A Long day

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    Era tardi, troppo tardi quando aprì gli occhi e mi svegliai.
    Nonostante avessi impostato la sveglia la sera prima, non suonò. Il perché ? le pile avevano deciso di prendersi una vacanza senza alcun preavviso. Accidenti , mi buttai giù dal letto il più velocemente possibile afferrando i vari indumenti sparsi in giro per la camera, non ero ordinato, per nulla.
    Dalla fretta, infilai per due volte la maglietta al contrario, alla terza, finalmente andò bene. Mi devo sbrigare, è giù la terza volta questa settimana, non va bene. Era già la terza volta che arrivavo tardi a lavoro quella settimana, avevo già ricevuto una bella lavata di capo dal mio superiore, era stato chiaro, se fosse successo ancora avrei rischiato davvero grosso. Non potevo permettermi di perdere quel posto di lavoro, non dopo tutti gli sforzi che avevo fatto per ottenerlo,
    Dopo aver recuperato le chiavi dell'auto e chiuso la porta di casa, partì verso l'ospedale. Trovai un po' di traffico per via di alcuni lavori lungo il tragitto, ma tutto sommato arrivai senza problemi. Scesi dal mezzo parcheggiandolo con noncuranza, occupando così due parcheggi in un botto solo ed entrare nell'edificio. Buongiorno a tutti , salutai i miei colleghi e mi misi al lavoro.
    Le prime due ore erano filate liscio come l'olio, senza alcun tipo di intoppo, peccato che per l'ultima mezz'ora l'avevo trascorsa a sentire le lamentele di un paziente che non era contento di nulla E' un gran maleducato, non ci si comporta così. , sentendo quelle parole urlate a scuarciagola me ne andai dalla stanza senza ribattere, senza dire una sola parola. Questo non è un albergo e io non sono il cameriere di nessuno ... fu quello l'unico pensiero che mi venne mentre percorrevo il corridoio, non vedevo l'ora che quella giornata volgesse al termine anche se era appena cominciata.


    Gabriel Moore
     
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    Quando mi alzai, Dean riposava ancora beatamente tra le lenzuola... sorrisi baciando dolcemente la sua guancia. Sapevo di avere una mattinata piuttosto impegnativa, così non persi tempo ed iniziai a prepararmi. Cercai di fare meno rumore possibile, affinché non svegliassi l'unico uomo che avessi mai amato!! Il profumo della crema idratante mi solleticò piacevolmente i sensi. Una treccia morbida ordinava elegantemente i miei capelli. Indossai un vestito semplice dai colori pastello, che arrivava alle ginocchia. La colazione era già pronta, ma sinceramente non avevo granché appetito. Dean avrebbe di sicuro divorato la torta che ieri sera avevo carinamente preparato, la sua preferita. Per ultimo presi la borsa e mi infilai i tacchi. Stetti un paio di minuti al telefono con il mio manager. Mentre svoltavo l'angolo venni immediatamente catturata dal piacevole profumino dei donuts!! Mangiai subito una deliziosa ciambella, per poi mettere il resto (contenuto in un sacchetto) in borsa. Il taxi mi lasciò proprio davanti all'ospedale di Vancouver. Per qualche ora avrei letto le mie favole ai dolci bambini che erano ricoverati li. In più avrei usato il mio potere d'Angelo per curare molti di loro. Ovviamente con una certa discrezione, non sono un Angelo che si lascia scoprire facilmente... sono vecchia di secoli!! Raggiunsi quella piccola ma colorata sala, dove ogni bambino stava già allegramente giocando. Cercai di sedermi vicino ad ognuno di loro, raggruppando un infinità di cuscini così da stare molto comodi. La mia voce sembrava cullare tutti loro... mentre i miei occhi si focalizzarono su Dennis. Un bambino dolcissimo ma piuttosto esile, visto la sua tenere età. In un momento di pausa avevo chiesto gentilmente al medico di sala di cosa soffrisse... e la risposta che ricevetti fu incerta. A quanto pareva nemmeno i medici sapevano ancora bene che tipo di malattia avesse Dennis. Quelle due ore volarono così velocemente da non accorgermene. Molto a malincuore salutai quei bambini, promettendo però loro che sarei tornata presto. Prima di uscire guardai Dennis con un sorriso... il mio lavoro non era ancora finito!! Mentre passeggiavo nel corridoio intravidi una scena poco carina. Un paziente si rivolse scorbuticamente ad un'infermiere di sala E' un gran maleducato, non ci si comporta così. In verità il vero maleducato sembrava proprio il paziente... perché l'ospedale non era mica un hotel!! E l'infermiere non era mica un maggiordomo!! Dopo pochi istanti le acque si placarono, ed io mi avvicinai all'infermiere che intanto si era allontanato giornataccia?? Niente che una ciambella non possa risolvere!! Sorrisi gentile esprimendomi con tono cordiale, mentre estraevo dalla borsa il sacchetto dei donuts per poi porgerglielo. È molto che lavora qui?! Domandai subito dopo con cortesia. Chissà se lui poteva aiutarmi in qualche modo con Dennis. Sarà ma lo sguardo di quell'uomo mi ispirava fiducia.
    Emily Thompson
     
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    Pace, silenzio …
    Ancora non credevo fossero vero, finalmente, quell'uomo aveva terminato con le lamentele.
    L'unica cosa positiva fra tutte era che a breve sarebbe stato dimesso dall'ospedale, dopo quasi dieci giorni d'inferno, non per lui, ma per me. Potevo farcela a resistere, anzi, dovevo farcela.
    Poco dopo mi si avvicinò una ragazza, mi sorrise chiedendomi se fosse una giornataccia, mossi appena il capo come a voler dire di “si”, si notava così tanto che non era una giornata tutta rosea e fiori ? « Non è cominciata nei migliori dei modi, ma spero finisca presto. »
    Successivamente estrasse dalla borsa un sacchetto, mi ci volle un po' prima di capire cosa fosse. Conteneva delle ciambelle e me lo passò « La ringrazio. » Il suo gesto fu inaspettato per me, ma allo stesso tempo carino da parte sua.
    « Sono due mesi che lavoro qui, ma mi sembra un eternità. » Avevo cominciato da poco eppure sembrava trascorso un secolo, avevo una concezione un po' strana sul tempo, lo sapevo bene. Era stato anche abbastanza complicato ottenere quel posto, ma alla fine tutto era andato per il meglio, « Adoro il mio lavoro, ma a volte è un po' pesante.» Purtroppo era così, adoravo il mio lavoro, ma a volte, non era così tanto semplice come immaginavo. « Se posso, è in visita a qualche parente ? » Portai lo sguardo sulla ragazza chiedendo se fosse in visita a qualche parente ricoverato all'ospedale, sperando che la mia domanda non fosse stata inopportuna.


    Gabriel Moore
     
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    Non è cominciata nel migliore dei modi, ma spero finisca presto probabilmente la professione dell'infermiere non doveva essere facile. Alcuni pazienti potevano essere irascibili, per via delle condizioni di salute oppure per la mancanza di educazione... credo che per la seconda opzione difficilmente esisteva una cura. Con il mio lavoro da scrittrice avevo conosciuto parecchia gente, e facendo una somma non tutti erano stati proprio carini e gentili. Quindi ogni mestiere aveva i suoi lati positivi e negativi che siano... ma un giorno mi sentì dire "fa un lavoro che ami... e non lavorerai mai un giorno della tua vita!!" Ed in effetti era proprio così!! Essere un Angelo Custode richiedeva tutto il tempo necessario... e la gioia che ne ricavavo era impagabile. Sono due mesi che lavoro qui, ma mi sembra un eternità. L'ultima parola mi risuonò piuttosto famigliare. Io potevo ben cogliere il concetto di "eternità", ma quest'uomo invece?! Poteva essere una creatura anche lui?! Un Angelo non era di certo altrimenti l'avrei percepito, però avevo la sensazione che fosse comunque speciale. Ma il mio sguardo non lo scrutava affatto, semplicemente lo stavo ascoltando Adoro il mio lavoro, ma a volte è un po' pesante. Se posso è in visita, a qualche parente? No... in verità sono una scrittrice, e ogni tanto passo qualche ora assieme ai bambini di questo ospedale risposi sinceramente, mantenendo un tono assai cordiale. Desidero regalare loro qualche momento di serenità con le mie favole aggiunsi sorridendo gentile. Lasciai intendere all'infermiere che questa "scelta" non dipendeva assolutamente dal mio editor... era semplicemente dettata dal mio cuore. Chiamatela pure beneficenza o volontariato, se preferite. Sta di fatto che amavo moltissimo passare del tempo con quei bambini. Mi perdoni dissi leggermente mortificata porgendogli cortese la mano Emily Thompson... tanto piacere sorrisi presentandomi. Adesso che osservavo meglio l'uomo che avevo di fronte notai effettivamente quanto fosse alto... fortuna che indossavo i tacchi. Infermiere Moore!! Venimmo momentaneamente interrotti dalla caposala. Era una signora sulla cinquantina, non troppo alta e con i capelli a caschetto. Thomas ha appena concluso la sua pausa pranzo... quindi adesso è il tuo turno. Ti consiglio di provare le polpette che ha fatto Francy concluse dando una piccola ma amichevole gomitata all'infermiere. La salutai educatamente con un lieve cenno del capo, prima che si allontanasse da noi a quanto pare queste polpette sono diventate famose ridacchiai appena notando la caposala che lo suggeriva quasi a tutti. Prima che finiscano dovremmo assaggiarle, non credete?! Domandai gentile all'infermiere Moore. Sinceramente iniziavo a percepire un certo languorino, tra l'altro il bar/ristorante dell'ospedale non era poi così malvagio. Comunque non avevo di certo dimenticato la mia missione, anzi magari il signor Moore poteva in qualche modo aiutarmi... chissà!!
    Emily Thompson
     
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    Ben presto diede una risposta alla mia domanda. Mi spiegò di essere una scrittrice e che, dedicava del tempo ai bambini ricoverati all'interno dell'ospedale. Il suo era un gesto davvero bello, lo dovevo ammettere, regalare un po' di felicità era sempre una bella cosa. « Capisco, beh è davvero un gesto bellissimo da parte sua. »
    Ero sincero, feci una piccola pausa prima di riprendere a parlare. « E' da molto che viene qui ? magari l'ho già incontrata lungo i corridoio e non me lo ricordo, a volte ci metto un po' per riconoscere qualcuno » Chiesi se era da molto che si recava all'interno della struttura per fare il suo lavoro. Magari, l'avevo anche incontrata di svista lungo i corridoi e non essermene accorto. Ci impiegavo sempre un po' prima di ricordarmi il viso di qualcuno, sarebbe stato davvero imbarazzante se fosse accaduto, oh beh, ero abituato a mettermi in ridicolo da solo, non era di certo una novità.
    « Nessun problema, Gabriel, Gabriel Moore, » Poco dopo essermi presentato, la caposala ci raggiunse interrompendo la nostra discussione. Mi avvisò che era arrivato il mio turno per poter mettere qualcosa sotto ai denti, ringraziando al cielo mi potevo fermare per un po', oltre tutto, non avevo nemmeno fatto colazione.
    « Grazie per avermelo detto » Dopo aver sentito la sua raccomandazione su cosa poter mangiare e avermi dato una piccola gomitata, si allontanò, lasciandoci nuovamente da soli. « Non le ho mai provate, ma c'è sempre una prima volta, giusto ?» Ora che ci pensavo, non avevo mai provato quelle famose polpette, ero solito a mangiare un panino al volo e scappare , anche se il bar di quel posto, tutto sommato, non era così male. « Allora andiamo prima che ce le portino via tutte » Era una sorta di invito rivolto a Emily, mi avrebbe fatto piacere se si fosse unita a me a mangiare un boccone. « Prima le signore. »


    Gabriel Moore
     
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    Capisco, beh è davvero un gesto bellissimo da parte sua. Apprezzai molto la sua sincerità, e lo ringraziai con un sorriso ricco di modestia. E' da molto che viene qui? magari l'ho già incontrata lungo i corridoio e non me lo ricordo, a volte ci metto un po' per riconoscere qualcuno... Si è da un po che vengo qui sorrisi cordiale continuando ma visto che lei, non è molto che lavora qui... è probabile che questa sia la prima volta che ci incontriamo il mio tono era gentile e tranquillo perché non desideravo mettere in imbarazzo nessuno, anzi sono il tipo di Angelo che tende a mettere chiunque a proprio agio. A sua volta l'infermiere si presentò educatamente, con il nome di Gabriel. Non le ho mai provate, ma c'è sempre una prima volta, giusto? Sono più che d'accordo!! Affermai cortese mentre tornavo ad ascoltarlo allora andiamo prima che ce le portino via tutte. Annuì gentile accettando cortese il suo invito... faceva sempre piacere mangiare un boccone in amichevole compagnia, ritenevo che fosse scortese o addirittura triste mangiare da soli. Gabriel si rivelò essere un uomo di vecchio "stampo", con la sua galanteria. Era un vero peccato che oggi giorno, alcuni giovani ignorassero questa nobile arte. Ricordo che ci fu un tempo, dove la galanteria era parte degli uomini perfino nel parlare. All'epoca (fine Settecento) partecipai ad un ballo, dove perfino toccarsi con le mani era definita una forma di "coraggio". Per questo durante la danza ci si sfiorava appena, perché non era il classico ballo di coppia. Gli uomini erano tutti in fila da una parte, mentre le donne di fronte a loro. La musica allietava la sala e il giovane con cui danzavo mi recitò queste parole "farvi cosa grata è un onore per me... vi prego consigliatemi ciò che vi farebbe piacere udire!!" Sarà ma adesso che ci pensavo bene, lo sguardo del giovane somigliava molto a quello di Dean... e non solo, perfino nella galanteria erano simili! Scendemmo un piano di scale, raggiungendo poco dopo il bar/ristorante. Da subito notai l'arredamento molto carino e semplice. Non appena prendemmo posto, il cameriere non tardò ad arrivare. Lo salutai cordiale per poi aggiungere abbiamo sentito che quest'oggi avete delle polpette spettacolari. Vorremmo ordinarne due porzioni, belle abbondanti per favore specificai cordiale. Gabriel mi diede l'impressione di essere una buona forchetta ed io non ero a dieta, anzi mi piaceva mangiare. Allora Gabriel... da quanto tempo vive a Vancouver?! Domandai gentile non ho potuto fare a meno di notare che il suo accento non è di queste parti gli spiegai con cortesia. Sa... lei mi da l'impressione di essere un uomo piuttosto colto gli parlai con sincerità immagino che legge parecchio conclusi cordiale mentre il cameriere ci portò il beveraggio.
    Emily Thompson
     
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    Mi ero evitato la mia solita figuraccia da smemorato. Emily mi diede la conferma che molto probabilmente, quella, era la prima volta che ci vedevamo.
    Detto ciò ci dirigemmo verso la nostra destinazione,non ci impiegammo poi molto ad arrivare. La zona ristorante era arredata in modo semplice, senza troppi fronzoli. Ci accomodammo, prendendo due posti a sedere. Lasciai che fosse la ragazza a prendere l'ordine non appena il cameriere arrivò con tanto di blocco e penna, due porzioni abbondanti di polpette erano quello che faceva al caso nostro. « Dammi pure del tu. »
    Poco dopo, mi chiese da quanto tempo mi trovavo in quella città, aveva notato che il mio accento era leggermente diverso da quelli della zona. « Mi sono trasferito con la mia famiglia circa quindici anni fa, si nota molto che non sono di qui, vero ? » Le sorrisi mentre rispondevo alla sua domanda.
    « Lo prendo come un complimento. » Le parole successive della ragazza furono un complimento per me. La sensazione che le trasmettevo era quello di una persona colta. Beh, dopo tutto, d'accordo che in certe occasioni la mia mente volava altrove, ma non ero del tutto stupido, ero semplicemente ... sbadato a volte, ecco. « A dire la verità mi guardo molto attorno, telegiornali, giornali, internet, mi piace sapere cosa accade in giro, e si, mi piace leggere. » Mi piaceva tenermi informato su quello che accadeva in torno, era una cosa che avevo sempre fatto, una sorta di abitudine che avevo fin da quando ero piccolo. Il cameriere ritornò nuovamente portandoci da bere. Presi il bicchiere e mi versai un po' d'acqua al suo interno. Strappai un pezzetto di pane dal cestino che vi era sul tavolo, non volevo riempirmi lo stomaco prima che ci portassero il piatto forte, ma la fame iniziava a farsi sentire purtroppo. « Ecco a voi » Prima che potessi dire qualche altra cosa, ci vennero portate le famose polpette, un piatto andò ad Emily e uno andò a me.
    Le osservai per qualche istante, avevo davvero un bellissimo aspetto e sopratutto, erano state generosi con la porzione. « Siamo stati fortunati, non le avevano ancora finite, buon appetito allora, sono curioso di sapere come sono. » Afferrai la forchetta e ne addentai una, avevano ragione, erano più buone di quanto avessi immaginato. « Sembrerà strano, ma battono quelle che faceva mia madre. » Era la pura verità, superavano di gran lunga quelle che preparava mia madre quando andavo a trovare i miei, non che la sua cucina fosse pessima, ma a volte, dimenticava spesso e volentieri il sale lasciando i piatti quasi del tutto insapore. « Dovrei mettermi con un po' di impegno e iniziare a cucinare come si deve, abitando da solo mangio solo cose surgelate. » Abitando da solo non cucinavo quasi mai niente, per questo motivo i fornelli della mia cucina erano quasi del tutto immacolati, gli usavo per prepararmi il caffè e per poco altro. Mi schiarì la voce mandando giù un altro pezzo di carne prima di parlare. « Tralasciando dettagli di come cucino e su tutto il resto, scrive soltanto libri per bambini o anche qualche altra cosa ? Sono parecchio curioso. »


    Gabriel Moore
     
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    Mi sono trasferito con la mia famiglia circa quindici anni fa, si nota molto che non sono di qui, vero? Sorrisi a mia volta cordiale sinceramente non molto Gabriel... perché invece io, si sente che sono di origine russe?! La mia più che una domanda pareva un'affermazione, infatti ridacchiai appena e carinamente. Però quindici anni sono tanti ammisi tranquillamente da dove vieni? Domandai poi gentilmente. Tornai ad ascoltarlo con un bel sorriso a dire la verità mi guardo molto attorno, telegiornali, giornali, internet, mi piace sapere cosa accade in giro, e si, mi piace leggere... avevo colto nel segno!! Gabriel aveva proprio l'aria di essere una persona molto attenta... sicuramente non gli sfuggiva nulla. Mille grazie... risposi cordiale al cameriere, mentre posava il beveraggio sul tavolo. Proprio qualche secondo dopo ci vennero servite le famose polpette. Avevano un'aspetto fantastico ed invitante però! Affermai tutta entusiasta credo che dopo chiederò la ricetta allo chef aggiunsi ridacchiando lievemente. Caso strano, questo piatto di polpette... mi ricordò un tipico ristorante napoletano. All'epoca ero in Italia, per una faccenda Angelica. Camminavo tranquillamente tra la gente, quando un profumino invitante attirò la mia attenzione. Esso mi condusse in una via del centro storico, proprio davanti ad un ristorante molto semplice. I tavolini fuori erano carinamente apparecchiati... con delle tovaglie rosse e bianche, a scacchi. Il calore e l'accoglienza Italiana era molto piacevole. Più che altro il cameriere fu davvero divertente we!! Peppì... du spaghetti co le polpette per sta bella guagliòna!! L'accento poi si sentiva moltissimo, ma perfino quello era piacevole. Adesso non ero a Napoli... ma avevo di fronte un bel piatto di polpette al sugo proprio come allora. Buon appetito allora, sono curioso di sapere come sono. Grazie... buon appetito! Gli augurai a mia volta cordiale. Assaggiai elegantemente un pezzo di polpetta sembrerà strano, ma battono quelle che faceva mia madre lo guardai bevendo un sorso d'acqua. Mia madre invece le cucina diversamente le mie guance inarcarono un bel sorriso. Infatti in Russia, alcuni piatti sono prevalentemente in brodo. Come i pelmeni!! In pratica sono dei tortelloni ripieni di carne e verdura, cucinati poi nel brodo e talvolta nel burro. Che delizia!! Ascoltai Gabriel parlare del suo modo di "cucinare" sei sempre in tempo per imparare. Le librerie sono stracolme di ricettari gli sorrisi con tranquillità. Oppure dovresti andare in Italia!! A meno che, tu non ci sia già stato aggiunsi gentile io sono rimasta praticamente affascinata dalla loro cucina... soprattutto dai risotti ammisi cordiale, mangiando lentamente un boccone. Tralasciando dettagli di come cucino e su tutto il resto, scrive soltanto libri per bambini o anche qualche altra cosa ? Sono parecchio curioso con il tovagliolo mi pulì leggermente le labbra... pronta per rispondere le mie pubblicazioni, al momento sono solo per bambini... perché credo che la fantasia, come i sogni siano un elemento fondamentale per la mente spensierata dei più piccoli spiegai con un sorriso, facendomi prendere leggermente la mano dalla professionalità. Ma come dico sempre... "non si sa mai nella vita!" Affermai con un sorriso gentile. Sei affezionato a qualche genere particolare di libri, Gabriel?! Domandai cortese c'è mai stato un libro che ti ha fatto commuovere?! O che magari ti è piaciuto particolarmente?! Aggiunsi subito dopo mantenendo lo stesso tono io ho praticamente perso il conto... dei libri che mi hanno fatto commuovere conclusi ridacchiando carinamente. Molti autori riuscivano ad essere talmente bravi, da prendermi emozionalmente dentro. Io non potrei paragonarmi a loro, forse perché sono un po autocritica con me stessa e quindi non mi sento all'altezza di tale bravura. Io personalmente sono contenta di scrivere favole... e amo farlo!! Perché adoro quel mondo in cui ogni bambino... si rifugia per sognare!!
    Emily Thompson
     
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    Ebbi la conferma che non si notava poi molto che non ero di Vancouver « Posso dire lo stesso, non si nota che sei di origini russe. » Mi colse di sorpresa, nemmeno lei si notava molto che non fosse americana ma bensì di origini russe.
    Mandai giù un altro boccone di carne, quella, era una di quelle poche pause pranzo che potevo mangiare lentamente, senza dovermi sbrigare e fare tutto di fretta e furia. Una volta ogni tanto, un po' di calma mi ci voleva. « Si, un eternità ora che ci penso, sono di New York » Emily voleva chiedere la ricetta allo chef, o comunque a chi aveva preparato quelle polpette, faceva anche bene, non era affatto una brutta idea,
    « sei sempre in tempo per imparare. Le librerie sono stracolme di ricettari » Mi versai un altro goccio d'acqua mentre ascoltavo le sue parole. Ero sempre in tempo ad imparare. Su questo non le davo torto, assolutamente.
    Potevo veramente imparare, passare almeno una volta in libreria a prendere qualche ricettario o qualche libro di cucina, certo, non erano letture che mi attiravano molto, ma dovevo pur sempre imparare in qualche modo.
    Più di una volta avevo cercato qualcosa su internet, ma i risultati che ottenni non furono dei migliori, ma l'esatto opposto. Dovetti buttare via una pentola nuova, il bruciato che si era incrostato sul fondo si rivelò del tutto impossibile da togliere, anche usando il buon vecchio olio di gomiti. Per non parlare della puzza che si era formata in cucina, avevo tenuto i vetri aperti per tutta la notte per farlo andare via. « Oppure dovresti andare in Italia!! A meno che, tu non ci sia già stato » Alzai lo sguardo verso la ragazza schiarendomi la voce prima di parlare « A dire il vero non ci sono ancora stato, potrebbe essere una buona meta per la mia prossima vacanza » Ora che mi aveva ,messo una pulce nell'orecchio, avrei preso veramente in considerazione di farmi una vacanza in Italia. Anche perché, ormai stavano per sopraggiungere le ferie, non avevo molti giorni, ma potevo prendere due piccioni con una fava, imparare qualcosa di cucina e visitare un luogo nuovo dove non ero mai andato prima.
    Mi spiegò che al momento pubblicava solamente libri per bambini, chiedendomi poco dopo, se vi era qualche libro in particolare che mi aveva colpito. « Per quanto famoso possa essere, mi ha sempre colpito il Conte di Montecristo, credo sia stato uno dei primissimi libri che ho letto, anche se all'epoca ero solo un bambino, ma non ti nascondo il fatto che un tempo adoravo leggere, » Era stato uno dei primissimi libri che avevo letto da piccolo, forse, era per quello che mi colpì maggiormente, leggere qualcosa che non fossero favole o storielle per bambini. Avevo sempre adorato leggere e allo stesso tempo scrivere, peccato, che crescendo avevo un po' messo da parte queste mie passioni, da adolescente mi ero sempre fatto condizionare dei miei coetanei, non volevo sembrare il classico secchione o quello che sapeva tutto. « E fra tutti quelli che hai letto, qualcuno che ti abbia colpita in particolare ? »

    Gabriel Moore
     
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    Si, un eternità ora che ci penso, sono di New York... New York!! Pensai tra me e me con aria sognante. Nessuna città era come la grande mela!! Per un tratto della mia esistenza ebbi l'opportunità di viverla come si deve. Avevo partecipato ad alcune interviste piuttosto importanti, almeno secondo il mio manager. George curava con grande professionalità la mia pubblicità. Bevvi elegantemente un sorso d'acqua continuando ad ascoltare Gabriel a dire il vero non ci sono ancora stato, potrebbe essere una buona meta per la mia prossima vacanza ...un ottima meta!! Aggiunsi con un gentile sorriso. L'Italia possedeva dei luoghi stupendi, tutti da visitare. Per esempio la Galleria degli Uffizi a Firenze, era uno spettacolo per gli occhi e per l'anima. Per quanto famoso possa essere, mi ha sempre colpito il Conte di Montecristo, credo sia stato uno dei primissimi libri che ho letto, anche se all'epoca ero solo un bambino, ma non ti nascondo il fatto che un tempo adoravo leggere... Verso la fine mi parve di percepire una sorta di rimpianto, nella sua voce. Alle volte diverse priorità possono arrivare a sostituire certe passioni. Perché magari ci si lascia condizionare dagli eventi o dalle persone che ci circondano desidero darti un piccolo consiglio Gabriel... certe passioni, come appunto la lettura... rendono gli uomini più abili ma nello stesso tempo più folli l'infermiere era capacissimo di risolvere tale quesito... anche perché era piuttosto semplice. La metafora indicava la conoscenza che si apprende tramite la lettura, ergo l'uomo assimila l'abilità di tale potere culturale. E fra tutti quelli che hai letto, qualcuno che ti abbia colpita in particolare ? Sorrisi cordiale a dire la verità molti... e non saprei quale scegliere Ammisi con sincerità, mentre il cerca-persone prese a squillare disperatamente. Dovevo tornare al lavoro e probabilmente anche Gabriel. Tentai di pagare, ma il signor Moore fu irremovibile la ringrazio gli sorrisi gentile mi ha fatto piacere conoscerla aggiunsi piena di cordialità. Gli augurai buon lavoro e lui fece altrettanto. Non uscì immediatamente dall'ospedale, ma con una certa discrezione rispettai con gioia il mio ruolo di Angelo... c'era un bambino che desideravo guarire!!
    Emily Thompson


    Role conclusa.
     
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9 replies since 5/5/2018, 20:38   196 views
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