Hearth of glass

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    Era determinata, questo glielo si doveva riconoscere, sapeva ciò che voleva almeno per quanto poteva riguardare la musica e sommato al suo indiscutibile talento e fascino avrebbe realmente potuto portarla lontano. O ameno glielo auguravo. Le avevo rivolto un sorriso poco esteso ma più genuino del solito, sentendo quasi un moto d'orgoglio, sentendole dire che essere "brava" non bastava e la biondina aveva perfettamente ragione. Le hit usa e getta erano per i bravi, i tormentoni e le future sigle di qualche telefilm di serie b erano per i bravi. Le canzoni che riescono a segnare ed ispirare intere generazioni senza stancare mai erano per chi conosce realmente la musica ed il suo valore, per chi vuole restare immortale. - Non te lo dice nessuno - le avevo risposto onestamente, con una lieve scrollata di spalle per sottolineare che quelli erano i fatti ed era ancora perfettamente in grado di tirarsi indietro se lo avesse desiderato. Certo, la cosa non mi avrebbe reso particolarmente felice, ma non avevo alcun interesse per per partner riluttanti. - E poi non avevamo già parlato dei rischi dell'azzardo? Pretendere delle sicurezze equivale a barare Blondie - avevo aggiunto più sibillino, ricordando le parole che ci eravamo scambiati al mercatino di Natale e le svariate similitudini con le quali si poteva descrivere un rapporto attraverso le scommesse ed il gioco d'azzardo. Dovevo ammettere che trovavo adorabile il modo in cui aveva cercato di rimproverarmi per averla lasciata da sola al nostro primo incontro, ma il terreno era ancora così incerto tra di noi che il suo risentimento, che molto probabilmente avrebbe creato svariati sensi di colpa in altri uomini, era come chiedere al tuo avversario di farti vedere le sue carte ad una finale di poker. Per quanto vi era davvero poco da dedurre o dubitare riguardo ciò che esisteva o aveva il potenziale d'esistere tra me e Alison stando al modo in cui mi approfittavo di ogni piccola scusa per attirarla fisicamente a me ed al modo in cui anche lei non si era lasciata sfuggire l'occasione che le si era presentata proprio grazie al poco spazio che ci divideva. Avevo accolto ben felice la sua mano sul mio torace, complimentandomi con me stesso ancora una volta per la scelta d'abito che mi permetteva di godere del calore della sua pelle contro la mia, anche se dubitavo che lei avrebbe potuto dire lo stesso di me. Ero anche tentato dall'idea di posare la mia mano sulla sua, trattenendola lì qualche attimo in più, ma preferivo osservare fin dove si sarebbe spinta per suo volere. - Temo sia più semplice di quanto immagini, ma di certo non sarò io a dirti come - avevo risposto divertito e decisamente onesto. Se la ragazza avesse deciso di liquidarmi mi sarei fatto da parte senza emettere un fiato e, nonostante un'innegabile dispiacere, non avrei tardato chissà quanto prima di posare lo sguardo altrove... Per un folle attimo la mia mente aveva immaginato a come la biondina avrebbe potuto liberarsi di me nel vero senso della parola e non semplicemente come un corteggiatore non voluto. Quella era tutta un'altra storia e ci tenevo particolarmente a tenere ogni informazione utile nascosta trovando già ben più che sufficiente il dovermi guardare le spalle da qualche guardiano particolarmente zelante. Fortunatamente, però, ogni terribile scenario di sangue - e nel mio caso di cenere - era stato spazzato via dalle labbra di Alison che avevano raggiunto le mie con un impeto che non mi aspettavo, ma che chiaramente apprezzavo. A differenza del mercatino, lo scenario attuale ci permetteva di lasciarci andare e non curarci troppo di essere tecnicamente in pubblico, anche perchè ero al quanto sicuro che alla festa vi erano coppie occupate in atti molto più espliciti del nostro... Lasciavo le mani vagare libere, dai suoi fianchi e poi su lungo la sua schiena raggiungendo il collo prima di tornare giù, sfiorando appena il punto in cui iniziava la morbida curva del suo petto. Il mio ero un tocco leggero, mai insistente, ma sicuramente più "avventuroso" di quello della ragazza che aveva lasciato una mano tra i miei capelli e per un attimo ero stato attraversato da un brivido, immaginando quel suo gesto divenire più deciso come per obbligarmi a restare dove voleva lei. Il debito della bancarella dei baci era stato saldato senza alcun dubbio e con tanto di interessi da parte sua ed aveva continuato fino al punto in cui ero diventato io il debitore. Quel gioco sarebbe potuto durare in eterno, ma per vivere era necessaria un po' d'aria - almeno per chi non era un vampiro - e per questo ci eravamo separati, con una punta di dispiacere da parte mia, mentre potevo sentire il formicolio che percorreva rapido le mie labbra come prova di ciò era appena accaduto. Tuttavia i bei momenti avevano sempre vita breve e nel semplice gesto di posare la sua birra Blondie era stata urtata per l'ennesima volta dalla folla danzante, portandola inavvertitamente a rovesciarla. Il contenuto della bottiglia non era molto, ma era bastato comunque a raggiungere la manica della giacca di quello che sembrava la rappresentazione umana di ogni singolo brutto stereotipo dell'universitario medio americano. Era chiaramente ubriaco e altrettanto chiaramente poco felice di avere un braccio zuppo di birra - Ti conviene fare attenzione Barbie - aveva mugugnato minaccioso contro Alison, mentre i suoi amici neanderthal sembravano entusiasti all'idea di una rissa, anche se alle spese di una ragazza. - Altrimenti cosa farai? - lo avevo interrotto, attirando la sua attenzione e soprattutto i suoi occhi su di me. Mi ero posizionato tra il gorilla e Blondie, più per avvicinarmi a lui che fare da scudo a lei, nascondendo così ciò che stavo per fare - Dopotutto... Tu te ne stai andando via - avevo pronunciato ogni parola con attenzione, lasciando il mio sguardo nel suo per usare i miei poteri e sorridendo compiaciuto nel riconoscere l'effetto della mia voce nelle sue pupille che in un attimo divennero vuote, distanti. Con un "sì" appena mormorato il ragazzo si era voltato e incamminato verso l'uscita lasciando i suoi compagni a cercare di capire confusi cosa era successo. - Divertenti queste feste - avevo commentato allegramente, come non fosse accaduto niente, una volta essermi voltato nuovamente verso Alison con un ghino soddisfatto.


    Tristan T. Cartier
     
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    Lei era stata sfrontatamente sincera, non era una che si accontentava, non l'aveva mai fatto e non voleva di certo iniziarlo ora; se lei si prefissava qualcosa, non importava cosa ci fosse in mezzo, se un uragano, un terremoto o semplicemente delle persone, che le dicevano che non ce l'avrebbe fatta; lei continuava imperterrita, sbagliando, cadendo e rialzandosi, facendosi male, leccandosi le ferite per poi ricominciare e se qualcuno le piaceva, come nel caso di Tristan che per la prima volta, le sorrise in modo completamente diverso, non aveva il suo solito fare malizioso, oppure ambiguo, che poteva dire tutto e nulla allo stesso momento, quella piccola increspatura sulle labbra, pareva molto veritiera e si chiese perchè, anzi, come mai non l'aveva fatto prima? E forse pure lui, si stava un po' più sbilanciando, senza fare per forza lo spaccone, cosa che ricominciò a fare poco dopo, quel momento in cui aveva visto in lui, qualcosa di diverso, era sparito e il vampiro si era limitato ad una frase di circostanza e ad una scrollata di spalle; sospirò esasperata, visto che quando sembrava di averlo un po' compreso, lui di nuovo tornava criptico, però non se ne andava, anzi restava, come a sfidarla di riuscire a decifrarlo e soprattutto se ne usciva con qualche battuta a cui lei, ovviamente non potevano non rispondere come quella sul gioco d'azzardo.
    O semplicemente bisogna essere bravi a bluffare
    Si strinse nelle spalle prima di continuare.
    E non sto barando e nemmeno pretendendo sicurezze se le avessi volute, di certo non sarei qui con te
    Visto che lui la metteva in quei termini, lei non si sarebbe tirata indietro, anzi, gli avrebbe risposto a tono, soprattutto perchè, alla sua frase su come l'aveva mollata ai mercatini di Natale nemmeno si era scusato e questa cosa, la infastidiva parecchio o forse, la cosa che più le faceva saltare i nervi era che, lui non era come tutti gli altri, aveva qualcosa, che ancora non capiva, ma che continuava ad attrarlo, sempre di più, per non parlare della vicinanza che ormai era appurato che, fosse solo una mera scusante per un contatto che non aveva stentato a mancare.
    Quanti giri di parole... Però questa volta, voglio vedere se avrai ancora il coraggio di sparire
    Il suo era ancora un chiaro riferimento, a ciò che era accaduto durante il periodo natalizio e l'aveva un po' ripreso, sottolineando l'ultimo pezzo di frase, con sfida, che non doveva nemmeno pensarci, visto tutta la fatica che aveva fatto, per invitarlo al suo concerto e che piega, avevano preso le cose. Lui continuava a scherzarci, mentre lei lo fissava con sguardo torvo, ma sapeva che, se non avesse funzionato, ognuno, sarebbe andato per la sua strada non sapendo se prima o poi si sarebbe rincontrati, ma non era quello il momento, visto come, le loro labbra, si erano chiuse in un bacio, prima tranquillo e poi sempre più passionale, fregandosene di tutte le altre persone attorno a loro, che non voleva nemmeno sapere cose facessero sui divanetti a lato della stanza... Ma non le importava, visto che la sua completa attenzione, fu presa da quelle carezze, così leggere, dai fianchi, alla schiena, il collo, mentre scendevano piano, dove il tessuto non copriva e fu difficile trattenersi, visto la scarica che sentì lungo la schiena e il calore che si insinuava fra le sue gambe; la sua mano ancora fra i capelli del vampiro, lo attirò di più a sé, premendosi contro di lui e rendendosi conto, che stava perdendo il controllo. Si allontanò da lui, riprendendo fiato, non riuscendo a gestire tutte quelle sensazioni che provava; quello non era stato un semplice bacio, era stata un' esplosione, da quanto l'aveva travolta, si sfiorò le labbra con la punta delle dita, chiedendosi cosa le era preso; era orgogliosa, quindi, l'aveva fatto, per dimostrare a Tristan che sapeva il fatto suo e che ora, non aveva più debiti di baci nei suoi confronti, ma tutto ciò che era susseguito, era difficile razionalizzarlo. Forse era colpa della serata, dell'atmosfera, ma quelle labbra, ora, erano marchiate a fuoco nella sua mente, quello che le aveva fatto provare e quelle carezze... Nessuno mai l'aveva fatta sentire così e non avere il controllo di quei sentimenti, la metteva in seria difficoltà. Voleva dirgli che doveva andare, inventarsi una scusa per andarsene, per fare chiarezza su ciò che era accaduto e pensò ad una scusa; sì poteva dire che doveva dare una mano alle altre a mettere via gli strumenti, sì, poteva andare; stava per aprir bocca, quando qualcuno le venne contro e l'ultimo goccio di birra, gli finì addosso, si stava per scusare, quando la chiamò Barbie e subito la sua espressione cambiò, volendolo insultare e soprattutto perchè conosceva quello sguardo, ci doveva solo provare, avrebbe fatto vedere ai suoi amici idioti, che poteva prenderlo a calci in culo. Quel tipo di uomo la faceva solo incazzare, che vedeva le ragazze, come un trofeo, una tacca in più sulla propria cintura, dire che erano cavernicoli, era un'offesa per gli uomini delle caverne, per loro sarebbe stato solo un complimento. Stava già per mettersi sulla difensiva, pronta a fare a botte, quando Tristan si mise in mezzo, trovandoselo davanti, che sfidava quell'energumeno, ma successe qualcosa di davvero strano, il rissoso di turno, acconsentì ad andarsene, in modo molto pacifico, dopo la richiesta del vampiro, sotto gli sguardi attoniti dei suoi amici e come il suo, che non riusciva a crederci. Se quegli universitari, non si erano fatti domande, sul repentino cambio di atteggiamento del loro amico, visto che probabilmente, riuscivano a fare un cervello funzionante, solo tutti assieme; lei si era posta molti quesiti e fissava il vampiro, con aria inquisitoria, appena si era girato verso di lei, tutto compiaciuto del suo gesto.
    Andiamo fuori
    Gli prese la mano e nemmeno gli diede tempo di replicare, portandolo fuori, dove era più l'odore di fumo, non troppo legale che quello di una semplice sigaretta, ma non ci stette molto a pensare, cerando un angolo appartato.
    Come diamine hai fatto? E non provare a rifilarmi qualche cazzata
    Sapeva che c'era qualcosa sotto e lo guardava, negli occhi, non era stupida e lo sapeva che non le aveva detto tutto, soprattutto per la sensazione che le aveva dato, già la prima volta che si erano incontrati. Aveva comunque una mezza idea, che non gliel'avrebbe detto così facilmente, ma se non l'avesse fatto, lei sarebbe diventata una spina nel fianco, finché non le avesse detto la verità e quindi, stava a lui decidere, quale fosse il male minore, per lei, comunque, non sarebbe cambiato nulla, qualunque cosa, lui potesse essere.

    AlisonWalsh
     
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    Non avevo potuto fare a meno di ridere sommessamente di fronte alla reazione della biondina riguardo le mie parole - Ouch, se continui a graffiarmi così finirò dissanguato - e le risate non potevano far altro che continuare dato che una dipartita simile sarebbe stata la cosa più crudelmente ironica mai avvenuta. Sembrava che l'irritazione di Alison causata dalle mie battute e punzecchiature varie stesse diventando sempre più reale e decisamente poco divertita; il linguaggio del suo corpo comunicava che se il sottoscritto avesse continuato a tirare la corda molto probabilmente avrei ricevuto uno schiaffo ben assestato per i miei sforzi. - Dunque perchè sei qui con me? - avevo chiesto con voce suadente ed in modo un po' retorico, abbastanza sicuro di quali potessero essere le motivazioni di Blondie, tenendo il mio sguardo ben fermo sul suo come se questo mi avrebbe concesso la capacità di captare eventuali bugie o intercettare la sua risposta ancor prima di sentirgliela uscire dalla bocca. Ormai avevo completamente perso di vista la motivazione che mi aveva spinto ad avvicinarla a quel mercatino e a tornare a cercarla al concerto... Era una bel problema. Probabilmente in molti vedendoci insieme avrebbero consigliato la ritirata immediata, ma non avrei saputo dire chi di noi due avrebbe tratto più vantaggio dal voltarsi e non tornare mai più indietro fingendo che non fosse mai successo niente. Avrei potuto usare i miei poteri su di lei, cancellando ogni sua memoria che mi riguardava, eliminando qualsiasi tipo di sentimento aveva attecchito in lei portandola a mostrare così tanto risentimento per non aver ricevuto un saluto o un avviso prima di ritrovarsi sola nel bel mezzo dei mercatini di Natale. Avrei potuto are tutto questo e molto di più, tuttavia... - Non mi è mai mancato il coraggio di fare niente - avevo confermato, adocchiando Alison e alzando piano un sopracciglio come a volerle silenziosamente comunicare il tipo di persona, di uomo, che ero sempre stato - Me ne sono andato e sono tornato, questa è l'unica cosa importante - avevo concluso più semplicemente, schietto, scrollando appena le spalle. Non mi ritenevo un mascalzone con i miei modi verso il gentil sesso, ero sempre rispettoso dei loro limiti, rispettavo il valore del loro consenso, ma non potevo neanche fingere di essere il principe azzurro. Non l'avrei riempita di messaggi poetici, non l'avrei mai ricoperta di regali, non mi sarei mai ricordato date che per lei di certo erano vitali... Le mie dimostrazioni d'affetto erano semplici, forse non particolarmente romantiche, non eccessive sia nei modi che nei tempi. Ad ogni modo non avrei mai perso occasione di sostenerla o proteggerla, proprio come in quel frangente, respingendo quello che di certo era uno spreco di spazio e ossigeno nel mondo, facendolo tornare con tranquillità nella gabbia dalla quale era uscito per partecipare alla festa. Non pretendevo coriandoli e urla di gioia come dimostrazione di gratitudine per ciò che avevo fatto, ma ameno un bis di quel bacio ero certo di averlo meritato... Invece la biondina mi aveva preso per mano, annunciandomi che stavamo uscendo e non preoccupandosi minimamente se la cosa mi andava tirandomi dietro a lei come una mamma a con un bimbo che fa i capricci. - Come diamine hai fatto? E non provare a rifilarmi qualche cazzata - miracolosamente il mio arto era ancora ben attaccato al resto del mio corpo e solo per il trattamento poco delicato che avevo ricevuto mi ero preso il mio tempo per risponderle, osservando lo scenario attorno a me come fosse un panorama mozzafiato e prendendo un lungo respiro, sorridendo tra me e me nel riconoscere nell'aria il distinto odore d'erba "Ah, bei ricordi" avevo pensato con una punta di malinconia verso i bei tempi andati degli anni '70. - Non è stato poi così incredibile Blondie. Quel tipo di ragazzo abbaia a pieni polmoni per mostrarsi grande e cattivo, ma abbassa la cresta in un secondo se messo a confronto con chi non ha bisogno di dimostrarlo - dopotutto non era una bugia ed ero certo che anche senza le mie capacità sarei stato in grado di farlo scappare in un modo o nell'altro. I miei occhi tornarono su quelli di Alison quasi a sfidarla a darmi del bugiardo. Non aveva visto niente, non aveva prove, c'erano solo sospetti di qualcosa di apparentemente inspiegabile ed io non avevo alcuna intenzione di rivelarmi, di mettere ai suoi piedi quello che era il segreto più grande che una persona poteva avere come se niente fosse. - Forse avrei dovuto lasciare che la rissa partisse, magari prendere un paio di pugni. In tal caso non avrei perso tempo prima di agire come un uomo sul suo letto di morte per averti come infermiera personale - avevo aggiunto ammiccante, un po' per distrarla e cambiare argomento, muovendo un passo verso la biondina e dovendo ammettere a me stesso che - per quanto il gorilla non sarebbe mai riuscito ad infliggere dei veri e propri danni - non mi sarebbe dispiaciuto affatto avere una bella crocerossina a prendersi cura di me. Che occasione sprecata.


    Tristan T. Cartier
     
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    Con Tristan non riusciva a fare un discorso seria, quando lei, gli faceva notare il suo comportamento lui rideva, ed anzi la prendeva in giro, all'inizio era stata divertente, si erano capiti un po' di più, avevano sondato il terreno, così da comprendere quanto si potevano spostare in là, oppure fare un passo indietro, ma ora, il vampiro, stava iniziando a tirare un po' troppo la corda e probabilmente l'aveva capito, perchè dalla risata era passato ad un tono suadente. Le chiese, ciò che, aveva atteso tutta la serata e di cui, doveva avere la risposta pronta, eppure, per quanto si fosse preparata, la prese in contro piede, poichè sapeva che risposta voleva l'uomo di fronte a lei, il che era anche la verità, che comunque le piaceva la sua compagnia, ma mai, almeno per ora gli avrebbe dato quella soddisfazioni e poi, come l'aveva detto, aveva una nota retorica, ma sicuramente, se non gli avesse detto qualcosa, lui avrebbe insistito, perchè alla fine era come lei, se si intestardiva su qualcosa, nessuno al mondo poteva smuoverla finché non l'avesse ricevuta. Il suo sguardo era fisso su di lei, come per ricordarle che non poteva scappare, ne con un movimento, ne con qualche bugia, era messa alle strette, quindi lo guardò aggrottando le sopracciglia e le venne l'illuminazione- Eureka!
    Per lo stesso motivo, per cui tu, sei qui con me
    Usò il suo stesso tono, un po' ironico; sapeva che era stato un colpo basso, non gli aveva dato una risposta, ed anzi, aveva rigirato la frase a sua favore, mettendo ora lui, nei panni di dover rispondere o almeno pesarci su. Poteva anche essere che le loro motivazioni fossero diverse, ma alla fine il fulcro era quello: si trovavano bene assieme, ma tutto ciò poteva essere una semplice bolla d'acqua pronta a scoppiare, finendo che, ognuno prendesse la propria strada, ma al momento erano ancora lì, talmente orgogliosi da non voler ammettere una cosa talmente palese, di cui ormai si erano accorti tutti.
    Il coraggio di fare niente l'ho notato...
    Il suo tono fu più aspro di come se l'era immaginato, ma il vampiro se l'era meritato e non aveva di certo finito, con lui, soprattutto perchè sapeva che, non si era ancora rivelato completamente con lei.
    Sì ma se non ti avessi mandato quel messaggio del concerto, ho dubbi che saresti venuto
    La faceva così semplice... Sbuffò verso di lui, la mandava fuori di testa con quel suo comportamento e poi si era impegnata a fare lei il primo passo, ed ora praticamente, nemmeno quasi la guardava, almeno non come poco prima; anche se, con lo spazio ristretto del locale, era stato anche impossibile avere del contatto fisico, invece ora, si era di nuovo allontanato e non capiva, cosa volesse da lei, se per il vampiro era semplicemente un gioco, perché, se era così, era meglio concludere subito la partita. Forse era stata un po' irruenta a trascinarlo fuori, senza nemmeno ringraziarlo, perché comunque l'aveva difesa, anche se non ce ne era bisogno; e lo pensava un po' più forte e non a livello di una bambola di pezza, anche se lei, aveva leggermente mancato di grazia e delicatezza.
    Ed ora erano lì fuori, senza distrazioni, se si ignorava l'odore aleggiante di spinello, pensando che era una cosa, che non l'aveva mai attirata nella sua vita, ma la sua attenzione era tutto su Tristan, che ascoltò in silenzio, con le braccia incrociate al petto, arcigna, nel sentire cosa aveva da dire, limitando ad un mugugno. Bel monologo, ma non era ciò che voleva sentire, ci stava girando attorno e la sfidava pure con lo sguardo, lo mantenne a sua volta, chi dei due stava mentendo, non era di certo lei, le stava, in sintesi dicendo una mezza verità. Quando finì, lasciandosi alla battuta sull'infermierina personale, si lasciò ad un lunghissimo sospiro, di frustrazione e rassegnazione; non le avrebbe detto nulla, nemmeno si fidava lei.
    Non sei uno che si fa prendere a pugni e comunque mi sarei messa in mezzo anche io, secondo te, i suoi amici lo avrebbero lasciato solo? Sarebbe stato uno scontro impari
    Aveva gettato la spugna, tanto, era appurato che nessuno dei due, avrebbe mai rivelato la propria natura e per ora, a conti fatti era meglio così.
    E comunque il bianco non mi dona
    Scosse la testa, tanto Tristan, ormai, le aveva fatto capire che, era un argomento da accantonare e comunque a quello sguardo ammiccante era difficile resistere, mentre faceva un passo verso di lei e gli diede un fugace bacio sulle labbra, alla fine doveva comunque ringraziarlo per averla difesa e sapeva che, facendo così, poteva guadagnare punti, e renderlo più malleabile per il futuro, per sapere ciò che le interessava su di lui.

    AlisonWalsh
     
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    Avevo scetticamente alzato un sopracciglio, rivolgendo alla biondina una sguardo mi sto a divertimento ed incredulità. Si era innalzata da sola nel ruolo della sedotta ed abbandonata, aveva chiesto spiegazioni - che aveva ricevuto da parte mia, seppure non fossero quelle che sperava di sentire - quasi preteso che mi aprissi completamente a lei e quando arrivava il suo turno di esporsi tira indietro la mano, ruotando il tavolo da gioco facendo così in modo di riportare la palla dal mio lato del campo. Per certi versi era da ammirare. - Ne dubito fortemente Blondie - due potevano giocare lo stesso gioco e se voleva continuare con la tattica delle mezze risposte o continuando a ribaltare la situazione, beh, aveva trovato un valido avversario. Com'era quel detto? Per avere fiducia serve prima dare fiducia, o qualcosa di simile... Io e Alison eravamo ancora in bilico, indecisi su quale lato scegliere per lasciarci cadere giù. Solo un' avventura e poi amici come prima? Amici-nemici che avevano il potenziale per diventare molto di più? Tutta la mia esistenza era stata scandita da passioni roventi, focolai che bruciavano potenti e veloci e la cosa mi era sempre andata più che bene, soprattutto da quando ero diventato un vampiro. Concedermi qualcosa di più necessitava di qualcuno di molto speciale dall'altra parte, che avrebbe potuto capire la peculiarità della situazione e tutto ciò che questa comportava. Non sarei mai invecchiato, avrei sempre avuto i miei poteri e quindi i miei vantaggi su praticamente qualsiasi cosa, non avrei mai rinunciato al sangue umano poichè non ero il protagonista di qualche insulsa serie romantica per adolescenti... Non sarei mai stato realmente buono ed il mio egoismo prima o poi avrebbe fatto capolino, impedendomi di lasciare appassire la persona che avevo scelto di amare quando avevo la possibilità di renderla eterna come, che lo volesse o meno. - Se avessi seriamente avuto delle incertezze su di me non mi avresti mai invitato qui stasera, ma chissà forse hai ragione tu... Suppongo che non lo sapremo mai per certo - avevo risposto con fare vago, quando in realtà io ero certo che sì, anche senza il suo messaggio e senza quel concerto l'avrei cercata, ritrovata e rivista. - Ma se hai davvero tutti questi dubbi su di me allora perchè non mi hai ancora respinto? - avrei voluto chiederle, con il solito tono di sfida e ghigno divertito, tuttavia mi ero trovato quasi spaventato all'idea di sapere la risposta o peggio ancora di spingere la ragazza a decidere che forse era arrivata realmente l'ora di non perdere più tempo con il sottoscritto. Non mi sentivo così sicuro da tentare la fortuna in quel caso, anche per questo motivo mi ero lasciato semplicemente trascinare fuori senza opporre resistenza, ma non potevo comunque espormi come Alison si aspettava che facessi... - Insomma, se è per una buona causa qualche pugno posso anche incassarlo - avevo detto scherzando, sorridendole con la chiara insinuazione di cosa avrei categorizzato come "buona causa", cercando così di sdrammatizzare e rompere la tensione tutt'altro che piacevole che si era creata - Se avessi partecipato anche tu sarebbe stato senza dubbio uno scontro impari... Per loro. Dai tutta l'impressione di possedere un destro micidiale - avevo chiuso il suo pugno in una mia mano, agitandolo appena, ancora in un tentativo di distrarla anche se ormai era chiaro che come uno squalo in mare la biondina aveva fiutato il sangue - e quanta ironia risiedeva in quella immagine - ed avrebbe consumato la sua preda o l'avrebbe lasciata da parte andando alla ricerca di un'altra... In quel momento purtroppo sembrava più propensa alla seconda. - Fortuna che avevo in mente qualcosa di più tendente al rosso - avevo commentato quasi distrattamente, immaginandola chiaramente nella mia mente con un completino che non sarebbe mai stato accettato neanche nei parcheggi di un ospedale figuriamoci in corsia, tinto da svariate sfumature di rosso che avrebbero fatto risaltare deliziosamente la sua carnagione pallida ed i suoi lunghi capelli biondi... Una vera visione. Con quell'immagine dietro agli occhi non avevo potuto far altro che emettere un lieve sospiro soddisfatto ricambiando il bacio che la ragazza mi aveva dato nonostante fosse chiaramente seccata dal mio atteggiamento. Forse non tutto era perduto. - Sai ci sono cose che è meglio tenere ben lontane dalla luce del Sole... Non tutti i segreti sono fatti per essere condivisi - avevo mormorato, ancora vicinissimo ad Alison con le mie labbra che ad ogni sillaba sfioravano le sue ed una mano posata sul suo collo, le dita parzialmente sepolte tra i suoi capelli ed il suo battito sotto al mio palmo - Vuoi farmi credere che tu non ne hai? - avevo chiesto, questa volta senza alcuna traccia di scherzo o sfida, ma con tono gentile e quasi comprensivo.


    Tristan T. Cartier
     
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    Non ne avrebbe cavato un ragno dal buco con Tristan e il suo sguardo scettico, ne era l'ennesima prova... Aveva anche provato a giocare sporco, facendo leva sul senso di colpa di lui, ma ovviamente non aveva funzionato, anzi, di certo, il vampiro, l'avrebbe usato poi con lei, da come la guardava e lei giustamente, era pronta alla risposta. In realtà, tutto si giocava sul filo del rasoio, era innegabile che si volesse fare il passo successivo, ma nessuno dei due voleva decidersi, facevano tanto gli spacconi, mostrandosi dei duri, continuando a punzecchiarsi, ma era un modo per vedere la reazione, ma prima o poi, uno dei due si sarebbe stufato e quindi le soluzione sarebbero state due: o gettarsi nella mischia e fare il primo passo, oppure andarsene e al pensiero che Tristan lo facesse sentì un piccolo brivido lungo la schiena; non lo avrebbe mai ammesso, ovviamente! Lei aveva avuto ben poche relazioni, non le era mai piaciuto passare per persona frivola, anche se non era la cosa a cui anelava, preferiva passare per stronza, anzichè infognarsi con sentimenti che non avrebbero avuto futuro, eppure con il vampiro, sentiva che c'era qualcosa, una tensione, non solo sessuale, che ormai dire che non c'era era prendersi in giro... Ma anche un'altra, invisibile, che li faceva essere lì, assieme in quel momento a squadrarsi, come due comandanti prima di una guerra ma non sanguinosa, anche se il perdente ne sarebbe uscito ferito, ma più che altro per testare le proprie capacità e se davvero, qualsiasi cosa fosse, poteva funzionare. La frase di Tristan non tardò ad arrivare, ambigua, anche di più rispetto a prima e difatti aggrottò le sopracciglia, stava mentendo, perché, quell'invito poteva anche rifiutarlo, se non gli fosse interessato, quindi in realtà, aveva detto molto di più, senza rendersene conto o forse l'aveva fatto apposta, ma come diceva lui, non si poteva sapere... Continuava a cercare di distrarla, di cambiare argomento, ma il sasso era lanciato e non poteva nascondere la mano, era tipo una cosa del genere il detto e il succo era quello; erano in ballo, non restava che ballare.
    Di solito non è un complimento da fare alle ragazze, quelle che sono brave a fare a pugni, ma lo accetto molto volentieri
    Ci stava provando, gli dava atto di ciò e poi quando prese la mano nella sua, fingendo un destro, ebbe uno strano formicolio alle dita a quel tocco, anche se, come un cane, con il proprio osso, non l'avrebbe mollato tanto facilmente, ora che era certa che Tistan le nascondeva qualcosa, ma non poteva puntare il dito, anche lei aveva il suo segreto, che ovviamente non gli avrebbe detto, era più divertente scoprire il suo, ormai ce l'aveva in testa, che martellava e non avrebbe avuto pace, finché non l'avesse scoperto, anche se, l'argomento dal fare a botte, passò all'infermiera sexy... E come ogni uomo, l'espressione al pensiero del completo intimo, si era trasformata e lei non riuscì a non ridere.
    Adesso sono curiosa, di certo rosso poco coprente
    disse maliziosa, perchè non provare a buttarla anche sul fisico, forse lì, aveva qualche asso nella manica da sfoderare e fargli sfuggire qualche informazione in più su di lui; sapeva che era un colpo basso, ma era sicura, che lui, non avrebbe di certo rifiutato. E poi il sospiro, ovvio che doveva essere una cosa molto minimale e tutto contento, accettò molto volentieri il suo bacio, era furba, appunto come un gatto.
    Si continuava a parlare di segreti, le loro labbra che si sfioravano ad ogni parola del vampiro, ed era difficile non restarne ammaliati e le toccò fare un grande sforzo, per non posarle sulle sue, sapeva che la stava stuzzicando apposta, con la mano appoggiata sul suo collo e il suo cuore sussultò, quando mise anche lei allo scoperto, che sapeva che anche lei aveva qualche segreto, ma bastava sapere come difendersi, quindi sorrise, con una perfetta faccia di bronzo a suo tono così delicato.
    Non tutti i segreti sono fatti per essere condivisi
    Riprese appositamente le stesse parole del vampiro, mentre con la lingua, gli passava leggermente il labbro inferiore. Gli aveva fatto ben capire il suo interessamento, ma ora lui cosa avrebbe risposto? Segreti e lussuria, era un buon inizio per una canzone.

    AlisonWalsh
     
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    Più parlavamo e più si rafforzava nella mia mente la sensazione che la biondina fosse una continua contraddizione. Il mio equipararla ad un felino era stato ben più che azzeccato; desiderava attenzioni, ma avrebbe preferito una combustione spontanea piuttosto che ammetterlo e chiederlo chiaramente, lo dovevi capire da solo e agire secondo le sue tacite istruzioni e volontà, voleva vincere indipendentemente dal contesto e quando messa alle strette preferiva battere in ritirata con la coda elegantemente innalzata lasciando il campo di battaglia così da togliere qualsiasi tipo di soddisfazione al suo opponente. Di tutte queste similitudini tuttavia mi interessava molto di più scoprire se anche lei riusciva a fare le fusa come un dolce gattino o se mi avrebbe permesso di regalarle un grazioso campanellino da tenere attorno al collo... Probabilmente no, ma la fantasia ormai si era creata nella mia testa e ne ero già molto affezionato. - Ero convinto che le donne al giorno d'oggi fossero estremamente vocali sulla propria avversione allo stereotipo della donzella incapace di difendersi - ad essere onesti ne ero ben più che semplicemente convinto, avendo vissuto in prima persona uno dei periodi fondamentali per l'emancipazione femminile, ma era anche altrettanto vero che svariate di loro continuavano a non disdegnare l'idea romantica di un uomo pronto a tutto per proteggerle. Ah, le donne... Che meravigliose creature. Con che coraggio si poteva pensare che fossero complicate? Un vero mistero. Ad ogni modo il mio, apparentemente, non complimento era stato comunque ben ricevuto ed io non avevo potuto fare a meno di accennare un sorriso e scuotere appena la testa divertito. In un attimo però il mio sorriso si era tramutato, lasciando ogni traccia di gioco e assumendo sfumature ben più esplicite, sentendomi ben felice di condividere con Alison le mie idee... Stilistiche, riguardo un suo ipotetico futuro nel campo medico. - Non necessariamente, no. Anche se sarebbe un vero e proprio delitto non lasciar respirare le tue gambe - avevo risposto con tono fintamente innocente, lasciando scivolare due dita dal suo fianco sinistro fin dove potevo raggiungere senza piegarmi lungo la sua coscia. Anche senza chiudere gli occhi potevo vedere chiaramente quei suoi arti delicati attorno al mio collo, il candore della sua pelle probabilmente avrebbe ceduto a un po' di rossore per le attenzioni ricevute... Avrei potuto avvertire quasi al tatto gli incredibili grovigli di vene e arterie principali proprio vicino ai punti di lei più sensibili e non cedere alla tentazione di mordere sarebbe stato lo sforzo più grande della mia esistenza. Mi ero trovato a contrarre la mandibola quasi fino al dolore, ispirando acutamente per uscire da quella particolare fantasia. - Per fortuna non sono debole di cuore o saresti l'ultima cosa che vedrei prima del buio eterno. Per quanto ci sono modi ben peggiori di andarsene - avevo aggiunto più giocosamente. Lasciarmi trascinare da quel tipo di pensiero si poteva rivelare ben più pericoloso di quanto io stesso potessi pensare... E per quanto la mia Blondie stava chiaramente spingendo per sapere il mio segreto, rivelarglielo attraverso un'aggressione non era ciò che volevo. Detto ciò, niente mi avrebbe spinto a rifiutare i suoi baci o a privarmi del contatto del mio corpo contro il suo fino al punto di vedere chiaramente i nostri respiri mischiarsi nell'aria notturna. - Non tutti i segreti sono fatti per essere condivisi - non mi sarei mai spiegato come ero riuscito a non ridere a crepapelle di fronte a quella sua - precedentemente mia - affermazione. - Lieto di vedere che siamo d'accordo - avevo detto, annuendo sicuro come fosse la firma di un contratto, godendomi comunque i tentativi di seduzione della biondina. Qualche bacio non mi avrebbe indotto alla confessione purtroppo per lei, ma speravo comunque che fosse il suo principale metodo d'interrogatorio.


    Tristan T. Cartier
     
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    La sua parte felina stava fuoriuscendo, che a lei piacesse o meno, tutta quella parte di sè, stava avendo il sopravvento, su tutto ciò che poteva e doveva essere coerente; difficilmente agiva solo sulla base dei suoi sentimenti al momento, era più razionale, eppure, con Tristan, stava succedendo esattamente il contrario; lo stava trattando come un padrone con il proprio gatto, dove suo unico compito era venerarlo, ossia portare cibo e coccolarlo, solo quando il felino dava il consenso, prese un profondo respiro, per tornare in sé, prima che si lasciasse troppo andare e le spuntassero le orecchie da gatto e quella, sarebbe stata una cosa, molto complicata da spiegare al vampiro per non parlare se succedeva con la coda... Quando era molto sotto tensione, quelle "parti" di lei, tendevano ad uscire la sua parte animale aveva la meglio su quella umana ed era una cosa che non doveva assolutamente succedere, poi ci voleva solo che si mettesse a miagolare, doveva riprendere la calma e la sua solita faccia tosta.
    Difatti non ti avrei lasciato fare tutto da solo
    Gli fece l'occhiolino, sogghignando, era tornata la solita Alison, era ora di finirla con i sotterfugi, tanto era appurato che Tristan non le avrebbe detto nulla, quindi era meglio non insistere e poi, era in compagnia di un bel ragazzo, che comunque era attratto da lei, quello ormai era consolidato, ma voleva capire, quanto lui, si sarebbe spinto in là.
    Si erano sempre fermati a parole, sì, qualche bacio, qualche carezza, un tocco un po' malizioso, ma era tutto finito lì, c'era davvero altro? A lei non serviva il principe azzurro, non era una di quelle, che erano inguaribili romantiche, che volevano il principe azzurro che arrivasse sul suo splendido cavallo bianco, lei voleva qualcuno con cui parlare, condividere qualcosa; le proprie passioni, le paranoie anche quelle più stupide ed ovviamente il sesso e chissà com'era messo Tristan... Da notare il suo fisico, probabilmente non era messo nemmeno male là sotto, ma scosse la testa, ma che diavolo! Ma quel pensiero si era ormai insinuato in lei, soprattutto quando l'argomento andò su un vestitino da infermierina rosso.
    Al nostro prossimo incontro allora mi presento così? Se vuoi metto pure il cerchietto, così da far subito capire il mio ruolo
    Rispose molto maliziosa, forse fin troppo, pensando che tempo fa aveva visto appunto, un completino da infermiera sexy rosso, che poteva fare a caso suo, ma doveva esserci l'occasione, di certo non poteva arrivare ad un concerto così, sì avrebbe avuto di certo il triplo del pubblico, ma non sarebbe stata guardata per le sue doti canore... Intanto, Tristan, aveva lasciato scivolare la mano sul suo fianco, fino alla coscia, ed ebbe un piccolo brivido lungo la schiena, quel tocco, era stato tutt'altro che indifferente e si era morso il labbro inferiore, pensando a quella carezza sul resto del suo corpo. Così stava giocando sporco; la testa le diceva una cosa e il suo corpo un'altra e quest'ultima implicava un posto appartato e solo loro due, chiuse gli occhi, per scacciare quel pensiero, ma con ben pochi risultati, perchè provava tutta quell'attrazione verso di lui? E Tristan di certo, non l'allontanava, anzi, ogni scusa era buona per un contatto fra loro due.
    Ma come siamo sinceri, proprio una bellezza da infarto
    Lo incalzò prendendolo in giro a quella battuta, cercando di scacciare quel suo modo di vederlo, ora in veste molto più sessuale e la cosa le era particolarmente dura, ma non doveva mollare la presa e non le passò nemmeno inosservata, la mascella contratta di Tristan, con gli era successo? Che anche lui, avesse paura di spingersi oltre? Di certo era un pensiero condiviso da entrambi, la paura di esporsi, era ancora troppa sebbene ci fossero, tutte le carte in regola per fare un passo avanti, ma nessuno dei due, era intenzionato a farlo, per ora, erano semplici punzecchiature, ma che non sarebbero durate ancora a lungo, e non potevano mentirsi a vicenda, perchè era la pura e semplice verità.
    Almeno su qualcosa
    Rispose sarcastica, più per far capire, che almeno per il momento, non avrebbe continuato a chiedergli del suo segreto. Ma non era di certo, finita lì.


    AlisonWalsh
     
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    - Difatti non ti avrei lasciato fare tutto da solo - avevo alzato gli occhi al cielo per un secondo sbuffando appena con un cenno di divertimento e rassegnazione di fronte all'ennesimo cambio d'umore, se così si poteva definire, della ragazza. In cosa mi ero cacciato? La risposta probabilmente avrebbe fatto fuggire a gambe levate ogni uomo esistente, ma purtroppo per me Blondie continuava ad apparire tanto lunatica quanto bella ed intrigante ai miei occhi, che ogni campanello d'allarme restava ignorato. Quello che si era creato in così poco tempo tra me e la biondina era un tira e molla, una sorta di gara di resistenza, un continuo stuzzicare divertente e per certi versi soddisfacente, che però nessuno dei due sembrava intenzionato a portare oltre per un motivo o per un altro e la cosa rischiava di perdere il proprio fascino prima o poi... - Sei libera di indossare o non indossare qualsiasi tipo di abito, soprattutto se dai già per scontato che ci sarà una prossima volta - avevo risposto senza neanche provare a celare il compiacimento che avevo provato nel sentirle praticamente programmare un nuovo incontro tra di noi. Forse le cose stavano iniziando a muoversi ed in quel momento il mio delicato compito era quello di evitare di mandare tutto all'aria. Più facile a dirsi che a farsi. - E se hai particolari richieste per il mio guardaroba non fare troppi complimenti - avevo aggiunto, abbassando per un attimo lo sguardo su di me e ci che stavo indossando in quel momento - Farò del mio meglio per soddisfare ogni richiesta o... Fantasia - dopotutto non sarebbe neanche stata la prima volta... Anche la più innocente delle ragazze aveva desideri a volte fuori dalla norma e che avrebbe fatto di tutto per poterli realizzare. Io mi trovavo sempre più che lieto di poter essere d'aiuto, come ogni gentiluomo dovrebbe fare. Ad un primo sguardo veniva spontaneo pensare che per quanto riguardava Alison, le sue fantasie comprendevano di certo quantità industriali di pelle nera, ma la ragazza aveva già dimostrato di essere tutt'altro che banale... - Te l'ho già detto Blondie, devi imparare ad accettare un complimento senza doverlo sminuire con del mero sarcasmo - le avevo risposto divertito, deviando quei pensieri decisamente pericolosi - almeno per il sottoscritto - e tornando a concentrarmi sul momento e alla conversazione che stavamo avendo. Avevo preso il suo mento tra due dita, forzandola gentilmente ad alzare un po' lo sguardo, obbligandola a issare i suoi occhi nei miei per cercare di farle capire che nonostante il mio atteggiamento poco "serio" le mie parole erano oneste. Chinandomi appena verso di lei per baciarla ancora una volta, un po' per sottolineare le mie intenzioni ed un po' per puro egoismo e piacere personale. - Si deve sempre partire da qualcosa - sapevo che Alison non si era realmente arresa e che quella era semplicemente una "pausa" che mi stava concedendo prima di tornare all'attacco, ma per il momento era più che sufficiente. In fondo, lo aveva detto lei stessa... C'era sempre la prossima volta.


    Tristan T. Cartier
     
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    Gli occhi al cielo del vampiro, ci potevano anche stare, forse... Se l'era tirata un po' troppo, ma lei era così, forse a volte troppo spavalda ma non riusciva a non farlo in sua presenza, per quanto fosse un continuo tira e molla, su battute e intenzioni, gli piaceva la sua compagnia; la portava ad impegnarsi in una discussione, non come quei ragazzi, che si limitavano a parlare di sè o nel peggiore dei casi delle proprie ex, insopportabili. Lanciò un'occhiataccia a Tristan, nel vedere tutto quel compiacimento dipinto sul suo viso, lei si era sbilanciata troppo, dandogli la conferma che ci sarebbe stata un'altra volta e lui, ovviamente, aveva colto la palla al balzo, sottolineando il non essere vestita e lì rimase a bocca aperta, senza sapere cosa fare, le intenzione del vampiro erano fin troppo chiare, ma, se in altri casi, si sarebbe indignata ed avrebbe voltato le spalle a colui che aveva appena citato codeste parole, con lui, beh, c'era solo da trovare la risposta giusta. Stava quindi pensando al da farsi a come fargli capire che sì, ci sarebbe stato un secondo incontro, ma di frenare i bollenti spiriti, peccato che tutto ciò, era già andato a monte, visto ciò che aveva aggiunto, parlando anche di fantasie recondite. In cosa si era andata a cacciare? Sì era sessualmente attiva, era suo padre che pensava che fosse ancora vergine, o voleva ancora crederci e a lei andava bene così, ma in quel momento non sapeva cosa fare... Una parte di lei, le diceva di non lasciarsi trascinare dagli eventi, l'altra invece di farlo, di non pensarci troppo su, visto chi aveva di fronte e come fosse praticamente il suo uomo ideale, cosa che assolutamente, non gli avrebbe mai detto.
    E dimmi un po', secondo te, quali sarebbe le mie Fantasie? E poi, sono dell'idea, che le cose migliori della vita si facciano senza vestiti
    Il suo sguardo era a metà fra la sfida e la malizia, perchè era proprio sicura di sentire, che idea Tristan si era fatto su di lei; in realtà non aveva particolari esigenze a letto, forse aveva delle idee da provare, ma mai nessuno l'aveva assecondata ma nulla di estremo, semplicemente voleva qualcuno che la sorprendesse, che se lei fosse arrivata con addosso quel famoso vestitino rosso da infermiera, lui la prendesse, sollevandola, con le gambe attorno alla sua vita. La mente stava correndo e per fortuna l'argomento era cambiato, ritornò in sè, mentre le diceva che doveva smetterla di non accettare i complimenti, stava diventando monotematico... Gli stava per dire che poteva fare un' eccezione per lui, ma si ritrovò a guardarlo negli occhi, erano scuri e profondi, chissà quanti segreti celavano e poi la baciò, fu lui, adesso a fare la sua mossa.
    Mi sembra di intuire che ormai mi sono ficcata in un bel guaio
    Sottolineò la parola "bel" nel senso di aggettivo di apprezzamento verso Tristan e visto che lui, l'aveva baciata, un po' anche per proprio compiacimento, aveva iniziato a capire il vampiro... Quando si staccò da quel bacio, non si scostò da lui, ma le sue labbra scesero sul suo collo, aprendosi come per dare un morso, gli fece appena sentire i denti, ma non fece quello che sembrava, bensì le richiuse, posandole sulla pelle del vampiro, il suo profumo era pungente, come lui.



    AlisonWalsh
     
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    Il nostro ormai familiare stuzzicarci a vicenda stava assumendo delle tinte decisamente più esplicite e sempre meno giocose. Dubitavo fortemente che Blondie avesse intenzione di mettere in pratica ciò a cui stava alludendo, non ancora almeno, ma ero sempre stato fisicamente incapace di tirarmi indietro da qualsiasi conversazione che portava in se anche solo la più vaga sfumatura di una gara all'ultima provocazione. Ero onestamente curioso di vedere quale fosse il limite della ragazza, quanto il suo aspetto ed i suoi modi da donna sicura di se erano seriamente parte della sua personalità e dove terminavano per lasciare spazio a qualcosa di più vulnerabile, di più reale. - Davvero? Vai ai concerti nuda? E dire che per la tua esibizione nessun capo d'abbigliamento ha mai lasciato il tuo corpo... Sarebbe stata la proverbiale ciliegina sulla torta, devo ammetterlo - avevo risposto, fingendo di proposito di non capire a cosa si stava riferendo e di conseguenza prendendola un po' in giro, ma non senza lasciare che nella mia mente si formasse l'immagine di Alison in costume adamitico sul palco a tratti coperta unicamente da una chitarra. Come uomo avevo non poche preferenze nella camera da letto e forse in quel momento ne avevo trovata persino un'altra, chissà... Di certo, se la biondina avesse mai voluto concedermi un concerto privato non esitato ad accettare. - Comunque sia, non ho mai detto di conoscere quali potrebbero essere le tue fantasie. Mi sono solo umilmente offerto di renderle realtà - avevo aggiunto scrollando appena le spalle come se niente fosse, come se non le avessi appena proposto del sesso, seppur in maniera indiretta. Tuttavia, dato che lei stessa lo aveva chiesto, non potevo fare a meno di domandarmi a mia volta cosa poteva accendere il desiderio in una ragazza come Alison. Lo scenario più ovvio, basato esclusivamente sul suo stile estetico, ti obbligava quasi ad immaginare scenari che comprendevano quantità spropositate di indumenti di pelle nera e lattice... Sinceramente speravo che non si trattasse di niente di così banale, ma detto ciò, avevo comunque una mia safeword pronta all'uso. - Mi sembra di intuire che ormai mi sono ficcata in un bel guaio - le mie labbra si erano immediatamente stese in un sorriso compiaciuto, quasi senza il mio permesso e più come un riflesso condizionato dal sentire Alison esprimere anche il più striminzito dei complimenti a mio favore. - La miglior sciagura della tua vita Blondie - avevo commentato divertito, mormorando le parole direttamente al suo orecchio prima di lasciare piccoli baci proprio da quel punto, tracciando un breve sentiero lungo il suo collo, terminando sopra la sua giugulare esterna assaporando la sensazione del calore della sua pelle contro la mia bocca. Ancora una volta sentivo crescere pericolosamente la tentazione di mordere la ragazza, ma non avrei ceduto. Questo però non significava che mi sarei privato completamente del piacere di scoprire se il suo sapore poteva essere dolce come il suo profumo... Avevo chiuso i denti sul suo collo senza applicare pressione, solo per lasciarle sentire il contatto, per poi suggere per qualche secondo la sua pelle per portare il più possibile in superficie il sangue che si nascondeva al di sotto avvertendo un brivido lungo la schiena sentendo quel punto scaldarsi sempre di più sotto la mia lingua. Deliziosa. Alzando per un attimo lo sguardo avevo intravisto i primissimi accenni di luce in lontananza e controvoglia mi ero separato da Alison, osservando soddisfatto quel piccolo marchio rosso sul suo collo e cercando di nascondere il mio disappunto di fronte alla consapevolezza che molto presto me ne sarei dovuto andare.


    Tristan T. Cartier
     
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    Se prima tutto era stato un insieme di allusioni e un sbilanciarsi, rimanendo sempre in un equilibrio, precario, ora, tutto, stava assumendo una forma propria, non c'era più o bianco oppure nero, si stava delineando qualcosa, sempre nel mezzo, ancora non totalmente chiaro, ma già più intimo in un certo senso, fra loro due. Ora non erano più semplici parole, frecciatine e soprattutto, alla sua illusione, di presentarsi con nulla addosso, sembrava aver catturato completamente l'attenzione del vampiro, che non aveva perso assolutamente tempo a rimarcarglielo e farla ridere, sul fatto di andare ai concerti; di sicuro quella conversazione stava prendendo una certa piega, che non sapeva neppure lei, se continuare a rispondere con delle battute e un sorriso sardonico, oppure essere sincera e vedere, che reazione avrebbe avuto Tristan, se solo per lui, gli avesse concesso un concerto privato, seduta su uno sgabello, coperta da uno strumento, come una chitarra classica oppure elettrica.
    Il problema che nuda, non avrei attirato solo la tua attenzione...
    Quella frase, era stata ponderata, detta appositamente per vedere la sua reazione, di sicuro, lui faceva tanto il sicuro di sè, l'uomo vissuto, ma cosa avrebbe fatto, se anche altri l'avessero guardata in quella maniera? Di sicuro non ne sarebbe stato molto felice, sebbene sapesse, che il vampiro, non l'avrebbe mai detto, ad alta voce sì, ma non direttamente, ma con qualche giro di parole.
    Ma che cavaliere!
    L'aveva preso in giro, quando si era adoperato per questo scopo, di certo una "brutta" cosa, nel notare il suo sguardo, tutt'altro che disperato e triste, nell'essersi proposto e lei infatti, voleva proprio vedere, fin dove si sarebbe spinto e se davvero, sarebbe stato capace, di rendere realtà le sue fantasie, difficilmente qualcuno ci era riuscito fino ad ora. Non erano poi così complicate, le fruste, le lasciava per i video e poi lei aveva parlato, ma quali erano le fantasie di Tristan? Di certo con quei capelli lunghi le facevano pensare vari scenari, in cui corpo su corpo, lei affondava le mani in quella folta chioma... Si stava lasciando trascinare dagli eventi, per non parlare di quando sentì le labbra del vampiro sul suo collo, ebbe un brivido di eccitazione lungo la schiena, che ovviamente non dimostrò, non gliela poteva dare vinta così. Tutto successe in un attimo, anche se parse molto di più, aveva sentito i suoi denti sulla sua pelle, ma non si erano chiusi, ma le aveva lasciato un segno rosso, doveva aveva appoggiato le sue labbra, l'aveva in un certo senso marchiata e lei pensò che doveva coprire quel punto con il fondotinta. Stava per dirgli altro, che la prossima volta avrebbe ricambiato il favore, ma la sua chitarrista la stava chiamando a gran voce ed appena l'aveva vista, si era subito fiondata su di loro; si era preoccupata di dov'era finita e lei non disse molto, limitandosi a salutare Tistan, sicura che non sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe visto. Aveva lasciato letteralmente un segno su di lei.


    AlisonWalsh
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    ROLE CONCLUSA
     
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