Boulevard of Broken Dreams

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    L’incontro con quella ragazza era stata una ventata di vento fresco, di una brezza che Alluka non aveva mai provato prima. Denise, questo era il nome della ragazza in questione, era entrata e uscita dalla sua vita in una maniera così velocemente che il ragazzo sperava vivamente ripotesse succedere. Denise era come lui, “speciale”, e per questo motivo sapeva che prima o poi sarebbe ritornata da lui. Ovviamente se ella lo avesse voluto. Era stato facile per lei entrare nella sua umile dimora, questa stanza enorme ricca di giocattoli e peluche, ma prima di amore e sentimento. E soprattutto, priva di vita.
    Killua, il fratello a cui voleva veramente bene, era venuto da lui poco dopo la sparizione di quella ragazza e lì per lì Alluka non sapeva se raccontargli o meno quello che gli era capitato; ma in un primo momento preferì tacergli e fare finta di nulla. Magari glielo avrebbe detto alla prossima occasione...
    Il mattino successivo si svegliò bello carico, felice anche, e aspettò che un membro della sua famiglia gli facesse visita, sperando che lo facesse da solo e senza quindi portare un’altra delle loro cavie. Così, poco prima dell’ora di pranzo venne Illuka, il maggiore. Alluka gli chiese se poteva uscire ed egli lo accontentò. Passò quindi alcune ore in giardino accompagnato da due guardie del corpo che cercavano in tutti i modi di mantenere delle distanze, giusto per non intrattenere delle conversazioni con quel ragazzo, in maniera da evitare ogni tipo di sua richiesta. Perché? Perché Alluka era appunto “speciale”, ma non era speciale in maniera positiva, no; lo era in modo negativo. Aveva un potere spaventoso dentro di sè, un potere complesso che gli permetteva di esaudire qualsiasi desiderio di una persona. Fin qui non c’era nulla di spaventoso, il problema però sarebbe arrivato subito dopo. Egli faceva tre richieste, prima di attivare questo suo potere, e se una persona riusciva a soddisfarle Alluka avrebbe fatto comparire un'entità di nome Nanika, che altro non era che un'entità demoniaca. Sarebbe stata Nanika ad esaudire il desiderio della persona ma essendo un Demone il prezzo da pagare sarebbe stato elevato. E se i desideri/capricci di Alluka non fossero stati esauditi, Nanika non solo non avrebbe esaudito il desiderio, ma avrebbe ammazzato il malcapitato e un numero di persone a lui care.
    Era un potere che nessun Zaoldyeck riusciva a controllare. Per questo motivo ne erano in qualche modo spaventati.
    Alluka giocò in giardino, una delle due guardie dovette farsi avanti e non successe nulla di negativo, in quanto le richieste del ragazzo furono abbastanza facili. La guardia quindi si vide comparire Nanika e il desiderio che chiese fu quello di avere un maglioncino color caffellatte. L’uomo conosceva bene il potere di Nanika e sapeva che più il desiderio era grande e più ci sarebbero state conseguenze. Con un semplice maglioncino non c’era nulla da temere. Alluka pranzò poi con loro ed infine tornò nella sua stanza dove si mise a giocare con due peluche, fino a che non si addormentò...

    ...Era un sogno che assomigliava molto ai suoi soliti sogni, eppure Alluka poteva sentire una sensazione diversa, più piacevole; come se di lì a poco qualcosa di sorprendentemente bello sarebbe successo...
    Intanto egli stava camminando -come sempre- su questa strada solitaria, l’unica strada che conosceva; non sapeva dove portava, c’era solo lui che camminava da solo. In questa deserta strada...Dove solo lui e la sua ombra camminavano...Il suo cuore è l'unica cosa che stava facendo rumore, pulsando mentre cresceva sempre più il desidero che qualcuno là fuori lo trovasse...
    ...Poi in lontananza una sagoma, un po’ scura forse, ma che gli dava una sensazione di benessere e tranquillità; una sensazione similare a quella provata grazie a Denise. Per questo motivo Alluka smise di camminare e corse, corse velocemente verso quella figura che pian piano assumeva le fattezze di una ragazza dai capelli corvini e lucenti, fino ad arrestare i suoi passi proprio lì davanti a lei Ciao. E tu chi sei?! le chiese affabile con un leggero sorriso sul volto, mentre il suo cuore palpitava ad un ritmo felice.
    Alluka
     
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    Quasi senza che me ne accorgessi era già volata un'altra giornata. Certo, dovevo ammettere che in molte cose la mia quotidianità era un po' ripetitiva, ma se l'alternativa era venir letteralmente mangiata da un demone - che oltretutto era tua madre - allora riuscivi davvero ad apprezzare ogni minuto ed ogni singola cosa nella tua vita a prescindere dalla sua frequenza o dalla mancanza di novità. Ma in fondo non mi dispiaceva il mio modo di vivere, anche se sapevo di non aver fatto le stesse esperienze che una ragazza di diciotto anni avrebbe dovuto aver già fatto... Non avevo amici al di fuori di Miss Claire, che comunque era più come un membro della famiglia, non avevo neanche mai avuto una cotta per un ragazzo, cosa comprensibile ad ogni modo poichè non mi era mai capitato di conoscerne uno. Non mi pesava occuparmi della casa mentre mio padre era a lavoro, anzi, avevo sviluppato un certo talento per la cucina e ovviamente adoravo il mio lavoro al negozio di fiori quasi quanto mi piaceva aiutare Miss Claire con le sue pozioni. Le cose che una strega era in grado di fare erano a dir poco affascinanti e a volte arrivavo quasi ad invidiarla.
    Ad essere onesti anch'io avevo dei poteri in quanto metà demone, ma ero sempre stata troppo spaventata dall'idea di poter diventare cattiva se li avessi usati troppo e per questo non ero ancora in grado di controllarli. In compenso, però, potevo avvertire quando si sarebbero manifestati, un po' come si riesce a capire quando pioverà, un sesto senso mi metteva all'erta ma purtroppo non lo potevo gestire. E proprio poco prima di coricarmi, dopo aver controllato la mia piccola giungla personale, che occupava quasi metà della mia stanza, avevo percepito qualcosa... Come uno spostamento d'aria, una piccola scossa sotto la pelle. Inizialmente ero sempre turbata, esitante verso l'andare a dormire consapevole che avrei finito con il visitare i sogni di qualcuno, specialmente quando ricordavo gli incubi nei quali ero incappata e che non ero stata in grado di mandare via, ma sapevo anche che era inutile provare a restare sveglia. Mi ero stretta al cuscino, coperta quasi interamente dalle coperte come fossero uno scudo ed avevo chiuso gli occhi lasciando che lo scricchiolio del pavimento in legno ed i suoni esterni della notte mi cullassero.

    Sembrava passato solo un secondo e, come avevo previsto, mi ero ritrovata in piedi in un luogo che non conoscevo e che onestamente non desideravo conoscere... Sembrava la definizione della desolazione, attraversata da una strada che non sembrava finire e che non si capiva dove potesse portare. Abbassando lo sguardo avevo visto di non essere più in pigiama, bensì indossavo un semplice abitino bianco senza maniche, che arrivava appena alle ginocchia. Stavo iniziando ad avere paura e non sapevo a chi rivolgermi. Chi poteva fare un sogno del genere? Volevo quasi urlare, quando praticamente dal nulla era giunto un ragazzo - Ciao - avevo risposto al suo saluto timidamente ed osservandolo incuriosita dal suo aspetto per me a dir poco inusuale, ma allo stesso tempo intrigante: aveva capelli scuri e lunghi quasi quanto i miei ed i suoi lineamenti erano dolci, delicati, per niente simili a quelli di mio padre o di altri uomini che passavano ogni tanto dal negozio. - Mi chiamo Sun e sono... A dire il vero è un po' complicato - aggiunsi giocando con le mani nervosamente. Nel mondo dei sogni non poteva capitarmi niente e solitamente nessuno ricordava la mia presenza nel loro subconscio, ma non si era mai troppo sicuri, anche se il ragazzo non appariva affatto turbato nel vedere una sconosciuta nel suo sogno, anzi, sembrava lieto di vedermi.

    Sun-Hi Park
     
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    La ragazza indossava un vestitino senza maniche di color bianco, che dava ancora più lucentezza ai suoi capelli corvini; sembrava spaventata o per meglio dire, spaesata. Per questo forse Alluka la salutó subito cordiale saluto che ella ricambiò timidamente, dando così un colorito al suo pallido volto.
    Entrambi si stavano guardando con elevata curiosità mista ad un lieve imbarazzo. Mi chiamo Sun e sono... A dire il vero è un po' complicato fece ella rispondendo alla sua domanda è a quanto pareva lasciando in sospeso la frase. Alluka appena ella terminò di parlare esclamò sorridente ”Sun” come “Sole”!!, trovando il nome davvero molto grazioso. Io sono Alluka! Alluka come Alluka!! esclamò porgendole la mano; anche se aveva avuto pochi contatti con il mondo esterno, certe cose le sapeva fare...(Il suo nome -Alluka- non significava nulla.)
    Il ragazzo le sorrise affabile, poi si fece serio improvvisamente Siamo dentro al mio sogno, vero? domandò annuendo con la testa ...riconosco questa strada, la sogno spesso..., per non dire sempre. Ma questa volta appunto c’era un’anomalia, c’era Sun. Che fosse tutta opera della sua famiglia? Che facesse parte di un’altro piano per capire ancora più approfonditamente Nanika? Cioè se anche nei sogni ella poteva manifestarsi? Quindi lui avrebbe dovuto fare delle richieste ora, ma se tali richieste non sarebbero venute esaudite Sun sarebbe morta; e Alluka non lo poteva proprio permettere. Ma se poi moriva in sogno, era un sogno no?! Quindi si sarebbe potuta risvegliare e...beh, quindi in realtà era ancora viva...! O no!? Forse era proprio quello che gli Zaoldyeck volevano sapere ma Alluka non glielo avrebbero permesso, perché quella ragazza così carina era semplicemente una persona innocente; e questa volta avrebbe combattuto. Si guardò frettolosamente intorno ala ricerca di un membro della famiglia, ma la strada era completamente deserta (ad eccezione di lui e Sun). Forse era semplicemente un sogno e come tale, essendo suo, se lo sarebbe potuto gestire. Magari con le sue richieste non avrebbe attivato Nanika...Ma chi poteva dirlo? Di sicuro Alluka non ci avrebbe provato. Di sicuro non le avrebbe chiesto niente.....e che ci fai qui?.... Sapeva che non avrebbe dovuto parlare con lei (perché da domandine semplici era un’attimo arrivare a delle richieste), ma la tentazione di parlare con qualcuno era troppo forte...
    Alluka sorrideva, sorrideva con un sorriso timido ma per niente imbarazzato. Quella ragazza poi, era solo frutto della sua immaginazione che l’aveva ricreata in sogno, oppure esisteva davvero anche nella vita reale...?
    Alluka
     
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    La prima volta che i miei poteri si erano manifestati ero ancora una bambina, solo sei anni, mi ero ritrovata in una barca in mezzo ad uno specchio d'acqua brillante e più azzurro del cielo stesso in compagnia di un vecchio signore che pescava fischiettando una canzoncina allegra. Era stato così piacevole e rilassante che il mattino seguente mi ero alzata con il sorriso sulle labbra e quella canzoncina ancora in testa. Quando mio padre chiese dove l'avessi sentita ero certa avrebbe chiamato la polizia nel sentire che la sua piccolina l'aveva imparata da un uomo che l'aveva portata a pescare nel cuore della notte... Per fortuna dopo lo shock e lo spavento iniziale, si era ricordato del mio non essere completamente umana e che evidentemente il mio lato demoniaco si era annoiato a restare dormiente. Da quel momento continuava a capitare che certe notti finissi in qualche sogno, in compagnia di perfetti sconosciuti e nei posti più impensabili. Un po' come questa volta, sperduta nel mezzo di una strada circondata dall'oscurità insieme ad un ragazzo che non avevo mai visto prima e che per quanto ne sapevo poteva vivere dalla parte opposta del globo. - Esatto, anche se nella mia lingua madre ha un altro significato... Ma preferisco questo - avevo ammesso, stendendo le labbra in un sorriso genuino, felice, quasi come se mi avesse appena fatto un complimento. Ricordavo ancora con piacere la prima volta che mi avevano chiamata semplicemente Sun o persino Sunny. Ovviamente era stata Miss Claire, l'unica persona che conoscevo a parte mio padre; mi aveva guardata e con una risata fragorosa aveva esclamato: "Oh, si! Proprio un piccolo raggio di Sole". Mi era piaciuto così tanto che ormai neanche mi presentavo più come Sun-Hi. - Anche tu hai un bel nome - avevo detto con sincerità, provando a pronunciarlo nella mia testa. Sembrava orientale proprio come il mio, anche se il ragazzo non aveva tratti notoriamente asiatici. - Piacere di conoscerti - avevo aggiunto, stringendogli la mano timidamente e accennando ad un sorriso che però era segnato da una leggera malinconia, perchè sapevo che non avrei mai più rivisto Alluka, proprio come non avevo più rivisto nessuna altra persona che avevo visitato in sogno. Mi ci ero abituata, o meglio rassegnata, ma non per questo mi dispiaceva meno ogni volta che succedeva. Ciò che non accadeva mai, invece, era che le persone fossero coscienti del non essere sveglie.
    Mi ero limitata ad annuire, ancora un po' sorpresa, prima di sapere che quello che per lui era un sogno ricorrente - Mi dispiace... Temo di non poterlo cambiare, ma almeno posso farti compagnia - non ero certa che i miei poteri mi permettessero di modificare i sogni delle persone e onestamente non desideravo saperlo. Giocare con la psiche ed il subconscio degli altri poteva rivelarsi estremamente pericoloso, speravo che nessuno possedesse una tale capacità. Anche se dovevo ammettere che in quel momento mi sarebbe piaciuto far entrare un po' di luce, colore e serenità nel sogno di Alluka. - Non lo so, non ho mai saputo davvero perchè sono come sono o perchè posso entrare nei sogni della gente - avevo abbassato lo sguardo, mordendomi appena le labbra, perchè ero consapevole di non aver detto proprio tutta la verità, ma come potevo dirgli che ero per metà un demone? Ancor prima di imparare a leggere e scrivere avevo imparato che cose come i demoni erano un segreto e le persone non reagivano bene nello scoprire della loro esistenza. Avrei certamente finito con lo spaventarlo, spingendolo addirittura a creare un incubo ed era davvero l'ultima cosa che volevo. - Pensi che questa strada abbia una fine? Ci sei mai arrivato? - avevo chiesto cautamente, voltandomi appena per osservare quel percorso che si estendeva ben oltre dove i miei occhi riuscivano a vedere. Potevo sentire il cuore stringersi, dispiaciuto nel realizzare che questo era quello che il ragazzo viveva probabilmente quasi ogni notte e potevo solo sperare che dopo la mia visita qualcosa sarebbe cambiato.

    Sun-Hi Park
     
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    La prima volta invece che si manifestò Nanika -ovvero il “potere” di Alluka-, il ragazzino proprio non se lo ricordava, dal momento che ella probabilmente era nata con lui. L’entità malvagia infatti era apparsa quando il bambino aveva si è no quattro anni, e insomma, da poco aveva imparato a parlare, che quindi finalmente il “Demone” era potuto sbucare fuori. Nonostante non fosse proprio una cosa normale e positiva, Alluka aveva rimosso quella prima volta. In compenso si ricordava perfettamente tutte le altre, da che la sua mente potesse avere memoria.
    Esatto, anche se nella mia lingua madre ha un altro significato... Ma preferisco questo ella parlò a proposito del suo nome. Lingua madre. Che voleva dire? Il ragazzo aggrottò lo sguardo Lingua madre? Non è ... l’inglese... chiese perplesso, del resto lui del mondo esterno conosceva davvero poco, per non dire niente. Non poteva quindi di certo sapere che c’erano diversi paesi e che ognuno di essi aveva una propria lingua. ...e cosa vuole dire?! chiese subito dopo con un piccolo sorriso curioso. Anche tu hai un bel nome ammise poi ella riscontrando che entrambi parevano avere un nome orientale. Alluka si soffermò a pensare ai nomi della sua famiglia e beh, suonavano tutti così “strani”, qualsiasi cosa potesse dire (perché non è che conoscesse poi molto altri nomi!!). Piacere di conoscerti fece ella stringendogli la mano con un velo di malinconia; perché era triste? Perché sei triste? disse voce al suo pensiero, cercando di sorridere in maniera da farle vedere che bisognava essere felici e scacciare via la tristezza!
    Mi dispiace... Temo di non poterlo cambiare, ma almeno posso farti compagnia aveva aggiunto poi è già di per se quello era già stato un cambiamento, un bellissimo cambiamento, poi. La sua presenza era probabilmente la cosa più positiva che gli fosse mai capitato, anche più di Denise forse; ovviamente Killua non si poteva paragonare, però Sun essendo una novità era sicuramente una cosa ancor più positiva! E ora che stava ripensando a Denise...non l’aveva più rivista, che forse sarebbe toccata la stessa sorte con Sun!? Beh, a parte che Sun era un personaggio dei suoi sogni, quindi non era neanche detto che esistesse davvero...! E ciò non sarebbe stato affatto una cosa positiva. Non lo so, non ho mai saputo davvero perchè sono come sono o perchè posso entrare nei sogni della gente da come però ella parlava sembrava davvero essere una persona in carne ed ossa, e ciò non poteva che rendere felice il ragazzo. Sun Hi non aveva raccontato proprio tutta la verità, ma più che altro aveva preferito omettere una cosa abbastanza importante, ma che evidentemente non riteneva così essenziale da dirla al ragazzo.
    Pensi che questa strada abbia una fine? Ci sei mai arrivato? chiese lei voltandosi a vedere fin Dove essa si potesse spingere. Domande lecite peccato però che ad esse ne seguiva sicuramente un’altra, che aveva anche il motivo di essere una richiesta: la prima per Sun Hi. Ovviamente quando Alluka si apprestò a rispondere, e a parlare, non ci aveva assolutamente fatto caso, al fatto che appunto, aveva dato il via al suo “gioco”; Non lo so, mi sono sempre stancato prima...Senti Sun, ti va di venire con me!? le chiese quindi, richiesta fortunatamente semplicissima a cui probabilmente ella avrebbe risposto affermativamente. Ma le prossime richieste, come sarebbero state?
    Alluka intanto aveva proteso verso di lei una mano, per “spingerla” nella direzione da prendere.
    Alluka
     
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    Dopo anni e anni di esperienze come questa, di sogni altrui che avevo involontariamente invaso, si poteva pensare che qualche volta le cose si ripetessero, che magari due persone potevano sognare cose molto simili se non addirittura identiche, invece se anche in molti potevano fare sogni con la stessa tematica, nessuno era mai neanche lontanamente uguale all'altro. Come ad esempio il sogni di Alluka... Non mi era mai capitato di trovarmi in un posto come quello, così privo di dettagli, quasi completamente vuoto. Mi rattristava ed ero certa che anche il ragazzo non doveva esserne entusiasta e per questo avrei voluto consolarlo in qualche modo, rassicurarlo con un abbraccio - cosa che su di me funzionava sempre - ma sia mio padre che Miss Claire mi avevano spiegato più volte che, seppur a fin di bene, non era bello avvicinarsi troppo a qualcuno senza il suo permesso. - Aniyo, sono nata in Corea del Sud - avevo risposto sorridente, accennando appena alla mia lingua, che purtroppo non mi capitava molto spesso di utilizzare se non con mio padre. A quanto pareva le lingue asiatiche sono particolarmente difficili e non sono molte le persone disposte ad impararle. - Significa "bontà e felicità", cose che ci si augura sempre di avere e di ricevere - per questo mi era stato dato come nome, così che potesse essere di buon auspicio per la mia vita. Non sapevo se mia madre lo avesse scelto o se anche solo le piaceva... Anche se in fondo potevo immaginare la risposta a quel mio quesito. Dopotutto era per via della sua mancanza di istinto materno, per così dire, che avevo dovuto lasciare casa mia e trasferirmi dall'altra parte del globo. Fortunatamente non ero rimasta a rimuginare troppo a lungo sulla madre che non avevo mai avuto, poichè Alluka sembrava essersi accorto del mio malessere. Non c'era da stupirsi, mi era sempre stato detto che ero incapace di nascondere ciò che provavo. - So che quando ci sveglieremo non ci saranno altri sogni da condividere... Tu molto probabilmente non ti ricorderai di me ed io invece avrò un'altra persona che non saprò dimenticare - forse era una sorta di incantesimo o maledizione, come quelle che erano nei libri di favole che leggevo da bambina. Ero costretta ad isolarmi, nascondermi, per poi sfuggire al cattivo della storia e solo nei sogni mi era concesso di non essere più sola, anche se solo temporaneamente. Mio padre mi diceva sempre che esistevano destini peggiori del mio ed esistenze più tristi e faticose, ma a volte faticavo a crederci e per questo spesso mi sentivo in colpa.
    Per il momento tuttavia, ero grata di avere Alluka vicino, tanto che non avevo esitato a sorridergli apertamente nel rispondere alla sua domanda - Certo, sarei felice di accompagnarti - e con lieve imbarazzo avevo posato la mia mano sulla sua, lasciando che fosse lui a guidarci, poichè in fondo era lui il creatore di quel sogno e se c'era una lezione che sapevo bene, era che qualsiasi cosa fosse potuta accadere, sarebbe sempre stata più facile da affrontare con qualcuno al proprio fianco. Speravo solo di poter aiutare realmente Alluka nel poco tempo a mia disposizione.
    Sun-Hi Park
     
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    Aniyo, sono nata in Corea del Sud fece la ragazza lasciando perplesso il giovane che evidentemente non sapeva proprio nulla del mondo esterno; e iniziava a pensare che sarebbe stato bello poter almeno conoscere cosa ci fosse là fuori, se proprio non ci poteva andare..., almeno conoscere il mondo esterno...Che poi stando agli ultimi avvenimenti con Killua, sembrava che il fratello potesse prendere sempre più piede nella decisione di far vivere Alluka quasi come una persona “normale”. Bastava stare attenti e bastava non interagire con gli altri. Killua si sarebbe preso anche tutta la responsabilità, pur di aiutare l’amato fratellino!
    L’accento di Sun fu così strano, probabilmente era il modo di parlare che avevano da quelle parti...e chissà quanto lontane era questa Corea del Sud...
    Significa "bontà e felicità", cose che ci si augura sempre di avere e di ricevere spiegó in seguito il significato del suo nome che lo Zaoldyeck trovò meraviglioso.
    So che quando ci sveglieremo non ci saranno altri sogni da condividere... Tu molto probabilmente non ti ricorderai di me ed io invece avrò un'altra persona che non saprò dimenticare fece ella spiegandole questa sua atipica capacità, che a quanto pareva le permetteva di entrare nei sogni altrui; e quindi anche ella aveva un qualche tipo di potere, tuttavia pareva mille volte migliore del suo, o per lo meno non rischiava di ammazzare un’infinità di persone, come il suo potere.
    Alluka guardava la ragazza con grande curiosità m, ma anche con una sorta di dispiacere, in quanto ella aveva assunto un’aria affranta, facendogli capire che non era affatto facile avere quel suo potere...Ma poi giorno dopo giorno, settimana dopo settimana...ti dimenticherai di me... fece con un tono allegro il ragazzo, giusto per farle capire che tanto poi si sarebbe dimenticata degli incontri fatti giusto il tempo di qualche settimana, e quindi non doveva essere triste, perché le sarebbe appunto passato presto.
    Certo, sarei felice di accompagnarti infine la ragazza si dimostrò felice nel seguire Alluka nel suo percorso e beh, prima richiesta andata a buon fine. Meno male...Alluka si sentì subito sollevato ed intanto i due avevano preso a camminare per la strada dritta davanti a loro, mentre Sun poggiò la sua mano in quella ossuta del ragazzo (che era veramente molto magro) facendolo arrossire lievemente. Di solito quel tipo di contatto ce lo aveva solo con il fratello Killua, gli fece strano dunque aver creato quel tipo di rapporto con un’altra persona. Era tuttavia una sensazione piacevole; che quella ragazza lo rendesse così tranquillo e appagato...? E perché...?...
    La strada che si apriva davanti a loro era tutta dritta, buia, spoglia, ogni tanto però era intervallata da dei piccoli lampioni che ne illuminavano il grigio asfalto, cosa nuova per Alluka. Che fosse opera di della presenza di Sun?
    Sono felice tu sia qui con me! esclamò felice il giovane agitando avanti e indietro gioiosamente il braccio con cui poi stringeva la mano della ragazza.
    All’improvviso nel ciglio della strada comparve un bellissimo albero, ma soprattutto un rigoglioso albero di albicocche. Me ne prendi una? chiese quindi Alluka indicando verso i frutti arancioni. Non ne aveva mai visto uno, ma sapeva che si poteva mangiare, almeno era quello che gli era subito sembrato. E con questa domanda diede il via alla terza richiesta, semplice per fortuna...Ma dietro l’angolo sarebbe ben presto arrivata una richiesta a cui ella probabilmente avrebbe dovuto negare...Al momento tuttavia, pareva andare tutto per il meglio...
    Alluka
     
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    Dall'espressione di Alluka non sembrava che fosse poi così palese che potevo non essere originaria del Canada, o anche di qualsiasi altro luogo del mondo, proprio come il ragazzo non sembrava molto familiare con la Corea o probabilmente con la geografia in generale, stando alla sua genuina confusione, ma non era davvero così strano come poteva sembrare... Dopotutto anch'io, quando ero ancora bambina, non riuscivo a capacitarmi di come non fosse più tanto semplice trovare del buon kimchi nei negozi o che le bacchette non venivano utilizzate praticamente mai per mangiare se non all'interno di alcuni ristoranti etnici o ancora che persone con tratti somatici caratteristici di un determinato posto non per forza dovevano esservi legati se non per qualche discendenza di famiglia, cosa che Miss Claire tempo fa mi aveva spiegato essere un esempio di multiculturalismo e che io ancora oggi trovavo infinitamente affascinante. Di tutt'altro parere ero, invece, riguardo il mio bizzarro destino di solitudine al di fuori dei sogni che mi capitava di invadere, come quello di Alluka, che sembrava voler tentare di sollevare il mio umore o almeno di distrarmi dai miei brutti pensieri assicurandomi che era solo una questione di tempo prima che mi sarei dimenticata di lui ed era proprio quello il problema forse; anche se faceva male ricordare tutte quelle persone che non avrei mai più visto, mi avrebbe ferita ancora di più non avere neanche quei piccoli ricordi e restare ancora più sola ed isolata dal resto del mondo. Mi ero limitata a rispondere a quel suo sorriso così aperto e contagioso sorridendogli a mia volta e annuendo rapidamente con la testa, avvertendo alcune ciocche di capelli solleticarmi il viso mosse da quel movimento - Forse hai ragione, ma non è importate adesso... In fondo siamo nel tuo sogno, non c'è motivo di disturbarlo ancor più di quanto io non abbia già fatto con la mia presenza iniziando anche a parlare di cose poco felici - avevo detto, stringendo le spalle e spostando appena lo sguardo verso il basso, tentando di deviare il discorso o almeno di rimandarlo a quando sarei tornata nella mia stanza dopo essermi svegliata.
    Perciò ero tornata a concentrarmi sull'ambiente intorno a me e sulla strada che stavo per percorrere insieme al ragazzo che, beh, in un certo senso l'aveva generata... Anche per questo non avevo esitato neanche per un attimo prima di seguirlo, perchè se lui non mostrava segni di timore allora non avevo motivo di farlo io, così avevo posato la mia mano sulla sua come mi era stato insegnato da piccola, per fare in modo di non perderci mai di vista, anche se tecnicamente mi era stato insegnato anche a non parlare mai con gli estranei e quella regola la infrangevo quasi ogni notte. - Questa è la prima volta che me lo dicono - avevo risposto con un misto di entusiasmo e leggero imbarazzo, che mi stava facendo sorridere come un bambino di fronte ai regali la notte di Natale e arrossire quasi istintivamente poichè non credevo che avrei mai sentito una frase come quella rivolta a me e che tanto meno sarebbe arrivata da un ragazzo... Ovviamente non avrei dovuto leggervi chissà cosa nelle sue parole, in fondo poteva semplicemente sentirsi solo come me e la compagnia di chiunque era ben accetta, ma non potevo nascondere quanto mi avesse fatto piacere.
    Nel frattempo quella strada sembrava continuare a non condurre da nessuna parte, quando dal nulla era apparso un albero pieno di albicocche che Alluka mi aveva quasi immediatamente chiesto di raccogliere. La richiesta era un po' strana. ma potevo ammettere che quei frutti sembravano davvero invitanti anche se tecnicamente non esistevano - Ok... Magari proverò a prenderne una anche per me - avevo accettato, scrollando appena le spalle e lasciando la sua mano per avvicinarmi all'albero e cercare di individuare il ramo meno alto e meno difficile da raggiungere. Sembrava più facile a dirsi che a farsi in tutta onestà, ma poggiandomi al tronco e tirandomi su fino a stare sulle punte dei piedi dopo un paio di tentativi ero riuscita ad afferrare un'albicocca che avevo subito mostrato ad Alluka con aria vittoriosa - Presa! - avevo esclamato felice, porgendogli il frutto orgogliosa di me per poi tornare indietro per ottenerne un altro - Chissà se ha davvero il sapore di un'albicocca - mi ero chiesta osservandola curiosa. Mi era già capitato di mangiare o bere dentro ad un sogno, ma le cose sembravano assumere sempre gusti diversi in base alle preferenze o all'umore della persona che stava sognando.
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    Sun sorrise ancora una volta e Alluka trovava quei suoi sorrisi come una cosa talmente genuina che non poteva che fargli vibrare il cuore, qualsiasi cosa esso voleva dire; ma si sentiva così egli ed era una sensazione troppo piacevole.
    Questa è la prima volta che me lo dicono commentò la giovane con un lieve imbarazzo dopo che lo sconosciuto le aveva detto che era felice che al suo fianco ci fosse lei. Anche se probabilmente si sarebbe trovato felice anche in compagnia di qualcun’altra persona, e non era per merito di Sun quindi questa sua ilarità. Abituato a rimanere da solo, forse anche la presenza di un cane, ad esempio, lo avrebbe giovato! Ma alla fine che importava se erano entrambi felici!? E vedere quel volto così sereno in quella ragazza, nuovamente gli aveva fatto vibrare il cuore. Ma cos era quella sensazione che nemmeno con il fratello Killua aveva mai provato? Con lui aveva passato pomeriggi stupendi, ricchi di divertimento e “amore”, ma mai il suo cuore era stato così “eccitato”. Era forse perché la ragazza era una novità?
    Poi comparve l’albero di albicocche e con esso la seconda richiesta dello Zaoldyeck, richiesta subito esaudita Ok... Magari proverò a prenderne una anche per me fece quindi ella avvicinandosi all’albero pronta a prendere un’albicocca a testa. Presa! fece tutta orgogliosa e in quel momento qualcosa dentro Alluka si fece sentire. Ma non era una cosa positiva come quello che aveva provato fino ad ora, no, c’era qualcosa di maligno in quello che si stava muovendo dentro di lui. Era Nanika, il Demone che dimorava lì dentro. Un’altra richiesta ed ella sarebbe venuta allo scoperto sopraffando Alluka. Ovviamente il Demone sperava che la successiva richiesta non venisse accettata, così da fare un po’ di stragi.
    Chissà se ha davvero il sapore di un'albicocca intanto stava dicendo la coreana ma Alluka mentre assaggiava anch’egli il frutto, aveva perso concentrazione e la sua mente si stava quasi annebbiando, per lasciare posto all’ultima sua richiesta, quella che avrebbe potuto portare un successo ad un desiderio di Sun Hi, oppure alla sua (e non solo sua) morte...
    Intanto l’albero era sparito e davanti a loro si era aperto uno sprazzo con una casetta e un recinto di pecore. Che bello guarda Sun!!! fece gioioso il ragazzo che mai in vita sua aveva visto delle pecore dal vivo (si beh, neppure in sogno!). Erano bellissime e tutto intorno sembrava regnare armonia ma che ben presto fu stroncata sul nascere; ecco che poco distante infatti un grosso lupo aveva adocchiato il gregge e lo stava chiaramente puntando. Alluka spaventato fece un salto indietro e preoccupato per le pecore urlò a Sun di fermare la feroce bestia e salvare le pecorelle. Ma la ragazza era terrorizzata quanto lui ed era chiaro che a questa sua richiesta sarebbe seguito una risposta negativa...Nanika era lì pronta ad uscire...
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    Un'altra cosa piuttosto particolare dei sogni che finivo per invadere contro il mio volere era la loro durata. Lo scorrere del tempo in un sogno non era neanche lontanamente simile a quello della vita reale; a volte il proprio subconscio poteva arrivare a farci vivere scenari di giorni interi, che poi erano i miei preferiti, mentre a volte sembrava di chiudere gli occhi e riaprirli un attimo dopo senza neanche esserci accorti di aver effettivamente dormito. Per esperienza, quei casi erano quasi sempre colpa mia... Poteva captare che le persone fossero così turbate o prese di sorpresa dall'avere un volto completamente sconosciuto ad abitare i propri sogni, senza poterlo neanche controllare, che lo shock finiva con lo svegliarle bruscamente.
    Fortunatamente quest'ultimo non sembrava essere il caso di Alluka e nonostante il suo sogno continuava ad essere dominato quasi unicamente da quell'enorme strada dalla destinazione sconosciuta, lo trovavo piacevole... E sorprendentemente lo era anche il sapore delle albicocche! Dubitavo fortemente che il mio corpo stesse effettivamente assimilando qualcosa mentre mordevo quei frutti, ma speravo comunque che almeno il loro gusto sarebbe rimasto anche solo per pochi attimi dopo essermi svegliata. - Che bello guarda Sun!!! - la mia attenzione era immediatamente tornata su Alluka, voltandomi verso di lui con fare curioso nel sentire il suo tono di voce così entusiasta e accodandomi con la stessa emozione nel vedere lo scenario che si era creato di fronte ai nostri occhi. A parte gli ovvi animali domestici come: cani, gatti o pesciolini, non avevo mai visto alcun tipo di creatura selvatica - e non - dal vivo avendo vissuto quasi tutta la vita chiusa in casa e quello era proprio il tipo di cosa che con il passare tempo, crescendo, mi pesava sempre di più... Per questo non avevo perso tempo ad avvicinarmi al recinto per vedere da vicino il piccolo gregge, allungando una mano per sentire se, come avevo letto nei miei libri, fossero davvero così soffici come sembravano. - Sono bellissime! - avevo esclamato sentendomi quasi scoppiare di gioia, non preoccupandomi affatto di come quelle mie reazioni risultassero sicuramente bizzarre agli occhi di praticamente qualsiasi altra persona. Tutta quell'armonia che si era creata tuttavia era finita piuttosto rapidamente e repentinamente, quando sempre sotto indicazione di Alluka mi ero resa conto che le pecore non erano gli unici animali presenti... Il ragazzo mi aveva chiesto di fare qualcosa, ma non avrei potuto farlo in nessun caso. Non potevo agire in alcun modo sui sogni altrui e come se non bastasse, alla sola vista della bestia, mi ero praticamente pietrificata dalla paura. - Io non... Alluka, non posso... Non riesco - faticavo persino a parlare, troppo spaventata, mentre continuavo a fissare il lupo che si avvicinava sempre di più. Sapevo che non poteva essere lei, che non era neanche lo stesso animale, ma non potevo comunque fare a meno di trovare delle somiglianze con mia madre e l'ultimo ricordo che avevo di lei, trasformata nella sua forma demoniaca, che si apprestava a divorarmi. - Devi svegliarti, è il solo modo di farlo sparire - quasi nessuno riusciva a controllare gli eventi dei propri sogni, per questo stavo supplicando Alluka di svegliarsi e mettere semplicemente fine al sogno.
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    Dall’espressione del volto di Sun pareva che anche ella non avesse mai visto delle pecore in vita sua, eppure erano animali abbastanza comuni, certo, molto meno rispetto a cani, gatti, ma sicuramente molto di più se paragonati a leoni o delfini!
    La ragazza si avvicinò tutta entusiasta al recinto e protese la sua mano verso una pecora esclamando un Sono bellissime! tutta felice. Forse agli occhi di una “normale” persona sarebbero risultate parole un poco strane, ma Alluka non era affatto una persona normale, e come Sun, neppure lui aveva mai visto una pecora.
    E poi, tutta l’idilliaca atmosfera cambiò improvvisamente grazie solamente a tre parole pronunciate dalla ragazza
    Io non... Alluka, non posso... Non riesco
    . Alluka glielo chiese una seconda volta e Sun rispose alla stessa maniera. Alluka insistette e alla quarta volta in cui ella rispose ugualmente che non poteva, rifiutando quindi la sua richiesta, si udì un tonfo proveniente da -non si riusciva a capire dove- e il volto di Alluka iniziò a mutare leggermente: gli occhi divennero completamente neri, pupilla, iride tutto l’occhio insomma!, e più grandi, e il suo volto pareva essere ancora più femminile, e il suo sorriso divenne sghembo e tutto nero. In pratica sia gli occhi che la bocca parevano come due buchi profondi...

    Sembrava Alluka ma si percepiva che non era più Alluka, quel ragazzino spilungone.
    Devi svegliarti, è il solo modo di farlo sparire fece Sun lievemente turbata da quanto stava per succedere. Ma non poteva minimamente immaginare cosa sarebbe successo di lì a poco. Quella a cui aveva appena negato era l’ultima delle richieste di Alluka, e avendola rifiutata, aveva richiamato la sua parte demoniaca, Nanika, che si manifestò lì davanti a lei. E tempo tre secondi, la testa della ragazza non vera più, perché scoppiò lacerata in tanti pezzetti, mentre poi il corpo svaniva lentamente.
    Il volto di Nanika rimase impassibile, del resto ella non provava niente, ma qualcosa dentro a quel copro, fu investito da una terribile scossa. Per la prima volta era come se Alluka, ora assopito sotto la volontà di Nanika, provasse un dolore...

    ....Si risvegliò poco dopo ritrovandosi disteso nel tappeto accogliente di camera sua, mentre poco più in là vi stava il peluche di una pecora e di un lupo. Aprì più volte gli occhi cercando di capire dov era e cosa fosse successo. La solita strada...era il suo sogno...pecore, lupi...Sun!! Sun!!! Alluka si alzò di scatto in piedi preoccupato per aver ucciso l’ennesima persona; ma Sun era una figura che aveva popolato il suo sogno, non era reale...Eppure gli era sembrata così vera...! Ma era stato tutto un sogno, quindi non aveva ammazzato nessuno...Sun era salva da qualche parte..., ma forse era solamente una persona che si era inventato lui, anche se continuava a pensare che sembró tutto così dannatamente reale...
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