il sogno reale

Charlotte\Sun

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    Era sera,una di quelle sere d'inverno che annuncia il Natale. Gli Stein non erano proprio credenti ma non bisognava esserlo per fare l'albero e per comprare ai loro figli, Julian e Charlotte,doni di ogni genere. Doni che poi si sarebbero aggiunti alla loro fama di ragazzi viziati. Per Charlotte quella era tutta invidia da parte di chi voleva essere al suo posto. Ma non permetteva che l'invidia altrui le rovinasse il Natale anche perchè a scuola sarebbe tornata solo il sette gennaio. Certo,avrebbe detto tutto dei suoi regali però non se ne preuoccupava adesso. Comunque anche lei faceva regali. Pochi ma li faceva quindi nessuno avrebbe potuto dire che era egoista.Ma non a tutti,le sembrava un'ipocrisia. Non era colpa sua se le erano simpatiche poche persone.
    Comunque quella sera prima di andare a letto diede un'occhiata soddisfatta ai regali da fare ai suoi compagni. Erano delle matite colorate per Jenny, un temperino per Harry che aveva perso il suo e una molletta per Claire. Era sicura che ai suoi compagni sarebbero piaciuti. Quanto ai suoi genitori e ai parenti il regalo di Charlotte a loro era la sua voce.O meglio, una canzone o due cantate da lei,qualcosa che non si poteva comprare ma che valeva più dell'oro. Questo lo dicevano tutti quelli che avevano avuto l'occasione di sentirla cantare. Lei era una vampira particolare visto che cantava come un angelo.
    Infatti ora stava facendo le prove davanti allo specchio della sua camera da letto come ogni sera. La canzone seppur non parlasse di Dio era comunque natalizia parlando di speranza e di perdono.
    Dopo le sue prove Charlotte andò in bagno a prepararsi per la notte infine indossò la sua camicia da notte fatta di seta e lana. Era lunga ma non tanto da coprirle i piedi.
    Si distese nel suo letto a baldacchino sotto un piumino d'oca e altre coperte.Spense la luce quindi chiuse gli occhi.
    Pensò al Natale, che le prove di canto andavano bene e che Eric era felice di avere una futura sposa che cantasse.Si immaginò pranzi e cene con cui lei intratteneva i loro ospiti cantando.
    Quando cominciò a sognare, comunque, non aveva voce ed era in una gabbia. Indossava un abito da sposa tutto bianco e frusciante. Le sembrava pure di essere truccata,aveva una fede al dito destro che però stringeva. Provò a chiamare aiuto ma non emise nessun suono,piuttosto furono le sbarre a tremare. Le apparve Jenny,la sua amica, che le disse:Charlotte,ti sei messa in trappola da sola sposando Eric. Intendiamoci,lui è discedente di uno dei vampiri più importanti, sa ballare e sopratutto ti rispetta ma tu hai deciso troppo in fretta il tuo destino. Hai solo diciasette anni,come me. Potevi scegliere un amore passionale invece hai un matrimonio senza amore.
    Charlotte nel sogno annuiva come a dire "questo è ciò che ho sempre voluto."
    Charlotte Stein


    Edited by woozy. - 22/12/2018, 18:15
     
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    A volte mio padre scherzava su come somigliassi più una fata o ad un qualche spirito dei boschi considerando la quantità di piante e fiori vari che abitavano la mia stanza, rendendola a tutti gli effetti una piccola giungla interna e che nonostante avesse preso il sopravvento sui pochi mobili che possedevo, lasciando visibile unicamente il mio letto, continuava ad espandersi quasi ogni giorno sempre di più. L'ultimo arrivo era stata una piccola piantina di vischio, donatami da Miss Claire - come la maggior parte del mio "giardino" - come segno di buon auspicio e protezione per quello che secondo le streghe era il periodo dello Yule. Dovevo ammettere che vi erano cose che ancora non capivo nonostante le spiegazioni della donna e l'unica cosa della quale ero certa era che essere una strega doveva essere estremamente faticoso. Non che la mia natura da mezzo demone mi avesse reso la vita come una passeggiata nel parco, ma almeno io non avevo rituali periodici da seguire, pozioni da creare o incantesimi da ricordare... No, io mi dovevo solo preoccupare di non lasciar emergere lo spirito della volpe dentro di me e di sperare ogni sera in una notte di sonno profondo e privo di sogni, specialmente quelli altrui. Ero ancora piuttosto scossa dalla mia ultima esperienza ed ero grata che da quella notte non mi era più capitato di "invadere" i sogni di qualche sconosciuto, ma sapevo che era questione di tempo e per la prima volta nella mia vita la consapevolezza che non potevo controllare quel mio potere e che non ero mai entrata nei sogni della stessa persona più di una volta mi rincuorava. - Sicura di stare bene? - era una domanda che mio padre mi aveva posto almeno dieci volte al giorno da quando mi ero svegliata urlando per via dell'ultimo sogno che avevo visitato e ogni volta non potevo fare a meno di sentirmi in colpa al pensiero di quanto lo avevo fatto preoccupare e che se solo sapessi controllare la mia metà demoniaca forse le cose sarebbero diverse - Sono sicura, davvero! Lo sai, non mi può capitare niente mentre dormo... Era solo un incubo - avevo provato a rassicurarlo per l'ennesima volta, anche se non ero completamente certa che si trattava solo di un incubo, ma questo non glielo avrei mai detto, proprio come non avevo il coraggio di dirgli che potevo avvertire quella familiare elettricità che viaggiava nell'aria ogni volta che i miei poteri stavano per presentarsi. - Ok, allora... Annyeonghi jumuseyo - con un bacio sulla fronte mi aveva sorriso prima di ritirarsi a sua volta per la notte - Buonanotte anche a te papà - avevo risposto serenamente prima di stendermi, tirando le coperte fino a portarle sopra la mia testa come uno scudo e prendendo un respiro profondo prima di chiudere gli occhi, ripetendomi che sarebbe andato tutto bene.

    Riaprendo gli occhi potevo avvertire il cuore battermi furiosamente nel etto, mentre cercavo di capire dove mi trovavo, ma non riuscivo a vedere elementi distintivi, niente che mi poteva far capire se mi trovavo nel subconscio di un uomo, di una donna o magari di un bambino... Ancora una volta ero scalza e vestita unicamente di un pigiama di seta nero nel quale i miei capelli sembravano mimetizzarsi. Ero tentata di restare ferma dove mi trovavo, ma prestando più attenzione mi ero resa conto di riuscire a sentire delle voci poco distanti e se mi veniva data una scelta avrei sempre preferito non rimanere da sola in qualsiasi scenario. In breve ero finita con il trovarmi di fronte a quella che sembrava un'enorme gabbia per uccelli, ma invece di un volatile al suo interno vi era una ragazza con indosso un abito bellissimo e più la guardavo più mi sembrava una bambola tanto era bella. Stavo per avvicinarmi quando avevo notato la presenza di un'altra ragazza... Non avevo idea di cosa stessero parlando o quale delle due avesse creato il sogno - Che cosa bizzarra - avevo mormorato una volta raggiunta la gabbia, poggiando una mano sulle sbarre. Non sembrava un altro incubo, ma date le recenti esperienze era decisamente tropo presto per giudicare.


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    Quando si materializzò un'altra ragazza e appoggiò una mano su una sbarra fu come se Charlotte sentisse il contatto sulla sua bocca. Jenny si rivolse all'estranea dicendole:ciao,non devi toccare le sbarre, sono piene della sua voce. Le è stata rubata da chi l'ha imprigionata e messa nelle sbarre. Già la situazione è abbastanza spiacevole per lei,come tu sai. Ha fatto un matrimonio di convezienza e questo le impedisce di esprimere se stessa al meglio. Io sono la sua guida perchè neanche lei sa cosa le è sucesso. Ah,ecco che arriva l'Ombra che l'ha imprigionata.
    Infatti una figura avvolta in un mantello nero si avvicinò. Aveva un viso dai cotorni indefiniti di un giovane uomo pallido e dai capelli biondi. Ma era difficile dirlo vista la forma sfocata.Si avvicinò alla gabbia in cui Charlotte era rinchiusa, piangente e disperata.
    Calma,rilassatile disse con voce senza tono per poi accorgersi della mano dell'estranea.Non farlo mai più perchè così non riesce a comunicare e io non riesco a passare.Cosa vuoi fare?chiese Jenny,ansiosa.Vorrei solo proporle uno scambio, la sua voce in cambio di qualche gioiello.Ho i gioielli più splendenti solo per lei,la mia amatissima sposadichiarò allora fieramente l'Ombra.
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    Avere a che fare con il mondo dei sogni era qualcosa di esponenzialmente complicato e a distanza di anni e con numerose esperienze, riusciva ancora a lasciarmi perplessa ed insicura su come agire. Ad esempio, non mi era mai capitato di non riuscire ad individuare subito la persona protagonista del sogno e, ancor più raramente, mi veniva rivolta attenzione da parte delle creazioni della mente di chi stava sognando. Che vi fossero due persone intente a vivere lo stesso sogno? Non ero sicura che fosse possibile, ma in un mondo dove esisteva la magia e creature che di umano avevano ben poco quella era una possibilità non così improbabile come sembrava. Reale o meno, sapevo che niente in quello scenario poteva realmente ferirmi... Ne avevo avuto ulteriori e schiaccianti prove recentemente dopotutto e per questo, anche se mi ero immediatamente staccata dalle sbarre della gabbia portandomi un paio di passi indietro, avevo scelto di rivolgermi alla ragazza al suo interno non capendo molto di quello che mi era stato detto - Posso fare qualcosa per aiutarti? - come sempre, se il sogno era il suo, soltanto lei avrebbe davvero potuto agire ma vederla imprigionata mi portava istintivamente a volerle dare una mano. Nel frattempo la ragazza che sembrava quasi fare da guardia all'enorme gabbia aveva segnalato l'arrivo di qualcuno, parlando ancora come se la situazione nella quale ci trovavamo fosse a dir poco ovvia, mentre io a dire il vero mi sentivo estremamente confusa... Un po' come quando si cerca di capire la trama ed i ruoli dei vari personaggi di un film guardandone solo la seconda parte.


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    Charlotte non poteva parlare ma scosse energicamente la testa riguardo a quella proposta.La sua voce era più preziosa di qualunque gioiello.
    Davvero? Guarda che è una proposta vantaggiosa. Ora vado a prendere i miei gioiell disse l' Ombra poi se ne andò.
    Sì, puoi aiutarla ricordadole che lasua libertà non vale un ricatto. Forse per lei sposarsi è la scelta sbagliatamormorò Jenny all'altra ragazza. Charlotte era nel suo peggiore incubo perchè era di questo che aveva paura,di perdere la sua voce però poteva fare qualcosa. Poteva recuperare la sua voce quindi aprì la sua bocca con i suoi lunghi canini e morse le sbarre.
    Allora successe un fatto straordinario:si sentì riempire la testa di suoni e qualcosa di etereo in bocca. Quando staccò la bocca dalle sbarre aveva un pochino di voce.
    Ti ringrazio della disponibilità,chiunque tu siadisse alla ragazza sconosciuta che aveva parlato.Adoro i gioielli ma non voglio che siano un motivo per trattenermi.
    Poi si zittì, quando l' Ombra ritornò con un confanetto d'oro e di rubino Charlotte scosse la testa. Aveva aperto una falla piccola con i suoi denti da vampiro nella sbarra e l'Ombra ci si appoggiò sopra.
    Guarda qui che splendidi gioielli. Aprì il confanetto e dentro c'erano collane scintillanti,braccialetti di diamante,orecchini meravigliosi.
    Charlotte Stein
     
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    Mi ero sentita subito un po' più sollevata nel sentire la ragazza non in trappola dirmi che sì, avrei potuto dare una mano in qualche modo. Mi era sempre piaciuto rendermi utile o comunque cercare di non restare mai con le mani in mano, tenermi occupata insomma, anche perchè non avendo molta - o alcuna - vita sociale si tendeva ad accumulare un bel po' di energie ed era difficile liberarsene. Per questo mi ero nuovamente avvicinata, rivolgendo ad entrambe le ragazze un sorriso gentile che, tuttavia, si era andato ad affievolire molto in fretta nel sentire esattamente come si aspettavano che io le aiutassi. - Huh? - era stato tutto ciò che ero riuscita a formulare in risposta, decisamente confusa, ma adesso più sicura nel determinare chi delle due era realmente la protagonista e creatrice del sogno. Avevo provato a rivolgermi nuovamente verso la giovane dentro la gabbia, senza però fare in tempo a proferirle parola poichè un attimo dopo avevo visto nascere quelle che avrei quasi definito vere e proprie zanne nella sua bocca, cosa che mi aveva automaticamente fatta indietreggiare e alla quale la volpe non era decisamente piaciuta, portandola a farsi viva per un secondo attraverso un flash dei miei occhi quasi come avvertimento. - Non sono certa di avere alcun merito - avevo risposto un po' meno timorosa nel sentire la sua voce. Dopotutto, immaginavo che essendo il suo sogno probabilmente la sua psiche aveva solo cercato un modo per portarla a liberarsi e pensare che anche lei fosse un qualche tipo di creatura - anche se non impossibile - iniziava a denotare un po' paranoia da parte mia... - Sai, non conosco molte cose, ma so come funzionano i sogni - avevo detto pacatamente, ignorando la figura che era tornata con vari gioielli e pietre preziose - Se tu lo volessi, ti basterebbe concentrarti e tutto questo svanirebbe o cambierebbe aspetto - avevo aggiunto, indicando con un cenno della testa sia la gabbia che l'uomo ombra e posando nuovamente una mano su una delle sbarre per mostrarle che non poteva realmente succedere niente di male.


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