Halloween Is Coming

Quell'anno Vancouver si stava preparando per festeggiare Halloween, uno degli avvenimenti più belli che la Anderson adorava in particolar modo, dopo il Natale.
Era stata invitata da Ercole a parteciparvi, nonostante la mola di cose da studiare, non resistette ad accettare il suo invito.
Riuscì a trovare anche un costume per l'evento, un abito rosso con alcune rifiniture in pizzo nero che terminava con un colletto alto, si acconciò i capelli raccogliendoli in una treccia rossa che la fece ricadere da un lato, tentò di sistemarsi i finti canini e si passò un leggero filo di trucco, si era travestita da vampira per l'occasione « Tu ci vai stasera? » mentre stava sistemando gli ultimi ritocchi, si affacciò sulla parta della camera suo fratello. « Fi, ci favo, ferché? » trovò parecchio difficile parlare con i finiti canini, continuavano a caderle di tanto in tanto e a muoversi . « Chiedevo, ma riesci almeno a parlare con quei cosi? » chiese lui indicando la rossa, scoppiando qualche istante dopo in una grassa risata, trovava veramente buffo il modo in cui la sorella si esprimeva. Lei lo guardò , sbuffando. « Sei sempre il solito, dammi il tempo di prenderci l'abitudine e parlerò perfettamente » lo freddò prima che potesse continuare a prenderla in giro.
Afferrò la borsa, una giacca e si diresse verso la porta di casa. « Io vado, ci vediamo più tardi » dopo aver salutato tutti si avviò verso la sua destinazione decidendo, per una volta tanto, di usare un taxi. Non aveva voglia di prendere un autobus come al suo solito e poi, ci avrebbe impiegato i secoli ad arrivare in quel modo. « Ecco, tenga il resto » dopo una buona mezz'ora arrivò a destinazione, saldò il conto che aveva fatto e scese dalla vettura.
Il luogo in questione era il castello Whipstaff, un edificio vecchio e lugubre allo stesso tempo, ma perfetto, per una festa come Halloween. Si fermò davanti all'entrata di quel maniero, ora, tutto ciò che le rimaneva da fare era attendere il biondo, dato che come al suo solito era sempre nettamente in anticipo, era certa che l'avrebbe riconosciuta senza troppi problemi.

Riley si sistemò in un angolino, osservava la gente arrivare per l'evento di quella sera. Era riuscita ad adocchiare alcune facce conosciute, ma di amici nemmeno l'ombra. Si chiamò fortunata, almeno, poteva trascorrere una serata tranquilla con Ercole senza essere tappezzata di domanda da parte delle sue amiche ,su chi fosse il ragazzo ecc ecc.
Le conosceva bene, e sapeva quanto potessero curiose e allo stesso tempo molto, ma molto fastidiose.
Non vedeva l'ora che quella serata iniziasse del tutto, era il primo anno che riusciva a festeggiare Halloween a dovere e a partecipare ad un evento a tema. L'aveva sempre passato a casa o a casa di qualche compagna di scuola, ma niente di più, nemmeno ricordava se da piccola, era mai andata a fare dolcetto o scherzetto bussando alle porte dei suoi vicini.
Poco dopo, il biondo la raggiunse, anche lui era in perfetto orario. « Wow » rimase sorpresa del suo costume, era davvero splendido, sembrava una sorta di armatura la sua. « Grazie, anche tu stai benissimo, ti dona molto » ricambiò il sorriso, complimentandosi con lui « Chi lo sa, se fossi in tè starei attento al tuo collo » quando le chiese se l'avrebbe morso, la rossa, non resistette a fare una battuta per l'occasione, cercando di calarsi nella parte di un vampiro a tutti gli effetti. Alla fine, però, scoppiò in una grossa risata, con la “finta” dentatura che si trovava, era già tanto se riusciva a parlare in modo “normale”. « Si certo, mio bel cavaliere, entriamo » potevano tranquillamente entrare e così fecero. Per rendere ancor più divertente la serata, avevano indetto una caccia al tesoro, il tutto, consisteva nel trovare una serie di rubini. « Grazie al cielo l'hai portato » notò poco dopo che Ercole aveva portato un sacchetto per l'evento. « Per colpa di mio fratello l'ho lasciato a casa il mio » purtroppo, per colpa dei commenti inopportuni del fratello che l'avevano distratta, Riley, aveva lasciato a casa il suo sacchetto. Oh beh, ormai, non poteva farci nulla. « Speriamo di vincere » si voltò verso di lui, chissà se la fortuna sarebbe stata dalla loro parte quella notte e gli avrebbe aiutati a vincere.
L'interno del castello – in particolare la sala dov'erano in quel momento - era arredato a tema Halloween, in giro vi erano decorazioni ovunque, da zucche intagliate, finte ragnatele – anche se , un paio sembravano più vere che finte – e altre cose per rendere l'atmosfera ancora più cupa. Non si erano fatti mancare nulla, presente nella sala vi era anche un bar e un palco, con tanto di cantante.

Non appena entrati, i due, si lasciarono alle spalle l'inizio del concentro. Iniziarono così a mettersi alla ricerca dei fantomatici rubini, le vere stelle della serata. Con un po' di fortuna, forse, avrebbero trovato qualcosa anche loro. Riley notò la presenza di altre coppie, oltre a loro, evidentemente non erano stati gli unici a non essere rimasti ad ascoltare il concerto.
La rossa spostò lo sguardo verso il suo accompagnatore, quando, con fare tranquillo, le disse di tornare indietro, lei annuì, seguendolo a sua volta. « Ma … è solo una mia impressione o c'è qualcosa di strano? » qualche istante dopo, la Anderson si rivolse ad Erole. La sua, era una semplice sensazione, o in quel corridoio c'era effettivamente qualcosa di strano?
Nel tornare indietro, le sembrò non finire mai, diventando ad un certo punto quasi ripetitivo. « Eppure, la strada che abbiamo fatto è sempre la stessa » Okay, erano dentro ad un castello, la strada da percorrere era unicamente una, come poteva essere tutto ciò? Forse, un qualche scherzo o una qualche illusione progettata a puntino? Magari, era un modo per confondere gli invitati e distogliere la loro attenzione dai rubini.
Ma qualcosa, catturò maggiormente l'attenzione della rossa.
Poco più avanti, scrutò una serie di statue dall'aspetto sinistro, decorazioni anche quelle? Molte raffiguravano quelle che dovevano essere delle Arpie, e le restanti, assomigliavano a delle creature ugualmente ripugnanti. « Resta dietro di me!! » prima di poter dire qualcosa, Ercole la esortò di restare dietro di lui. « Perché la spada? » le chiese, rendendosi conto poco dopo, di aver parlato ad alta voce. Ma non fu l'unica a far sentire la sua voce , infatti, le sculture presero come vita per un attimo, tutte e insieme parlarono con voce stridula, rivolgendosi al giovane. Lo avvisarono che doveva adempiere al suo ruolo di eroe, se non voleva aver delle conseguenze. Non appena sbatté gli occhi, incredula di quello che aveva appena visto e sentito, il tutto, sembrò essere tornato alla normalità. Ella portò lo sguardo verso il biondo « Cos'è appena successo ? » , il tono della sua voce era tutto sommato abbastanza calmo, anche se sotto sotto era parecchio confusa dell'accaduto. Si avvicinò ad una di quelle statue toccandola con una mano, erano immobili e fredde, completamente inanimate. « Hai sentito anche tu, non è vero? » Aveva sperato fino all'ultimo che si trattasse di uno scherzo, che qualcuno dello staff si fosse travestito e che, si fossero messi a spaventare il duo. Chiese per sicurezza al suo cavaliere se anche lui avesse sentito qualcosa, o semplicemente era lei l'unica pazza ad avere udito delle voci, probabilmente esistevano solo nella sua immaginazione.

Ercole aveva annuito alle parole di Riley, ma ella, ebbe l'impressione che per un attimo, il ragazzo fosse assolto nei suoi pensieri. Il biondo la intimò a cambiare stanza e lei, accettò senza fare troppe storie, prima si spostavano da quel corridoio e meglio era.
Passato quello strano momento, potevano tranquillamente tornare alla ricerca delle loro gemme. Ercole tornò a sorridere, indicando una gemma, ne avevano appena trovata un'altra da poter metter via. « Splendido, se continuiamo così la vinciamo di sicuro questa gara » si lasciò alle spalle quello che era appena accaduto facendo finta di niente, era positiva sul fatto che potevano vincere quella gara, sarebbe stato bello trovarle tutte quante. « Sai... mi sono reso conto, che effettivamente so così poco su di te! » la voce del suo accompagnatore spezzò il silenzio. Non aveva tutti torti, sapeva davvero poco di lei e Riley, sapeva davvero poco di lui. « Potrei dire lo stesso di te » accompagnò quelle parole con un sorriso. Forse, si era fatto il momento giusto per narrare qualcosa di se stessa al giovane. « Beh. C'è poco da dire su me, come ti ho detto in biblioteca, studio in università e quando sono a casa litigo la maggior parte del tempo con mio fratello » fece una piccola pausa portando lo sguardo verso di lui « diciamo che ho una vita molto tranquilla ecco, scandita con qualche uscita con le amiche, anche se passo la maggior parte del tempo a casa. E' un po' monotona lo ammetto » cercò di risultare mentre noiosa possibile. La sua vita era fin troppo calma, fin troppo monotona e noiosa allo stesso tempo. Si divideva tra scuola, casa e amici, quando ne aveva l'occasione, ma nulla di più. « Normalmente non credo nei fantasmi... ma vedi anche tu quello che vedo io?! » a quelle parole la Anderson sbiancò leggermente, aveva paura a spostare lo sguardo nella direzione dove stava guardando Ercole. « Se c'è qualche strana creatura, urlo » disse alzando lo sguardo sopra le loro teste. Una serie libri volteggiavano in aria. « Ci saranno dei fili, spero » per lei a tutto vi era una spiegazione, anche se a volte poteva sembrare nascosta e indecifrabile. Sperava che fossero appesi a dei fili o che semplicemente, fossero delle proiezioni.
Ma perché continuava ad avere l'impressione che non fosse davvero così? « Dimmi che sono paranoica, dimmi pure che mi guaderò dei gran film dell'orrore, sarà anche Halloween, ma questa villa ha qualcosa che non va » poteva tranquillamente darle della paranoica, non si sarebbe di certo offesa, merito della troppo tv spazzatura, o forse grazie ad Halloween, quel posto le sembrava maledetto, o infestato da qualcosa che non voleva nessuno nei paraggi.

Conoscevo davvero poco Ercole, questo era vero.
Ma ero certa, che pian piano avrei scoperto molto altro su di lui, un po' come per tutti insomma.
Portai lo sguardo sul ragazzo, ogni volta che lo guardavo mi dava sicurezza, mi sentivo sicura al suo fianco. E il fatto che avesse un cavallo alato non c'entrava assolutamente nulla.
Le sue parole mi fecero arrossire, a dire il vero, arrossimmo entrambi. Cercai comunque di nasconderlo, anche se non era esattamente facile. Mi confessò che gli piaceva la mia compagnia, passare del tempo con me. Sorrisi, mentre una vocina nella mia testa mi implorava di dire qualcosa di sensato.« Mi fa piacere » commentai, ero davvero felice della cosa e non poco. «Posso dire lo stesso pure io, mi piace trascorrere del tempo assieme a te» , feci una piccola pausa, dimenticandomi per qualche secondo di tutte le cose strane accadute quella sera, concentrandomi solo su di lui.« E sei anche un fantastico cavaliere »« e anche dolce » sorrisi di nuovo. Non solo era un fantastico cavaliere, ma era anche estremamente dolce e, quella dolcezza e quei suoi modi di fare mi piacevano, mi piacevano proprio.
Cambiammo discorso, mi raccontò di com'era sua sorella, energica, che sapeva come trascinare le persone nelle sue giornate.« Deve essere una persona fantastica tua sorella », non la conoscevo, eppure, mi sembrava una persona fantastica. Un po' la invidiavo, volevo avere la sua stessa energia.
Spendevo la mia dietro a troppe cose tutte assieme, e a volte anche un po' inutili.
Peccato che quel momento di calma era destinato a non durare molto. Da fuori, la situazione non era migliorata, sembrava che qualcosa, o qualcuno, stesse cercando di entrare a forza in quella magione.
Continuavo ad avere l'impressione che non fosse più una recita messa a puntino per l'occasione, per spaventare gli invitati.
Qualcosa però catturò la mia attenzione, senza farlo notare a Ercole, qualcuno stava parlando alle nostre spalle,ma quando mi voltai per vedere chi fosse, non vi trovai nessuno. Lui, sembrò non aver sentito nulla. « Di nuovo? » pensai, mantenendo la calma e senza farmi prendere dal panico. La voce di prima, una voce femminile, diventava sempre più nitida secondo dopo secondo, incessante. Continuava a ripetere qualcosa su la sua casa, o almeno, così avevo capito.
Il ragazzo disse di volermi riaccompagnare a casa, stavo per rispondergli, quando dalla finestra di fronte a noi, mi si palesò una figura, non riuscivo a distinguerne molto i lineamenti, ma sembrava quella di donna. « Non siete i benvenuti in casa mia », urlò, per poi sfrecciare verso di me, dissolvendosi poco dopo in una sottile nebbia.
Non ero riuscita a dire niente e ne muovere un solo muscolo. L'unica cosa che forse avevo capito : quel posto era infestato per davvero e quella donna, non voleva nessuno nella sua dimora.
Forse per lo spavento, forse, per colpa della giornata troppo intensa, mi sentì improvvisamente le gambe cedere svenendo poco dopo tra le braccia del biondo. Un bel modo di concludere una serata, non è vero?