Candle in the Wind

Ashtoreth e Morte

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    Vagava per la casa, i biondi capelli erano spenti e pieni di nodi, lo sguardo vacuo e gli occhi contornati da profonde occhiaie; Ashtoreth non riusciva a riprendersi dal dolore della perdita e, ancora di più, non riusciva a chiudere occhio per paura di vedere nuovamente quella creatura mostruosa assalirla e ucciderla, così come aveva fatto con il suo amato Francis.
    Il solo pensiero la terrorizzava, ogni minimo rumore le faceva volgere la testa e guardare alle proprie spalle allarmata, iniziando a convincersi che c'era qualcuno che la spiava, qualcuno che aspettava solo il momento opportuno per ucciderla, doveva rimanere vigile, doveva rimanere sveglia, doveva, doveva, doveva doveva doveva dovevadovevadoveva...

    I parenti non le credevano, pensavano che fosse impazzita, che era tutto dentro la sua testa, la minacciavano di rinchiuderla in qualche ospedale specializzato in questi casi se non la smetteva di dire cose spaventose e non fosse tornata alla normalità. Ma cos'era ormai la normalità, per lei, se Francis era stato ucciso davanti ai suoi occhi? Cosa significava essere normale se lei, dopo pochi mesi di matrimonio, era rimasta vedova, e la gente aveva iniziato a parlare di lei, diceva che portava sfortuna, era meglio non starle troppo vicino, e la famiglia aveva iniziato a crederci, aveva cominciato a lasciarla sola, in preda alle sue paure, inerme di fronte a quella montagna di dolore che la schiacciava, lì, proprio all'altezza del petto, le mozzava il fiato, le stringeva la gola, voleva liberarsene, voleva tornare ad essere gioiosa, a vivere, preoccuparsi della famiglia e della casa, tornare ad essere normale...

    Fuori, in giardino, la donna trovò una corda, prese ad osservarla, rigirandosela tra le mani, non sembrava ridotta male; la prese e la portò in casa, salì le scale, si diresse in camera da letto... Ashtoreth rimase a fissare il letto per del tempo, non sapeva dire quanto ne fosse trascorso, era solo a conoscenza che lì aveva giaciuto con il suo amato marito la prima notte di nozze, e le sere successive... Afferrò la sedia dal suo angolo bellezza, vi salì e legò un capo della corda alla trave, l'altro intorno al proprio collo, la sua pelle delicata si arrossò un poco per lo sfregamento, ma non era importante... Una vita senza suo marito non era vita, pensò guardando un'ultima volta l'altare del loro amore, coronatosi da poco ma subito sfiorito, senza possibilità di tornare indietro... Ashtoreth saltò dalla sedia.
    La corda divenne tesa, l'istinto di sopravvivenza le fece portare le mani al collo per allentare la corda, le gambe si agitavano alla ricerca di un appiglio dal quale potersi sorreggere, ma la sedia era caduta, non aveva nessun luogo dove poter appoggiare i piedi, la paura le urlò di liberarsi subito, ma lei non riusciva, non ce la faceva, non poteva respirare, era troppo difficile, tossiva, tossiva immensamente, la testa iniziava a dolerle, gli occhi lacrimavano per il dolore e la paura, il battito cardiaco le rimbombava dentro le orecchie, non riusciva più ad ingoiare, la bocca aperta, la saliva che le scendeva sul mento, la lingua di fuori nel tentativo di prendere più aria...

    La tosse cessò, così come le gambe a dimenarsi, le palpebre si stavano chiudendo, il cuore diventava sempre più debole...
    Ashtoreth


    spero di aver azzeccato la sezione :(


    Edited by Kira7 - 21/3/2020, 15:59
     
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    Un secolo fa

    Morte si era fatto vivo (un bel gioco di parole, non trovate!?) in casa di Ashtoreth e Francis pochi minuti prima che quest’ultimo perse per sempre la sua vita. Il Demone conosciuto anche come Angelo della Morte (bel gioco anche qui, no!?) si era fatto vedere all’uomo con un caldo sorriso beffardo, e pochi istanti dopo quell’uomo cadde a terra privo di vita dopo che una creatura l’aveva ucciso a sangue. Sono venuto per portarti in Paradiso fece solamente appoggiando la punta della sua falce sul pavimento della stanza. Guardò poi di sfuggita la moglie che in sottoveste piangeva per il defunto sopra al suo cadavere ancora caldo. Ella ovviamente non poté vederlo.

    ...Giorni dopo Morte ritornò in quella casa, ora appartenente solamente ad Ashtoreth. Questa volta però la punta della sua falce toccava la soffice erba che stava sotto di lei; erano in giardino. Morte le si avvicinò, si chinò leggermente giusto per far arrivare le sue labbra a contatto con l’orecchio sinistro di lei. Guarda quella corda Ashtoreth... le sussurrò ben consapevole che ella non poteva udire la sua voce, ma ben conscio che il subconscio della donna avrebbe afferrato quelle parole. Prendila e usala per stringerla intorno alla tua gola...Ma non qui...la gente potrebbe vedere, continuò a dirle mentre ella prese l’oggetto fra le sue mani ed inizió a giocherellarci guardandola con uno sguardo perso nel vuoto. Dopo qualche istante rientrò in casa e si diresse immediatamente nella camera da letto. Morte la seguì, per essere sicuro che la donna seguisse il corso della sua vita, trovandone la morte...La vide afferrare la sedia, salirvici e legarci un capo della corda alla trave, l'altro intorno al proprio collo; Morte le si affiancò puntando la sua falce ben salda a terra, aspettando il “suo” momento.
    Ashtoreth saltò dalla sedia. Morte se ne compiacque mentre ella mossa dal suo spirito di sopravvivenza, cercava di allentare la corda. Ben fatto Ashtoreth... fece il Demone della Morte continuando ad assistere alla scena della sua nuova vittima. Con un calcio ella aveva fatto cadere a terra la sedia, così da non avere più un appoggio. Ecco che Ashtoreth stava ansimando a fatica, il suo viso era contorto di panico e dolore...tossiva, cercava di divincolarsi sempre con meno forze...poi si fermò. Per sempre.
    Ce ne hai messo di tempo a morire, Ashtoreth... parló l’Angelo della Morte e questa volta anche le sue orecchie sentirono quella voce. Ma non le orecchie della donna impiccata e inerme, ma quelle della sagoma trasparente che si trovava in piedi sotto del cadavere, ovvero il suo Spirito...Morte la guardava con un espressione apatica, priva di ogni sentimento e rimase in attesa di vedere come ella si sarebbe comportata. Ogni sua vittima era diversa. E come ogni sua vittima era diversa nel comportamento (di trovarsi morta), era anche diverso il posto in cui Morte l’avrebbe assegnata ed accompagnata. E Ashtoreth, a parere del Demone, era destinata a vivere in eterno come Fantasma su questa terra...
    Morte


    Ps se il marito vuoi che vada all’inferno dimmelo pure XD

    Edited by woozy. - 26/3/2020, 19:09
     
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