Stop, I'm Already Dead

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    Per colazione Cheryl aveva mangiato il cervello di una frivola ragazza di quartiere, la tipica cheerleader amata da tutti, tutto sommato gentile e che dava molta importanza all’estetica, piuttosto che alla sostanza. Era tragicamente morta investita da un camion mentre si recava probabilmente ad una festa; era ancora un caso aperto per la polizia di Vancouver, ma non per Cheryl che aveva già archiviato il caso analizzando il suo cadavere. Ma certamente voi vi starete chiedendo più che altro perché Cheryl, questa pallida ragazza di città, avesse mangiato un cervello. Semplice, ella era uno Zombie in realtà. Circa un annetto fa fu tirata in mezzo ad una rissa fra due Zombie e fu così graffiata da uno di essi che la tramutò quindi in un essere tale e quale a lui, ovvero questa Creatura chiaramente morta, con la pelle e i capelli albini, cui trova sazietà solamente mangiando cervelli, più che altro è solo nutrendosi con essi che il loro corpo non inizia a mutare mummificandosi e marcendo proprio come uno Zombie “vero e proprio”. Per questo motivo -ovvero che era uno Zombie- Cheryl aveva scelto di lavorare come assistente di un anatomopatologo, anche se avrebbe in realtà preferito divenire dottoressa. Così facendo riusciva a procurarsi tutti i cervelli di cui aveva bisogno con tale semplicità.
    Dottoressa Armstrong... improvvisamente nell’obitorio arrivó un detective con cui aveva risolto due strani casi nell’ultimo mese. Erano stati dei casi di omicidio piuttosto difficili, e se non fosse stato per l’aiuto della signorina Armstrong, la polizia probabilmente ci stava ancora dietro. L’ultimo riguardava un’uomo che apparentemente pareva essersi suicidato ma molte cose non tornavano e fu proprio Cheryl a scoprire che in realtà era stato assassinato dall’ex compagna, dopo che si era nutrita del cervello del morto e aveva assistito prima ad una dura litigata con l’ex moglie, e in seguito aveva visto la donna impiccarlo. Questo perché uno Zombie, nutrendosi del cervello di una persona, ne acquisiva carattere e ricordi. C’è un altro caso irrisolto; non ne veniamo a capo disse indicando verso il cadavere posto su un tavolino e che il capo di Cheryl l’aveva analizzato la sera precedente. La ragazza morta si chiamava Elisabeth Abbot, e se inizialmente pareva essere morta di malattia o tramite ictus, dal momento che la ferita aveva procurato pochissimo sangue e la ragazza era vestita di rosso, quindi non si erano accorti inizialmente che in realtà era stata accoltellata. Si era accorto l’anatomopatologo. La ragazzina presentava infatti nel lato sinistro del torace una ferita da probabile coltello, che le lesionò l'arteria polmonare penetrandole nel ventricolo destro del cuore, uccidendola. Il problema ora consisteva nel fatto che non c’erano testimoni, non c’erano prove o altro, che potessero indirizzarli verso la pista dell’uccisione. Non so come ci sei riuscita la scorsa volta, ma ho bisogno che tu di nuovo studi questo caso le disse porgendole il fascicolo su Elisabeth Abbot. La ragazza guardó verso la testa del cadavere, capendo che quello che avrebbe dovuto fare sarebbe stato mangiare il suo cervello, peccato però che ne aveva mangiato un’altro un paio di ore prima, e quindi l’appetito, scarseggiava. Rise comunque come una cheerleader mentre prendeva in mano il fascicolo Ci conti detective! Ci penseremo insieme! esclamò frivolamente saltellando verso il cadavere. L’uomo però le spiegó che gli era stato tolto il caso e che ora se ne occupava un altro poliziotto. Le disse che lo avrebbe già trovato sul luogo del delitto, ad analizzare ancora una volta quella scena. Poi uscì dalla stanza lasciando la Zombie da sola, la quale, prima di dirigersi al college, analizzó un altro cadavere. Dopo un paio di ore si avvicinò a Elisabeth dove estrasse il suo cervello accuratamente. Lo tagliò poi a pezzettini, prese una mela è una pera che aveva in frigorifero, le tagliò a pezzetti anche quelle, e le mescoló insieme ai tocchettini di cervello ed infine mise tutto dentro una ciotola, inondandola di salsa al peperoncino. Sarebbe stato il suo pranzo. Subito dopo si avviò alla scuola in cui era stata uccisa la ragazza e dove erano state riaperte le indagini. Sono della polizia si presentò mostrando il tesserino ai suoi colleghi che la fecero passare, accompagnandola nella biblioteca, luogo in cui la vittima era stata uccisa. Lì vi era il detective con cui avrebbe dovuto lavorare Il detective Batson?! domandó con voce frivola e sguardo che esprimeva esattamente la stessa cosa; forse si stava immedesimando in una ragazzina della scuola, almeno quello poteva essere il pensiero di uno che non poteva sospettate nulla a proposito di cervelli e cambiamenti di personalità.
    Cheryl Martha Armstrong
     
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    Era nel suo laboratorio, come sempre, del resto se non era lì era in mensa per il pranzo, oppure in palestra, perchè sfogare la propria frustrazione su degli oggetti, molto costosi per analisi scientifiche non era affatto il caso, ci teneva al suo lavora, ma a volte era davvero dura, quando da un piccolo dettaglio come la fibra di un maglione, trovata su un pavimento, doveva risalire a chi apparteneva, ma era bravo nel suo lavoro, non gli importava quanto tempo ci impiegasse, alla fine ci riusciva e per questo molti suoi colleghi gli affidavano più casi, dove a volte, per troppi che ne aveva, non riusciva a starci dietro. Ma quel giorno, era tranquillo, aveva finito di scrivere i vari rapporti, con tutti i campioni, imbustati e in ordine prima di essere portati via, quando un suo superiore con il fiatone, era praticamente piombato il laboratorio, dicendogli, anzi, ordinandogli di andare sul campo; immediatamente si era fatto bianco in viso, lui odiava vedere cadaveri, faceva fatica a guardare quelli in obitorio, una donna appena uccisa come avrebbe fatto?!? Ma c'era un problema molto più grande, ossia che non poteva rifiutarsi, altri colleghi era già sulla scena di un altro crimine, un paio erano ammalati ed era qualche giorno che non si presentavano al lavoro; il suo superiore fu fin troppo schietto, ad ammettere che non lo avrebbe mai chiamato, se fosse stata un'emergenza, lui non era di certo una buona scelta, si sentì sollevato e infastidito allo stesso momento. Alla fine eccolo in macchina con la sua valigetta, diretto al college, lì passarono diretti alla biblioteca, dove c'era il cadavere di una ragazza, ricacciò indietro il conato di vomito che gli era salito in gola, pensando che non avrebbe dovuto fare colazione, ma se qualche reflusso gastrico fosse uscito dalla sua bocca, sarebbe stato un enorme problema, visto che avrebbe inquinato la scena del crimine, quindi armato di tutto il coraggio che era riuscito a raccimolare in sè, aveva iniziato a scattare le foto alla vittima, mentre faceva un salto indietro, mentre qualcuno, anzi qualcuna entrava stupita di trovarlo lì. Era l'assistente dell'anatomo patalogo, il problema che lo guardava come una ragazzina delle superiori, vede un ragazzo interessante, la giornata stava andando di bene in meglio.
    Signorina Amstrong
    La salutò come da cortesia sul lavoro, nonostante stesse pensando che ci voleva proprio lei, visto che con le donne era una frana, in tutti i campi, anche lavorativi. Quindi rimase in attesa che Cheryl facesse il proprio lavoro, voleva andare via, il più in fretta possibile da lì, odiava con tutto se stesso essere sul campo.
    Chuck Batson
     
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    Signorina Amstrong la salutò con una cortesia non propriamente veritiera, cosa che Cheryl, da brava civettuola qual era -grazie al cervello fresco di giornata- era ben consona della farsa, troppo abituata a cortesie a volte false a volte vere. Il tipo che le si era palesato davanti aveva grosso modo la sua età, molto alto e slanciato e con una faccia da nerd, cosa che andava in netto contrasto con l’esuberante Cheryl di quel giorno. La Zombie sorrise di rimando a quella falsa cortesia, per poi avvicinarsi al posto contrassegnato con la x in cui fino a qualche giorno prima giaceva il cadavere della donna; poi sbuffò guardandosi velocemente intorno come una ragazzina annoiata qual era. Sembrava un po’ fuori posto e non se ne preoccupava più di tanto perché tanto aveva capito che quel detective era di poche parole, quindi non avrebbe fatto domande; lei invece era di tutt’altro avviso per cui di lì a poco avrebbe mostrato la sua parlantina. Ed effettivamente, doveva pur parlare del lavoro che avrebbero dovuto svolgere, a cui lei non aveva minimamente prestato attenzione, non leggendo nulla del fascicolo che le aveva dato il suo collega. Allora, detective... il cognome le era sfuggito, ...Batson... lo riprese poco dopo facendo un grosso sospiro e roteando gli occhi su e giù. Mi parli un po’ di cosa dovrebbe essere successo qui...e cosa non torna. Aveva solo capito che nelle indagini già svolte c’era qualcosa che non quadrava.
    Intanto stava rovistando nella sua borsetta con la mano alla ricerca della confezione con il suo pranzo che l’avrebbe aiutata a capire qualcosa di più. Mi è stato detto che dovremmo interrogare la professoressa di storia, è vero!? Sa il motivo? chiese subito dopo tirando fuori un contenitore di plastica e posizionandolo sul tavolo dove era morta la Abbot. Forse un gesto non proprio professionale ma ancora una volta Cheryl suppose che quel tipo non avrebbe detto alcunché.
    Cheryl Martha Armstrong
     
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    Se lui voleva stare il più lontano possibile da dove era avvenuto l'omicidio, Cheryl ci andò proprio vicino, rimanendo a pochi centimetri dal contrassegno, dove poco tempo prima, vi era stato il corpo senza vita di una ragazza, non molto più giovane di loro e questo lo rese ancora più infelice, nel pensare che, la morte era sempre in agguato e che lui, per vie traverse ci aveva a che fare ogni giorno, ma solo quando ci si trovava sul campo a respirare l'odore di polvere e sangue, che aveva impregnato l'aria, nonostante fosse già stato tutto ripulito e le prove portate via; pensando anche tristemente, con un lungo sospiro che poteva essere nel suo laboratorio ad analizzarle e non lì, con una donna che sembrava regredita all'età dell'adolescenza, dalle occhiate che gli lanciava. Non aveva mai potuto sopportare le donne così, già di per sè, per lui, l'universo femminile era un mondo con cui non voleva avere nulla a che fare, dopo quello che era successo con la sua ex e ne soffriva ancora, poi non riusciva a comprenderle! Faceva meno fatica a risalire a da una goccia d'olio alla marca e al modello di un auto, fino al suo proprietario e questo la diceva decisamente lunga. Era quindi in silenzio, concentrato a trovare delle prove, anche un solo capello, poteva essere la chiave di tutto, quando richiamò a sè tutta la sua pazienza, perchè Cheryl aveva deciso che non era di suo gradimento il fatto che lui, lavorasse senza proferire parola. Si voltò verso di lei squadrandola, leggermente seccato, soprattutto perchè, nemmeno aveva letto il fascicolo, quindi doveva saperlo e trovò questo veramente poco professionale, ma decise che visto che dovevano essere colleghi quel giorno di spiegarglielo, ma non fece tempo, visto che la donna si era messa a pranzare proprio dove era morta la giovane.
    Ma che diamine... Siamo su una scena del crimine, mica in una mensa!
    Era visibilmente seccato, ma chi pensava di essere?!? Stava violando tutte le norme, soprattutto rischiava di inquinare delle prove, ossia delle impronte o altro. Ne sopportava già abbastanza dai suoi colleghi, non gliel'avrebbe fatta passare liscia anche a lei. Quindi prese il cellulare, componendo il numero della centrale, avrebbe chiesto di mandare qualcun altro, perchè non voleva rischiare di finire in un'inchiesta interna, per colpa sua.
    Chuck Batson
     
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    Cheryl che aveva mangiato cervello di una teenager cheerleader, forse poteva venirne a capo su qualche indizio, essendo stato un omicidio (o suicidio, ancora non si poteva stabilire) di una ragazza molto a simile a “lei”. Dicevano che poteva essere morta di ictus, ma forse non era proprio quello il vero motivo; infatti chissà l’odio di quante persone poteva scaturire una fanciulla così bella e popolare...! Uf, e certo che era già bella che sazia eppure per lavoro ora avrebbe dovuto mangiare ancora una volta. Grazie al cervello della nuova vittima infatti avrebbe fatto prima ad indagare e a capire molte cose. Ma che diamine... Siamo su una scena del crimine, mica in una mensa! si sbalordì giustamente il povero detective che iniziava davvero a seccarsi del comportamento infantile e frivolo della sua nuova collega. Ma non sapeva che ciò avrebbe portato sicuramente ad una velocizzazione delle indagini e se lo avesse saputo altro che ringraziarla!! Oh, non si preoccupi detective Batson. Qui hanno già tutto analizzato ormai esclamò Cheryl mentre addentava il suo cervello camuffato con altro cibo, notando lo sguardo dell’uomo. Finì in fretta perché si era preparata solamente lo spuntino; sospiró profondamente e beh, il suo carattere non era mutato di molto poiché sempre di teenager si trattavano! E non mi stia così vicino!! esclamò facendo sciò con la manina, e un veloce flashback le si paró davanti agli occhi: Elisabeth cercó di allontanare una ragazza considerata da lei sciacquetta, almeno stando all’espressone che aveva in volto, facendo solamente un gesto con la mano e dicendo sció, vattene Margaret!!. Quando tornó in se, capì di avere un’altra nuova pista da seguire, cercare questa studentessa dal nome Margaret. Quindi non mi sa dire niente a proposito di questa professoressa di storia...Vabbè, andiamo a parlarle, capiremo quando saremo lì! fece la Zombie alzandosi dalla sedia quando notò che il detective non aveva risposto alla sua domanda. E metta giù il telefono, non è momento adatto per chiamare qualcuno, siamo in servizio noi!! esclamò corrucciando il viso e facendogli cenno di seguirla.
    Andarono dal preside che fornì due nomi di professoresse di storia, fortunatamente solo una delle due rispecchiava le caratteristiche che Cheryl sapeva che ella dovesse avere. A quell’ora stava tenendo lezione in una classe per cui il preside, per non allarmare gli studenti facendo comparire due poliziotti nell’aula che chiedevano dell’insegnante, decise di andare lui. Disse loro di attenderla nel suo stesso ufficio, e così la Zombie si sedette sulla sedia davanti la scrivania, lasciando il suo collega in piedi; tuttavia vi era un’altra sedia poco più in là. La ragazza si guardava intorno cercando di raccogliere più informazioni possibili, ma ovviamente l’ufficio del preside non aveva nessun collegamento con l’uccisione di Elisabeth. Poco dopo ecco giungere la professoressa Sterling, un’anziana signora tutta tirata e che profumava di camomilla. Venne fuori che fu ella a trovare il corpo della studentessa, prima di chiunque altro. Che aveva chiamato subito il professore di ginnastica e che egli aveva dato l’allarme. Fecero qualche domanda e poi Cheryl chiese Aveva un’amica di nome Margaret per caso? Mi sa dire il cognome e dove posso trovarla?. La professoressa che stava tamburellando con le dita la sua gamba sinistra, si fermò immediatamente e il suo sguardo si posò su quello della detective. Margaret Tatch, probabilmente si sta riferendo a lei... rispose con un lungo e tenue sospiro. È una delle ragazze Lioness rispose la donna spiegando loro poi chi erano, ovvero un gruppo di belle ragazze rivali delle Gazelles. I due detective si guardarono per un secondo e poi chiesero i nomi di entrambe le fazioni. Infine si congedarono. Da chi iniziamo? chiese la Zombie battendo le mani come una teenager.
    Cheryl Martha Armstrong
     
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    La mandava fuori di testa, come poteva prendere così sotto gamba il proprio lavoro?!? Si comportava come una ragazzina e non come un'adulta e lui stava cercando, di essere più paziente possibile ma con ben pochi risultati, vedendo che piega stavano pendendo le cose. Poi parlò a vanvera, bene non bastava che pranzasse su una scena, pure parlava da sola, ma con chi era capitato? E gli avevano pure detto che lei era anche la migliore, a risolvere casi! Poi Cheryl si alzò presa da un momento di lucidità, parlando di una professoressa di storia e riprendendolo perchè aveva il telefono in mano, sbattè gli occhi, non capendo affatto cosa stesse succedendo, mentre gli faceva cenno di seguirlo, mentre lui, ancora non capiva cosa stesse accadendo. Non potè fare altro che starle dietro, almeno se l'avesse seguita, non avrebbe fatto altri danni, ed arrivarono dal preside che diede dei nomi e chiese di aspettare che avrebbe chiamato lì la professoressa di storia che serviva, visto che ora stava tenendo una lezione. Si sedette poco più in là, visto che Cheryl senza nemmeno chiedere, si era appropriata della sedia davanti alla scrivania, intanto la loro testimone arrivò; era una signora con una certa età, ma che ci teneva al proprio aspetto e che fu molto collaborativa. Rimase sorpreso quando la detective fece delle domande dirette, sapendo benissimo dove puntare, ma come faceva a sapere che Margaret c'entrava qualcosa? Eppure lo fissò, pensando che avevano una pista grazie a lei, quindi aveva anche dei pregi, oltre ad essere fastidiosa.
    Dalle rivali, di certo loro avevano un movente per ucciderla
    disse pensieroso mentre uscivano dall'ufficio del preside, con in mano qualcosa per risolvere quel caso.
    Chuck Batson
     
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    A mano a mano che Cheryl indagava sull’omicidio con quella professoressa, il detective iniziò finalmente a capire che tutto sommato nel suo lavoro era capace, nonostante ai suoi occhi era apparsa come una ragazzina di 15 massimo 18 anni. E il bello era che Batson non sapeva nemmeno che ella non era una poliziotta forense -come poteva sembrare- e nemmeno una poliziotta “normale”; invece era l’assistente di un anatomo patologo. Lavorava sempre per la polizia, però il suo scopo era quello di vivisezionare cadaveri etc, non certamente quello di scendere in campo!
    Dalle rivali, di certo loro avevano un movente per ucciderla ipotizzò Batson quando la Armstrong gli chiese da chi iniziare ad indagare. Quindi aveva puntato sul gruppetto di ragazzine facenti parte di queste Gazelles.
    Usciti dall’ufficio Cheryl guardò il detective. Come prima cosa dobbiamo cercare questa Margaret Tatch. Al momento abbiamo solo questo nome. Dobbiamo farci dire il nome di queste Lioness propose dirigendosi verso l’aula in cui la professoressa Sterling aveva indicato loro come classe della Tatch. Una volta fuori dalla porta della classe la Zombie guardò l’uomo al suo fianco lascia fare a me gli disse facendogli l’occhiolino; sicuramente la ragazzina se si fosse vista prelevare da due estranei (e specialmente Chuck) sarebbe andata nel panico. Vedere solo Cheryl invece l’avrebbe messa di più a suo agio. Bussò quindi la porta, e appena il professore al suo interno domandò chi era, ella aprì con sicurezza la porta e si annunció Salve. Sono medico legale disse mostrando il suo tesserino della polizia; Avrei bisogno di fare qualche domanda alla signoria Tatch concluse mostrandosi gentile, calma e per nulla preoccupata. L’uomo fece dunque alzare la ragazza, sotto lo sguardo permesso dei più, che si lasciarono anche andare in bisbiglii che il professore cercò subito di zittire. Dal canto suo, Margaret titubante si alzò dalla sua sedia e incredula è un po’ spaventata, si avvicinò a quella che sembrava essere una ragazza semplice e gentile e sorridente. Una volta fuori dall’aula la Zombie fece le presentazioni Io solo Cheryl Armstrong e lui è il mio collega Chuck Batson e meno male che si era ricordata subito il suo nome, sai che figura se no!! Margaret spaventata li guardava sempre più perplessa e i due poliziotti le dissero che avevano bisogno di farle qualche domanda; e agli occhi della moretta Cheryl appariva più come una coetanea amica che come una poliziotta. Forse così l’avrebbe messa più a suo agio...Entrarono in un aula (che nel frattempo il preside aveva indicato a Chuck) e fecero accomodare la ragazzina. Sappiamo che consoci Elisabeth Abbot. Vorremo sapere in che rapporti eravate iniziò a parlare la Zombie dimostrando un velo di serietà in quello che stava facendo. Margaret abbozzò qualcosa del tipo che non la conosceva, o meglio, solo di vista; Chuck allora le fece subito notare che sapevano delle due bande di ragazze rivali, le Lioness (dove ipotizzò fossero capitanate proprio da lei) e le Gazelles (della Abbot). Era chiaro che erano nella pista giusta, almeno stando da quello che il detective potè captare negli atteggiamenti e nello sguardo della studentessa. E glielo fece capire anche a Cheryl, la quale aggiunse che sapeva che avevano litigato poche ore (forse) prima della sua morte. Margaret allora fece un altro nome, una certa Lucia Montgomery, una Lioness e così i due detective non persero occasioni per farsi dare i nomi di ogni ragazza delle due fazioni. Ringraziarono ed uscirono. Bene. Da chi continuiamo? chiese Cherly guardando il collega.
    Cheryl Martha Armstrong
     
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