Is This Real Life?

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    La cosa decisamente ironica dell'essere in grado di visitare i sogni altrui consisteva nel fatto che molto raramente ne facevo di miei, ma quei pochi li ricordavo tutti vividamente: vivere in una fattoria circondata da gatti e scimmie (accoppiata un tantino inusuale, ma avevo solo otto anni e a quel tempo sembrava uno scenario tutto sommato non troppo ambizioso da realizzare), prendere il té sulle nuvole con mio padre, poter frequentare una vera e propria scuola insieme ad altri bambini... Erano voli di fantasia che tenevo stretti al cuore come fossero stati dei ricordi realmente vissuti. Altrettanto reali, purtroppo, mi erano sembrati anche gli incubi in cui vedevo mia madre che dopo essere riuscita a trovarmi mi divorava come aveva provato a fare tanti anni fa. Con il tempo ero riuscita a distinguere la realtà dai sogni e, nonostante il ritrovarmi intrappolata in un incubo non era mai una cosa piacevole, lo spavento svaniva in breve. Almeno era sempre stato così fino a poche settimane fa, quando avevo visitato i sogni di Alluka e per un attimo, pur sapendo di essere praticamente invulnerabile in quel mondo, avevo seriamente temuto per la mia vita tanto che avevo continuato a faticare per addormentarmi. - Sei ancora turbata per quella notte piccola Sunshine? - mi aveva chiesto dolcemente Miss Claire, interrompendo per un attimo la sua ricerca tra i libri, poggiando delicatamente una mano sul mio viso per invogliarmi ad alzare lo sguardo verso di lei. Ogni giorno ero immensamente grata di avere la strega nella mia vita, che ormai era una parte della mia famiglia e riusciva a farmi sentire protetta e un po' meno sola - Non so come spiegarlo... Non è stato come un qualsiasi altro incubo. Se n'è accorta anche la volpe - avevo mormorato quell'ultima parte con un filo di voce, quasi parlare ad alta voce della mia metà demoniaca potesse farla materializzare. Ormai ripensare a quell'evento mi accadeva quotidianamente, era più forte di me e trovarmi in una libreria senza che mio padre sapesse niente non mi aiutava a tranquillizzarmi... Poteva sembrare paranoia e in parte lo era, ma essere la preda di un demone da anni tendeva a fare questo effetto. - Sapresti se vi fosse davvero qualcosa che non va, in più ora non siamo in un sogno, sei perfettamente in controllo di quello che accade... Approfitta di queste piccola deviazione e goditi il cambio di scenario. Mi dici sempre che finisci i libri che ti porto troppo in fretta, guarda quanti ce ne sono qui! - aveva detto la donna indicando i vari tomi intorno a noi con un gesto esagerato della mano che era riuscito a farmi ridacchiare divertita. - Hai ragione - in fondo se avevo una certezza, era che non avrei mai più visto Alluka e qualsiasi cosa era successa nel suo sogno non si sarebbe più ripresentata, così con un sospiro profondo, come per darmi forza e scacciare una volta per tutte quei pensieri, avevo seguito il consiglio di Miss Claire, lasciandola alla sua ricerca e muovendomi verso i corridoi stracolmi di libri, guardandomi attorno incantata come una bambina ad un parco giochi. Forse non avrei mai più avuto occasione di trasgredire alle regole e passare del tempo in un posto che non era casa mia, di Miss Claire o il negozio di fiori, perciò non era davvero il caso di rovinare l'esperienza pensando ad un ragazzo che non conoscevo davvero e non avrei mai conosciuto nel mondo reale.

    Sun-Hi Park
     
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    Perché l’idea di quella ragazza continuava a fare capolino nella mia memoria? Sun -bellissimo nome tra l’altro- l’avevo incontrata durante uno dei miei soliti sogni, eppure perché sentivo come se ella fosse una persona reale e non frutto della mia immaginazione? Oh, in realtà un motivo l’avevo trovato fin da subito, del perché quella moretta doveva trattarsi di una ragazza reale. Non ero assolutamente in grado di creare una cosa/persona così bella e positiva, dal momento che di positivo avevo praticamente solo Killua; e quella ragazza non assomigliava per niente a mio fratello, quindi non poteva trattarsi nemmeno di una sua rivisitazione al femminile! Per cui per forza ella era reale!! Ma l’avevo uccisa quindi? Solo il pensiero mi lacerava il cuore. Non avevo mai provato nulla di simile prima, e si che Sun Hi non era né la prima né l’ultima persona che io avrei ucc...iso.... Sono forse un’assassino? Killua mi ripeteva di no, che non era colpa mia, ma era solamente Nanika a mietere vittime, e che prima o poi l’avremmo fermata. E marcava il discorso dicendo che tutta la nostra famiglia (ad eccezione mia) erano assassini! Eh già, io provengo da una lunga dinastia di assassini, perfino il mio fratellino più piccolo ha già commesso un numero incredibile di vittime, a suo volere. Io sono diverso dalla mia famiglia...
    Ti dico che Sun Hi esiste! mi impuntai quando Killua continuava a ripetermi che era stato solamente un sogno, e alla mia 3747esima volta forse anche lui comprese quelle mie parole come veritiere.
    Per loro assassini è facile trovare le persone per cui mio fratello mi disse che l’avrebbe finalmente cercata per me; gli feci uno schizzo e devo dire che in disegno facevo abbastanza schifo, però almeno le caratteristiche si potevano notare, e gli dissi tutto quello che di lei sapevo. Il mio cuore batteva forte, credo dall’emozione di poterla rivedere, nella speranza che appunto fosse ancora viva. Perché di quello non ne avevo la certezza.
    Passarono credo due mesi (per me stabilire lo scorrere del tempo risulta abbastanza impossibile) quando Killua venne da me con buone notizie, almeno stando al suo sorriso stampato nel volto. Sta a Vancouver mi informò dandomi una pacchetta sulle spalle e sta bene aggiunse subito dopo sapendo che mi dannavo nella speranza di trovarla viva. Se la prima frase mi aveva lasciato un po’ indifferente (non so neppure dove sto io figuriamoci dov è Vancouver -e in seguito Killua mi spiegò che non stava tanto distante da noi), la seconda mi riempì di gioia e i miei occhi iniziarono sicuramente a brillare di una luce mai vista prima. Sun Hi esisteva ed era viva e vegeta!!! Non ci misi molto a convincere mio fratello a portatemi da lei; egli mi disse che non mi aveva mai visto così entusiasta e pieno di vita, neppure quando lui mi coccolava. Nessuno dei due potemmo definire ciò amore -ovviamente- ma pensammo semplicemente che si trattasse di una novità, dal momento che mai mi ero potuto affezionare ad una persona che non fosse lo Zaoldyeck dai capelli bianchi (Killua). Già, in famiglia abbiamo tutti i capelli neri, chissà perché lui invece li ha grigio-bianchi!?

    Sole, sole e ancora sole. Certo, fuori faceva un gran bel freddo, infondo febbraio era un mese invernale, ma il sole riusciva a scaldare confortevolmente anche il mio spirito e il mio cuore. Killua non disse niente ai nostri genitori e mi portò fuori dalla mia prigione appena ne ebbe l’occasione; sapevo che mamma non si allontanava mai da casa, ma quella mattina era impegnata a fare non so cosa e nemmeno mi interessava saperlo...! Killua mi prese per mano e poi corremmo giù dalla montagna fino a raggiungere un elicottero guidato -così mi disse- da un suo conoscente. E così in poco tempo raggiungemmo Vancouver. La città che si ergeva sotto il mio sguardo era stupenda, era imponente era...meravigliosa. E così questo era il mondo “esterno”...Atterrammo sul soffitto di un alto palazzone, poi prendemmo l’ascensore per poi ritrovarci ai piedi di tutti questi grattacieli che mi facevano sentire ancora più piccolo di una formichina. Wow mi lasciai scappare entusiasta guardando in ogni dove. Killua mi fece cenno di seguirlo, dopo avermi ribadito di mantenere un profilo basso, più basso possibile. Sì, lo sapevo benissimo che non avrei dovuto interagire con nessuno, almeno che non desiderassi la loro morte.
    Era orario di pranzo per cui in giro non c’era troppa gente, fortunatamente e dopo due svolte tra palazzoni altissimi e un giardino, ci trovammo davanti questo imponente edificio che si ergeva in quattro piani, quindi piuttosto basso rispetto agli alti grattacieli. Però di base molto più grande. Lei è lì dentro. Quarto piano mi informò Killua, mentre lessi la targhetta posta nella cancellata che diceva ”Biblioteca”. Sgranai gli occhi felicissimo e corsi subito al suo interno, con Killua a seguito. Salimmo con l’ascensore e quando esso si aprì rivelò subito un’enorme stanzona (ma va?) piena di libri. Killua mi indicò la strada da seguire e poi si accomodò su di un tavolino. Aprì una porta, mi ritrovai in un corridoio e pochi passi più avanti ne aprii un’altra, che rivelò una stanza molto più piccola, più buia anche e a occhio e croce con libri più vecchi. Ma soprattutto, vidi lei...
    ...Sun Hi!!!... furono le uniche parole che mi uscirono dalla bocca, mentre il mio viso si contorceva in una smorfia felicissima, quella di un bambino a cui avevano appena consegnato un sacchetto con tante caramelle colorate. Ero contentissimo di vederla, e per questo motivo poi la abbracciai subito di getto, senza preoccuparmi se il gesto fosse stato avventato o meno; se lei era arrabbiata con me o meno; se lei sapeva che io ero reale o meno...
    Alluka
     
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    Chissà quanto tempo si impiegava a leggere tutti i libri presenti nella biblioteca... Qualcuno ci aveva mai provato? Mi avrebbero sgridata se avessi deciso di restare per l'intera giornata nell'edificio per leggere per poi portare via con me più di un libro al momento di chiusura? Forse mi stavo agitando per niente e potevo apparire un tantino ridicola nel provare tutta quell'emozione e frenesia solo per la prospettiva di poter passare del tempo in una biblioteca, ma il bello dell'essere sopraffatti dalla gioia era la capacità di ignorare ciò che ci circondava o almeno quello che non faceva parte della nostra piccola bolla felice, quindi non mi preoccupavo minimamente di eventuali sguardi curiosi o interdetti che mi si potevano rivolgere, trovandomi decisamente molto più interessata nello scorrere con le dita contro il dorso dei tomi accuratamente posizionati uno di fianco all'altro sugli scaffali, senza neanche leggerne i titoli ma concentrata solo sul gesto in se. Nonostante il clima ancora relativamente freddo mi ostinavo ad indossare scarpe di tela ed il suono delle suole sul pavimento creava un leggero scricchiolio che ero certa con il mio continuo andare su e giù per i corridoi avrebbe irritato chiunque, ma per fortuna oltre a me e Miss Claire in quel piano della biblioteca vi era solo un'altra signora piuttosto anziana ed una coppia di ragazzi mezzi addormentati e probabilmente occupati in qualche ricerca scolastica. Ero ancora intenta a cercare di contare tutti i libri presenti negli scaffali - o almeno quelli che riuscivo a vedere - cosa che si era rivelata più complicata di quanto mi aspettavo dato che avevo già perso il conto un paio di volte, quando mi ero sentita improvvisamente chiamare per nome da una voce che avevo incontrato un'unica volta, ma che ero certa non avrei mai scordato. - Alluka? - avevo mormorato con voce tremante e incredula. Non riuscivo a credere ad i miei occhi, non potevo capacitarmi del fatto che per la prima volta nella mia vita stavo incontrando qualcuno al di fuori del reame dei sogni. La mia mente era in subbuglio, non sapevo cosa pensare, cosa dire o cosa fare... Non sapevo neanche cosa provare! Potevo sentirmi felice di trovarmi in compagnia di qualcuno che in un certo senso conoscevo e che per una volta non era mio padre o la mia vicina di casa? Dovevo avere paura per come era finito il suo sogno e temere quindi che quel terribile scenario si potesse ripetere nella realtà? Dovevo correre da Miss Claire e chiederle protezione prima tornare a casa e supplicare mio padre di trasferirci? Perchè se un ragazzo qualunque mi aveva trovata, allora per mia madre sarebbe stato uno scherzo fare lo stesso... Non ne avevo idea e per via di quel mio tumulto interno ero stata presa a dir poco di sorpresa quando il ragazzo mi si era avvicinato fino al punto di abbracciarmi. Avevo fatto appena in tempo ad esclamare un - Oh no! - colmo di panico prima di avvertire i miei occhi cambiare per un attimo, illuminandosi di quel loro blu elettrico innaturale, segno che la volpe voleva uscire e così aveva fatto seppur parzialmente. In un secondo le mie code si erano manifestate, folte, bianche come la neve e alte quasi quanto me quando le distendevo, stavano cercando di armi da scudo e proteggermi, chiudendomi al loro interno come a creare un guscio proprio come avevano fatto la notte in cui avevo visitato i sogni di Alluka e mi ero svegliata urlando. L'unico problema stava nel fatto che mi trovavo ancora fra le braccia del ragazzo e le mie code non erano riuscite ed escluderlo, portandolo così al riparo insieme a me. - Scusa, scusa, scusa! - ero in guai seri. Con un gesto deciso avevo spinto via Alluka dal "nascondiglio" che le mie code avevano formato, per poi accucciarmi a terra e cercando allo stesso tempo, freneticamente, di raccogliere ogni coda e sistemarla attorno a me con la speranza che potesse passare per un qualche tipo di pelliccia. - Posso spiegare - avevo detto al ragazzo, non troppo convinta delle mie stesse parole perchè sì, avevo la capacità di spiegare, ma non potevo spiegare. Avevo solo bisogno di calmarmi e le code sarebbero sparite. Più facile a dirsi che a farsi.

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    Guardai per un’attimo tutti i libri presenti nella libreria- o per meglio dire la maggior parte di essi; avevo imparato a leggere già in tenera età perché avevo trovato nei libri degli amici con cui poter scandire le ore delle giornate che altrimenti sarebbero risultate ancora più eterne e strazianti di quanto già non lo fossero. Avevo letto così tanti libri (la mia famiglia mi privava dell’amore, ma almeno non di quello di cui avevo bisogno, materialmente parlando) che mi piacque credere che in questa biblioteca si potessero trovare ognuno dei libri che avevo avuto modo di leggere, e chissà, magari qualcuno a me sconosciuto. Avrei benissimo potuto cercare qualche libro ancora da leggere (per poi richiederlo a Killua, tanto eravamo così ricchi che potevamo permetterci di comprarci tutti i libri di questo mondo!!!) ma ero più interessato a Sun, finalmente li viva davanti ai miei occhi!! In quel momento mi sembrava di essere dentro a quel libro che avevo letto tre o quattro anni fa, com’è che si chiamava...? Beh, quello in cui i due innamorati si erano ritrovati dopo anni l’uno davanti all’altra, dopo essere stati entrambi convinti che il partner era morto in un incidente stradale. Arrossì nel pensare la parola “innamorati”, perché insomma, ci avevo appena paragonato a due fidanzatini, ma poi cercai subito di darmi un contegno.
    Alluka? aveva nel frattempo detto il mio nome, che risuonò così splendente uscito da quelle dolci labbra; e ciò mi avevano riportato alla realtà, facendomi uscire dal ricordo di quel drammatico romanzo d’amore. Non mi resi nemmeno conto che la sua voce fu tremante, non subito almeno, troppo felice per quello che mi stava capitando. La sua espressione dolce era mista di perplessità e felicità e tutto ciò in me scaturì una sensazione stranamente piacevole che non riuscì a comprendere. Poi qualcosa cambiò drasticamente nel suo volto, ma anche dentro di lei, lo potevo in qualche modo percepire. Paura, quello che provava era paura. Di me? Aggrottai lo sguardo e cercai di accorciare le nostre distanze, porgendo in avanti con delicatezza la il mio braccio, per cercare un contato per tranquillizzarla. Ma in quel momento rimasi paralizzato nel vedere quel mutamento dei suoi occhi che divennero di un blu innaturale, e dentro di me qualcosa -sapevo bene cosa- sussultò prepotentemente. Nanika voleva uscire, non c’erano dubbi. Mai era successo che l’entità dentro di me volesse uscire di sua spontanea volontà, e non perché...beh, con il metodo con cui viene fuori, e che io non posso impedire che ciò avvenga.
    Mi venne naturale abbracciarla, perché percepivo che anch’ella aveva dentro di se, qualcosa che non le apparteneva, proprio come me, e l’ostante successivo mi sentì avvolgere da dietro da qualcosa di morbido che mi fece ricordare un peluche, il mio peluche di puzzola con la coda morbidissima. Scusa, scusa, scusa! esclamò la ragazza spingendomi via, mentre il mio sguardo di subito catturato alla vista di tutto quel “pelo” (?). L’attimo successivo Sun si era ritrovata mezza piegata a raccogliere tutte quelle codine Posso spiegare disse tornando a guardarmi per qualche istante per poi riabbassare il capo verso le sue mani che stringevano più code possibili.
    Io mi ritrovai a sorridere, avevo trovato una persona che mi somigliava così tanto, almeno era quello che pensai immediatamente; qualcuna che come me aveva una specie di demonio dentro, eppure il suo non sembrava essere così malvagio come il mio...In qualche modo avevo percepito una specie di protezione verso quella coda che mi aveva abbracciato poc’anzi, e sicuramente non avevo percepito da essa intenzioni omicide, come invece possedeva Nanika. E a proposito di Nanika, rituonò ancora dentro di me, mentre io cercavo in tutti i modi di non farla fuoriuscire. ...Sun...Non ne hai motivo... gli dissi io con gentilezza ...ma se ne avrai voglia io sarò qui ad ascoltarti.... Mai e poi mai mi sarei tirato indietro e se potevo aiutarla avrei fatto di tutto per farlo...Volevo raccogliere quelle cose a terra per aiutarla in qualche modo a nasconderle e ingenuamente lo feci anche, senza pensare alle conseguenze. Non appena la mia mano ne toccò una di esse, Nanika non perse tempo e uscì prepotentemente, probabilmente al contatto di ciò che apparteneva a quel “demonio”. Fortunatamente Sun aveva ripreso il respiro naturale e il suo volto si era rilassato e beh, non so se fosse grazie a queste due cose qui, ma stava di fatto che le code erano improvvisamente scomparse, così come Nanika.
    Porsi la mano ad ella per aiutarla ad alzarsi, guardandola con gentilezza.
    Alluka
     
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    Il cuore mi batteva furiosamente in petto, tanto da far male e così forte che temevo lo si riuscisse persino ad udire dall'esterno. Ero quasi certa di aver sentito il fruscio del sangue che mi scorreva nelle vene trasportato ancor più rapidamente da quello che non credevo si poteva descrivere in nessun altro modo se non: panico. Non solo per la prima volta da quando avevo iniziato i miei "viaggi" nel mondo dei sogni mi trovavo faccia a faccia con una delle persone che avevo conosciuto in tale ambientazione, ma presa dalla sorpresa, dalla paura e da altre sensazioni che avevano causato una sorta di blocco nel mio cervello, mi ero svelata mostrando la mia vera natura. Perchè non ero semplicemente scappata? Perchè non avevo urlato implorando Miss Claire di correre in mio soccorso? Le possibilità, con il senno del poi, sembravano quasi infinite anche e purtroppo ormai del tutto inutili. Avevo passato praticamente tutta la vita a cercare di nascondermi terrorizzata che mia madre o chi per lei potesse trovarmi... Si poteva pensare che la prospettiva di una morte violenta sarebbe bastata a tenermi sempre sull'attenti e rigorosamente in controllo, ma evidentemente così non era. Forse era vero ciò che disse il Gumiho che mi aveva generata; ero una debole, un ibrido, un meticcio che non meritava di stare al mondo. Dopotutto non sapevo ancora quali potevano essere i veri limiti dei miei poteri e ciò che invece ero capace di fare era venuto allo scoperto quasi per sbaglio... Mio padre mi aveva spiegato il perchè fuori iniziasse a piovere ogni qual volta provavo un'immensa tristezza e le mie avventure nei sogni altrui erano nate solo perchè la mia parte demoniaca in qualche modo voleva farmi fuggire dai miei stessi incubi, preferendo quelli di perfetti sconosciuti. In sostanza, ero un disastro.
    Con un respiro profondo avevo provato a calmarmi, non soffermandomi su quei pensieri così deleteri, poichè non mi andava davvero di far scatenare un temporale all'improvviso proprio ora che il clima aveva deciso di donarci la bella stagione. - Perchè non stai... - c'erano mille modi di finire quella frase: perchè non stai urlando, correndo via, chiamando la polizia o un esorcista, perchè non mi stai lanciando contro i primi oggetti a tua disposizione? Eppure non ero stata in grado di sceglierne neanche uno, sostituendo le parole con un gesto vago della mano che non stava stingendo nessuna delle mie code. - Sei calmo - non era una domanda la mia, ma una constatazione del tutto piena di confusione, incertezza e stupore. Il ragazzo di fronte a me continuava a sorridermi come niente fosse, parlandomi con gentilezza ed offrendomi persino aiuto. Che fosse anche lui un Gumiho? No, questo era impossibile. Solo le donne potevano esserlo. Questo però non escludeva altre possibilità... In fondo Miss Claire mi aveva parlato dell'esistenza di innumerevoli creature non umane. - Tu... Non lo dirai a nessuno? - più che una semplice domanda quella suonava come una vera e proprio richiesta, una supplica. La mia voce tremava e quasi temevo di iniziare a piangere, mentre Alluka senza alcun tipo di esitazione si era nuovamente avvicinato a me accovacciandosi dove mi ero creata quel piccolo e decisamente poco efficace nascondiglio per darmi una mano a tenere a bada le mie code. Una parte di me cercava di farmi tenere a mente che non mi sarei dovuta fidare, ma lui era la prima ed unica persona che non fosse mio padre o la mia vicina di casa con il quale avevo parlato e che avevo persino toccato, quando mi sarebbe capitato di nuovo? Forse potevo interrompere la mia normale routine per un giorno.
    Ero ancora a dibattere con i miei stessi pensieri quando una mano di Alluka si era posata su di una delle mie code ed improvvisamente era quasi come se le code rispondessero a lui, a quel tocco e alla sua presenza svanendo in un battito di ciglia, più rapidamente di quanto non avessero mai fatto... - Kamsahamnida! - avevo detto nella mia lingua madre, ringraziandolo e rivolgendogli un sorriso pieno di gratitudine, sereno. Ora che tutto quel trambusto sembrava superato non sapevo cosa fare o cosa dire, tenendomi occupata portando i capelli dietro alla orecchie e spostando lo sguardo un po' ovunque tranne che su Alluka, almeno fino a quando quest'ultimo in un'ennesima dimostrazione di gentilezza mi aveva offerto la sua mano per alzarmi. - So di aver detto che potevo spiegare quello che è successo, ma ora non ne sono tanto sicura... Non so neanche da dove iniziare - cosa potevo dire? Quanto potevo dire? Era tutto così complicato e caotico, senza contare che per quanto mi riguardava la cosa più assurda stava nel riuscire a credere che Alluka era reale e nessuno di noi due stava sognando.

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    Non lo so, forse era solamente una mia impressione, ma già la scorsa volta l’avevo potuto notare ed ora -nuovamente- mi sembrava di scorgere nello sguardo di quella ragazza, una sorta di malinconia; ma non una normale malinconia, ma una proprio simile alla mia. Mi spiego meglio, semplicemente...non è che pure codesta fragile figura avesse problemi con la sua famiglia...? Problemi intesi più che altro come una mancanza di comunicazione e di affetto...Ma chi lo sa, forse non era davvero così, forse era solamente quello che in fondo al mio cuore, un po’ ci speravo. Non per lei, poverina (che non auguro a nessuno una cosa del genere), ma più m che altro per me stesso; perché questo stava ad indicare che avevo trovato una persona simile a me (per quanto riguardava la famiglia). Mi morsi però subito il labbro inferiore, come a punirmi di tale pensiero. Che razza di persona ero ad augurare un male del genere ad una cara ragazza!!? Ciò non toglie che però quella vena triste era sempre presente in quel bello sguardo enorme.
    Ed in più anche Sun nascondeva un terribile segreto, forse anch’ella aveva dentro di sè un demonio proprio come me. Ne ero nuovamente felice, e nuovamente mi morsi il labbro inferiore, causandomi un dolore più avuto, visto che era già stato lievemente ferito poc’anzi.
    Perchè non stai... nel frattempo Sun aveva iniziato a parlare con voce fioca e titubante, spaventata forse. Ma come potevo esserlo io, spaventato intendo. Che grazie a Nanika avevo vissuto già le più disperate cose. Certo, vedere quello che avevo appena visto era stata una cosa fuori dal comune, ma per me tutto ciò rappresentava la norma. Non solo perché avere un demone (o chicchessia) dentro al proprio corpo non era di certo una cosa a me sconosciuta e improbabile, ma anche perché sapevo esserci cose strane fuori lì nel mondo, e Killua era uno di questi. Avevo visto con i miei occhi di cosa fosse capace, provocare delle specie di fulmini solo con lo sguardo, che quindi per me non poteva essere fonte di stupore o ancor peggio paura, ciò che avevo appena visto. ...non sto...?... ripetei quello che Sun stava per dire, visto che si era fermata, corrucciando il mio sguardo tranquillo e sincero. Sei calmo continuó a dire, lasciando cadere la mezza domanda di poco fa, vertendo quindi il discorso in un’altra direzione. Certo che sono calmo...e dovresti esserlo anche tu Sun... gli dissi il più gentile possibile, mostrandole un sorriso pieno di calore. Tu... Non lo dirai a nessuno? aggiunse ella trovando un altro motivo di preoccupazione. Le misi le mie esili mani quasi bianche sulle sue spalle minute Se é un segreto tale rimarrà feci io; se non voleva dire a nessuno di questa sua cosa io l’avrei rispettata. Però mi domandai anche a chi avrei potuto mai dirlo, non parlavo mai con nessuno io...e Killua probabilmente, da lì fuori stava assistendo alla scena, preoccupato anche a non far entrare nessuno nella biblioteca. Anche perché, faceva un po’ strano che nessuno entrava..
    Poi toccando una delle sue code fu chiaro ad entrambi che ci fu una sorta di collegamento, fra di noi, ed ella esclamò una parola a me del tutto incomprensibile, mentre il suo volto stava esprimendo gioia e sembrava essere tornata la ragazza serena e tranquilla di sempre. Ed il demonio pareva essere sparito.
    So di aver detto che potevo spiegare quello che è successo, ma ora non ne sono tanto sicura... Non so neanche da dove iniziare iniziò a dire Sun alzandosi in piedi aiutata dal mio appoggio. Io le sorrisi caldamente ancora una volta e mi venne istintivo abbracciarla Sun Hi, non...non mi devi assolutamente dire niente...se non te la senti... esclamai velocemente lasciando poi cadere il silenzio fra di noi, che ella non interruppe; a volte un gesto, un abbraccio, valeva più di mille parole. E io lo sapevo bene.
    In questo momento non mi interessava sapere chi ella fosse, perché forse così, etc...io volevo solamente starle accanto e dimostrarle tutto il mio affetto e appoggio. E lei non doveva sentirsi obbligata a fare qualcosa di cui poi si sarebbe pentita; quindi non volevo assolutamente che ella iniziare a spiegarmi cosa fosse successo. Siamo un po’ strano noi due... ammisi io ridendo lievemente, interrompendo dunque quel lasso di tempo silenzioso che mi era sembrato un’eternità. Volevo farle capire che io ero proprio come lei, una persona diversa, una persona quindi che l’avrebbe capita e accettata. O forse era solamente che io avrei voluto essere capito e accattato...?! Posai il mio sguardo su di lei e il mio cuore ebbe un piccolo sussulto; ma non era come le altre volte in cui potevo sentire Nanika che stava per uscire, non era quindi una sensazione negativa e pesante, anzi, tutt’altro. Era piacevole questa volta sentire questi battiti accelerati e più potenti, e chissà cosa stava a significare...Beh, qualsiasi cosa fosse, era fin troppo piacevole per cui decisi di non preoccuparmene per nulla, e non pensarci più. Piuttosto: ora che l’avevo ritrovata, ora che era qui davanti a me...cosa avrei mai potuto fare per non farla allontanare e farla restare lì con me...!? Ti piace leggere..? le domandai la prima domanda che mi venne naturale porle, essendo noi confinati in una biblioteca, quindi circondati da libri. Volevo istaurare con lei un discorso il più leggero possibile. Sai, anche a me...ho letto così tanti libri... continuai poi mentre sicuramente una vena di tristezza era comparsa nel mio sguardo che fino a prima era sicuramente allegro e positivo. Ma al parlare di libri, altro non potevo che collegarlo al fatto che io nella mia vita avevo avuto pochissime cose, avevo fatto pochissime esperienze, sempre rinchiuso nella mia stanza, circondato anche di libri. M poi fornai sereno -mi costrinsi a farlo- per sentire cosa Sun avesse da dirmi.
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    Forse sarei dovuta essere un tantino più diffidente nei confronti di un ragazzo che non sembrava particolarmente stupido dalla mia natura e dalle mie capacità come fossero cose banali, di tutti i giorni. Sicuramente sarei dovuta essere molto più diffidente, ma ero così stanca di vivere come se non esistessi davvero, nascondendomi continuamente, condannata molto probabilmente a non avere amici o alcun tipo di affetto al di fuori di mio padre... Sapevo benissimo che quest'ultimo in particolare, fosse stato presente in biblioteca, mi avrebbe caricata su una spalla correndo via impazzito e studiando dove avremmo potuto trasferirci in meno di ventiquattro ore. Alluka era un rischio dal quale mi sarei dovuta allontanare il più in fretta possibile, la parte razionale di me lo stava urlando a pieni polmoni, tuttavia per la prima volta nella mia vita volevo essere egoista e sentirmi normale. Il sorriso del ragazzo di fronte a me era dolce e rassicurante, le sue mani sulle mie spalle non erano minacciose ed io volevo fidarmi così disperatamente... - Se é un segreto tale rimarrà - non poteva essere così bravo a mentire, giusto? Doveva per forza essere sincero! Rilassandomi finalmente gli avevo rivolto un sorriso ampio e semplicemente felice, battendo un paio di volte le mani insieme entusiasta e sollevata non preoccupandomi troppo per quanto quel gesto poteva apparire infantile. - Voglio potertelo dire, davvero - mi ero affrettata a rispondere come a volerlo rassicurare, timorosa che nonostante le sue parole un mio qualsiasi tipo di rifiuto avrebbe finito con il farlo allontanare o peggio. - Ho passato tutta la vita in silenzio ed anche se ho sempre voluto poterne parlare apertamente ora che ne ho l'occasione... Non so cosa dire - mi ero lasciata andare ad una risatina poco divertita e quasi disgustata verso me stessa, abbassando lo sguardo sul pavimento ed incrociando le braccia al petto in una sorta di auto-abbraccio come per darmi la forza di continuare. - Siamo un po’ strano noi due... - quello era senza dubbio l'eufemismo più grande della storia! Almeno per quanto riguardava la mia "stranezza", ma dovevo ammettere che con quella frase Alluka era riuscito ad allentare la tensione che rischiava quasi di togliere ad entrambi il fiato. - Magari avere un demone per madre potesse essere semplicemente strano! - e così, con solo una frase, il mio segreto - o parte di esso - era stato rivelato. In un ultimo atto di panico mi ero guardata attorno timorosa, come se da un momento all'altro sarei stata risucchiata sottoterra o messa in gabbia o chissà che altro, ma per quanto aspettavo un disastro colpirmi in realtà non era successo assolutamente niente. La biblioteca non era esplosa, il cielo non era caduto, mia madre non si era materializzata dal nulla. Ero ancora al sicuro. Avevo provato lentamente a riportare il mio sguardo su quello del ragazzo, sicura che il cuore mi sarebbe uscito dal petto per quanto batteva in preda a mille emozioni. - Mi piace moltissimo leggere - avevo risposto pacatamente, ringraziando internamente ogni scrittore mai esistito ed ignaro della compagnia che i libri che avevano creato mi avevano fatto, permettendomi di scappare per un po' - Il mio preferito è "Alice nel Paese delle Meraviglie" - avevo aggiunto più sicura di me, grata ad Alluka per quel cambio d'argomento momentaneo.

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    Alluka non riscontrava nessun rischio nel rimanere con Sun, al contrario di ella che invece più passavano i minuti e più si rendeva conto che stare con lui non era proprio la situazione migliore. Eppure Alluka sapeva di costituire un grosso problema per chiunque avesse di fronte, sapeva di essere un mostro in grado di uccidere lei e tutte e persone a lei care...Ma in quel frangente non gli importava, o meglio era come se si fosse dimenticato di Nanika...Era come se finalmente, per la prima volta nella sua vita, avesse trovato un amico con cui trascorrere delle ore in semplice compagnia, come ogni ragazzo della sua era avrebbe fatto. Finalmente si sentiva vivo, e felice. Ma soprattutto vivo. Senza pensieri, senza la preoccupazione del demonio dentro di sè. Era una bene o un male? Sicuramente la risposta corretta era la seconda, ma lo Zaoldyeck al momento non aveva nessun tipo di pensiero simile. Non teneva conto che abbassando la guardia avrebbe aumentato il rischio che Nanika sarebbe potuta comparire. Perché alla fine non sarebbe stato così semplice non fare delle richieste ad un amico...e Nanika ciò lo sapeva benissimo.
    La parte razionale di Sun invece aveva percepito forse un doppio pericolo, che avrebbe dovuto fare scappare a gambe levate la ragazza, cosa che invece non stava affatto succedendo. Al contrario, ora si era ritrovata a ricambiare quel dolce sorriso tutta eccitata. Voglio potertelo dire, davvero intanto stava dicendo, ma il ragazzo le fece cenno con lo sguardo che non sarebbe servito, Ho passato tutta la vita in silenzio ed anche se ho sempre voluto poterne parlare apertamente ora che ne ho l'occasione... Non so cosa dire: Sun si lasciò scappare una risatina nervosa, Alluka invece ne fece una più sincera, trovando davvero una cosa buffa e carina la mancanza di parola della ragazza.
    Magari avere un demone per madre potesse essere semplicemente strano! fece lei aprendosi alla fine a quello che magari stava iniziando a considerare un amico. Lo sguardo di Alluka si aprì in una sorta di stupore, mista a incredulità, anche se forse ormai da tempo aveva imparato a credere all’esistenza di qualcosa di “strano”...In fondo la sua famiglia sapeva fare cose strane, e egli stesso aveva dentro di se un’altra entità malvagia che aveva sempre ritenuto essere un demonio o appunto un Demone...Ma sentire parlare un’altra persona di Demoni, non era proprio la stessa cosa del supporre la loro esistenza! Seguirono attimi in cui calò un silenzio strano, in cui non alloggiava imbarazzo o difficoltà, ma furono attimi di tranquillità in cui Alluka si stava prendendo del tempo per esordire con il discorso cui Sun aveva appena iniziato, sui Demoni appunto. (Pure Sun, che precedentemente parva essere stata spaventata da se stessa -da quanto affermato probabilmente- si era improvvisamente rasserenata).
    Eppure quando Alluka parlò dalla sua voce non uscì nessuna parola inerente a quanto sentito, ma cambiò totalmente discorso portandolo sui libri, forse ispirato dal contesto in cui si trovavano. Mi piace moltissimo leggere. Il mio preferito è "Alice nel Paese delle Meraviglie” rispose la ragazza che volente o nolente aveva riportato il discorso proprio verso i Demoni. Alluka le sorrise, al momento nemmeno lui aveva fatto il collegamento con quel libro con i Demoni, ma ben presto se ne sarebbe sicuramente accorto...Sai, io non credo di avere un libro preferito anche se ne ho letti così tanti..."Alice nel Paese delle Meraviglie” l’ho letto due volte, credo... fece tornando con la memoria verso la lettura di quel libro. Come mai proprio quel libro? Avevi un personaggio in cui ti sei legata particolarmente? chiese poi curioso ritornando in quel che poteva ricordare il suo personaggio preferito; non ne aveva proprio uno ben preciso ma forse un poco la sua preferenza andava verso Il mio preferito forse è il Bianconiglio...ma non saprei dire perché. Non sopportavo invece lo Stregatto!! fece poi con convinzione soprattutto messa sull’ultima parte della frase. Giá, l’insopportabile Gatto del Cheshire, Alluka non lo digeriva affatto. E dal momento che aveva tanto tempo per leggere, le sue letture non si limitavano solamente a libri ma anche a leggende e miti, e una volta si era pure imbattuto nel leggere la leggenda che riguardava proprio un gatto a cui l’autore di Alice si era inspirato per la sua creazione dello Stregatto. Era un gatto che in realtà era un Demone, ecco come ora il discorso sarebbe ritornato su quel discorso “pesante”, perché la mente dello Zaoldyeck ritornò immediatamente alle parole della ragazza ”avere un demone per madre “. Che cosa intendi con l’avere un Demone per madre? domandò quindi aggrottando le sopracciglia ma rimanendo tuttavia con una leggera espressione spensierata. ...Tu...ci credi...?...Ai Demoni? domandò subito dopo accorciando le distante che li separavano. Sai, io credo che Nanika sia un Demone fece subito dopo portando le sue labbra sull’orecchio della ragazza, per poter dire quella frase più bassa possibile, in maniera che Nanika non potesse udirla (o almeno era quello che egli pensava).
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    Non c'era più la tensione, l'ansia, il panico assoluto di pochi momenti prima ad appesantire l'aria e togliere quasi il respiro, ma continuava comunque ad essere presente una certa incertezza, per così dire, che purtroppo non avevo idea di come combattere o eliminare. La questione del mio non essere del tutto umana non sembrava rappresentare un problema per Alluka e l'ebrezza che mi aveva causato confessarlo ad alta voce per la prima volta era quasi indescrivibile... Immaginavo che fosse un po' come l'istante prima di buttarsi dal trampolino più alto della piscina, mentre la tua testa ti dice di non farlo, ti consiglia di tornare indietro perchè di certo ti farai male e tu vai letteralmente contro te stesso saltando giù, sentendoti invincibile in quei brevissimi secondi della discesa, prima di entrare in acqua. Il cuore batteva ancora in modo irregolare, non potevo farci niente, abituata da sempre a temere il peggio. Eppure adesso mi sarei dovuta calmare almeno un po', mi sarei dovuta sentire un po' più a mio agio in compagnia di Alluka, ma c'era sempre una sensazione come di imbarazzo a farmi tacere o a portarmi a riesaminare ogni sillaba che avevo pronunciato trovandovi mille difetti e maledicendomi un po' per non aver detto qualcos'altro. Non poteva essere unicamente per via della mia esperienza inesistente con gli estranei, la totale assenza di amici che mi circondava... Forse era perchè Alluka era un ragazzo? Nei sogni non mi ero mai fatta certi problemi. Forse... Forse, era proprio perchè non mi trovavo in un sogno. Era tutto vero. - Mh... Trovo un po' difficile scegliere - avevo risposto, accennando un sorriso, grata al ragazzo di fronte a me per la scioltezza con cui portava avanti la nostra conversazione senza trovarvi niente di bizzarro - Forse la Finta Tartaruga. Non è uno dei personaggi più importanti, ma mi è sempre dispiaciuto quando piangeva perchè voleva solo essere una Vera Tartaruga - avevo aggiunto facendo un po' spallucce come per non dare troppo peso alle mie parole, poichè in fondo sapevo che un po' mi ero sempre rispecchiata in quella buffa e triste creatura; come lei volevo essere "vera", non un qualcosa a metà, un ibrido potenzialmente pericoloso... Ed un po' perchè proprio come la Finta Tartaruga c'era chi avrebbe fatto volentieri una zuppa a base di me. Sospirando un po' speravo di poter continuare a parlare di cose mondane come i nostri libri preferiti, ma Alluka - come ci si poteva aspettare - era curioso riguardo la mia confessione - Intendo che mio padre è un uomo, totalmente umano, mentre mia madre è qualcos'altro... Un Kumiho. Un demone molto antico che da questo lato del globo è più conosciuto come "volpe a nove code" - più parlavo e più temevo che avrei detto troppo e continuavo a pensare "Ecco, la prossima parola che dirò lo farà scappare", ma sapevo che se mi fossi fermata sarebbe comunque stato lui a chiedermi di andare avanti - Sarebbe abbastanza ridicolo se non ci credessi dato che lo sono per metà - avevo risposto, accennando ad una lieve risata per provare a dare un tono comico alla conversazione, anche se non c'era davvero niente di divertente nei demoni. Mi ero portata le braccia al petto, circondandomi come per simulare un abbraccio, incerta su come procedere quando Alluka si era avvicinato per sussurrarmi qualcosa all'orecchio ed io per un secondo ero riuscita solo ad arrossire e sentire un rumore simile a quello delle onde del mare per via del quasi impercettibile contatto della sua bocca contro il mio orecchio - Chi è Nanika? - avevo chiesto, bisbigliando proprio come lui, portando il mio sguardo sul suo viso e scrutandolo in parte curiosa ed in parte apprensiva, ignorando la familiare sensazione della volpe dentro di me che si muoveva irrequieta.

    Sun-Hi Park
     
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    Una sensazione strana prevaleva in quel momento, strana ma sicuramente piacevole. Probabilmente essa era data dalla nostra timidezza cronica e mi stavo rendendo conto che sicuramente neppure Sun-Hi -come me- aveva mai avuto rapporti con altre persone. Eravamo quindi incapaci di rapportarci con il prossimo, però ciò non sembrava costruire un problema, anzi. Almeno per me. Primo perché almeno non ero l’unico incapace di muovermi in una situazione similare; e secondo perché Sun-Hi così intimidita era davvero molto carina!!! Credo che arrossii a questa constatazione, che abbassai quindi subito il capo e mi portai le mani davanti al viso fingendo di strofinarmi gli occhi, giusto per non far notare alla ragazza il colorito sicuramente vivace che avevano assunto ora le mie gote.
    Forse la Finta Tartaruga. Non è uno dei personaggi più importanti, ma mi è sempre dispiaciuto quando piangeva perchè voleva solo essere una Vera Tartaruga la conversazione intanto proseguiva con i personaggi di Alice; e chi mai avrebbe risposto come aveva appena fatto Sun-Hi? Insomma, fra il Cappellaio Matto, Alice, lo Stregatto e persino la Regina di Cuori, il Bianconiglio...insomma, c’erano una miriade di personaggi fantastici in quell’opera, molto diverso fra loro e tutti molto ben caratterizzati, c’era insomma l’imbarazzo della scelta fra un personaggio preferito, e la sua scelta dove ricadde?: su un personaggio atipico. Forse per questo -ancora una volta- rimasi affascinato da quella ragazza. In più anche io avevo sempre avuto una simpatia per quel personaggio, ma essendo un personaggio malinconico, triste, e io ero già di per se malinconico di mio, cercavo sempre personaggi più felici e appaganti!!!
    Intendo che mio padre è un uomo, totalmente umano, mentre mia madre è <i>qualcos'altro... Un Kumiho. Un demone molto antico che da questo lato del globo è più conosciuto come "volpe a nove code"<i> il discorso poi toccò temi più pesanti e più personali...discorso che poi mi fece spalancare totalmente gli occhi in segno di stupore misto a ilarità. Come già detto io passavo le intere giornate sommerso dalle letture più diverse e beh, mi era pure imbarcato sulla leggenda dei Kumiho probabilmente; non ne ricordavo il nome perché ormai erano passati almeno una decina d’anni, ma mi ricordavo di questo Demone dalle nove coda di volpe, esattamente le code che avevo visto poc’anzi sbucare fuori dal sedere della ragazza. Ma allora esiste davvero!!!! mi lasciai scappare con un leggero entusiasmo, dato anche dal fatto che Sun-Hi era quindi ancora più simile a me: solo che lei era davvero per metà un Demone, mentre io aveva un Demone completo come parassita. Effettivamente non era proprio la stessa cosa, però il solo fatto che comunque di stessa entità si parlava, mi faceva sentire meglio e meno solo.
    Quando nominai Nanika ella chiese chi fosse, bisbigliando proprio come avevo fatto io. La ragazza che è apparsa dopo che non hai voluto salvare le pecore dal lupo... dissi ricordandomi il momento finale del nostro incontro. Ah, ma forse era solo stato un mio sogno...forse era solo un sogno e lei non c’era mai stata......ti ricordi l’albero di albicocche...le pecore...il lupo... dissi cercando di ricordare quel sogno che appariva più che nitido nella mia testa; e sembrava essere stato così reale, altro che sogno!!! E lei...se lo ricordava?...era davvero esistito tutto ciò?!
    (E il pensare intensamente per cercare di ricordarsi ogni cosa successa in quel momento, stava tenendo a bada Nanika che si era sentita chiamata in causa...Ma la concentrazione di Alluka era talmente intensa che prevalse)
    Alluka
     
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    Quel ragazzo continuava a lasciarmi a dir poco sbigottita. Ogni volta che ero certa di ricevere una determinata reazione da lui, ogni volta che pensavo di sapere già con assoluta sicurezza ciò che avrebbe detto o fatto, immediatamente Alluka faceva l'esatto opposto rendendomi sconcertata ed in un certo senso confondendomi. Mi era stato insegnato che - escludendo i casi in cui ne siano già a conoscenza - le persone non tendevano mai a prendere molto bene la notizia dell'esistenza di creature non umane, quasi mitologiche, pericolose e spesso maligne. Dopo la mia confessione mi spettavo di tutto: urla isteriche, forse un attacco di panico, di certo di sentirmi dare della pazza, ma sicuramente non di vedere Alluka sorridermi elettrizzato come se gli avessi appena fatto un regalo. - Tu... Lo sapevi? - avevo domandato incerta ed un po' intimorita, preoccupata dall'idea che il ragazzo avesse solo recitato una parte fino a quel momento per potersi avvicinare. Era davvero possibile? C'era seriamente chi sarebbe ricorso a tali mezzi per poter far del male ad una persona o magari per guadagnare un po' di soldi? In effetti non mi avrebbe stupita affatto se mia madre avesse usato una tecnica simile, ma Alluka... Alzando lo sguardo sul suo viso, anche sforzandomi, non riuscivo davvero a scorgere il più piccolo accenno di malvagità. Emanava costantemente pura genuinità. Il solo pensare ad un suo possibile tradimento faceva male e feriva più di qualsiasi danno fisico; forse perchè lui era il primo ed unico con il quale ero entrata in contatto al di fuori dei sogni o forse era qualche altro tipo di affinità che non capivo... E a proposito di sogni, Alluka stava rievocando proprio uno di quelli che speravo di dimenticare: il suo. - Ricordo tutti gli incubi . avevo annuito con un piccolo cenno della testa, stringendomi il più possibile tra le mie stesse braccia per un briciolo di conforto, cercando di istintivamente di rimpicciolirmi con quel gesto come per nascondermi. - Ma, niente nei sogni è reale - era la regola fondamentale di quel mio potere e l'unico mio vero scudo per quei miei viaggi involontari nella psiche altrui. Lo spavento che avevo provato a causa di ciò che era accaduto nel sogno di Alluka mi aveva scossa per giorni, ma non mi ero realmente ferita, chiunque fosse quella figura apparsa dal nulla non mi aveva fatto niente. Che cosa stava cercando di dire? - Se conosci quella persona... Quel demone... Allora perchè ci ha attaccato? - non aveva alcun senso. Più vi pensavo e più non capivo come qualcuno come il ragazzo vicino a me potesse avere a che fare con una simile creatura; tuttavia, anch'io avevo un legame piuttosto importante con un demone sanguinario e non avevo mai fatto del male ad una mosca in vita mia. Che anche lui fosse in pericolo? Di fronte a tale possibilità sentivo il familiare prurito alla base della schiena, dove le mie code sembravano voler tornare fuori e avvolgere nuovamente Alluka per proteggerlo, ma per fortuna le stavo tenendo sotto controllo per una volta.

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    Tu... Lo sapevi? aveva detto con una certa incertezza e con uno sguardo un po’ perplesso e un po’ spaesato. Sapevo cosa? Ah forse intendeva dire dei Kumiho, se sapevo della loro esistenza...Certo che no!! mi lasciai sfuggire il mio pensiero con una certa enfasi; certo che no, non lo sapevo. Io ero sicuro fossero solo creature fantastiche che popolavano miti e leggende come lo potevano essere i draghi ad esempio. In pratica ero a conoscenza della loro esistenza solo grazie alle pagine dei libri, e lì credevo si fermassero...Mai avrei creduto esistessero davvero...E per quanto folle potesse essere ero pronto a crederle; poi avevo visto con i miei stessi occhi quelle code di volpe prevenire dal suo corpo, che, insomma, era un po’ difficile non pensare fossero vere...anche se non era la prima volta che avevo assistito ad una cosa strana che non corrispondeva poi alla verità, ma era solo frutto di un strano “potere” (se così si poteva chiamare) che gli avversari dei miei fratelli, ad esempio, avevano...Killua aveva dei nemici, e una volta capitammo sotto le loro ire funeste. Già Killu mi faceva uscire quel poco per non farmi morire dentro quelle mura della mia stanza, e una di quelle volte, finimmo vittime di grossi leoni assetati di sangue. Ma Killua lo era molto più di essi e uccidendo una donna poco distante da lì, quei leoni sparirono dalla nostra vista. “Non erano reali...”, mi aveva detto con freddezza dopo aver commesso quell’assassinio. Del resto io lo sapevo, tutta la mia famiglia erano degli spietati assassini, e per me vedere una cosa del genere fu abbastanza normale...Mi bastava sapere che era Killua il “buono”, e Killua era il buono...
    Sei la prima che vedo... aggiunsi mentre il mio sguardo tornava al presente. E le credevo. Le sue code erano reali, lei era reale!!
    Ricordo tutti gli incubi poi il discorso si era portato al loro primo incontro Ma, niente nei sogni è reale disse giustamente, come d’altronde lo pensavo pure io. Anche se quel sogno sembrava talmente reale...
    Se conosci quella persona... Quel demone... Allora perchè ci ha attaccato? domandò poi la ragazza riferita al fatto che io “conoscevo” Nanika. Ma anche se la conoscevo (e non è che fosse proprio così, ma vabbè...) non è che non poteva essere malvagia nei miei riguardi...Avevo tutto un esempio davanti ai miei occhi grazie alla mia famiglia!!! Conoscevo mio padre e mia madre, allora perché mi vollero rinchiudere qui dentro come se fossi un mostro? Killua e Illumi si conoscevano bene (fratelli), allora perché erano nemici? Killua mi aveva detto più volte di aver trovato nostro fratello maggiore più volte davanti alla sua strada e di averci dovuto combattere contro...Ma si conoscevano, oh se si conoscevano!!! A volte sono proprio le persone a cui vuoi più bene che ti feriscono... dissi allora io distogliendo lo sguardo da lei e puntandolo alle miei mani che si stringevano fra di loro. Io del resto avevo ricevuto più danni dalla mia famiglia (che conoscevo) che da degli estranei...Comunque non è che io e...Nanika...siamo amici...Lei...lei... è una maledetta paras- mi stavo leggermente alterando, la mia voce risuonava sempre più arrabbiata e potente, e non riuscì nemmeno a completare la frase che mi ritrovai semi svenuto, mentre sicuramente quel parassita aveva preso il mio posto.
    Sta un po’ zitto!!! sentii esclamare a gran voce, la mia voce; ma non ero io a parlare, bensì Nanika. Sei un’essere interessante, abbiamo già giocato insieme ma non è affatto andata come i miei piani.... Quella voce era più stizzita della mia, e più cattiva! Il mio sguardo sapevo essere divenuto nero e vuoto, e probabilmente la mia bocca era aperta in un agghiacciante ghigno. Non volevo che Sun-Hi mi vedesse nuovamente in quello stato...Ci tenevo a lei......Ora giocheremo nuovamente insieme, e questa volta tutto dovrà andare liscio seguendo le mie regole...Capito, Sun Hi!?. Il mio corpo stava fermo davanti a lei e tutto rigido e il mio sguardo probabilmente non aveva nulla di gentile. Dovevo combattere, dovevo ritornare in me, prendere il controllo per tornare da Sun...
    Alluka/Nanika
     
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    L'intera conversazione mi aveva creato non poca confusione, era come quando mi trovavo ad aiutare la mia vicina con le sue pozioni e per sbaglio annusavo preparazioni non finite; improvvisamente il mondo si colorava a tinte fluo e andava sottosopra lasciandomi traballante. Miss Claire si faceva grasse risate e rassicurava sempre mio padre dicendogli che le sue pozioni erano praticamente innocue ed aveva tutte fini nonviolenti, naturali, quasi come fossero delle specie di integratori potenziati. Ad ogni modo, quella era la sensazione che mi stava dando l'altalena di emozioni che toccava continuamente picchi e bassi sempre diversi, sempre più repentinamente. - Sei la prima che vedo... - ancora una volta la risposta di Alluka mi aveva concesso di tiare un sospiro di sollievo, allentando la perpetua preoccupazione di essere scoperta e raggiunta da mia madre, ma questa volta mi ero anche sentita stranamente... Fiera? Non aveva molto senso, tuttavia potevo sentire la volpe che gonfiava il petto e posava ancor più artisticamente del solito con le sue code nel sentire che era il primo demone - la prima creatura non umana - che il ragazzo di fronte a noi vedeva realmente con i suoi occhi. Gli avevo rivolto un piccolo sorriso compiaciuto, tentata quasi di far apparire ancora le mie code, ma nel sentirgli descrivere come a volte erano proprio le persone a cui vuoi più bene a ferirti d'improvviso mi si era seccata la bocca, qualsiasi cosa che stavo per dire era morta in gola. Mai nessun'altra frase aveva descritto così precisamente il senso della mia vita. Cacciata come un animale da un proprio famigliare... Dalla propria madre. Mi rattristava ancora di più sapere che quel ragazzo così dolce e gentile condivideva i miei stessi dolori e avevo cercato subito qualcosa da dire per consolarlo, per farli sapere che non era solo e che come diceva sempre mio padre: "Abbiamo trascorso un altro giorno sani e salvi, stiamo vincendo noi", ma le mie mani si erano lanciate verso Alluka con un moto di panico invece che conforto nel vederlo quasi soffocare. - Alluka? - quasi non riconoscevo la mia stessa voce, colorata da un'incertezza, una paura che avevo lasciato da anni... Ma un attimo prima di poterlo anche solo sfiorare si era ripreso o così sembrava. - Sei un’essere interessante, abbiamo già giocato insieme ma non è affatto andata come i miei piani - in un attimo l'aria sembrava essersi fatta gelida, potevo sentire le mie ossa tremare ed avevo rapidamente ritratto le mie mani, indietreggiando appena con il busto non riconoscendo Alluka nonostante fosse sempre lui di fronte a me... Però quella voce, quelle espressioni così maligne non erano fatte per il suo viso. - Lascialo in pace! - avevo esclamato con tutta la fermezza che ero riuscita a raccogliere, indignata e furiosa per Alluka ed il modo in cui il suo corpo veniva usato come una semplice marionetta, come un vestito senza importanza. Anche la volpe dentro di me ringhiava, le labbra tirate indietro per mostrare i denti aguzzi ed i muscoli tesi, pronti ad attaccare, dando come unico avvertimento un flash di blu elettrico nei miei occhi ed una folata di vento causata dall'energia che stavo trattenendo. - Non farò niente con te - speravo con tutto il cuore che il tremore nella mia voce non fosse troppo evidente, mentre soppesavo se chiamare Miss Claire per aiutarmi. Dopotutto era una strega, anche se pacifica. Nel frattempo, fuori si era sentito un tuono ed il cielo si era annerito influenzato dal mio stato d'animo.

    Sun-Hi Park
     
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    Improvvisamente sentii nuovamente qualcosa provenire da dentro di lei, la sua volpe quindi si stava muovendo; percepivo qualcosa di rilassato e felice, o almeno così mi sembrava. Che era a suo agio con me...? La volpe, intendo. Oppure era Sun ad essere così a suo agio in mia presenza...?! Mi avrebbe fatto enormemente felice se fosse questa seconda ipotesi, ma anche la prima non mi sarebbe dispiaciuta, a dire il vero!
    Forse anche lei percepiva o provava qualcosa di positivo quando era insieme a me. Tant’è infatti che vidi le sue mani esili e candide, venire verso di me...ma io ormai non c’ero più...
    Alluka? fece ella con voce piena di tremore e terrore. Eh si, Alluka non c’era più ormai, e aveva lasciato posto a me, Nanika. Lascialo in pace! aveva urlato la ragazzetta davanti ai miei occhi...toh, la sua amichetta...la seconda...troppe amicizie stava stringendo questo stupido in meno di due mesi!!! Coincidenze? Non aveva mai avuto amici, mai, eppure in questo ultimo periodo era riuscito a conoscere due ragazze...che tra l’altro gli avevano fatto provare un sentimento, un qualcosa, di veramente troppo forte. Forse perché in 18 anni di vita quella era la prima volta!!!, se non contiamo il fratello Killua e la sua tata, quella che aveva durato di più per lo meno. Eh si, per colpa mia ne aveva cambiate un bel pó...mah, in realtà non era neppure proprio colpa mia se morivano come mosche!!!
    La presenza delle due ragazze provocavano il lui reazioni simili ma diverse, ma non riuscivo a capire cosa esattamente di diverso c’era, probabilmente perché di sentimento e simili io non ne conoscevo. Sapevo solamente che la prima era un angelo! Io, essendo un demone, non ci avevo messo poi molto a capirlo!!!
    Poi improvvisamente qualcosa dentro di lei mi piacque. Parecchio. Provai una sensazione strana, stranamente familiare...possibile che ella fosse un demone? Perché la sensazione era quella...ma non del tutto...Poi ecco che percepì quella sensazione così familiare provenire da dentro di lei, e beh, qualsiasi cosa fosse stava ringhiando. Possibile che anch’ella avesse un demone dentro di lei? Interessante...
    Non farò niente con te esclamò ella con vigore e io mi ritrovai contro la parete di libri che avevo alle mie spalle, spinto da qualcosa di incompreso, avevo sentito come una folata di vento, ma le finestre erano chiuse (e comunque non è che del vento potesse spingere via il corpo di Alluka così come se niente fosse...). Oltre a quella potenza di demone percepii anche quella di quell’angelo, inconsapevolmente le due entità stavano combattendo insieme, e io persi il controllo di Alluka...Nonostante Sun rispondendo a quel modo negativo avesse dato il via al mio gioco, non riuscì a tenere il controllo per continuarlo e persi i sensi facendo ritornare in se il mio contenitore...
    ...Sun...stai bene?...tutto ok??? feci io in un bagno di sudore dalla preoccupazione che avevo per quella ragazza, mentre percepivo Nanika pensare che avrebbe rivisto quella ragazza a tutti i costi perché aveva qualcosa di...non lo so cosa potesse avere di interessante per lui, perché non lo sentii più. Ma capii che si stava sicuramente riferendo alla volpe che viveva dentro di ella. Mi mi dispiace tantissimo spero tu stia bene!!! esclamai portando una mano sulla mia schiena e l’altra sul mio fianco destro. Mi doleva la schiena, e poi, perché ero attaccato allo scaffale della libreria...?...ma certo, Sun si sarà dovuta difendere da Nanika...da me...
    La guardai con occhi colmi di dispiacere e frustrazione, non volevo che in nessun modo Nanika potesse fare del male a quella ragazza...e c’era solamente un modo perché ciò non avvenisse, ovvero non vederla mai più. Ma io non volevo ciò per nessuna ragione!!! Io volevo rivederla e rivederla e rivederla...
    Alluka/Nanika
     
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    Per la prima volta nella vita ero realmente felice di condividere anima e corpo con un'entità demoniaca, di non essere da sola ad affrontare un problema. Riuscivo a sentire le ossa tremarmi in corpo, un senso di nausea mi bloccava la gola costringendomi a deglutire rapidamente e ripetutamente nonostante la mia bocca fosse più arida del deserto, al contrario delle mie mani. Ero certa che senza la volpe sarei crollata a terra come una marionetta a cui erano stati tagliati i fili, paralizzata dalla paura e incapace persino di urlare per chiedere aiuto. In quel momento, invece, nonostante le alte palpitazioni del mio cuore ed i tremori che mi percorrevano il corpo riuscivo comunque a tenere la testa alta e fissare negli occhi Alluka, o meglio, la creatura che si era appropriata del suo corpo. Il demone nella mia testa spingeva per ottenere il controllo totale ed io ero tremendamente tentata di lasciarglielo fare anche se non avevo idea di cosa fosse realmente in grado di fare o se una volta fuori avrebbe cercato di... Nutrirsi. Solo il timore di poter far del male a qualcuno - di poter far del male ad Alluka - sembrava darmi la forza di non lasciare totalmente il controllo alla volpe, anche se forse non era comunque abbastanza poichè senza sapere come ero riuscita a spingere il corpo del ragazzo contro lo scaffale di libri alle sue spalle. Lo shock aveva fatto calare drasticamente l'adrenalina che mi scorreva nelle vene lasciandomi disorientata e stanca, ma non avevo comunque perso tempo prima di avvicinarmi al ragazzo per accertarmi di non averlo realmente ferito, scordandomi per un attimo del parassita dentro di lui - Alluka! - ad un primo sguardo non sembrava essersi fatto niente, anzi, era stato lui a chiedere a me se stessi bene e purtroppo ero troppo annebbiata dal panico e dai sensi di colpa per rispondergli - Giuro, non volevo! Scusa, scusa, scusa, scusa... - avevo continuato a ripeterlo, mentre le mie mani sfrecciavano agitate dalle sue spalle, al collo, alla testa per controllare che non vi fossero ferite ignorando che quel tipo di comportamento poteva essere un po' troppo amichevole, fino a che il mio cervello finalmente si era fermato per rendersi conto che l'entità dentro il corpo del ragazzo sembrava essere nuovamente sparita - Aspetta... Sei tu! - avevo esclamato entusiasta, osservandolo per qualche altro secondo prima di chiudere le abbraccia attorno a lui stringendolo sollevata. Non avevo la minima idea di cosa fosse appena accaduto, sapevo solo che speravo con tutto il cuore di non assistere ad un bis... Anche la volpe stava riacquistando la calma, le nuvole fuori si erano diradate dando di nuovo spazio al sole, ma potevo sentire che era ancora allerta e pronta per un altro attacco.

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