So Far Away

Narnia

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    La lezione stava per terminare, ancora pochissimi minuti e poi sarebbero finalmente giunte le tanto aspettate vacanze estive; questo per ogni studente del college, ma per me il discorso valeva doppio, perché ciò significava ritornarmene nel mio Regno al di là dell’armadio. No, non sono pazza e se vorrete, lo capirete proseguendo con la lettura; non siate restii come i miei fratelli, che alla fine si sono dovuti ricredere, scusandosi infinite volte per avermi trattata da bugiarda cronica...
    Già, quanto tempo ormai era passato dalla prima volta in cui misi piede a Narnia...Stavo giocando a nascondino nella mia nuova casa con i miei fratelli quando decisi di nascondermi dentro un’armadio. Certo era chiuso a chiave, ma un tentativo potevo anche farlo, toccai così la maniglia e con mia grande sorpresa la porta si aprì subito, rivelando un guardaroba pieno di pellicce e cappotti. Entrai nel vano curiosa più che mai e più mi addentravo e più non vedevo niente, ma la percezione che esso fosse un po’ troppo vasto, era assai palese...un passo, due passi...cinque passi...dieci passi...passi che ora parevano scricchiolare causati da qualcosa sotto di essi. Mi ero abbassata dalla curiosità e il tocco delle mie mani su quello che stavo calpestando mi aveva rivelato essere qualcosa di molto freddo e dissolubile, come se stessi toccando della sabbia gelata che si spargeva dopo averla presa in mano. Mi rialzai e proseguì nei miei passi e andai a sbattere contro rami?! esclamai sempre più sbigottita. E fu allora che vidi una piccola luce che brillava lontano, dritto davanti a me. Non ero più dentro l’armadio, mi ero improvvisamente ritrovata nel bel mezzo di un bosco e nevicava (ecco cosa avevo toccato prima, non sabbia, ma neve).
    Mi faceva sempre piacere ricordare quel giorno ormai lontano...Lucy, posso venire da te a scegliere un libro? Per le vacanze devo leggere e analizzare un libro di storia! all’uscita dell’aula trovai Riley, una studentessa di un anno più piccola, che mi stava aspettando. Sapeva che i miei fratelli Peter e Susan, avevano una vasta collezioni di libri, per cui lì, avrebbe facilmente trovato il libro giusto! Certamente!! risposi io sorridente, per poi dirle però se poteva venire l’indomani, ed ella acconsentì. Mi piaceva quella ragazza, esteticamente era molto bella quasi quanto Susan, e il suo carattere deciso, ribelle ma allo stesso tempo dolce e solitaria, era un connubio perfetto. Anche a Susan piaceva, e credo anche ad Edmound, l’altro mio fratello.
    L’indomani era tutto pronto, Riley sarebbe venuta per merenda, e per questo motivo Susan aveva preparato the con i biscotti. Nonostante vivessimo in America da un bel po, conservavamo ancora le nostre abitudini da inglesi. Peter era uscito per non so quale motivo, non sempre prestavo attenzione a quello che diceva, Edmund invece aveva preferito rimanere in casa e io alzai gli occhi al soffitto quando lo capii. Susan sorrise divertita e poi andò a lavoro. Avevamo entrambe capito che Ed aveva una specie di cotta per Riley! Vedi di non starle troppo tra i piedi!! l’aveva canzonato Susan, prima di uscire.
    Riley arrivò puntuale, e io l’accolsi come la padrona di casa, mentre mio fratello accennò ad un burbero saluto alzando il sopracciglio per poi tornare immerso nella sua lettura (pareva concentrato a leggere un libro seduti sul divano della sala). Io portai Riley in cucina, dove Susan aveva apparecchiato per la nostra merenda. Prima di tutto, the con i biscotti!!! esclamai facendola accomodare su di una sedia, mentre io poi le versai il the ormai tiepido tendente al freddo -in estate meglio che bollente- e le avvicinai la scatola con i biscotti.
    Lucy Pevensie


    Edited by woozy. - 12/7/2019, 17:00
     
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    Il giorno prima :

    L'ultimo giorno di scuola era finalmente arrivato.
    E la Anderson, non vedeva l'ora che quell'ultima mezz'ora passasse velocemente.
    Ascoltava a stento quello che diceva il professore, il suono della sua voce, stava diventando così pesante che si isolò completamente, scarabocchiando di qua e di là sul quaderno. Anche se la sua mente era rivolta verso altro, anzi, verso qualcuno in particolare : Ercole. Non poteva non fare a meno di pensare a lui, era una cosa più forte di lei.
    « Hai capito qualcosa dell'ultima parte? » fece una sua compagna lì accanto, ma la rossa non la degnò di riposta. Non si accorse nemmeno che qualcuno le aveva appena rivolto la parola. « Riley! » le toccò il gomito con la punta della penna, e sembrò funzionare, catturando l'attenzione della ragazza e volgendo così l'attenzione verso l'altra « Si la trovo pure io noiosa questa lezione. » , a dire il vero, non aveva nemmeno capito cosa le aveva detto, ma fece finta di niente, scattando in piede come una molla quando la lezione terminò.
    Il perché di tanta fretta di uscire da quell'aula? Per due motivi, la prima è che era stanca di starsene rinchiusa lì dentro quando fuori era una bella giornata e, la seconda cosa, doveva chiedere un favore ad un'amica.
    Infatti l'aspettò fuori, chiedendole in prestito un libro che le serviva. Lucy accettò e invitò la Anderson il giorno dopo a casa sua.

    Il giorno dopo :

    Puntale come un orologio svizzero, Riley si preparò per uscire. Indossò una semplice maglietta a maniche corte e dei jeans. Presa anche la sua borsa, si avviò alla fermata dell'autobus.
    Per colpa del caldo e del troppo affollamento del mezzo, il viaggio di andata fu abbastanza sofferto dalla rossa, non vedeva l'ora di scendere. Ad ogni fermata che facevano, pregava che si sbrigasse ad arrivare a destinazione.
    Le sue preghiere vennero finalmente esaudite. Tirò un sospiro di sollievo, quando toccò alla finalmente alla sua. Non appena le porte dell'autobus si aprirono, scese giù velocemente. « Grazie al cielo ».
    Si incamminò verso casa Pevensie , non appena raggiunto l'edificio, suonò al campanello. Fu Lucy ad aprire la porta. Dopo averla salutata, si diressero in cucina , « Grazie mille per avermi invitata da te, era da un po' che non venivo » Ad attenderle in cucina, tè freddo e biscotti. Ne prese un paio e ne addentò uno.
    Spostò poco dopo lo sguardo verso suo fratello, entrando, l'aveva salutata in maniera un po' burbera, forse aveva avuto una brutta giornata? « Giornataccia per tuo fratello? », le chiese, sorridendo all'altra.
    Riley Anderson


    Edited by Laila; - 28/10/2019, 01:52
     
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    Giornataccia per tuo fratello? mi domandò Riley addentando il secondo biscotto e io sorrisi sotto i baffi, se mai avessi avuto i baffi!!! Non avevo detto nulla alla mia amica, per rispetto di Ed, perché sapevo non avesse speranza alcuna. Perché anche se magari non lo davamo tanto a vedere, io e Edmound eravamo i fratelli più legati fra loro. Quindi preferì un po’ tagliare corto il discorso con un può essere...Peter l’ha svegliato presto questa mattina..., per poi catapultarmi sui biscotti. Ah, le nostre usanze da bravi inglesi mi piacevano un sacco!! Bene, ora possiamo metterci all’opera!! esclamai alzandomi dalla sedia ed invitando Riley a fare altrettanto. Ci spostammo dunque nella sala in cui Edmound stava ancora fingendosi interessato in un libro che sicuramente Peter aveva già letto, lo notai ora guardando la copertina, che ad occhio e croce pareva essere piuttosto impegnativo. Sospirai sorridendo fra me e me, cosa non si faceva per farsi notare e farsi piacere dalla propria cotta!! Ci dirigemmo poi lungo il corridoio che ci condusse verso una stanza chiusa da una porta di legno massiccio che io aprii rivelando la biblioteca in cui Riley c’era già stata ovviamente, visto che non era la prima volta che aveva bisogno di un libro. Eccoci qua, cerca pure il libro che ti serve!!! Ricordati che sono per genere, ed in ordine alfabeto per autore Peter aveva un modo tutto suo per ordinare la sua biblioteca; non che fosse solamente sua, ma tra noi fratello era lui quello più fissato con i libri. Io leggevo tanto sì, ma solo i libri fantasy che stavano tutti raccolti insieme in una libreria color rosa pastello acceso e di fianco a quel armadio. Indicai la parete con il genere che serviva a Riley e intanto io andai nel mio reparto preferito alla ricerca di un nuovo libro da leggere. Ma poco dopo ecco che Edmound entrò nella stanza e mi chiamò a sè. Torno subito Riley, tu fai pure con calma! dissi alla mia amica per poi uscire dalla biblioteca. Credevo che Ed mi volesse chiedere per un appuntamento o simili con la bella rossa, invece mi disse che Peter ci aveva chiamati per raggiungerlo alla vecchia librerai della città senza dare nessuna spiegazione, ma probabilmente aveva a che fare con Narnia. Ultimamente c’era sempre stato un tempo un po’ balordo da quelle parti e non sembrava essere la normalità. Per questo motivo i miei fratelli più grandi stavano da giorni cercando qualsiasi tipo di informazioni in ogni libro che potesse in qualche modo essere utile. Dissi a Ed di andare subito e io li riavrei raggiunti appena Riley fosse tornata a casa -non potevo di certo mandarla via improvvisamente, no!?
    Tornai poi nella nostra biblioteca e appena aprii la porta mi accorsi che il danno ormai era stato fatto: Riley aveva trovato l’accesso per Narnia. Sperai vivamente che fosse appena dopo la soglia dell’armadio, così da poterla fermare prima che fosse troppo tardi, la chiamai quindi subito a grande voce Riley!!...Riley!?...RILEY!!!!!!? ma non ottenendo risposta capii di essere arrivata troppo tardi. Mi catapultai allora subito dentro l’armadio e quando mi ritrovai a Narnia il mio aspetto era quello di una decenne. Queste erano le regole del mio mondo: se dentro di te eri rimasta una bambina, se avevi ancora l’innocenza di quegli anni, se avevi un animo puro e infantile, potevi avere anche 60 anni ma a Narnia tornavi a quegli anni dell’adolescenza o all’età fanciullesca. Se invece eri cresciuto al 100%, o se avevi avuto una brutta infanzia e cose del genere, il tuo corpo rimaneva quello attuale...
    Io nonostante avessi ormai 20 anni, a Narnia ne avevo sempre 10. E sempre 10 avevo quando stavo a Narnia; potevano anche passare decenni in cui vivevo lì (come era successo) e sempre 10 erano gli anni che avevo. Funzionava così, se uscivo e tornavo nella realtà solamente lì crescevo di anno in anno, se poi tornavo a Narnia la mia età si bloccava (e ritornavo bambina) e una volta tornata alla realtà riprendevo con l’età che avevo quando l’avevo lasciata l’ultima volta. Se quindi avevo 15 anni quando entravo nell’armadio e stavo a Narnia per 10 anni, quando tornavo nella Terra riprendevo la mia vita da quindicenne e non da venticinquenne quanti tecnicamente ne dovevo avere!!!
    Riley!! la chiamai con la mia voce tornata bambina.
    Lucy Pevensie
     
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    Lucy rispose alla mia domanda. « Uhm, capisco » mi rivolsi alla ragazza mandando giù un pezzo di biscotto. Ed ,era stato svegliato dal fratello abbastanza presto quella mattina. « Ne so qualcosa pure io » , non era la prima volta che mio fratello svegliava anche me in modo brusco. Anche se, negli ultimi anni succedeva molto di meno, lo faceva di più quand'ero piccola. Ero fortemente convinta che lo facesse per puro divertimento personale, vedermi catapultarmi giù di letto in preda al panico.
    « Sono buonissimi questi biscotti » , non ero un amante dei dolci, ma dovevo ammetterlo, erano davvero buoni. Mi trattenni dal prenderne un altro. Anche la Penvesie ne addentò uno, prima di parlarmi.
    Qualche istante dopo, la ragazza si alzò dalla sedie, invitandomi a seguirla. Ci spostammo nella sala accanto, per poi, dirigerci verso un corridoio, fino a fermarci dinanzi ad una porta di legno massiccio.
    L'aprì poco dopo, entrando nella loro biblioteca. « Eccoci qua, cerca pure il libro che ti serve!!! Ricordati che sono per genere, ed in ordine alfabeto per autore » . Lucy mi ricordò com'erano sistemati i vari libri. Annuì con la testa, come a voler dire che avevo capito, non era la prima volta che entravo lì. « Certo, grazie per avermelo ricordato », le sorrisi. Senza perdere altro tempo, cominciai a guardarmi attorno, osservando i vari titoli, i vari genere, insomma, mi ero messa alla caccia di ciò che mi serviva.
    « Torno subito Riley, tu fai pure con calma! » ma come al mio solito, senza volerlo, non prestai ascolto alle parole che mi venivano dette. Ero così tanto presa da quella ricerca, che non avevo nemmeno capito cosa mi disse la Pevensie.
    « Eccoti, ti ho trovato » qualche scaffale più in là trovai quello che mi serviva. Avevo fatto davvero bene a chiederle aiuto. Feci un passo indietro, sfogliando le prime pagine del tomo che stringevo tra le mani. « Lucy l'ho trovato » ma dalla rossa non ricevetti nessuna risposta. « Lucy ? » mi guardai attorno per qualche secondo. Dov'era finita? Inizia a cercarla, volevo avvisarla che finalmente avevo trovato quello di cui avevo bisogno, oltre che per ringraziarla ovviamente.
    Ma qualcosa catturò la mia attenzione, non erano di nuovo i libri, e nemmeno i miei pensieri, ma qualcosa di diverso. Senza sapere esattamente come e ne perché, mi ritrovai davanti ad un mobile, ad un armadio per la precisione.
    Un grosso armadio di legno, mi avvicinai toccandolo con mano la mano destra, mi sentivo attratta da quel coso. Continuando a non capire il perché di tutto ciò, mi ritrovai ad aprirlo. Solitamente, non ero una persona che andava a zonzo per le case altrui, aprendo e toccando cose che non mi appartenevano, non era nel mio modo di fare, non era quello che mi avevano insegnato i miei genitori. Ma quel giorno fu diverso, fu come se la mia mano fosse guidata da qualcosa, così come tutto il resto del mio corpo.
    Chiusi gli occhi per qualche secondo, quando gli riaprì mi ritrovai in un luogo diverso dalla casa di Lucy. Dov'ero finita? « Ma … che … cosa ? » doveva esserci una spiegazione logica a tutto ciò, insomma, una persona non può spostarsi da un luogo all'altro in un battito di ciglia, giusto?
    Ero disorientata e in un certo senso anche spaventata, cos'era quel posto? « Non può essere reale ».
    Riley Anderson
     
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    Rileyyyyy continuai a chiamarla sempre con più enfasi, dove diamine si era andata a cacciare. Cavolo, si doveva essere allontanata parecchio se non mi sentiva, ma questo forse era anche a causa del grosso fragoroso vento che continuava a fischiare nelle mie -e probabilmente quindi anche sue- orecchie. Alzai i miei occhi al cielo ed esso non prometteva nulla di buono, sembrava come se si dovesse mettere a piovere da un momento all’altro. Ma non di quelle semplici piogge estive, ma nemmeno uno di quei diluvi che ogni tanto colpiva la città di Vancouver. Il cielo sembrava voler inghiottire la terra, e i fulmini che iniziavano a scendere, sembravano arrivare proprio fino al suolo. Ero quindi ovviamente fradicia, visto che i rami degli alberi non potevano coprirmi poi molto.
    Solo pochi istanti dopo ed ecco che era sbucato fuori il sole. All’improvviso. Ma un sole bello caldo e potente, uno di quelli che probabilmente nessuno aveva mai potuto vedere, neppure nelle zone più calde del mondo. Non bruciava, ma appena mi spostai da sotto l’albero per farmi assaporare dai suoi raggi, potei subito notare la potenza che esso emanava; tanto che bastarono un paio di minuti per asciugarmi i vestiti precedentemente inzuppati d’acqua. Tempo cinque minuti e tornò un forte vento. Avrei potuto richiamare la mia amica, probabilmente con il secondo tempo mi avrebbe certamente udito se non si trovava troppo distante, ma i miei pensieri si erano allontanati da Riley ed ora erano tutti rivolti a Narnia. Cosa diamine stava succedendo nel mio mondo? Questi drastici cambiamenti climatici repentini non erano affatto dei buoni segni, e forse sarebbe stato meglio se mi mettessi a cercare Aslan per chieder-...ah già, ma io stavo già cercando una persona: Riley! Riley!!! nuovamente la mia voce bambinesca riecheggiava fra gli alberi fitti e tra il vento che di certo non la aiutava. Iniziai a camminare con passo sempre più spedito e che si muoveva a casaccio, alla ricerca della ragazza, sperando non si fosse cacciata nei guai. Poi finalmente me la vidi davanti a me disorientata e visibilmente spaventata; lessi infatti nei suoi occhi una sorta di paura e tremore. Sguardo così differente da quello che avevo avuto io quel giorno. Naturalmente, ero un pochino spaventata da questa mia scoperta, ma nello stesso tempo mi sentì investita di curiosità e di una sorta di eccitazione che mi spinse subito a proseguire verso il sentiero, verso la luce. Era buio intorno e nevicava, mi ero ritrovata quindi in un paesaggio invernale, nel fitto di un bosco. Arrivai ad un lampione e la mia prima domanda fu che diamine ci fa un lampione in una foresta!? e subito dopo notai una strana figura, era Tumnus, solo che ancora non lo conoscevo, un fauno. Ricordo che non ne fui spaventata...ma Riley...?
    R-Riley, tutto ok...? domandai non riuscendo a trovare proprio le parole giuste per iniziare un dialogo di cui era palesemente difficile affrontare: come glielo spiegavo che la bimba che aveva di fronte era la sua amica Lucy? E spiegarle poi dove eravamo finite...? S-Sono io, Lucy. Lucy Pevensie... abbozzai ad un sorriso caldo, mentre cercavo in tutti i modi di farla sentire a suo agio. Avrei potuto spiegarle ogni cosa ma lei, ci avrebbe creduto?
    Lucy Pevensie
     
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    Di una cosa ero certo, ero sveglia.
    Quello non era un sogno, era la realtà. Quel luogo era reale.
    Ancora non riuscivo a spiegarmi per quale motivo da lì a qualche periodo, me ne stavano accadendo di tutti i colori. Dalle cose più impensabili a quelle più bizzarre.
    Mossi alcuni passi guardandomi attorno, cercando di capire che posto potesse essere. Forse il giardino di casa? Impossibile, ero certa che non fosse il loro giardino.
    Alcuni fulmini scesero dal cielo, il tempo cambiò così rapidamente che in men che non si dica iniziò a diluviare. Cercai riparo sotto ad una pianta ma non servì a nulla. Ben presto mi ritrovai zuppa da testa a piedi. « Oh no, questo no » , mi strinsi nelle spalle sperando che la pioggia smettesse.
    Quando questa cessò, uno strano caldo si sprigionò lasciando campo libero al sole. Gli abiti zuppi si asciugarono rapidamente, era come se l'estate fosse tornata. « Non può essere vero » , mi dissi mentre camminavo e tastavo la maglietta quasi del tutto asciutta. Ero incredula.
    Il tempo non poteva cambiare così di colpo, come non poteva fare così caldo, giusto?
    Per completare l'opera si alzò pure il vento. Tra me e me pensai che mancava solo la neve, ma evitai di dirlo ad alta voce, poteva succedere per davvero e allora si, che rischiavo seriamente di ammalarmi e di prendermi una bella influenza, o peggio ancora, una polmonite.
    « Mi chiedo se Lucy sappia di questo posto », so che avevo sbagliato andarmene in giro e toccare le cose altrui, era doppiamente sbagliato. Ma non potevo farci nulla se quel mobile mi aveva attirato a se, quasi come una calamita.
    Arrestai il passo, mentre in lontananza sentì qualcosa, una voce di qualcuno.
    Poteva essere la mia salvezza, poteva essere l'unico modo per tornare indietro ed uscire di lì, tutto ciò che volevo era tornare a casa mia. Ma se pensavo che le sorprese fossero finite, beh, mi sbagliavo davvero di grosso.
    Raggiunsi una ragazzina dai capelli rossi che conosceva il mio nome. « Hey, come … come sai il mio nome? » ,bella domanda, come faceva sapere il mio nome ? « Ma, aspetta è impossibile », quanto mi disse dopo mi lasciò senza parole. Affermò di essere Lucy.
    Era impossibile, Lucy aveva la mia età ed era alta quasi quanto me, non poteva essere lei. « Non puoi essere lei, non avrebbe senso, ma sopratutto come ? », pensavo avesse voglia di scherzare e di prendermi in giro.
    Mi ritrovai a fissare la bambina d'inanzi ai miei occhi, rimanendo muta, senza dire una sola parola. Ora che la guardavo meglio, un po' assomigliava alla Pevensie. « Se davvero sei Lucy, rispondi a questa domanda … perché ero a casa tua ? », poteva sembrare stupida come domanda e inappropriata al momento. Ma solo così, avrei capito se era era davvero lei o se stava mentendo.
    Solo lei poteva sapeva del perché mi trovavo a casa sua.
    Non che non mi fidassi, ma semplicemente era tutto troppo strano. Se davvero era lei, come aveva fatto a tornare bambina? Ero tornata indietro nel tempo? Si trattava di qualche magia? O ero io che stavo totalmente impazzendo definitivamente ?
    Riley Anderson
     
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    Hey, come … come sai il mio nome?<i> domandó giustamente Riley aggrottando di poco lo sguardo; notai subito infatti il suo stupore, del resto ero molto diversa da bimba! Ero più goffa e impacciata e pure più bruttina. Con l’età stavo divenendo invece una bella ragazza tutto sommato, non quanto Susan che per me rimaneva stupenda, ma comunque stavo diventando molto più carina pure io!!
    <i>Ma, aspetta è impossibile
    si lasciò scappare dopo che io le dissi chi ero. Non puoi essere lei, non avrebbe senso, ma sopratutto come ? fece subito dopo e sapevo quanta ragione potesse anche avere; insomma non era affatto normale tutto ciò, per una persona inesperta a mondi magici o quant’altro!! E non era una mocciosetta di dieci anni o poco più che poteva anche avere il beneficio del dubbio, come lo avevo avuto io la prima volta a Narnia. La mente di una ragazza di vent’anni era sicuramente meno elastica e più razionale; come avrei mai potuto spiegarle tutto quanto? Ehm... mi grattai la nuca alzando per un’attimo gli occhi al cielo.
    Se davvero sei Lucy, rispondi a questa domanda … perché ero a casa tua? fece ella scrutando i miei occhi, che ritornarono a guardarla. E dai, andiamo!!!, gli occhi, brava, quelli non cambiano mai, se ne rimangono sempre gli stessi!! Possibile però che ella avesse ancora dei dubbi e per quello mi fece quella domanda?! Facile, per carità, però mi dispiaceva che non mi avesse creduto sulla parola...Ti serviva un libro e mio fratello Peter è pieno di libri!!! risposi fissandola intensamente.
    La vidi deglutire e annuire con il capo, come se dovesse arrendersi alla stranezza di questa verità. Ci credeva, ma allo stesso tempo era guardinga perché in effetti, chi mai poteva credere a tutto questo!? Mi avvicinai a lei di due piccoli passi, che mi portarono proprio davanti a lei e le presi la mano. Riley... dissi facendo pressione per farla abbadate così da farla arrivare alla mia altezza. So che ti sarà difficile da credere, ma ora ti spiegherò tutto quanto. Io non ero ne Peter ne Susan, che probabilmente avrebbero fatto di tutto per farle credere che fosse solo un sogno e l’avrebbero subito riportata nel mondo reale. No, io ero Lucy Pevensie, la piccolina infantile e sognatrice di casa. Sei arrivata fino a qui perché hai varcato la soglia di quell’armadio vero!? le dissi e lei annuì con il capo senza emettere alcun suono. Ebbene, devi saper- mi bloccai all’urlo Regina Lucy grazie al cielo è qui!!!! e un fauno si era portato al nostro fianco e aveva fatto in modo che la mia mano si staccasse da quella di Riley perché così potesse prenderla lui. I miei occhi rotearono velocemente da Riley ad Arthur e poi viceversa. Un fauno. Come l’avrebbe presa Riley? È una sua amica, signorina Lucy!? fece il “mostro” (lo vedeva così Riley?) con un fare e una voce che non faceva proprio pensare ad un mostro!! Può venire anche lei se vorrai, ma muoviamoci, prima che.. fece e subito dopo una bufera di neve colpì Narnia. Stavi per caso dicendo “prima che una bufera di neve ci cade addosso”!? Che sta succedendo Arthur!! domandai mentre lui stingendo la mia mano, iniziò a correre per cercare riparo. E io velocemente presi quella di Riley. Arrivammo così sotto un poderoso albero, che non era solamente un albero, io lo sapevo. Ma una abitazione...guardai Riley per vedere una sua qualsiasi reazione ed ero pronta a dirle tutto...Arthur doveva ora aspettare...
    Lucy Pevensie


    Edited by woozy. - 5/11/2019, 19:11
     
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    Qualche istante dopo, ricevetti una risposta.
    Disse che ero a casa sua perché mi serviva un libro.
    Rimasi in silenzio nel constatare che era giusto, aveva risposto alla perfezione a quella domanda, ma ancora non riuscivo a capire.
    Lucy mi guardò, le stavo per dire “dammi delle spiegazioni allora” , ma ci pensò da sola, chiedendomi, se ero arrivata fino a lì per colpa dell'armadio. « Si esatto » , allora sapeva di quel “coso”, ne era a conoscenza della sua esistenza. « Ma non so perché mi sono avvicinata » continuavo a non comprendere perché mi aveva attratta in quel modo, eppure, lo aveva fatto e ora, mi trovavo lì.
    L'unica cosa positiva, era che c'era lei con me, non ero da sola.
    La ragazzina si era avvicinata a me prendendomi la mano, mi abbassai arrivando alla sua altezza.
    Stava per spiegarmi ogni singola cosa, quando qualcuno, si era messo ad urlare. In un primo momento non avevo ben compreso cosa stesse dicendo, fino a quando non capì.
    Stava chiamando la Regina Lucy, ma la cosa che mi fece indietreggiare e lasciar la mano della Pevensie , fu la “creatura” che l'aveva chiamata.
    Alla prima apparenza poteva sembrare una persona normale, ma non era affatto così, aveva tutta l'aspetto di essere un fauno, o qualcosa del genere.
    « Santo cielo » , dissi con aria stupita, indietreggiando ancora di qualche passo. Sapevo bene che la mia reazione poteva essere maleducata, ma era la prima volta che incappavo in simili cose. « Chi e cosa sei tu? » , lo indicai, aumentando il mio grado di maleducazione, ma poco mi importava. Possibile che proprio sul più bello, proprio quando stavo per capirci qualcosa, doveva intromettersi quel tipo?
    « È una sua amica, signorina Lucy!? » la voce del fauno era tutt'altro che minacciosa, anzi, sembrava conoscere anche bene la ragazza, a tal punto, da essere riuscito a prenderle la mano « può venire anche lei se vorrai, ma muoviamoci, prima che.. » stavo per chiedere dove avevano intenzione di andare, ma mi bloccai.
    Il tempo era cambiato ancora una volta.
    Avevo chiamato la neve prima? Eccomi accontentata, una bufera di neve si stava abbattendo proprio in quel preciso istante dove ci trovavamo noi.
    « Arthur ? » il nuovo arrivato aveva anche un nome, o almeno, così lo aveva chiamato la rossa.
    La ragazza mi prese la mano nuovamente e corremmo sotto una grossa pianta per cercare riparo.
    Fu una mossa molto saggia, non era il caso per nessuno di due noi prenderci una polmonite per colpa del freddo.
    Rimasi in silenzio, stringendomi nelle spalle. Ero senza parole, ed era raro che non avessi nulla da dire.
    « Allora » , la mia voce ruppe quei secondi di silenzio che si era venuto a creare tra noi. « Vi volete decidere a spiegarmi qualcosa per favore? » guardai la ragazza per poi spostare lo sguardo verso l'altro. Il tono della mia voce era tranquillo, ma al tempo stesso stavo iniziando a spazientirmi. « Come si esce da questo posto? Ma sopratutto, cos'è tutto questo? » se non volevano dirmi nulla a riguardo di quel posto, per lo meno, mi aspettavo una risposta su come poter uscire e tornare indietro. Se vi era un'entrata, da qualche parte, ci doveva essere per forza un'uscita, giusto?
    Riley Anderson
     
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    Ma non so perché mi sono avvicinata fece Riley con una certa timidezza nel volto, mentre mi parve stesse cercando di capire appunto il perché vi era entrata. Ma io sapevo bene cosa quell’armadio poteva suscitare le prime volte in cui ti ci trovavi davanti. E quel giorno di quasi un secolo fa me lo ricordo nitidamente, con sensazioni annesse. Stavo giocando a nascondino con i miei fratelli quando lo notai la prima volta. Non pensai che fosse un’ottimo nascondiglio -almeno quello non fu il mio primo pensiero- ma ne venni misteriosamente attratta. Desideravo aprirlo e così non tardai a fare. Guardando all’interno, vidi che il guardaroba conteneva cappotti e pellicce ed in effetti da bambina le pellicce mi piacevano tanto, perché indossandole mi sembrava di essere così adulta. Ma non mi soffermai a guardare il vestiario, c’era altro infatti che mi attraeva e ancora oggi non so spiegare cosa fosse; era come se una voce calda e accogliente mi dicesse di entrare lì dentro...e così feci. Mi piacque camminare fra quelle pellicce, odorarle ed accarezzarle, ma sentivo anche dell’altro. Certo, mi parve strano dopo tre, quattro, cinque passi essere ancora lì dentro però continuai per quella strada fino a quando non mi ritrovai in questo paesaggio innevato. Solo in quel momento mi resi conto che la voce calda e accogliente probabilmente era il vento, l’aria, insomma qualcosa che apparteneva a quel mondo e che mi stava richiamando a sè.... Sorrisi alla ragazza Hai sentito anche tu come una specie di voce...? chiesi con un po’ di titubanza. Ricordo che nè Peter nè Susan mi avevano risposto di sì. Solo Ed sembrava essersi sentito attratto da quell’armadio come era successo a me...
    Subito dopo venimmo disturbati da Arthur e ovviamente Riley non poté che lasciarsi andare in un commento assai plausibile Santo cielo, con una voce stupirà ma allo stesso tempo era quasi calda e dolce; insomma, pareva aver preso bene tutto quanto e non ne era terrorizzata. Anche se però le sue gambe la fecero indietreggiare un pochino; probabilmente io suo corpo ne risentiva di queste stramberie. Arthur probabilmente aveva colto solo quel lato comportamentale e non aveva prestato attenzione alla voce che non esprimeva affatto terrore, ma piuttosto curiosità. Io si, del resto ero un’abile osservatrice io!!!
    Chi e cosa sei tu? parló Riley con un tono di voce forse un po’ maleducato, ma proprio nel mentre in cui egli si stava rivolgendo a me. Il mio sguardo vagava da Riley ad Arthur e poi di nuovo a Riley...Notai che lo sguardo di lei cominciava ad ammorbidirsi e forse la paura di poco fa stava scemando. Forse era per la paura che si era rivolta così a lui..
    Poi corremmo per cercare riparo e li capii che dovevo dirle tutto; anche Arthur parve della stessa idea. Pure la mia amica manifestò presto il suo voler sapere cosa stava succedendo, e come darle torto...Vi volete decidere a spiegarmi qualcosa per favore? Come si esce da questo posto? Ma sopratutto, cos'è tutto questo?. Ehi ehi ehi!!!, una domanda alla volta grazie!!! esclamò il fauno un pò con tono forse non troppo pacifico, del resto erano esseri che si spazientivano abbastanza in fretta. Entriamo dentro e lì ti spiegherò tutto Riley feci allora io per cercare di calmare gli animi e aprendo una porticina alla vista invisibile (perché sembrava la corteccia) dell’albero. La intimai poi ad entrare, anche perché quella tormenta di neve entro breve ci avrebbe seppelliti. La ragazza un poco titubante (almeno così mi parve) entrò nella casa di Arthur, seguita a ruota da lui ed infine da me. Il fauno ci fece accomodare su delle poltrone ricavate da grossi arbusti; per me l’interno era ormai consueto, cosa che però non poteva essere per la mia amica. Il tutto era ricavato dalla natura, dagli utensili, alla mobilia, alle pareti ovviamente. Mentre Regina Lucy spiegherai quello che devi spiegare io preparo del te, ne gradite!? fece il fauno andando in un angolino dove c’era tutto l’occorrente che gli serviva. Io aspettai che Riley finisse di perlustrare con lo sguardo ogni singola cosa ci fosse lì dentro, e poi iniziai a spiegarle. Dal mio primo passo mosso all’interno di quell’armadio, al fatto di essermi ritrovata in un mondo non mio ma fantastico, in cui inizialmente io e i miei fratelli ci rifugiammo per scappare dalla guerra; mondo che però ben presto scoprimmo essere nostro...Mondo in cui ci appartenevamo come Re e regine...Mondo che salvammo...Mondo in cui conobbi Aslan e tutti i suoi personaggi “magici”. Il mio volto e la mia voce erano probabilmente sognanti e non feci caso alle espressioni che Riley poteva avere in quel momento, troppo concentrata in questo bellissimo salto nel tempo!
    E al sentire nominare Aslan, Arthur tossicchiò porgendoci le tazze con il te caldo. Bene. Arriviamo al dunque. Aslan è sparito. Di nuovo. Non c’è più. Non sappiamo nemmeno se sia ancora vivo...Non sappiamo niente di niente. È come se non fosse mai esistito andando avanti con i giorni. Ora infatti solo pochi di noi ne hanno ricordo. E io sono uno di quelli... parlò tutto d’un fiato senza togliere lo sguardo su di me. Io sgranai completamente gli occhi mentre fuori un vento potente aveva preso a soffiare, per poi smettere d’improvviso. Ed ecco spiegato tutto questo cambiamento climatico repentino. Cosa vuol dire che Aslan è sparito?. Io a quel leone ci tenevo tantissimo, ne ero affezionata come lo potevo essere per Susan etc...Non potevo crederci che ciò che Arthur andava dicendo fosse il vero, che poi addirittura stava scomparendo dai ricordi degli abitanti di Narnia...Sul mio volto solcò una calda lacrima amara che si spense nelle mie fredde labbra. Sapevo che noi Pevensie saremmo stati gli unici che avrebbero potuto salvare Narnia nuovamente ma al momento non riuscivo a pensare a niente di razionare, solo a piangere la perdita di Aslan.
    Guardai Riley per capire se ci stava credendo o meno a tutto quanto, dal mio discorso a quello del fauno...
    Lucy Pevensie
     
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    Il fauno sembrò spazientirsi.
    Beh, avrei reagito anch'io in quel modo, se qualcuno mi avesse tempestato di domande come avevo fatto io.
    Avevo sbagliato, non dovevo fare così e comportarmi in quel modo. Tra l'altro, non aveva nemmeno l'aria di essere una creatura aggressiva o malvagia.
    Non da come si stava comportando con la piccola Lucy, anzi, sembravano quasi conoscenti di vecchia data, o forse mi sbagliavo a riguardo.
    « Ehi ehi ehi!!!, una domanda alla volta grazie!!! » disse lui. Mi bloccai limitandomi ad osservarlo.
    Ma prima che potessi dire o fare qualcosa, la ragazza ci invitò ad entrambi entrambi. La guardai, « Entrare Lucy ? » non mi era chiaro dove mi voleva portare ma, ben presto, la risposta a quella domanda arrivò da sola. La corteccia dell'albero lì vicino in realtà era una porta. Si, per quanto assurdo poteva essere, era una porta camuffata da corteccia. « Oh » .
    Finalmente, si erano decisi a spiegarmi qualcosa e non vedo l'ora di sentire tutta la verità. Nel frattempo, la tempesta di neve non voleva placcarsi. A differenza della pioggia di prima, continuava, incessante a posarsi fiocco dopo ficoco a terra.
    Seguì il fauno ed entrai, seguita poco dopo dalla ragazza.
    Mi accomodai su una poltrona che sembrava essere ricavata da degli arbusti. Se non altro, al momento eravamo tutti al riparo dal gelo. Mi guardavo attorno incuriosita da ciò che mi circondava.
    La maggior parte dei mobili e degli utensili, erano ricavati da ciò che la natura poteva offrire « E' carino qui » , non era esattamente il mio stile ma lo trovavo carino ugualmente.
    « Mentre Regina Lucy spiegherai quello che devi spiegare io preparo del te, ne gradite!? » , regina. Di nuovo quel termine usato verso la Pevensie. Continuavo a chiedermi cosa mi nascondesse. « Si grazie, lo prendo molto volentieri » una tazza di thè, qualcosa di caldo faceva giusto al caso.
    Finalmente Lucy inziò la sua spiegazione.
    Me ne stavo in silenzio ad ascoltare parola dopo parola. Lei e suoi fratelli avevano scoperto quel posto per scappare dalla guerra. Quel mondo era loro e lo avevano salvato. Nominando anche un certo Aslan.
    Ma sentendo quel nome, Arthur tossì, spiegando che Aslan era sparito e che nessuno sapeva dove fosse finito, ma sopratutto se era ancora vivo. Ma non fu solo quello. Alcuni non ricordavano nemmeno che fosse esistito. « Chi è Aslan? » chiesi, ero rimasta in silenzio fino a quel momento e ora, volevo sapere chi fosse.
    Il racconto della rossa mi sembrava così strano ma allo stesso tempo veritiero. Non sapevo più a cosa credere.
    Ultimamente avevo visto e sentito cose che prima, non credevo nemmeno nella loro esistenza. Forse non mi stava mentendo e forse, quel mondo, quel luogo esistevano davvero e io, non stavo semplicemente sognando.
    Riley Anderson
     
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    Si vedeva che Riley aveva capito che non doveva preoccuparsi e spaventarsi per via di quella strana creatura che ora si era ritrovata davanti. Aveva fatto anche piuttosto in fretta, probabilmente perché al loro fianco vi ero anche io, una sua amica. Quando conobbi Arthur ero sola e beh, ci misi un po’ a comprendere tutta la situazione; in realtà neppure poi così molto, ma questo perché ero solamente una bambina di circa 10 anni -come lo ero ora- per cui credevo alle favole.
    Una volta all’interno della casa, la mia amica si guardava intorno stupita e -se potevo dire- anche affascinata. Credevo fosse una ragazza razionale, una di quelle che non credeva a nulla se non vedeva, una convinta delle sue idee, eppure davanti ad una situazione del genere sembrava una bambina affascinata da tutto quanto. Sorrisi divertita e il fauno se ne accorse, ma ovviamente non poteva saperne il motivo. E' carino qui fece ella trovandomi pienamente d’accordo. Io ero abituata a tutto ciò ma ugualmente mi ritrovai a guardare curiosa e affascinata come fosse la prima volta.
    Avevo detto ragazza razionale Riley; beh, credo che potessi sbagliarmi con questa mia affermazione, perché quando spiegai la mia storia, quando spiegai di questo mondo parallelo, ella mi ascoltava con sguardo attento e limpido, sguardo di una che ci credeva a ciò che stava ascoltando. Credeva alle mie parole quindi, per quanto difficile potessero essere e sembrare.
    Chi è Aslan?. Era rimasta in silenzio per tutto il mio racconto, ma quando nominai il leone, ella non poté fare a meno di chiedermi chi egli fosse. Aslan, il mio carissimo leone dal pelo dorato e morbido. Figlio dell'Imperatore d'Oltremare, colui che aveva creato con il suo canto Narnia e tutti gli animali che la popolavano, concedendo loro il dono della parola, come egli stesso possedeva. Ma io risposi più semplicemente dicendo Aslan è un leone parlante che ha creato questo mondo -Narnia-. Una sorta di Gesù per i terrestri, praticamente. Solo che si fa vedere.. Mi fece strano dire “terrestri”, in fondo lo ero pure io!
    Già, Aslan si faceva vedere da tutti i Narniani (ci potevamo chiamare così!?), e ora a quanto pareva era sparito. Scomparso. Di nuovo. E questa volta la faccenda sembrava più difficile, in quanto, stando alle parole di Arthur, pochissimi abitanti si ricordavano di lui. Dovevo fare assolutamente qualcosa. Finì il mio tè con un lungo sorso. È perché diamine non mi hai detto che era scomparso!? domandai un po’ adirata poggiando con enfasi la tazza ormai vuota su un tavolino di legno. Domanda alquanto stupida di cui sapevo ovviamente la risposta: come avrebbe potuto rintracciarmi se io vivevo a Vancouver, sulla Terra!?!!! Lo troveremo!!! esclamai ad alta voce fiera e potente, anche se era quella di una bimba di 10 anni. Guardai verso Riley sperando di trovarla in pieno accordo con me, e non so che espressione potesse avere avuto quando esclamai quella frase, dal momento che la mia enfasi, mi fece prendere la mia amica per braccio e la trascinai fuori dalla casetta sull’albero. Perfetto. Ha smesso con la tempesta e ora il cielo pare tranquillo... dissi speranzosa. Il cielo poteva aiutare l’entusiasmo o distruggerlo; e il sole limpido non poteva che aiutarlo! Arthur ci fece vedere un foglio in cui aveva scritto i luoghi di Narnia, messi in ordine alfabetico. Il primo -Calormen- era stato depennato. Il Fauno ci spiegò che lì erano già stati a controllarlo. Pure il secondo -Charn- aveva un segno perché, come ci spiegò Arthur, lo stavano controllando ora alcuni sui amici. <b>Ora dobbiamo perlustrare la Foresta di Mezzo o Galma, a voi la scelta.[/color] ci disse Arthur.
    Io guardai Riley, volevo lasciare a lei la scelta, che magari avrebbe portato più fortuna, che ne so, magari essendo un’estranea avrebbe azzeccato la zona corretta!!! Puoi scegliere te, Riley? le chiesi dunque speranzosa. La prima chiaramente è una foresta, ovviamente ben distante dalle foreste a cui te puoi essere abituata, è una zona molto, molto, moltissimo vasta. La seconda è un’isola a cui si può facilmente accedere. le spiegai molto vagamente, perché non avevo tempo per dilungarmi.
    Lucy Pevensie
     
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    Alla spiegazione di chi fosse Aslan rimasi senza parole.
    Ascoltai Lucy in silenzio, senza dire nulla. Era un leone, un felino parlante ,una specie di salvatore per il mondo di Narnia?
    Allora quel posto aveva anche un nome, non era il loro giardino di casa. « Oh ... » ero rimasta senza parole. E le credevo, la cosa più assurda e che credevo a quello che mi stava raccontando. Sorseggiai un po' di thè, cercando di trovare qualcosa da dire, qualcosa di sensato. Nel frattempo, la Pevensie si era adirata, si era infuriata del perché nessuno l'aveva avvisata di quello che era successo.
    Del perché nessuno le aveva detto della sparizione di quel leone.
    Ancora una volta rimasi nel mio silenzio, ad ascoltare. Avevo già detto più del dovuto prima e, non volevo interferire o peggiore la situazione.
    Parlò ad alta voce, dicendo che lo avremmo trovato. « Certo che lo troveremo » , mi guardò, mi guardava come se stesse in qualche modo cercando la mi approvazione.
    Io l'appoggiavo, dopo aver ficcanasato in giro dove non dovevo, aiutarla era il minimo che potessi fare. Terminai il thè, buttando giù quel che rimaneva in un solo colpo.
    Ma, non appena appoggiai la tazza sul tavolino, Lucy mi afferrò per un braccio e mi trascinò fuori dalla cassetta sull'albero. « E' vero, finalmente un po' di quiete » , alzai lo sguardo verso il cielo. Il tempo si era finalmente calmato e la tempesta era cessata. Il tutto, sembrava essersi tranquillizzato.
    Speravo che durasse così per molto tempo ancora. Non mi andava di beccarmi un altro acquazzone o di congelare in un solo istante. « Ma è sempre così "strano" il tempo da queste parti? » Forse, era una domanda un po' fuori luogo e fuori contesto, ma ero curiosa lo stesso. Volevo sapere se il tempo a Narnia, cambiava davvero così rapidamente.
    Arthur ci seguì fuori, portando con se un pezzo di foglio. Solo in un secondo momento mi resi conto che era una specie di mappa. Sopra, vi erano riportati tutti i luoghi di quel mondo. Il primo luogo che lesse era "Calormen", ma quel posto era già stato controllato. "Charn" fu controllato anche quello. Due luoghi in meno dove cercare. Ci avevano pensato alcuni amici del fauno a farlo.
    Ora, avevamo due scelti, La Foresta di Mezzo o Galma.
    La ragazza mi spiegò brevemente di cosa si trattavano : una foresta e l'altra, era una specie di isola facilmente accessibile. « Beh, non saprei » , avevo io l'onore di scegliere. E se, facevo la scelta sbagliata? Rimasi a riflettere sopra per qualche secondo, prima di apri bocca. « Vada per la Foresta di Mezzo », quella fu la mia scelta. « Mi hai detto che è vesta, ma siamo in tre, non dovremmo avere grossi problemi ... spero ». Spostai lo sguardo sulla rossa. Arthru sarebbe venuto con noi? Nel caso, eravamo in tre a perlustrare quel posto. Dunque, non vedevo grossi problemi nel farlo.
    Riley Anderson
     
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    La mia amica mi guardava estasiata mentre le raccontavo quanto c’era da sapere, e la cosa bella era che non mi stava prendendo per pazza. Ne fui molto felice. Come quando mi rispose con enfasi con un Certo che lo troveremo quando parlando di Aslan scomparso, quando la guardai con aria speranzosa alla ricerca della sua approvazione.
    Ma è sempre così "strano" il tempo da queste parti? domandò Riley e io mi affrettai a risponderle no, è perché Aslan è sparito. È grazie a lui che Narnia vive in equilibrio... ora appunto spezzato perché lui non c’è più... ammisi infine con tristezza, mentre probabilmente il mio sguardo si fece più cupo.
    Una volta fuori e spiegata tutta la situazione, lasciai la scelta a Riley su dove indagare e il fauno era pienamente concorde con me. Non era per scaricare la decisione su di lei, in modo che se si fosse rivelata sbagliata avremmo incolpato lei, semplicemente era una mente estranea a questo luogo e magari avrebbe avuto una fortuna in più rispetto a noi. Io, del resto, mi sarei fatta influenzare dalla preferenza che riversavo nell’isola, per cui avrei optato per quella scelta. E se si fosse rivelata sbagliata non me lo sarei mai potuta perdonare.
    Vada per la Foresta di Mezzo esclamò infine Riley, dopo averci pensato per qualche minuto su -e chissà perché...- Forse le avevo dato un compito assai difficile...Mi dispiace... feci allora io con un sussurro, mentre le toccai in fianco. (Avrei preferito poggiare la mia mano sulla sua spalla, ma la mia altezza non me lo permetteva...del resto ora ero una bambina...).
    Mi hai detto che è vesta, ma siamo in tre, non dovremmo avere grossi problemi ... spero fece ella infine mentre il fauno mise le cose in chiaro. Lei non sarebbe andata assolutamente da sola. Le squadre erano due, il fauno da una parte e noi due ragazze dall’altra.
    Allora noi andiamo per di qua!! feci io spostandomi sul sentiero che dava a destra, mentre Arthur prese quindi l’altro. Ci augurammo buona fortuna e prima di lasciarci, ci guardammo con uno sguardo deciso e speranzoso. Eravamo combattivi e pieni di grinta nel trovare il nostro Aslan.
    Sai, hai scelto il luogo più difficile che ci potesse essere, ma non ti preoccupare...prima o poi dovevamo venire anche qui. E ora ti spiegherò il motivo. Comunque sono sicura che non saremo da soli. Arthur andrà a chiamare altre aiuti sicuramente!!! le dissi io con tono dolce e calmo, per farle vedere che la sua scelta non la ritenevo per niente sbagliata. Poi le spiegai di cosa si trattasse questa foresta, che ovviamente non aveva nulla a che fare con le foreste a cui era abituata lei. Le dissi che era formata da numerosi stagni che conducevano in altri luoghi. In pratica non dovevamo quindi esplorare solamente la foresta, ma anche tanti altri luoghi. Poi mentre stavo spiegando a Riley della foresta, improvvisamente arrestai di potenza i miei passi e presi la mia amica per mano, strattona sola a me. Solo ora mi ricordai...Amavo Narnia e amavo i suoi posti. L’avevo amata la mia prima volta, dove mi rifugiai scappando dalla guerra, e la amai anche in tutte le volte successive, in cui continuavo a trovare in lei una sorta di benessere e di evasione da una vita che trovavo assai piatta e noiosa. Per questo scelsi anche di viverci, in lei avevo trovato il mio posto sicuro, il mio habitat naturale...Narnia aveva dei posti spettacolari e uno di essi era la foresta di Mezzo. Ma non fu subito amore con lei... Camminavo felice perché quanto mi aveva detto Tumnus, il mio primo amico di Narnia, nella Foresta di Mezzo si celavano tantissimo posti interessati, nascosti da degli stagni. Strani posti, mi aveva detto. Così eccomi lì, che alla mia prima occasione mi allontanai dai miei fratelli e mi diressi nella foresta alla ricerca di quei stagni...Trovai una foresta assai calma, dove vi regnava il silenzio e pure un caldo soporifero...strano posto davvero...e poi...ciao! mi sentii dire da uno scoiattolo. Ciao! esclamai allora io di rimando. Salve, da dove vieni? mi sentii domandare e io fui pronta a rispondere con un Sono sempre stata qui mentre gli sorridevo beota. Che razza di domanda mi faceva quel piccolino!! Piuttosto, lui che vi faceva qui, nel mio posto natio. Glielo chiesi e come risposta ottenni la mia identica risposta. Mi stava forse prendendo in giro?... quello che imparai quel giorno, o forse nei giorni a seguire, non ricordo bene quanto duró quella mia amnesia, era che quella Foresta ti faceva dimenticare ogni cosa e ti ricreava una sorta di vita fittizia, in cui credevi di essere sempre vissuto lì. E non c’è lo potevamo permettere ora!!! Riley!! Abbiamo un problema!!! Me lo ero scordata... Esclamai io fermamente guardandola dritta negli occhi. Dimmi che con te hai una penna, un foglio...un qualcosa su cui scrivere!!! dissi tutto d’un fiato prima che il tepore della foresta potesse inebriare i suoi sensi. Con me non aveva più effetto ciò, ormai ero di casa, ma lei sarebbe caduta vittima di quella “magia”...E dovevo farle scrivere di fidarsi di me, qualsiasi cosa fosse accaduta. Perché poi le sarei diventata una perfetta sconosciuta mentre la cresta sarebbe divenuta casa sua. E non era affatto quello di cui avevano bisogno...
    le avrei spiegato poi ogni cosa...
    Lucy Pevensie
     
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    Più la rossa mi spiegava e più iniziavo a comprendere molte cose.
    Aslan portava la pace e l'equilibrio in quel mondo. Evidentemente, senza di lui esisteva solo il caos. E quella calma, a causa della sua sparizione si era spezzata. Annuivo con la testa senza dire niente.
    Alla fine, sembrò che la mia decisione sul dove andare andasse bene. Mi auguravo veramente di aver preso la decisione giusta. Ma quella sicurezza crollò ben presto.
    Secondo le parole di Lucy, avevo scelto il luogo più difficile. Ma dovevamo ugualmente passarci prima o poi. Il fauno, ci avrebbe aiutate grazie ai suoi amici. « Mi dispiace » dissi con un po' di dispiacere. Era assurdo, sceglievo sempre le cose più difficili dalla vita. E non solo per quanto riguardava il punto nella mappa, ma per le scelte che facevo durante tutti i giorni. Cosa potevo farci? Amavo le sfide.
    Mi spiegò che quella foresta era diversa, non era come tutte quelle che avevo visto e a cui ero abituata. Rimasi ad ascoltarla, parola per parola.
    Mi raccontò che era formata da diversi stagni e conducevano in luoghi diversi. Dunque, dovevamo andare ai vari punti di sbocco che conduceva « Ora comprendo ».
    Improvvisamente, la rossa arrestò il passo strattonandomi per una mano. Mi voltai immediatamente verso di lei. « Tutto bene ? », le chiesi se era tutto apposto, se andava tutto bene. Mi chiese se avevo una penna e un foglio con me. « Provo a vedere », ero decisamente impreparata, ma non uscivo mai di casa senza una penna o qualcosa su cui scrivere.
    Infatti, rovistando nella borsa ,trovai la penna in questione e un foglietto scritto da un lato. Era la lista della spesa ma da una parte, era ancora perfettamente scrivibile. « Può andare? » glielo feci vedere, avevo solo quello a disposizione.
    Riley Anderson
     
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    Alla mia richiesta della penna, Riley inizió a rovistare nella sua borsa alla sua ricerca, mentre i miei occhi non si staccarono un attimo da lì. Speranzosi.
    Può andare? mi disse poco dopo mostrandomi penna e foglietto, che io presi con grande foga perché ero avida di scrivere, prima che la foresta facesse il suo incantesimo su di lei. Credi ad ogni parola detta dalla ragazza che dice di chiamarsi Lucy Pevensie scrissi a caratteri lineari anche se un po’ sbavati dalla fretta e glielo misi in mano. Aspettai che lo leggesse. Tienilo stretto in mano e non lasciarlo mai. Questa foresta ha il potere di cancellarti la memoria su chi sei e cosa stai facendo.. E a quanto pareva Riley era ancora in sè. Bene: iniziamo!!! dissi esclamando con grande foga e piena di entusiasmo; così dovevo affrontare anche quella prova!! Aslam l’avremmo trovato, l’avrei trovato a qualsiasi costo!!
    Camminammo per il sentiero con passo sicuro, del resto io sapevo muovermi benissimo in quel luogo, e ovviamente non perdevo mai di vista la mia amica, perché non sapevo quando il tepore soporifero della foresta avrebbe fatto il suo effetto su di lei. Tutto intorno a noi regnava la calma più assoluta, segno che non c’era nessuno, per cui anche di Aslam non c’era nessuna traccia. Improvvisamente iniziai a ragionare come un leone. Se fossi stata Aslam non avrei camminato per il sentiero, ma mi sarei incamminata a casaccio, in mezzo agli alberi, agli arbusti e insomma alla natura più selvaggia. Un leone di certo non ha bisogno di un sentiero per muoversi! Fu così che mi voltai verso Riley Pronta ad inoltrarci? le dissi indicandole il cuore della foresta. E così eccoci a camminare fuori dal sentiero e io non stetti più zitta e costrinsi Riley a fare altrettanto. Avevo bisogno di sentire la sua voce per essere sicura che ella fosse sempre dietro di me e in sè. Iniziai a parlare della scuola, argomento che ci accomunava e poi virai il discorso su una cosa che le piaceva fare...Intanto continuavo a guardarmi intorno alla ricerca di qualche indizio, qualche traccia, un’arma di leone...ma ancora niente di niente. E ben presto saremmo arrivate al primo stagno. Riley però improvvisamente smise di rispondermi. La foresta l’aveva presa...
    Lucy Pevensie
     
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