E' tempo

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    Erano due settimane che il negozio era chiuso, due settimane che il suo cuore cercava di fare pace con i profondi sensi di colpa. Di lacrime non ne aveva più, non dalla morte di suo padre.

    La morte del fratello era solo un vuoto più grande che si installava nel suo petto, un vuoto così grande da dare le vertigini, come se una mano artigliata le avesse scavato il petto e strappato ancora un brandello di umanità. Quante prove ancora doveva superare? Le riunioni con i gruppi di parola per i vecchi drogati erano un poco utili, ma alla fine ognuno è solo nel proprio dolore.

    Erano due settimane che il negozio era chiuso, due settimane che lei scendeva le scale dell'appartamento e restava seduta vicino la macchia di sangue del fratello morto. Aspettava, aspettava una risposta alla muta domanda, aspettava un segno.

    Nullla

    Solo i granelli di polvere che danzavano nella luce del sole che filtrava dalla porta, coperta da un cartone con scritto sopra: CHIUSO PER LUTTO. Ogni tanto qualche ombra si fermava davanti la porta, senza entrare. Restava là qualche secondo e poi scivolava via. Tutto era irreale, come un limbo tra un incubo e una realtà ancora più spaventosa.

    Dopo due settimane di lutto, tutto cominciava a perdere senso. Soprattutto perché lei sapeva cosa il fratello facesse, lo aveva scoperto poco a poco, leggendo i suoi diari e spulciando i suoi registri contabili. Un commercio parallelo: da un lato un’antica farmacia, dall’altro un commercio di artefatti magici e pozioni. Niente di sopraffino, suo fratello non era mai stato un buon mago, un ottimo commerciante si invece. Era tempo di onorare la memoria del fratello.

    Salire le scale per andare in camera, ora, aveva un senso diverso. La risolutezza che aveva preso, marinata in un torpore malinconico, gli dava quella piccola spinta a fare qualcosa. Da dentro una delle valigie, che troneggiavano per tutta la stanza da letto, prese una ciotola di rame, grande come un pentola, e un paio di sculture geometriche in metallo e vetro con al centro una pietra. Posò il tutto sul bancone, da terra, prese un tappeto pesante che trascinò sopra la macchia, coprendola per il momento. Le mani tolsero il cartello funebre dalla porta e, dopo un profondo respiro, fecero girare la chiave nella serratura. Il piccolo artefatto magico, una campanella decorata finemente con un batacchio in citrino, emise una nota chiara. Era il primo artefatto che Rosalee aveva creato una volta uscita di prigione e l’unico regalo che avesse mai fatto al fratello. Era una campanella che emetteva una nota specifica a seconda della persona che toccava la porta.

    Lo aveva creato perché il fratello sapesse chi aveva davanti, per evitare i problemi o per migliorare gli affari, erano le loro due versioni. Una dolce disputa che li univa.

    Due settimane di lutto e ora la “Farmacia Calvert&Figli” riapriva di nuovo i battenti, con modesta e dolorosa forza.

    Rosalee Calvert
     
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    Era una sensazione alquanto strana quella di essersi ritrovata in un mondo totalmente diverso dal suo senza poi sapere esattamente perché l’avesse fatto. Certo, aveva seguito colui che poteva considerare un fratello (?), un migliore amico...ma non era il suo innamorato, ormai lo aveva capito da diversi anni. Quindi, perché non rimanere nell’Isola in cui aveva vissuto per...quanto tempo sarà stato? Mezzo secolo, un secolo...difficile era stabilirne il tempo quando il tuo corpo non scandiva il passare degli anni...Forse perché se perfino Peter Pan aveva improvvisamente avuto la smania di cambiare aria e crescere, forse era giusto che lo facesse pure lei...
    Ormai erano diversi anni che viveva sulla Terra, e alla fine si era unita al caro buon vecchio Peter e a Trilli e si erano così ritrovati in una grossa città canadese, Vancouver. I due parevano fare ormai coppia, anche se forse erano ancora un po’ troppo immaturi per capirlo in pieno, ma cosa poteva saperne lei, che nonostante fossero passati molti anni, il suo cuore pareva essersi fermato con l’incontro di John Darling, uno dei “Bambini Sperduti”...Da quando era scesa sulla Terra il suo pensiero era sempre rivolto a lui...chissà se prima o poi si sarebbe ricongiunta a lui...
    Lily sospirò cercando di scacciare questo costante pensiero che per fortuna pareva pian piano affievolirsi, mentre roteava la penna con un veloce gesto della mano. Poi fece scattare il meccanismo per far uscire la punta e con essa inziò a buttare giù alcune frasi, un po’ scollegate fra loro ma che ad ella tutto ciò pareva avere senso; stava mettendo su carta gli appunti per il suo prossimo libro, tutte le idee che quella notte le aveva portato. Ora si stava concentrando sulla co-protagonista, un’apparente normale farmacista, ma che probabilmente nascondeva qualche segreto, solo che nemmeno la scrittrice ora sapeva quale. Sai che c’è? Magari provo ad andare in qualche farmacia!! esclamò chiudendo la penna e gettandola sul tavolo, sospirando profondamente perché al momento pareva essere priva di idee. Magari andando nel luogo in cui “vivevano” le farmaciste, si sarebbe creata chissà quali storie e teorie...
    Prese quindi la prima cosa che l’armadio le offriva, dei leggings neri e una maglietta tigrata, prese la sua tracolla con blocco notes annesso, e si catapultò nelle vie della città che a quell’ora del mattino stava già bella pimpante. Imboccò subito una via molto trafficata per poi prenderne un’altra più tranquilla, dove sapeva bene esserci una farmacia dove non perse tempo e vi entrò. Si guardò un po’ intorno un po’ distrattamente, non era proprio il genere di farmacia che le potesse destare idee, e nemmeno la farmacista sembrava fare al caso suo, una anzianotta signora con pochi capelli. La sua creazione invece era una giovane donna con lunghi capelli castani con dei riflessi sul ramato ed era anche di un’altezza superiore alla norma, diciamo fra il 1.70 e il 1.80, doveva ancora bene decidere con l’esattezza. Uscì quindi salutando frettolosamente per poi incamminarsi per la città seguendo il suo istinto che la portó in un’altra farmacia molto interessante in cui rimase per una ventina di minuti, prima di comprare una confezione di Voltaren e poi uscire di fretta, sedendosi sulla panchina lì poco distante per appuntate le poche idee che le erano venute alla mente. Poi si alzò abbastanza soddisfatta, ma non ancora contenta, e camminando un po’ a casaccio si ritrovò infine a fissare una scritta <u>Farmacia Calvert&Figli sopra la porta di un negozio. Annuì aprendo la porta mentre pensava già che fosse interessante che una farmacia portasse anche un nome; una volta uscita se lo sarebbe assolutamente segnato. Magari poteva chiamarla Pan...O Tigerlily...beh, quello ci avrebbe pensato sicuramente nei giorni seguenti..., ma era più probabile che alla fine avrebbe scelto un nome che non rimandava in nessuna maniera alla sua vita precedente. La prima cosa che notó il suo sguardo fu lo scaffale sulla destra appena entrata, con varie scatoline tutte ben impilate e tutte colorate che con più attenzione magari le avrebbero rivelato qualche bell’idea; ma subito dopo fu catturata dalla voce che sentì alla sinistra, in fondo dove c’era il bancone. Si voltò velocemente e si ritrovò a guardare una giovane donna con lunghi capelli castani con dei riflessi rossi, e probabilmente alta come se la aspettava! Era la sua co-protagonista perfetta! Ma la cosa che più le interessò fu quel suo sorriso così malinconico stampato sulle labbra; caratteristica che avrebbe aggiunto al suo personaggio ancora senza un nome (al momento era segnata come “farmacista”). Si avvicinò così al bancone e ascoltò le risposta che dava ai clienti prima di lei, memorizzando ogni cosa nella sua mente. Poi al suo turno le domandò un paio di medicinali, così da intraprendere un dialogo con lei. Certo, non poteva farle chissà che domande nel negozio e mentre ella era in servizio, ma almeno qualcosa di lei sarebbe riuscita a “catturare”. Per dolori mestruali ha qualcosa di forte? chiese puntando su un discorso piuttosto comune per le donne.
    Tiger Lily
     
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    Le prime clienti a toccare la porta furono due anziane signore, il citrino del batacchio emise due note uguali, chiare e lunghe: umane. Due vecchie dama dai tratti caucasici, le classiche americane anziane con un po' di sangue europeo nelle vene. Delle donne dalle profonde credenze e dalla lingua tagliente, sicuramente clienti di suo fratello. Poche parole secche, condoglianze poco sentite e la fretta di avere dei prodotti. Almeno Rosalee non aveva avuto nessun falso sentimento da digerire, una secca necessità, come il cuore delle due vecchie.

    La seconda cliente, giovane nell'apparenza, apre la porta e la campanella emette un suono basso e lungo, come fosse una campana di cattedrale. Rosalee la segue con gli occhi, mentre serve le due arpie che si lamentavano continuamente del quartiere e dei giovani: <<perchè è tutta colpa del governo e della mancanza di fede! E lei signorina, non vuole venire in chiesa domenica? Perchè lei è cattolica vero signorina?>>
    <<provero', sapete con il negozio è difficile>>, un sorriso stanco si profila sulle labbra, una tristezza oramai portata come un rossetto. Le due vecchie continuano a parlare tra loro, partendo senza nemmeno salutare.

    <<per dolori mestruali ha qualcosa di forte?>> La giovane mutaforma, con gli occhi d bestia a caccia, scrutano il negozio e le sue movenze. Sentirsi studiata è una sensazione non nuova per l'ibrida, non piacevole ma non inabituale. <<ibuprofene con sali di lisina, prodotto senza prescrizione -un sorriso leggero mentre indica sulla propria destra una colonnina di scatole- posso consigliarle anche alcuni rimedi più casalinghi, per alleviare i dolori?>> La voce di Rosalee era leggera, bassa e calda, un leggero nota di malinconia. Le sue movenze, invece, sono calcolate: una piccola bestia a caccia nel sottobosco. Gesti lenti, circospetti, anche lei studiava Lily, consciente della natura della cliente. Un piccolo vantaggio che a volte puo' salvarti la vita.



    Rosalee Calvert
     
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    Solo una volta arrivata al bancone Lily si era resa conto di non essere sola nella farmacia, ma c’erano due acide vecchiette che effettivamente erano un po’ troppo rumorose per i suoi gusti; probabilmente non le aveva notate fino a che non doveva prestare attenzione alle parole della commessa che sarebbero state sovrastate dalle voci stridule delle due anziane signore.
    Lily lesse negli occhi della ragazza dietro al bancone una sorta di malinconia e della gentilezza per la sua clientela, anche se alle volte poteva essere assai difficile avere pazienza con certa gente, specie con persone ignoranti che nemmeno salutavano quando se ne andavano via.
    ibuprofene con sali di lisina, prodotto senza prescrizione rispose intanto la commessa alle richieste della Mutaforma, indicando una pila di scatoline tutte ben assestate alla sua sinistra, che con occhi vispi ella iniziò ad osservare posso consigliarle anche alcuni rimedi più casalinghi, per alleviare i dolori? le fece subito dopo con una voce assai calda e con una specie di malinconia che pareva circondarla. Ma TigerLily era più che altro concentrata sulla scena che aveva in mente; se inizialmente guardando le scatole le erano venute in mente contenitori per qualcosa che non sapeva bene neanche lei, ma qualcosa non idonei ad una farmacia, con la seconda affermazione della donna, le fu tutto più chiaro: scatole contenenti infusi magici. Poteva creare un personaggio alchimista, o simili, del resto le sue storie erano sempre a tema fantastico. Oh grazie mille, certo, mi dica pure... fece portando il suo sguardo dalle scatoline alla ragazza, in attesa di questi consigli casalinghi.
    La loro conversazione per Lily era una conversazione normalissima, quella dettata da due semplici ragazze, per lei non c’erano nessun secondi fini e non si rese minimamente conto che l’altra invece la stava studiando, anche perché non ne vedeva il motivo...
    Nel frattempo era entrato un altro cliente, burbero all’apparenza, TigerLily si era voltata a vedere chi fosse entrato dopo aver sentito un fragoroso e grosso buongiorno, difficile da ignorare. L’uomo, sulla quarantina, indossava un cappello di lana e una folta barba già invecchiata, stando al colore biancastro, eppure non sembrava essere poi così vecchio. Interessante, pensò la Mutaforma. Poteva creare un personaggio giovane ma dall’apparenza vissuta; quel personaggio però non sarebbe stato la farmacista, quindi la coprotagonista, ma magari l’antagonista...o addirittura il protagonista!! Beh, l’importante era utilizzare questa nuova caratteristica, che si sarebbe segnata appena finite le compere.
    Tiger Lily
     
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    <<di certo è più facile prescrivere rimedi chimici, oltre al fatto che sono una fonte di rendita sono anche un modo per sveltire la clientela, ma diciamo che in queste vecchie aziende familiari non è proprio il miglior stile>>, la voce era appena poco sopra il sussurro. Cosa voluta o semplice abitudine? Rosalee, con la calma che la caratterizzava, si sposto` da dietro il bancone, sistemandosi meglio il maglione sul corpo magro. Le forme, non generosissime e ben sepolte sotto abiti molto larghi, possedevano il fascino magro e nervoso di una belva a caccia. <<partiamo dalle cose più semplici come non mangiare abbondantemente ma fare piccoli spuntini lungo la giornata- il tono è conviale, calmo- bere bevande calde, sconsiglio caffe o the in grandi quantità, la teina e la caffeina possono irritare lo stomaco. Il meglio sono infusi di erbe e, potresti provare durante il ciclo a prendere degli integratori di calcio, potassio e magnesio.>>

    La porta si apre e un uomo, non più giovanissimo, entra in maniera rumorosa. Non è tanto il rumore o la presenza dell`uomo a dare un brivido alla farmacista, ma la mancanza di suono sulla campanella. Non erano molte le razze che mancavano sull'incisione del batacchio ma tra queste c'erano: angeli, demoni e qualche altra razza rara. <<buongiorno>> risponde in maniera sobria, senza lasciare che lo stress sia udibile nella voce. << Tornando a noi, le tecniche meno convenzionali sono l'agopuntura, la riflessologia plantare e le tecniche di respirazione yoga. Io, personalmente, sono più borsa dell'acqua calda e tisana >>, le labbra si increspano in un sorriso un poco tirato, timido, un attimo di vivacità in un costante autunno emozionale. Gli occhi, sebbene siano sempre su Lily, cercano di seguire anche lo sconosciuto che si aggira lentamente tra gli scaffali. Le mani afferrano scatole, ne leggono le etichette e le riposano, a volte svita il coperchio e annusa il contenuto.

    Un sorriso sghembo compare sul viso dell'uomo mentre, in piedi sul tappeto che copre la macchia di sangue, annusa alcuni bastoncini di cannelle. Un sorriso pericoloso, un sorriso dai denti aguzzi e dai canini affilati.

    Rosalee Calvert
     
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    buongiorno la farmacista salutò il nuovo cliente appena entrato e a Lily parve che nello sguardo della donna ci fosse stato qualcosa di strano e non propriamente positivo, ma non si sapeva spiegane il motivo. Era un’ottima osservatrice la Mutaforma, per quello carpì qualcosa, anche se non riusciva a darsi risposta alcuna sul perché quella tipa avesse provato qualcosa di spiacevole appena quell’uomo varcò la soglia della sua farmacia. Forse, semplicemente (e sicuramente), era un cliente abituale non proprio simpatico e anzi, magari un tipo violento...Mh, poteva essere un potenziale personaggio del suo libro: la bella commessa poteva avere un tipo spiacevole, uno stalker o chicchessia per cliente ossessivo. Poi la farmacista continuò a parlare con ella, riportando quindi la sua attenzione su di lei, lasciando il suo futuro libro in un angolino della sua mente; ma la ragazza continuava a darle spunti, dal momento che mentre intratteneva una conversazione con lei, non smetteva di guardare il tipo appena entrato. Lily quindi, con una saggia movenza della nonchalance, provò a sbirciare l’uomo che suscitava così tanto interesse verso la commessa. E nuovamente l’unica cosa che aveva catturato la sua attenzione era questa cosa di sembrare più vecchio di quanto potesse esprimere il suo aspetto. Cosa forse un po’ bizzarra, ma forse nemmeno poi così tanto se ci pensava bene. Del resto, quanti anni avevano lei, Peter Pan e Trilli (giusto per citare poi le due persone a lei più vicine)...? All’apparenza dimostravano una ventina d’anni, ma la realtà era ben lontana da quella cifra così bassa...Ma possibile che lo stesso discorso valeva per lui? Sì, questa fu la risposta che si diede in una frazione di secondo. E la farmacista allora? Anche lei sapeva di questi strani esseri e magari lo era proprio anche lei, e questo era il motivo per cui aveva squadrato con tanto interesse il nuovo venuto...?!
    TigerLily sospirò lievemente; non voleva scrivere un’altra storia con mostri, Vampiri, Fate e quant altro, ma a quanto pareva ci era finita in mezzo senza volerlo.
    Poi qualcosa cambiò nel volto della donna, perché se prima esprimeva soprattutto perplessità mista curiosità, ora i suoi occhi erano sbarrati da qualcosa che si avvicinava più alla paura o qualcosa di simile. Alla Mutaforma parve naturale cercare di farsi gli affari suoi (almeno inizialmente) Grazie, allora prendo questo e questo... fece con fare sbrigativo indicando le due confezioni a lei (forse) utili. Poi salutò educatamente e si apprestò ad uscire dalla farmacia. Apparentemente pareva tutto ok, però si soffermò a sbirciare dentro, con poco successo, visto che la sua vista si fermava alla porta smerigliata che non ti permetteva di vedere oltre.
    Intanto l’uomo si era avvicinato al bancone e senza troppi preamboli parló cerco il suo collega Freddy Calvert le domandò piuttosto sbrigativo e guardandosi intorno un po’ furtivo; probabilmente aveva paura di essere spiato da qualcuno, o forse aveva captato la presenza della Mutaforma che non si era allontanata. Poi tornò con la concentrazione sulla commessa che emanava lo stesso odore di Freddy. Il Licantropo quindi capì essere la sorella Rosalee...? domandò quindi un po’ titubante più che altro aspettando l’eventuale reazione di lei. Il Licantropo, se mai la mezza Mutaforma lo potesse percepire, non emanava nulla di minaccioso e anzi, aveva l’aria e lo sguardo di un tipo protettivo, calmo e pacifico. Un po’ impaziente anche.
    Fuori dalla porta TigerLily si stava concentrando con l’udito felino in modo da cercare di udire qualcosa e il Licantropo iniziò a captare questa sua fastidiosa presenza, al contrario di quello che provava per la farmacista. In lei sentiva qualcosa di similare alla sua natura...Del resto lupi e volpi facevano parte del stessa famiglia di canini, al contrario di TigerLily che essendo una tigre era un felino...
    Intanto l’uomo aspettava una qualche reazione da parte della donna...
    Il Licantropo era un amico di Freddy che ora stava temendo per la vita del ragazzo, ben consapevole che egli fosse in serio pericolo. Per questo esprima soprattutto impazienza. Impazienza di sapere se stava bene...
    Il nemico (o i nemici) di questa storia erano ben altri...
    Tiger Lily
     
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    Sentirsi chiamare per nome non era mai buon segno, soprattutto se la persona davanti a te non ti è familiare. Gli occhi della donna scrutano l'uomo, come a cercare di scoprire il qualcosa o il qualcuno che egli è.

    Troppi odori, troppa polvere, troppa tristezza. La fatica che attanaglia Rosalee lenta scivola dal cuore allo stomaco e diventa paura. Lei li conosce quegli occhi.

    Gli occhi di chi fugge.

    C'è quel particolare odore di paura, quella fiamma oscura che divora la luce nello sguardo. Chi fugge è sempre uguale, un animale braccato, guardingo, pronto a morde e fuggire.

    << Un secondo per favore>>, posa una mano leggera su quella dell'uomo, a rassicurarlo che la fuga prende una pausa e leggera scivola verso la porta. Le mani aggraziate prendono un cartello scritto a mano [IN CONSULTAZIONE - GRAZIE DELLA COMPRENSIONE] e lo mettono sulla porta, gli occhi scrutano la strada in un mesto e impaurito sorriso. Attraverso il vetro osserva Lily, che pare persa nei suoi pensieri, le fa giusto un leggero cenno del capo mentre gira le dita davanti la serratura, come a girare la chiave. Una chiave, dal colore azzurro fumo, si materializza tra le dita e fa scattare la serratura chiudendola. Un clack leggero che trasforma la chiave in polvere leggera che si disperde nei raggi di sole che filtrano dalle finestre.

    << Prego, di qua>>, indica la porta laterale, che da su una specie di salottino con un lettino da massaggio. Con un gesto indica una poltrona, dai tessuti fuori moda e fuori logica, mentre lei mette su un fornello una teiera.

    << Prima di parlare di Freddy, sarebbe il caso che si presenti, per sapere a cosa vado incontro>> prende due tazze da dentro un mobile, senza dare mai veramente le spalle al tipo.

    Dall'esterno la scena è banale, qualora qualcuno la vedesse con occhi distratti. Dalle finestre del negozio si intravede l'interno, mostrando Rosalee preparare un the e discutere con qualcuno, nascosto dalla porta, la con i piedi visibili. Il fatto che la porta nascondesse l'ospite era totalmente studiato per dare un dignitoso anonimato ai suoi clienti particolari.


    Rosalee Calvert
     
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    La farmacista sembrava titubante su quell’uomo appena entrato nel suo negozio; non tanto per il suo aspetto, piuttosto perché chiese subito del fratello di lei, rivelando che, non solo sapeva il nome del ragazzo, ma anche il suo.
    Oppure forse si stava facendo condizionare dal suo aspetto che non trapelava molta fiducia, pieno di tatuaggi, con fare burbero e forse un po’ sospettoso...Ma non era lui il cattivo di questa storia...
    Aveva uno sguardo sfuggente, di uno che non sapeva cosa aspettarsi da un momento all’altro; perché non era lui che dettava le regole, c’era qualcuno altro al di sopra, in questa storia. Marvel, così si chiamava il lupo, era realmente amico di Freddy, più conoscente che amico, ma insomma, i due si conoscevano davvero...Per questo motivo qualcuno aveva scelto lui come mezzo per arrivare alla Calvert.
    La ragazza si rivolse al tipo muscoloso e poi uscì da dietro il bancone, si diresse nella porta d’ingresso dove girò la targhetta che ora da fuori recitava [IN CONSULTAZIONE - GRAZIE DELLA COMPRENSIONE]. Nel farlo non potè che rivolgere il suo sguardo alla ragazza che poco prima aveva comprato le pillole per i dolori mestruali. Le fece anche un cenno con il capo, che forse la Mutaforma comprese.
    Marvel da dentro non colse il gesto rivolto alla passante, ma quello della chiave magica si. Del resto sapeva che i Calvert erano stregoni per metà. Lui stesso sapeva dell’esistenza della magia, non solo perché era un’essere sovrannaturale anch’egli, ma anche perché si frequentava con una strega. Quindi sapeva di quel mondo.
    Prego, di qua gli disse poi andando verso la la porta laterale, portandolo in un’altra stanzìna. Lo fece accomodare in una poltrona che sembrava un pugno su un occhio in quella stanza, e poi si mise ai fornelli.
    Prima di parlare di Freddy, sarebbe il caso che si presenti, per sapere a cosa vado incontro disse infine giustamente preparando il servizio da te ma senza mai distrarsi dall’obiettivo principale, ovvero il lupo.
    TigerLily vide il ragazzo entrare nella stanzina ma quando si affacciò alla vetrata per vedere, vedeva solo la farmacista e di lui nemmeno l’ombra. Ottima scena per il suo libro, ma se la appuntò molto velocemente perché era un pochino scettica e perplessa sulla scena che le si apriva davanti agli occhi.
    Scusa. Sono stato un po’ scortese. Mi chiamo Marvel e conosco Freddy perché abbiamo avuto un piccolo casino insieme qualche tempo fa... si presentò aspettando che ella gli porgesse la tazza da te. Sono qui perché ho ciò che gli spettava. Non si è presentato nel giorno stabilito...Quindi ho pensato di portarglielo io. So che ci teneva. Ed in effetti fa strano che non sia venuto. Tutto ok? provó a chiedere, prendendo dalla tasca dei sui pantaloni una bustina azzurrina che le consegnò quando ella gli porse il te. Grazie fece annusandone il contenuto. Non si sa mai che contenesse strozzalupo...era meglio che andasse cauto, anche se le parlava con normalità.
    Intanto TigerLily si avvicinò alla porta chiusa in precedenza, e provò ad aprirla. Si aprì. Un po’ scettica e dubbiosa la richiuse dietro di sè una volta entrata. Poco dopo vide un’anziana signora che provò ad aprire la stessa porta che però non si apriva...che cosa era successo? Aveva visto precedentemente uno strano bagliore mentre la farmacista la aveva chiusa, possibile fosse per merito di polvere di fata? TigerLily conosceva molto in parte la magia, tanto in parte, conosceva le fate e sapeva che la polvere delle loro ali poteva essere magica...conosceva Trilli!!! Che forse quella donna aveva fatto uso di quella polvere!? E il ragazzo occultato?! Forse c’era della magia in tutto ciò...


    TigerLily e Marvel
     
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    Che Freddy finisse nei guai era la norma, come per un periodo lo era stato per lei. Ascolta attenta la spiegazione di Marvel, studiandone ogni piccolo dettaglio del viso. Anni di galera e di centro disintossicazione le avevano lasciato il giusto strumento per non fidarsi delle persone. Spesso a giusto titolo.

    << Ok Marvel- prende la bustina con la mano libera, porgendo con l'altra il the. Un classico aroma di the nero, con scorse di arancia e fiori di ibiscus. La mano contenente la polverina trema, in maniera discreta ma di certa assai chiara per il mannaro seduto così vicino -cosa sarebbe? E come la hai ottenuta?>>

    Lascia cadere la bustina sul tavolo basso e si siede davanti il ragazzo, non che i muscoli o il fatto che fosse un essere non umano la spaventassero, la sola cosa che la scuoteva e la disturbava era quella maledetta bustina.In altri tempi, più folli e oscuri dove la sua autodistruzione andava pari passo con il disprezzo che suo padre aveva per lei, non avrebbe esitato a infilarci un dito e assaggiarla, sperando di potersi sballare senza dover pensare a niente.

    Era la seconda volta che il mannaro chiedeva di Freddy e lei evitava la risposta, non perchè potesse cambiare la realtà: suo fratello era morto, ucciso nel suo negozio e lasciato là come fosse solo un cumulo di stracci vecchi. Lei sapeva che aspetto aveva la scena, aveva visto le foto nei fascicoli della polizia, dovendo ammaliare un giovane poliziotto per farsene fare una copia. Povero ragazzo, il mal di testa da fine dell'incantesimo era qualcosa che non consigliava a nessuno.

    << Spero che non ti offenda la domanda, ma dove saperlo per sapere come trattarla per Freddy>>, un movimento leggero mentre posa un'unghia corta sul sacchetto picchiettandoci sopra.Lo sguardo della maga è basso e distante, come se stesse pensando ad altro mentre parlava con Marvel, in realtà fissava l'ombra di Lily disegnarsi sul suolo, incastrandosi sulla sagoma disegnata dalla polizia che era nella sua sofferente memoria.

    << E spero che tu non mi menta, sai chi sono e se veramente conoscevi Freddy, sai cosa sono- la mano sinistra sale, all'altezza delle labbra, mentre il medio si incrocia sull'indice. Un piccolo fuoco fatuo appare sul bordo della tazza di Marvel, un fuoco fluttuante dal colore azzurro- detesto le bugie Marvel e sono molto stanca di tante cose>>, le dita si sciolgono e le schiocca, facendo scomparire il piccolo fuoco fatuo, una semplice illusione che spesso giocata con i tempi giusti non lascia tempo di reagire e spaventa abbastanza.

    Lentamente porta la tazza alle labbra, soffiando un poco prima di prendere un generoso sorso di the caldo e di girare la tazza tra le mani.


    Rosalee Calvert
     
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    Marvel annusò un lieve profumino amarognolo nell’aria, specie quando la tazza gli arrivò sotto il naso. Te nero, l’odore del resto non avrebbe ingannato una persona come lui. E meno male che era te nero, un odore dolciastro in quel momento non sarebbe stato in grado di sopportarlo.
    cosa sarebbe? E come la hai ottenuta? chiese nel frattempo ella sedendosi lì difronte a lui.
    Prima di dare una risposta il licantropo bevette un piccolo sorso; purtroppo lo strozzalupo era inodore e insapore per loro, per cui solo mettendoselo in bocca si sarebbe potuto accorgere se era presente. Ma del resto ella, non poteva di certo immaginare che egli fosse proprio un lupo mannaro. Quindi al mandino avrebbe preparo l’infuso con un veleno qualunque, e li si che Marvel sarebbe stato in grado di riconoscerlo all’istante!!!
    Non lo so che cosa sia. Ad ognuno di noi è stato dato ciò che aveva richiesto. So solo che Freddy stava cercando delle rare piante..., forse qui dentro c’è una radice di quelle... le disse passando un pacchettino che conteneva qualcosa di duro e poroso. In realtà Marvel sapeva cosa il pacchetto contenesse, visto l’odore che emanava, ma di certo non poteva dirlo ad una sconosciuta. Come l’ho ottenuto?...Beh, il nostro committente non poteva di certo aspettare i comodi di tuo fratello...sai, come ti ho detto, non si é presentato il giorno della consegna!!. Era già tanto che l’uomo aveva consegnato ad un terzo quello che doveva dare ad una persona ben precisa...
    La ragazza fissava il pacchetto; Marvel (e non solo lui) si accorse della presenza improvvisa di una persona che si stava avvicinando a loro. Sapeva un fetore...quella persona. Sapeva di felino, visto che TigerLily era una Mutaforma che mutava in una tigre.
    E spero che tu non mi menta, sai chi sono e se veramente conoscevi Freddy, sai cosa sono fece mentre una fiammella chiaramente finta, apparve sopra la tazza del ragazzo. In verità me l’ha appena suggerito tu... fece egli smettendo di bere dalla tazza. E così i Calvert erano una famiglia di stregoni! In realtà Marvel aveva avuto già questo sospetto, ma Freddy era stato bravo a camuffare quello che era in verità. Senti ragazza, non mi pare il caso di fare proprio ora questi giochetti.. fece indicando con lo sguardo la porta della stanza, dove Lily si stava apprestando ad aprirla. C’è un gattino che sta per entrare....
    Ma come egli parló qualcun altro fece il suo ingresso in quella stanza, e dal nulla. Come era possibile? Marvel si alzò di scatto facendo cadere la tazza nel pavimento, che andò in pochi pezzi, sperdendo poi il poco te che ancora conteneva, nel pavimento pulitissimo.
    Come aveva fatto quella ad apparire improvvisamente nella stanza...? Che fosse un trucco di magia come quello di Rosalee...?
    Qui c’è qualcuno di troppo! esclamò ella scagliandosi contro il tipo che non fece tempo a trasformarsi in un licantropo. Lo lanciò poi contro la parete e poi perse interesse verso di lui, concentrandosi sulla ragazzetta. Dammi quel pacchetto!!! Se vuoi rimanere in vita, ragazzina! aveva poi esclamato il demone millenario. Queenie, questo era il suo nome, era misteriosamente apparsa in quella stanza perché doveva fare sua la radice che quel pacchetto conteneva. Era una pianta rarissima, non era interessata a sapere come quella nullità ora ce l’avesse in mano, piuttosto era interessata a impadronirsene, anche con le buone maniere, visto che non aveva ancora ammazzato nessuno.
    TigerLily percepì subito che dentro la stanza c’era qualcosa che non andava...Il pericolo si poteva percepire, così come la paura che in ella stava crescendo...Cercava però di scacciarla via , di non farsi prendere dal panico...Ripensò per un attimo a capitan Hook, a quanto terribile egli fosse, e di come lei, Peter Pan e tutti gli altri bambini, erano riusciti sempre ad avere la meglio contro quel pirata e la sua ciurma! La paura stava scemando, così aprì la porta e...
    TigerLilyMarvelQueenie
     
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