Il rosso mi porta fortuna

Privata

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    Hype sbuffò per l'ennesima volta prima di entrare nel negozio. Non aveva voglia di cercarsi un completo elegante, o almeno finto tale. Ne aveva uno, ma forse per come trattava le cose, il fatto di avere un buco nei pantaloni non era poi così inusuale.
    "Perchè poi non si può andare a una presentazione di una app in t-shirt e jeans me lo devono spiegare..." borbottò ancora una volta come aveva già fatto decine di volte per arrivare al negozio che aveva trovato cercando su internet.
    Prese fiato e si decise, varcando la soglia che si aprì automaticamente. Dentro la musica pop di una probabile radio locale riempiva l'aria, e il caldo delle luci aveva creato un microclima leggermente più caldo e quasi soffocante rispetto alla via ventosa su cui si affacciava il negozio. Era grande, molto più di quello che sembrava da fuori, e aveva decisamente molta merce, anche se principalmente per donne e ragazze. Alla cassa non vide nessuno, ma a parte aver registrato quel particolare, l'uomo si mosse verso il reparto dei maschietti, cercando quello che gli serviva. Vide un paio di persone intente a cercare nei reparti delle donne, ma niente assembramenti dove doveva andare lui. La scelta non era male, ma non trovò quello che cercava subito. Decise quindi di cercare una commessa per chiedere se per caso avessero altro che non aveva visto.
    si voltò forse troppo bruscamente per dirigersi verso la cassa e vedere se poteva attirare l'attenzione di qualcuno, ma si ritrovò a dare una mezza spallata a una ragazza dai capelli rossi e bianchi, facendole perdere l'equilibrio. Secoli di esperienza e di riflessi gli permisero di bloccarla a mezz'aria, il braccio sinistro attorno alla vita da dietro e il sinistro spostato indietro per tenere se stesso in equilibrio. Velocemente la rimise sui suoi piedi e le sorrise.
    "Scusami, non volevo assolutamente farti male o colpirti. Sono mortificato. Cercavo solo un commesso o qualcosa di simile, ho bisogno di una informazione." le disse. Qualcosa in lei gli fece fremere le ossa della schiena, ma fece finta di nulla per il momento. Non era mai una bella sensazione. Una creatura forse? Gli era già successo, e ogni volta non era mai stata una bella esperienza. Le volte che il suo caro nonnino aveva tentato di mettergli degli avversari davanti aveva avuto quella sensazione.

    Hyppolite (Hype) Tomoen
     
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    Un'altra giornata di lavoro stava per iniziare, e il ciò implicava lavorare a contatto con il pubblico e tutte le maledizioni che avrebbe pensato, all'indecisione di certe persone su un abito, per non parlare dei viscidi, che vedendola gentile e disponibile, pensavano di poterci provare con lei; quello era solo il suo lavoro. Quel giorno, il suo capo, aveva lasciato sulla radio locale, dove sarebbe passato il programma doveva aveva partecipato anche lei, ma fino a quel momento, avrebbe dovuto sorbirsi della musica pop insopportabile, ma non poteva cambiare canale, avrebbe rischiato sì la vita, ma ancora peggio il licenziamento, ed anche se il suo capo era sul resto a sistemare gli ultimi arrivi della stagione invernale, avrebbe captato il suo pensiero, e sarebbe apparso dal nulla, neanche il miglior illusionista del mondo. Non poteva fare altro, quindi, di fare bene il suo lavoro, sperando che la giornata migliorasse, e che aveva bisogno anche di un caffè; era quindi nel reparto femminile, con due madre e figlia appena entrate, che le avevano detto che avrebbero dato un'occhiata; quindi le lasciò fare, non voleva fare la commessa opprimente, e nel caso avessero bisogno, era a loro disposizione, tanto il casino che avrebbero lasciato, nel provarsi i vestiti, avrebbe dovuto sistemarlo lei, che vita triste, e pensare che, poteva essere demone di potere a quell'ora, se avesse accettato la proposta di suo padre... Ma che andava a pensare?!? Bene, non le serviva un caffè, ma un thermos intero; stava quindi, ritornando verso la cassa, e non seppe bene cosa capitò, ma urtò qualcuno, e perse l'equilibrio, sarebbe caduta a terra, con una figuraccia, ma invece si trovò sospesa a mezz'aria; l'uomo che l'aveva presa al volo, la stava tenendo in equilibrio con il braccio attorno alla sua vita, e la rimise in piedi, e quando il suo sguardo si posò su di lui, il primo pensiero fu: <i>Ma ciao, sei single?</i, ma non diede voce al suo pensiero, lui era un cliente, e se proprio voleva ci avrebbe provato dopo; era davvero figo, allora quella giornata poteva migliorare. Poi oltre che bello era pure muscoloso, e le dava una strana sensazione, che la lasciava un po' così, ed era ancora incredula per il suo salvataggio all'ultimo secondo; alla sua domanda sfoggiò il suo miglior sorriso.
    Sto bene, non preoccuparti. Dimmi pure, sono io la commessa
    Aveva avuto fortuna! Cioè uno così... Uno del genere non capitava mica tutti i giorni, e si chiese anche se era vero, sembrava un modello, e si era già sciolta al suo sorriso.


    Alyssa Thea Leblanc
     
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    Gli era capitato altre volte di approcciare in modo inusuale delle ragazze, ma quella volta non era assolutamente voluta, senza considerare poi la strana sensazione che Hype aveva sentito, anche solo per un istante. Voleva stare attento. Certo, era una coincidenza fin troppo strana che il nonnino o qualcuno per lui avesse piazzato una carognetta in un posto che solo per caso aveva scelto. Eppure i secoli gli dicevano di non fidarsi mai, di seguire il suo istinto.
    "Commessa eh? Allora per fortuna ti sono venuto addosso." sorrise guardandola fissa negli occhi. "Sto cercando un completo elegante ma che non gridi che voglio sembrare figo o altro. Non mi interessano doppiopetto o cavolate del genere. diciamo che se ci fosse qualcosa che alla fine fosse comodo come jeans e maglietta sarebbe grandioso."
    Sentiva che in qualche modo lei diceva la verità, piccoli stupidi particolari che l'esperienza gli suggeriva. Magari si era solo sbagliato, eppure ancora, vedendola, la sensazione non lo abbandonava. Si voltò per mostrarle un completo. "Ecco, questo non sarebbe male, ma il frescolana mi sembra eccessivo. Non è una serata di gala, solo una presentazione. per me ci andrei ecco... Lo vedi quel coso, quel giaccone laggiù, una figata dico davvero, nero, di cuoio, da duro anche se non da quei teppistelli che girano ogni tanto. Dimmi tu se quello non è bello."
    L'uomo si accorse che si era lasciato trasportare. C'era qualcosa che non adnava. Perchè si era sentito euforico, si era sentito a suo agio subito. Un nuovo trucco del nonnino? O esa solo così, la coincidenza, quegli strani capelli e quello sguardo che lo avevano colpito e basta.
    "Io sono Hype, comunque." sorrise di nuovo.

    Hyppolite (Hype) Tomoen
     
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    Aveva conosciuto molti clienti nella sua vita, di certo non fighi quanto lui, ma mai nessuno aveva avuto quell'impatto su di lei, sia figurato che letteralmente, e mentre l'aveva stretta a sé, perché non cadesse, aveva constatato i suoi muscoli, ma era un cliente, e per fortuna non dava voce a quei pensieri. E poi c'era anche quella sensazione che non spiegava, forse uno scherzetto malsano di suo padre, che annoiato voleva punzecchiarla per divertirsi; peccato che se fosse stato così, sarebbe finita decisamente male, visto il problema che poteva essere quello, di dare fuoco al negozio, e le sarebbe veramente dispiaciuto.
    Detta così non suona molto bene
    Gli rispose con tono scherzoso. Aveva capito la sua battuta, e poi ad uno così poteva anche abbuonargliela. Poi lo ascoltó nelle sue richieste, quindi era un tipo anticonformista, e la cosa le piaceva molto; lo ascoltó con attenzione, scartando tutti i completi eleganti, non in che negozio ce ne fossero tanti, ed annuì, mentre con una rapida occhiata capiva la sua taglia.
    Aspettami qui e non ti muovere
    Tornò qualche minuto dopo con il giaccone in mano, e dei pantaloni, di cui un paio neri, e uno blu scuro, e due magliette, una nera è una bianca, entrambi dal taglio comunque classico, niente polo, e niente scollo a V, voleva essere comodo ma comunque ben vestito, ed entrambe le scelte potevano essere azzeccate; poi non aveva dubbi che su di lui, stessa bene tutto, anche lei, probabilmente...
    Piacere, io sono Alyssa
    Gli sorrise e pensò a come riuscire a chiedergli di prendere un caffè assieme, ma era un problema secondario; prima doveva fare il suo lavoro.
    Dai prova tutto, là in fondo ci sono i camerini
    Gli diede tutto, e "accidentalmente" gli sfiorò la mano, e gli indicò dove andare, curiosa di vedere come stava.

    Alyssa Thea Leblanc
     
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3 replies since 28/9/2018, 13:09   75 views
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