Cake by the Ocean

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    Ecco. Sapevo che Sybil, la mia amica più stretta da quando ero arrivata a Vancouver, mi aveva incastrato per la festa di Pasqua che organizzava la cioccolateria della città, luogo che io non frequentavo mai, visto che il mio lavoro di modella non me lo permetteva! Ma sapevo che Sybil si sarebbe proposta e avrebbe inserito pure il mio nome!!
    E così, eccomi settimane prima ad occuparmi di preparare il cartellone che poi sarebbe stato affisso allo Stanley Park, luogo dove io e altri ragazzi avrebbero venduto uova esclusivamente fondente, alle persone.
    Mi ero informata, per la città sarebbero state allestite tre zone, una a Robson Street che vendeva cioccolato al latte, una ad un college della città che vendeva cioccolata bianca, e una al parco con cioccolata fondente.
    Non che non mi piacesse come idea, anzi, la trovavo alquanto carina questa iniziativa per Pasqua, ma c’era un piccolo ma. A causa di un mio piccolo problema facevo fatica a rapportarmi con il prossimo, e per vendere cioccolata, dovevo rapportarmi al prossimo!
    Fantastico!!! Sei brava!!! esclamò Sybil nel vedere il cartellone concluso. Non avevo fatto chissà cosa, fidatevi. Avevo scritto con caratteri lineari a doppio bordo Lasciatevi incantare dal profumo e stregare dal sapore, slogan scelto dalla cioccolateria. Poi avevo stampato una foto del locale e l’avevo centrata nel foglio e sotto di essa avevo scritto cioccolato fondente in ogni sua forma.
    A quanto pareva noi dovevano vendere il cioccolato fondente e il nostro colore era il rosso. Per questo nella zona del parco adibita alla rivendita pasqualizia, c’erano tante bandierine di quel colore.

    Pasqua era arrivata. La mattina mi ero svegliata all’alba, cosa che non mi pesava affatto fare, mi preparai con tranquillità, e poi mi trovai davanti l’entrata est del parco con Sybil. Ci dirigemmo verso la zona a noi interessata e con somma sorpresa (seguimmo le freccine rosse per trovarla) la trovai davanti ad uno dei laghi che c’era dentro il parco. Perché questa felicità? Perché io ero una sirena e l’acqua era il mio habitat. Amavo -giustamente- l’acqua, per cui avermela alle spalle mentre vendevo cioccolatini di vario genere, mi faceva sentire bene.
    Io e Sybil sistemammo tutte le varie forme di cioccolato mettendole in fila indiana e per ordine. All’estrema sinistra, raggruppati per specie, c’erano vari animaletti; di fianco avevano messo i fiori; poi le uova classiche o elaborate; poi le decorazioni, come fiocchetti e pacchetti; e all’estrema destra gli oggetti casalinghi; e poi quelli da meccanico tipo bulloni, viti etc...Insomma, ce ne era per tutti i gusti!!!
    E Questa invece è la nostra colazione!!!! la biondina mi passò un sacchetto che conteneva della cioccolata -ovviamente- ed un succo alla pesca. Sbuffai nell’estrarre il pesciolino toh, che fatalità!!! pensai però subito dopo con sguardo sorridente; lo rimisi nel sacchetto e presi il succo. Quello potevo berlo, ma me lo sarei tenuto per metà mattinata magari!!!
    Tirai invece fuori dal mio zaino una borraccia con una spremuta e due zollette di mais. Eh, l’essere una modella costava fatica, ed in effetti io ne risentivo molto. Ma dovevo in qualche maniera pagarmi la mia nuova vita. Qui fuori da Atlantide non avevo nessuno, e l’unica cosa che sapevo fare era nuotare. Certo. Ero un’abilissima nuotatrice (alle gare avrei vinto sicuramente) ma c’era un piccolo problemino: a contatto con l’acqua le mie gambe umane tornavano ad essere coda di sirena. Per cui l’unico lavoretto che trovai fu proprio quello da modella. Non mi piaceva molto, appunto per le varie rinunce, però alla fine, cos era il cioccolato per me? Una cosa nuovissima certo, e la mia curiosità era cosa altissima, ma alle volte qui in superficie dovevo bloccarla. Sapevo che la fondente era quella meno grassa e fatalità io ero circondata solamente dalla fondente...però. No, dovevo resistere!!!!
    Intanto il primo cliente arrivó e si rivolse a me. Io sorrisi e gli indicai la targhetta con i prezzi. La mia socia si apprestò subito a spiegare perdonala, non può parlare. È una ragazza muta. Ecco. Io odiavo rapportarmi con il prossimo proprio per questo motivo. Ero muta. Il bello però era che io la voce ce l’avevo eccome!!! E pure molto bella, ma per colpa di un maleficio fattomi da una strega, l’avevo persa. E chissà se mai un giorno l’avrei ritrovata!!!...
    Sbuffai alzando gli occhi al cielo, mentre poi misi su di un sacchettino la forma di tulipano scelta dal ragazzo. Che ringraziò cortese e se ne andò...
    Ariel


    Edited by woozy. - 4/4/2021, 15:09
     
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