Natura o estro umano?

Per Axel Joel Madden

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  1. Paraortometa
     
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    La ragazza fece finta di nulla di come l'uomo si infilò nel suo discorso per ben due volte.
    Era una cosa che mal sopportava. C'era un tempo per parlare e uno per ascoltare, e molto presto aveva imparato, sia trovandosi dal lato di chi ascoltava che da quello di chi parlava, che infilarsi con le proprie frasi e commenti in un discorso altrui era difficile, fastidioso e poco produttivo. Aveva notato che l'abitudine, sfortunatamente, era non solo appanno dei ragazzini, ma sempre più anche degli adulti, complice probabilmente il modo di comunicazione dei social e delle mail, fatto di tempi di risposta brevissimi e di poca riflessione nella scrittura.
    Disse quello che doveva dire e attese alcun secondi prima di controbattere alla sua ultima frase sulla sua presunta tendenza a sedersi vicino alla cattedra.
    Lo osservò con sguardo quasi assente, non pensieroso, ma come se lo volesse attraversare, intenta a capire come reagire.
    La presenza o meno di tatuaggi sul mio o sul tuo corpo non ha nulla a che fare con il diritto di fare al proprio corpo ciò che vuole. Ritengo poco intelligente, per non usare termini ancora più forti, deturpare qualcosa come il tempio della propria anima con disegnini puerili, anche se ben realizzati. Da quello che vedo sei un cultore dei tatuaggi. Bene, se essi hanno un senso per te ben venga. siamo apparentemente d'accordo sul senso dei tatuaggi." annuì appena, sempre fissandolo negli occhi. "Mentre trovo discutibile la tua ultima affermazione. Ritengo di avere il diritto e dovere di spiegarmi in modo coerente e esauriente su quanto voglio dire, e questo non può certo essere fatto con delle emoji o delle frasi gettate come se fossero post di Facebook, per quanto anche io ne fruisca con le mie amiche. Ma il divertimento è una cosa, l'arte è ben oltre, è sentimento coagulato in materia, e i tatuaggi sono una forma di arte."
    Si voltò, dandogli le spalle tornado ad osservare il parco. "Ero, comunque. non ricordo la posizione del mio banco rispetto alla cattedra, ma credo che il livello di attenzione sia dettato da dentro, non da una collocazione nella piantina di una aula, non credi? altrimenti potrei dire con quasi assoluta certezza che dati i tatuaggi, il tuo modo di vestire e come ti esprimi tu eri un bulletto quando minorenne e probabilmente un poco di buono ricercato dalla polizia per vari crimini adesso." sorrise ironica. "Facile buttare giudizi anche se scherzosi, no? Eppure sfortunatamente l'aspetto in questo mondo conta moltissimo."[/color] disse pensando a come lei sembrasse giovane ma in realtà aveva vissuto molto più di quasi ogni creatura vivente.
    Si voltò, per presentarsi come lui aveva fatto, quindi sorrise, un sorriso leggero, da ragazzina. si era accorta che stava parlando troppo da Kiyoko e non da May, con uno sconosciuto anche relativamente scortese secondo i suoi canoni.
    "Sono francese di nazionalità ma i miei sono dell'Okkaido. Mi hanno pagati gli studi e ora ho trovato lavoro qui a Vancouver. Un negozio di libri antichi. Nulla di davvero interessante, ma almeno ci vivo."
    Passarono accanto a un vecchio frassino. May registrò che un gatto le attraversò la strada correndo verso quella che poteva essere la sua padrona, una bimba intenta a parlare con una addetta del giardino. Probabilmente la piccola, che non aveva più di 8 anni, si era persa. La ragazza registrò la richiesta dell'uomo accanto a lei.
    "Volentieri, se invece del caffè posso prendermi un the freddo." sorrise. Non aveva nulla da fare e alla fine quell'uomo non era poi così antipatico. Certo era grezzo ai suoi occhi, ma chi era lei per decidere se era vera o no la frase di una canzone che aveva ascoltato anni prima in Italia, ovvero che "Sotto l'immondizia sta nascosta la magia".
    May Furinne
     
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9 replies since 3/9/2018, 11:08   189 views
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