Hearth of glass

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    Era passato un po' di tempo dall'incontro con Tristan, era stato piacevole, più che altro perchè c'era stata subito attrazione fra di loro, come se qualcosa li accomunasse, ma allo stesso tempo, non riusciva ad essere sicura vicino a lui, come se avesse un segreto, che il suo istinto le suggeriva che non era meglio sapere e mai nella sua vita aveva sbagliato, soprattutto nei confronti delle persone, la sua parte di animale in questo aiutava molto, eppure voleva conoscerlo meglio, sapere altro di lui, di quel musicista bello e maledetto, senza rendersi conto, che in quel suo pensiero, c'era della verità di fondo. Eppure non era riuscita a non pensare a lui di tanto in tanto, nonostante se la fosse presa un po', quando lei, durante i mercatini di Natale si era allontanata verso le bancarelle e quando si era voltata, lui non c'era più, ma dov'era andato? Proprio quando sembrava aver trovato il tipo giusto per lui, quello scompariva! Iniziò a dirne di tutti i colori verso Tristan, mentre sentiva il cellulare vibrare, era la sua amica ai banchi di baci, che se andava a darle una mano (non era una richiesta, era un ordine, velato di minaccia) e di mangiare qualcosa, una scusa per sapere cosa aveva fatto con il ragazzo, ne era certa... Stava ribollendo ancora di rabbia, mentre si avvicinava al banco dei baci, e lì mentre risistemava, vide un pacchetto di sigarette, nel vaso delle offerte, ma chi poteva essere l'idiota che le gettava lì?!? Lo prese, senza rendersi contro subito che era della marca che fumava il vampiro, rendendosene conto appena prima di gettarlo, ed aprendolo vide il suo messaggio: -3 Blondie, le si dipinse in viso un sorriso un po' stupido, perchè sotto c'era il suo numero di cellulare, allora non era scomparso del tutto... La sua amica iniziò subito l'interrogatorio vedendo la sua espressione, con uno sguardo, che sembrava quello di una madre, che aveva colto la figlia a fare qualcosa che non andava; la pregò di non dire nulla a suo padre, lei accettò, sebbene dietro pagamento, aveva proprio delle belle amicizie... Quella sera tornata a casa, mandò un messaggio a Tristan con l'invito al concentro, firmandosi Blondie, ora non c'era che da aspettare la risposta.

    [...]


    Il tempo era passato, come i giorni che le dividevano dal concerto al college, erano state chiamate per suonare durante l'evento di una confraternita, sì uno di questi se la faceva con la bassista, ma era sempre un ingaggio, e loro ce l'avrebbero messa tutta, come ogni serata, ed ogni live; già sentiva l'adrenalina, mentre preparavano il palco, che sarebbe stato per loro, con il check e tutto il resto, lei era pronta a dare il massimo, ma solo una cosa rimaneva da vedere, se lui sarebbe venuto... Ma decise che alla fine avrebbe cantato anche se non ci fosse stata, era la loro notte, ed erano cariche. Ma avevano ancora un po' di tempo, quindi decisero di bersi qualcosa, prima di iniziare, e allentare un po' la tensione, lei era già vestita truccata, ora bastava solo, scatenarsi sul palco e far sentire la sua voce.

    AlisonWalsh
     
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    Le giornate alle volte potevano risultare indescrivibilmente lunghe, quasi interminabili, ripetitive e semplicemente noiose per qualcuno come il sottoscritto, che aveva di fronte a se la possibilità dell'eterno... Per questo era sempre bene darsi degli obbiettivi, iniziare dei progetti, per tenersi occupati e interessati. Poteva risultare vergognosamente banale, ma per quanto mi riguardava poche cose riuscivano a solleticare il mio interesse e ad allontanare il mal di vivere, come la possibilità di conquistare una ragazza. Non avevo mai fallito e non avevo intenzione di cominciare proprio con Alison... Soprattutto perchè ero certo del potenziale che avevamo assieme e dell'interesse che avevo suscitato in lei, tanto che non mi aveva minimamente colto di sorpresa il messaggio che avevo ricevuto da parte sua con l'invito ad assistere all'esibizione della sua band, con annesse indicazioni per raggiungerla, proprio come mi aveva proposto al nostro primo incontro. Poteva sembrare un peccato di presunzione, ma dalla mia prospettiva si trattava solo di giudizi dati in modo oggettivo. Dovevo ammettere che. da amante della musica, provavo una certa curiosità per le doti canore di Alison ed il talento generale del suo gruppo ed il tutto era accompagnato da una sincera eccitazione all'idea di rivederla, specialmente se ripensavo al nostro ultimo momento insieme ed il cocktail di emozioni che mi aveva portato quasi a perdere il controllo... Sarebbe stato un vero peccato che non fossi riuscito a trattenermi, trasformando la ragazza in un semplice pasto, per questo avevo deciso di nutrirmi fino a limite prima di raggiungerla, accontentandomi di un passante chiaramente già ubriaco e dalla statura importante dato che per una volta si trattava di quantità e non di qualità. Per mia fortuna il malcapitato non si trovava troppo distante da dove ero diretto e per questo ero arrivato a quello che avevo scoperto essere il quartiere universitario in perfetto orario per assistere all'esibizione. Non avevo nascosto un piccolo ghigno divertito dagli sguardi che avevo attirato su di me quasi immediatamente ed i commenti, che riuscivo a sentire grazie alle mie capacità nonostante il caos generale, sicuro che anche senza il mio particolare outfit per la serata, era facile dedurre che non appartenevo a quell'ambiente. In breve mi ero procurato da bere ed avevo cercato una posizione favorevole, ma non troppo esposta, per godermi lo show.


    Tristan T. Cartier
     
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    Non aveva ancora visto Tristan, non sapeva nemmeno se sarebbe venuto, alla fine il messaggio l'aveva visualizzato, ma non le aveva dato risposta, e soprattutto da quando a lei interessava, se un ragazzo venisse o no ad un suo concerto?!? Lo maledisse, perchè ci teneva, e quel ragazzo non le era indifferente; si era trovata in sintonia con lui, non poteva dare nulla per scontato quando erano insieme e poi il bacio, era ancora in debito di due con lui, ma la cosa che proprio non le andava giù è che voleva rivederlo, perchè oltre all'aspetto fisico che non era assolutamente da sottovalutare, era stato il suo carattere, il suo modo di porsi e poi anche lui era un musicista, ed era felice di quella grande passione che l'accomunava, ma una domanda continuava a saltarle in mente: sarebbe venuto? Era difficile oramai capirlo, visto che la sala, con il passare del tempo si era riempita, ed era difficile riconoscere tutte le persone, dalle facce nuove a quelle familiari, cercò ancora con lo sguardo fra la folla e sembrava che l'avesse visto, vicino al bancone, ma non era certa che fosse lui, troppa gente e in una serata rock, differenziare quelli con i capelli lunghi, era un po' come cercare un ago in un pagliaio, ma non doveva distrarsi, era il loro momento, era ora dello show. Andarono sul palco, seguite dagli applausi e chi urlava il nome della sua band, lei era gasata e pronta a dare il massimo, sebbene sapesse che il loro pubblico alla fine, erano degli universitari ubriachi, ma che almeno pagavano bene.
    Buonasera a tutti, noi siamo le Pretty Reckless
    Iniziò la musica, si abbassarono le luci e lei sui suoi tacchi, iniziò a cantare, con una grinta che era da tanto che non tirava fuori, come se fosse uno sfogo, da essere sicura che l'avrebbe sentita anche il vampiro, in qualsiasi posto si trovasse.
    Spero vi stiate divertendo, stasera faremo un arrangiamento rock di Heart of glass
    Furono accompagnate da un boato del pubblico, era appunto una citazione a Blondie, sperava proprio che Tristan capisse la citazione, alla fine lei, voleva dargli quei due baci, ma con calma, prima doveva farsi vedere e almeno offrile da bere, anzi, gli avrebbe ricambiato il favore del vin brulè.
    Once I had a love and it was a gas
    Soon turned out had a heart of glass
    Seemed like the real thing, only to find
    Mucho mistrust, love's gone behind
    Once I had a love and it was divine
    Soon found out I was losing my mind
    It seemed like the real thing but I was so blind
    Mucho mistrust, love's gone behind

    In between What I find is pleasing and I'm feeling fine
    Love is so confusing there's no peace of mind
    If I fear I'm losing you it's just no good
    You teasing like you do

    Once I had a love and it was a gas
    Soon turned out had a heart of glass
    Seemed like the real thing, only to find
    Mucho mistrust, love's gone behind

    Once I had a love and it was divine
    Soon found out I was losing my mind
    It seemed like the real thing but I was so blind
    Mucho mistrust, love's gone behind

    Lost inside
    Adorable illusion and I cannot hide
    I'm the one you're using, please don't push me aside
    We coulda made it cruising, yeah
    Yeah, riding high on love's true bluish light

    Once I had a love and it was a gas
    Soon turned out to be a pain in the ass
    Seemed like the real thing only to find
    Mucho mistrust, love's gone behind

    AlisonWalsh
     
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    I concerti erano da sempre i miei eventi e passatempi preferiti. La folla di persone unite sotto un 'unica passione, ore di spensieratezza durante le quali ti scordi che fuori dal piccolo universo che ti sei appena creato c'è il caos più puro, la possibilità di conoscere qualcuno e creare legami veri anche solo per un po' ed ovviamente, sopra a qualsiasi altra cosa, c'era la musica. Anche in un ambiente così apparentemente sbagliato come la casa di una confraternita la musica riusciva a fare la sua magia e per un po' non c'erano gerarchie, classi sociali o altre sciocchezze simili che ti sbarravano la porta. La musica accettava sempre chiunque. Un chiaro esempio erano i variegati gruppi di persone che si erano riunite proprio questa sera, ma che solitamente si evitavano come fosse scritto in un qualche manuale di istruzioni imprescindibile... I popolari che bevevano allegramente con i così detti secchioni o le reginette che si complimentavano per le scelte di look con ragazze che probabilmente di solito si vedevano emarginate. Con un sorso dalla birra che avevo preso quasi immediatamente dopo essere entrato nell'edificio e sorridendo divertito verso un trio di ragazze che cercava - e falliva - di non farsi notare mentre mi studiavano come fossi stato un animale esotico, non potevo nascondere che provavo una certa curiosità ed impazienza riguardo l'esibizione di Alison ed il suo gruppo. Per fortuna non avevo dovuto attendere ancora per troppo prima che la ragazza in questione aveva fatto la sua entrata in scena per quale tutti, me compreso, avevano esultato entusiasti. Pretty Reckless sembrava davvero un nome azzeccato e non avevo potuto fare a meno di farmi sfuggire un piccolo sorriso nel sentirlo, provando ad immaginarne la storia o le motivazioni di tale scelta o ancora chi l'aveva proposto, ma tutte quelle mie elucubrazioni erano state messe rapidamente da parte con l'annuncio della prima canzone.

    Once I had a love and it was a gas
    Soon turned out had a heart of glass


    Mi aveva preso alla sprovvista, dovevo ammetterlo, per questo avevo iniziato a ridere come se invece di cantare la biondina avesse raccontato una barzelletta, attirando alcuni sguardi confusi e curiosi da chi mi stava vicino. Dediche e riferimenti che il resto del pubblico non poteva conoscere e capire a parte, c'era da dire che erano brave; sapevano suonare e conservavano un certo non so che di "sporco" nel loro sound che le rendeva ancor più autentiche. Alison poi era stata davvero una sorpresa... Chi avrebbe mai detto che una ragazza con il suo aspetto nascondeva una voce simile? Ne ero rimasto decisamente colpito. A fine esibizione la piccola folla aveva rilasciato grida e applausi a profusione ed anch'io non aveva risparmiato gli applausi, portano anche due dita alla bocca e rilasciando un fischio per sovrastare tutto quel caos, pronto a rivelare la mia posizione alla cantante curioso di vedere la sua reazione.


    Tristan T. Cartier
     
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    Non si aspettavano di certo quell'affluenza, il posto era pieno e il passaparola aveva funzionato alla grande, sapevano che molti erano lì solo per bere, ma erano comunque pubblico e un buon metodo per farsi conoscere, dovevano dare il massimo, quando dissero il titolo della canzone, si sentì un leggero brusio da parte della gente, i loro fan si erano guardati sorpresi in viso, non affatto abituati a quel genere di scelte, di certo era un bel cambio di rotta da parte loro, ma aveva voluto osare e soprattutto si Tristan, fosse stato lì in mezzo, di certo avrebbe capito la sua scelta se non si poteva conquistare un uomo con il fisico, ci si poteva provare con la musica, che da quello che aveva capito, lui apprezzava molto, essendo un musicista a sua volta, di certo la custodia della chitarra, non se la portava in giro per modo oppure comodità. Ci mise tutto quello che aveva, sperando che quella canzone, arrivasse proprio al vampiro, che era stato così curioso da volerla sentire cantare ed era stato accontentato pienamente, anzi, con una dedica implicita, un segreto che solo loro due condividevano, ed era pensiero sensuale, soprattutto perchè il suo piano quella sera era di dare anche quei baci mancanti, dalle bancarelle di Natale, o la va, o la spacca, questo era il suo motto, e voleva metterlo in atto proprio quella sera, dopo la canzone, aveva enormi dubbi che Tristan non li avrebbe graditi. Camminava avanti e indietro sul palco, seguendo la sua chitarrista, mimando una chitarra oppure facendo cantare la prima fila qualche frase; a fine del testo e della musica, tutti applaudire a quella loro perfomance, dovevano fare di più vecchi facili, ma su tutto, si sentiva un fischio, il suo sguardo andò subito in quella direzione e lo vide, allora era venuto, sorseggiava una birra e dire che era appariscente era un eufemismo, lì dentro, sembrava fuori posto, con quel suo fascino da bello e maledetto, sentì il cuore aumentare un po' il ritmo, ma pensò che era solo perchè si era mossa molto sul palco; partirono con la seconda canzone, seguendo la loro scaletta, di tanto in tanto beveva un sorso d'acqua da una bottiglietta e cercava il vampiro tra la folla, sperava che rimanesse lì fino alla fine, voleva sapere come mai alle bancarelle se ne era andato e doveva farle delle scuse, per il suo comportamento, ma ora doveva pensare solo a cantare, mentre il fonico le faceva segno che mancava poco, allo scadere del tempo che avevano.
    AlisonWalsh
     
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    Più osservavo Alison esibirsi e più mi veniva reso chiaro che la ragazza era nata per il palco, per esibirsi. Tutta la band a dire il vero aveva del potenziale, ma ero quasi dispiaciuto per loro perchè con tutto il loro talento sarebbero comunque state oscurate dalla biondina, che se inizialmente catturava l'interesse del pubblico con il suo aspetto, non appena iniziava a cantare ti rapiva completamente obbligandoti ad ascoltare solo lei a seguirla in ogni suo movimento quasi ipnotizzati da questa figura dalla bellezza contraddittoria... Apparentemente delicata, esile, pallida come una giornata d'inverno, ma che nasconde un carattere forte ed imponente. Era una rock star in tutto e per tutto. - E brava Blondie - avevo mormorato tra me e me, sorridendo divertito e finendo lentamente la birra che avevo preso subito dopo essere arrivato, mentre gli altri partecipanti al concerto di sprecavano in applausi, esultazioni ed urla varie, seguendo i testi delle canzoni di tanto in tanto accompagnando la voce di Alison come a volerle fare da controvoci. Tutto sommato l'atmosfera generale era decisamente più piacevole di quanto mi aspettavo, specialmente sapendo che ci trovavamo in un campus universitario e per di più facente parte del territorio delle confraternite, mi stavo riscoprendo decisamente a mio agio ed intrattenuto non solo dalla musica ma anche dal resto dei presenti, come la ragazza che aveva cercato più volte di invitarmi a ballare con lei o il ragazzo che mi aveva rivolto uno sguardo pieno di gratitudine per aver reindirizzato la suddetta ragazza verso di lui... Ah, le gioie della tarda adolescenza! In sostanza, mi stavo divertendo, ma ormai la mia birra era finita e stavo divenendo leggermente impaziente, tanto che non avrei escluso la possibilità di salire io stesso sul palco per annunciare una pausa e rapire Alison, curioso anche di scoprire se il mio controllo avrebbe finito ancora una volta per vacillare in sua presenza.


    Tristan T. Cartier


    Scusa questo post è pessimo, ma non sapevo come andare avanti senza rischiare di muovere Alison >.< Mi farò perdonare con i prossimi ;D
     
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    Sul palco non aveva freni, alcuni, quando la vedevano, con il suo fisico minuto e i suoi capelli biondi, pensavano che non sapesse tirare fuori quella grinta, ed ogni volta che la vedevano cantare ci rimanevano di sasso, per quella parte di lei, che usciva quando cantava. Di tanto in tanto, faceva cantare il pubblico, che tra urla, ed incitamenti vari, le supportavano, e tutte quelle sensazioni, quell'adrenalina la spronava a dare il 200%, senza farle pensare al male alle gambe a forza di correre avanti e indietro, oppure al braccio, per tenere il microfono, sarebbe arrivato tutto poi, ma non ora; la cosa importante era il pubblico, senza di loro, le Pretty Reckless non sarebbero esistite, finite nel dimenticatoio dopo il primo live, ed invece eccole lì. La festa di una confraternita non era proprio il massimo, visto che c'era più gente ubriaca che sobria, ma quelle feste chiamavano molta gente, ed era quello che a loro interessava; più di una volta, il suo sguardo scivolò sul vampiro in sala, che mai una volta aveva staccato lo sguardo dalla band, o più nello specifico da lei; gli fece l'occhiolino, sicuro che lo avrebbe colto. Il tempo era sembrato lunghissimo, come se fossero passate ore, invece ormai era terminato, il fonico fece il segno di uno con il dito, l'ultima canzone, e quando dichiarò questo al pubblico di sollevò un boato di disapprovazione, ma non era lei che dettava le regole, c'erano altre band, ed ognuna suonava per tot. minuti, quindi dovevano dare spazio anche a loro; fece ovviamente, il giro di presentazione della band, con applausi annessi e il resto, di certo non erano mancati i flirt con gli altri musicisti, ma lei aveva già puntato con chi passare la serata, soprattutto di doveva far perdonare, per come l'aveva mollata alle bancarelle di Natale. Finirono di suonare e le luci si spensero; erano tutte su di giri, e soprattutto avevano voglia di bere, una bella birra, per reidratare i sali minerali persi, si immolò lei per la causa, dopo che si era asciugata un po' il sudore, ed avviandosi versa la "zona alcolica", era difficile passare, lo spazio era davvero limitato e preda un po' dei tacchi e degli spintoni da parte di giocatori anche troppo muscolosi, rischiò di cadere, appigliandosi a qualcosa o per meglio qualcuno, che quando sollevò lo sguardo, si ritrovò davanti Trista; allora doveva essere destino.
    Buonasera bello e maledetto
    Disse divertita e per nulla imbarazzata a quella vicinanza, alla fine si erano già anche baciati, per cui tanto valeva, provare vergogna, ed anzi, era sorpresa e contenta allo stesso tempo che fosse venuto, ma era meglio non dirglielo.
    AlisonWalsh


    non ti preoccupare va benissimo :)
     
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    Per quanto trovavo indiscutibilmente affascinante e quasi ipnotizzante l'osservare la biondina muoversi su palco come fosse la cosa più naturale del mondo per lei, come se avesse imparato prima a cantare che a camminare, non potevo fare a meno di avvertire un certo sollievo nel vederle terminare il suo set abbandonando definitivamente il microfono e scendere tra la folla che nonostante l'entusiasmo di pochi attimi prima, non sembrava risentire troppo la fine della parte live della serata accettando di continuare a ballare e divertirsi sulla base di qualche altra canzone pre-registrata. Senza perdere tempo, non avendo voglia di fingere che la mia presenza alla festa dipendeva da qualcosa che non era Alison, mi ero apprestato ad andarle in contro seguendo i suoi movimenti come un predatore - ma con intenzioni chiaramente molto diverse - non curandomi minimamente delle persone intorno a me e dei corpi che finivano inevitabilmente per scontrarsi contro il mio bloccandomi la strada, come onde del mare che non possono fare a meno di schiantarsi a riva senza controllo sull'intensità o la direzione dei loro movimenti. Ed eccola là, a giusto un paio di metri di distanza, che a differenza del sottoscritto stava riscontrando non poche difficoltà nell'attraversare l'oceano umano che si era creato sotto al palco. Fossi stato un altro tipo di persona, umano o meno, si avrebbe potuto credere al destino quando tra tutti i presenti l'unico abbastanza vicino e preparato all'impatto al quale Alison aveva finito con l'appoggiarsi per evitare una rovinosa caduta ero stato propri io, ma non era davvero quello il caso... Avevo immediatamente notato la sua poca stabilità e grazie ad uno dei tanti vantaggi dell'essere un vampiro mi ero spostato in meno di un battito di ciglia di fronte a lei sicuro che nessuno se ne sarebbe mai accorto per via del caos generale, delle luci e soprattutto dell'alcool. - Se questo è il tuo modo di dirmi che sono riuscito a farti cadere ai miei piedi ne sono onorato - avevo esordito ironico e divertito, sapendo nonostante il nostro primo ed unico incontro che al contrario di molte altre ragazze quelle parole non l'avrebbero minimamente colpita in nessun modo, creando forse solo dell'irritazione che ai miei occhi la faceva apparire come un gattino affamato che cercava di farsi sentire, imperioso, con i suoi flebili miagolii... Semplicemente adorabile. Con risultati come quello mi sarebbe divenuto praticamente impossibile l'evitare di stuzzicarla e provocarla almeno una volta o più probabilmente in qualsiasi occasione si fosse presentata. Ad ogni modo i miei toni tutt'altro che galanti venivano traditi dai miei gesti, che al contrario erano gentili nell'assicurarsi che la biondina avesse effettivamente riacquistato il suo equilibrio e attenti nel farle quasi da scudo per evitare che altri la investissero nuovamente. - Buonasera a te, rockstar - il nomignolo poteva apparire quasi come una presa in giro, ma non c'era davvero altro modo di descriverla specialmente dopo aver assistito alla sua perfomance - Debbie Harry deve senza dubbio iniziare a tremare - avevo aggiunto, facendo riferimento alla cantante dei Blondie - ormai simbolo e centro di qualsiasi cosa si era creata tra me e Alison - e a come non mi avrebbe davvero stupito se la ragazza fosse chiamata a cantare da lei in persona con tutta la sua band.


    Tristan T. Cartier
     
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    Era ancora fra le braccia di Tristan, vi era letteralmente caduta e quando alzò il viso, le arrivò la battutina, tipica da lui, con ironia la stava prendendo in giro, ma in modo divertito, mentre ancora la sosteneva per non farla cadere e non era affatto male quella sensazione, di essere stretta da lui ed ovviamente, anche la tempestività con cui l'aveva fatto; non credeva tanto alle coincidenze e quindi aveva la netta impressione che il vampiro ce ne avesse messo un po' del suo, ma la cosa, pensò che le era abbastanza indifferente, anzi, le era andata anche bene, in confronto a finir addosso a qualcuno di ubriaco e fare l'effetto domani con altre persone.
    Divertente...
    disse sbottando alla sua battuta. Piuttosto la morte, che ammettere che le faceva piacere che fosse lì e l'avesse vista sul palco, poi gli avrebbe anche chiesto, di cosa pensava della sua esibizione, ma una cosa alla volta. Anche se il sarcasmo non mancava e nemmeno il fatto, che erano lì da un minuto e già si stavano punzecchiando, comunque i loro gesti dicevano ben altro, lei aveva una mano appoggiata al suo petto nudo, mentre lui stava attento che ora si reggesse in piedi e come proteggerla dal fiume di gente che si stava avvicinando al bar, facendole come da scudo, c'era attrazione e quello era stato appurato già dal loro prima incontro, ma lì si era andata ad intensificare. Poi iniziò nuovamente a prenderla in giro o almeno era quello che stava pensando, prima di concentrarsi veramente sul suo tono e sulle sue espressioni, capirlo, non era facile in mezzo a tutto quel casino di voci, ma aveva compreso che, le stava facendo un complimento, usando un nomignolo come Rockstar e che Blondie aveva trovato una degna rivale, di ciò aveva i suoi dubbi, perchè aveva ancora molta strada da fare, ma quelle parole le fecero comunque molto piacere, visto che erano state dette da lui, ma non gli avrebbe dato ancora soddisfazione di aver iniziato a conquistarlo, Tristan ne aveva di strada da fare con lei... Di sicuro era abituato a ragazze che si gettavano fra le sue braccia, dopo un complimento, ma con il suo bel temperamento se la sarebbe dovuto guadagnare, anche se, c'erano ancora dei baci in sospeso.
    Ti ringrazio
    Gli fece l'occhiolino, mentre gli passava accanto, sfiorandolo "accidentalmente" con il suo corpo per poi ordinare da bene. Giocavano al gatto col topo, ma chi era l'uno e chi l'altro non lo sapevano ancora, pensando che entrambi fossero i predatori e non la presa.
    AlisonWalsh
     
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    La ragazza non aveva degnato neanche di una parola il modo in cui avevo esordito non appena ci eravamo trovati l'uno di fonte all'altra; ovviamente non mi ero lasciato scappare l'occasione di stuzzicarla, perfettamente cosciente che stavo giocando con il fuoco e che se desideravo realmente l'occasione di poter sperimentare del vero divertimento in sua compagnia dovevo dosare anche la più innocente delle battute e tenere a freno lo strano bisogno che avevo di arruffarle un po' le penne solo per poter vedere nuovamente il suo bel visino contorcersi come dopo aver morso un limone. Un altro uomo si sarebbe lasciato scoraggiare dal carattere di Alison, oppure si sarebbe affrettato a specificare che scherzava ed avrebbe implorato perdono cercando di capire cose fare per tornare nelle sue grazie... Io invece mi ero lasciato andare ad una sentita risata, specialmente nel sentirle dire quanto le mie parole la divertivano con un tono di voce che lasciava davvero percepire l'assoluta assenza di divertimento nella sua persona, tanto che probabilmente dall'esterno si poteva pensare che il sottoscritto rischiava una mano ben stampata sul viso. Fortunatamente, a meno che anche la cara Alison non fosse più che umana come me, mi sarei a malapena accorto di un suo schiaffo. Quello si che sarebbe stato interessante... Ero certo che solo da umana la biondina poteva ottenere tutto ciò che voleva, con delle abilità in più sarebbe potuta essere quasi inarrestabile e l'idea non mi dispiaceva per niente. Dopotutto con gli umani si doveva adottare una certa cura per evitare di ferirli, tanto erano fragili, mentre una qualsiasi creatura possedeva una forza che poteva trovare sfogo solo con un suo simile. - Dico solo la verità, hai talento - avevo commentato lasciandomi andare ad un momento di totale onestà non volendo trascinare una cosa che chiaramente stava a cuore alla ragazza nei nostri simpatici battibecchi, lasciando i miei occhi fissi sui suoi e portando una mano a posarsi con leggerezza su quella che Blondie teneva contro il mio torace potandomi ad essere ancor più lieto della mia decisione di nutrirmi fino quasi a scoppiare prima di arrivare al concerto. Come vampiro purtroppo dovevo sottostare ad alcuni clichè... Avere una temperatura corporea al limite di quella di una cadavere - ciò che poi ero in un certo senso - era uno di questi, ma con un po' di sangue fresco in circolo era più facile apparire "caldi". - E poi ci sono le urla selvagge dei tuoi spettatori a confermare la tua bravura, non dovesse bastarti la mia opinione - avevo aggiunto più giocosamente, allentando la tensione che sembrava essersi creata per un attimo e finendo con il trovarmi inevitabilmente un po' deluso nell'osservare la biondina spostarsi per ordinare da bere, riportando inevitabilmente della distanza tra di noi, ma non prima di strusciarsi appena contro di me facendomi sorridere con non poco compiacimento... Era come un gatto: non ti aveva dato il permesso di toccala, ma questo non ti liberava dall'obbligo di prestarle le attenzioni che richiedeva.


    Tristan T. Cartier
     
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    Il problema con Tristan è che le piaceva, anche troppo, quindi si dimostrava quella che attaccava ma in realtà stava sulla difensiva, era un po' come un gatto che voleva essere accarezzato, ma quando si avvicinava la mano, soffiava, doveva ancora inquadrarlo del tutto, c'era qualcosa di lui che ancora non la convinceva del tutto; non poteva essere così perfetto, doveva esserci qualche fregatura sotto! Era bello, affascinante, aveva i capelli lunghi, era un musicista, tutto ciò che lei cercava nel suo lui, eppure aveva una strana sensazione, come se Tristan avesse qualche scheletro nell'armadio di cui non voleva parlare, anche se pensandoci, nemmeno lei era stata troppo sincera, tralasciando il piccolo, anzi minuscolo dettaglio, dell'essere una mutaforma. Forse non poteva nemmeno pretendere troppo e smetterla con le paranoie, limitandosi a godere di quella serata in compagnia del ragazzo che aveva di fronte, che sembrava proprio non volere desistere con lei, anzi, soprattutto perchè a lui piaceva vederla alterata, quando la punzecchiava e risponderle con una battuta; Tristan non se la prendeva se gli rispondeva con sarcasmo, anzi, non la vedeva come offesa alla sua mascolinità una donna forte, che non ha peli sulla lingua, ed era questo che la faceva godere della compagnia del vampiro. Troppo spesso, aveva incontrato ragazzi, che per una battuta, si erano sentiti feriti nell'orgoglio, anche se, non era nemmeno fatta sulla loro virilità, a volte si chiedeva se era più diva gli uomini delle donne... Lui intanto aveva riso delle sue parole e soprattutto ribadì il concetto, che ci sapeva fare sul palco e stava per ringraziarlo, comunque certe parole, facevano sempre piacere, perchè era qualcosa in cui credeva, quando sentì la mano del vampiro sulla sua, mentre la guardava negli occhi, deglutì, sentendo comunque una capriola al cuore, di certo doveva essere una sua tecnica appurata per far crollare ai suoi piedi le gentil donzelle, ed anche lei dovette far fronte a tutta la sua forza di volontà per ricomporsi, visto che quello sguardo sembrò eterno, nonostante fossero passati pochi secondi da quel contatto, così semplice eppure così intimo; era la prima volta che accadeva, c'era già stato il bacio, ma ora stavano passando ad un altro livello, più profondo. Mise fine a quel contatto, allontanandosi per prendere da bere, sentiva le guance avvampare e non era solo per il caldo e non voleva farsi vedere così da Tristan, lei era una donna tutta ad un pezzo, se gli dava già la soddisfazione di averla conquistata, non per il momento almeno.
    Ma loro mi hanno visto solo qui, chi lo sa se ci saranno ad un prossimo live...
    Lasciò la frase in sospeso. C'erano più interpretazioni a quella frase, non era solo diretta a coloro, che avevano assistito al concerto, ma anche a lui, che se davvero era così, doveva andare a vederle anche in altre occasioni. E non le sfuggì lo sguardo di Tristan deluso, mentre si allontanava da lui, ma nel suo sfiorare, lo vide anche sorridere, allora era ancora in gioco. Ordinò delle birre al bancone, facendole portare alla sua band, che probabilmente si stavano chiedendo dov'era finita e rischiava il linciaggio, se non portava da bere e lasciò il compito ad una cameriera; lei era brava come cantante ma per portare vassoi, forse in un'altra vita, perchè in quella avrebbe implicato birra rovesciata con annesso lavaggio dei presenti e pezzi di vetro ovunque; ordinandone altre due.
    Questa la offro io
    la mise in mano a Tristan, facendogli l'occhiolino, non aveva ancora bevuto nulla quella sera e c'era poco di meglio, di bere in compagnia di uno come lui.
    AlisonWalsh
     
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    - Chi può dirlo, dopotutto non dipende solo da loro - non ero un grande fan delle metafore; ai lunghi, tediosi e fin troppo complicati giri di parole per comunicare un concetto preferivo senza alcun dubbio frasi concise, ma d'effetto. Certo, con i miei metodi la sottigliezza andava completamente persa, tuttavia non si rischiava in alcun modo di restare bloccati a ripetersi in continuazione: avrò capito bene? sarà stato davvero quello che penso?. Alison però non sembrava pronta a quel livello di "onestà" con il sottoscritto - comprensibile poichè quella era solo la seconda volta che ci vedevamo - e dietro a quasi ogni sua parola, ogni suo gesto o sguardo, sembrava fluttuare qualcosa di più appena sotto la superficie... Per fortuna sapevo adattarmi. - Gli ammiratori sono leali, ma si deve pur far qualcosa per mantenere vivo il loro interesse, per ripagare i loro sforzi o arriverà il giorno in cui si chiederanno se ne è valsa la pena - avevo commentato lasciando, proprio come la biondina, più di un velo di intenti in ciò che avevo detto mantenendo fermamente i miei occhi nei suoi in una sorta di conversazione silenziosa parallela prima di rivolgerle un sorriso fin troppo innocente per essere vero. Forse avrei dovuto sentirmi in colpa per quello che stavo facendo con Alison... Lei era bellissima e tanto mi bastava per decidere che meritava la mia attenzione. Come quasi tutte le mie relazioni - se così si potevano chiamare - avrebbe potuto accendersi immediatamente e bruciare veloce, consumarsi nel giro di una settimana o nel migliore dei casi fino a quando non mi sarei annoiato anche della bella Vancouver, ma oltre al suo bel visino la ragazza era riuscita a stuzzicare il mio interesse anche attraverso il suo essere schiva, sempre con la risposta pronta e decisamente più che preparata a qualsiasi tipo di battaglia verbale. Non potevo negare che non avevo alcuna intenzione di andarmene prima di riuscire a conquistare Blondie, ma restava il fatto che era un film che si ripeteva per il sottoscritto ed era quasi una certezza che prima o poi me ne sarei andato... Se fossi stato solo un po' meno egoista avrei lasciato in pace la ragazza e avrei riversato la mia voglia e ricerca di compagnia su qualcuno di molto più malleabile e facile da ammaliare. Sfortunatamente l'egoismo era uno dei tratti primari della mia personalità. - Quanta generosità, ti ringrazio - non avevo neanche accennato a voler toglierle gli occhi di dosso, studiando il suo volto in ogni sua minima reazione, mentre prendevo la bottiglia che mi era stata offerta e la portavo alle labbra senza prestarvi attenzione, così distratto da non avvertire neanche il sapore della birra. - Che ne dici, oltre a questa pensi che mi sia meritato anche un ballo? - avevo chiesto con leggerezza, sorridendole come se invece di un invito a ballare le avessi raccontato una barzelletta. Non avrei saputo predire la sua risposta e forse la mia proposta non era stata una delle migliori a giudicare dalla calca su quella che un'immaginaria pista da ballo, ma le alternative scarseggiavano... Almeno quelle che non mi avrebbero fatto guadagnare uno schiaffo.


    Tristan T. Cartier
     
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    La speranza è sempre l'ultima a morire
    Era stata fin troppo onesta, in realtà non si aspettava nemmeno, di vedere, di quelli che le avevano acclamate quella sera, ad un altro concerto, ma se ci fossero stati, sarebbe stato un piacere, suonare nuovamente per loro, ma si sapeva, l'essere umano, tende a stancarsi in fretta delle cose; è ammaliato dalle novità, ma quando queste non lo sono più, diventa disinteressato e va alla ricerca di altro, difatti era dura certe volte, tirare sempre fuori qualcosa di nuovo, rendersi appetibili per un pubblico che chiedeva sempre di più, ma loro ce la mettevano tutta, continuando per la loro strada. E poi quella frase, poteva essere intensa sia per le persone che erano lì, ma anche rivolta direttamente al vampiro, un'allusione a qualcosa, quella scintilla che era scattata fra di loro e quella seconda volta, c'era un principio di incendio, ma questo non si sapeva se sarebbe destinato a continuare a bruciare da come avrebbe tirato il vento, oppure ad estinguersi, il problema per quanto fosse eccitante, era quello non tanto che si sarebbero bruciati ma che si sarebbero consumati; per quanto sapesse che Tristan aveva qualcosa da nascondere sotto quella faccia da "bravo ragazzo" ma era proprio quello, che come due poli opposti venivano attratti l'uno dall'altra. Erano i loro scheletri nell'armadio e farli reagire così e nessuno dei due, al momento, era pronto ad aprire le ante e a rivelarli e sapeva che era meglio così; non che fosse facile, dire ad uno ragazzo appena conosciuto: guarda, mi posso trasformare in lince a piacimento. Lui continuava a parlare di coloro che supportavano il gruppo e non gli rispose subito, riprendendo il suo discorso e distaccandosi dalla sua fila di pensieri.
    E invece per te, ne è valsa la pena?
    Il tono incalzante, mentre non distoglieva gli occhi dai suoi. Tristan parlava in generale della gente, degli ammiratori, invece lui? Si era sbilanciato un po' su di lei, flirtando, ma mai troppo, con un sorriso talmente innocente, da non essere assolutamente credibile. Non aveva nemmeno provato a baciarla e c'era stata più di un occasione per farlo, forse aveva paura della sua reazione? Era un'idea, anche se alla fine, poteva scherzarci su, dicendole che erano i debiti da saldare, riferendosi ai baci pagati che le doveva, eppure continuavano a giocare, sempre rimanendo ad una certa distanza, nonostante, di tanto in tanto si sfiorassero e i loro sguardi, valessero più di 1000 parole.
    Alla fine si ritrovarono con due bottiglie di birra in mano, l'aveva ringraziata, lei si era limitata a scrollare le spalle, mentre il vampiro continuava a studiarla, come per capire quale potesse essere la prossima mossa.
    Stava bevendo la sua birra, come aveva pensato faceva davvero schifo, avevano puntato più alla quantità che alla qualità... Stava pensando al da farsi, quando le fu proposto un ballo; guardò la pista notando che nemmeno quelli che si trovavano lì, avevano spazio vitale per muoversi e il ciò avrebbe implicato spintoni e piedi pestati ed una vicinanza troppo forzata; l'attrazione c'era, era palpabile e giustamente, Tristan era in attesa di una risposta.
    E se invece non usciamo a fumare una sigaretta?
    Stava diventando difficile anche parlare, visto tutte quelle persone e la musica e poi, poteva prendersi una boccata d'aria, cosa di cui aveva bisogna.
    E comunque ti sei meritato il ballo
    Rispose con la sua stessa leggerezza, avvicinandosi a lui, alle sue labbra, per la precisione.
    Stavo ancora aspettando un bacio, mi pare di avere ancora dei debiti da ripagare
    Stette lì, con un sorriso malizioso in viso era tempo, di mettere anche un po' di brio alla serata, era stufa di solo sguardi, era ora di agire e come un gatto, aveva tirato fuori le unghie.
    AlisonWalsh
     
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    Per tutta la sua sfrontatezza, i suoi modi di fare da dura, da ragazza fin troppo forte e superiore per lasciarsi toccare da problemi e preoccupazioni che altresì affliggono la maggior parte delle persone - specialmente giovani come lei - vi era come dell'innocenza, della tenerezza, sepolta e ben nascosta dentro di lei. Nessuno realmente disinteressato in ciò che poteva succedergli era così attento nel sottolinearlo... Come a volerlo provare a tutti i costi o a voler sfidare chiunque a dire il contrario. - Sai cosa dice di chi vive sperando - non avevo intenzione di ferirla e nonostante la mia risposta poco entusiasta non desideravo vedere il suo bel viso marchiato da tristezza e delusione, per questo non mi ero minimamente impegnato nel sostenere quella sua affermazione, che per chi aveva vissuto tanto quanto me o anche di più era pura fantasia. Era meglio svegliarsi in tempo da certi sogni, ma non per forza in maniera brutale; per questo la mia espressione ed il mio tono di voce rimanevano volutamente giocosi. - Oltretutto abbiamo già stabilito che sei brava, non hai bisogno di sperare - avevo detto un po' più rapidamente, scostando per un attimo lo sguardo. Alison chiaramente non era il tipo di persona che andava costantemente a pesca di complimenti, ma per qualche ragione che non ero certo di voler approfondire mi sentivo in obbligo di far seguire ogni mia frase potenzialmente "pericolosa" o tutte le mie frecciatine più o meno velenose con un qualche tipo di rassicurazione, qualsiasi cosa che le potesse portare un sorriso o riuscisse a tranquillizzarla. In fondo era quasi una sorta di routine per il sottoscritto: trovare una bella ragazza e riempirla di attenzioni e dolci parole, praticamente frasi fatte che tuttavia ottenevano sempre l'effetto sperato, ma Blondie non si faceva conquistare da apprezzamenti vuoti ed io non cercavo niente in cambio delle mie parole. - Sono ancora qui giusto? - avevo risposto, ammiccando e rivolgendole un sorriso sottile, cercando di recuperare un velo di mistero lasciandole comunque capire che nessuno di noi due stava perdendo tempo con l'altro. L'interesse era innegabile, chiaro e palpabile per entrambi, si doveva solo capire in dove le nostre strade avrebbero continuato a percorrere la stessa direzione. Ovviamente era valsa la pena di trascinarmi in un quartiere studentesco, mischiandomi in mezzo a dei poco più che adolescenti solo per vederla e sentirla cantare... Ne sarebbe valsa la pena anche senza uno degli ormai inevitabili baci che avevamo in sospeso. Certo, non mi sarei comunque spinto così oltre da lasciarmi sfuggire confessioni di questo calibro e fortunatamente erano arrivate le nostre birre per tenere occupate sia le mie labbra che le mie mani. Tuttavia i miei tentativi di non cadere in tentazione continuavano a trovarsi annullati dal fiume di corpi che continuava a muoversi intorno a noi, spingendoci involontariamente l'uno contro l'altra e costringendoci ad accorciare sempre di più le distanze. Ero onestamente a pochi secondi di distanza dallo stringerle un braccio attorno alla vita e tenerla contro di me solo per liberarmi da quel continuo "mordi e fuggi" che perdeva fascino sempre più rapidamente. - Ti direi fai pure strada - avevo accompagnato la mia frase con un gesto della mano, indicando un punto indefinito verso l'uscita e prendendo l'ennesimo sorso da quella che era senza alcun dubbio una delle peggiori birre mai create, ma che per i gusti e le possibilità degli studenti presenti era alla pari del più pregiato champagne. Non avrei disdegnato un po' d'aria, una sigaretta, semplicemente una pausa ed un'altra occasione ad un po' di privacy in compagnia di Alison. - E comunque ti sei meritato il ballo - mi ero portato una mano al petto, esagerando in maniera quasi teatrale quanto la cosa mi rendesse onorato, prima di lasciarmi andare ad una lieve risata divertita e compiaciuta. Cosa che mi capitava sempre più di continuo quando ero vicino alla biondina. - Hai davvero così tanta fretta di liberati di me? - le avevo chiesto fintamente ferito, prima di abbandonare la mia bottiglia in un punto imprecisato - sicuro che sarebbe sparita a breve - ed inclinare appena la testa verso di lei senza lasciarmi sfuggire il suo sguardo e portando due dita sul suo mento, sfiorando con delicatezza il suo labbro inferiore con la punta del mio pollice - Ti basta chiedere e ti libererò dal tuo debito seduta stante - avevo aggiunto con più serietà, ma incerto da quello che sarebbe potuto succedere in base alla sua risposta.


    Tristan T. Cartier
     
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    Avrebbe proprio voluto sapere cosa pensava in quel momento Tristan, a lei non era mai importato dei giudizi della gente, anzi, si divertiva a gonfiarli quando la gente lo faceva, dimostrandosi ancora peggiore di come la descrivano proprio perchè se lo meritavano, eppure, in una delle poche volte nella sua vita; voleva conoscere i pensieri di quel ragazzo, che faceva trasparire qualcosa dal suo volto in rari casi, mentre per il resto, nemmeno lui si sbilanciava, se non, quando vi era il momento adatto oppure con una battuta che trovava particolarmente interessante; ancora non gli aveva dimostrato delle parti di lei, ovviamente in senso sentimentale, visto che, voleva prima capire per bene, cosa volesse da lei o se era semplicemente, uno di quei tanti ragazzi che volevano farsela, per vantarsi poi con gli amici, di averla conquistata; era una cosa che lei trovava molto triste e se fosse stato il caso di Tristan, beh, lo avrebbe fatto pentire amaramente di averle presa in giro, ma al momento, sembrava che anche lui fosse ancora un po' restio ad aprirsi completamente, anche se da quel punto di vista, si vedeva che, aveva molta più esperienza nel flirtare, ma anche lei di certo non si tirava indietro, le nuovo sfide, soprattutto quelle che sembrano impossibili la elettrizzavano. Rimase un po' interdetta da quella risposta, non molto dalle parole, ma dal tono che usò, molto scostante, era cambiato completamente da qualche secondo prima e si chiese, cosa avesse detto, per farglielo cambiare in modo così repentino, ma poi pensò che doveva fregarsene che se lui aveva qualche problema con lei, bastava dirglielo, erano adulti e lei forse non totalmente in modo diplomatico, lo avrebbe accettato. Ma era stato un attimo, poiché, Tristan era tornato a prenderla un po' in giro, cambiando nuovamente tono, chiedendosi se era un po' indeciso come uomo, anche se non ne aveva l'aspetto, ma a volte gli spacconi, sono proprio quelli, che si mostrano così per celare la loro insicurezza.
    Se mi fermo ad essere brava non diventerò mai la migliore
    Non si era adagiata sugli allori, lei non aveva bisogno di sentirsi dire che lo era, voleva essere spronata a diventare ancora di più, i complimenti erano ben accetti, significava che era sulla strada giusta, non voleva che le si dicesse che faceva schifo, quello assolutamente no, ma si aspettava da Tristan qualche altra frase, quella era troppo fatta, dov'erano le sue frecciatine? Quelle con botta e risposta che rendevano la loro conversazione piacevole e divertente, con una punta di sarcasmo che non guastava mai. Non si offendevano, semplicemente si punzecchiavano per vedere la reazione e soprattutto, ora Tristan aveva anche distolto lo sguardo da lei, ma era stato per qualche secondo, visto che ora era di nuovo ammiccante e sorridente come poco prima ed aveva di certo capito che, lei era un tipo tutt'altro che arrendevole e che si sarebbe dovuto guadagnare la sua fiducia prima di fare la prossima mossa.
    Ora sì, ma chi mi dice che non sparirai come al mercatino di Natale?
    Non si era nemmeno trattenuta con quella frecciatina. Era vero, le aveva lasciato il numero scritto su un pacchetto di sigarette, ma se non l'avesse trovato, chi lo sapeva se si sarebbero rivisti, lei non credeva tanto nel destino e quelle cazzate sull'amore e sul colpo di fulmine, il romanticismo non faceva tanto per lei, difatti le canzoni che cantava su questo argomento non le aveva scritte lei. Continuavano a scambiarsi sguardi complici, nonostante non lo avrebbero mai ammesso a voce, nessuno dei due voleva andarsene, senza essere riuscito nel proprio intento, ossia di lasciare all'altra persona, qualcosa per essere ricercata il giorno dopo e questa volta era il turno di Tristan. La birra era ormai diventata imbevibile, già lo era prima, pensando che un intruglio del genere doveva essere illegale, ma faceva grado e costava poco, perfetto per degli universitari squattrinati e più ballavano, più avevano sete e il ciò implicava che lo spazio diveniva sempre meno, trovandosi sempre più vicino al ragazzo, mandando così a quel paese, tutte le migliori intenzioni di allungare la mano ed accarezzargli il petto nudo. Per fortuna accetto la sua proposta, un po' d'aria era ciò che serviva ed annuì, mentre le indicava l'uscita, voltandosi per annuire quando non potè non ridacchiare e scuotere la testa, su come aveva fatto il gesto, con una mano sul cuore, nell'essere onorato di ballare con lei.
    Penso che sia una cosa davvero complicata, liberarmi di te
    rispose sarcastica, pensando che nemmeno ne aveva voglia, ignorando completamente quella farsa, su come l'aveva ferito, tanto sapeva che stava recitando e quindi gli aveva risposto a tono, sapendo che comunque aveva compreso molto bene anche lui, che quella serata poteva finire in vari modi, ma con loro due assieme, senza ombra di dubbio.
    Gli aveva proposto un bacio e lui non si era tirato indietro, anzi, era lì, che la guardava, le aveva sollevato il mento e le aveva sfiorato col pollice il labbro inferiore, rimase impassibile, ma sentì una scossa lungo la schiena a quel tocco, il cuore le batteva all'impazzata e lei non chiese; semplicemente agì, baciandolo, labbra su labbra, una mano fra i capelli del vampiro, sì lo voleva e l'aveva preso ed ora era troppo tardi per tornare indietro, ormai si era scoperta e il debito era stato saldato anche se non era un liberare, ma iniziare qualcosa che, forse non sapeva nemmeno dove l'avrebbe portata. Di certo quelle labbra erano dannatamente tentatrici e lei non poteva fare altro che, vedere la reazione di lui, appena si sarebbe scostata.
    Aveva ancora la bottiglia in mano, nell'atto di metterla sul bancone, quando
    AlisonWalsh
     
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