Strangers When we Meet

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    Erano più o meno le due di notte, di una serata fredda e stellata che ultimamente Vancouver sapeva regalare. Barbara Kean lo sapeva bene, visto che ultimamente si era ritrovata a fare un po’ più tardi del solito. Il suo locale stava diventando sempre più gettonato, per cui lei, che ne era la proprietaria, si stava mostrando con clienti e potenziali clienti, per istaurare un certo tipo di rapporto. Quella sera ad esempio aveva concluso l’affare con un pappone che le aveva offerto un paio di sue ragazze come cameriere ed intrattenitrici del dopo cena. Barbara aveva avuto un colloquio con tutti e tre e, trovando l’offerta e la merce interessante, aveva proposto loro un mese di prova. Quella stessa sera Angie e Tangerine avevano iniziato a danzare per il nightclub. Angie e Tangerine, i nomi suonavano molto bene, entrambi protagoniste di due canzoni diverse, di due band diverse. In accoppiata, suonavano bene. Avevano appena finito il turno quando anche Barbara decise di rincasare. Camminando per le vie illuminate da fievoli lampioni, la Kean aveva tirato un sospiro profondo arrestando i suoi passi, con decisione e fierezza...Ok, era arrivato il momento di farla finita...
    Nevicava copiosamente quel giorno e Barbara non era preparata. Ok voleva rovinarsi la sua uova capigliatura per cui entrò dentro il primo locale aperto. Ordinó una tisana alle erbe bella bollente e poi si accomodó ad un tavolino. Tirò fuori dalla sua valigetta un taccuino e una penna e si mise a fare due calcoli. Sia matematici che tattici. Era intelligente quindi l’uso della calcolatrice non le serviva affatto, grazie a quel suo intelletto superiore alla norma. Qualcosa però inizio ad infastidirla e quando alzò lo sguardo verso quella fastidiosa sensazione, si ritrovò a guardare una cabina telefonica al di là della strada. Non ci fece più caso e proseguì con il suo lavoro.
    Una settimana più tardi si trovava all’angolo della Robson Street, dove stava aspettando un mafioso di un’altra città. Era ovviamente quasi notte fonda e con se portava una valigetta piena di armi. Ma solamente lei è questo mafioso lo potevano sapere. L’uomo arrivó tutto incappucciato e in meno di un paio di minuti, i due conclusero l’affare. Stava per voltare i tacchi quando nuovamente la Kean percepì nuovamente quella stessa sensazione alla caffetteria. Ma nuovamente non c’era nessuno.
    Due giorni più tardi era al poligono a fare qualche prova con una delle pistole che aveva da poco acquistate. Era abile con le armi, e non solo per spacciarle!!! Bastava vedere i colpi che andarono tutti a buon fine; tutti tranne uno. Si voltó istintivamente, nuovamente percossa da questa strana sensazione.
    Insomma, da due, forse tre mesi Barbara si sentiva spiata. Non era la prima volta che ciò accadeva, ma questo doveva essere piuttosto tosto da non farsi beccare. E la cosa iniziava ad infastidirla sempre di più...Chiunque esso fosse la stava spiando nel suo lavoro, nei suoi affari...

    Ora basta! Mostrati a me!!! Sono stufa di questi tuoi giochetti!! aveva dunque esclamato con voce cristallina, seria e alta. Dove non traspariva nessuna paura o timidezza, anzi. Barbara era sempre spavalda e temeraria.
    Barbara Kean


    Edited by woozy. - 24/1/2020, 17:23
     
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    Barbara Kean.
    Una donna divenuta importante per essere la proprietaria di una galleria d'arte, in un'altra città, a Vancouver il suo nome era spesso associato ad un night club, ma ad Anthony interessava poco questo campo, piuttosto gli interessava la parte in cui la donna era diventata conosciuta dai pezzi grossi della mafia. Poteva essere un'ottima alleata per i suoi scopi, creare il caos tra le mafie, tirare il giusto filo per vedere crollare tutto, osservando divertito il casino che avrebbero combinato gli uomini, facendosi l'uno con l'altro. Oh, beh, se l'uomo voleva così tanto uccidere i suoi simili, perché non accontentarlo?
    Così, il demone iniziò a seguire la donna, dopo aver fatto fare le dovute ricerche tra gli archivi infernali, per vedere che tipo di persona fosse; la prima volta fu durante una giornata di gennaio, lei era dentro un locale a scribacchiare qualcosa, lui ricevette una chiamata dall'Inferno, laggiù agli archivi avevano trovato altre informazioni utili, così il demone si rifugiò dentro una cabina telefonica e, mentre si memorizzava i vari dettagli, non distolse lo sguardo dalla sua futura... Vittima? Socia? Dipendeva dalla sua bravura ad uscire dai possibili guai. Una volta soddisfatto, riagganciò la cornetta e andò via, non aveva voglia, quel giorno, di fare affari.
    Una settimana più tardi, di notte, Anthony preferì assistere di persona ad un affare della donna, così si sdraiò sulla ringhiera di un balcone in cui aveva una vista stupenda. Vide l'uomo incappucciato, colui che gli avevano detto dagli archivi di avere appuntamento con la signora Kean, arrivare e in pochi secondi conclusero l'affare, celeri, precisi, e per lui non c'era più nulla da fare al momento, così scomparve, tornando nel suo appartamento.
    Come ultima cosa, Anthony voleva verificare la bravura della donna con le armi, visto che nel vendere non era male, così dopo due giorni, all'interno della sua Bentley, la voce di Freddie Mercury smise un secondo di cantare
    Killer Queen per riferirgli di una prenotazione al poligono a nome della sua preda, così il demone fece un'improbabile ma ben riuscita inversione ad U e si diresse al poligono. Dopo aver eluso la sorveglianza, facendo credere che fosse un loro cliente, Anthony si sedette scomposto ed ordinò un angelo azzurro; anche quella volta non distolse lo sguardo dalla donna, notando con piacere che i colpi andavano a segno, tranne uno, che gli fece sfuggire un verso di scherno, finendo il drink per andare nel proprio negozio, le sue piante avevano bisogno di essere controllate.
    Arrivò poi quella sera, una serata dannatamente meravigliosa nel vedere il cielo terso e milioni di stelle sopra la sua testa; sarebbe rimasto volentieri ad osservare lo spettacolo, ma aveva da fare, era arrivato il momento di incontrare di persona la donna. La beccò a passeggiare lungo le strade e cominciò a seguirla a modo suo: camminando bellamente sulle grondaie dei tetti, nascosto dal buio, a una decina di metri di distanza da lei.

    Quando Barbara si fermò, anche Anthony fece lo stesso, osservandola; quando udì l'ordine urlato all'aria dalla donna, al demone scappò una risata, decidendo di rimanere in silenzio e immobile: se quella credeva che con un ordine poteva avere tutti ai suoi piedi, persino un demone, si sbagliava di grosso. Se si fosse fatto vedere, le avrebbe dato la possibilità di credere che era in suo potere, cosa che non voleva assolutamente fare, essendo stato sempre uno a cui gli ordini andavano stretti, se non quelli strettamente necessari, e poi dov'erano le buone maniere? Non era certo così che ci si doveva comportare ad un primo incontro.

    Poi, cambiando idea, Anthony tirò su un angolo della bocca, divertito, Se proprio vuoi, le urlò, immobile, Voltati tu, non sono io quello che ha paura di essere pedinato.
    Anthony J. Crowley


    Edited by Kira7 - 7/2/2020, 00:05
     
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    Se c’era una cosa che Barbara odiava dal profondo del suo cuore era proprio il fatto di essere seguita e che quel suo “stalker” non si palesasse quando era palesemente stato scoperto. Sperava quindi di trovare un certo tipo di divertimento quando, stufa dell’essere spiata, urlò con voce decisa di uscire allo scoperto. *Vediamo se hai le palle* pensó fra se la bionda criminale, poggiando la mano destra sulla tasca della giacca in cui nascondeva -dietro- la sua pistola.
    Ma nel vicolo caló il silenzio e solo il fruscio dell’aria gelida di faceva sentire in una leggera cantilena che iniziava a irritare la donna, la quale dopo aver aggrottato lo sguardo in segno di disprezzo, si apprestò nuovamente a parlare, ma la sua voce fu subito coperta da quella più calda dello stalker Se proprio vuoi disse urlando e la Kean si stava ancora più spazientendo dal momento che l’uomo che aveva parlato lo aveva fatto in maniera del tutto arrogantemente, senza contare che non si era ancora fatto vedere. Voltati tu, non sono io quello che ha paura di essere pedinato. aggiunse poco dopo. Arrogante, fastidioso, punzecchiante, sarcastico...No, Barb non ce la poteva fare! Ma face come suggerito, e mentre si voltava, estrasse la sua pistola e la puntò contro il Demone. Così Barbara si era ritrovata a puntare la sua arma ad un’omino esile, abbastanza alto, dai capelli di un rosso cupo (ma forse ciò era dovuto al fatto che fosse lievemente illuminato dal lampione della via) non hai neppure il coraggio di mostrarti alla luce eh!! aveva quindi esclamato la donna notando che il suo stalker stava in penombra. Che cosa vuoi da me!? domandò poi andando dritta al sodo, curiosa di conoscere la risposta, che sperava potesse arrivare. Il suo volto non esponeva ne paura ne stupore, ma solamente mostrava una donna fiera e coraggiosa: Gotham l’aveva forgiata bene...
    Barbara Kean
     
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