlando? Per quale motivo...? Anche Axel si poteva dire che alle volte metteva una maschera, se così si poteva dire; egli infatti doveva nascondere a chiunque la sua vera identità, ovvero che era un Mago. E se finalmente avesse incontrato qualcuno come lui? Per qualche secondo gli sfioró quell’idea, svanita però velocemente insieme all’ultimo sorso del suo latte e menta. Hai detto che lavori in una libreria giusto? Devo giusto fare un regalo di compleanno e un libro mi pare un’ottima scelta! Dove è il tuo negozio? le chiese; aveva davvero bisogno di un libro ma più che altro quella era una buona scusa per rivedere la giapponesina. Tiró fuori poi il portafoglio dove estrasse un bigliettino da visita, dove c’era pubblicizzato il suo negozio di abbigliamento. Se vorrai farci un salto..sei la benvenuta! concluse con un sorriso molto caloroso.
    Axel Madden
     
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