Another Time, Another Place

Atene

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    Cosa avesse portato Ezio a tornare ad Atene non era ben chiaro neppure a lui. Questa volta non stava inseguendo nessuno, non aveva nessun incarico da portare a termine eppure qualcosa lo aveva spinto a raggiungere oltreoceano la capitale Greca. Da Vancouver quindi aveva preso un’aereo che lo aveva portato fino a Londra. Lì aveva trascorso una settimana in cui aveva solamente fatto la bella vita, fra relax, cibo e donne; poi era ripartito e questa volta la sua meta era quella definitiva, almeno per il momento, ovvero Atene. Atene...città in cui gli riportava alla mente una figura appannata e lievemente visibile. Era una figura di donna, dai lunghi capelli castani e gli occhi penetranti verde azzurri; basta non aveva altri ricordi ricordi in merito. Il viso era quasi completamente un punto di domanda, la pelle liscia invece era ben impressa nella sua mente. E chissà perché appena aveva messo piede nella città greca, il ricordo di quella ragazza gli era balzato subito in testa. Non ne conosceva neppure il nome, né l’età ne la razza, ma sicuramente non era umana, almeno questo era stato il suo pensiero iniziale. Forse perché la sua bellezza non poteva competere con gli umani; e come bellezza non intendeva solo quella fisica, ma anche quella interiore. C’era qualcosa in lei che andava fuori dall’ordinario...oh si, quello se lo ricordava perfettamente! Ehi ragazzo fa attenzione! un uomo con uno strano accento inglese si era annunciato poco prima di andare a sbattere contro lo sconosciuto che gli aveva tagliato la strada. Ezio rispose inchinando il capo in segno di scusa e continuò per la sua strada che lo portó verso l’Acropoli, forse non proprio una mossa saggia, visto che era la zona più turistica di quelle parti. Infatti eccolo ad accoglierlo una grossa calca di gente tutta intenta nel fare foto o ad ascoltare la propria guida che spiegava quello che stavano vedendo. Il sole picchiava alto nel cielo, ed essendo verso la fine di settembre, esso era ancora piuttosto caldo. Ezio indossava una t-shirt a maniche corte bianca e un paio di pantaloni blu e stava in un primo momento cercando un riparo dal sole, che effettivamente stava picchiando insistentemente. Ma perché il suo cammino l’aveva portato fino a lì? Come si stava ponendo quella domanda, l’uomo alzò il capo portandolo poco più avanti, dove scorse la figura di una bionda ragazza che contemporaneamente si era fermata a guardarlo. Per un’attimo gli era sembrato che quella ragazza fosse quella che aveva in memoria, solo che il colore dei capelli non corrispondeva...Ella continuava a fissarlo, lui lo stesso...Aspetta...Che fosse la ragazza incontrata a Vancouver? Ma che ci faceva lì?
    Ezio Auditore
     
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    C'era ricascata, quando quella mattina si era svegliata, sì Ezio era accanto a lei, ma se ne era andato poco dopo, senza praticamente più richiamarla o farsi risentire; lei era stata proprio una grandissima idiota, quando era riuscita a passarci sopra alla prima volta che erano stati insieme, c'erano voluti anni, che poi erano diventati secoli, ma ecco che appena lo rivedeva, finivano a letto assieme, e lei che non voleva che se ne andasse; Ezio era già sparito. Eppure doveva saperlo, dato anche dal terrore psicologico di sua madre, dove gli uomini andavano bene solo per procreare, e tutte le donne troppo promiscue, in sintesi per lei erano sgualdrine, per non usare un termine più offensivo; probabilmente, se fosse avvenuta un apocalisse, per sua madre poteva morire tutto il genere maschile, forse avrebbe salvato suo padre, ma a parte lui, tutti avevano lo stesso destino, ed ora, stava anche lei dando ragione a quel ragionamento, per quanto estremista, ma capiva che l'aveva fatto per proteggerla, mentre lei, stupidamente, inseguiva un uomo, che neanche sapeva che per lei era stato il primo e l'unica, e che voleva accanto. Ma pensare ad Ezio in quel modo era un'utopia, lui era un donnaiolo, e non avrebbe mai rinunciato al suo stile di vita, neppure per lei, sebbene fosse una semidea, e sfidava nel trovare qualcuna di meglio! Ma di certo c'era, perchè non voleva più stare a Vancouver, con la speranza, e allo stesso tempo la paura di rivederlo, con il pensiero che il cervello le avrebbe detto di andarsene, mentre il cuore di restare, e sarebbe iniziato di nuovo quel circolo vizioso, all'infinito, dove fra i due, a farne le spese sarebbe stata lei, perchè non sarebbe riuscita ad accantonare i sentimenti per lui, ed era stufa. Quindi mise tutto in valigia, e decise che sarebbe tornata a casa, forse nella sua terra natia, ed ovviamente non sua madre, ma ai suoi amici di infanzia, avrebbe chiesto qualche consiglio, e probabilmente ciò sarebbe scaturito anche in qualche vendetta; le donne dell'Olimpo erano abbastanza famose per questo, ed Era, prima di tutte; prenotò solo un biglietto di andata, direzione Atene, e quando arrivò appena passato i controlli, sentì tutto il peso sulle spalle levarsi, era a casa, nella sua terra, mandò un messaggio a sua madre, per vedersi, perchè tanto sarebbe venuto a saperlo, e sarebbe stato decisamente peggio... L'avrebbe visto come un affronto personale dalla sua unica figlia, quindi fu la prima roba che fece, e non volle nemmeno pensare a tutte le parole che si sarebbe presa per il suo comportamento. Aveva posato le sue cose in albergo, evitando di andare subito sull'Olimpo, non aveva voglia di questioni famigliari appena arrivata, e decise di andare a fare un giro in città; se a Vancouver si gelava, in città si stava bene in jeans e maglietta a maniche corte, un look semplice, ma che comunque sottolineava la sua figura, e passeggiava in mezzo ai gruppi di turisti, e in quel momento ebbe una strana sensazione, si voltò a vedere se qualcuno la seguiva, e in quel momento lo vide... No non poteva essere lui, non lì, perchè volevano torturarla così? O c'era di mezzo sua madre Artemide, o qualche filo era stato tirato, perchè qualcuno o qualcuna si divertiva a vederla così. Fece finta di non averlo visto, no era un'allucinazione, non poteva e non doveva, era solo un uomo che gli assomigliava molto; era per forza così. Ignorò quindi il suo sguardo, voltandogli le spalle, ed entrando in un bar poco distante, forse qualcosa da bere, le avrebbe disteso un po' i nervi, e si sedette ad un tavolino, chiedendo in greco un the freddo, mentre guardava la gente passare, mentre inconsciamente lo cercava fra la folla.
    DaphneAdler
     
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    Nessuno dei due pareva volere fare la prima mossa, restando fermi immobili a fissarsi. Ella con il suo bicchiere di tè freddo, seduta al suo tavolino, e lui che si mescolava tra la folla, ma fermo immobile mentre le persone intorno a lui gli passavano di fianco, avanti e indietro. Eppure si erano visti, e questa volta conosciuti. Ezio infatti si era ricordato di quella ragazza conosciuta in un pub a Vancouver, con la quale poi aveva passato una piacevolissima nottata sotto e sopra le lenzuola!! Daphne, ecco quale era il suo nome! Le fece quindi un lieve accenno di capo e poi si avviò verso di lei, ricordandosi che ella gli aveva detto di essere greca, quindi era anche più che normale ritrovarsela lì. Del resto era più strano che egli fosse ad Atene e già...effettivamente, cosa ci faceva ad Atene? Non aveva risposta a questa domanda, domanda che probabilmente ella gli avrebbe posto una volta ricongiunti. Ehi... la salutó con un piccolo sorriso in volto. A quella domanda avrebbe in caso, in seguito, inventato una risposta...Com è piccolo il mondo, eh! esclamò poi facendole cenno se si poteva accomodare.
    Ezio Auditore
     
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    Ma mai e poi mai gli avrebbe parlato! Si era comportato da emerito stronzo nei suoi confronti, e non contento di questo, ora doveva pure trovarselo di fronte, ma neanche morta, ora doveva solo pensare a cosa dire per evitare che sua madre si infuriasse, che prima era andata a letto con un uomo, e secondo, come mai era lì, e non era ancora andata da lei, e non sapeva quale delle due cose fosse la peggiore, di poco era la prima. Quindi in preda al terrore, di rivedere Artemide, la Dea della Caccia, che probabilmente le avrebbe regalato qualche arma, così che il genere maschile non si avvicinasse più a lei, e l'avrebbe accettata anche volentieri, visto che si sentiva una stupida ragazzina, e per di più innamorata, di un casanova! Nemmeno per un momento, aveva pensato che Ezio fosse lì per lei; credeva nel fato e negli incontri fortuiti, ma non se ogni volta, erano negativi nei suoi confronti. Stava sorseggiando il suo the, mentre attorno a lei, le persone andavano e venivano, perdendosi e ritrovandosi in quel fiume di gente, quando alzando lo sguardo, vide che quell'uomo stava venendo verso di lei, no, non poteva essere, doveva stare dove si trovava, la doveva lasciare stare, era palese che lui non volesse altro che divertirsi, mentre lei, ingenuamente, puntava ad una relazione seria.
    Ciao
    Rispose funerea, mentre lui le sorrideva, e lei aveva deciso che avrebbe mantenuto un certo distacco, per non farsi sopraffare dai sentimenti, che aveva nei confronti di Ezio.
    Troppo piccolo
    disse sarcastica, molto sarcastica. Lui aspettava un invito per sedersi, cosa che lei voleva rifiutare, ma un cameriere chiese cosa voleva in greco, bene ora non aveva più scuse.
    Chiede cosa vuoi da bere
    Il suo tono era molto freddo e distaccato, mentre il cameriere in piede, era in attesa. Maledetti dei, e maledetto fato!
    DaphneAdler
     
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    Daphne non si trovava lì ad Atene per Ezio come Ezio non si trovava lì per Daphne. Questo era sicuro e ovvio. Allora cos’era? Fato? Destino? Casualità? E chi poteva dirlo...? Per questo motivo il ragazzo non iniziò neppure a domandarselo, e preferì avvicinarsi a lei, con nonchalance. Ma del resto perché Daphne si doveva aspettare qualcosa da quell’uomo? Sembrava che ad entrambi piacesse divertirsi, per lo meno fra loro, e quindi Ezio non aveva minimamente pensato e calcolato che quella ragazza volesse qualcosa di più da lui. Ciao rispose ella atona senza mettere quindi un minimo di enfasi nel suo saluto. Non ci vediamo da un po’, per caso ci troviamo qui, e questo è tutto il tuo saluto!? fece allora egli dimostrandosi cordiale e tranquillo.
    Troppo piccolo fu poi il suo frettoloso commento mentre un cameriere si avvicinò loro e parlando in greco chiese cosa volesse da bere, cosa che ovviamente Daphne tradusse per Ezio Chiede cosa vuoi da bere. Il suo tono di voce era stato molto freddo e distaccato, che ovviamente Ezio non poté fare a meno di notare. Si accomodò ugualmente e ordinò in inglese un cocktail che Daphne dovette tradurre per lui. Il cameriere prese l’ordinazione e poi si allontanò da loro. Qualcosa non va? le chiese subito senza troppi giri di parole, del resto era un tipo a cui piaceva andare dritto al sodo e non girarci intorno.
    Ezio Auditore
     
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    Ormai non poteva più scappare, Ezio era di fronte a lei, seduto al tavolino, e lei sentiva il cuore che aveva aumentato il battito, ma doveva restare fredda e distaccata, non doveva più ricaderci con lui; sperava ad Atena di trovare un po' di pace, di mettere ordine ai suoi pensieri, ma lui era riuscito a mandare a monte, tutti i suoi programmi.
    Sì, come dovrei rispondere ad un uomo che non si fa più sentire?
    Chiese retorica. Lui aveva ancora il coraggio di lamentarsi del suo saluto, stava pensando a come fare per farglielo capire, che lei si era illusa che ci fosse altro fra loro, mentre lui pensava che fosse semplice e puro divertimento, quindi non poteva farci nulla, se non era per nulla contenta di quell'incontro, visto che sentiva che lo voleva, solo per sè come quella notte; eppure sapeva che non sarebbe mai stata l'unica per lui, e questo era un pugno nello stomaco, e non voleva stare così per colpa di un uomo. Quindi si era costruito un muro attorno, per non fare lo stesso sbaglio, di nuovo, mentre Ezio era cordiale, mentre lei no.
    Ormai erano faccia a faccia, lei sorseggiava la sua bibita, mentre l'uomo la guardava, dopo aver ordinato, e difatti poco dopo, ecco la sua ordinazione, e non perse tempo, a chiederle ciò che non andava; lei avrebbe voluto urlargli contro che era solo un donnaiolo, e che era innamorata di lui, ma sapeva che lui non sarebbe mai cambiato per lei, nonostante qualcuno, o qualcosa, facesse di tutto, per fargli incontrare, in posti, che non ci si aspettava come Atene.
    Sono solo un'inguaribile romantica, che si innamora sempre degli uomini sbagliati
    rispose con molto sarcasmo guardandolo negli occhi. Esprimeva semplicemente il concetto che, aveva scelto di innamorarsi dell'uomo sbagliato. Aveva detto tutto ciò che aveva dovuto dirgli, non aveva fatto scenate, semplicemente, quella era la sintesi del tutto. Finì il suo drink, e lasciò i soldi sul tavolo, con una mancia per il cameriere, per poi alzarsi, non aveva altro da dire ad Ezio.
    DaphneAdler
     
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    Non è che la cosa era calcolabile, ovvero che appositamente Ezio si era fatto trovare ad Atene proprio per rovinare la pace e quiete di Daphne, semplicemente era stato un caso, o il destino. In fondo quei due erano destinati a ritrovarsi sempre secolo dopo secolo, ed era anche arrivato il momento che entrambi se ne rendessero conto!
    Sì, come dovrei rispondere ad un uomo che non si fa più sentire? fece ella retorica ma se Ezio non si era fatto sentire, a dirla tutta nemmeno Daphne l’aveva fatto!, senza contare che nessuno dei due conosceva numero o recapito o quant’altro dell’altro; infatti era già tanto che finalmente né conoscevano almeno il nome!
    Sono solo un'inguaribile romantica, che si innamora sempre degli uomini sbagliati alla domanda di lui se c’era qualcosa che non andava ecco che ella rispose aprendosi sincera. Ezio non poteva di certo credere ne tanto meno capire, che quella frase fosse una frecciatina per lui, che fosse quindi indirizzata a lui. Finì poi il suo drink e di tutta fretta si alzò dal tavolino, Ezio fece altrettanto di scatto e fermandole il braccio, lasciando lì la sua ordinazione. Daphne era in preda ad una delusione d’amore, non che effettivamente all’assassino potesse interessare poi molto, però vedere quell’espressione triste nel suo volto gli fece avere un tonfo nel cuore. Perché anche lui conosceva i sentimenti...Gli venne quindi d’istinto di abbracciarla per consolarla. Non hai motivo di essere così triste per uno stupido fece appunto senza minimamente sospettare che lo stupido in questione era proprio lui. Sei bella e affascinante. Sai quanti uomini potresti avere? continuava a parlare con voce calma e calda cercando di consolarla. Non era bravo in queste cose, eppure si stava sforzando per esserlo, in quel momento almeno. Non gli piaceva vedere così quella ragazza....
    Ezio Auditore
     
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    Forse aveva sbagliato, a dire quella frase che non si erano mai sentiti, alla fine nemmeno si erano mai scambiati i numeri, e nemmeno sapevano i loro nomi, quando finalmente, al bar, avevano deciso di presentarsi, e quindi svelare le loro identità, ma doveva e voleva farlo sentire in colpa, quindi lasciò cadere la frase, e qualsiasi risposta mentre si alzava e con l'unica intento, di allontanarsi il più possibile da lui. E mentre se ne stava andando, qualcuno la bloccò, il suo sguardo andò verso la mano di Ezio, che l'aveva fermata, trattenendola per il braccio, e quindi ebbe per un momento una scintilla di speranza, che morì praticamente subito, perchè Ezio, decisamente, non spiccava per intuito, non aveva assolutamente capito che si trattava di lui, e di se no?!? Parlava di essersi innamorata di qualcuno che non c'era? Quanta ragione dava a sua madre, che gli uomini, spesso, o anche certe volte, erano davvero stupidi, e non capivano le cose, neanche se ce l'avevano davanti. Lo guardava, e alla sua frase, si chiese seriamente se avesse compreso la situazione, ma da come la stava prendendo, assolutamente no, mentre lei aveva gli occhi spalancati per lo stupore, del non saper cosa fare, l'unica soluzione era dirglielo, visto che non era certa che l'avrebbe capito molto in fretta, e difatti alla frase che, poteva avere chiunque volessi, fece uno sbuffo sonoro, con una piccola risata sarcastica, scuotendo la testa.
    No, se l'uomo di cui parlo nemmeno lo capisce
    Lo guardò, cercando di fargli capire, che parlava di lui.
    Soprattutto se ce l'ho di fronte...
    Forse così avrebbe chiarito il concetto, cos'altro gli doveva dire? Sì si era innamorata di un uomo che, non provava nemmeno gli stessi sentimenti per lei, e quindi liberò il braccio, prima che aggiungesse altro, era meglio chiuderla lì, tanto Ezio, non avrebbe mai messo, l'amore per una donna, sola, al primo posto.
    DaphneAdler
     
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    Si probabilmente gli uomini mancavano di un certo sprint!, e perspicacia. Però Ezio non poteva di certo immaginare che la donna che aveva di fronte stava parlando proprio di lui, che si era quindi innamorata proprio di lui! Insomma, ok che Ezio si riteneva proprio un bell’uomo ed effettivamente di cuori infranti ne aveva lasciati parecchio nella sua strada, ma credere che ella si fosse realmente innamorata di lui, non ci poteva proprio credere. Insomma, quante volte si erano visti? Non sapeva neppure il suo nome fino a qualche secondo fa...Eppure Auditore sentiva anch’egli qualcosa smuoversi dentro di se, proprio vicino al cuore...Maddai, un donnaiolo come lui, possibile che si potesse innamorare a prima vista!?
    L’espressione di Daphne era un mito fra tristezza e perplessità e davvero si vedeva che non sapeva che fare...se essere o meno schietta e diretta con lui, oppure appunto lasciare perdere tutto...No, se l'uomo di cui parlo nemmeno lo capisce parló infine con voce seria e guardandolo con molta profondità; cercando in tutti i modi di fargli capire che era lui l’uomo in questione. E beh, Auditore non poté che comprendere tutto ciò. Possibile che quella ragazza si fosse realmente innamorata di lui? Soprattutto se ce l'ho di fronte... aggiunse subito dopo confermando ogni dubbio che aveva.
    Ezio si irrigidì tutto, era abituato a frasi di questo tipo, in fondo lui era pur sempre un donnaiolo e di strage di cuori ne aveva fatti in ogni porto etc, eppure sentirselo dire questa volta dentro di se non provocò le stesse emozioni (fredde) che provava ogni volta, con Daphne fu diverso. Forse perché stava “invecchiando”? Forse era giunto il momento di fare l’uomo serio e sistemarsi con una donna...? O forse Daphne contava qualcosa di più rispetto a tutte le altre donne...?
    La sua mente poi tornò indietro nel tempo, sempre in Grecia... Di nuovo intravide quella figura che sicuramente aveva già visto e rivisto più volte. Era buio, c’era solo la luce fioca di una pallida luna piena ad illuminare la via che Ezio stava percorrendo, per cui i suoi occhi di certo non potevano capitare alla perfezione ciò che gli accadeva intorno. Neppure il suo Occhio dell’Aquila poteva aiutarlo questa volta. Vide questa fanciulla correre e sparire nell’oscurità; ma la sua sagoma gli era molto familiare. Chissà dove andava sempre di corsa? Chissà chi era.... Fu in quel momento che Ezio capì che quella donna che vedeva e rivedeva era sempre lei, la ragazza che aveva ora di fronte. Quella volta in Grecia, quell’altra a Firenze, poi ancora Grecia, Venezia e così via, fino ad arrivare ai giorno attuali che l’aveva incontrata a Vancouver. Già, giorni attuali perché in Italia l’aveva vista tipo mezzo secolo prima. Il che ciò significava solamente una cosa, anche lei era una “Creatura”, e chissà quale. La sua mente da playboy sicuramente non gli fece minimamente pensare al destino!, ma solamente al fatto che anch’ella come lui era immortale. La donna perfetta insomma. Eppure, lui rimaneva un dongiovanni e di legarsi ad una donna non gli passava nemmeno nell’anticamera del cervello! Eppure la sua mano ora si stava muovendo da sola e con grande voga aveva trovato quella della Dea. Daphne disse serio finalmente a conoscenza del suo nome. Il suo sguardo si era portato su quello della ragazza e la stava guardando intensamente. Anche tu mi piace parecchio Daphne...Provo qualcosa di molto... forte... per... te... disse convinto di quelle sue parole ma non troppo sicuro di volerle dire e di rendersi così conto che amava quella donna...
    Ezio Auditore
     
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    La domanda che ora continuava a sorgerle spontanea, era se, Ezio ci fosse arrivato a capire che l'uomo a cui si riferiva era lui, perchè dalla sua faccia, le pareva proprio di no, soprattutto lo sapeva, era sempre stato un donnaiolo non gliel'aveva mai nemmeno nascosto, essendo anche, indelicato a volte a parlarle delle sue conquiste nei secoli, eppure, come se qualcuno tirasse i fili della loro vita, continuava a ricontrarsi, in varie epoche, in diverse situazioni ma ogni volta si ritrovavano a letto insieme, il problema era che, lei aveva finito per provare dei sentimenti forti nei suoi confronti, mentre Ezio non sembrava dello stesso parere e lei, si sentiva davvero un'idiota ad essersi finalmente dichiarata. Se l'uomo di fronte a lei, avesse potuto tramutarsi in statua l'avrebbe fatto, tanto era immobile, quasi sembrava non respirare, che fosse riuscita a lasciarlo senza parole? Poteva anche essere, forse stava pensando a che risponderle, cosa la terrorizzava. I momenti che trascorsero, parvero infiniti, come le loro notti assieme, i loro incontri, dove però, il giorno successivo arrivava troppo presto, eppure nonostante tutto, non erano mai invecchiati, era vero, qualche ruga in più c'era, ma dopo secoli si mantenevano anche bene. Erano ancora in silenzio, lei cercava di calmarsi, pensando che ormai non poteva più tornare indietro, quando vide la mano di Ezio stringere la sua e chiamarla per nome, ma con una voce diversa, che le diede un brivido lungo la schiena, cosa le voleva dire? Che non provava lo stesso? Che era solo una stupida a pensare che, uno come lui, potesse accasarsi? Stava pensando a tutte le cose da dirgli, quando però la risposta, era quella per cui, aveva sperato si dal principio. Non gli disse nulla, ma gli buttò le braccia attorno al collo baciandolo.
    Andiamo via da qui, voglio mostrarti un posto
    Era quello dove tanto tempo fa l'aveva vista, dove stava cacciando, se lo ricordava, quel bosco, dove si erano coricati assieme.

    DaphneAdler
     
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    Ezio percepì subito quella scossa che fece sussultare Daphne di piacere quando egli chiamó il suo nome; del resto se era vero che si era innamorata di lui, come reazione era del tutto normale, specie se a quella parola, si aggiungeva il fatto che la prese anche per la mano.
    Ella rimase in silenzio ad ascoltare le belle parole che l’italiano aveva per lei, del resto ormai era abbastanza palese che quei due si piacessero e Ezio non voleva più negare a se stesso quello che provava.
    Andiamo via da qui, voglio mostrarti un posto gli disse lei poi improvvisamente, mostrando un’espressione sul volto rilassata e in pace; finalmente aveva avuto la conferma che il suo non era affatto un amore non corrisposto, ma anche quel dongiovanni provava i suoi stessi sentimenti.
    La coppia si alzò, Daphne lo prese per mano e Ezio ebbe la sensazione che più perché si erano confessati del loro amore, quel gesto era più che altro perché ella doveva guidarlo fra la folla. Uscirono da quella zona trafficata, piena di locali e confusione, Ezio vide allontanarsi sempre più dalla civiltà per raggiungere probabilmente un luogo più deserto e chissà cosa ella doveva mostrargli con tanta impazienza. Si perché i loro passi erano spediti e sicuri verso una destinazione ben precisa. All’orizzonte poi Auditore poté cogliere i primi alberi di un boschetto e fu chiaro pochi passi più in là che doveva essere proprio quella la loro meta. Così infatti eccoli arrivati all’estremità del bosco che in lui suscitò qualcosa di già visto...si, probabilmente c’era già stato..
    Ezio Auditore
     
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    Ezio... Quell'uomo l'aveva conquistata, lei, che dopo tutto il terrore psicologico della madre, non doveva nemmeno avvicinarsi al genere maschile, si era innamorata di uno come lui, e c'erano solo voluti un po' di secoli perchè lui se ne accorgesse, ma come si diceva meglio tardi che mai. Camminarono in silenzio, mano nella mano, per i vicoli della città, non parlavano, perchè alla fine, avevano detto tutto ciò che c'era da dire ed era felice, lui provava lo stesso per lei, cosa che di sicura per Ezio, doveva essere inaspettata visto il casanova quale era, ma non le importava, perchè aveva a fianco l'uomo che voleva, immortale come lei, che nonostante tutto, ogni tot. di tempo si ritrovavano nelle situazioni più disparate, salvandosi la vita a vicenza e finendo in una notte di passione, per perdersi e poi ritrovarsi, che ironica che era la vita... Continuarono a camminare, quasi correndo, mentre il sole, veniva nascosto dagli edifici dalla città, giungendo ad un boschetto, dove non c'erano i rumori della folla o delle auto, ma solo il fruscio del vento fra gli alberi e qualche cinguettio qua e là, lo guardò, avvicinandosi a lui ed abbracciandolo.
    Te lo ricordi?
    Glielo chiese con tono dolce, lei non se l'era mai dimenticato, quando si erano trovati lì. dopo una sua battuta di caccia, e la passione aveva preso il sopravvento, sperava se lo ricordasse, perchè quel momento, era rimasto indelebile nella sua memoria.

    DaphneAdler
     
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    Dopo secoli e secoli i due parevano finalmente essersi compresi, o più che altro finalmente avevano compreso i sentimenti che l’uno provava per l’altra. Ed ora a manina camminavano come una coppia vissuta ma non ancora logorata dal tempo.
    Arrivati al boschetto il rumore cittadino parve cessare improvvisamente e i due “giovani” furono accolti dal frusciare degli alberi e da vari versetti di vari animaletti che popolavano i bordi del bosco, qualche cinquettio per lo più.
    Daphne si voltó verso di lui e lo abbracció dolcemente Te lo ricordi? gli chiese, mentre la memoria dell’Assassino inizió a tornare nel passato...Ezio correva, correva veloce come il vento, come del resto era anche solito fare, saltando fra un ramo e l’altro degli alberi della ditta foresta greca. Era giunto ad Atene perché aveva avuto una soffiata, ovvero il figlio del figlio dell’uomo che aveva assassinato metà della sua famiglia, era nella capitale greca per questioni burocratiche che a lui non interessavano minimamente. Quello che invece più premeva Ezio era assassinare Alberti. E per questo motivo ora correva veloce fra la fitta vegetazione del bosco che stava rinascendo grazie alla primavera. Poi lo vide, era ferito e chiaramente ucciderlo sarebbe stato fin troppo facile, ma non gli importava. Una parte del suo spirito, della sua mente, sarebbero stati ripagati semplicemente con la sua morte. Purtroppo il diretto interessato era già morto da decenni, per cui Auditore -essendo immortale- si era prefissato di sterminargli tutti gli eredi. Impugnó uno dei suoi pugnali da lancio e con scatto fulmineo glielo lanciò diritto al cuore, così che egli morì in breve tempo, dissanguato. Poi l’Assassino si appoggiò al tronco di un albero per riprendere fiato, e fu in quel momento che iniziò a pensare che la vendetta ormai era già stata conclusa decenni prima e che ormai non aveva più nessun senso accanirsi con i suoi successori. Alzò lo sguardo al cielo e sospirò profondamente; poi il suo udito gli fece percepire che c’era qualcun altro lì nel bosco, e perciò non era solo. Era un cervo che correva veloce, scappando sicuramente da qualcuno. Pochi istanti dopo il rumore di una freccia scoccata e l’arresto dei passi dell’animale, seguito da un sordo tonfo a terra. Il cacciatore aveva vinto. E poco dopo si era ritrovato faccia a faccia con quel cacciatore, che si era rivelato essere una bella fanciulla. I due si guardarono dritti negli occhi e senza chiedersi nulla, furono attaccati da una passione travolgente che li portarono ben presto ad essere nudi e l’uno sopra all’altra.. Ezio sorrise ripensando a quel ricordo che ora gli venne alla mente ben lucido e capendo che quella donna era colei che aveva difronte. Come potrei dimenticarmi... e beh, a quanto pareva anche Daphne era immortale come lui e non ci mise più molto ad indagare A cosa devi la tua immortalità? le chiese quindi tornando a fissare il volto della donna.
    Ezio Auditore
     
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    Di certo per loro sembravano passati anni, mentre in realtà erano secoli, si erano incontrati in varie epoche, in vari luoghi, si erano sempre ritrovati, come se qualcosa più forte di loro, si era ripromesso che doveva accadere. Quel luogo, era dove lei andava spesso a caccia, e proprio uno di quei giorni nel passato l'aveva visto nel bosco, non seppe nemmeno lei, senza nemmeno riuscire a spiegarselo, cosa successe, quella passione che li aveva travolti, facendoli giacere, lì, in quello stesso posto, senza sapere i loro rispettivi nomi e dopo essersi nuovamente persi di vista, senza lasciare traccia, nello specifico Ezio, ma non dimenticando mai quel momento, perchè alla fine aveva portato via con sè l'animale che aveva cacciato. Quanti ricordi, da un certo punto di vista erano più giovani, ora, erano lì con una maturità diversa, sebbene non fosse cambiati poi molto nell'aspetto.
    Sono per metà dea, padre mortale, mia madre è Artemide
    Non battè ciglio, non era preoccupata, era una domanda che si aspettava, quindi fu sincero, visto che toccava anche a lui, che sapeva tanto di lei, ma quasi nulla sull'assassino.
    Mentre tu? A cosa la devi?
    Lo fissò a sua volta, in attesa di una risposta.

    DaphneAdler
     
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    Sono per metà dea, padre mortale, mia madre è Artemide gli disse la ragazza con una tranquillità inaudita, come se avesse appena commentato il cielo all’orizzonte piuttosto che il cibo servito in tavola. Ezio continuava d’altro canto a guardarla con la stessa naturalezza di chi aveva appena sentito parole riguardanti la giornata. Non aveva mai sentito parlare di Dei se non nei libri di miti e leggende, e anche se ovviamente nella sua lunghissima esistenza aveva incontrato Demoni, Vampiri e chissà quante altre creature, mai e poi mai avrebbe pensato che pure Zeus e compagnia bella potessero esistere!!! Gli Dei erano bravi a nascondersi...Che poi, se lei era figlia di Artemide voleva dire, non solo che esistevano gli Dei ma appunto anche gli dei proprio narrati dai libri!!! Era una cosa assurda si, ma del resto tutta la sua vita era assurda!! E prima di rispondere alla domanda postagli (su chi egli fosse), rimase concentrato su quanto ella gli aveva rivelato. Artemide...Dea della caccia...Ecco da dove viene tutta questa tua bravura!! Ahah!! esclamò Auditore ridendo. Conosceva poco di Dei e quant altro e tutto ciò ancora gli faceva strano...Non mi dire che esiste anche l’olimpo?...!!! chiese poi con un misto fra la perplessità, la serietà e il divertito.
    Poi parlò di lui Io non lo so sinceramente cosa sia, so solo di essere immortale...Probabilmente un mio antenato lo era e ho ereditato questa cosa... fece egli guardandola tranquillamente. Ezio era figlio di due umani solo che uno dei due era figlio di una qualche Creatura (o anche Ibrido anch’egli) che quindi aveva ibrizzato la sua futura famiglia... A volte vorrei non esserlo. Altre si...Sono nato nel 1459 e nel 2019 sono ancora qua!!! Sono talmente tanti secoli che non ci voglio pensare!!! finì guardando gli alberi davanti a se, secolari anch’essi...
    Ezio Auditore
     
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16 replies since 20/11/2018, 15:37   157 views
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