Posts written by »Cry Baby•·.

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    lucifer morningstar
    THE DEVIL - BIO - look - mood - play - bow for your king
    Certo, il compito di Morte non era sicuramente il più piacevole, divertente o ambito al mondo e doveva esistere consapevole di come moltissime persone ed anche creature lo disprezzavano e maledivano quotidianamente per tutto ciò che era e rappresentava... In un certo senso Lucifer si sentiva particolarmente affine a Morte, con l'unica differenza che quest'ultimo non sembrava curarsene, mentre il Re degli Inferi non poteva dire lo stesso anche se aveva finto il contrario per millenni. - Dovresti prenderti una vacanza amico mio, credimi, lo dico per esperienza - aveva commentato il Diavolo, più sincero di quanto ci si poteva aspettare da lui, dirigendo un paio di pacche ben assestate sulla schiena di Morte per poi spostare la propria attenzione sul ragazzo al suo fianco il quale rappresentava una bizzarra anomalia. Non era impossibile accedere all'Inferno sia da morti che da vivi; non vi erano regole che impedivano il transito quasi come fosse una qualsiasi città sulla Terra, ma se non si era un demone o non si veniva invitati e accettati da Lucifer in persona l'unico motivo che faceva ottenere la permanenza eterna nel suo regno erano i peccati da scontare al suo interno e in quel caso di certo non si aveva il tempo di incontrare il Diavolo e conversarvi amabilmente prima della condanna. - Dove credevi di essere Alice? - aveva chiesto divertito all'umano, paragonandolo per un attimo alla famosa bambina delle favole caduta in una tana così profonda da trovare un altro mondo - Che c'è, non ci sono abbastanza fiamme? Vorresti sangue e grida ovunque? - aveva aggiunto con sarcasmo misto a genuino fastidio di fronte all'incredulità del buon Zeppelin e a quelli che sicuramente erano i terribili luoghi comuni che balenavano in testa di chiunque quando gli si chiedeva di pensare all'Inferno - O forse sono io. Forse ti aspettavi qualcun'altro... - Lucifer non aveva un buon rapporto con la sua forma demoniaca; dopotutto, passare dall'essere l'angelo preferito del Signore, il più splendente, a tutto l'opposto non era cosa facile, ma apprezzava molto l'effetto che aveva sugli altri e lo sfruttava ogni volta che gli era possibile.

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    - Così va meglio? - aveva chiesto divertito al ragazzo, standogli a pochi centimetri dal volto, ma ovviamente, proprio quando Lucifer aveva iniziato a godersi il momento Morte aveva sentito il bisogno di interrompere - Lucifer. Aspetto il tuo verdetto. Zeppelin Andrews è destinato all’Inferno? - il Diavolo si era limitato a sbuffare quasi come un bambino, alzando gli occhi al cielo - per modo di dire - riavvicinandosi al suo trono dando le spalle ad entrambi i suoi ospiti - Se ci pensi tutti sono destinati all'Inferno - aveva commentato sedendosi con teatralità e sospirando come la decisione da prendere fosse realmente troppo complicata - Ma non lui. Non ancora almeno - aveva decretato poggiando il mento sul palmo di una mano con aria annoiata, studiando le reazioni dei presenti.

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    Ma salve! Ho la memoria di un pesce rosso svenuto, però sono abbastanza sicura che non ci siamo mai incrociate sul gdr xD In ogni caso, bentornata <3
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    lucifer morningstar
    THE DEVIL - BIO - look - mood - play - bow for your king
    Se si dovesse chiedere di immaginarsi come sarebbe controllare l'Inferno chiunque congiurerebbe subito nella propria mente immagini di fiamme, potere, distruzione, un trono probabilmente insanguinato e un'armata di creature così terribili da non esistere neanche nei loro peggiori incubi... Ed avrebbero ragione, in parte. Vi erano le fiamme - da qualche parte - vi era ovviamente potere ed un trono, seppur privo di qualsiasi liquido ed un esercito di demoni, che tuttavia da quando il loro leader si era preso una vacanza dagli Inferi si meritavano più il titolo di bambini bizzosi. La fedele Mazikeen oltre a fare da ombra a Lucifer, assicurandosi che nessuno potesse arrivare a lui sulla Terra, gli consegnava rapporti periodici sull'andamento del suo regno. - Sono a capo di un dannatissimo asilo! - aveva tonato subito nel sentire come alcuni demoni si litigavano e anime da torturare, mentre altri battevano la fiacca e tutti lamentavano l'assenza del Diavolo. Il suo improvviso ritorno sul trono aveva mandato nel panico quasi tutti ed era l'unica cosa che riusciva a risollevare il morale di Lucifer. Si era precipitato all'Inferno abbandonando una festa nel suo stesso locale, lasciando dietro di se alcuni invitati che avrebbero di certo contribuito ad un fine serata con i fiocchi, senza neanche cambiarsi troppo irritato per fare qualcosa che non fosse camminare a grandi e minacciose falcate al suo trono. Il papillon ciondolava, sciolto, da entrambi i lati del suo collo la giacca che indossava poco prima abbandonata in qualche angolo del Lux "Il caro Papà e tutti i miei fratelli e sorelle si staranno sganasciando dalle risate" stava pensando iracondo afferrando per una spalla un demone minore che aveva avuto la sfortuna di trovarsi sul suo cammino e scaraventandolo chissà dove in un gesto di frustrazione. - Che altro c'è? - aveva chiesto con l'ultimo briciolo di pazienza rimastogli nel vedere Maze emergere dall'ombra con il suo solito sorriso sinistro stampato in volto, o meglio nella metà di volto che le rimaneva. - Hai visite - si era limitata a rispondere con fare annoiato, poggiandosi con un fianco alla base del trono infernale e indicando qualcosa alle spalle del Diavolo con un cenno del mento. - Mortimer! Che piacere averti tra noi, iniziavano a mancarmi i tuoi sorrisi - aveva salutato canzonatorio, lanciando lui un sorriso in direzione della Morte prima di spostare lo sguardo sull'umano al suo fianco Lucifer Morningstar…Zeppelin Andrews… aveva atteso qualche secondo, pensando di ricevere maggiori informazioni, ma l'entità era rimasta in silenzio come se il nome del ragazzo fosse più che sufficiente per capire osa stava accadendo - Non mi dice niente - aveva commentato muovendosi verso il diretto interessato squadrandolo da testa a piedi. Le anime che giungevano all'Inferno andavano direttamente nel loro loop infernale a scontare la propria pena, ma Zeppelin sembrava non rispondere al richiamo - Mmhh... Interessante - aveva aggiunto girandogli attorno come un predatore pronto a colpire.

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    Buonsalve! *^*
    Felicissima di darti il benvenuto tra noi (anche perché se non lo faccio ora c’è la possibilità che non potrò mai più dato che mi sto letteralmente sciogliendo a lavoro TT____TT )

    Curiosissima di vedere le tue idee per dei pg :shifty:
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    original

    Passare dal silenzio ed il quasi totale isolamento dell'Oceano al rumore e l'affollamento della città era sempre uno shock non da poco. Tuttavia, una volta riuscito ad ignorare gli sguardi curiosi e a volte diffidenti delle persone che incrociava, Mikha poteva concentrarsi sugli scenari attorno a se e riempirsi gli occhi di tutte quelle cose che gli ricordavano il perchè ogni volta cedeva ai bisogni del suo lato umano correndo il rischio di spogliarsi della sua preziosa pelle. Dopotutto, nei fondali marini non c'erano anziani che passeggiavano insieme al proprio animale da compagnia stranamente somigliante a loro, non c'erano negozi con insegne e vetrine sgargianti, non c'era il profumo dello street food che riusciva a raggiungerti a distanza di metri, non c'erano suoni di ogni tipo che ti colpivano da ogni lato. Non c'era assolutamente niente e forse il selkie iniziava a sentirne il peso più di quanto non riuscisse ad ammettere.
    Passando di fronte a quello che sembrava un piccolo mercato all'aperto il mutaforma non aveva potuto fare a meno di soffermarsi su un banco ricoperto di pesci, molluschi e svariati altri frutti di mare; il suo stomaco si era immediatamente fatto sentire, ma sfortunatamente due ostacoli non gli permettevano di soddisfare la sua fame improvvisa: non aveva alcun tipo di moneta che gli umani usavano per comprare ciò che gli serviva e sapeva, grazie ad esperienze passate, che nessuno avrebbe visto di buon grado un ragazzo che si apprestava a divorare un pesce crudo intero, senza contare che si sarebbe certamente ricoperto di sangue senza possibilità di lavarsi o cambiarsi. Ma lo stomaco continuava a borbottare e addentrandosi nella calca del mercato Mikha non aveva altra scelta se non quella di urtare un banco carico di frutta, creando così ancora più caos, afferrando la prima cosa a portata di mano prima di dileguarsi rapidamente. Così, con una pesca tra le mani, aveva continuato la sua passeggiata senza una particolare meta.
    I piedi scalzi erano diventati neri sulle piante e iniziavano a protestare per il prolungato contatto con il cemento della strada, per questo Mikha aveva svoltato repentinamente sulla sua destra entrando in quello che sembrava un incrocio tra un giardino ed un parco, dove molte delle persone presenti sembravano vestite allo stesso modo per qualche motivo... Il selkie aveva provato a guardarsi attorno in cerca di indizi e alla vista di alcune ambulanze parcheggiate poco lontane aveva capito di trovarsi in un ospedale; un altro luogo completamente in contrasto con la realtà del mare che evidenziava l'attaccamento alla vita degli umani e che il mutaforma ammirava e disprezzava allo stesso tempo. Stava quasi per tornare indietro quando a poca distanza qualcuno aveva iniziato a cantare. La musica era un'altra grande mancanza della vita nel mare, forse la più grande per Mikha e per questo quasi come ipnotizzato si era incamminato verso la fonte di quella melodia, dando gli ultimi morsi alla pesca e lasciando cadere a terra, tra l'erba, il nocciolo. La scena che si era trovato di fronte vedeva due persone, un ragazzo probabilmente all'incirca della sua stessa età ed uno decisamente molto più piccolo, seduti vicino ad una fontana che con lo scrosciare dell'acqua che cadeva in un ciclo infinito sembrava quasi accompagnare la canzone del maggiore dei due umani. Mikha non si era fatto particolari problemi, non molto avvezzo al concetto di privacy e di spazi personali, aveva dato per scontato che trovandosi all'aperto quel piccolo concerto fosse per chiunque; si era avvicinato, riconoscendo la lingua usata nella canzone, ma non capendone completamente il significato - Era molto bella - aveva esordito senza una particolare intonazione nella voce, leccando via dal palmo della sua mano e dalle dita le ultime tracce del frutto appena divorato senza distogliere lo sguardo dai due - Sei bravo - aveva aggiunto ancora una volta senza alcun tipo di emozione, constatando un fatto più che rivolgendo un complimento al ragazzo di fronte a se - Ne conosci altre? - questa volta le sue parole erano tinte da una leggera curiosità e mentre il selkie attendeva pazientemente una risposta, sentendosi osservato, aveva alzato la mano destra oscillandola appena in segno di saluto verso l'altro giovane umano, non preoccupandosi di mostrare così apertamente le sue cicatrici. In fondo, in un ospedale si doveva di certo assistere a cose peggiori.
    Mikha
    selkie • SCHEDALOOKmoodboardnow playing



    La canzone <3
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    Era confortante vedere come la personalità di Titania non sembrava essere stata intaccata dal suo credersi temporaneamente umana; il suo atteggiamento e le sue caratteristiche da sovrana nuotavano appena sotto la superficie, visibili, ma trattenuti dalla falsa convinzione di non aver diritto a sfruttarli, di non essere superiore rispetto a chiunque altro.
    Era chiaro che, per quanto combattuta al riguardo forse proprio perchè si trattava di Oberon ed una parte di lei lo avrebbe sempre riconosciuto, la Regina non apprezzava essere accostata e disturbata durate la sua nuova routine cosa che se possibile aveva soltanto cementato ancor di più il sorriso dipinto sulle labbra di Oberon mentre si beava della vista e della vicinanza con la sua consorte. Tuttavia, quel sorriso era stato repentinamente sostituito da un'espressione che prometteva tempesta non appena una ragazza - un fata - si era avvicinata assicurandosi di portare via Titania dal marito. Il Re delle fate non aveva riconosciuto la giovane, non era sicuro neanche che facesse parte del suo regno, ma queste erano informazioni irrilevanti per il suo lato vendicativo che già chiedeva soddisfazione.

    Quel giorno, guidato in parte anche dal fedele Puck, Oberon aveva desistito lasciando entrambe le donne alla loro giornata, ma non senza affidare ad alcuni suoi sudditi l'incarico di scoprire chi fosse la fata dai capelli di fuoco e assicurarsi che non avrebbe rappresentato nuovamente un intralcio nei sui piani, con qualsiasi mezzo a loro disposizione. Per la seconda volta si era recato nello stesso locale, stupendosi ancora di come gli umani sprecassero il loro breve tempo sulla Terra, ordinando la cosa più semplice ed immediata da fare al bancone prima di scorgere la sua Regina seduta ad un tavolino e raggiungendola subito dopo. - Spero di non disturbare, ma temo di essere a corto di opzioni - aveva esordito non appena la donna si era accorta della sua presenza, facendo riferimento all'assenza di posti liberi - ovviamente occupati per lo più dalle sue fate - scostando appena la sedia libera dal tavolo e poggiandovi la sua giacca restando solo con una camicia tinta di un vinaccia intenso in perfetto contrasto con la sua pelle chiara, alla quale aveva tirato su le maniche arrotolandole sino al gomito, prima di sedersi con la sua tazza di espresso. - Prometto che non farò un fiato senza il tuo permesso - aveva aggiunto sorridendole seducente, non distogliendo il suo sguardo dagli occhi di lei neanche mente si apprestava a prendere il primo sorso del suo caffè.
    oberon
    king of the fairies • SCHEDALOOKmoodboardnow playing

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    Per Calmoniglio io l’ho fatto nascere in Australia però vive a Vancouver ;D
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    original

    Nelle profondità dell'Oceano regna costantemente una calma snervante; tutto tace, ma non per via dell'assenza di creature marine, anzi. Sono proprio le zone più remote, quelle completamente avvolte dalle tenebre, che nascondono svariati abitanti del mare per lo più sconosciuti agli umani. Tra questi vi era anche Mikha, che approfittava dell'assenza di luce e calore dei fondali per sfuggire a grandi predatori e per godere semplicemente di un po' di calma e tranquillità. I selkie non sono particolarmente popolari tra le popolazioni marine, cosa che disturberebbe la sensibilità di molti, ma nel caso di Mikha era una vera e propria benedizione; nella sua forma animale poteva passare ore, persino giorni, comodamente adagiato tra le rocce sicuro che niente e nessuno lo avrebbe interrotto. Tuttavia, non essendo completamente un animale, periodicamente la sua metà umana lo spingeva a tornare in superficie per spogliarsi letteralmente della sua pelle e mischiarsi tra le persone ignare di condividere i propri spazi con un essere che in teoria non dovrebbe neanche esistere al di fuori delle leggende o delle favole.
    Era uscito dall'acqua cautamente, tirando fuori la testa per assicurarsi che la piccola baia che aveva scelto fosse effettivamente deserta ed immergendosi nuovamente subito dopo svariate volte prima di spingersi a riva e lasciare definitivamente l'acqua. La trasformazione non era traumatica, anche se lo lasciava indolenzito per almeno una decina di minuti, orribile solo per chi potrebbe assistere alla scena poichè è quasi come vedere una foca partorire una persona; certamente non materiale per fare dei sonni tranquilli. Instabile per un attimo su due gambe, Mikha sapeva di dover trovare dei vestiti prima di avvicinarsi anche solo lontanamente al centro abitato anche se non per esigenza personale; non aveva particolari opinioni sul suo aspetto umano, sicuro anzi che la profonda cicatrice sulla sua mano di certo non lo rendeva appetibile allo sguardo, ma non tutti sembravano condividere quell'opinione ed in ogni caso coprirsi in pubblico era un fondamentale della vita degli abitanti della terra ferma, per questo si era affrettato a cercare un punto isolato per nascondere la sua "pelle" scavando a fondo nella sabbia e coprendo il tutto con pietre e conchiglie senza però rendere ovvio che la disposizione di quegli oggetti non era propriamente naturale.
    Seppur con un po' d'apprensione nel cuore e nella mente Mikha era riuscito a lasciare la baia, ricordandosi quanto diversa e decisamente più delicata fosse la sua forma umana ad ogni sasso calpestato o ramo colpito. Per sua fortuna dei giovani campeggiatori avevano scelto di piantare le loro tende poco lontano dal mare e senza farsi notare il selkie aveva agguantato quasi senza guardare un paio di pantaloni bianchi ed una camicia con una fantasia floreale dalla tenda vuota più vicina. Non sentendo la necessità di mettere delle scarpe, odiando il senso di costrizione che gli davano, si era vestito rapidamente e dichiarandosi coperto a sufficienza si era diretto verso la città.
    Mikha
    selkie • SCHEDALOOKmoodboardnow playing

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    Benvenutissima/Bentornatissima xD
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    Da quando i suoi nonni le avevano rivelato le vere capacità del vecchio ed apparentemente innocuo pozzo alle spalle del Tempio la giovane ragazza non poteva di certo dire di potersi annoiare; ogni giorno le si presentavano nuove avventure e situazioni da risolvere e affrontare in compagnia di amici che in teoria non sarebbero neanche dovuti esistere... Insomma, non poteva di certo lamentarsi, ma era senza dubbio estremamente grata di non dover bilanciare questa sorta di doppia vita senza dover aggiungervi anche lo stress degli studi. La liceale che era fino a qualche anno fa avrebbe avuto molti più problemi nel ritrovarsi alle prese con la piccola visitatrice appena arrivata, ma fortunatamente la giovane donna nella quale si era formata - dopo un'ondata di adrenalina mista a preoccupazione - aveva la mente abbastanza fredda da aiutare Rin ad uscire completamente dal pozzo cercando anche di frapporsi tra i due nel caso qualcun'altro o qualcos'altro avesse avuto intenzione di saltare fuori - Spero!!! C’erano degli uomini brutti e antipatici che mi stavano inseguendo!!! - quelle parole facevano tutto tranne che tranquillizzare Kagome, allarmata anche per l'incolumità di suo fratello e dei sui nonni, ai quali tra l'altro avrebbe per di più dovuto spiegare la presenza di Rin - Dove sono gli altri? Sesshomaru ti ha mandata qua da sola? - aveva chiesto più allo spazio circostante che direttamente alla piccola; non che tra Kagome ed il demone vi fosse chissà quale rapporto, anzi, spesso la ragazza non sapeva neanche come agire in sua presenza sentendosi non poco intimidita... Non si sarebbe mai abituata all'idea che lui e Inuyasha fossero fratelli o più precisamente fratellastri "Non ci si crederebbe neanche se fossero cugini di quinto grado" aveva pensato per un attimo accennando appena ad un sorriso. Sesshomaru era difficile da capire e l'unica cosa ovvia agli occhi di tutti era l'istinto protettivo che aveva per Rin, per questo la sua assenza era quanto meno sospetta.
    Tuttavia, il repentino cambio di atteggiamento e di argomento attuato dalla piccola in questione aveva lasciato senza parole Kagome, la quale si era quasi accasciata a terra per quello che di certo era stato un mancato infarto - Oh si, divertente - aveva mormorato passandosi una mano tra i capelli e decidendo che - come sempre - ogni stranezza, sciagura o difficoltà nella sua vita era colpa di un certo mezzo demone "Prima o poi metterò una lastra in cemento sul pozzo, forse battere quella testaccia dura potrebbe aiutarlo" scuotendo via quei pensieri dalla sua testa la ragazza aveva riportato la sua attenzione su Rin - Esatto, io vivo qui - chissà se era più strano per Rin trovarsi quasi dall'altro lato del globo rispetto al Giappone o se lo era la diversa epoca? Sicuramente lo avrebbe scoperto a breve poichè gli occhi curiosi della piccola stavano scattando da un dettaglio attorno a lei - Oh! Stavo giocando con mio fratello e questo è il risultato - aveva risposto ridacchiando nel rendersi conto che era ancora molto meno asciutta del previsto ed un cambio di vestiti non le sarebbe dispiaciuto, ma prima doveva occuparsi della sua ospite - Sai, non ho ancora capito bene cosa sia accaduto, ma puoi restare qui con me se vuoi. Dobbiamo solo inventarci qualcosa da dire alla mia famiglia - non che questi fossero all'oscuro della magia legata al pozzo, ma dire certe cose ad alta voce era ancora fin troppo bizzarro.
    Kagome Ryo Higurashi
    human • SCHEDALOOKmoodboardnow playing

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    si intromette Viene menzionato perchè è importante (forse il più importante) e non c'è bisogno di vederlo perchè (mia personale interpretazione della cosa) più che un personaggio, nel film, lui è un concetto... Devi credere in lui come i bambini credono nella fata dei denti, nel coniglio pasquale, ecc. I grandi non credono più in questi "miti" ma non smettono di raccontarli ai bambini ed è un cerchio continuo. Quindi in un certo senso gli adulti = uomo della Luna e i piccoli = le 5 leggende. (non lo so se mi sono spiegata XD)

    Per il pv prova a cercare "pitch black fancast" ;D
    (poi non so l'età che gli vuoi dare ma Tamino per me UGUALE)
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    Mannaggia a me e alla mia incapacità di controllarmi Come posso dire no a questa idea GENIALE e soprattutto a Calmoniglio <3 (sì mi propongo per lui XD)

    Chiaramente se volete delle cose particolari da far risultare nella sua scheda ditemi pure ^^
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    Ma ciao! Sono lieta e onorata (troppo? lol) di darti il benvenuto qui con noi GQBCL Spero ti troverai bene anche perchè qui c'è decisamente il clima rilassato che serve per "riprendere il ritmo" con le role ;D
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    Nonostante mancassero ancora un bel po' di giorni all'inizio ufficiale dell'estate le temperature si erano portate molto avanti con il lavoro, lasciando chiunque a boccheggiare in cerca di un po' di refrigerio. Anche i nonni di Kagome avevano preferito chiudere il Tempio al pubblico per un giorno e rintanarsi in casa in compagnia di un'abbondante caraffa tè freddo e di un vecchio ventilatore che ad ogni accensione ricordava più il lancio di uno shuttle, ma che i due anziani non avrebbero cambiato fin quando questo non sarebbe letteralmente caduto a pezzi. Era una caratteristica che Kagome adorava nei suoi nonni; una di tante piccole cose che manteneva un certo livello di normalità nella sua vita, qualcosa che poteva condividere con gli altri a differenza della capacità di poter attraversare i mondi - ed il tempo - grazie ad un pozzo magico... Anche perchè a malapena ci si era abituata lei stessa, figuriamoci parlarne apertamente come si farebbe del meteo.
    Se non fosse stato uno sfacciato abuso del portale la ragazza se ne sarebbe servita per fuggire all'afa, correndo a ripararsi in quei meravigliosi paesaggi ampi e puliti, che scarseggiavano non solo a Vancouver ma in generale nel ventunesimo secolo. Anche se - dovendo essere totalmente sincera - il vero problema non stava nell'uso scorretto della magia, piuttosto lo era un certo mezzodemone che sembra essere stato creato appositamente per farle perdere la pazienza... Kagome non aveva mai incontrato nessuno in grado - nel giro di pochi secondi - di irritarla fino al punto di farla diventare paonazza in volto. Era certa che prima o poi avrebbe anche emesso vapore dalle orecchie e strillato come teiera lasciata troppo a lungo sul fuoco. Tuttavia, però, questa sapeva in fondo che non sarebbe mai stata in grado di voltargli le spalle... Per motivi che non desiderava affrontare al momento. "Come se il caldo non fosse abbastanza fastidioso, mi metto anche a pensare a lui" si era redarguita da sola, scuotendo la testa e lasciando la sua stanza per dirigersi nel giardino del Tempio per cercare qualcosa con cui tenersi occupata; le cose da fare non scarseggiavano mai, come ad esempio il dover spazzare le scale che dividevano il piccolo piazzale dal resto della struttura. - Sōta vuoi darmi una mano? - aveva chiesto al fratellino, facendo capolino nella sua stanza e trattenendo una ristava nel vederlo a faccia in giù sul suo letto forse per il caldo forse per la noia o forse per entrambe le cose. Il ragazzino non era particolarmente entusiasta all'idea di dover lavorare, ma la promessa di un po' di gelato aveva spazzato via ogni suo dubbio.
    Data la giornata di chiusura non vi era chissà quanto da fare e in breve fratello e sorella avevano accantonato i loro doveri preferendo giocare insieme sfruttando davvero al meglio le potenzialità del tubo da giardino e della fontanella alla quale era collegato - Mi arrendo! - aveva urlato divertito il bambino, senza neanche un centimetro di pelle asciutta su di se - un' impresa non così eccezionale considerando la sua statura - scuotendo via l'acqua dai capelli come avrebbe fatto un cucciolo e sedendosi con uno sbuffo stanco e soddisfatto allo stesso tempo. - Ok, basta giocare, vatti a cambiare e forse troverai del gelato ad aspettarti in cucina - la ragazza non aveva neanche finito di parlare che il fratello era corso in casa sena neanche guardarsi indietro, lasciando quindi lei a risistemare il caos che avevano creato che per fortuna non era poi gran che. In pochi minuti Kagome aveva finito ed era pronta a rientrare, ma qualcosa l'aveva fatta esitare... Voltandosi indietro, verso il pozzo, la ragazza aveva notato dei movimenti e per un attimo era restata impietrita non riconoscendo quella che solitamente era la figura di Inuyasha, l'unico che si avventurava "dall'altro lato" per chiamarla. Ad ogni modo, avvicinandosi con cautela, la giovane era riuscita ad ottenere una migliore visuale e ogni tipo di esitazione era subito caduta - Rin! - aveva esclamato correndole incontro, divisa tra il piacere di vedere la piccolina e la preoccupazione riguardo cosa poteva averla spinta a risalire il pozzo. - Sei da sola? Cosa è successo? - aveva chiesto allargando le braccia per stringerla in saluto prima di ricordarsi di essere ancora parzialmente bagnata per via della "lotta" con Sōta e preferendo quindi posare solo una mano sulla spalla di Rin, accennando un sorriso cauto.
    Kagome Ryo Higurashi
    human • SCHEDALOOKmoodboardnow playing

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    Nonostante il mio spirito ribelle, la mia voglia d'avventura e la mia continua ricerca mirata all'essere il più possibile anticonvenzionale nell'aspetto e nei modi, dovevo ammettere con me stesso che non ero mai riuscito a rinnegare completamente le mie origini da ricco ereditiere. Mio padre di certo se la stava ridendo in qualche girone dell'Inferno nel vedere che dopotutto la mela non cade davvero mai troppo lontana dall'albero.
    Da quando ero arrivato a Vancouver, per esempio, mi ero stabilito nell' attico di uno dei grattacieli del centro, quasi interamente circondato da grandi vetrate che offrivano una vista impeccabile dell'oceano e della metropoli in generale; su due piani, l'arredamento era moderno e sobrio con colori tenui a contrasto con il parquet e - la pièce de résistance - un pianoforte completava alla perfezione il salone d'entrata. La chitarra sarebbe stata il mio amore eterno, ma sapevo apprezzare le nuances che la musica poteva avere grazie a diversi strumenti. Di certo avrei adorato, in particolare, la capacità dello strumento che avevo da poco comprato poichè stando alle notifiche del mio conto una certa biondina di mia conoscenza si era data alla pazza gioia. Ero curioso, le uniche chitarre con un prezzo che raggiungeva i cinque zeri erano quelle appartenute a delle vere leggende della musica come quella di Van Halen, Bob Marley o Kurt Cobain, ma dubitavo fortemente di essere improvvisamente diventato il possessore di un oggetto leggendario... "Immagino che lo scoprirò presto" mi ero detto portando gli occhi sull'orologio appeso ad una delle pareti del salone e concentrando il mio udito su qualsiasi tipo di rumore provenisse da fuori l'attico, pronto a saltare giù dal divano su cui mi ero pigramente disteso in una manciata di secondi o anche meno all'arrivo della giovane rocker. Ad ogni modo, non avevo dovuto attendere un minuto di più poichè la ragazza in questione - in anticipo rispetto all'orario stabilito - forse leggendomi nel pensiero, aveva avuto la brillante e generosa iniziativa di annunciarsi inviandomi una sua foto con la famigerata chitarra in sua compagnia. Dopo aver osservato a dovere e salvato l'immagine, sorridendo tra me e me, avevo composto un messaggio da inviarle in risposta:

    - Non male come servizio clienti...
    - Ma se vuoi la mancia hai ancora qualche piano da salire


    Aggiungendo che mi riferivo all'attico e che avevo già lasciato indicazioni all'entrata per lasciarla salire; avevo poi riposto il cellulare per recarmi all'angolo bar e riempirmi un piccolo tumbler con del Brandy, una delle poche cose umane che riusciva a darmi soddisfazione quasi quanto il sangue, sorseggiandolo con gli occhi sulla porta d'ingresso in attesa dall'apparizione della biondina.

    Tristan T. Cartier
192 replies since 10/5/2009
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