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    "Siamo una squadra fortissimi" tastati velocemente sul telefono, inviando poi il messaggio a Felpato. Entrambi avevamo ricevuto una lettera che ci comunicava la vincita del concorso scolastico a cui avevamo partecipato. Era veramente una bellissima soddisfazione. Feci per riporre la comunicazione nella sua busta quando notai un altro foglio. Mi sdraiai piano sul letto iniziando a leggere. I miei occhi scorrevano veloci tra le righe New York! Esclamai felicemente sorpresa. In pratica molti College della zona avevano raggruppato le singole coppie di vincitori di altri concorsi, facendoli partecipare ad una gita... appunto a New York come premio! Ogni coppia rappresentava la singola cittadina, io e Sirius eravamo registrati come quella di Vancouver. La partenza sarebbe stata proprio oggi, piuttosto presto tralaltro. Il viaggio era lungo quindi partire questa notte mi pareva più che giusto. Ci saremmo dovuti ritrovare tutti alla piazza principale di Vancouver, che era anche il capolinea per molte tratte di bus. Completamente tutto spesato dalla scuola, compreso l'hotel. Rilessi più attentamente l'assegnazione stanze:
    "Sirius Black - Annabeth Morris
    Stanza 205 - camera doppia con letti singoli e mini bagno privato".

    Sgranai gli occhi quasi incredula. Anche se l'organizzazione delle camere era la stessa per tutti. Ogni coppia di studenti che aveva vinto, aveva assegnato una stanza condivisa con il partner. Cercai di respirare piano e con calma, quando percepí il telefono squillare Felpato! Lessi sullo schermo del cellulare. Guardai il soffitto, ero così paralizzata che non riuscì a rispondere. Cosa gli avrei detto poi?! To guarda che bello, dormiamo insieme! To potrei saltarti addosso da un momento all'altro! Oh mio dio Annabeth calmati dissi a me stessa. L'attrazione c'era e non potevo negarlo... ma c'era anche l'amore?! Volevo essere sicura di non confonderli prima di fare un certo passo... che non avevo mai fatto prima d'ora. Respirai profondamente guardando ormai la chiamata persa di Sirius. Mi alzai tirando giù il borsone dall'armadio. Non era tanto grande ma sufficiente per cinque giorni. Decisi di alternare il mio vestiario, almeno così sarei andata sul sicuro... freddo o caldo che sia avevo tutto l'occorrente non si sa mai! Senza dimenticare di prendere la mia fantastica polaroid. Quanto amavo quella macchina fotografica. Finí piuttosto presto la mia valigia, controllando velocemente gli orari delle coincidenze per arrivare a Vancouver. Andai di fretta a farmi la doccia, asciugandomi per bene i capelli. Indossai un jeans grigio pesante, abbinato ad una camicia a scacchi leggermente sfumata di rosso. Scarpe da tennis, comode per il viaggio ed la mia giacca blu carta da zucchero. Presi tutto l'occorrente chiudendo poi la porta della mia camerata. Scesi in strada prendendo il tram per il centro. Poggiai la testa sul vetro del finestrino pensando ancora alle sue mani bollenti... avvolgenti intorno alla mia schiena. Il mio cuore iniziò a dare gas! Per tutto questi giorni non avevo fatto altro che pensare a lui, perfino studiare mi rimase difficile. Mi immaginavo il suo viso e quel suo sorriso così semplice e tenero. Mentre gli occhi grigi ricchi della sua forza e del suo coraggio. L'annuncio della mia fermata mi fece svegliare. Scesi ritrovandomi proprio di fronte alla pizza dell'incontro. Camminai tranquillamente notando i due professori che ci avrebbero accompagnato. In mano avevano sicuramente l'intero programma della gita, compreso l'itinerario. Non escludevo che sarebbe stata una bella esperienza! Tra l'altro non ero mai stata nella grande mela. Gli altri studenti erano quasi tutti arrivati, purtroppo non li conoscevo... facevano parte di altri college.
    Solo che non vedevo Sirius. Oddio e se la sua chiamata fosse stata per dirmi che in realtà non sarebbe venuto?! Dio che stupida che non avevo risposto. Sospirai mettendo il mio borsone in mezzo agli altri facendo un po di fatica. Mi voltai tranquillamente e sovrapensiero, ritrovandomi Sirius proprio vicino. Mi spaventai leggermente mi vuoi far prendere un infarto?! Esclamai con un filo di voce. C'è così all'improssivo, chiunque si sarebbe spaventato. Scusa se non ti ho risposto al telefono, ero un attimo indaffarata era più o meno una mezza verità. Come stai?! Chiesi gentile incontrando il suo sguardo.
    Annabeth Morris
     
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    “Siamo una squadra fortissimi" lesse Sirius sul display del suo cellulare. Era un messaggio da parte di Annabeth che si stava riferendo al fatto che la loro coppia era stata premiato per il lavoro svolto nelle settimane precedenti, per quel progetto scolastico che aveva unito i loro due college. Sirius aveva appena riposto la lettera che gli aveva comunicato della vincita, sul comodino che l’avviso della sua partner non tardò ad arrivare, anzi.
    Non che a Sirius interessasse poi tanto vincere, non era uno di quei secchioni tutto vada e studi, però doveva ammettere che quella vincita lo rese parecchio felice e soprattutto fiero. Ultimamente del resto pareva che lo studente stava sempre più prendendo sul serio lo studio. E poi la felicità si raddoppiò quando estrasse il secondo foglio della busta, quello in cui vi era scritto che la coppia vincitrice aveva vinto un biglietto (andata e ritorno) per New York. C’era scritto un papiro dove spiegavano che anche altre coppie erano state selezionate e bla bla bla, ma il giovane Black non lesse nulla di tutto ciò, soffermandosi sul fatto che sarebbe andato a New York. “New York ci aspetta” scrisse ad Annabeth, applicandoci anche una faccina sorridente. Non era solito ad usare le emoticon, ma quando ci volevano ci volevano! Fortuna volle che fra le poche cose a cui prestò attenzione c’era anche la data di partenza: Oggi??? si stupì il ragazzo guardando verso l’armadio. Doveva preparare la valigia almeno con il minimo essenziale in un tempo record.
    Tiró fuori dalla busta un terzo figlio, il biglietto aereo, e poi in tutta fretta si mise a fare la valigia, mentre poi cercò anche di contattare Annabeth che però non rispose, probabilmente anche lei era stata presa in contropiede. Poi per una ragazza era più complicato prepararsi una valigia in così breve tempo.
    Sirius si bloccò improvvisamente. Ma perché non usare la magia per prepararsi la valigia?, si disse, e così fece. Nella stanza i capi d’abbigliamento iniziarono a fluttuare, così come le scarpe e gli asciugamani. Doveva però prestare attenzione a non dimenticarsi nulla, ma l’importante era che avesse portafoglio, passaporto e biglietto aereo. Il restante sperò di non dimenticarselo ma almeno quelle cose essenziali le ripose lui stesso in una tasca della valigia.
    Andò a lavarsi e poi si vestì con un paio di jeans, una t-shirt nera con sopra una camicia a scacchi nera e grigia, infine una giacca marrone e degli stivaletti dello stesso colore della giacca. Prese valigia e cellulare e scese in strada dove prese il tram che lo portò all’aeroporto. Cercò di vedere se trovava Annabeth ma di lei neanche l’ombra. E se non si era accorta del biglietto aereo? O se non poteva venire? Dannazione perché non aveva risposto alla sua chiamata! Sirius fece spallucce, in fondo che gli importava se ci fosse stata o meno? New York l’avrebbe visitata lo stesso!! Poggiò la valigia e guardò il display del cellulare. Nessuna chiamata, ne messaggio. E in fondo appunto, che importava? Riprese la valigia e si diresse verso l’imbarco che non tardò ad arrivare, dal momento che era arrivato quasi in extremis. Si soffermò prima ad osservare un vasto gruppo di ragazzi della sua età, probabilmente gli altri studenti del concorso, dove vide anche lei. mi vuoi far prendere un infarto?! esclamò dopo che lui le si era avvicinato e le aveva dato un buffetto in testa. Era felice di vederla. Scusa se non ti ho risposto al telefono, ero un attimo indaffarata. Come stai?! disse fissandolo. La felicità inaspettata di vederla fece si che della telefonata non gliene importava poi molto, l'importante era che fosse lì davanti a lui. Bene, dai muoviamoci che siamo in ritardo!!! esclamò notando che tuti gli studenti erano già saliti in aereo. Che posto a sedere hai? chiese sbirciando sul biglietto. Avevano i posti vicini, probabilmente ogni coppia di studenti erano seduti vicini...Eccoci qui, ovviamente sopra l'ala... sbuffò lasciando passare Annabeth per farla accomodare vicino al finestrino. Lascia, faccio io... disse riferito alla valigia. Prese così il bagaglio della ragazza e lo caricò nella cassettiera in alto, poi fece lo sfesso con il suo e infine si accomodò, togliendosi la giacca, rivelando la camicia a scacchi bianca e grigia, look molto simile alla ragazza, che però lui ancora non poteva notare perché stava ancora con la giacca.
    Per lui i posti in aereo erano molto scomodi, data la sua enorme altezza, per cui trovava difficile starsene fermo ed era un'agonia doversene stare seduti. Ah se come Mago avesse potuto usare la magia per arrivare a New York, sarebbe stato tutto molto più semplice!
    Le hostess nel frattempo avevano iniziato a fare il "balletto" (così lo chiamava il ragazzo) per la sicurezza e infine finalmente l'aereo decollò. Hai mai preso un aereo? chiese Sirius una volta in volo. Certo che si stava dimostrando davvero un pò troppo loquace...Forse era la felicità di vedere finalmente una delle città più belle al mondo, o forse era l'avvicinata di Annabeth a fargli questo effetto...?
    Sirius Black


    Edited by woozy. - 25/1/2018, 00:29
     
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    Entrambi i nostri sguardi si colmarono di felicità! Il mio cuore batteva talmente forte, che pensavo volesse fuoriuscirmi dal petto. Bene, dai muoviamoci che siamo in ritardo! In effetti Felpato aveva ragione. Alzai velocemente i tacchi, raggiungendo assieme l'imbarco. Diamine le coincidenze dei bus erano terribili, non rispettano mai gli orari per arrivare in aereoporto. Menomale che riuscì a prendere il volo in tempo, altrimenti sarei rimasta a terra. Notai con piacere che avevamo i posti a sedere vicini, come per la stanza. Lo stomaco non lo sentivo più, percepivo solamente una stretta... forse erano "farfalle nello stomaco"?! Farfalle?! AH sembravano di più "draghi nello stomaco" visto come si contorcevano. Eccoci qui, ovviamente sopra l'ala... Annuì notando quanto fosse bello il panorama. Probabilmente in aria avremmo visto il tramonto. Lasciando poi il posto alla notte che ci avrebbe accompagnato per tutto il viaggio. Stavo per riporre il mio bagaglio nella cassettiera quando sentì Sirius lascia, faccio io... non potevo negarlo quanto fosse possente, in quelle sue braccia muscolose. Respirai piano e tranquilla grazie mille... sei gentile dissi felicemente mentre mi accomodavo al mio posto, lato finestrino. Aspettai che Sirius si fosse sistemato, liberandosi della giacca. Rivelando un abbigliamento molto simile al mio. Quella sua camicia a scacchi grigia gli donava tantissimo, mettendo in risalto quel suo bel fisico definito. Sin dal primo istante, avevo notato quanto fosse atletico e meraviglioso. Osservai le hostess illustrare le manovre di sicurezza, sapevo già più o meno la trafila anche se non avevo mai volato. No questa è la prima volta risposi sincera a Sirius mentre nel contemplo mi levai la giacca pesante. Mi sbottonai un paio di bottoni della camicia, faceva troppo caldo. Però dai non dovrebbe essere così male gli sorrisi e tu invece? Hai già volato prima? Chiesi gentile a mia volta. L'accensione dei motori si fece sentire, mentre l'aereo si metteva in modalità decollo. Mi allacciai la cintura tranquillamente. Non sentivo alcuna paura, anzi percepivo un pizzico di adrenalina. Dopo forse 20 minuti scarsi eravamo in piena quota. Misi velocemente le mani nella tasca della mia giacca, cercando qualcosa di buono. Tieni gli passai gentile una barretta al cioccolato, quasi furtivamente so quanto ti piacciono gli sussurai piano. Sapevo che la roba da mangiare non era proprio consona sull'aereo, perché ti dovevano vendere la loro... business. I posti sull'aereo erano strettissimi. Quindi in pratica io e Felpato stavamo appiccicati. Mi dispiaceva per lui, forse non doveva stare molto comodo. Sperai che il volo trascorresse presto. Osservai la notte scendere tra le nuvole. Provai a chiudere gli occhi e magari cercare di riposare un po. Probabilmente l'indomani ci aspettava una bella giornata, quindi era buono dormire qualche ora, per chi riusciva ovviamente. In un momento senti la testa di Sirius scivolare lenta sulla mia spalla. Sorrisi poggiandomi a mia volta sulla sua, mentre i capelli mi solleticarono il volto. "Non sarebbe poi così male" pensai felicemente tra me e me. L'annuncio dell'arrivo mi destò dal sonno siamo già arrivati esclamai incredula stropicciandomi piano un occhio. C'è ero riuscita a dormire? Bah! Sirius invece pareva già sveglio da un po buongiorno lo salutai con un sorriso. Oddio e se avevo parlato nel sonno?! Diamine speriamo di no! Scendemmo abbastanza ordinati dalla scaletta di dietro. Non parevano un gruppo troppo numeroso, i professori erano molto tranquilli. Ci fecero strada mentre raggiungevano l'interno dell'aeroporto. Ci raggrupparono per contarci, dicendo a tutti di aspettare vicino al bar. Loro sicuramente stavano controllando i mezzi per raggiungere l'hotel. Hai fame? chiesi gentile a Sirius, mentre mi chinai a prendere il portafogli dalla valigia. Un fischio volgare provenì da poco distante che culo ragazzi! Esclamò un tipo irrispettoso di un'altro college. Coglione! Dissi a denti stretti cercando di fregarmene. Non mi ero nemmeno voltata. Alzai lo sguardo sperando di incrociare quello di Sirius, ma non lo trovai. Lo cercai velocemente e lo trovai no...no.. dissi piano tra me e me. Che gli prendeva adesso?! Perché si stava comportando così?! Lo raggiunsi senza esitazione, poteva finire male e non volevo. Non valeva la pena prendersela con certi idioti senza cervello. Accettare le provocazioni non fa altro che alimentarle. Mi pareva che lo sguardo di Sirius fosse ricco di quel qualcosa chiamata forse "protezione" o "gelosia"?! Era stato impulsivo certo Sirius lo chiamai quasi invano non ne vale la pena per favore cercai di dirgli. Il ragazzaccio era possente ma non come Felpato. Anche se il loro gruppo era numeroso. Mi innervosì leggermente guardandoli basta! Esclamai forte mettendomi in mezzo e spingendoli entrambi. Con una bella scarica li avrei sicuramente fatti ragionare, ma non potevo. Guardai intensamente Sirius come per dirgli "smetti di comportati come lui, tu sei migliore e lo sai!" Sperai tanto che lo comprendesse.
    Annabeth Morris
     
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    grazie mille... sei gentile fece Annabeth quando il ragazzo si propose di sistemarle il bagaglio. Figurati non so se dalla tua scarsa altezza ce l’avresti fatta disse ironicamente notando la loro differenza di altezza. E riscoprendosi un po’ se stesso, ultimamente era stato fin troppo gentile... No questa è la prima volta rispose la ragazza rivelando quindi che non aveva mai preso un aereo, mentre si tolse la giacca mostrando un look similare al suo amico, il quale non potè trattenersi dal commentare Almeno i colori sono diversi! costatò tirandosi indietro i capelli. Entrambi infatti vestivano con una camicia a scacchi, neanche si fossero messi d’accordo!
    e tu invece? Hai già volato prima? gli chiese gentile ma lui trovò che fu stata un pochino stupida a fargli quella domanda. Secondo te da Londra come ci sono arrivato? A nuoto? fece cercando ancora di trovare una posizione comoda per il suo 1,90 di altezza. Inutilmente. Sbuffò quindi. Fortunatamente quella era solo la quarta volta che prendeva un aereo, peccato che però ci sarebbe stata anche una quinta per il rientro...Sbuffò di nuovo.
    Tieni so quanto ti piacciono. Improvvisamente Annabeth tirò fuori dalle sue tasche due barrette di cioccolato, porgendone una al suo compagno di volo, il quale la prese senza fare troppi complimenti. Ti portò sempre dietro il tuo spaccio personale?! ci scherzò su mentre l’apriva per poi già dire il primo morso.
    Poi diede un’occhiata al finestrino per guardare oltre, ma fu investito dal buio della notte, ormai sceso. Finì di tutta fretta la sua cioccolata e poi provò a chiudere gli occhi per riposare, cosa che non gli riuscì per niente. Quei posti a sedere erano troppo scomodi.
    siamo già arrivati finalmente Annabeth si destò dal suo sonno, beata lei che era riuscita a dormire, pensò Sirius guardandola di sfuggita. Ben svegliata... disse al suo buongiorno sorridente e un pochino assonnato. Sirius sbadigliò rivelando di non avere dormito per nulla. Erano partiti alle 22 di sera ed erano arrivati alle 23, per via del fuso orario. (Ps:spero di aver fatto giuro i conti ahahha). Altro che buongiorno, era ancora notte fonda!
    I passeggeri iniziarono a scendere e nuovamente Sirius si occupò della valigia della ragazza, poi seguì gli altri studenti che si raggrupparono con i due docenti.
    Hai fame? Annabeth si rivolse al ragazzo che annuì con la testa.
    che culo ragazzi! subito dopo si sentì un fischio con un esclamazione poco carina. Era uno degli studenti che aveva vinto il concorso, come poteva aver vinto uno così Sirius se lo domandava proprio.
    Coglione! fece Annabeth dando vita anche al pensiero di Felpato, che però iniziò a trovare la cosa abbastanza irritante, per questo motivo stava stringendo i pugni, forse pronto a colpirlo. no...no.. Annabeth cercò di trattenerlo. Ma al ragazzo non piacque il commento poco simpatico che quel ragazzo ebbe verso Annabeth. Il suo sguardo si rabbuì e si caricò d’odio non ne vale la pena per favore aggiunse subito dopo notando lo sguardo combattivo che aveva assunto Felpato. Tirargli un pugno o usare la magia...? Quest’ultima però sarebbe potuta venire allo scoperto, ma lui era solo contro... quanti erano...?...cinque. Il gruppo che si fa forza...
    basta!. Annabeth tirò fuori la sua voce possente, mentre poi guardò l’amico con uno sguardo che la diceva tutta: smetti di comportati come lui, tu sei migliore e lo sai!" Si calmò lievemente, i pugni stretti iniziarono a smollarsi, lo sguardo però continuava ad essere colmo di rabbia verso quei tipi.
    Hey che c’è hai paura? fece uno di loro puntando Sirius. sta zitta tu!!! esclamò un altro contro Annabeth, mentre un terzo venne in avanti pronto a spingere (o a fare chissà cosa) la ragazza. Sirius però fu pronto e si mise in mezZo fra i due, guardando l’avversario con sguardo di sfida e rabbia. Della sua enorme stazza, lo studente si impressionò un tantino, tanto da farlo indietreggiare subito. Paura, eh! fece con un mezzo sorriso beffardo.
    Due dei suoi stupidi compagni si fecero avanti anche loro per dar manforte al compagno, ma alla fine interviene uno degli insegnanti. Se vedo un altra cosa del genere ve ne tornare tutti a Vancouver. Con sospensione della scuola, ovviamente .
    Sirius prese per mano Annabeth e la portò via da lì, raggiungendo l’altro professore con il restante degli studenti. Prendetevi qualcosa da mangiare che poi raggiungiamo l’albergo fece, mentre tutti i ragazzi si diressero verso il duryfree per comprarsi panini o quant’altro. Sirius invitò Annabeth a fare altrettanto.
    Sirius Black
     
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    Non è importante essere alte ma all'altezza! Il suo tono era ironico, ed io la presi a ridere. Secondo te da Londra come ci sono arrivato? A nuoto? In effetti avevo fatto una domanda non proprio consona, ma forse a causa della stanchezza non mi ricordai che Sirius era appunto londinese. Che testa che avevo! Mi grattai la nuca leggermente imbarazzata. Restai poi felicemente compiaciuta, mentre lo osservai mangiare con gusto la barretta al cioccolato. Annuì con un sorrisino scherzoso. Il cioccolato era il mio contrabbando! Perché avevo avuto l'impressione che fosse già mattina?! Eh forse per colpa del fuso orario... anzi rettifico ero ancora assonnata sicuro! Spiegazione più che plausibile Annabeth.
    Ora invece ci trovavamo in una situazione che avrei voluto davvero risparmiarmi. Il respiro di Felpato pareva calmarsi, ma lo sguardo restava deciso... quello mi preoccupava di più! Avevo i nervi pieni di adrenalina. Una montagna più è grossa più è facile da buttare giù. I punti essenziali li conoscevo alla perfezione, l'arte da combattimento e la strategia militare mi scorrevano nel sangue. Prevenire un colpo non era poi così difficile se si analizzava attentamente l'avversario. Il gruppo faceva forza e Sirius si mosse a mo di scudo sfidando colui che stava per partire in quarta verso di me. Infilai una mano in tasca incontrando la mia penna. Detestavo essere impotente in quel momento. Non potevo far scattare la penna... avrei incasinato tutto! Respirai piano mentre per fortuna le autorità scolastiche, chiamate anche Prof intervenirono prontamente. Sospirai quasi sollevata, estraendo la mano dalla tasca. La sua mano prese la mia saldamente, allontanandoci fino a raggiungere il secondo professore con il resto del gruppo. Il mio stomaco brontolò leggermente, mentre entrammo nel Dutyfree. Era la mia rovina! Io e Sirius prendemmo un po di ciacciarie che sgranocchiammo subito. Salimmo tutti sull'autobus, direzione hotel. Dopo un paio di svincoli ci ritrovammo in piena New York. Gli occhi mi brillarono dallo stupore. Avevo sentito che di notte era bellissima... ma non pensavo così meravigliosa! Esclamai piano quasi senza accorgermene. Tutti dicevano che valeva la pena girarla di notte, era tutta un'altra cosa. Il bus girò l'angolo fermandosi proprio davanti all'albergo. Alla reception i professori iniziarono a chiamare le varie coppie. Percepivo ansia nel mio battito cardiaco Black e Morris esclamarono forte stanza 205 disse un docente consegnandomi il cartoncino. Cercai di non darlo a vedere, almeno ci provavo ma ero tesa...perché poi?! Osservai per un momento lo sguardo di Sirius, un tantino sorpreso. Forse non aveva letto l'assegnazione stanze?! Be adesso letto o non letto, poco importava. Mi raccomando ragazzi domani mattina alle 8 puntuali qui alla reception conclusero dando a tutti educatamente la buona notte. Beh andiamo dissi tranquilla raggiungendo le scale. Tanto era al secondo piano, non valeva la pena prendere l'ascensore. Perché non rimettono le chiavi?! Dissi quasi divertita, non mi piacevano tanto quelle tessere. Aprì la stanza inserendo subito dopo il cartoncino, affinché si accendessero in automatico le luci della stanza. Tutte calde e non troppo forti, anzi abbastanza soffuse. C'erano un paio di finestre, cui una dava proprio sulla scala antincendio... tipico di New York. Letti singoli e moquette bordò. Il bagno pareva un buco, ma andava più che bene. Alla fine assomigliava molto alle camerate scolastiche. Scegli pure quello che preferisci indicai alquanto scherzosa i letti proprio di fronte a noi. Per me è indifferente aggiunsi poco dopo guardandolo. Appoggiai la valigia in un angolo... è adesso?! Bella domanda! Mi grattai la nuca. Pareva che entrambi fossimo troppo svegli per dormire. Fare cosa allora?! Guardai fuori un attimo, le finestre non coprivano affatto il sound stradale. Ti va di andare a fare un giro?! Chiesi furbamente avvicinandomi a lui so che anche tu non sei molto amante delle regole lo provocai appena, guardandolo intensamente.
    Annabeth Morris


    Edited by woozy. - 25/1/2018, 21:58
     
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    La coppia, seguita da tutte le altre, entrò nel negozietto e iniziò a comprare un po’ di robine poco salutari, ma che ai ragazzi piacevano di sicuro! E non erano ancora saliti sul bus che sia Sirius che Annabeth avevano già aperto le prime confezioni e stavano già mangiucchiando qualcosa. Il ragazzo era partito subito da una merendina al cocco, per poi mangiarsi una barretta di mandorle e cioccolato.
    Quando tutti gli studenti salirono sul bus uno degli insegnanti fece l’appello per vedere se erano tutti presenti, poi il bus iniziò a sfrecciare per le vie di New York, lasciando a bocca aperta molto degli studenti.
    meravigliosa! esclamò Annabeth mentre Sirius si distrasse dalla città e si concentrò verso l’amica Gia, meravigliosa... ripetè e non si capacitò se il suo commento era indirizzato alla città oppure ad Annabeth, ma sicuramente il complimento era per New York, dai, non poteva essere altrimenti!
    Poco dopo giunsero all’albergo, peccato che il giro fosse già finito. Era ormai passata mezzanotte, Sirius era ormai in piedi da circa 20 ore, ma avrebbe continuato ben che volentieri il giro turistico della città, piuttosto che entrare in albergo. Invece ora eccoli lì nella hall, un po’ lussuosa ma non troppo, dell’hotel.
    Uno dei professori iniziò a chiamare studente dopo studente per assegnare loro le stanze. Black e Morris stanza 205 furono una delle prime coppie a cui assegnarono la camera, dal momento che il ragazzo aveva il cognome che iniziava con la lettera B. Sirius assunse un’espressione alquanto stupita; aveva capito bene? Lui e Annabeth avrebbero condiviso la stessa stanza? Ok che non erano ragazzini, ma mai avrebbero pensato che dei docenti avrebbero lasciato le camere miste.
    Beh andiamo fece la ragazza che non fu minimamente sorpresa Perché non ti vedo sorpresa? domandò allora Felpato che era un tutt’uno con la curiosità, seguendola dal momento che lei era già partita in quarta. Forse aveva bisogno della toilette, del resto non andavano in bagno da Vancouver...e pure Sirius aveva un bisogno urgente di fare la pipì!
    La camera era al secondo piano. Perché non rimettono le chiavi?! esclamò Annabeth cercando di aprire la porta con il magnete, che Sirius preferiva alle chiavi. Entrarono e le luci si accesero da sole. Sirius poggiò subito la sua valigia a terra. E così siamo nella stessa camera eh? fece una volta che si accomodarono dentro. Oscena la moquette!! esclamò subito dopo con smorfia di disgusto. Il colore proprio non andava! Scelse poi il letto e si fiondò in bagno, un buco, ma tanto per lui l’importante è che fosse funzionante!
    Molto meglio! esclamò rivelandosi essere poi piuttosto pimpante e sveglio per andare a dormire. E poi sotto di lui si estendeva una delle città più belle al mondo!
    Ti va di andare a fare un giro?!. Entrambi i ragazzi proposero la stessa cosa nello stesso istante ed usando le stesse identiche parole. So che anche tu non sei molto amante delle regole aggiunse lei provocandolo un pochino Disse la ragazza rispettosa delle regole! ci scherzó su lui, rimettendosi la giacca che si era tolto per andare in bagno. Prese poi un paio di cose dalla valigia, le mise in tasca della giacca e fece cenno ad Annabeth di uscire dalla stanza.
    I due ragazzi sgattaiolarono così fuori dall’hotel e si ritrovarono immersi nelle vie della Grande Mela. Wow! si lasciò sfuggire Sirius stupendosi della meravigliosità della città. Due vie più avanti si ritrovarono davanti al Metropolitan Museum of Art, il museo che avrebbero dovuto visitare con gli altri studenti. Sirius rimase abbagliato dall’imponenza che quell’edificio mostrava, del resto era risaputo che fosse uno dei più grandi al mondo. Qui ci vedremo domani, ti va di proseguire per di là? fece indicando una via che poco dopo li condusse direttamente alla porte di Central Park. Ovviamente vista l’ora notturna il parco era chiuso Peccato... si lasciò scappare il ragazzo che fece cenno poi di proseguire. Giunsero così in una via buia, inizialmente non sembrava proprio essere così ma quando il scazzo se ne accorse era ormai troppo tardi. Cazzo, non siamo solo disse a bassa voce per farsi udire solo da Annabeth. Difatti un piccolo gruppetto di persone aveva appena iniziato a seguirli. Ma da dove erano sbucati se fino a poco prima non c’erano? Ma non era quello il problema, no. Era che li stavano seguendo, Felpato e Folgore erano divenuti il loro bersaglio. Il ragazzo strinse i pugni e mise una mano dentro la giacca, posto in cui stava la sua bacchetta. Gli occhi di quei tipi che brillavano così forte nel buio della notte, non lasciavano presagire nulla di buono. Si posizionò poi davanti ad Annabeth, in maniera da fargli da scudo. scappa! le disse a denti stretti. Entrambi non avrebbero potuto seminare quelle losche figure, ma Annabeth da sola si. E Sirius si sarebbe assicurato che ci riuscisse!
    Sirius Black
     
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    Entrambi eravamo rimasti meravigliati dalla maestosità di New York. Anche se non distolsi neanche per un secondo il mio sguardo, forse incantata da tutte quelle luci... osservai il riflesso dei suoi occhi grigi gia, meravigliosa... Erano le stesse parole, ma quelle di Sirius parevano avere una diversa profondità. Chissà cosa stava pensando?! "Enigma!" Risposi mentalmente a me stessa. Personalmente io non ci vedevo niente di male nelle camerate miste. Non eravamo mica bambini. D'accordo che perfino io, ero rimasta stupita leggendo l'assegnazione stanze... ma il motivo era diverso credetemi. Perché non ti vedo sorpresa? Lo guardai quasi divertita alzando un sopracciglio. Quanto era curioso... quanto me alla fine! Perché l'assegnazione stanze era spiegata nella lettera di accompagnamento, assieme al biglietto aereo risposi con semplicità senza alcun problema. Una volta dentro E così siamo nella stessa camera eh? Respirai piano cercando di dare un senso a quella sua frase. Che intendesse?! Macchè andavo a pensare... invece si poteva! Andiamo dovevo essere realista. Sirius era un bel ragazzo... eh a dirla tutta perfino io ci pensavo. Felpato era diverso da tutti gli altri... mamma mia quanti problemi inutili che mi facevo! Oscena la moquette!! In effetti aveva ragione, non piaceva neanche a me. Fortunatamente riuscì ad allontanare subito quei miei pensieri, mentre Sirius andò un momento al bagno. Mi levai la giacca, tirando velocemente fuori una mia felpa e indossandola comodamente. Diedi il cambio con il bagno, prima di proporre entrambi la stessa idea. Disse la ragazza rispettosa delle regole! Ridacchiai facendo spallucce. Non potevamo negarlo... eravamo spiriti liberi! Scendemmo agilmente la scala anticendio, senza creare alcun rumore. Restai affascinata dalla grande Mela, mi sentì così immensamente piccola in quel mondo così maestoso. Tradizionali taxi gialli sfrecciavano numerosi. Ero quasi imbambolata davanti al Metropolitan Museum of Art. Avevo sentito che era uno degli edifici più grandi... ma non mi aspettavo così grande?! Lo stupore mi si leggeva negli occhi. Qui ci vedremo domani, ti va di proseguire per di là? Annuì sorridendogli. Scoprimmo con grande dispiacere, che a causa dell'ora tarda il Central Park era già chiuso. Peccato... lo guardai concordo, ma vedrai che in questi giorni avremmo modo di visitarlo il mio tono era calmo. Risolsi per un attimo il mio sguardo a quei vialetti, così magici... come solo Central Park! Tornai a camminare mentre imboccammo una via alquanto insolita. Un brivido gelido mi avvolse. Stavo per proporre a Sirius di tornare indietro ma cazzo, non siamo soli era troppo tardi. Con la coda nell'occhio osservai il gruppo che continuava a seguirci. Pareva fossero comparsi così dal nulla. L'adrenalina iniziò ad avvolgere ogni mia cellula indomabile. Strinsi i denti, serrando decisa la mandibola. Erano si è no 4/5 non di più. Questa volta non mi sarei stata buona... buonina, anzi. Li osservai attentamente studiandoli con attenzione. Mortali non eran di certo, i loro occhi emettevano una luce alquanto demoniaca. Le loro mani invece erano una semplice illusione momentanea. Artigli affilati e di notevole lunghezza vennero sostituiti alle loro dita. Scappa! Assolutamente no! Pensai decisa mettendomi al suo fianco. Gli eroi esistevano solo nelle favole, la squadra da sempre era la più forte. Lo guardai decisa senza esitazione, mentre quelle ombre si avvicinavano lente. Il fulmine saettò intrepido nel mio sguardo blu intenso. Rallentai il respiro escogitando una strategia vincente. Io e Sirius eravamo speciali, e adesso non potevamo permetterci il lusso di non rivelare ciò che eravamo in realtà. Infilai una mano in tasca estraendo la mia penna speciale, facendo subito scattare. Essa si mostrò nella sua nella sua forma originale. Una spada forgiata da Achille in persona, la sua forza scorreva perfino in essa. Si illuminò del potere di mille dei. Girai appena in tempo il bracciale nel mio braccio sinistro, rivelando uno scudo indistruttibile. Che si aprì a mo di ventaglio. Quando una palla infuocata stava per raggiungere velocemente Sirius. Lo riparai agilmente con lo scudo eh dovrei lasciare a te tutto il divertimento! Lo guardai intensamente e combattiva possiamo farcela Sirius! Affermai decisa mentre il mio sguardo si illuminava. Lo liberai dallo scudo di notevoli dimensioni, soffermandomi subito sul gruppo. Scattai in avanti senza esitare un istante, preferivo attaccare per prima invece che attendere una mossa dall'avversario. Due ombre ringhiarono feroci alzando i loro artigli verso di me. Abbassai indietro la schiena schivandone uno, lacerando il braccio dell'altro. Quello urlò inferocito caricandomi. Lo colpì con un colpo di scudo allontandolo mentre parai velocemente gli artigli del secondo trattenendoli con forza. Cercai con lo sguardo Sirius... aspetta cosa aveva in mano?! Un bastoncino?! Ma certo... era un Mago! Era forse l'erede di Merlino?! Che forte!! Fallo fuori Sirius! Lo incitai con tono forte affinché la mia voce arrivasse alle sue orecchie. Con un colpo inaspettato persi la spada, riparandomi dal fuoco con lo scudo. Mi chinai a terra mentre quel calore mi scaldava sempre di più. Sapevo che non potevo resistere ancora per molto. Mi caricai come una bomba elettrica, mentre piccole saette mi abbracciavano. Il cielo sopra di noi si fece nuovolo, tuonando rumorosamente. Dovevo aspettare il momento giusto per liberarlo. Mi lanciai verso l'ombra evitando il fuoco, mentre lo gettavo a terra con un pugno ben assestato. Scaricando con forza il fulmine su di lui, passando attraverso di me. Dell'ombra solo polvere era rimasta meno uno bastardo! Esultai mentre il secondo venne accecato da quella luce così potente. Con un salto mortale all'indietro recuperai la mia spada. Mi avvicinai a Sirius con un respiro leggermente affannoso, mentre un rigolo di sangue mi scese dalla guancia. La ferita era piccola e superficiale ci serve una strategia dissi guardando il gruppo restante. Solo due ombre demoniache erano rimaste.
    Annabeth Morris


    Edited by woozy. - 27/1/2018, 18:51
     
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    Perché l'assegnazione stanze era spiegata nella lettera di accompagnamento, assieme al biglietto aereo spiegò divertita la ragazza dimostrandosi un po’ una secchiona, quella sapientona, quella che aveva letto tutto quanto...
    Una volta che i due studenti furono sgattaiolati fuori rimasero entrambi meravigliati da quella città che pian piano si stava mostrando a loro. Entrambi furono dispiaciuti per Central Park, ma d’altronde sarebbero potuti benissimo andare nei giorni a seguire, del resto quella era una meta obbligatoria da perfetto turista!
    Poi furono presi di mira da un gruppo di Demoni, riconosciuti presto dai due ragazzi, visto che quelle losche figure vennero subito fuori allo scoperto, mostrando i loro occhi demoniaci.
    Sirius intimò all’amica di scappare via, ma lei non ascoltò minimamente quelle parole e anzi si mise al suo fianco, pronta a combattere. Annabeth si voltò verso il ragazzo egli fu quasi convinto di vedere nei suoi occhi una saetta che le illuminò il volto. Ok, non era una comune essere umana neppure lei. Magari quei Demoni cercavano proprio lei. Magari era una Licantropa, anche se quella saetta non spiegava la cosa...e poi Folgore, il fulmine nella foresta di quella notte...Si, Annabeth nascondeva un segreto pure lei!
    Ok. Fa attenzione fece il ragazzo ben consapevole che Annabeth non si sarebbe mai tirata indietro. Ma e poi mai. Quella era la loro battaglia e lei non si sarebbe mai tirata indietro!
    Sirius strinse la bacchetta e la puntò contro uno dei Demoni. Era pronto a scagliargli un’incantesimo ma in quel frangente non gli venne in mente niente. Niente di niente. Del resto non era mai stato attaccato da delle Creature prima o poi. Le aveva viste solo nei libri, e se dal vivo, lo avevano sempre lasciato stare. Non fu pronto quindi, ma per sua fortuna Annabeth si. Con un suo (chissà quale) potere, qualcosa davanti a se divenne uno scudo, riparandolo dalla palla infuocata.
    eh dovrei lasciare a te tutto il divertimento! possiamo farcela Sirius! esclamò convintissima, al contrario del ragazzo. Che Annabeth fosse solita a trovarsi in situazioni del genere? Chi era costei? Lei parti subito all’attacco, Felpato non poteva fare diversamente per cui stringendo la bacchetta si fece coraggio e soprattutto cercò di ricordare gli incantesimi da usare contro i Demoni, fortuna che nonostante Sirius fosse un ragazzo svogliato, alla fine era piuttosto intelligente. Fallo fuori Sirius! lo incitò Folgore che era già nel mezzo della lotta. Dalla bacchetta del ragazzo uscì una scarica potentissima che si fiondò verso un Demone, bruciandolo all’istante. Sotto allo stupore dei rimanenti, ma soprattutto di Sirius che non si sarebbe mai aspettato una potenza del genere, il ragazzo deglutì potentemente cacciando poi un potente urlo di battaglia, talmente forte, talmente potente da arrivare perfino nei sogni di un ragazzo che si trovava a Vancouver. Jensen Dean Winchester, questo il suo nome, stava sognando del solito cane nero, lo stava inseguendo questa volta e l’animale l’aveva portato in un vicolo di New York. Poi lì c’era un ragazzo con una bacchetta in mano che combatteva con dei Demoni. Selvaggiamente e potentemente. Si sveglio.
    ci serve una strategia fece Annabeth dopo averne ucciso uno anche lei, ma Sirius non la badò minimamente e con la bacchetta in mano la puntò ferocemente verso i Demoni rimasti e li colpì uno ad uno, mortalmente.
    Lo scontro terminò così rapidamente che il ragazzo non si rese neanche conto di quello che aveva fatto, tanta l’adrenalina era forte in lui. Non aveva mai combattuto contro qualcuno, figuriamoci ucciso. Aveva il fiatone. Si voltò verso Annabeth. Cosa avrebbe detto? Ok che pure lei non c’era andata giù leggera...

    Dall’altra parte dell’America Jensen si era svegliato tutto trafelato. Chi era quel ragazzo che aveva sognato?
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