Don't Forget Who you Are

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    “Caro diario,
    e così eccomi a Vancouver, città piuttosto misteriosa, ancora più di Mystic Falls.
    Come ti ho già detto sono qui per scoprire le mie origini, visto che da poco ho scoperto che esse sono antiche, di stregoneria o simili. Sì insomma, io sono una strega!! Buffo no!? Una strega, purtroppo ancora alle prime armi, quindi non so ancora fare chissà cosa, ma so ad esempio spegnere la luce con uno sguardo. E pure accendere piccole fiamme dal niente. Oh si, caro diario. Questa mia nuova vita mi piace da impazzire!!
    Caroline appunto è venuta con me visto che come Vampiro doveva certamente cambiare area; e devo dire che ci siamo ambientate bene entrambe.
    Di recente lei ha fatto la conoscenza di un licantropo, un certo Gabriel Moore, e lo sta aiutando in qualcosa che io ignoro; ma è bene così. Ho già troppi casini a cui pensare…"


    Elena alzò la penna dal suo diario e si soffermò per un’attimo a fissare il vuoto davanti a sé. Era partita dalla
    Virginia e aveva raggiunto il Canada seguendo una pista che riguardava le sue origini da poco scoperte. Era una strega, o per lo meno lo era per metà e fonti certe dicevano che a Vancouver c’era una grossa quantità di streghe. C’erano quindi più possibilità di scoprire qualcosa sulle sue origini magiche. Tutto le sembrava così fantastico, così magico…ma c’era un ma, e neanche tanto piccolo…

    "…perché anche se questa nuova me è fantastica, esserlo ha sicuramente anche dei lati negativi. L’altro giorno infatti ho visto un tizio strano che mi fissava…forse potrei continuare con lui, la mia ricerca. Ma non mi sembrava affatto affabile. Ne tanto meno una persona affidabile…Non so, aveva una strana aura intorno…"

    Il tizio strano starnutì nel fazzoletto di stoffa che poi ripose in tasca per poi guardare Bellatrix uscire dalla sua stanza.
    Il tizio strano si chiamava Tom Riddle e come Elena Gilbert era un mago per metà. E come Elena Gilbert era un doppelgänger, solo che al momento non sapeva nemmeno cosa significasse, figuriamoci esserlo…

    ***** Qualche giorno prima****


    Tom doveva trovare il modo di legare Nagini a sé, ancor di più di quanto già non lo fosse. Nagini era il suo animaletto domestico, ma era anche molto di più. Aveva dei grossi piani per lui e per il suo serpente; aveva da poco scoperto questa cosa chiamata Horcrux, un oggetto in cui un Mago oscuro può nascondere un frammento della propria anima al fine di raggiungere l'immortalità. E per i suoi piani di conquista del mondo gli sarebbero stati utili. Doveva far si che Nagini diventasse un Horcrux, ma non era cosa affatto semplice.
    C’è il sangue di una ragazza che ti sarà utile, gli aveva detto un potente stregone.
    E come la riconoscerò? domandò perplesso quando quel vecchio non gli aveva dato nessun indizio.
    Oh, non ti preoccupare. Quando la vedrai saprai che è lei!!.
    E fu proprio così. Stava camminando in una piazza della città, quando alzando lo sguardo vide ad una decina di metri Bellatrix che parlava con una biondina. Era vestita come Bellatrix mai si sarebbe vestita, e stava ridendo con una persona che lui non aveva mai visto. E non faceva parte di un piano della Black (magari si stava fingendo amica di quella biondina…) visto che al momento Bellatrix era sprovvista di piani. E per di più era fuori città.
    Gli aveva forse mentito? Impossibile. Tom Riddle si fidava ciecamente di Bellatrix Black. Però provò per sicurezza. Le telefono e quando dall’altra parte del telefono giunse la voce della sua ragazza, la ragazza dall’altra parte della piazza stava bevendo un frappé.
    Tom chiuse velocemente la conversazione mentre le parole dell’antico stregone gli rimbombavano nella mente: Quando la vedrai saprai che è lei!.
    Elena si sentì osservata e si voltò verso la fonte di tale oppressione, solo che non vide nessuno. Fu dopo la quarta o forse quinta volta che la mezza strega trovò chi la stava fissando. Non lo conosceva dunque non ne capì certamente il motivo.


    ***** Presente****

    Elena chiuse il diario e lo ripose nel cassetto del comodino e poi uscì perché doveva fare qualche compera. Doveva fare una pozione magica e le servivano degli ingredienti specifici, facilmente recuperabili in un drag-store.
    Immersa nella sua piccola spesa non si rese conto di essere andata a sbattere contro qualcuno.
    Oh mi dispiace molto!! si scusò, trovandosi davanti una ragazza dalla corporatura identica alla sua: dall’altezza alla fisicità. A gara facevano a chi fosse più magrolina. Quel giorno Elena portava i capelli acconciati un po’ mossi, e così anche quelli erano identici, se non per il colore diverso. Fu un po’ strano in effetti, per questo la mezza strega sorrise lievemente imbarazzata.
    Elena Gilbert eTom Riddle
     
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