Qui micio, micio, micio

Wonderland

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    Tutti vivevano bene a Vancouver, lei no! Tutti erano allegri e felici, mentre lei era depressa, e lunatica! Aveva conosciuto un ragazzo carino, che come l'aveva incontrato, era scomparso nel nulla, per non parlare che assomigliava, in maniera inverosimile allo Stregatto... Era una cosa impossibile, lo sapeva, e non lo sapeva, a Sottomondo, tutto ciò che si pensava fosse strano lo era davvero, se non di più, ma come poteva esserci un umano, che assomigliasse ad un gatto?!? E nemmeno ad uno qualunque; al micione a strisce azzurre e nera. Era giorni che il suo cervello cercava una spiegazione su questo, non tanto perchè la voleva, sapeva che poteva accadere, ma l'effetto che Killian aveva fatto su di lei, al solo pensiero, si sentiva le guance divampare, e stringeva il cuscino al petto, sentendo il suo cuore battere, fino alle orecchie. Ma che diavolo! No, non poteva essere, non le era mai successo... Ed era perchè le piaceva lui, o perchè somigliava allo Stregatto? Quel dubbio la logorava, e visto che non riusciva più a dormirci, rendendola così, ancora più nevrotica, e appunto lunatica, decise di andare diretta alla fonte. Come sempre, quello che era un normale specchio, in realtà, era un passaggio per il Paese delle Meraviglie, e quando arrivò pensò subito di andare dal Bianconiglio, non per chiedergli consiglio, tanto non aveva mai tempo, ma per vedere se il suo amico era lì; entrò e quasi andò a sbattere contro un enorme orologio, con Becker che le diceva che non aveva tempo, che non aveva tempo da perdere, cacciandola praticamente fuori dal negozio, con mali parole, perchè aveva rischiato di far cadere il suo prezioso orologio; in quel momento pensò che la donna che se lo fosse preso, avrebbe dovuto avere un'immensa pazienza, grande quanto l'oceano, per riuscire a non rinchiuderlo all'interno di un orologio a parete e lasciarlo là. Quindi, non aveva altra scelta che cercare lo Stregatto altrove, chiamandolo, ma non ricevendo una risposta, non c'era nemmeno a prendere il the, dove vide solo il Cappellaio Matto e la lepre Marzolina, ma di lui nemmeno l'ombra, ma dov'era??? Si sedette quindi all'ombra di un grosso albero tutto storto, mentre guardava le foglie di colori improbabili, e a terra, fiori canterini, sospirò, pensando a come poteva iniziare quel discorso con lui; presa nelle sue paranoie, da non accorgersene neanche...

    Alice


    Edited by woozy. - 6/6/2020, 00:07
     
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    L’avere incontrato Alice nel suo habitat naturale aveva avuto uno strano effetto nello Stregatto che era abituato a vederla nel suo pazzo mondo. Lì a Vancouver l’aveva vista così “distante” da lui, dal suo mondo, che gli aveva dato come una sorta di fastidio interiore. Aveva avuto come l’impressione di vederla così distante da lui che la cosa si era ripercossa nel suo interno, nel suo...cuore...?! Bah, qualsiasi cosa fosse, gli aveva fatto strano insomma incontrarla in un posto che non fosse il Paese delle Meraviglie. E il pensiero di Alice ritornava un po’ troppo spesso in lui che non se ne capacitava affatto il motivo. Perché così, tutto d’improvviso quella ragazza gli faceva visita perfino quando dormiva? Perché doveva sognarla praticamente ogni notte e di giorno di tanto in tanto il pensiero andava su di lei? Miaow fece svogliatamente contro il Bianconiglio da vero gattone, ovvero miagolando e non parlando. E questo significava solo una cosa, voleva essere lasciato in pace e non aveva voglia di scherzare...Pincopanco e Pancopinco se ne erano già accorti quella mattina presto quando erano tutti entusiasti nell’escogitare con lo Stregatto un brutto tiro da fare al Bianconiglio, ma il gatto non ne voleva proprio sapere, e se ne era svanito via nel nulla, senza lasciare neppure il suo ghigno nell’aria. Ma che razza di comportamento aveva? Che razza di umore aveva!!!? Egli scosse la sua testa cicciona ripetitivamente in maniera da scrollarsi di dosso ogni pensiero (negativo) e tornare ad essere il solito burlone, subdolo e dispettoso. Comparve quindi poco dopo nei pressi del Cappellaio Matto, l’ora del tè era già finita probabilmente, ma sapeva che avrebbe trovato sicuramente un altro passatempo e difatti ecco che non appena saltò su di un grosso albero tutto storto, vide sotto di esso proprio lei, Alice! Quale coincidenza, pensó e decise pure di dare voce ai suoi pensieri, mentre scese giù, catapultandosi praticamente fra le braccia della ragazza che si era seduta all’ombra dell’albero Quale coincidenza! esclamò quindi seguito da un miagolio, mentre scendeva dalle sue braccia e andava a sedersi di fronte, senza mai distogliere lo sguardo su di lei.
    Cheshire Cat
     
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    Si stava annoiando, e lei odiava annoiarsi! Ma lo Stregatto non si vedeva, e le mancava, da quando aveva visto Killian, le era rimasto impresso nella mente, e poi quel sorriso, che era era fin troppo simile a quello del suo amico, del paese delle meraviglie, e visto che era così pazza da pensarlo, lo era anche per chiederglielo, o semplicemente non sapeva che fare, visto che poteva essere, che lei provava per il gatto a strisce, qualcosa di più di un'amicizia, e sperava che lui fosse Kilian, che era anche molto, molto carino! Ma cosa poteva trovare un ragazzo in lei? Sicuramente la pazzia, e che era strana, si stava pure illudendo di piacere a qualcuno, lei, che parlava con gli animali, e che vedeva come casa, Sottomondo, non avrebbe mai potuto avere una relazione stabile, cosa avrebbe raccontato? Sì sai, sono la ragazzina che è andata nel Paese delle meraviglie, a bere il the con il Cappellaio Matto, e il Bianconiglio, era decisamente da ricoverare una così. Ma lei ormai ci conviveva con queste sue fantasie, l'avevano aiutata a non suicidarsi, e probabilmente era il suo tragico e assurdo destino, quello di non trovare nessuno che le stesse accanto, non che si impegnasse troppo, nella ricerca. Intanto stava lì, a rimuginare, su quanto la vita, fosse stata ingiusta con lei, e se aveva preso le medicine, o di andare di sua spontanea volontà in qualche manicomio; e stava contemplando il vuoto, seduta ai piedi di un albero brutto, storto ma bellissimo, quando praticamente si trovò fra le braccia lo Stregatto, e lei per un attimo trattenne il respiro, l'aveva talmente colta di sorpresa, che quasi le era venuto un colpo al cuore.
    Mi hai spaventato!
    Conosceva bene le sue entrate teatrali, ma prima o poi le avrebbe fatto fare un infarto, a comparire così dal nulla.
    Avevo perso le speranze di trovarti
    Lo guardò negli enormi occhioni da gatto, pensando che era stata una completa idiota, a pensare che lui e Kilian, fossero la stessa persona, sebbene una parte di lei, ancora, anche se poco, ci sperava.

    Alice
     
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    Che Alice fosse strana non era certo una novità e lo si sapeva bene, chiunque, perfino gli alberi o i muri della città avevano capito che stramberia di ragazza ella fosse!, ma che addirittura potesse provare qualcosa di più per il suo “amico” gattone a strisce, era una cosa che andava al di sopra della stramberia!! Insomma, come era possibile che una ragazza nutrisse una forte simpatia che poteva sbocciare in un sentimento più profondo e grande..., per un gatto?! Strana era, sempre detto. Ma era anche fortunata Alice, in quanto la forma da micione non era la forma originaria dello Stregatto, in realtà egli aveva sembianze umane, in quanto era un Demone, e piuttosto bellino anche! Quindi alla fine non era proprio pazza pazza!!! Certo, lei non lo sapeva ancora...
    Mi hai spaventato! esclamò la ragazza quando lo Cheshire Cat le era piombato fra le braccia e come risposta egli miagoló qualcosa di incompreso persino per lei che capiva il linguaggio animale. Avevo perso le speranze di trovarti ammise subito dopo ed egli si sedette difronte a lei Beh mia cara, mi hai trovato!! esclamò facendosi quindi capire, guardandola con aria curiosa e un po’ buffa. Chissà se aveva avuto un mezzo sospetto che Killian era lui...E la continuava a fissare per vedere cosa ella voleva da lui...Con quegli occhioni che di rassicurante aveva ben poco...
    Cheshire Cat
     
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    Forse si era ammattita del tutto, pensando di provare un sentimento più profondo per lo Stregatto, probabilmente lei, era talmente matta e sola, che pensava che il suo amico, potesse colmare quel vuoto, ma metteva in secondo posto il fatto che fosse un animale, molto strano, ma pur sempre non umano, e quindi era lei, che era arrivata a già 7 cose impossibili, ed era meglio, non aggiungerne un'ottava. Era decisamente stramba, e sì tra il fatto che parlava con cose, che normalmente erano inanimate, questo la diceva molto lunga su di lei, sì Alice sei matta! E sì i migliori sono tutti matti, ma tu hai decisamente perso del tutto il senno! Quindi quando lo Stregatto gli era piombato tra le braccia, aveva avuto un momento di lucidità, o forse di pazzia, chi poteva saperlo?!? E aveva capito che o lui poteva essere umano, o non c'erano speranze, per quell'amore platonico; lui miagolò, e lei lo guardò non capendo, cosa volesse dirle, e quindi stette a fissarlo.
    Ti sei fatto trovare!
    Rispose sorpresa, alla fine quello che le era piombato in braccio era lui, e non lei. E poi la guardava con troppo interesse, con i suoi occhioni, ma che aveva in mente? Maledetto gattaccio!
    Volevo dirti che ho conosciuto un ragazzo, che ha il tuo stesso sorriso
    Lo disse tranquillamente, anche se forse, un pochino, voleva vedere la sua reazione, poi lo Stregatto, manco sapeva che era la gelosia.

    Alice
     
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    Ti sei fatto trovare! esclamò lei sorpresa ed ilare allo stesso tempo. Lo Stregatto miagoló un Ogni tanto...Sapevo che mi cercavi... fece serio guardandola con altrettanta serietà, cosa che in effetti era altamente strano vedere una simile reazione in lui. Insomma, lui che era sempre così imprevedibile, matto, subdolo, che amava prendere in giro le persone...vederlo con uno sguardo così serio non era affatto normale! Stava bene? C’era qualcosa che non andava? Volevo dirti che ho conosciuto un ragazzo, che ha il tuo stesso sorriso aggiunse subito dopo Alice con tono tranquillo. Ed ecco il motivo della sua serietà; avanti Alice, lo sapevi che quel ragazzo di cui avevi appena accennato era lo Stregatto, a che gioco volevo giocare quindi? Per questo motivo egli si era fatto serio tutto d’un tratto, perché si immaginava che la ragazza lo stesse cercando appunto per fargli quella rivelazione del “io so chi tu sei!!!”. Invece a quanto pareva ci stava girando intorno, o forse Kilian l’aveva sopravvalutata troppo e Alice in realtà non l’aveva ancora capito? Oh, lo stava mettendo in crisi, questo era certo. E adesso, cosa poteva mai fare? Fingere di non sapere o rivelarsi? Ovviamente lo Cheshire Cat scelse rapidamente la prima ipotesi, insomma, per uno come lui era più facile e divertente giocarci sopra, che rivelare la realtà. Ecco che quindi il suo sorriso tornò ad essere quello sornione e ambiguo di sempre. Nessuno può avere il mio sorriso! esclamò scomparendo e riapparendo poi sul tronco dell’albero sopra la testa di Alice. Ma si sa che tu, cara Alice, hai spesso delle allucinazioni... disse con malizia e sarcasmo, del resto egli aveva sempre un pizzico di cattiveria dentro e non era lui se non ci giocava con essa. Dei sentimenti altrui non gliene era mai importato nulla...e in più questa volta c’era in ballo il suo segreto, segreto che conosceva solamente una Demone di nome Layra. Nemmeno Elle, la Lepre Marzolina non ne era a conoscenza, nonostante fosse una Demone pure lei. Allo Stregatto non faceva piacere che qualcuno sapesse su di lui più di quanto egli non volesse..., però per un’attimo gli era sembrato interessante e quasi piacevole, se Alice sapesse del suo segretuccio...ma perché proprio lei? Ma del resto, non era a lei che si era manifestato qualche settimana fa, con le sue sembianze umane...?
    Cheshire Cat
     
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    Strano, di solito non ti fai mai trovare
    Era decisamente stupita da quella frase, stava parlando dello Stregatto, un essere talmente egocentrico, che non si faceva scovare nemmeno, quando la Regina Bianca lo chiamava, o comunque aveva bisogno di lui, farsi trovare da lei, ed ammetterlo, decisamente l'aveva spiazzata, perchè non era decisamente da lui! Che stesse impazzando del tutto, il gatto a strisce? O forse perchè voleva semplicemente vederla, ma scartò subito quella possibilità, che per un attimo si era fatta largo nella sua mente, lei l'aveva calpestata, come fosse un insetto disgustoso, non ci avrebbe creduto, se non l'avesse visto con i suoi occhi, che lo Stregatto ci teneva a qualcuno, ma non lo faceva nemmeno con lei; quindi non valeva la pena, prendersela a cuore. Per non parlare di come la guardava, era serio, non aveva il suo solito ghigno distorto, ma allo stesso tempo divertito, probabilmente stava accadendo qualcosa di cui lei non era a conoscenza, ed odiava non sapere le cose, o essere l'ultima a venirle a sapere, maledetto Stregatto! Ma quella reazione, così seria, venne proprio quando lei parlò di Kilian, come mai tutta quell'attenzione per un umano? Un gatto mica doveva sentirsi minore di qualcuno, eppure ebbe quella reazione, che le diede un po' da pensare, nella sua mente matta, che quindi fosse lui, o non lo fosse? Non lo sapeva, ed era meglio se continuava così, se avesse scoperto, davvero, che quei due erano la stessa cosa, di certo non sarebbe finita bene, e lei non avrebbe voluto rivedere nessuno dei due, e quindi era meglio che continuasse così, oppure no... Lei voleva sapere la verità.
    Sì a credere a te, che tu posso essere sincero
    Rispose allo Stregatto, odiava con tutta se stessa quando le sorrideva così, senza farle capire nulla, prendendola in giro, perchè era quello che stava facendo, ma se di solito era in modo scherzoso, e c'era abituata, ma lì, davvero aveva esagerato, soprattutto sulla questione allucinazioni, visto che era stato proprio per quello che era finita in manicomio. E non contento era stato pure sarcastico, ma perchè doveva provare qualcosa per uno così? Ma cosa aveva di sbagliato la sua mente? Ad essere matta doveva essere più razionale, invece si era innamorata di un animale ed ora lo ammetteva; quanto si sentiva stupida, ed idiota, soprattutto a pretendere che allo Stregatto importasse di lei, e che fosse umano proprio per poterglielo dire e fare tutto ciò, beh che potevano fare gli umani. E invece no, la insultava, la prendeva in giro, a lui non avrebbe fatto differenza se lei fosse stata lì oppure no, e visto che sentiva, che le lacrime della più completa frustrazione, le stavano salendo agli occhi, era meglio andarsene.
    Sai pensavo fossi proprio quel ragazzo, ma in realtà sono solo pazza
    Lo guardò e sorrise, mentre le lacrime iniziavano a rigarle il viso (grazie make uo waterproof); e scosse la testa sorridendo, ora poteva tornarsene a casa, sapendo che si era sbagliata, e crogiolarsi nella sua malinconia da sola; fumando una sigaretta, ascoltando canzoni tristi.
    Ritorno di sopra
    L'avrebbe fermata? Assolutamente no, tanto aveva appurato che non le avrebbe mai rivelato nulla, quindi non le restava che tornare nel suo appartamento, e che per un po', anzi molto tempo, non sarebbe tornata, nel paese delle meraviglie.


    Alice
     
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    Strano, di solito non ti fai mai trovare esclamò Alice con poca intonazione mentre lo Stregatto iniziò a dire con tono melenso Qui devi correre più che puoi per restare nello stesso posto. Se vuoi andare da qualche parte devi correre almeno il doppio, frase de dubbia ambiguità, che ovviamente non dava una risposta a quanto la ragazza avesse appena detto. Ma in fondo il gatto era fatto così!
    Sì a credere a te, che tu posso essere sincero fece ella e il Demone sapeva quanto poteva essere fastidiosamente fastidioso il suo comportamento ambiguo e strano, ma ovviamente non gli importava molto. Però l’espressione che il volto di Alice aveva assunto in quel momento lo fece paralizzare e lo fece tornare serio. Alice pareva triste e allo Stregatto tutto ciò sembrava non piacergli. Perché, a lui cosa mai poteva importare dell’umore di quella ragazza?
    Sai pensavo fossi proprio quel ragazzo, ma in realtà sono solo pazza<:i> e poi ecco che ella riveló ciò che aveva sospettato e sperato. E adesso lo Stregatto cosa avrebbe fatto? Le avrebbe rivelato la verità o come sempre ci avrebbe giocato con la verità?
    Il volto di Alice si riempì di lacrime ma la sua espressione era rimasta con un sorriso, a mascherare cosa provava realmente, cosa che ovviamente il gatto comprese piuttosto bene. <i>Ritorno di sopra
    aggiunse infine alzandosi in piedi e beh, ciò voleva dire che sarebbe uscita dal Paese delle Meraviglie e con grande probabilità non ci avrebbe mai più messo piede dentro. E lo Cheshire Cat poteva rimanere impassibile da tale comportamento!? No, ed egli non se ne capacitava il motivo. Eppure aveva appena scattato in avanti e si era posizionato su un grosso ramo di un albero così da arrivare all’altezza del viso della ragazza. .........Alice........... disse il suo nome con voce strana, diversa dal solito. Era pronto? No. Era arrivato il momento di rivelarle la verità? No. Ma se aspettava di essere pronto avrebbe aspettato tutta la vita. Doveva quindi parlare, mostrarsi per quello che era in realtà. Questo voleva dirsi fidarsi di Alice, in primo luogo. Perché doveva rivelare la sua vera identità, o almeno rivelarla in parte. Magari non serviva dirle che era un Demone, ma doveva dirle che quel ragazzo che aveva incontrato a Vancouver era proprio lui, lui con la sua forma originaria; e che non era un gatto quindi. Ed era un segreto enorme che non aveva mai rivelato a nessuno e che mai voleva riversare a nessuno! Eppure in quel momento capì che voleva rivelarlo proprio ad Alice!! Decidere se fidarsi o meno di una persona era un pó come decidere se arrampicarsi o meno su un albero, poiché si sarebbe potuto godere di una vista straordinaria dal ramo più alto, oppure ci si sarebbe semplicemente riempiti di resina, e questo era il motivo per cui molta gente decideva di passare il suo tempo sola e in casa, dove è più difficile pungersi con una scheggia. Lo Stregatto sapeva bene che la vista dal ramo più alto era una vista stupenda e che ne sarebbe valsa la pena rischiare. Stesso ragionamento quindi lo stava avendo in quel momento; ovvero rischiare a dire almeno mezza verità ad Alice ne sarebbe valsa la pena! Fermati! le urló quasi contro, senza rendersene conto. Non voleva che quella ragazza se ne andasse via per sempre. Lo Stregatto non era bravo con le parole, o meglio non era bravo a parlare senza creare ambiguità o falsità, per questo motivo decise di mostrarsi a lei, invece che parlarle di cosa era in grado di fare. Ecco che quindi lo Stregatto scese dall’albero dopo aver fatto un grosso respiro, e quando le sue zampe posteriori toccarono il suolo, esse divennero delle lunghe gambe e beh, tutto il suo corpo era diventato quello di un ragazzo, quel ragazzo. Cosa avrebbe fatto o detto ora Alice? Kilian non ne aveva la minima idea, sperava solo che ella lo capisse...
    Cheshire Cat
     
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    Le rispose, con le sue solite frasi, in cui non si capiva un accidente, e bisognava girarsi intorno, e utilizzare quello che tanti, definivano pensiero trasversale, per comprendere cosa stava dicendo, e lei sospirò, dopo un attento ragionamento su quelle parole. Era vero doveva correre con lui, semplicemente, perchè camminando normalmente sarebbe stato impossibile, e giustamente la corsa doveva essere doppia, ed arrivare con il fiatone, così da non perdersi neanche un ragionamento dello Stregatto, se no, facevi prima a impazzire, che a comprenderlo. Era più facile capire una cosa tanto complicata, che quella di un gatto, e già lì aveva esplicato abbastanza il concetto, ma ora, la cosa, che più le premeva, era arginare le lacrime, e di difatti cercò di asciugarsi in fretta le guance, così da rimanere con un leggero rossore negli occhi, ma non frignare come una bambina, cosa che aveva appena fatto; e forse aveva usato quella tecnica, per farlo sentire maledettamente in colpa... Ma era così? Oppure no? Non era dato saperlo, fatto sta, che voleva solo andarsene e rimettere un po' in ordine, i suoi pensieri così disordinati, ma mentre si stava avviando, si ritrovò lo Stregatto appollaiato su un rampo, alla sua altezza che la fissava, e l'aveva chiamata, e lei si fermò; non tanto perchè voleva parlargli, ma perchè c'era qualcosa di completamente diverso nel suo tono, non l'aveva mai chiamata così, ovviamente sempre con il suo nome, ma sembrava quasi un tono di scusa, che non volesse che andasse via. Scosse la testa, lo Stregatto era troppo egocentrico, di certo se l'era solo immaginato, perchè voleva aggrapparsi a qualcosa per non andarsene dal Paese delle Meraviglie, ma se si fosse fermata, o l'avesse ascoltato, sarebbe rimasta lì, che sarebbe stato ancora peggio, come a volersi ferire ancora, e già era pazza, non voleva anche aggiungere masochista. Lei gli aveva voltato le spalle, e si sentì urlare di fermarsi, non doveva farlo, doveva fare andare avanti le sue gambe, ma queste si erano bloccate, bene, pure il suo corpo era impazzito, era stufa di novità per quel giorno, più sentirsi urlare dietro dallo Stregatto, l'aveva presa anche in giro abbastanza, e difatti si voltò per dirglielo, che doveva smetterla, di lasciarla andare via, che era solo uno stupito, inutile, gatto parlante, e pure antipatico. Ma quando si voltò, non c'era più un animale, ma Kilian, ma allora... No non poteva essere, beh in reltà sì, ma no, era veramente un vile! L'aveva fatta passare per pazza più di quella che era, l'aveva presa in giro, le aveva mentito, ed ora pensava che finalmente, svelandole la verità, potesse metterci una pietra sopra?!? Sì l'avrebbe fatto, ma con un macigno sopra al ragazzo! Guardava Kilian, a metà tra lo sbalordita, e la voglia di ucciderlo, con gli occhi spalancati, mentre meditava come poterlo fare, e lasciare meno prove possibili in giro, ma c'era anche il problema, che non sapeva fino a che punto fosse immortale, e questo era un problema non da poco. Ma si avvicinò a lui, e alzò una mano, per schiaffeggiarlo in pieno viso.
    Sei uno stronzo!
    Non disse altro, guardandolo furente, non c'era bisogno di aggiungere nulla; l'aveva presa in giro, le aveva mentito, l'aveva ferita, ed ora forse pretendeva che tutto tornasse come prima, era solo un illuso! Era vero, ora era umano come lei, sebbene non sapesse il suo piccolo segreto demoniaco; e ciò avrebbe reso la loro conoscenze più semplice, ma lui aveva perso la sua fiducia, e sarebbe stato davvero difficile recuperarla.


    Alice
     
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    Appena lo Stregatto parlò Alice arrestó i suoi passi e si voltò a guardarlo. Non ne fu proprio sicura e convinta, infatti poi eccola lì che nuovamente aveva ripreso a ignorarlo andando via, perché non voleva piangere davanti a lui e soprattutto non voleva ancora soffrire. Lui allora richiamó ancora la sua attenzione perché finalmente sapeva che era arrivato il momento giusto per rivelarle parte del suo segreto ed infine ecco che la ragazza tornò nuovamente a voltarsi per ascoltare quello che il gattone le aveva da dire. Ma quando si voltò si trovò di fronte Kilian, e lo stupore in lei fu grande. I suoi occhi, che gia erano di una misura fuori dal comune, divennero ancora più grandi e Kilian non poté ovviamente che notare quello stupore che sembrava anche quasi felicità. Poi però quello sguardo si riempì di rabbia e Kilian dovette quindi arrestata di suoi passi con i quali avrebbe voluto raggiungerla e abbracciarla. Invece quello sguardo di adesso stava dicendo un’unica cosa “sta lontano da me!” Poco dopo invece fu lei ad avvicinarsi ma non certo per abbracciarlo, piuttosto per tirargli una sberla Sei uno stronzo! gli urlò con rabbia ma nei suoi occhi vera ora un’altra scintilla...di speranza...di felicità...Perché lei che si era innamorata di lui ora sapeva che l’aveva fatto per un uomo e non per un animale!
    Kilian non sapeva bene ne che dire ne che fare, non era assolutamente bravo in queste cose. Di solito deriva le persone, non le consolava ne le chiedeva scusa. Ma con Alice si sentiva in torto marcio e voleva recuperare. Voleva lei...
    Alice Non sapeva davvero che dire, era in grande difficoltà come non mai. Poi gli venne in mente le parole del Bianconiglio che il giorno prima egli gli aveva parlato di una festa terrestre e non che il gatto ci avesse fatto proprio attenzione a quello che Backer gli stava dicendo, però aveva ora compreso che per queste feste di fine anno i terrestri facevano una specie di festa. Alice era una terrestre quindi l’avrebbe fatta anche lei..e magari lui poteva andarci...Non era affatto da lui ma per scusarsi avrebbe affrontato qualsiasi cosa! ...per questa cosa della festa di Natale potrei accompagnarti ti va?! disse tutto d’un fiato, sperando in una risposta affermativa.
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    Tutto capitò in un istante, in un battito di ciglia, prima c'era lo Stregatto, ed ora c'era Kilian, che la guardava, come per scusarsi di tutto, mentre lei con tutta la sua forza, gli stampò in viso, la sua mano. All'inizio non le fece male, ma poi la mano, iniziò a pulsarle dal dolore, e dalla troppa forza che ci aveva messo, e quel contatto pelle con pelle; non voleva di certo rivedere quel ragazzo così, quando l'aveva trovato per caso per Vancouver, che alla fine non era stata una coincidenza, lo Stregatto l'aveva fatto per vederla, per incontrarla, ma in quel momento, anzichè esserne felice, pensare che l'avesse fatto solo per lei, era solo tanto arrabbiata; se avesse potuto l'avrebbe preso a calci! Perchè aveva aspettato fino ad allora a dirglielo?!? Perchè non si era fatto avanti prima! Di che aveva paura? Era sempre Alice e lui il suo migliore amico, saperlo, le avrebbe fatto solo che piacere, potevano fare le cose, beh, ecco da umani. Invece l'aveva scoperto nel modo peggiore, mentre lei si sentiva umiliata, e solo quando lo Stregatto si era sentito con le spalle al muro, si era preso gioco di lei, e questo la feriva ancora di più, ricacciando le altre lacrime che le salivano agli occhi, per non farglielo vedere. Era combattuta come non mai... Sapeva i suoi sentimenti, ed ovviamente anche lui, ma dopo tutto questo, era come se qualcosa si fosse spezzato, come un legame, che poteva ricucirsi, oppure trasformare in qualcosa di più forte, ma in questo momento, non sapeva cosa fare. Era talmente dibattuta! Che fare? Doveva chiedere consiglio, forse al Brucaliffo... Iniziò a parlare fra sè e sè, mentre camminava avanti e indietro, fermandosi all'improvviso, e voltandosi di scatto alle parole di Kilian. La festa di Natale a Vancouver, la città era addobbata a festa, ma lui come faceva a saperlo? Lo guardò con sospetto, quasi fosse un criminale, e le chiese di accompagnarla.
    Ad un patto, accetto il tuo invito: mi dovrai fare un regalo talmente bello, da farmi dimenticare tutto questo, dovrai vestirti elegante, portarmi a fare shopping e a cena, in un bel posto, dove farai il galantuomo e offrirai tu. Se riuscirai a farmi passare una giornata dall'inizio alla fine con il sorriso, può essere che ti perdono
    Quelle erano le condizioni. Poi senza dirgli niente prese una boccetta dalla tasca, e ne bevve un sorso, sparendo all'istante. Non gli aveva dato tempo di rispondere, tornando sulla terra, curiosa nel vedere, se lui ce l'avrebbe fatta. Lo avrebbe perdonato, col tempo, ma aveva voglia di divertirsi e fargliela pagare, giustamente con il senso di colpa.


    Alice


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