Midnight Memories.

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    Era il 1480 o giù di lì, anno più anno meno che importanza fa, per una Creatura poi scopertasi immortale...Firenze, Italia; il luogo invece era ben stampato nella sua memoria, del resto era la sua città natia. Sebbene inizialmente riluttante, Ezio decise di aiutare suo zio Mario ad attaccare San Gimignano, zona attorniata dai loro nemici. Ezio, come gran parte della sua famiglia, era un assassino allenato proprio dallo zio Mario che gli fece comprendere tutto quello che gli girava attorno e gli sarebbe sempre girato, nella sua vita. I Templari erano i loro nemici che uno ad uno dovevano soccombere sotto le loro grinfie...
    Ezio assassina Vieri de' Pazzi, suo rivale personale per via di una donna, nonché uno degli uomini presenti sulla lista dei Templari redatta dal padre. In quell'occasione, Ezio deciderà di cercare ed assassinare tutti gli uomini presenti sulla lista del padre in modo da vendicarlo, dato che egli era morto per mano dei Templari. Infatti, in quell’occasione Mario spiegò poi al nipote che la congiura per cui suo padre era stato ucciso, era stata ordita da Rodrigo Borgia, Gran Maestro dell'Ordine dei Templari, il cui obiettivo era quello di controllare l'Italia intera. Da lì Ezio capì la strada da volere seguire...
    Tutte queste informazioni apprese scombussolarono non poco il ragazzo il quale decise di darsi un po’ all’alchool. Fu così che sera dopo sera frequentava i bar della città e se a volte non si ubriacava altre invece si. Fu una sera da sobrio che conobbe una ragazza, cui none rimase però un mistero. Fu breve la loro conoscenza, ma tale bastò per fargli comprendere che ella era diversa da tutti quanti. Una donna così non l’aveva mai vista prima...Fu folgorato da lei, peccato però che non ebbe modo di presentarsi ne di rivederla in seguito...

    Chissà perché a Ezio vennero in mente proprio quei ricordi avvenuti in un’epoca che ormai non esisteva più...
    Era sera, era giunto da poco a Vancouver dove aveva capito celarsi diverse Creature che negli anni lui aveva avuto come target. Ormai secoli or sono i Templari non esistevano più, per cui, dal momento che egli era un valido assassino, decise di aiutare la popolazione umana aggredita da Vampiri piuttosto che da Licantropi. Sapeva che a Vancouver c’era una specie di raduno di persone chiamate Guardiani che facevano più o meno il suo stesso lavoro, per cui era giorni che stava cercando quel luogo, che però pareva proprio non volersi fare trovare.
    Probabilmente di notte avrebbe avuto più possibilità nel trovare un Guardiano o il luogo in generale, per questo motivo stava girando tutti incappucciato per Robson Street, dove più indizi lo avevano condotto.
    Vide gli ultimi motociclisti già in partenza per rincasare, ma dal momento che un pub pareva rimanersene aperto, decise di entrarvi per una birra che non tardò ad arrivare. Non si tolse però il cappuccio della giacca, e rimase abbastanza nell’ombra.
    Ezio Auditore


    Edited by woozy. - 5/4/2018, 18:42
     
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    Quel giorno, nel negozio dove lavorava come parrucchiera, c'era stato un bel via vai di clienti, e quando finalmente l'ultimo era uscito dalla porta, tutte avevano tirato un sospiro di sollievo; era da tanto che non si lavorava così, e si doveva festeggiare come minimo, anche se non erano vestite da festa poco importava, a loro andava solo di divertirsi un po' bevendo qualcosa tutte assieme. Stavano parlando, chiacchierando, ma ad un certo punto lei aveva iniziato ad annoiarsi, erano i soliti discorsi inutili e futili, ed ora si stava chiedendo perché era lì. Forse era stata l'euforia, la voglia di non stare sola, e in quel momento, non ne comprendeva il perché, le tornò in mente quando aveva conosciuto un uomo, in Italia; non ne sapeva nemmeno il nome, eppure quei momenti assieme, erano indelebili nella sua mente; anche se sapeva che non l'avrebbe mai più rivisto. Erano quei momenti brevi ed intensi, che almeno una volta nella vita si provano, ma poi rimane solo un enorme tristezza, l'unica nota positiva da quando era a Vancouver, era che c'erano dei suoi zii, ed altri mezzi dei come lei; non si sentiva sola, ma aveva sempre dell'amaro in bocca, per un uomo di cui nemmeno sapeva il nome. Si avvicinò al bancone a prendere da bere, qualcuno si girò a fissarla, con qualche battutina, se fosse stata in un'altra serata, come meno pensieri, avrebbe anche dato corda, facendosi offrire da bere, ma non era quella sera. Ordinò un altro giro per il suo tavolo, e con la coda dell'occhio vide un uomo, con il cappuccio che gli copriva il viso; chiaro esempio di chi voleva bersi una birra in pace, senza essere disturbato, ma nessuno doveva bere da solo, era triste; fece cenno al barista, e gli disse che una gliela offriva lui al tizio incapucciato, mentre gli faceva l'occhiolino. Un uomo misterioso, in un pub scadente, l'inizio di un film praticamente. Rimase al bancone, il tempo che serviva per prendere il vassoio con gli shots e tornare al tavolo con le altre.
    DaphneAdler
     
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    Non fecero tempo a portare ad Ezio una birra che lui l’aveva praticamente già finita. Questo significava aver sete o ancora meglio amare gli alcolici, o per lo meno la birra in questione. Alzò lo sguardo dal suo tavolo per cercare un cameriere per un’altra ordinazione, quando se lo vide già lì davanti a lui con la birra già in mano pronta per la consegna. Con la coda dell’occhio vide una ragazza fissarlo e quando i loro sguardi si incrociarono ella gli fece l’occhiolino. Ezio prese la birra e con un piccolo gesto la ringraziò, congedando poi il cameriere. A pensarci bene forse nessuna ragazza gli aveva mai offerto da bere, solitamente infatti faceva lui, come di norma succedeva ad ogni persona, sì insomma, era l’uomo che adocchiava la donna e non viceversa! Fu piacevolmente sorpreso da quel gesto e ritornò dunque a guardare verso il tavolo della sconosciuta, intenta a bere con delle amiche. Fra loro era diversa, ed Ezio lo capì all’istante. Già dal fatto che aveva rotto le righe offrendogli il drink, e poi anche seduta lì tra le amiche, essa spiccava su tutte per una sua certa differenza che probabilmente ad un occhio normale non si percepiva, ma gli occhi di Ezio vedevano ben al di là delle apparenze. Finì presto anche quella birra e poi estrasse dalle sue tasche un foglio di carta su cui vi erano appuntati degli indizi ed una specie di mappa del quartiere. Richiamò poi l’attenzione di un cameriere per ordinare un’altro alcolico che questa volta avrebbe consumato con più lentezza, visto la notte ancora giovane! Arrivato il drink si mise a studiare quel foglio aspettando poi che le ragazze di qualche tavolo più in lì, se ne andassero via per poi richiamare a sè la ragazza che gli aveva offerto la birra. Successe poco dopo ed Ezio riuscì ad attirare a sè quella ragazza. La stava invitando al suo tavolo.
    Ezio Auditore
     
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    Sapeva di non essere mai stata una tipa convenzionale, ma chi poteva esserlo, quando avevo come madre, non di meno che la Dea della caccia?!? Lei era testarda, orgogliosa, e che se voleva qualcosa la prendeva, lei era fatta così, prendere o lasciare; e visto che l'uomo al bancone l'aveva anche ringraziata, andava bene così. Era ancora seduta al tavolo con le altre, e comunque continuava a tenere d'occhio il tizio incappucciato, chino sul tavolo su un foglietto, ed era certa che aveva qualcosa da nascondere. Ma come si sa, un giro di Tequila tira l'altro, ed ecco che, le sue colleghe iniziavano già ad essere al limite e a dare i numeri, facendo sì di attirare anche troppo l'attenzione su di loro; lei era tranquilla, gli dei tenevano bene l'alcol, edessendolo per metà, la cosa le era davvero comoda. Aveva compreso che, era tempo di andare, anche se lei sarebbe rimasta un altro po', e probabilmente non avrebbe fatto nemmeno fatica a trovare qualcuno che le facesse compagnia. Accompagnó le sue amiche a prendere un taxi, mentre lei tornava al bar, nel momento in cui, il tizio incappucciato le faceva cenno di sedersi con lei; aveva ragione, non avrebbe bevuto da sola. Si avvicinò quindi al suo tavolo, chissà perché proprio lei? Tutti li fissavano, erano decisamente una strana coppia; lei la bella, e lui il misterioso, che nemmeno voleva farsi vedere in viso, eppure aveva in che di familiare, era strano, decisamente troppo, anche per lei, che di stranezze ne vedeva e ne aveva viste nella sua vita.
    Si sedette quindi davanti a lui; chi era quell'uomo? Perché l'attraeva? Lo guardava studiando, ogni minimo dettaglio,per scoprire con chi aveva a che fare.
    Buonasera forestiero
    disse alla fine per rompere il ghiaccio.
    Chissà cosa le avrebbe risposto, le pareva un tipo da poche parole.
    DaphneAdler
     
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    Non è che Ezio avesse poi molto da nascondere anche perché nessuno avrebbe potuto capire cosa ci fosse scritto, almeno che non fosse italiano. E comunque era anche scritto tutto schematizzato. Solo che lui era un tipo taciturno e che si voleva fare gli affari propri e che nessuno lo disturbasse.
    Al cenno di capo di Ezio di accomodarsi lì da lui, la sconosciuta lo accettò di buon grado e così gli si avvicinò, sedendosi al tavolo con lui, che non si tolse il cappuccio, rimanendo abbastanza coperto. Mezzi uomini del locale avevano seguito il percorso di Daphne sperando che fosse diretta da uno di loro, invece la ragazza aveva scelto il tipo misterioso.
    Buonasera forestiero lo salutò lei mentre Ezio inarcò il sopracciglio quello con la cicatrice. Si capiva così tanto che non era di la? Non ti ho ancora ringraziato per la birra...signorina...? fece lui con mezzo sorriso guardandola dritta negli occhi, lasciando cadere la frase dal momento che non ne conosceva il nome. E una strana sensazione di deja vu lo accolse. Dove l’aveva già vista? E quindi, anche lei non era di qua?, allora perché chiamare lui forestiero se lo era anche lei? Ma poi a lui tutto ciò cosa poteva interessare...?
    Qualcosa da bere!? le chiese richiamando poi il cameriere pronto per ordinare un’altra birra per lui e il drink da lei richiesto.
    Ezio Auditore
     
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    Era seduta di fronte a quello sconosciuto, che continuava a tenere il cappuccio, seppure adesso poteva vederne i lineamenti gli occhi, ma non pareva della minima idea di scoprirsi, calandosi ancora, anche se ora, non aveva più motivo di nascondere il viso; se davvero non avesse voluto avere a che fare con qualcuno non l'avrebbe di certo invitata al suo telefono, e questo le ricordò un suo viaggio; in cui nella stessa maniera uno sconosciuto l'aveva invitaya a bere con lei, ed avevano passato una serata meravigliosa, e quindi le sembrò di essere un deja vú. Ma perché proprio con quell'uomo? Il suo occhio cadde sul foglietto che era davanti a lei, sebbene non fosse lo conoscesse, qualche parola le fece comprendere che lui era italiano, e quindi nel mettere tutti quegli elementi assieme, era stato facile per lei, capire che non era canadese.
    Daphne, signor...?
    Il suo tono era amichevole, mentre lui si era lasciato ad un mezzo sorriso, guardandola negli occhi, con un'intesità da lei inaspettata, come lo era quel gesto; e lei in quel brevissimo tempo, in cui i loro occhi si erano incontrati, lei aveva cercato di studiarlo appieno, per ricordare tutti i dettagli possibili su di lui; come se le ricordasse qualcuno, in un passato lontano, eppure tutto si fermava lì.
    Una birra rossa grazie
    Disse velocemente al cameriere, per poi tornare su quell'uomo così misterioso.
    Comunque non serviva mi ringraziassi per la birra, nessuno deve bere da solo
    disse infine con un sorriso divertito, cercando di rompere un po' il ghiaccio.
    DaphneAdler
     
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    La ragazza dunque acconsentì di sedersi al tavolo dello sconosciuto dove si sedette con fare elegante sotto lo sguardo attento dell’uomo incappucciato. Una volta seduta la donna gettò lo sguardo al foglio che egli teneva sotto le sue mani per decifrare la lingua, e poi tornò a guardarlo. Daphne, signor...? si presentò con un tono amichevole guardandolo molto intensamente. ...Ezio... si presentò a sua volta. Dal momento che da quando si erano “conosciuti” la prima volta di anni ne erano passati talmente tanti da essere impossibile contarli, nessuno dei due ragazzi parve riconoscere l’altro, ne dal volto ne tanto meno dal nome. Eppure entrambi sapevano che c’era qualcosa...ed Ezio capì subito che doveva trattarsi anche lei di una qualche Creatura immortale. Quindi doveva già averla incontrata nei lunghi secoli di vita. Magari c’era anche già andato a letto insieme, pensò inarcando il labbro ad un sorriso malizioso. Chissà...
    Una birra rossa grazie fece Daphne al cameriere Due aggiunse lui senza distogliere lo sguardo dalla bella ragazza. Comunque non serviva mi ringraziassi per la birra, nessuno deve bere da solo fece lei infine con un sorriso quasi divertito. Ad Ezio a dirla tutta piaceva la solitudine ma dal momento che tutta la sua vita girava attorno a tale situazione, molte volte ormai si lasciava andare con sconosciuti di ogni genere. Era arrivato anche a seguire un gruppetto di Zombie una volta, Creature immortali come lui, ma poi si era stancato. Io non ne sarei tanto sicuro... fece l’uomo mentre il cameriere portò loro o due boccali di birra rossa. A cosa devo questa tua gentilezza...? domandò poi ripiegando il foglio e mettendoselo su una tasca. Si riferiva al fatto che la sconosciuta si stava preoccupando per la sua “solitudine”. Non sei di queste parti, vero?! aggiunse poi fissandola nei suoi bellissimi occhi magnetici. L’aveva già vista da qualche parte ne era ormai sempre più convinto. Eppure a Vancouver lui non c’era mai stato...così come in Canada occidentale..
    Ezio Auditore
     
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    Si studiavano in silenzio, come a volere capire qualcosa che però continuava a scivolarle via, anche se si fossero già conosciuti nel passato, il presente aveva fatto il suo corso, e la sua memoria aveva relegato quella sua conoscenza, in qualche angolo buio della sua mente. Si presentò come Ezio, e quel nome non le suonava familiare, ed era strano, lei aveva sempre avuto una buona memoria, e il nome di uomo così doveva ricordarselo... Eppure era il vuoto, anche se, sentiva che lui era diverso dagli altri, le dava come una sensazione di pace, di rilassamento, non ne comprendeva il perché, ma sapeva che era così. Non le sfuggì nemmeno il suo sorriso malizioso, era facile capire con chi aveva a che fare, di certo un donnaiolo a cui piaceva divertirsi, come praticamente la maggiore parte degli essere di sesso maschile. Ma a lei più di tanto non interessava, anche lei si divertiva quando ne aveva la possibilità, e forse per quello non si ricordava di lui, forse era stata una notte che non voleva dormire da sola; ma non ne era del tutto convinta. Il cameriere arrivò con le loro birre, e la sollevò facendo segno ad Ezio di brindare con lei. L'uomo era molto restio a parlare manteneva un forte distacco, e una freddezza verso di lei, soprattutto con la frase che le faceva capire che era un solitario, al contrario di lei, a cui piaceva stare in mezzo alle persone; ma come si suol dire, gli opporti si attraggono.
    Perché io non avevo voglia di bere da sola
    Gli fece l'occhiolino, ribaltando le carte in tavola.
    E fu anche veloce ad intuire che non fosse di Vancouver, non ci voleva un genio, ma di solito nessuno glielo chiedeva, bevve un sorso di birra prima di rispodergli. Forse lo doveva spronare un po' per farsi rispondere, o comunque doveva rendere quella discussione interessante, e sapeva bene come farlo.
    No, non lo sono, però posso dedurre da quel foglio che hai appena messo via che sei italiano
    Lo guardò negli occhi con un sorriso ammiccante. Il fascino ce l'aveva e raramente si sbagliava sulle persone.
    DaphneAdler
     
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    Si, una volta Ezio si poteva considerare un donnaiolo, ma poi con l’avanzare dei secoli questa sua passione andava pian piano sempre più scemando. Non che non gli interessasse più il genere femminile, semplicemente probabilmente si era stancato di una vita fra bordelli e simili. Chissà, forse era ora di prendere in seria considerazione il fatto di incontrare la donna giusta per lui. E con giusta ovviamente si intendeva una Creatura immortale, buona o cattiva che fosse non aveva molta importanza, infondo il suo orientamento caotico lo faceva sbandierare spesso da una parte all’altra. L’unica eccezione però che avrebbe fatto era per un Demone. Oh no, con uno di loro non avrebbe mai avuto a che fare, se non per ucciderli.
    Ovviamente se gli capitavano occasioni non è che si sarebbe tirato indietro, e chiaramente la ragazza che aveva di fronte non avrebbe fatto eccezione. Anzi. Daphne non l’aveva colpito solo per la sua bellezza ma anche per questa specie di “aura” che alleggiava intorno a lei, rendendola particolarmente interessante.
    Perché io non avevo voglia di bere da sola esclamò lei facendogli addirittura l’occhiolino e a quanto pareva si stava dimostrando un tipino in gamba e per niente solitario. Forse anche una ragazza festaiola. Ezio inarcò il labbro in un piccolo sorriso, accettando il fatto che Daphne non si sarebbe allontanata da lui e che anzi era proprio in suo intento finire quella nottata insieme a lui, anche solo per una semplice bevuta.
    No, non lo sono, però posso dedurre da quel foglio che hai appena messo via che sei italiano. Neppure lei era di Vancouver, Ezio ci aveva visto bene. Ma il bello fu che però non gli disse di dove era...Aggiunse poi il fatto che aveva capito che egli fosse italiano, probabilmente dalle parole lette poco prima nel foglio che egli teneva. Di Firenze per la precisione le rispose dando anche la precisa indicazione di quale parte d’Italia proveniva. Se aveva capito che era italiano dalla lingua letta, allora forse un po’ di Italia la doveva pur conoscere. Erano decenni che Ezio non metteva più piede nella sua città natia ma pareva non mancargli proprio per niente. Venezia invece alle volte gli ritornava alla memoria, la città lagunare in effetti aveva sempre esercitato un enorme fascino in lui. Sei mai stata in Italia? aggiunse in seguito per capire se poteva conoscere dove fosse Firenze. Non mi hai ancora detto la tua provenienza, a proposito... fece subito dopo sorseggiando la sua birra. Gli piacevano le ragazze misteriose ma allo stesso tempo gli piaceva conoscerle un po’ per volta...
    Ezio Auditore
     
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    Stranamente, non riusciva ancora ad inquadrare Ezio totalmente... L'alone di mistero che lo avvolgeva, e la corrazza che aveva attorno non faceva trapelare nulla di lui, riusciva a capire qualcosa, ma molto poco dai suoi sorrisini delle sue risposte. Eppure, testarda come era, questo non la faceva desistere, ed anzi la spronava a volere scoprire qualcosa di più sull'uomo con cui stava bevendo una birra, lui sapeva essere affascinante, senza più di tanto parlare, e lei si poneva delle domande sul perché non c'erano più uomini in giro come lui... Tutti andavano diretti al punto, e non fosse mai che svelasse la sua identità! Non aveva trovato ancora nessuno a cui svelata, e poi mica era facile dire che era la figlia, leggermente illegittima della Dea greca della caccia, la situazione era un po' complicata, eppure avrebbe voluto un uomo nella sua vita, stabilmente, ma aveva troppe volte avuto conferma di quanta bassezza c'era nel genere maschile... Ma forse poteva ricredersi o forse no. Fatto stava che, si stava divertendo con Ezio, che comunque pareva divertirsi allo stesso modo con lei, e non si sarebbero presi in giro, l'intento di entrambi era di non avere il letto vuoto quella notte. E si stupì quando lui le rispose positivamente alle sue congetture, e pure di Firenze, non poteva essere una coincidenza, era stata la prima città italiana che aveva visitato, con un cicerone incredibile, no non poteva essere, e quando le chiese se era mai andata in Italia annuì.
    Sì sono stata in Italia, e Firenze è stata la prima città che ho visitato
    Si abbandonò per un attimo ai ricordi, e a quegli attimi, passati con un uomo che non aveva mai più rivisto, se solo avesse saputo che in realtà era quello, seduto di fronte a lei... I fili del destino, potevano avere una trama davvero complessa.
    Sono greca, vengo da Atene
    Bevve la sua birra, curiosa delle reazione di Ezio a scoprire quelle cose su di lei, forse era anche stato in Grecia, ma aspettò a chiederglielo, forse le avrebbe risposto e lo avrebbe capito, senza porre molte domande.
    DaphneAdler
     
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    Se Ezio faceva trapelare ben poco di se, con questo suo alone di misteriosità e con le sue poche parole, non è che Daphne mostrasse poi molto di se, nonostante fosse un tipo più estroverso e aperto di lui. Non erano di certo le due parole in più a farla “smascherare” e a rivelare qualcosa di lei, semplicemente questo suo modo di essere la faceva sembrare una ragazza festaiola e appunto estroversa. Le piaceva bere in compagnia, con amiche ma anche con un uomo, e le piaceva flirtare. Perché altrimenti non sarebbe rimasta lì da lui. Ma tutto ciò non faceva presagire nulla di chi essa fosse e cosa volesse. Diciamo pure quindi che le due figure sedute insieme al tavolino più imboscato del locale, non mostravano nulla di personale all’altro. Del resto Ezio non si fidava di nessuno e soprattutto non dava confidenza a nessuno, o meglio, quel tanto che bastava per passare ad esempio una piacevole serata.
    Ed era palle agli occhi di entrambi che ognuno di loro nascondeva un enorme segreto, ed entrambi non erano lì pronti a domandarsi del perché è del per come, consapevoli che non fosse affare loro.
    Sì sono stata in Italia, e Firenze è stata la prima città che ho visitato rispose lei animando la conversazione dal momento che avevano trovato un punto d’incontro. Entrambi erano stati in quella bellissima città d’arte. Daphne sapeva che Ezio lì vi era nato ma egli non era a conoscenza del perché quella ragazza c’era stata. Turismo? O altro? E Venezia? L’hai vista? Che cosa hai visto dell’Italia? domandò il ragazzo che finalmente decise di togliersi il cappuccio. Forse perché trovava da maleducati rimanersene “nascosto” o forse perché il suo interesse si era improvvisamente acceso.
    Sono greca, vengo da Atene infine Daphne disse la sua provenienza. La patria degli Dei! esclamò lui bevendo poi un grande sorso di birra. Dal tono di voce la ragazza non poteva capire se fosse stato ironico oppure sapesse davvero della loro esistenza. Atene è una città stupenda... fece poi serio ricordandosi che in un lontano passato egli vi era stato e quella città aveva acceso un’enorme interesse da parte sua; per questo motivo c’era poi tornato più volte.
    Ezio Auditore
     
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    I loro caratteri erano molto diversi, lei era molto più estroversa e socievole di Ezio, ma anche in quel suo modo di essere verso di lui, più di tanto non faceva trapelare nulla di lei, si divertiva a flirtare con lui, quello non lo nascondeva, e se non gli fosse interessata, probabilmente se ne sarebbe già andata; eppure eccoli lì due sconosciuti davanti a due bicchieri di birra, a parlare come se fossero vecchi amici ritrovati una sera al pub. Era nel tavolo all'angolo quello un po' nascosto, che dava leggermente più privacy rispetto al resto del locale, e quindi riuscivano a parlare senza essere interrotti, e trovarono anche un punto di incontro: Firenze. Vide subito il luccichio negli occhi di Ezio, e mentre gli parlava lui finalmente si tolse il cappuccio, rivelandosi, e se già prima aveva compreso che fosse un bell'uomo; ora scoperto ne aveva la conferma e soprattutto i suoi occhi, erano magnetici. Da Firenze passarono a Venezia, e quando si visitava l'Italia, era una tappa immancabile, ma aveva preferito la culla del Rinascimento, soprattutto per un incontro che era avvenuto.
    Sì sono stata a Firenze, a Roma, a Venezia, a Trieste, ho girato un po' l'Italia
    Le mancava un po', era stata davvero bene in quelle città, e doveva ritornarci prima o poi. Sorrise a Ezio, alle parole su Atene, chi non conosceva quella città per gli dei che abitavano il Monte Olimpo?!? Peccato che sarebbe stato molto divertente, far scoprire alla gente che non erano solo leggende ed esistevano sul serio.
    Sì è una città affascinante, ci sei mai stato?
    Dal suo tono e dalla sua espressione, le pareva di sì, ma non ne era completamente certa, ed era curiosa di sapere, se c'era stato, cosa pensasse della sua città natia.
    DaphneAdler
     
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    Era strana quella ragazza. Sicuramente era più estroversa e socievole di Ezio, eppure da lei non trapelava informazione alcuna, proprio come il tipo incappucciato. Che nonostante non fosse un uomo di molte parole, quella sera si stava trattenendo in una conversazione più o meno animata. Tra una chiacchiera e l’altra i due infatti avevano istaurato qualche tipo di discorso, superficiale certo, eppure sembravano essere due amici di vecchia data, che due sconosciuti. Parlare con Daphne infatti stava diventando per Ezio una cosa normalissima, era come se stesse parlando con una donna della sua Gilda, perché alla fine solo con gli Assassini come lui egli si intratteneva a parlare...Eppure non era più nel 1400, la sua Gilda ormai non esisteva più..., eppure parlare con lei gli erano riaffiorati quei tempi...Ezio aggrottò lievemente il volto, Daphne non era un’Assassina immortale come lui, questo lo sentiva bene; ma era forse possibile che fosse anche lei una Creatura immortale...? E per questo parlare con lei gli faceva riaffiorare il passato...?
    Sì sono stata a Firenze, a Roma, a Venezia, a Trieste, ho girato un po' l'Italia rispose lei quando i due si soffermarono sul discorso dell’Italia, e stranamente anche gli occhi di Daphne luccicavano un poco al solo nominarla. Probabilmente aveva avuto delle belle esperienze in quella penisola in passato...
    Ezio le sorrise di rimando rivangando per un’attimo il passato quando ancora viveva con la sua famiglia nei pressi di Firenze. Poi il discorso si era spostato ad Atene, la cotta di provenienza della ragazza. Sì è una città affascinante, ci sei mai stato? le domandò curiosa e con tono allegro. Certo... rispose riportando indietro la sua memoria. Erano passati decenni da quando Auditore era stato in Grecia per cui i suoi ricordi erano ormai svaniti...ma si ricordava di alcuni particolari, come quello di una ragazza intrepida e forte che sapeva tirare d’arco in un modo impeccabile. Ma più cercava di ritrovare quel ricordo e più gli si annebbiava la vista. Colpa dell’alcol, pensò buttando giù un altro sorso di birra. Mi piace molto la sua storia...la sua leggenda... aggiunse riferito alla Grecia. Gli piaceva infatti la storia di quel paese e la leggenda degli Dei dell’Olimpo. E chissà se esistevano davvero...Infondo Vampiri, Demoni etc erano reali, perché non lo potevano essere anche gli Dei? Come hai detto di chiamarti? le chiese poi per vedere di trovare un riscontro con i nomi famosi di qualche Dea...Tirava l’arco come la Dea Artemide in effetti...Aveva un viso delicato e bellissimo come era rappresentata la Dea...ma non gli parve che si fosse presentata con quel nome...Dai, forse l’alcol quella notte gli stava facendo girare brutti scherzi. Già di fatto che non l’avesse ancora portata a letto ma che stesse continuando semplicemente a parlare con lei...Ed in effetti...Era proprio bella...Beh, dopo la chiacchierata potevano di certo appartarsi...A lui non sarebbe affatto dispiaciuto, anche se al momento i suoi pensieri andavano alla ricerca del passato...
    Ezio Auditore
     
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    Nessuno dei due voleva dire più del necessario; si ponevano in due modi completamente differenti ma alla fine, la base del loro discorso era la stessa, lui più burbero, lei più socievole, ma forse questo era dovuto anche all' alcol che avevano in corpo. Continuavano a parlare dei viaggi nella loro vita, tra l'Italia e la Grecia, e notó il sorriso di Ezio quando gli disse cosa aveva visto, e fu sorpresa quando le svelò che era stato in Grecia, quello proprio non se lo aspettava... Quell'uomo nascondeva davvero troppe cose e non le avrebbe di certo dette a lei; e le ricordava qualcuno, molto schivo, ma immortale dal passato molto complicato ed appassionante, ma nonostante tutto il suo impegno, la sua mente non le faceva vedere con nitidezza il viso di quell'uomo conosciuti tanti anni prima, proprio nella sua terra natia, ai piedi del Monte Olimpo, mentre era a caccia con la madre, e stava tornando in città con l'arco in mano, e la faretra di frecce sulla schiena. Si era imbattuta per puro caso di lui, che cercava solo un po' di pace del frastuono della città, e lì avevano parlato delle loro storie, dell'essere immortali, finendo poi a letto assieme. Era un ricordo, a cui non aveva dato più peso fino a quella sera, perché? Perché proprio con quell'uomo? Cos'era quella sensazione alla sua vicinanza? Queste domande continuava a rigilarle in testa, senza darle pace.
    Sì le divinità dell'Olimpo
    Disse quasi sovrapensiero, comunque facendogli un mezzo sorriso, che Ezio l'avesse visitata, ma poi lo guardò contrariata, si era dimenticato il suo nome, questa cosa era molto fastidiosa, sembrava quasi che nemmeno le avesse prestato attenzione.
    Daphne
    Disse un po' acida, se voleva portarsela a letto, con questo le probabilità erano calate a picco.
    DaphneAdler
     
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    Ezio alzò il braccio attirando l’attenzione del cameriere che subito dopo portò loro altri due calici di birra. Auditore prese subito il suo e lo buttò giù quasi tutto d’un fiato. Poi si ritrovò a guardare con grande intensità ma allo stesso tempo con gli occhi sbarrati, quella ragazza davanti a sè. E il suo sguardo andò ben oltre...Era quasi calato il sole sulle rovine dell’antica Grecia ed Ezio stava ancora girovagando senza una meta apparente. Aveva tolto il cappuccio dalla testa dal momento che non aveva più senso “nascondersi” agli occhi di nessuno, visto che passo dopo passo la gente aveva iniziato a sparire, rincasando ognuno nelle proprie abitazioni. Ora l’assassino immortale era solo sotto quel bellissimo cielo stellato, o almeno era quello che credette. Ma ecco che poco più in là rumori di zoccoli di cavallo lo distrassero dal suo silenzio, facendolo incappucciare nuovamente, anche se alla fine non aveva del tutto senso quel gesto. Nessuno lì lo conosceva...ma l’abitudine gli rimaneva sempre...Vide due donne con arco e frecce, due splendide donne che con fierezza stavano rientrando in città. Ezio seguì entrambe con lo sguardo, soffermandosi sulla più giovane delle due, ma non che non trovò tempo di guardare anche quella più vecchia. Avevano entrambe un’aura stupenda, specie quest’ultima. Madre, rimango ancora un po’ qui ad allenarmi fece la giovane scendendo da cavallo mentre la donna si allontanava piano. Ezio le si avvicinò subito, si tolse il cappuccio e con sicurezza e vigore, prese la ragazza abbracciandola a sè, stringendosi in un focoso bacio. Seguì poi una chiacchierata seduti fra le macerie, dove entrambi si scoprirono di poco. Non dissero esattamente cosa essi fossero, si soffermarono solo a dire che erano immortali e trovando una certa complicità i due si abbandonarono poi ad effusione che portarono direttamente ad un rapporto completo.
    Per quel motivo ad Ezio venne in mente proprio quel ricordo datato decenni fa? Non si ricordava il volto della donna, ma al momento non poteva di certo pensare che fossi proprio Daphne...
    Sì le divinità dell'Olimpo fece la ragazza divertita. Ah, ecco perché di quel ricordo. Stavano parlando della Grecia, e il ricordo più bello che Auditore aveva di quelle terre fu l’incontro con quella bellissima ragazza!
    Daphne ridisse poi ella il suo nome quando Ezio glielo richiese perché stava ora pensando agli Dei dell’Olimpo. E di una chiamata Daphne proprio non ne aveva mai sentito parlare. Forse osare a pensare agli Dei era un po’ troppo... anche se esistevano Demoni, Angeli, Vampiri etc non era detto che esistessero anche gli Dei! Te lo dico senza troppi giri di parole... fece lui serio, anche se l’alcol era entrato bene in circolo. Lo reggeva bene, però bicchiere dopo bicchiere la birra ora si faceva sentire. ...Ci siamo già visti da qualche parte?. Solitamente da persone “normali” poteva essere una frase di circostanza, per abbordare qualcuno insomma, ma anche se l’alcol stava appunto dando i suoi frutti, si vedeva chiaramente che quella domanda da parte dell’assassino era seria. In Grecia appunto, solo che questo voleva dire che Daphne era una Creatura immortale come lui...Lei cosa gli avrebbe risposto? La verità come quella volta di decenni fa, oppure avrebbe mantenuto un profilo più basso...?
    Stanno per chiudere...Aspettami fuori che vado a pagare... gli disse infine lui con voce e sguardo malizioso. Andò a pagare poi le loro birre ed infine si aoorestó ad uscire dal locale, sperando di trovarla lì. Voleva la sua compagnia quella notte!
    Ezio Auditore


    Edited by -Michelle - 4/6/2018, 11:35
     
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