So Far Away

Narnia

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    Rimasi ad osservarla in silenzio, mentre scriveva su quel pezzo di foglio. Ero curiosa di sapere cosa le serviva. Quando terminò me lo mise in mano,aspettando che lo leggessi. Poche parole, scritte di fretta. Un monito a fidarmi sempre di quello che mi avrebbe detto. « Sono sincera, non credevo che un posto del genere fosse così pericoloso. » Quella foresta, aveva la capacità di cancellare la memoria delle persone. Farle smarrire, facendole dimenticare dove si trovassero e cosa stessero facendo lì. Eppure, in apparenza, sembrava una semplice ed innocua boscaglia, come tante altre. « Questo luogo mi sta affascinando sempre di più » . Mai avrei pensato di dirlo, sopratutto, sapendo cosa stavamo andando incontro. Eppure, quello strano mondo mi stava interessando, incuriosendo sempre di più.
    Ci incamminammo lungo un sentiero, addentrandoci sempre di più nel cuore della foresta. Annuì semplicemente con un cenno della testa, quando mi chiese se ero pronta. Lo ero.
    Iniziammo così a parlare restando a fianco della ragazza, non volevo stare indietro e farle perdere tempo. Lucy mi costrinse a parlare, voleva sentire la mia voce. Iniziammo così a discutere del più del meno: dalla scuola, passando ad altri argomenti molto più interessanti. Lei mi parlava e io le rispondevo. Andò bene, fino ad un certo punto, ero certa che non sarebbe successo nulla, ma mi sbagliai.
    Improvvisamente mi bloccai, ormai, eravamo nei pressi del primo stagno e io, mi sentivo improvvisamente strana. Tenevo ancora stretto saldamente in mano il foglietto. Alzai lo sguardo verso il cielo, osservando le fronte degli alberi, mentre una voce mi parlava. Non ricordavo più nulla, era come se la mente si fosse svuotata. Una sensazione strana, orribile da provare. « Che posto è mai questo? » chiesi, confusa più che mai, spostando lo sguardo verso la ragazza. Com'ero finita in quel posto? Perché mi trovavo lì?
    Riley Anderson
     
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    Che posto è mai questo? mi chiese Riley presa dalla foresta e io iniziai a pensare che non fu una mossa saggia penetrare i fitti alberi che la costeggiavano, per esplorarla. Non con lei. Tra le mani stai stringendi un foglietto, leggilo le dissi io con una voce calma e gentile; volevo metterla a suo agio, e la mia voce mi stava aiutando in ciò. Aspettai che ella leggesse le parole che avevo scritto poc’anzi, e le diedi perfino il tempo per una seconda lettura, giusto per essere più sicura. Sono Lucy Pevensie le dissi con il stesso tono di voce, e dopo che mi presentai fui pronta a proseguire con le spiegazioni Siamo qui perchè stiamo cercando un mio carissimo amico,Riley.... Non sapevo nemmeno se ella si ricordasse come si chiamava e sinceramente non mi ricordo nemmeno se io, all’epoca, me lo ero ricordato quando mi ero ritrovata nella sua situazione.
    Riley, anche se abbastanza titubante, parve credere a ciò che vi era scritto sul foglio, per cui decise di fidarsi delle mie parole. Questa è la prima volta che vedi questo posto, che sta molto ma molto lontano da casa tua...Ma se mi aiuterai io poi ti riaccompagnerò a casa!! continuai, mentre avevo ripreso a camminare con un passo un poco lento, per fare in modo che ella mi seguisse (notando che iniziò a camminare quando io mi ero allontanata di qualche metro).
    È un leone...il mio amico. Quindi se ti capita di scorgere un leone, avvisami!!! esclamai quando me la ritrovai di fianco.
    Chiamai poi a gran voce il nome di Aslan più e più volte, aiutata anche da Riley, ma tutto pareva tacere. Mi diressi poi verso uno dei luoghi preferiti di Aslan per il sonnellino, ma non c’era traccia alcuna. Così cambiai zona e poco dopo uno scoiattolo si avvicinò a noi. Aveva un colorito piuttosto scuro e la sua voce, quando parlò, esprimeva una sorta di angoscia: La luna splende nel cielo; le tombe, più grandi e vicine di quanto sembrasse, erano grigie nel riflesso lunare. Somigliano spaventosamente a uomini enormi, avvolti in mantelli grigi, dove nascondono la testa e il viso. Non è piacevole passare la notte in un posto sconosciuto, da soli e vicino a cose tanto misteriose e poi si dileguò dal nostro cammino.
    Rimasi un’attimo a ripensare alle parole appena udire, erano forse un messaggio da parte di Aslan? Riley intanto aveva battuto le sue mani e aveva detto Cimitero!!! con una voce cantilenante; già, quello scoiattolo aveva appena descritto uno dei luoghi di Narnia che appunto era un cimitero. Che Aslan potesse trovarsi lì? Un brivido percosse la mia schiena...cimitero? Era forse...morto...No, non era possibile!!! Strinsi i pugni e poi presi le mani di Riley e con essa corsi verso l’uscita della foresta. Una volta fuori aspettai che ella si riprendesse. Cambio di programma...si va alle Tombe degli Antichi Re la informai; ma prima la portai in una piccola stalla poco distante da lì. Sai andare a cavallo? le chiesi mentre la signora che viveva lì ci mostrava i cavalli continuando a chiamarmi Regina e comportandosi come se io fossi tale, ed in effetti, per loro e in questo regno, io ero una delle due regine.
    Lucy Pevensie
     
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    Quel senso di leggerezza alla testa cominciava ad essere fastidioso.
    Mi portai una mano alla tempia, tentando di capire, di ricordare qualcosa, ma niente da fare.
    Il niente, il vuoto.
    Solo quello.
    La ragazza al mio fianco mi parlò pur non sapendo chi fosse. Mi disse semplicemente di guardare, di leggere la cosa che stringevo tra le mani. « Cos'ho in mano? », le chiesi aprendo il pugno della mano destra. In effetti aveva ragione, aveva qualcosa in mano.
    Si trattava di un foglietto stropicciato.
    Non persi tempo, aprendolo e leggendo quanto vi era riportato sopra.
    Diceva che mi dovevo fidare della ragazzina dai capelli rossi e che di nome faceva Lucy. « Sei tu? » ovvio che doveva essere lei. C'era forse qualcun'altra con i capelli rossi e con quel nome nei paraggi?
    Rimasi ad ascoltare, spiegandomi che eravamo alla ricerca di un carissimo amico. Era la prima che mi recavo in quel posto. Si trovava molto lontano da casa mia.
    Già, casa mia, dov'era casa mia? Se le davo una mano mi avrebbe riaccompagnata al termine di quella ricerca. « Davvero? ».
    Non sapevo se fidarmi o meno di lei. Mi mossi ugualmente, cercando di seguirla. Non sembrava aver cattive intenzione. E le sue parole, mi risuonavano vere e sincere.
    Che cosa poteva succedermi se mi fidavo di lei? Era pur sempre una ragazzina, che male poteva farmi?
    Mi diede un dettaglio in più. Era un leone questa persona che stavamo cercando. « Il tuo amico è un leone? »
    Davvero stavamo cercando una creature del genere? Il suo amico, anzi, il nostro amico era un felino feroce? E si aggirava a piede libero lì in mezzo a quella boscaglia? Annuì con la testa, dovevo stare attenta lo stesso. Se lo vedevo, se scorgevo qualcosa di simile l'avrei avvisata.
    La sentì usare un nome “Aslan” , era così che doveva chiamarsi. Beh, avevo deciso di darle una mano, no? Cominciai a chiamarlo a squarciagola seguendo il suo esempio.
    « Guarda, uno scoiattolo ...che carino », le indicai con l'indice uno scoiattolo che si era appena avvicinato a noi.
    Aveva una colorazione scura e sapeva …. parlare?
    Disse qualcosa che non compresi subito. Parlava di tombe, di un luogo dove non era piacevole trascorrere il tempo e circondati da persone, da esseri enormi. « Cimitero », ero perplessa ed esterrefatta. Mi trovai a ripetere quella parola, senza rendermene conto.
    Ma prima che Lucy potesse dirmi qualcosa mi prese per mano, cominciando così a correre. « Non dovevamo cercare un leone ? »
    Le urlai mentre la inseguivo.
    Ci dirigemmo così verso l'uscita da quel luogo maledetto. Pian piano cominciai a ricordare ogni cosa. La mia mente tornò a riempirsi di pensieri e ricordi. Ma ero stordita. « Lucy, ma non dovevamo entrare lì dentro? ». Un cambio di programma all'improvviso.
    La nostra prossima destinazione erano : Le Tombe dei Re.
    « Non proprio. Una volta sono salita su un cavallo, ma era alato ». Mi lasciai sfuggire quel dettaglio senza volerlo. « In qualche modo mi arrangio » sorrisi. Non aveva mai cavalcato da sola un cavallo in vita mia, ma in qualche modo me la sarei cavata ugualmente. Non doveva preoccuparsi.
    Riley Anderson
     
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    Il tuo amico è un leone? mi chiese ella e nonostante l’aria spersa di una che non sapeva manco chi fosse, notai la stessa perplessità che i miei fratelli ebbero il giorno che gli avevo raccontato di cosa c’era dentro l’armadio degli zii. Quella luce mista a scetticismo che -effettivamente- ora che ero cresciuta, avevo capito perché i loro occhi esprimevano. Non era una cosa normale avere un leone per amico!!! Ne tanto meno parlarci insieme, eppure per me fu fin da subito normale come bere una tazza di tè.
    Tornata nel nostro mondo i miei fratelli non sembravano affatto sorpresi di vedermi; non ne capii il motivo, ma tuttavia pensai bene di avvertirli che andava tutto bene e che ero tornata sana e salva.
    Cosa diavolo stai dicendo? mi domandó subito Susan con aria da superiore, mentre io rimasi di stucco. Ero sparita per chissà quante ore, ritrovandomi a Narnia; come avevano fatto a non notare la mia assenza?
    Che sono stata via per ore ed ore!! protestai dando voce ai miei pensieri, ma ritrovandomi i loro sguardi scettici che mi guardavano quasi con disprezzo.
    Matta esclamò Edmund, picchiandosi un dito sulla fronte. Tu sei matta, cara mia ribadì, mentre Peter, il maggiore e più “buono” mi chiese cosa io stessi dicendo. (Solo ora capii che anche il suo sguardo era pieno di scetticismo, e non di gentilezza).
    Sono entrata nel guardaroba subito dopo colazione, sono stata via per ore e ore, ho bevuto il tè e mangiato tante cose buone...me ne sono capitate delle belle, ecco. io parlavo in buona fede pensando che i miei fratelli potessero credere a quanto sentivano; invece no. Eccò che Susan mi ammonì con un Non fare la stupida, Lucy. Siamo usciti da quella stanza un
    momento fa e tu eri solo un po' indietro
    . Tutti e tre parevano confermare questa ipotesi, e che io o fossi impazzita -nel peggiore delle ipotesi-, o che mi stessi burlando di loro. Figuriamoci quando iniziai a parlare di cosa avevo trovato dentro l’armadio, ovvero Narnia...

    Riley non mostrava però tutto quello scetticismo, era solamente perplessa, e non poi così tanto. Forse perché era già dentro Narnia..., in effetti. O era abituata a vedere cose assurde che una in più non è che facesse differenza!
    I miei fratelli invece quel giorno non trovarono Narnia, neppure dopo che li accompagnai all’armadio in questione. Questo perché mi credevano pazza o bugiarda! Riley, come me, l’aveva trovato da sola; e questo mi faceva credere quanto ella potesse essere una ragazza buona e sensibile e forse (sotto sotto) una sognatrice. Non era tornata bimba come me (mantenendo le sue sembianze), però ciò non voleva dire che non avesse un cuore da “bambina”, o che non credeva a qualcosa che andava oltre l’ordinario.
    Non proprio. Una volta sono salita su un cavallo, ma era alato mi rispose ella quando arrivammo alla stalla. alato!? cosa voleva dire per alato!?. Al momento la mia testa andó per un’attimo in tilt, e solo il nitrito del cavallo che stavo per sellare, mi destò da quella parola. In qualche modo mi arrangio intanto mi stava dicendo facendomi per ora (sicuramente) dimenticare di quella parola. Perfetto Riley. Puoi salire le dissi, aiutandola a salire sul cavallo dal manto maculato. Poi sellai l’altro cavallo, quello grigio perla e poi feci strada verso il cimitero. Andai con una andatura abbastanza lenta, in moda da permettere alla mia amica di seguirmi.
    Riley...Cosa intendevi dire per alato?!. A Narnia non esistevano, figuriamoci nel mondo reale. Dov è che ella aveva quindi visto e addirittura cavalcato un cavallo alato...!?
    Nel frattempo il cielo si stava facendo sempre più scuro, pareva stesse arrivando la notte, eppure dovevano essere le tre o forse quattro del pomeriggio...Davanti a noi la luna splendeva brillante nel cielo e poco più in là si potevano iniziare a scorgere le tombe, e talmente enormi erano, che davano l’impressione di essere a due passi da noi; erano grigie nel riflesso lunare. Somigliavano spaventosamente a uomini enormi, avvolti in mantelli grigi, che nascondevano la testa e il viso. Non era affatto piacevole passarci lì in piena notte, ma a quanto pare il tempo ci era avverso. *Non pensare alla pioggia, Lucy non pensare alla pioggia* iniziai a ripetermi senza rendermi conto di stare proprio pensando alla cosa di cui non avrei dovuto pensare: insomma, mancava solo che iniziasse a diluviare!!!
    Finalmente arrivammo a destinazione. I cavalli iniziarono a dimenarsi un po’ troppo vistosamente, quindi capì che forse sarebbe stato il caso di scendere da loro. Così feci e Riley lo stesso. I cavalli corsero via. Sì, in effetti non è proprio un bel posto!!! ammisi io a bassa voce cercando in qualche modo di scusarmi con lei per la situazione che l’avevo cacciata.
    Iniziammo ad addentrarci per la necropoli piena di tombe alla disperata ricerca di Aslan.
    Tutti gli indizi mi portavano qui. Ero fermamente convinta di ritrovarmelo da un momento all’altro davanti ai miei occhi.
    Un lampo squarciò il cielo non troppo distante da noi, e un forte sussulto mi fece saltare contro una tomba grande quanto me. R-Riley...? Tutto ok...? chiesi con voce tremolante sperando fra l’altro che fosse rimasta vicino a me. Dovevo ammetterlo, ero talmente occupata a cercare Aslan che non stavo badando più a niente che a nessuno...
    Lucy Pevensie
     
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    Ringraziai il cielo che c'era Lucy ad aiutarmi.
    La rossa mi diede una mano a salire sul cavallo. Uno splendido esemplare dal manto maculato. Lei invece, sellò un secondo cavallo dal manto grigio perla. « Buono buono », andai per qualche istante nel panico quando il mio si mosse di qualche passo, da solo, senza che nessun ordine fosse impartito. Si fermò quasi subito e tirai un sospiro di sollievo. L'equitazione non faceva affatto per me, ma non avendo altri mezzi per muoverci, dovevo farmelo andare bene comunque.
    Partimmo con andatura lenta, stringendo le redini con le mani che mi tremavano un po', ma la paura se ne stava andando man mano che iniziavo a prenderci confidenza. « Che cosa … ? dove ? », ero così tanto concentrata su quello che stavo facendo, che non avevo prestato attenzione a quello che mi aveva detto. Un cavallo alato? Dove lo aveva visto ? Aguzzai la vista guardandomi attorno come una perfetta cretina, ricordando solo dopo, che ero stata io a nominare un cavallo alato. « E ora che le dico ? » lei non sapeva nulla di Ercole ,eh no, non le avevo ancora raccontato nulla di lui e di tutto il resto. « Lunga storia, una lunga … bellissima storia » sospirai pronunciando quelle parole. « Ti racconto tutto quando torniamo a casa », le avrei raccontato tutto non appena quell'avventura si sarebbe conclusa. C'era tempo per quello, ora,non mi sembrava il momento adatto per farlo.
    Il cielo niziò a farsi più scuro, sembrava che la notte fosse piombata all'improvviso, ma evitai domande stupide , forse, all'interno di quel regno il tempo scorreva in modo diverso da quello a cui ero abituata. Una bellissima luna ci stava facendo compagnia.
    Poco più in là, notai la sagoma di quelle che sembravano essere delle tombe. Enormi e inquietanti tombe che davano l'impressione di diventare sempre più grandi man mano che ci avvicinavamo. Non so, se era opera della mia mente, della mia fervida immaginazione ma … ricordavano molto due persone ammantate. « Sono inquietanti … » confessai quel mio pensiero a Lucy, erano inquietanti.
    Arrivammo così a destinazione, scendemmo dai cavalli lasciandoli finalmente liberi. « Non proprio, magari di giorno fa meno paura », anche lei la pensava proprio come me : non era un bel posto dove trascorrere la notte. Mi sembrò di essere all'interno di un film dell'orrore.
    Scossi la testa muovendo i primi passi all'interno della necropoli. «Secondo te, troveremo qualcosa qui? », avevo appena finito di porre quella domanda alla Pevensie, quando un lampo squarciò il cielo. Ci colse entrambe alla sprovvista. « Si si, tutto bene », stavo bene non doveva preoccuparsi per me. « Dobbiamo prenderlo come un buon segno ? Che siamo sulla strada giusta ? » , non sapevo come interpretare quel segno, pronunciai quelle parole con un filo di sarcasmo, mi aspettavo davvero di tutto.
    Riley Anderson
     
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    Sono inquietanti … . Una volta immerse nel cimitero Riley non perse tempo a dare voce ai pensieri di entrambe, e di chiunque vi mettesse piedi qui. A guardarle in penombra poi, illuminate solamente dalla luce della luna, le tombe erano spaventosamente inquietanti, ad essere sinceri; non bastava solo la parole “inquietante” a definirle...
    Non proprio, magari di giorno fa meno paura disse la mia amica; continuavo a notare che era una ragazza davvero forte e coraggiosa, e che non si lasciava intimorire poi così facilmente. Del resto mi aveva seguita in questa avventura senza battere ciglio, e aveva perfino creduto alle mie parole, alle stranezze di questo posto, senza essere titubante o scettica (al contrario dei miei fratelli). Ad Aslan sicuramente Riley sarebbe piaciuta!! E io speravo con tutta me stessa che i due si potessero incontrare. Magari proprio ora, anche se questo posto non sarebbe proprio stato l’ideale, ma mi sarebbe andato benissimo lo stesso. Tutto, pur di ritrovare il mio amico Leone!!
    Probabile dai!!! Ora c’è tutto un gioco di ombre e luci che ci fa percepire la realtà un po’ distorta... Si dai, cerchiamo di essere positive!! In fondo era solamente un cimitero!!
    Secondo te, troveremo qualcosa qui?. Io ci speravo enormemente e forse ella non poteva immaginare quanto!
    Dobbiamo prenderlo come un buon segno ? Che siamo sulla strada giusta ? chiese Riley riferita al fulmine che improvvisamente squarciò il cielo. Io scossi lievemente il capo. In realtà qui non sapevo che risposta dare: ovviamente ogni cosa aveva un significato ben preciso, in questo mondo, nulla era dato al caso, però in un momento come questo, in cui l’equilibrio era andato perso, ogni cosa probabilmente non aveva particolarmente senso. Quindi forse quel fulmine non sarebbe stato di cattivo auspicio...c’era almeno da sperare...
    Poi un’altro fulmine si liberò nell’aria e con esso io non fui capace di trattenermi un coccolone. Non tanto in sé per il rumore (del tuono che lo accompagnava) ma più che altro perché riveló una tomba assai impressionante. Già non ero proprio fan dei cimiteri, del resto anche se erano stati creati per consentire il riposo eterno erano luoghi che, nell'immaginario collettivo e quindi anche nel mio, suscitavano sempre un brivido di paura lungo la schiena ai più, me non esclusa. Se poi si vedevano tombe come quella cui ora avevo lo sguardo fisso...era più grande delle altre e c’erano appollaiati sopra almeno tre corvi, forse quattro. E non riuscivo a capire se essi fossero veri, oppure erano di marmo. Sembravano essere troppo grandi per essere corvi veri, però sembrava si muovessero. Sembrava. Perché effettivamente tutto intorno pareva essere immobile. Eppure quei cosi mi era parso si muovessero...In realtà tutto era immobile tranne i rami degli alberi, mossi dal vento, che parevano grandi braccia che volevano allontanare chiunque si volesse avvicinare. Come me e Riley.
    C-credo non siamo le benvenute... ipotizzai un poco tremante.
    Pessima idea il cimitero. Davvero pessima idea...
    Deglutii guardandomi intorno.
    F-forse Aslan non è qui!!!...magari sta da un’altra parte... ipotizzai speranzosa. Che poi appunto, cosa poteva mai fare il mio amico Leone in un cimitero? Non era morto, vero!? In tal caso...Ma no, non poteva essere morto!!! Strinsi i pugni, mi morsi il labbro inferiore e prendendo coraggio mi addentrai lì dentro, sperando lo facesse anche la mia amica.
    Effettivamente credo fosse tutta suggestione, non era poi così pericoloso come sembrava. E mi avvicinai perfino alla lapide con i corvi per scoprire che erano fatti di marmo. In pratica, non c’era anima viva se non io e Riley...
    Riley...tutto ok? domandai cercando di infondermi coraggio e magari pure a lei.
    Poi a gran voce urlai il nome del mio amico Leone. Forse mossa azzardata ma tant’è che non mi rispose nessuno, se non il fischiettio del vento tra gli alberi.
    Aslan non era qui. Di sicuro, non era qui.
    Lucy Pevensie
     
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    Quella ricerca non ci stava portando da nessuna parte.
    I luoghi da visitare erano troppi, forse, più di quanto io e la Pevensie avevamo preventivato.
    Per quanto mi dispiacesse dirglielo, da sole, avremmo impiegato mesi o forse anni a ritrovare quel leone. In più, quel luogo non mi piaceva, non mi piaceva affatto. « Non lo so Lucy » , spostai lo sguardo verso la ragazza. Per un attimo, ebbi l'impressione che anche lei, esattamente come me, si fosse convinta che il suo amico non si trovasse in quel luogo. « Comincio a pensarlo pure io, »
    Spostai lo sguardo attorno a noi, quella sgradevole sensazione aumentava sempre di più, secondo dopo secondo. Solitamente non mi facevo mai sopraffare dalle mie emozioni tanto facilmente , ma c'era qualcosa che non mi convinceva. Mi rendeva ansiosa e agitata allo stesso tempo. Non eravamo per davvero le benvenute in quel luogo, affato.
    Quando mi chiese se andava tutto bene, tardai a darle una risposta, scuotendo poco dopo la testa come a volerle dire di no. « Non lo so … » , risposi « Andiamo Lucy, andiamocene da quì, da sole non potremmo fare molto. Ma sono sicura che il tuo amico starà bene, magari è solo in giro da qualche parte sano e salvo », quelle parole potevano suonare come una supplica, ed in effetti lo era. Non detto in modo diretto e chiaro, ma era una supplica verso la ragazza ad andarcene da lì. Volevo tornare a casa, uscire da quel luogo sinistro e per me strano; poter tornare alla normalità. Ne avevo viste fin troppe di cose particolarli quel giorno: dal clima impazzito, ad un satiro in carne ed ossa, al vedere la mia amica tornare indietro negli anni e assumere l'aspetto di una bimba. No, era troppo anche per me.
    Riley Anderson
     
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    Entrambe avevamo capito che in quel cimitero non c’era anima viva, non c’era Aslan e non c’era nulla che mi potesse ricondurre a lui.
    In più c’era questa spiacevole sensazione che mi pervade sempre di più passo dopo passo, e Riley pareva percepire lo stesso.
    Andiamo Lucy, andiamocene da quì, da sole non potremmo fare molto. Ma sono sicura che il tuo amico starà bene, magari è solo in giro da qualche parte sano e salvo fece la rossa quasi come una supplica e io non potei che concordare con quelle parole. Per quanto mi riguardava, non c’era solo la spiacevole sensazione del luogo, in più io ero in qualche modo responsabile di quanto sarebbe potuto accadere a Riley e, insomma, non potevo di certo metterla nei guai, per un mio “capriccio”!
    Sì, andiamo via da qua!!! feci aumentando il passo in direzione da dove eravamo venute. Corsi, perché i miei passi da bambina non erano come quelli di Riley, che anch’essa aveva preso a camminare con una certa foga.
    Fortunatamente l’uscita del cimitero la trovammo subito, nessun intoppo o simili ci ostacolarono. Salimmo a cavallo e velocemente arrivammo alla prima destinazione, la stalla. Dove lasciammo lì i cavalli.
    Spero resterai ancora mia amica! esclamai toccandomi i capelli lisci con il pollice e l’indice, in maniera da giocherellare nervosamente con essi.
    Risi, non convinta, ma risi. Nervosamente.
    Poi prendemmo la via per il ritorno a casa. Una diversa dall’andata e non seppi neppure io il motivo. Semplicemente le mie gambe camminarono per quest’altra direzione...
    ...
    Passammo vicini, non so di quanto e a dire la verità non so nemmeno a cosa, ma improvvisamente sentii delle strane vibrazioni, pesanti e negative, provenire verso più a nord di dove eravamo noi ora. C’era qualcosa che -forse- non andava, ma preferii evitare di chiedermi cosa perché quando e dove...Con me c’era sempre Riley ed era meglio evitare di esporla ancora più nei guai rispetto a quanto avrei potuto già fare...
    E se Aslan fosse stato proprio lì? No, impossible. Scossi la testa mentre finalmente stavamo per avvicinarci al punto in cui saremmo tornate nell’armadio, tornate al nostro mondo...
    Riley, prima di uscire da qui...devo chiederti scusa. Non pensavo si sarebbe dimostrato un viaggio così...come dire...pericoloso... ma mentre parlavo vedevo una scintilla negli occhi della mia amica, scintilla di emozioni, scintilla di avventure, insomma la mia stessa scintilla!!! Capii che sarebbe stata ancora mia amica e che non avrebbe detto a nessuno quanto scoperto. E sapevo che se avessi ancora avuto bisogno di lei, ci sarebbe stata...Forse avrei potuto nuovamente chiederle aiuto nella mia ricerca di Aslan! Perché io lo avrei ovviamente ancora cercato...
    Lucy Pevensie




    Avevo finalmente portato a termine la mia missione di decenni e decenni fa; anche l’ultimo membro della Congrega Gemini (ad eccezione di me, ovviamente) era morto. Ora c’ero solamente io, Kai Parker, per cui potevo esserne il leader indiscusso. Un po’ contorto come ragionamento lo so, in fondo se non c’erano più streghe di quel clan come potevo io esserne il leader...? Semplice, sarei stato il leader di me stesso!! Loro non mi volevano come capo? E allora non ne avrebbero avuto un altro. O io o nessun altro poteva essere a capo della Congrega. Per questo motivo li uccisi. Oltre al fatto che alcuni di loro mi avevano mandato in un’altra realtà facendomi rimanete intrappolato per decenni nel 1994 in completa solitudine. Fu a me chiaro che una volta che fossi uscito da lì, li avrei cercati uno ad uno e li avrei massacrati, e così appunto feci.
    Ma ecco che una strega (esterna) si intromise nella mia vita, mi cercò e mi fece...Non lo so cosa mi fece di preciso, stava di fatto che appena aprì gli occhi mi ritrovai in un luogo totalmente diverso da tutti i luoghi da me conosciuti. Mi aveva spedito...Dove mi aveva spedito...?
    Ero ai piedi di enorme rovine di quella che sembrava essere una civiltà molto antica e fiorente -come in seguito costatai- e ormai estinta.
    Esatto, non c’era anima viva, nuovamente mi ero ritrovato solo in un posto che non mi apparteneva...
    MALEDETTA ST***ZA urlai con un impeto di rabbia talmente forte che mi face addirittura sanguinare lievemente il naso.
    Dove diamine ero finito?

    Spinto dalla curiosità mi spinsi sempre più in là a perlustrare il luogo fino a quando non vidi una campanella che mi invoglió a suonarla. Risvegliai così la statua lì di fianco che si presentò come Jadis, Regina di Charn. La statua -diventata donna- mi raccontò di essere l'ultimo membro della casa reale che governava quel mondo e che molti anni prima ingaggiò una feroce guerra civile con la sorella una strega come me. A sentire la parola “strega” mi si ribollì il sangue. Ma continuai ad ascoltare quello che aveva da dirmi. In pratica aveva sterminato lei tutta la popolazione. Astuta. A che scopo? E ora si era costretta a vivere come statua.
    Ma che problemi aveva?
    Non che mi interessasse, piuttosto almeno non ero solo. Iniziai così a parlare con lei ma giorno dopo giorno iniziava sempre più a spazientirmi...Non c’è l’avrei fatta ancora molto a sopportarla!!!
    Poi mi nominò di un certo Aslan...Un leone...un leone parlante...ma dove diamine ero finito????
    Kai Parker


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