Let me reintroduce myself

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    Erano passati già dei mesi da quando la Regina delle fate era rimasta vittima di in un incantesimo durante l'ennesimo diverbio con il suo consorte e la corte delle fate iniziava a risentirne. Non era insolito che Oberon e Titania facessero scuotere intere foreste con le loro diatribe, alcune così memorabili da raggiungere persino le orecchie di mortali che le avevano trasformate in racconti, ma per quanto tempo passassero a darsi battaglia sulle cose più disparate questi non avevano mai messo in dubbio l'amore che li legava; una passione immortale come loro stessi e che spesso si rivelava essere un'arma a doppio taglio poichè andava ad alimentare le fiamme delle loro discussioni come una sorta di rituale, per poi culminare in una riappacificazione che durava giorni... Questa volta, tuttavia, qualcosa era andato storto.
    Oberon aveva pianificato il modo perfetto - a suo parere - di tenere la sua sposa lontana dai suoi piani che come al solito prevedevano l'infastidire gli umani in qualche modo e Titania, da sempre contraria all'astio che il Re delle fate covava per i mortali, avrebbe di certo interferito. La soluzione sembrava risedere nella "Moon Dust" o polvere di Luna: una preparazione magica che era stata consigliata ad Oberon in quanto possedeva la capacità di sospendere temporaneamente parte della memoria di una persona. Non sarebbe dovuto durare per più di un giorno e anche sotto gli effetti dell'incantesimo Titania avrebbe soltanto rimosso il suo bisogno di voler sempre difendere gli umani, restando comunque consapevole del suo essere e della sua identità, ma le dosi della polvere erano eccessive e la Regina aveva - nel giro di poche ore - lentamente scordato chi era finendo con il credere di appartenere tra i mortali e mischiandosi a loro. Per i primi giorni era stato persino buffo e Oberon non poteva nascondere il suo divertimento, ma la corte aveva bisogno di Titania e lui aveva bisogno della sua Regina e per questo, quando gli effetti dell'incantesimo aveva perdurato nonostante gli svariati tentativi di rimuoverlo, la situazione aveva perso ogni tipo di ilarità. Improvvisamente non era più rilassante per nessuno fare una passeggiata nei parchi, i fiori sembravano quasi aver perso i propri colori e persino i piccoli animali apparivano tristi. Serviva tempo per ottenere una cura, ma Oberon non era famoso per la sua pazienza e consapevole o meno di essere sua moglie, non poteva permettere che Titania si allontanasse troppo da lui; l'aveva fatta seguire e osservare quotidianamente da Puck ed il Re delle fate era rabbrividito nell'apprendere che la sua sposa lavorava in mezzo agli umani e per gli umani... Non ricordava nemmeno il suo nome, facendosi invece chiamare Candice. Era un incubo e Oberon sapeva che lei stessa - una volta tornata in se - sarebbe inorridita da questa sua "vita parallela" e che di certo gliela avrebbe fatta pagare... Oh, non veda l'ora.
    Per il momento però, si sarebbe accontentato di avvicinarla come Candice. Il sempre fedelissimo Puck gli aveva riportato come la sovrana avesse iniziato una piccola routine prima e dopo le ore di lavoro, recandosi in un locale apparentemente molto famoso tra i mortali per acquistare bevande esageratamente dolci al gusto di caffè. "Eccoti qui" aveva pensato felicemente, posando gli occhi sulla figura eterea di Titania, ammirandola e sentendosi offeso per lei da come gli umani potevano realmente credere che una creatura di tale bellezza fosse una loro simile.
    Dopo averla vista entrare si era mosso per seguirla, impedendo a chiunque di superarlo, posizionandosi in fila con lei consapevole di attirare vari sguardi su di se poichè non si presentava certo come un comune umano, vestito quasi di stracci e semplicemente dimenticabile; no, lui era tutto il contrario. Con se aveva portato alcune fatine, spiritelli, nascosti agli occhi dei presenti e che lo avrebbero aiutato a "presentarsi" a sua moglie.
    Ed ecco il primo, che in un flash si era posato vicino ad una mano di Titania e silenziosamente aveva rimosso un piccolo bracciale dal suo polso per poi portarlo ad Oberon. - Le chiedo scusa, ma credo che questo sia suo - aveva esordito elegantemente dopo aver finto di essersi piegato a terra per raccogliere l'oggetto, porgendoglielo con un sorriso - Davvero molto bello. Si intona ai suoi occhi - aveva aggiunto con voce calda, lasciando il suo sguardo in quello della sua sposa quasi come a voler estrarre e riattivare i suoi ricordi perduti direttamente da quelle due gemme azzurre.
    oberon
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    Hey Candice!!!. Quella che cercava di attirare l’attenzione della biondina era la voce dell’inutile (per l’interessata) Mina che chiamandola la distrasse da ciò che stava facendo, ovvero guardare fuori dalla vetrina del negozio. Candice si sentiva osservata, ma forse era solo paranoica. Anche se in effetti era da un po’ che aveva questa impressione e solitamente l’intuito e le sensazioni spesso ci azzeccavano! Guarda che se non accendi il phon i capelli non si asciugano mica! le parlò con una certa arroganza -anche se effettivamente era nella ragione- e la biondina con stizzita accese l’aggeggio che aveva in mano e così facendo potè iniziare ad asciugare i capelli della sua cliente, mentre si vedeva chiaramente quanto non sopportasse Mina. *Secondo te non so che per asciugare i capelli devo accendere il phon?? Ma per chi mi ha presa??* pensò infatti Candice mentre uno sbuffo fuoriuscì dalla sua bocca; ma nessuno potrà udirlo visto il rumore assordante dell’asciugacapelli.
    Ma effettivamente Candice, avendo perso la memoria di tutto e tutti, aveva da poco appreso come si usasse quell’aggeggio. Ma Mina non poteva di certo saperlo, lei era così arrogante di suo!!
    Finito!! esclamò con impeto la biondina, che in realtà era la Regina delle Fate, intendendo non solo l’aver finito con quella cliente, ma l’aver finito proprio tutta la sua giornata lavorativa.
    Eh si, Candice in realtà altri non era che Titania, la regina delle fate! Era una creatura antica e magica ma ella, per colpa del marito Oberon, aveva perso la memoria ed era convinta di essere una studentessa ventenne che aveva fra l’altro bisogno di lavorare. Questo invece per “colpa” di Nya, la fata incaricata a seguirla nella sua vita fittizia. Siccome Titania era una fata tendenzialmente egoista, viziata e vanitosa, Nya, che era una delle sue “ancelle”, ormai stufa di questo suo comportamento, decise in qualche modo di fargliela pagare...E quale metodo migliore per una regina era il dover lavorare per gli altri?! Oh si, come si divertiva a vederla lavorare, mettendo le mani fra i capelli della gente, cosa che sicuramente l’avrebbe fatta andare in bestia!
    La iscrisse anche al college di arte della città dove Liekki, una fata più o meno sua amica, l’avrebbe seguita e aiutata. Aiutata nel mondo degli umani perché effettivamente ne Nya ne tanto meno Titania, sarebbero state in grado di sopravvivere in un mondo a loro sconosciuto.
    Ecco quindi come entrava in gioco Liekki, la fata del fuoco, la fata che aveva vissuto fin dalla sua nascita in mezzo agli umani. Fu lei ad insegnarle l’utilizzo del phon. La rossa però era all’oscuro di che fosse realmente Candice, Nya le aveva semplicemente detto che era sua sorella e che aveva perso la memoria per colpa di un incantesimo fatto da uno stregone. E Titania non doveva sapere nulla di tutto ciò.
    Molto spesso Liekki e Candice si trovavano ad un bar per fare qualche chiacchiera, come due normalissime compagne di college.

    Quel giorno Candice arrivó al locale con un po’ d’anticipo e ordinó due caffè con panna. Poi, voltandosi per uscire dalla fila, andò a incrociare lo sguardo con un ragazzo suo coetaneo che le rivolse la parola Le chiedo scusa, ma credo che questo sia suo le disse porgendole il bracciale che le aveva fatto perdere lui. Poi le sorrise, Davvero molto bello. Si intona ai suoi occhi. Era un bel ragazzo certo, Candy nell’incrociare i suoi occhi con lui, aveva sentito come una strana vampata dentro, ma al sentire la sua esclamazione, la vampata divenne tumultuosa mentre il suo sguardo cordiale/perplesso, divenne stizzito. Non sopportava chi ci provava con lei, così, dopo averla vista per la prima volta e per due secondi.
    Avevo accennato che Nya non sopportava più nemmeno Oberon? Ovvero colui che aveva appena finto di ritrovare il bracciale di Titania...?! Beh, ad ella iniziava a dare noia anche il suo Re. Per questo aveva accennato a Liekki che lo stregone si presentava come un ragazzo della loro età, con un viso buffo e capelli scuri. E il ragazzo cui stava dando confidenza a Candice, aveva proprio quelle caratteristiche.
    Candice!! Eccomi!!! esclamò la rossa intromettendosi fra marito e moglie.
    Candice lanciò un’ultima occhiata al ragazzo e poi si apprestò a sedersi in un tavolino con l’amica, che subito dopo adagiò nel tavolo il suo laptop. Dovevano studiare.

    Due giorni più tardi Candice sembrava sola al solito tavolino per due. Davanti a lei un solo caffè macchiato con panna.
    Improvvisamente si sentì di nuovo osservata ma quando guardò verso quella direzione, non c’era nessuno. Tornó quindi girata verso il suo tavolino e si trovò difronte lo stesso tipo dell’altra volta. Lo guardó pensierosa.
    Candice e Liekki


    Edited by woozy. - 15/5/2021, 20:57
     
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    Era confortante vedere come la personalità di Titania non sembrava essere stata intaccata dal suo credersi temporaneamente umana; il suo atteggiamento e le sue caratteristiche da sovrana nuotavano appena sotto la superficie, visibili, ma trattenuti dalla falsa convinzione di non aver diritto a sfruttarli, di non essere superiore rispetto a chiunque altro.
    Era chiaro che, per quanto combattuta al riguardo forse proprio perchè si trattava di Oberon ed una parte di lei lo avrebbe sempre riconosciuto, la Regina non apprezzava essere accostata e disturbata durate la sua nuova routine cosa che se possibile aveva soltanto cementato ancor di più il sorriso dipinto sulle labbra di Oberon mentre si beava della vista e della vicinanza con la sua consorte. Tuttavia, quel sorriso era stato repentinamente sostituito da un'espressione che prometteva tempesta non appena una ragazza - un fata - si era avvicinata assicurandosi di portare via Titania dal marito. Il Re delle fate non aveva riconosciuto la giovane, non era sicuro neanche che facesse parte del suo regno, ma queste erano informazioni irrilevanti per il suo lato vendicativo che già chiedeva soddisfazione.

    Quel giorno, guidato in parte anche dal fedele Puck, Oberon aveva desistito lasciando entrambe le donne alla loro giornata, ma non senza affidare ad alcuni suoi sudditi l'incarico di scoprire chi fosse la fata dai capelli di fuoco e assicurarsi che non avrebbe rappresentato nuovamente un intralcio nei sui piani, con qualsiasi mezzo a loro disposizione. Per la seconda volta si era recato nello stesso locale, stupendosi ancora di come gli umani sprecassero il loro breve tempo sulla Terra, ordinando la cosa più semplice ed immediata da fare al bancone prima di scorgere la sua Regina seduta ad un tavolino e raggiungendola subito dopo. - Spero di non disturbare, ma temo di essere a corto di opzioni - aveva esordito non appena la donna si era accorta della sua presenza, facendo riferimento all'assenza di posti liberi - ovviamente occupati per lo più dalle sue fate - scostando appena la sedia libera dal tavolo e poggiandovi la sua giacca restando solo con una camicia tinta di un vinaccia intenso in perfetto contrasto con la sua pelle chiara, alla quale aveva tirato su le maniche arrotolandole sino al gomito, prima di sedersi con la sua tazza di espresso. - Prometto che non farò un fiato senza il tuo permesso - aveva aggiunto sorridendole seducente, non distogliendo il suo sguardo dagli occhi di lei neanche mente si apprestava a prendere il primo sorso del suo caffè.
    oberon
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    Forse Liekki mai avrebbe immaginato che le sue azioni (per lei buone e giustificabili) nei confronti di Candice a riguardo di quel tipo “strano”, le sarebbero costate care un giorno…Ma al momento era fortunata perché Oberon non aveva la benché minima idea di chi ella fosse. Tuttavia l’avrebbe fatta seguite dai suoi sudditi che non scoprirono granché in realtà. La videro comportarsi come una semplice ragazza al college, alle prese con lo studio, il cheerleading, l’essere superiore a tutti e non mancare di marcarlo! Una vera stronzetta, ma pur sempre umana. Nessun segno di magia o simili, perché Liekki si era amalgamata bene fra gli umani. L’unica a sapere qualcosa sul suo vero conto era Nya, ma non era interessata a dire a Oberon chi la rossa fosse in realtà. Come già detto, alla Fata ancella non andavano molto giù i “reali”, specie ultimamente.
    E mentre la Flames era ad esibirsi come cheerleader, Candice se ne stava seduta al solito locale, e si sentiva in qualche modo osservata. Probabile comunque fosse semplicemente una sua impressione; chi mai avrebbe dovuto osservarla? Lei era una semplice studentessa del college e nulla di più.
    Spero di non disturbare, ma temo di essere a corto di opzioni. Improvvisamente le si avvicinò un ragazzo -che riconobbe come lo stesso di un paio di giorni prima-. Non seppe il motivo ma il suo cuore sobbalzò più del dovuto; l’aveva colta di sorpresa mentre stava pensando a Renoir, pittore su cui doveva lavorare, ma il suo cuore non aveva sobbalzato solo per questo motivo…Comunque, a guardarlo, era davvero bello. Inutile certo, come le aveva fatto notare la volta precedente la sua amica, ma pur sempre bello…Eppure si rendeva conto che la parola “bello” con lui era un tantino azzardata. Insomma, guardiamolo, alto nella media e magari lo fosse anche il suo fisico! Invece era magro, troppo magro, e per nulla attraente. Non aveva nemmeno l’aria da sveglio, più da impacciato e pirla, eppure Candice non riusciva a togliergli lo sguardo di dosso…
    …prego… disse poi con un filo di voce, dopo essersi accorta che l’unico posto vacante era proprio quello. Come era affollato il bar quel giorno!!
    Prometto che non farò un fiato senza il tuo permesso disse lui garbatamente; i suoi modi, la sua voce, il suo comportamento andavano in contrasto con la sua estetica. Almeno quello fu il parere della biondina.
    Lui le sorrise, aveva uno sguardo attraente, che non accennava minimamente ad abbassarlo, neppure mentre sorseggiava il suo caffè, dimostrandosi audace e per nulla intimidito, neppure dalla sua presenza. Candice sapeva di essere una bella ragazza, corteggiata da molti, ma tutti un poco timorosi nei suoi confronti; veniva difatti corteggiata a distanza, in pochissimo si riuscivano ad avvicinare…
    La ragazza, che aveva nel frattempo rivolto la sua attenzione alla panna che soprassedeva il suo caffè, decise di riportare poi il suo sguardo su quello del tipo, ritrovandoselo ancora puntato contro. La fece -molto lievemente- arrossire. Non era da lei.
    Hai bisogno di qualcosa…? decise di chiedergli, e in realtà aveva una strana voglia di comunicare con lui, di parlargli, di sapere chi esso fosse…Perché…? Io sono Candice, comunque… aggiunse subito dopo senza sapere perché l’aveva fatto. Perché presentarsi…!? Perché non riusciva a togliere il suo sguardo da lui..?! Andiamo! Era un ragazzo mediocre, perché riusciva a catalizzare tutta la sua attenzione…?!
    Candice e Liekki
     
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