Two Old Friends

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    Erano ormai diversi anni da quando avevo abbandonato la mia Isola che Non C’è, cosa che fra l’altro non ero nemmeno stato il solo.
    (Ebbene sì, consideravo mia quell’isola, dopo tutti quei secoli in cui avevo vissuto mille avventure grazie ad essa!).
    Quel giorno, che ricorderò sempre come giorno in cui quasi tutto era cambiato, eravamo stati in molti ad aver accolto l’occasione di lasciare quell’isola fatata. Trilli ad esempio fu la prima a seguirmi. Del resto lei non poteva vivere senza di me, come io senza di lei. All’epoca la consideravo una specie di sorella, le volevo un bene indescrivibile che andava al di sopra di ogni altra cosa. E solamente di recente, una volta finalmente cresciuto, capii che quel sentimento era amore. Si, ero finalmente cresciuto, ora ero perfino divenuto maggiorenne, ma il bimbo dentro di me continuava a vivere.
    Seconda fu TigerLily, quella che effettivamente ora come ora avevo capito essere lei una sorta di sorella per me. E terzo fu uno dei bambini sperduti che aveva precedentemente rischiato la sua vita contro Capitan Hook. Per questo volle immediatamente allontanarsi da quel posto, una volta che Wendy espresse il desiderio di ritornare a vivere nella sua Londra, trovandosi d’accordo con i suoi due due fratellini.
    Arrivammo così tutti nella capitale inglese, ma solamente io, Trilli e TigerLily decidemmo di non fermarci qui e di proseguire oltre… Da egoista qual ero, perché, ammettiamolo, io sono un egoista, avevo cercato di convincere Wendy a venire via con noi, ma ella ed il suo “no” furono abbastanza categorici!
    Per questo motivo me ne andai arrabbiato con lei. Con gli anni quel sentimento però mutò drasticamente: non ero più arrabbiato con lei, solo che ora mi mancava assai. Sentivo come un vuoto quando pensavo a Wendy Darling, un vuoto che non riuscivo proprio a colmare. Ne con Trilli ne con TigerLily; eppure il sentimento che sentivo per Wendy era di molto similare a quello dell’indiana. La consideravo una sorella?, no, forse era più appropriato dire che la consideravo una sorta di amica, la migliore amica! Per quello mi mancava così tanto.
    Nell’isola era stata come una mamma per tutti noi, ma ben presto capii che non era quello il sentimento che mi legava a lei…Insomma, con un genitore non si vivevano avventure come le avevamo vissute noi!!
    Mi mancava Wendy…
    Ma ora dovevo pensare a me e Trilli!!!! Dovevo riuscire a confessare i miei sentimenti alla fatina…Ma come si faceva?! Non ero pratico in queste cose e non avevo molte persone a cui chiedere un piccolo aiutino…Mi, ecco, vergognavo a chiedere certe cose, e TigerLily, l’unica forse a cui avrei per lo meno accennato il discorso, era partita per un piccolo viaggio alla scoperta delle sirene. Sono sicuro che lei sarebbe stata in grado di trovarle facilmente! Avevamo sentito che c’erano anche in questo mondo, anche se pareva che nessuno ne avesse avvistata una…

    Stavo girovagando per le vie della città quando una sagoma di schiena mi risultò essere abbastanza familiare. Quei capelli… solo che era un po’ più alta di come me la potevo ricordare…ma quei capelli…e quelle spalle, anche se un po’ più “robuste”, comunque mi evocavano alla mente…qualcuno
    Peter Pan
     
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    I ricordi della magica avventura che avevo vissuto verso la fine della mia infanzia, anzi, sarebbe stato più appropriato dire che quell’avventura aveva di fatto segnato la vera fine della mia infanzia, ma non era poi così importante, in qualunque modo scegliessi di esprimermi il risultato non cambiava: quei ricordi vivevano ancora dentro di me e non avrebbero mai cessato di farlo. Se chiudevo gli occhi potevo ancora sentire il profumo dei fiori che circondavano la casa sull’albero nell’Isola che Non C’è, mischiato all’odore della salsedine che veniva dal mare, così come potevo sentire le risate dei Bimbi Sperduti che giovano a riconrrersi o a rievocare qualche battaglia epica che avevano combattutto contro Capitan Hook e la sua ciurma. Era stata un’avventura magnifica, anche se alla fine quando era giunto il momento di scegliere avevo scelto di tornare a casa, ripensandoci ora, dopo molti anni, avrei voluto avere la possibilità di tornare sull’Isola, non spesso, solo ogni tanto, solo per avere di nuovo la sensazione di rivivere quei momenti, quelli belli, ma anche quelli meno piacevoli, quelle situazioni di pericolo che ti lasciavano addosso quella scarica di adrenilina che faceva scorrere più veloce il sangue nelle vene e accelerare il battito cardiaco. Sì, sarebbe stato davvero bello scappare dalla realtà.
    Non che la mia realtà fosse poi così male, anzi a dirla tutta non lo era affatto, avevo la mia famiglia, che oltre ai miei fratelli comprendeva i miei genitori, era per loro che avevo scelto di tornare, mi mancavano, noi Darling eravamo sempre stati una famiglia unita e a lungo andare non ce l’avrei mai fatta senza di loro. Tornare a casa però aveva voluto dire lasciare andare anche tante altre persone a cui volevo bene, tanti amici a cui mi ero sinceramente affezionata, primo tra tutti Peter Pan, anche se le nostre strade si erano divise tanti anni prima, non c’era giorno che passasse senza che pensassi a Peter, al mio caro Peter e a quello che avrebbe potuto combinare! Non avevo più avuto sue notizie dal momento che in cui lo avevo salutato di fronte al davanzale della ia finestra informandolo del fatto che sarei rimasta a Londra e non avrei seguito lui, Trilly e TigerLily, avevo il sospetto che fosse arrabbiato con me all’epoca e mi ero sentita molto in colpa per averlo lasciato andare via in quello stato.
    Qualche settimana prima la mia famiglia aveva deciso di lasciare Londra per trasferirsi a Vancouver ed ora, mentre passeggiavo per le strade di quella città che per me era ancora quasi completamente sconsicuta, da sola, era la prima volta in cui rivivevo anche solo vagamente quella sensazione di avventura, di esplorazione che avevo provato tanti anni prima quando ero bambina. Certo Vancouver non c’entrava nulla con l’Isola, nemmeno da lontano, eppure non potevo fare a meno di guardarmi intorno cercando di scoprire con gli occhi ogni sua meraviglia. Passeggiavo quindi guardandomi intorno e di tanto in tanto mi lanciavo anche qualche occhiata alle spalle, non si era mai troppo prudenti quando si camminava da soli per un luogo sconosciuto. La prima volta in cui mi voltai notai un ragazzo dai capelli lunghi sulla fronte che cammianva non molto distante da me, di sicuro non sembrava pericoloso, continuai per la mia strada e dopo un po’ tornai a guardare nella sua direzione, stava ancora là! Mi stava per caso seguendo? Ma no, era molto più probabile che stesse andando esattamente nella mia stessa direzione.
    All’improvviso, come se fossi appena stata congelata sul posto mi bloccai nel bel mezzo del marciapiede, non poteva essere vero, probabilmente avevo le allucinazioni, ma quel ragazzo anche se molto cresicuto rispetto a come lo ricordavo, somigliava moltissimo a… «Peter!» esclami restando ferma nel punto in cui mi ero bloccata, aspettando che si avvicinasse per poterlo osservare meglio «Sei davvero tu?» ero incredula, quasi sconvolta, non mi sembrava che un’incontro così casuale fosse realmente possibile, o ero completamente impazzita e stavo prendendo una cantonata gigantesca oppure il mondo era davero molto più piccolo di come appariva, le coincidenze esistevano e le persone di cui sentivi la mancanza saltavano fuori all'improvviso.
    Wendy Darling
     
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    Quella ragazza aveva qualcosa che mi evocava fin troppo qualcosa di molto simile alla nostalgia…Non riuscivo a capire perché potessi provare tale sensazione, ma era come se io e quella biondina già ci conoscessimo; sì, io la conoscevo…Ma davvero non riuscivo a capire in che modo potevo conoscerla. Non era sicuramente una ragazza che avevo incontrato al supermercato piuttosto che a scuola; non era nemmeno una persona che avevo incrociato per strada ne tanto meno una mia vicina di casa. No. La sensazione era molto più forte…Era come se io e lei ci conoscessimo bene…come se facesse parte del mio passato…ma…non era affatto possibile!! Il mio passato l’avevo vissuto nell’isola Che non C’è!, possibile che…
    …Poi i nostri sguardi si incrociarono…
    Peter!. Ella esclamò a gran voce il mio nome, arrestando i suoi passi a pochi metri da me. Mi fermai anche io, tutto in me in realtà si era fermato: dalle mie gambe, al mio cuore.
    Fortunatamente pochi secondi dopo il battito cardiaco si fece largo nel mio petto emozionato. Sei davvero tu?, continuó ella e quella voce l’avrei riconosciuta fra mille, anche se ora era divenuta più adulta, come lo era divenuta anche lei.
    …W-Wendy!? balbettai il suo nome una volta riconosciuta. Non ci potevo credere, davanti a me ora c’era Wendy, Wendy Darling!!! Colei con la qualche avevo avuto mille avventure proprio sull’Isola, colei che ammiravo più di ogni altra persona…colei che chissà, magari era stata anche la mia prima cotta, o una cosa che le si avvicinava!!!!…colei…
    Intanto le mie gambe si erano mosse da sole portAndomi davanti a lei; poi la abbracciai di grande foga, forse stringendo un po’ troppo…
    colei…
    OhmiodioWendyseipropriotu!!! esclamai con tutto il fiato che avevo in corpo senza fare pausa alcuna; ero davvero troppo sorpresi, felice, emozionato…
    colei…
    Che ci fai qui!? domandai dopo aver ripreso fiato e ritrovato gli spazi fra una parola e l’altra.
    colei…. Già che ci faceva qui…colei…, colei che mi aveva abbandonato. Sì, perché alla fine così mi ero sentito quel giorno…
    Il mio sguardo cambiò totalmente, se prima esprimeva perplessità felice e agitazione da emozioni positive, ora era serio, un po’ arrabbiato e fermo su di lei.
    Se ora era a Vancouver, perché non me lo aveva detto che sarebbe venuta qui?! (Sì, ma come!?).
    Se ora era a Vancouver, perché allora non lo era venuta anni prima insieme a me!?
    In questo momento un misto di sentimenti si stava facendo largo dentro di me, ma era chiara una cosa, che compresi poco dopo: l’emozione che più stava vincendo era sicuramente la gioia.
    Del resto, sono un tipo ottuso e cocciuto certo, ma uno che di sicuro non prova rancore. Un ragazzo che forse non ascolta ciò che gli altri hanno da dire, le loro motivazioni, ma un ragazzo a cui basta poco per essere felice e dimenticarsi dei “torti” subiti…Ero pur sempre un ragazzino ingenuo e immaturo a cui poi bastava il suo giocattolino, il suo comfort, qualcosa che amo insomma, per essere felice!! i>…
    Peter Pan
     
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